SlideShare a Scribd company logo
1 of 22
Download to read offline
TROVA L’INTRUSA
Le donne nei ruoli decisionali della politica e delle aziende
N. 3 MARZO 2017
minidossier
Potere politico
Le donne e i ruoli apicali
Società quotate in borsa
Numeri e ruoli delle amministratrici
Introduzione
Potere politico
Le donne e i ruoli apicali
Le donne in parlamento e ruoli chiave
Le ministre ieri e oggi
I ruoli chiave e deleghe nelle regioni
L’equilibrio di genere nelle giunte regionali in Italia
Le donne nei consigli regionali
Le amministratrici nei capoluoghi di provincia
La presenza femminile nelle istituzioni europee
Le donne con i maggiori incarichi politici in Europa
Le donne con il potere politico in Italia
Società quotate in borsa
Numeri e ruoli delle amministratrici
Le donne ai posti di comando delle aziende quotate
Gli amministratori con incarichi in più società
Cosa cambia con la legge 120/2011
I dirigenti uomini e donne a confronto
Le amministratrici nei board europei
SOMMARIO
5
15
minidossier
Il 30% è il numero delle donne in alcuni dei luoghi che contano. Nella
politica e nell’economia, nei settori dove si prendono decisioni importanti
per tutti, si potrebbe dire che le donne si sono fatte almeno un po’ di largo.
Nel parlamento italiano e in quello europeo, per esempio, si aggira attorno
a questa percentuale la quantità di donne titolari di un seggio. Presenza
che sale anche di più negli organi di governo delle amministrazioni locali. E
per la prima volta nel 2016 le donne hanno conquistato il 30% di incarichi
nei consigli di amministrazione delle aziende quotate nella borsa italiana.
Un terzo o quasi potrebbe essere il dato di un equilibrio che procede, che si
porta avanti, piano piano ma forse meno lentamente di quanto temuto. Ma
vedere solo questo dato sarebbe riduttivo. Questo terzo o quasi sul totale ha
infatti in un peso relativamente basso. È un ottimo punto di partenza, ma
se l’analisi si sposta dal dato quantitativo all’aspetto qualitativo emergono
subito delle grandi differenze.
Con l’analisi che ogni anno openpolis dedica alla presenza femminile nelle
istituzioni emerge con forza il doppio binario su cui viaggiano le donne: da
una parte è vero che se ne contano di più, che sono aumentate di numero;
dall’altra parte però è innegabile che sono poche o anche pochissime nelle
poltrone davvero importanti. Man mano che si guarda in alto emerge la
tendenza alla rarefazione degli incarichi conferiti alle donne. Ma non si
tratta solo di un problema della politica. Quest’anno infatti è stata presa in
considerazione anche la crescita del numero di amministratrici delle società
quotate in borsa. Le donne sono entrate in quantità degna di nota nei
consigli di amministrazione. Ma sono giusto una manciata le amministratrici
delegate: 17 in tutto, appena il 2,5% delle figure feminili. È vero che solo pochi
anni fa la situazione era desolante, ma è anche vero che per il miglioramento
va ringraziato l’obbligo introdotto dalla legge 120/2011 di aumentare
progressivamente le nomine femminili negli organi di amministrazione e
controllo delle società quotate. Tuttavia val la pena sottolineare che si tratta
di conquiste incomplete se appena si guarda con un minimo di attenzione si
vede che la maggior parte degli ingressi femminili è composto da incarichi
non esecutivi. Una presenza dunque che è comunque una buona notizia, ma
che non ha ancora in mano gli strumenti e le leve concrete del potere.
minidossier
INTRODUZIONE
2
ambiti considerati:
politica e aziende quotate
4
livelli istituzionali analizzati:
comuni, regioni, Italia, Europa
110
i ruoli chiave esaminati nelle
istituzioni europee
95
ruoli chiave esaminati in parlamento
3
Le elaborazioni del primo capitolo si basano
su dati ufficiali rintracciati fino al 17/02/2017
sui siti delle regioni italiane; per i capoluoghi
di provincia fino al 23/02 sul sito openpolitici;
fino al 12/02 sui siti di governi e istituzioni
europee; e fino al 1/03 sui siti di camera e
senato. Per il secondo capitolo le elaborazioni
si basano su dati Consob e Ewob.
minidossier
Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici
e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti
stabiliti dalla legge. A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti
le pari opportunità tra donne e uomini. [...]
Ogni elettore [...] può altresì esprimere uno o due voti di preferenza [...]. In caso
di espressione della seconda preferenza, a pena di nullità della medesima preferenza, l’elettore
deve scegliere un candidato di sesso diverso rispetto al primo.
Nelle liste dei candidati nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore a
due terzi [...]. Ciascun elettore può altresì esprimere [...] uno o due voti di preferenza [...]. Nel
caso di espressione di due preferenze, esse devono riguardare candidati di sesso diverso della
stessa lista, pena l’annullamento della seconda preferenza. [...]
A pena di inammissibilità, nel complesso delle candidature circoscrizionali di ciascuna lista
nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al 50 per cento [...]
Nelle giunte dei comuni con popolazione superiore a 3.000
abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento,
con arrotondamento aritmetico.
Lo statuto prevede, inoltre, che il riparto degli amministratori da eleggere sia effettuato
in base a un criterio che assicuri l’equilibrio tra i generi. Il genere meno rappresentato deve
ottenere almeno un terzo degli amministratori eletti. Tale criterio di riparto si applica per tre
mandati consecutivi.
Le disposizioni della presente legge si applicano a decorrere dal primo rinnovo degli organi di
amministrazione e degli organi di controllo delle societa’ quotate in mercati regolamentati
successivo ad un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, riservando al genere
meno rappresentato, per il primo mandato in applicazione della legge, una quota pari almeno
a un quinto degli amministratori e dei sindaci eletti.
Le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena
parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica
e promuovono la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche
elettive [...]
ART 51
ART 2
ART 2
ART 1
comma 137
ART 1
ART 2
ART 117
RIFERIMENTI NORMATIVI
Costituzione della
repubblica italiana
Legge 52/2015
(disposizioni in materia di
elezione della Camera dei
deputati, cosiddetto italicum)
Legge 215/2012
(disposizioni per promuovere il
riequilibrio delle rappresentanze
di genere nei consigli e nelle
giunte degli enti locali e nei
consigli regionali)
Legge 56/2014
(disposizioni sulle citta’
metropolitane, sulle province,
sulle unioni e fusioni di comuni,
cosiddetta legge Delrio)
Legge 120/2011
(parità di accesso agli organi di
amministrazione e di controllo
delle società quotate in mercati
regolamentati, cosiddetta legge
Golfo-Mosca)
4
Alle ultime elezioni amministrative due donne sono state elette sindache in
due grandi città italiane, Roma e Torino. Una novità non da poco, anche se i
dati mostrano comunque una difficoltà delle donne a farsi eleggere. Nei 106
capoluoghi di provincia le sindache sono solo 9 in tutto, l’8,4%.
I posti conquistati nei consigli di comuni e regioni, cioè negli organi elettivi,
rimangono comunque meno numerosi rispetto a quelli ricoperti nelle giunte
e dunque conferiti per nomina. E anche in questo caso, spesso si tratta di
incarichi che hanno poco a che vedere con il grosso della gestione economica.
Man mano che si risalgono i vari livelli istituzionali si osserva che la maggiore
presenzafemminilerimaneconfinataallabaseesiassottigliaaivertici,spesso
in modo molto consistente. A livello nazionale la tendenza è confermata sia
nel parlamento, quando si vanno a guardare gli incarichi importanti ricoperti
da deputate e senatrici, sia al governo quando si contano le ministre rispetto
a viceministre e sottosegretarie, e ancor più se si tiene presente quali donne
guidano dicasteri con portafoglio o senza. Infine l’Europa: qui le donne sono
il 37% in parlamento, l’istituzione eletta direttamente dai cittadini europei,
e il 31% in commissione europea, l’organo che rappresenta gli interessi
dell’unione nel suo insieme e i cui membri sono nominati dai governi
nazionali. Tuttavia nelle istituzioni europee il rapporto tra rappresentanza
e sedi decisionali non è così diretto come nei governi nazionali e l’assetto
istituzionale è abbastanza più complesso. Così buona parte delle linee
politiche viene presa in sedi diverse, composte da rappresentanti inviati
di volta in volta dai governi nazionali e scelti a loro discrezione. Alle ultime
riunioni dell’ecofin solo il 10,71% dei partecipanti era donna, fino a crollare al
3,57% del consiglio affari esteri (una su 28).
27,78%
le ministre nel governo
Gentiloni
8
le regioni con una %
equilibrata di donne in
giunta
0
le donne nella giunta
del Molise
0
le donne nel consiglio
della Basilicata
3
le prime ministre in
Europa
POTERE POLITICO
Le donne e i ruoli apicali
minidossier
LE DONNE IN PARLAMENTO
E RUOLI CHIAVE
La XVII legislatura è stata salutata come quella con
la maggiore presenza femminile in parlamento della
storia d’Italia. Tuttavia quando dalla “base” si passa
a osservare il vertice le presenze diminuiscono, in
particolare alla camera. In questo ramo le deputate
sono il 31,30% del totale, ma degli incarichi di peso solo
il 19,23% è assegnato a donne. Più contenuto il calo al
senato, dove le senatrici sono il 29,60% dell’assemblea
e ricoprono il 25,58% dei ruoli chiave.
Le parlamentari nel tempo e gli incarichi
odierni
I ruoli chiave contati alla camera e al senato sono di tipo
istituzionale: presidenti, vicepresidenti, questori e segretari
dell’aula, presidenti delle commissioni permanenti e presidenti
di giunta; oppure di tipo politico: presidenti dei gruppi.
Da sapere
La presidente della camera Laura Boldrini presiede la conferenza dei capigruppo che,
in quest’aula, sono solo uomini: 12 su 12.
In evidenza
minidossier
Potere politico. Le donne e i ruoli apicali
6
Camera Senato
1948 1953 1958 1963 1968 1972 1976 1979 1983 1987 1992 1994 1996 2001 2006 2008 2013
0%
10%
20%
30%
2013Totale TotaleRuoli chiave Ruoli chiave
Aumenta il potere Aumenta il potere
Diminuiscono le donne
Diminuiscono le donne
31,30%
31,30%
19,23%
29,60%
29,60%
25,58%
XVII legislatura
7
LE MINISTRE IERI E OGGI
Tre anni fa, alla data di insediamento del governo
Renzi, si fece un gran parlare della parità di genere negli
incarichi di governo, con 8 ministre su 16. Durò poco e già
alla nomina di viceministri e sottosegretari si passò a 16
donne su 61 incarichi (il 26,23%). Inoltre in pochi mesi
le ministre scesero a 5, poiché le dimissionarie Maria
Carmela Lanzetta, Federica Mogherini e Federica Guidi
furono sostituite da uomini. Il governo Gentiloni è invece
partito senza scelte eclatanti in fatto di parità, con il
27,78% di ministre: 5 su 18, di cui 2 senza portafoglio.
Questo vuol dire che nel consiglio dei ministri il 40% dei
ministri senza portafoglio è donna. Le viceministre sono
il 14,29% del totale mentre tra i sottosegretari il 31,43%
è donna.
Le ministre nella storia d’Italia e oggi I membri di governo sono contati alla data di insediamento
dell’esecutivo. Pertanto non sono compresi viceministri e
sottosegretari, la cui nomina avviene successivamente.
Al termine del governo Renzi le ministre erano 5 su 16 (31,25%). Gentiloni ha confermato lo stesso
numero di donne ma ha aumentato il totale dei ministri, dunque le ministre sono 5 su 18 (27,78).
Da sapere
Renzi - Gentiloni
minidossier
Potere politico. Le donne e i ruoli apicali
1976 1978 1979 1979 1980 1980 1981 1982 1982 1983 1986 1987 1987 1988 1989 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1998 1999 2000 2001 2005 2006 2008 2011 2013 2014 2016
Ministri senza
portafoglio
Ministri con
portafoglio
Sottosegretari Viceministri
Nei 60 governi della storia repubblicana, i primi 29 non comprendevano nemmeno
una donna. In totale gli esecutivi con almeno una ministra sono stati 27.
In evidenza
Aumenta il potere Aumenta il potere
Renzi
Diminuiscono le donne
Diminuiscono le donne
50%
40%
31%
23%
14%
In consiglio dei ministri Nei dicasteri
0%
12,5%
25%
37,5%
50%
Gentiloni
27,78%
Governo Gentiloni
I RUOLI CHIAVE E DELEGHE
NELLE REGIONI
La tendenza alla rarefazione della presenza femminile
dal basso verso l’alto è visibile sia nelle giunte che
nei consigli regionali. A presiedere una regione in
tutta Italia sono solo due donne: Debora Serracchiani
(Pd) in Friuli-Venezia Giulia e Catiuscia Marini (Pd) in
Umbria. Nelle giunte, dove gli incarichi sono conferiti,
la presenza femminile è più consistente rispetto alle
cariche elettive dei consigli. Ma anche tra le nomine si
nota una tendenza netta: le donne restano lontano dalla
gestione dei budget più consistenti. Le assessore sono
infatti molto più rare nelle tre materie che compongono
la quasi totalità dei budget regionali: bilancio (dove sono
appena il 15%), urbanistica, infrastrutture e trasporti
(24%) e sanità (25%).
Quante sono e di cosa si occupano le donne
nelle regioni Nel conto dei consiglieri semplici non sono compresi presidenti
e vicepresidenti del consiglio regionale.
Da sapere
minidossier
Potere politico. Le donne e i ruoli apicali
In tutta Italia solo il 15% delle assessore regionali si occupa di bilancio. Le deleghe più di frequenti
conferite alle donne sono lavoro e formazione professionale (81,82%) e affari sociali (66,67%).
In evidenza
8
Consiglieri
semplici
Lavoro e
formazione
professionale
Affari
sociali
Cultura e
istruzione
Attività
produttive
Agricoltura
e ambiente
Sanità
Urbanistica/
infrastrutture/
trasporti
Bilancio
Assessori
Vicepresidenti
del consiglio
Vicepresidenti
della regione
Presidenti
del consiglio
Presidenti di
regione o province
autonome
Aumenta il potere Aumenta il potere
Diminuiscono le donne
Diminuiscono le donne
18,10%
81,82%
66,67%
50%
30,43% 26,67% 25% 24%
15%
35,26%
15,56%
22,22%
14,29%
9,52%
Consiglio Giunta
Frequenza con cui una donna ricopre la delega nelle regioni
L’EQUILIBRIO DI GENERE
NELLE GIUNTE REGIONALI IN
ITALIA
Secondo la definizione del Consiglio d’Europa, per una
presenza equilibrata di uomini e donne negli organi
decisionali non bisogna scendere sotto la soglia
del 40% di uno dei due sessi. Si riesce a rispettare
questo parametro solo in 8 regioni e per lo più solo
grazie al fatto di escludere il presidente dal totale dei
componenti. In altre parole se si considera l’organo nel
suo insieme e senza distinguere la massima carica,
emerge una situazione ancor più sbilanciata, con
percentuali di presenze femminili ancora più basse.
E anche escludendo il presidente, sono 13 le giunte
di regioni e province autonome in cui la presenza dei
due sessi è squilibrata: solo in un caso, la Campania,
eccedono le donne; in tutti gli altri organi “squilibrati” si
registra invece un eccesso di presenze maschili.
Le assessore I dati sulle giunte non includono il presidente della regione,
invece i vice presidenti sono contati nel totale degli assessori.
Le province autonome di Trento (Trentino) e Bolzano (Alto
Adige) sono trattate come due diverse regioni.
Da sapere
minidossier
Potere politico. Le donne e i ruoli apicali
Il Molise si segnala per la totale assenza femminile nella giunta regionale, mentre
la Campania eccede in senso opposto con 6 assessore su 9 (66,67% del totale).
In evidenza
9
Percentuale di donneGiunte regionali
Campania
Emilia Romagna
Marche
Toscana
Lombardia
Friuli Venezia Giulia
Calabria
Lazio
Sardegna
Piemonte
Veneto
Bolzano (Provincia)
Liguria
Basilicata
Sicilia
Puglia
Umbria
Abruzzo
Trento (Provincia)
Valle d’Aosta
Molise
66,67%
50%
50%
50%
46,67%
44,44%
42,86%
40%
40%
36,36%
30%
28,57%
28,57%
25%
25%
22,22%
20%
16,67%
14,29%
12,50%
0%
Disequilibrio di genere Equilibrio di genere
LE DONNE NEI CONSIGLI
REGIONALI
Nessuna regione italiana arriva al 40% di donne nei
consigli regionali e il risultato migliore spetta all’Emilia-
Romagna,chearrivaaun32%diconsigliere.Risultatinon
brillanti, per di più spesso ottenuti anche grazie alle leggi
elettorali regionali, che in molti casi prevedono specifici
meccanismi per incentivare l’equilibrio di genere. Solo
4 regioni non prevedono meccanismi specifici, mentre
in Calabria la legge elettorale indica solo un generico
principio senza prescrizioni esatte, e infatti le donne
sono in assoluta minoranza: il 6,45% dell’assemblea.
Invece in Piemonte, nonostante l’assenza di incentivi,
si raggiunge comunque un 25,49% di consigliere. Il
record negativo è invece della Basilicata, dove l’organo è
completamente mono-genere, cioè tutto maschile.
Le donne nei consigli e i meccanismi
per l’equilibrio di genere
In 16 regioni e province autonome sono previsti meccanismi
per incentivare l’equilibrio di genere nell’organo elettivo. In
Calabria la legge elettorale regionale stabilisce un principio
generico a favore dell’equilibrio di genere ma non introduce
obblighi specifici.
Da sapere
Promozione dell’equilibrio di genere
nelle leggi elettorali
minidossier
Potere politico. Le donne e i ruoli apicali
Pur non prevedendo meccanismi per favorire la presenza femminile nell’organo
elettivo, il Piemonte conta il 25,49% di donne in consiglio.
In evidenza
10
Bolzano (provincia)
Emilia Romagna
Marche
Veneto
Friuli Venezia Giulia
Trento (provincia)
Molise
Abruzzo
Puglia
Basilicata
Sicilia
Calabria
Sardegna
Campania
Lazio
Umbria
Toscana
Liguria
Piemonte
Lombardia
Valle d’Aosta
28,57%
32%
19,35%
21,57%
20,41%
17,14%
14,29%
6,45%
7,84
0%
15,56%
6,45%
6,67%
21,57%
19,16%
23,81
26,83%
16,13%
25,49%
22,50%
14,29%
Percentuale di donne
Doppia preferenza di genere in legge
elettorale
Quota minima in lista
Alternanza di genere in lista
- +
LE AMMINISTRATRICI NEI
CAPOLUOGHI DI PROVINCIA
Per i comuni con una popolazione superiore ai 3mila
abitanti la legge 56 del 2014, la cosiddetta legge
Delrio, prescrive che «nessuno dei due sessi può essere
rappresentato in misura inferiore al 40 per cento, con
arrotondamento aritmetico». Per misurare gli effetti
della norma sono stati presi in considerazione i 67
capoluoghi di provincia andati al voto dopo la sua entrata
in vigore. In 41 di questi comuni si può dire che il peso di
uomini e donne è bilanciato, poiché le donne in giunta
sono tra il 40 e il 60% dei componenti. In altre 15 città
questo equilibrio può essere considerato rispettato solo
“alla larga”, cioè interpretando in maniera “estensiva”
l’espressione “arrotondamento aritmetico”. In 11 città la
presenza di uomini e donne in giunta risulta squilibrata.
L’equilibrio di genere dopo
l’applicazione della legge Delrio
Secondo la legge Delrio l’equilibrio di genere deve essere
raggiunto contando l’intera giunta compreso il sindaco. In
molti casi l’arrotondamento aritmetico è stato interpretato
in modo estensivo, arrotondando al 40% qualsiasi valore
superiore al 30%.
Da sapere
minidossier
Potere politico. Le donne e i ruoli apicali
A Verbania a essere sovrarappresentate sono le donne, che pesano per
un 71,43% sul totale dei componenti della giunta.
In evidenza
11
Fino al
30%
Fermo Agrigento Aosta Trento Caltanissetta Enna Bolzano Verbania Potenza GrossetoAscoli
Piceno
Tra il 30%
e il 39%
Tra il 40%
e il 60%
Oltre il
60%
Oltre il
70%
10
11,11%
14,29% 14,29%
25%
28,57% 28,57% 28,57% 28,57% 30% 30% 30%
14
41
1 1
In evidenza la percentuale di uomini
Verbania
Le giunte che non rispettano la legge Delrio
Non rispetta la legge
Arrotondamento esteso
Rispetta la legge
LA PRESENZA FEMMINILE
NELLE ISTITUZIONI EUROPEE
Il parlamento europeo è l’organo di più diretta
rappresentanza dei cittadini, che ne eleggono i deputati.
È in questa sede che le donne hanno più spazio, con il
37% dei seggi. Alla commissione europea, che è il ramo
esecutivo dell’Ue, le donne arrivano al 31%. Tuttavia
le istituzioni europee sono più complesse di quelle
nazionali e a definire l’orientamento politico generale e
le priorità dell’unione è il consiglio europeo. Qui le donne
sono solo 4 su 28: il 14,29%. Numeri ancora più bassi
per l’istituzione più importante in materia di politica
economica, finanza e fisco: all’ecofin le donne sono 3
su 28 (10,71%). Mentre al consiglio degli affari esteri si
scende addirittura a 1 donna su 28 componenti: il 3,57%.
Le donne nelle istituzioni europee
Nel totale dei membri della commissione europea non è
contato il presidente, sono invece presenti i vicepresidenti e
l’alto rappresentante.
Da sapere
minidossier
Il consiglio degli affari esteri è composto da 28 membri, di cui
solo 1 è donna: la presidente Federica Mogherini.
In evidenza
Potere politico. Le donne e i ruoli apicali
12
Commissione europea
Consiglio affari esteri Consiglio europeo
Parlamento europeo
Ecofin
8 - 31% 277- 37%
1 - 3,57% 4 - 14,29%3 - 10,71%
minidossier
Donne premier
Tra i 28 paesi Ue solo 3 hanno una premier donna	
Germania - Angela Merkel
Regno Unito - Theresa May
Polonia - Beata Szydło
Commissione europea
L’alto rappresentante e unico vicepresidente
è l’italiana Federica Mogherini
Le donne a capo dello stato
In 4 paesi il presidente della repubblica è una donna:
Estonia - Kersti Kaljulaid
Croazia - Kolinda Grabar-Kitarović
Lituania - Dalia Grybauskaitė
Malta - Marie Louise Coleiro Preca
Parlamento e governo
La Svezia è il paese con la percentuale più alta
di ministre (48%) e donne in parlamento (46%)
Affari esteri
In tutta Europa solo 1 donna ha la delega agli
affari esteri: la svedese Margot Wallström
Finanze
In Europa 4 donne hanno la delega alle finanze:
Belgio - Sophie Wilmès
Lettonia - Dana Reizniece-Ozola
Slovenia - Mateja Vraničar Erman
Svezia - Magdalena Andersson
Economia
3 paesi hanno affidato la delega all’economia
a una donna sono:
Croazia - Martin Dalic
Estonia - Kadri Simson
Germania - Brigitte Zypries
Lettonia
Lituania
Belgio Germania
Estonia
Polonia
Regno Unito
Slovenia
Croazia
Italia
Malta
Svezia
LE DONNE CON I MAGGIORI INCARICHI POLITICI
IN EUROPA
minidossier
LE DONNE CON IL POTERE POLITICO IN ITALIA
Ministre
Camera
Presidenti di regione
Senato
Sindache
Partito Delega
Valeria Fedeli Pd Istruzione
Beatrice Lorenzin AP (Ncd-Cpe) Salute
Roberta Pinotti Pd Difesa
Anna Finocchiaro Pd Rapporti con il parlamento
Maria Anna Madia Pd Semplificazione e pubblica amministrarione
Gruppo Incarico
Laura Boldrini Si-Sel Presidente dell'aula
Marina Sereni Pd Vicepresidente dell'aula
Anna Rossomando Pd Segretaria dell'aula
Anna Margherita Miotto Pd Segretaria dell'aula
Caterina Pes Pd Segretaria dell'aula
Valeria Valente Pd Segretaria dell'aula
Claudia Mannino M5s Segretaria dell'aula
Donatella Ferrandi Pd
Presidente della
commissione permanente
giustizia
Flavia Piccoli Nardelli Pd
Presidente della
commissione permanente
cultura, scienza e istruzione
Laura Boldrini Si-Sel
Presidente della giunta per il
regolamento
Partito Incarico
Debora Serracchiani Pd
Presidente della regione Friuli
Venezia Gulia
Catiuscia Marini Pd
Presidente della regione
Umbria
Gruppo Incarico
Linda Lanzillotta Pd Vicepresidente dell'aula
Rosa Maria Di Giorgi Pd Vicepresidente dell'aula
Laura Bottici M5s Questora
Silvana Amati Pd Segretaria dell'aula
Angelica Saggese Pd Segretaria dell'aula
Alessia Petraglia Misto Segretaria dell'aula
Emilia Grazia De Biasi Pd
Presidente commissione
permanente igiene e sanità
Laura Bianconi
Ap, Ncd-
Cpi
Presidente di gruppo
Michela Montevecchi M5s Presidente di gruppo
Loredana De Petris
Si-sel/
Misto
Presidente di gruppo
Cecilia Guerra Mdp Presidente di gruppo
Partito/lista Incarico
Maria Rita Rossa Pd Sindaca di Alessandria
Valeria Mancinelli Pd Sindaca di Ancona
Angela Carluccio Sindaca di Brindisi
Paola Massidda M5s Sindaca di Carbonia
Virginia Raggi M5s Sindaca di Roma
Chiara Appendino M5s Sindaca di Torino
Ilaria Caprioglio
lista civica
cen-des
Sindaca di Savona
Silvia Mirchionini Pd Sindaca di Verbania
Maura Forte Pd Sindaca di Vercelli14
Gli incarichi di amministratore ricoperti da donne nel 2016 hanno raggiunto
per la prima volta la soglia del 30% nelle aziende italiane quotate in borsa. In
pochi anni si passa da una presenza residuale nei board a una decisamente
più notevole. Solo nel 2008 le poltrone occupate da donne negli organi di
amministrazione e controllo delle società quotate erano 170, il 5,9% del
totale. In 8 anni gli incarichi femminili sono lievitati a 687, con un peso sul
totale del 30,3%. Un balzo in avanti notevole e in tempi tutto sommato
ristretti. Dovuto però agli effetti della legge 120/2011, che per intervenire su
una situazione da sempre fortemente sbilanciata a sfavore delle donne ha
introdottoobblighiprecisiperlesocietàquotate.Apartiredaagosto2012,cioè
a un anno dall’applicazione della legge, queste società sono state vincolate
a prevedere nei propri statuti disposizioni per garantire l’equilibrio di genere
negli organi di amministrazione e di controllo, da applicare al primo rinnovo di
questi organi e per tre mandati consecutivi. Una norma che prevede una data
di scadenza, dunque - per le società i cui organi sociali restano in carica 3 anni
e che li hanno rinnovati per la prima volta dopo la legge nel 2014 si arriverà al
massimo al 2023. Il principio è quello di introdurre azioni positive per il tempo
ritenuto sufficiente a generare un cambiamento culturale.
Si vedrà se davvero le novità intervenute in forza di legge si radicheranno nella
società e saranno in grado di mantenersi anche senza prescrizioni “dall’alto”.
Intanto possiamo dire che l’andamento intrapreso risulta abbastanza veloce:
ai rinnovi degli organi sociali già avvenuti, nel complesso si è superata la
soglia minima di amministratrici richiesta dalla legge, e cioè di almeno un
quinto di amministratrici negli organi sociali al primo rinnovo e un terzo per
i due successivi. La situazione appare però per molti versi simile a quella
osservata nella politica. Anche in questo caso le donne conquistano ruoli di
comando relativamente meno concreti, meno prestigiosi. Meno importanti.
A crescere sono infatti i ruoli non esecutivi. Le amministratrici delegate sono
ancora solo 17 in tutto - il 2,5 degli incarichi femminili - e sono alla guida di
aziende a bassa capitalizzazione e che in tutto raccolgono l’1,7% del valore
di mercato di tutte le aziende esaminate dalla Consob, fonte di alcuni dei
dati presentati e rielaborati in questo capitolo. Inoltre proprio tra le donne
crescono gli incarichi in più società: aumentano sì i ruoli affidati a donne,
ma non altrettanto i nomi. Tra i cosiddetti “interlockers”, titolari cioè di più
incarichi contemporaneamente, le donne hanno in media 1,45 incarichi, gli
uomini 1,22.
SOCIETÀ QUOTATE IN BORSA
Numeri e ruoli delle amministratrici
minidossier
30,3%
la quota di incarichi
ricoperti da donne
nei board delle società
italiane quotate
75,69%
delle amministrastrici è
indipendente o di
minoranza
17
il numero di
amministratrici
delegate in italia
25%
la quota di donne
nei board europei
LE DONNE AI POSTI DI
COMANDO DELLE AZIENDE
QUOTATE
Nel 2016 le donne arrivano a occupare 687 poltrone
in consigli di amministrazione e organi di controllo:
un record storico, che porta le dirigenti al 30,3% degli
incarichi. Solo dal 2012 la percentuale di amministratrici
ha superato la doppia cifra, cioè in coincidenza della
prima applicazione della legge 120/2011. Da allora la
crescita è stata costante. Tuttavia le donne hanno
per lo più incarichi non esecutivi, cioè di controllo sul
management dell’azienda. Nel 68,56% dei casi si tratta
di amministratrici indipendenti: figure non legate ai
dirigenti esecutivi o agli azionisti, chiamate a vigilare
nel solo interesse della società. Man mano che si sale
al vertice le donne diminuiscono: solo il 3% è presidente
o presidente onorario, e solo il 2,47% amministratrice
delegata.
Gli incarichi dirigenziali ricoperti da donne
687 è il numero di incarichi totali ricoperti da donne; una
amministratrice può ricoprire più di un tipo di incarico, oppure
avere incarichi in più società (si veda il prossimo paragrafo).
Da sapere
In otto anni gli incarichi negli organi sociali delle società italiane quotate in borsa sono aumentati del 314%.
Fonte: elaborazioni su dati Consbob.
Dati 2016 fino a giugno.
In evidenza
minidossier
Società quotate in borsa. Numeri e ruoli delle amministratrici
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
0%
10%
20%
30%
2016
amministratrici
indipendenti
amministratrici
di minoranza
amministratrici
semplici e altre
figure
vice presidente/
comitato
esecutivo
presidente o
presidente
onorario
amministratore
delegato
Aumenta il potere
30,3%
68,56%
7,13%
12,95%
5,82% 3,06% 2,47%
Le principali figure di amministratrici
Diminuiscono le donne
Legge per l’equilibrio di genere
2012
2013 2014 2015 2016
17
GLI AMMINISTRATORI CON
INCARICHI IN PIÙ SOCIETÀ
Negli ultimi anni le amministratrici sono aumentate
in maniera consistente. Tuttavia si assiste anche
alla crescita proprio tra le donne della compresenza
di più incarichi detenuti dalla stessa persona in più
società. Tecnicamente si chiamano “interlockers” e
nel complesso negli ultimi anni queste figure sono
leggermente in calo. Ma mentre gli uomini interlockers
diminuiscono, il fenomeno è in forte aumento tra le
donne. Le amministratrici titolari di poltrone in diverse
aziende erano 76 nel 2013, il 13,72% degli interlockers
totali, mentre nel se ne contano già 206 e arrivano al
41,68% del totale.
Quanti amministratori hanno incarichi
in più società
I cosiddetti interlockers sono amministratori con incarichi in
più società quotate.
Da sapere
minidossier
Società quotate in borsa. Numeri e ruoli delle amministratrici
Il numero medio di incarichi per donne interlockers è di 1,45 nel 2016,
e 1,22 per gli uomini.
In evidenza
75,56%
66,27%
58,32%
86,28%13,72%
24,44%
33,73%
41,68%
Donne Uomini
Fonte: elaborazioni su dati Consbob.
Dati 2016 fino a giugno.
COSA CAMBIA CON LA LEGGE
120/2011
La cosiddetta legge Golfo-Mosca obbliga le società
quotate a introdurre nei propri statuti disposizioni
per garantire l’equilibrio di genere nelle nomine degli
amministratori. La norma prevede che al primo rinnovo
degli organi sociali debba essere inserito almeno un
quinto dei membri del sesso meno rappresentato, quota
che deve essere di almeno un terzo al secondo e terzo
rinnovo. Sono 140 le aziende che hanno già applicato
la legge per il primo rinnovo, e già in questa prima fase
le amministratrici sono arrivate al 27%, superando la
soglia minima imposta dalla legge. Il secondo rinnovo è
avvenuto in 68 società e qui la quota di amministratrici
è arrivata al 36,9%, superando il 33 della norma. Nelle
8 società arrivate già al terzo rinnovo la quota di donne
nominate è del 35,4%.
L’applicazione della legge 120/2011
nelle società quotate
La legge impone alle società quotate in borsa di nominare
almeno un quinto di amministratori del sesso meno
rappresentato al primo rinnovo degli organi sociali, e un terzo
ai successivi due rinnovi. La legge ha una scadenza temporale
e avrà effetti al massimo fino al 2023.
Da sapere
minidossier
Società quotate in borsa. Numeri e ruoli delle amministratrici
La quota di amministratrici è destinata a salire poiché la maggior parte delle aziende ha rinnovato una sola
volta gli organi sociali e avrà obblighi maggiori ai successivi rinnovi.
In evidenza
Non ha ancora applicato
Totale
Primo rinnovo
Quota minima 20%
Secondo rinnovo
Quota minima 33,3%
Terzo rinnovo
Quota minima 33,3%
230
14
140
68
8
30,3%
27,8%
27%
36,9%
35,4%
Numero di aziende
Percentuale
di amministratrici
18
Fonte: elaborazioni su dati Consbob.
Fino a fine giugno 2016.
I DIRIGENTI UOMINI E
DONNE A CONFRONTO
Le amministratrici sono mediamente più giovani, più
istruite e con minori legami di parentela nella società
in cui ricoprono il ruolo. In particolare le titolari di
specializzazioni post laurea sono quasi il doppio degli
amministratori. Ma il loro background è ulteriore
conferma della minore presenza in ruoli esecutivi
rispetto agli uomini. In effetti nel 2015 le manager in
senso stretto sono il 54,1% delle donne contro il 76,5%
degli uomini. Inoltre l’incidenza della provenienza dal
mondo accademico è doppia per le donne rispetto agli
uomini: il 12,2% delle amministratrici contro il 6,4%
degli uomini.
Caratteristiche degli amministratori in base
al genere
Per amministratori “family” si intende chi ha legami familiari
con l’azionista di controllo della società.
Da sapere
L’età media degli amministratori è 58,9 e delle amministratrici 50,9.
In evidenza
minidossier
Società quotate in borsa. Numeri e ruoli delle amministratrici
età media laurea post laurea
family manager consulente/ professionista accademico
50,9
50,9
88,5%
84,5%
29,7%
16,7%
13,1%
16,9%
54,1%
76,5%
33,2%
16,6% 12,2%
6,4%
Dati anagrafici
Background su incarico
-15,72%
+4,52%
-29,01%
-41,40%
+50%
+47,54%
+43,77%
Donne La variazione percentuale delle donne riapetto agli uominiUomini
19
Fonte: elaborazioni su dati Consbob.
Anno 2015
LE AMMINISTRATRICI NEI
BOARD EUROPEI
La tendenza è la stessa registrata nel nostro paese:
negli ultimi anni gli incarichi femminili negli organi
sociali delle aziende quotate in borsa sono passati dal
13,9% del 2011 al 25% del 2015. Ma a ben guardare si
tratta per lo più di figure di garanzia e controllo mentre
le donne con incarichi esecutivi sono anche nel contesto
europeo una minoranza: appena il 6,7% nell’ultimo anno
considerato. Ed è proprio in questo tipo di figure che si
registra un aumento più contenuto nel tempo: nel 2011
erano il 4%.
Andamento nel tempo delle donne
nei board in Europa
Le donne nei board europei erano il 25% nel 2015, mentre nel
nostro paese per lo stesso anno erano già il 27,6%.
Da sapere
minidossier
Società quotate in borsa. Numeri e ruoli delle amministratrici
Le amministratrici indipendenti sono aumentate dell’85,64% dal 2011 al 2015.
In evidenza
2011 2012 2013 2014 2015
0%
6,5%
13%
19,5%
26%
2015
Amministratrici indipendenti
non esecutive
Componenti esecutivi
cda
Amministratrici
non esecutive
25%
33,6%
6,7%
27,9%
Principali incarichi femminili nei board europei
Aumenta il potere
Diminuiscono le donne
20
Fonte: European women on boards
via Merulana, 19
00185 Roma
Tel. 06.83608392
associazione@openpolis.it
www.openpolis.it
Openpolis è un osservatorio civico sulla trasparenza della politica italiana.
È assolutamente indipendente non ricevendo alcun finanziamento da politici,
partiti,fondazionieassociazionialororiconducibili.Haprogettatoemantiene
un network online che consente ai cittadini di ricevere gratuitamente e senza
pubblicità un’informazione basata sui dati.
Svolge attività di ricerca e sperimentazione sull’utilizzo della tecnologia
nei processi politici, open government, dati aperti. È tra i fondatori del Pan
European e Participation Network (PEP-NET), riconosciuto e finanziato
dall’Unione Europea, ed è referente italiano del network internazionale delle
Parliamentary Monitoring Organizations (PMO’s).
Pubblica la collana di approfondimento “MiniDossier”. L’impostazione
di data journalism prevede la verifica, l’analisi e la comparazione dei dati
provenienti da fonti ufficiali per fare emergere notizie e proporre un altro
punto di vista. Sui temi principali come politica e finanza locale vengono
prodotti e documentati indici e indicatori originali.
Network openpolis:
piattaforme per chi pone domande
Voisietequi.it
Quali sono le posizioni dei partiti?
In occasione delle elezioni individuiamo i temi
dirimenti della campagna elettorale e chiediamo
ai partiti di posizionarsi (favorevole/contrario).
Il cittadino rispondendo ad un questionario ha
la possibilità di scoprire chi è più vicino alle sua
posizioni.
Openpolitici.it
Chi sono i politici italiani?
La più grande e aggiornata anagrafe sui politici
italiani. In oltre 250.000 schede sono disponibili
biografia, carriera politica e storico degli incarichi
istituzionali su ogni rappresentante dei cittadini
italiani nei diversi livelli istituzionali, dal Comune
al Parlamento Europeo.
Openparlamento.it
Cosa fanno i politici eletti in parlamento?
Approfondimenti quotidiani su quanto accade alla
Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica.
È possibile attivare il monitoraggio su
parlamentari, argomenti e singoli atti. Abbiamo
elaborato indici utili a far emergere le differenze
fra i politici per poterli valutare.
Openmunicipio.it
Cosa fanno i politici eletti in comune?
I comuni che aderiscono al progetto mettono
a disposizione dati per aprirsi e rendere
trasparente l’attività di consiglio e giunta.
Ogni atto presentato viene immediatamente
pubblicato online per consentire il confronto
con la cittadinanza. A tal fine viene analizzato,
categorizzato e georeferenziato.
Openbilanci.it
Come i sindaci spendono le risorse dei comuni?
Abbiamo pubblicato i bilanci preventivi e
consuntivi di tutti i comuni negli ultimi 10 anni.
Oltre al dettaglio delle singole amministrazioni
locali, i confronti, le classifiche e gli indicatori
permettono una migliore comprensione di dati e
numeri considerati solo “per addetti ai lavori.
CREDITS
La presente pubblicazione è rilasciata tramite licenza
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative
Commons Attribuzione - Non commerciale -
Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.
minidossier
SOSTIENI OPENPOLIS
Colleghiamo i dati per fare trasparenza,
li distribuiamo per innescare partecipazione.
Costruiamo strumenti liberi e gratuiti
per “aprire la politica”.
DONA SCEGLI
IBAN
IT47 C050 1803 2000 0000 0131 034
CODICE FISCALE
97532050586
5x1000

More Related Content

Viewers also liked (10)

Lettera di risposta di Padoan all'Ue
Lettera di risposta di Padoan all'UeLettera di risposta di Padoan all'Ue
Lettera di risposta di Padoan all'Ue
 
Commissione peti 22-23 marzo 2017
Commissione peti   22-23 marzo 2017Commissione peti   22-23 marzo 2017
Commissione peti 22-23 marzo 2017
 
Vitalizi Camera 2
Vitalizi Camera 2Vitalizi Camera 2
Vitalizi Camera 2
 
Elenco vitalizi aggiornato_05_ottobre_2016
Elenco vitalizi aggiornato_05_ottobre_2016Elenco vitalizi aggiornato_05_ottobre_2016
Elenco vitalizi aggiornato_05_ottobre_2016
 
Vitalizi Camera
Vitalizi CameraVitalizi Camera
Vitalizi Camera
 
Dirigenti quadri 2016 rev1.pptx
Dirigenti  quadri 2016 rev1.pptxDirigenti  quadri 2016 rev1.pptx
Dirigenti quadri 2016 rev1.pptx
 
sisal mail
sisal mailsisal mail
sisal mail
 
Sisal doc2
Sisal doc2Sisal doc2
Sisal doc2
 
Lista vitalizi 2
Lista vitalizi 2Lista vitalizi 2
Lista vitalizi 2
 
Lista vitalizi 1
Lista vitalizi 1Lista vitalizi 1
Lista vitalizi 1
 

Similar to Trova intrusa

La riforma costituzionale: Vero/Falso - il pieghevole
La riforma costituzionale: Vero/Falso - il pieghevoleLa riforma costituzionale: Vero/Falso - il pieghevole
La riforma costituzionale: Vero/Falso - il pieghevolePartito democratico
 
Chi ha trasformato l’appello al popolo in una mozione di sfiducia alla democr...
Chi ha trasformato l’appello al popolo in una mozione di sfiducia alla democr...Chi ha trasformato l’appello al popolo in una mozione di sfiducia alla democr...
Chi ha trasformato l’appello al popolo in una mozione di sfiducia alla democr...Carlo Favaretti
 
No, non così
No, non cosìNo, non così
No, non cosìdemxilno
 
Relazione segretario assemblea nazionale
Relazione segretario assemblea nazionaleRelazione segretario assemblea nazionale
Relazione segretario assemblea nazionaleAERANDIR
 
Discussione aggiunta del limite dei due mandati in costituzione
Discussione aggiunta del limite dei due mandati in costituzioneDiscussione aggiunta del limite dei due mandati in costituzione
Discussione aggiunta del limite dei due mandati in costituzioneVoglioscendere
 
il Portico n.261 novembre 2009
il Portico n.261 novembre 2009il Portico n.261 novembre 2009
il Portico n.261 novembre 2009novellara
 
Il disordine crescente: l’Italia tra crisi della leadership e turbolenze inte...
Il disordine crescente: l’Italia tra crisi della leadership e turbolenze inte...Il disordine crescente: l’Italia tra crisi della leadership e turbolenze inte...
Il disordine crescente: l’Italia tra crisi della leadership e turbolenze inte...Ipsos
 
Il disordine crescente: l’Italia tra crisi della leadership e turbolenze inte...
Il disordine crescente: l’Italia tra crisi della leadership e turbolenze inte...Il disordine crescente: l’Italia tra crisi della leadership e turbolenze inte...
Il disordine crescente: l’Italia tra crisi della leadership e turbolenze inte...Francesca Petrella
 
LE ACLI SULLA RIFORMA COSTITUZIONALE
LE ACLI SULLA RIFORMA COSTITUZIONALELE ACLI SULLA RIFORMA COSTITUZIONALE
LE ACLI SULLA RIFORMA COSTITUZIONALEGianni Bresciani
 
Avviso Pubblico, rapporto amministratori-sotto-tiro-2014
Avviso Pubblico, rapporto amministratori-sotto-tiro-2014Avviso Pubblico, rapporto amministratori-sotto-tiro-2014
Avviso Pubblico, rapporto amministratori-sotto-tiro-2014ilfattoquotidiano.it
 
Pubblicista, una figura da reinventare
Pubblicista, una figura da reinventarePubblicista, una figura da reinventare
Pubblicista, una figura da reinventareVittorio Pasteris
 
Comunicare la politica - ottava edizione
Comunicare la politica - ottava edizioneComunicare la politica - ottava edizione
Comunicare la politica - ottava edizioneDino Amenduni
 
Bilancio di metà mandato #OPENCAMERA
Bilancio di metà mandato #OPENCAMERABilancio di metà mandato #OPENCAMERA
Bilancio di metà mandato #OPENCAMERACristian Mazzoni
 

Similar to Trova intrusa (20)

Trova intrusa
Trova intrusaTrova intrusa
Trova intrusa
 
2 anni e mezzo
2 anni e mezzo2 anni e mezzo
2 anni e mezzo
 
La riforma costituzionale: Vero/Falso - il pieghevole
La riforma costituzionale: Vero/Falso - il pieghevoleLa riforma costituzionale: Vero/Falso - il pieghevole
La riforma costituzionale: Vero/Falso - il pieghevole
 
Chi ha trasformato l’appello al popolo in una mozione di sfiducia alla democr...
Chi ha trasformato l’appello al popolo in una mozione di sfiducia alla democr...Chi ha trasformato l’appello al popolo in una mozione di sfiducia alla democr...
Chi ha trasformato l’appello al popolo in una mozione di sfiducia alla democr...
 
No, non così
No, non cosìNo, non così
No, non così
 
Relazione segretario assemblea nazionale
Relazione segretario assemblea nazionaleRelazione segretario assemblea nazionale
Relazione segretario assemblea nazionale
 
Discussione aggiunta del limite dei due mandati in costituzione
Discussione aggiunta del limite dei due mandati in costituzioneDiscussione aggiunta del limite dei due mandati in costituzione
Discussione aggiunta del limite dei due mandati in costituzione
 
Pieghevole20140619
Pieghevole20140619Pieghevole20140619
Pieghevole20140619
 
il Portico n.261 novembre 2009
il Portico n.261 novembre 2009il Portico n.261 novembre 2009
il Portico n.261 novembre 2009
 
Il disordine crescente: l’Italia tra crisi della leadership e turbolenze inte...
Il disordine crescente: l’Italia tra crisi della leadership e turbolenze inte...Il disordine crescente: l’Italia tra crisi della leadership e turbolenze inte...
Il disordine crescente: l’Italia tra crisi della leadership e turbolenze inte...
 
Il disordine crescente: l’Italia tra crisi della leadership e turbolenze inte...
Il disordine crescente: l’Italia tra crisi della leadership e turbolenze inte...Il disordine crescente: l’Italia tra crisi della leadership e turbolenze inte...
Il disordine crescente: l’Italia tra crisi della leadership e turbolenze inte...
 
Gennaio13
Gennaio13Gennaio13
Gennaio13
 
LE ACLI SULLA RIFORMA COSTITUZIONALE
LE ACLI SULLA RIFORMA COSTITUZIONALELE ACLI SULLA RIFORMA COSTITUZIONALE
LE ACLI SULLA RIFORMA COSTITUZIONALE
 
Avviso Pubblico, rapporto amministratori-sotto-tiro-2014
Avviso Pubblico, rapporto amministratori-sotto-tiro-2014Avviso Pubblico, rapporto amministratori-sotto-tiro-2014
Avviso Pubblico, rapporto amministratori-sotto-tiro-2014
 
Pubblicista, una figura da reinventare
Pubblicista, una figura da reinventarePubblicista, una figura da reinventare
Pubblicista, una figura da reinventare
 
Comunicare la politica - ottava edizione
Comunicare la politica - ottava edizioneComunicare la politica - ottava edizione
Comunicare la politica - ottava edizione
 
Bilancio di metà mandato #OPENCAMERA
Bilancio di metà mandato #OPENCAMERABilancio di metà mandato #OPENCAMERA
Bilancio di metà mandato #OPENCAMERA
 
Fusaro Referendum
Fusaro ReferendumFusaro Referendum
Fusaro Referendum
 
Portico 296
Portico 296Portico 296
Portico 296
 
Lavoce8
Lavoce8Lavoce8
Lavoce8
 

Trova intrusa

  • 1. TROVA L’INTRUSA Le donne nei ruoli decisionali della politica e delle aziende N. 3 MARZO 2017 minidossier Potere politico Le donne e i ruoli apicali Società quotate in borsa Numeri e ruoli delle amministratrici
  • 2. Introduzione Potere politico Le donne e i ruoli apicali Le donne in parlamento e ruoli chiave Le ministre ieri e oggi I ruoli chiave e deleghe nelle regioni L’equilibrio di genere nelle giunte regionali in Italia Le donne nei consigli regionali Le amministratrici nei capoluoghi di provincia La presenza femminile nelle istituzioni europee Le donne con i maggiori incarichi politici in Europa Le donne con il potere politico in Italia Società quotate in borsa Numeri e ruoli delle amministratrici Le donne ai posti di comando delle aziende quotate Gli amministratori con incarichi in più società Cosa cambia con la legge 120/2011 I dirigenti uomini e donne a confronto Le amministratrici nei board europei SOMMARIO 5 15 minidossier
  • 3. Il 30% è il numero delle donne in alcuni dei luoghi che contano. Nella politica e nell’economia, nei settori dove si prendono decisioni importanti per tutti, si potrebbe dire che le donne si sono fatte almeno un po’ di largo. Nel parlamento italiano e in quello europeo, per esempio, si aggira attorno a questa percentuale la quantità di donne titolari di un seggio. Presenza che sale anche di più negli organi di governo delle amministrazioni locali. E per la prima volta nel 2016 le donne hanno conquistato il 30% di incarichi nei consigli di amministrazione delle aziende quotate nella borsa italiana. Un terzo o quasi potrebbe essere il dato di un equilibrio che procede, che si porta avanti, piano piano ma forse meno lentamente di quanto temuto. Ma vedere solo questo dato sarebbe riduttivo. Questo terzo o quasi sul totale ha infatti in un peso relativamente basso. È un ottimo punto di partenza, ma se l’analisi si sposta dal dato quantitativo all’aspetto qualitativo emergono subito delle grandi differenze. Con l’analisi che ogni anno openpolis dedica alla presenza femminile nelle istituzioni emerge con forza il doppio binario su cui viaggiano le donne: da una parte è vero che se ne contano di più, che sono aumentate di numero; dall’altra parte però è innegabile che sono poche o anche pochissime nelle poltrone davvero importanti. Man mano che si guarda in alto emerge la tendenza alla rarefazione degli incarichi conferiti alle donne. Ma non si tratta solo di un problema della politica. Quest’anno infatti è stata presa in considerazione anche la crescita del numero di amministratrici delle società quotate in borsa. Le donne sono entrate in quantità degna di nota nei consigli di amministrazione. Ma sono giusto una manciata le amministratrici delegate: 17 in tutto, appena il 2,5% delle figure feminili. È vero che solo pochi anni fa la situazione era desolante, ma è anche vero che per il miglioramento va ringraziato l’obbligo introdotto dalla legge 120/2011 di aumentare progressivamente le nomine femminili negli organi di amministrazione e controllo delle società quotate. Tuttavia val la pena sottolineare che si tratta di conquiste incomplete se appena si guarda con un minimo di attenzione si vede che la maggior parte degli ingressi femminili è composto da incarichi non esecutivi. Una presenza dunque che è comunque una buona notizia, ma che non ha ancora in mano gli strumenti e le leve concrete del potere. minidossier INTRODUZIONE 2 ambiti considerati: politica e aziende quotate 4 livelli istituzionali analizzati: comuni, regioni, Italia, Europa 110 i ruoli chiave esaminati nelle istituzioni europee 95 ruoli chiave esaminati in parlamento 3 Le elaborazioni del primo capitolo si basano su dati ufficiali rintracciati fino al 17/02/2017 sui siti delle regioni italiane; per i capoluoghi di provincia fino al 23/02 sul sito openpolitici; fino al 12/02 sui siti di governi e istituzioni europee; e fino al 1/03 sui siti di camera e senato. Per il secondo capitolo le elaborazioni si basano su dati Consob e Ewob.
  • 4. minidossier Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini. [...] Ogni elettore [...] può altresì esprimere uno o due voti di preferenza [...]. In caso di espressione della seconda preferenza, a pena di nullità della medesima preferenza, l’elettore deve scegliere un candidato di sesso diverso rispetto al primo. Nelle liste dei candidati nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore a due terzi [...]. Ciascun elettore può altresì esprimere [...] uno o due voti di preferenza [...]. Nel caso di espressione di due preferenze, esse devono riguardare candidati di sesso diverso della stessa lista, pena l’annullamento della seconda preferenza. [...] A pena di inammissibilità, nel complesso delle candidature circoscrizionali di ciascuna lista nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al 50 per cento [...] Nelle giunte dei comuni con popolazione superiore a 3.000 abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento, con arrotondamento aritmetico. Lo statuto prevede, inoltre, che il riparto degli amministratori da eleggere sia effettuato in base a un criterio che assicuri l’equilibrio tra i generi. Il genere meno rappresentato deve ottenere almeno un terzo degli amministratori eletti. Tale criterio di riparto si applica per tre mandati consecutivi. Le disposizioni della presente legge si applicano a decorrere dal primo rinnovo degli organi di amministrazione e degli organi di controllo delle societa’ quotate in mercati regolamentati successivo ad un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, riservando al genere meno rappresentato, per il primo mandato in applicazione della legge, una quota pari almeno a un quinto degli amministratori e dei sindaci eletti. Le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica e promuovono la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive [...] ART 51 ART 2 ART 2 ART 1 comma 137 ART 1 ART 2 ART 117 RIFERIMENTI NORMATIVI Costituzione della repubblica italiana Legge 52/2015 (disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati, cosiddetto italicum) Legge 215/2012 (disposizioni per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte degli enti locali e nei consigli regionali) Legge 56/2014 (disposizioni sulle citta’ metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni, cosiddetta legge Delrio) Legge 120/2011 (parità di accesso agli organi di amministrazione e di controllo delle società quotate in mercati regolamentati, cosiddetta legge Golfo-Mosca) 4
  • 5. Alle ultime elezioni amministrative due donne sono state elette sindache in due grandi città italiane, Roma e Torino. Una novità non da poco, anche se i dati mostrano comunque una difficoltà delle donne a farsi eleggere. Nei 106 capoluoghi di provincia le sindache sono solo 9 in tutto, l’8,4%. I posti conquistati nei consigli di comuni e regioni, cioè negli organi elettivi, rimangono comunque meno numerosi rispetto a quelli ricoperti nelle giunte e dunque conferiti per nomina. E anche in questo caso, spesso si tratta di incarichi che hanno poco a che vedere con il grosso della gestione economica. Man mano che si risalgono i vari livelli istituzionali si osserva che la maggiore presenzafemminilerimaneconfinataallabaseesiassottigliaaivertici,spesso in modo molto consistente. A livello nazionale la tendenza è confermata sia nel parlamento, quando si vanno a guardare gli incarichi importanti ricoperti da deputate e senatrici, sia al governo quando si contano le ministre rispetto a viceministre e sottosegretarie, e ancor più se si tiene presente quali donne guidano dicasteri con portafoglio o senza. Infine l’Europa: qui le donne sono il 37% in parlamento, l’istituzione eletta direttamente dai cittadini europei, e il 31% in commissione europea, l’organo che rappresenta gli interessi dell’unione nel suo insieme e i cui membri sono nominati dai governi nazionali. Tuttavia nelle istituzioni europee il rapporto tra rappresentanza e sedi decisionali non è così diretto come nei governi nazionali e l’assetto istituzionale è abbastanza più complesso. Così buona parte delle linee politiche viene presa in sedi diverse, composte da rappresentanti inviati di volta in volta dai governi nazionali e scelti a loro discrezione. Alle ultime riunioni dell’ecofin solo il 10,71% dei partecipanti era donna, fino a crollare al 3,57% del consiglio affari esteri (una su 28). 27,78% le ministre nel governo Gentiloni 8 le regioni con una % equilibrata di donne in giunta 0 le donne nella giunta del Molise 0 le donne nel consiglio della Basilicata 3 le prime ministre in Europa POTERE POLITICO Le donne e i ruoli apicali minidossier
  • 6. LE DONNE IN PARLAMENTO E RUOLI CHIAVE La XVII legislatura è stata salutata come quella con la maggiore presenza femminile in parlamento della storia d’Italia. Tuttavia quando dalla “base” si passa a osservare il vertice le presenze diminuiscono, in particolare alla camera. In questo ramo le deputate sono il 31,30% del totale, ma degli incarichi di peso solo il 19,23% è assegnato a donne. Più contenuto il calo al senato, dove le senatrici sono il 29,60% dell’assemblea e ricoprono il 25,58% dei ruoli chiave. Le parlamentari nel tempo e gli incarichi odierni I ruoli chiave contati alla camera e al senato sono di tipo istituzionale: presidenti, vicepresidenti, questori e segretari dell’aula, presidenti delle commissioni permanenti e presidenti di giunta; oppure di tipo politico: presidenti dei gruppi. Da sapere La presidente della camera Laura Boldrini presiede la conferenza dei capigruppo che, in quest’aula, sono solo uomini: 12 su 12. In evidenza minidossier Potere politico. Le donne e i ruoli apicali 6 Camera Senato 1948 1953 1958 1963 1968 1972 1976 1979 1983 1987 1992 1994 1996 2001 2006 2008 2013 0% 10% 20% 30% 2013Totale TotaleRuoli chiave Ruoli chiave Aumenta il potere Aumenta il potere Diminuiscono le donne Diminuiscono le donne 31,30% 31,30% 19,23% 29,60% 29,60% 25,58% XVII legislatura
  • 7. 7 LE MINISTRE IERI E OGGI Tre anni fa, alla data di insediamento del governo Renzi, si fece un gran parlare della parità di genere negli incarichi di governo, con 8 ministre su 16. Durò poco e già alla nomina di viceministri e sottosegretari si passò a 16 donne su 61 incarichi (il 26,23%). Inoltre in pochi mesi le ministre scesero a 5, poiché le dimissionarie Maria Carmela Lanzetta, Federica Mogherini e Federica Guidi furono sostituite da uomini. Il governo Gentiloni è invece partito senza scelte eclatanti in fatto di parità, con il 27,78% di ministre: 5 su 18, di cui 2 senza portafoglio. Questo vuol dire che nel consiglio dei ministri il 40% dei ministri senza portafoglio è donna. Le viceministre sono il 14,29% del totale mentre tra i sottosegretari il 31,43% è donna. Le ministre nella storia d’Italia e oggi I membri di governo sono contati alla data di insediamento dell’esecutivo. Pertanto non sono compresi viceministri e sottosegretari, la cui nomina avviene successivamente. Al termine del governo Renzi le ministre erano 5 su 16 (31,25%). Gentiloni ha confermato lo stesso numero di donne ma ha aumentato il totale dei ministri, dunque le ministre sono 5 su 18 (27,78). Da sapere Renzi - Gentiloni minidossier Potere politico. Le donne e i ruoli apicali 1976 1978 1979 1979 1980 1980 1981 1982 1982 1983 1986 1987 1987 1988 1989 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1998 1999 2000 2001 2005 2006 2008 2011 2013 2014 2016 Ministri senza portafoglio Ministri con portafoglio Sottosegretari Viceministri Nei 60 governi della storia repubblicana, i primi 29 non comprendevano nemmeno una donna. In totale gli esecutivi con almeno una ministra sono stati 27. In evidenza Aumenta il potere Aumenta il potere Renzi Diminuiscono le donne Diminuiscono le donne 50% 40% 31% 23% 14% In consiglio dei ministri Nei dicasteri 0% 12,5% 25% 37,5% 50% Gentiloni 27,78% Governo Gentiloni
  • 8. I RUOLI CHIAVE E DELEGHE NELLE REGIONI La tendenza alla rarefazione della presenza femminile dal basso verso l’alto è visibile sia nelle giunte che nei consigli regionali. A presiedere una regione in tutta Italia sono solo due donne: Debora Serracchiani (Pd) in Friuli-Venezia Giulia e Catiuscia Marini (Pd) in Umbria. Nelle giunte, dove gli incarichi sono conferiti, la presenza femminile è più consistente rispetto alle cariche elettive dei consigli. Ma anche tra le nomine si nota una tendenza netta: le donne restano lontano dalla gestione dei budget più consistenti. Le assessore sono infatti molto più rare nelle tre materie che compongono la quasi totalità dei budget regionali: bilancio (dove sono appena il 15%), urbanistica, infrastrutture e trasporti (24%) e sanità (25%). Quante sono e di cosa si occupano le donne nelle regioni Nel conto dei consiglieri semplici non sono compresi presidenti e vicepresidenti del consiglio regionale. Da sapere minidossier Potere politico. Le donne e i ruoli apicali In tutta Italia solo il 15% delle assessore regionali si occupa di bilancio. Le deleghe più di frequenti conferite alle donne sono lavoro e formazione professionale (81,82%) e affari sociali (66,67%). In evidenza 8 Consiglieri semplici Lavoro e formazione professionale Affari sociali Cultura e istruzione Attività produttive Agricoltura e ambiente Sanità Urbanistica/ infrastrutture/ trasporti Bilancio Assessori Vicepresidenti del consiglio Vicepresidenti della regione Presidenti del consiglio Presidenti di regione o province autonome Aumenta il potere Aumenta il potere Diminuiscono le donne Diminuiscono le donne 18,10% 81,82% 66,67% 50% 30,43% 26,67% 25% 24% 15% 35,26% 15,56% 22,22% 14,29% 9,52% Consiglio Giunta Frequenza con cui una donna ricopre la delega nelle regioni
  • 9. L’EQUILIBRIO DI GENERE NELLE GIUNTE REGIONALI IN ITALIA Secondo la definizione del Consiglio d’Europa, per una presenza equilibrata di uomini e donne negli organi decisionali non bisogna scendere sotto la soglia del 40% di uno dei due sessi. Si riesce a rispettare questo parametro solo in 8 regioni e per lo più solo grazie al fatto di escludere il presidente dal totale dei componenti. In altre parole se si considera l’organo nel suo insieme e senza distinguere la massima carica, emerge una situazione ancor più sbilanciata, con percentuali di presenze femminili ancora più basse. E anche escludendo il presidente, sono 13 le giunte di regioni e province autonome in cui la presenza dei due sessi è squilibrata: solo in un caso, la Campania, eccedono le donne; in tutti gli altri organi “squilibrati” si registra invece un eccesso di presenze maschili. Le assessore I dati sulle giunte non includono il presidente della regione, invece i vice presidenti sono contati nel totale degli assessori. Le province autonome di Trento (Trentino) e Bolzano (Alto Adige) sono trattate come due diverse regioni. Da sapere minidossier Potere politico. Le donne e i ruoli apicali Il Molise si segnala per la totale assenza femminile nella giunta regionale, mentre la Campania eccede in senso opposto con 6 assessore su 9 (66,67% del totale). In evidenza 9 Percentuale di donneGiunte regionali Campania Emilia Romagna Marche Toscana Lombardia Friuli Venezia Giulia Calabria Lazio Sardegna Piemonte Veneto Bolzano (Provincia) Liguria Basilicata Sicilia Puglia Umbria Abruzzo Trento (Provincia) Valle d’Aosta Molise 66,67% 50% 50% 50% 46,67% 44,44% 42,86% 40% 40% 36,36% 30% 28,57% 28,57% 25% 25% 22,22% 20% 16,67% 14,29% 12,50% 0% Disequilibrio di genere Equilibrio di genere
  • 10. LE DONNE NEI CONSIGLI REGIONALI Nessuna regione italiana arriva al 40% di donne nei consigli regionali e il risultato migliore spetta all’Emilia- Romagna,chearrivaaun32%diconsigliere.Risultatinon brillanti, per di più spesso ottenuti anche grazie alle leggi elettorali regionali, che in molti casi prevedono specifici meccanismi per incentivare l’equilibrio di genere. Solo 4 regioni non prevedono meccanismi specifici, mentre in Calabria la legge elettorale indica solo un generico principio senza prescrizioni esatte, e infatti le donne sono in assoluta minoranza: il 6,45% dell’assemblea. Invece in Piemonte, nonostante l’assenza di incentivi, si raggiunge comunque un 25,49% di consigliere. Il record negativo è invece della Basilicata, dove l’organo è completamente mono-genere, cioè tutto maschile. Le donne nei consigli e i meccanismi per l’equilibrio di genere In 16 regioni e province autonome sono previsti meccanismi per incentivare l’equilibrio di genere nell’organo elettivo. In Calabria la legge elettorale regionale stabilisce un principio generico a favore dell’equilibrio di genere ma non introduce obblighi specifici. Da sapere Promozione dell’equilibrio di genere nelle leggi elettorali minidossier Potere politico. Le donne e i ruoli apicali Pur non prevedendo meccanismi per favorire la presenza femminile nell’organo elettivo, il Piemonte conta il 25,49% di donne in consiglio. In evidenza 10 Bolzano (provincia) Emilia Romagna Marche Veneto Friuli Venezia Giulia Trento (provincia) Molise Abruzzo Puglia Basilicata Sicilia Calabria Sardegna Campania Lazio Umbria Toscana Liguria Piemonte Lombardia Valle d’Aosta 28,57% 32% 19,35% 21,57% 20,41% 17,14% 14,29% 6,45% 7,84 0% 15,56% 6,45% 6,67% 21,57% 19,16% 23,81 26,83% 16,13% 25,49% 22,50% 14,29% Percentuale di donne Doppia preferenza di genere in legge elettorale Quota minima in lista Alternanza di genere in lista - +
  • 11. LE AMMINISTRATRICI NEI CAPOLUOGHI DI PROVINCIA Per i comuni con una popolazione superiore ai 3mila abitanti la legge 56 del 2014, la cosiddetta legge Delrio, prescrive che «nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento, con arrotondamento aritmetico». Per misurare gli effetti della norma sono stati presi in considerazione i 67 capoluoghi di provincia andati al voto dopo la sua entrata in vigore. In 41 di questi comuni si può dire che il peso di uomini e donne è bilanciato, poiché le donne in giunta sono tra il 40 e il 60% dei componenti. In altre 15 città questo equilibrio può essere considerato rispettato solo “alla larga”, cioè interpretando in maniera “estensiva” l’espressione “arrotondamento aritmetico”. In 11 città la presenza di uomini e donne in giunta risulta squilibrata. L’equilibrio di genere dopo l’applicazione della legge Delrio Secondo la legge Delrio l’equilibrio di genere deve essere raggiunto contando l’intera giunta compreso il sindaco. In molti casi l’arrotondamento aritmetico è stato interpretato in modo estensivo, arrotondando al 40% qualsiasi valore superiore al 30%. Da sapere minidossier Potere politico. Le donne e i ruoli apicali A Verbania a essere sovrarappresentate sono le donne, che pesano per un 71,43% sul totale dei componenti della giunta. In evidenza 11 Fino al 30% Fermo Agrigento Aosta Trento Caltanissetta Enna Bolzano Verbania Potenza GrossetoAscoli Piceno Tra il 30% e il 39% Tra il 40% e il 60% Oltre il 60% Oltre il 70% 10 11,11% 14,29% 14,29% 25% 28,57% 28,57% 28,57% 28,57% 30% 30% 30% 14 41 1 1 In evidenza la percentuale di uomini Verbania Le giunte che non rispettano la legge Delrio Non rispetta la legge Arrotondamento esteso Rispetta la legge
  • 12. LA PRESENZA FEMMINILE NELLE ISTITUZIONI EUROPEE Il parlamento europeo è l’organo di più diretta rappresentanza dei cittadini, che ne eleggono i deputati. È in questa sede che le donne hanno più spazio, con il 37% dei seggi. Alla commissione europea, che è il ramo esecutivo dell’Ue, le donne arrivano al 31%. Tuttavia le istituzioni europee sono più complesse di quelle nazionali e a definire l’orientamento politico generale e le priorità dell’unione è il consiglio europeo. Qui le donne sono solo 4 su 28: il 14,29%. Numeri ancora più bassi per l’istituzione più importante in materia di politica economica, finanza e fisco: all’ecofin le donne sono 3 su 28 (10,71%). Mentre al consiglio degli affari esteri si scende addirittura a 1 donna su 28 componenti: il 3,57%. Le donne nelle istituzioni europee Nel totale dei membri della commissione europea non è contato il presidente, sono invece presenti i vicepresidenti e l’alto rappresentante. Da sapere minidossier Il consiglio degli affari esteri è composto da 28 membri, di cui solo 1 è donna: la presidente Federica Mogherini. In evidenza Potere politico. Le donne e i ruoli apicali 12 Commissione europea Consiglio affari esteri Consiglio europeo Parlamento europeo Ecofin 8 - 31% 277- 37% 1 - 3,57% 4 - 14,29%3 - 10,71%
  • 13. minidossier Donne premier Tra i 28 paesi Ue solo 3 hanno una premier donna Germania - Angela Merkel Regno Unito - Theresa May Polonia - Beata Szydło Commissione europea L’alto rappresentante e unico vicepresidente è l’italiana Federica Mogherini Le donne a capo dello stato In 4 paesi il presidente della repubblica è una donna: Estonia - Kersti Kaljulaid Croazia - Kolinda Grabar-Kitarović Lituania - Dalia Grybauskaitė Malta - Marie Louise Coleiro Preca Parlamento e governo La Svezia è il paese con la percentuale più alta di ministre (48%) e donne in parlamento (46%) Affari esteri In tutta Europa solo 1 donna ha la delega agli affari esteri: la svedese Margot Wallström Finanze In Europa 4 donne hanno la delega alle finanze: Belgio - Sophie Wilmès Lettonia - Dana Reizniece-Ozola Slovenia - Mateja Vraničar Erman Svezia - Magdalena Andersson Economia 3 paesi hanno affidato la delega all’economia a una donna sono: Croazia - Martin Dalic Estonia - Kadri Simson Germania - Brigitte Zypries Lettonia Lituania Belgio Germania Estonia Polonia Regno Unito Slovenia Croazia Italia Malta Svezia LE DONNE CON I MAGGIORI INCARICHI POLITICI IN EUROPA
  • 14. minidossier LE DONNE CON IL POTERE POLITICO IN ITALIA Ministre Camera Presidenti di regione Senato Sindache Partito Delega Valeria Fedeli Pd Istruzione Beatrice Lorenzin AP (Ncd-Cpe) Salute Roberta Pinotti Pd Difesa Anna Finocchiaro Pd Rapporti con il parlamento Maria Anna Madia Pd Semplificazione e pubblica amministrarione Gruppo Incarico Laura Boldrini Si-Sel Presidente dell'aula Marina Sereni Pd Vicepresidente dell'aula Anna Rossomando Pd Segretaria dell'aula Anna Margherita Miotto Pd Segretaria dell'aula Caterina Pes Pd Segretaria dell'aula Valeria Valente Pd Segretaria dell'aula Claudia Mannino M5s Segretaria dell'aula Donatella Ferrandi Pd Presidente della commissione permanente giustizia Flavia Piccoli Nardelli Pd Presidente della commissione permanente cultura, scienza e istruzione Laura Boldrini Si-Sel Presidente della giunta per il regolamento Partito Incarico Debora Serracchiani Pd Presidente della regione Friuli Venezia Gulia Catiuscia Marini Pd Presidente della regione Umbria Gruppo Incarico Linda Lanzillotta Pd Vicepresidente dell'aula Rosa Maria Di Giorgi Pd Vicepresidente dell'aula Laura Bottici M5s Questora Silvana Amati Pd Segretaria dell'aula Angelica Saggese Pd Segretaria dell'aula Alessia Petraglia Misto Segretaria dell'aula Emilia Grazia De Biasi Pd Presidente commissione permanente igiene e sanità Laura Bianconi Ap, Ncd- Cpi Presidente di gruppo Michela Montevecchi M5s Presidente di gruppo Loredana De Petris Si-sel/ Misto Presidente di gruppo Cecilia Guerra Mdp Presidente di gruppo Partito/lista Incarico Maria Rita Rossa Pd Sindaca di Alessandria Valeria Mancinelli Pd Sindaca di Ancona Angela Carluccio Sindaca di Brindisi Paola Massidda M5s Sindaca di Carbonia Virginia Raggi M5s Sindaca di Roma Chiara Appendino M5s Sindaca di Torino Ilaria Caprioglio lista civica cen-des Sindaca di Savona Silvia Mirchionini Pd Sindaca di Verbania Maura Forte Pd Sindaca di Vercelli14
  • 15. Gli incarichi di amministratore ricoperti da donne nel 2016 hanno raggiunto per la prima volta la soglia del 30% nelle aziende italiane quotate in borsa. In pochi anni si passa da una presenza residuale nei board a una decisamente più notevole. Solo nel 2008 le poltrone occupate da donne negli organi di amministrazione e controllo delle società quotate erano 170, il 5,9% del totale. In 8 anni gli incarichi femminili sono lievitati a 687, con un peso sul totale del 30,3%. Un balzo in avanti notevole e in tempi tutto sommato ristretti. Dovuto però agli effetti della legge 120/2011, che per intervenire su una situazione da sempre fortemente sbilanciata a sfavore delle donne ha introdottoobblighiprecisiperlesocietàquotate.Apartiredaagosto2012,cioè a un anno dall’applicazione della legge, queste società sono state vincolate a prevedere nei propri statuti disposizioni per garantire l’equilibrio di genere negli organi di amministrazione e di controllo, da applicare al primo rinnovo di questi organi e per tre mandati consecutivi. Una norma che prevede una data di scadenza, dunque - per le società i cui organi sociali restano in carica 3 anni e che li hanno rinnovati per la prima volta dopo la legge nel 2014 si arriverà al massimo al 2023. Il principio è quello di introdurre azioni positive per il tempo ritenuto sufficiente a generare un cambiamento culturale. Si vedrà se davvero le novità intervenute in forza di legge si radicheranno nella società e saranno in grado di mantenersi anche senza prescrizioni “dall’alto”. Intanto possiamo dire che l’andamento intrapreso risulta abbastanza veloce: ai rinnovi degli organi sociali già avvenuti, nel complesso si è superata la soglia minima di amministratrici richiesta dalla legge, e cioè di almeno un quinto di amministratrici negli organi sociali al primo rinnovo e un terzo per i due successivi. La situazione appare però per molti versi simile a quella osservata nella politica. Anche in questo caso le donne conquistano ruoli di comando relativamente meno concreti, meno prestigiosi. Meno importanti. A crescere sono infatti i ruoli non esecutivi. Le amministratrici delegate sono ancora solo 17 in tutto - il 2,5 degli incarichi femminili - e sono alla guida di aziende a bassa capitalizzazione e che in tutto raccolgono l’1,7% del valore di mercato di tutte le aziende esaminate dalla Consob, fonte di alcuni dei dati presentati e rielaborati in questo capitolo. Inoltre proprio tra le donne crescono gli incarichi in più società: aumentano sì i ruoli affidati a donne, ma non altrettanto i nomi. Tra i cosiddetti “interlockers”, titolari cioè di più incarichi contemporaneamente, le donne hanno in media 1,45 incarichi, gli uomini 1,22. SOCIETÀ QUOTATE IN BORSA Numeri e ruoli delle amministratrici minidossier 30,3% la quota di incarichi ricoperti da donne nei board delle società italiane quotate 75,69% delle amministrastrici è indipendente o di minoranza 17 il numero di amministratrici delegate in italia 25% la quota di donne nei board europei
  • 16. LE DONNE AI POSTI DI COMANDO DELLE AZIENDE QUOTATE Nel 2016 le donne arrivano a occupare 687 poltrone in consigli di amministrazione e organi di controllo: un record storico, che porta le dirigenti al 30,3% degli incarichi. Solo dal 2012 la percentuale di amministratrici ha superato la doppia cifra, cioè in coincidenza della prima applicazione della legge 120/2011. Da allora la crescita è stata costante. Tuttavia le donne hanno per lo più incarichi non esecutivi, cioè di controllo sul management dell’azienda. Nel 68,56% dei casi si tratta di amministratrici indipendenti: figure non legate ai dirigenti esecutivi o agli azionisti, chiamate a vigilare nel solo interesse della società. Man mano che si sale al vertice le donne diminuiscono: solo il 3% è presidente o presidente onorario, e solo il 2,47% amministratrice delegata. Gli incarichi dirigenziali ricoperti da donne 687 è il numero di incarichi totali ricoperti da donne; una amministratrice può ricoprire più di un tipo di incarico, oppure avere incarichi in più società (si veda il prossimo paragrafo). Da sapere In otto anni gli incarichi negli organi sociali delle società italiane quotate in borsa sono aumentati del 314%. Fonte: elaborazioni su dati Consbob. Dati 2016 fino a giugno. In evidenza minidossier Società quotate in borsa. Numeri e ruoli delle amministratrici 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 0% 10% 20% 30% 2016 amministratrici indipendenti amministratrici di minoranza amministratrici semplici e altre figure vice presidente/ comitato esecutivo presidente o presidente onorario amministratore delegato Aumenta il potere 30,3% 68,56% 7,13% 12,95% 5,82% 3,06% 2,47% Le principali figure di amministratrici Diminuiscono le donne Legge per l’equilibrio di genere 2012
  • 17. 2013 2014 2015 2016 17 GLI AMMINISTRATORI CON INCARICHI IN PIÙ SOCIETÀ Negli ultimi anni le amministratrici sono aumentate in maniera consistente. Tuttavia si assiste anche alla crescita proprio tra le donne della compresenza di più incarichi detenuti dalla stessa persona in più società. Tecnicamente si chiamano “interlockers” e nel complesso negli ultimi anni queste figure sono leggermente in calo. Ma mentre gli uomini interlockers diminuiscono, il fenomeno è in forte aumento tra le donne. Le amministratrici titolari di poltrone in diverse aziende erano 76 nel 2013, il 13,72% degli interlockers totali, mentre nel se ne contano già 206 e arrivano al 41,68% del totale. Quanti amministratori hanno incarichi in più società I cosiddetti interlockers sono amministratori con incarichi in più società quotate. Da sapere minidossier Società quotate in borsa. Numeri e ruoli delle amministratrici Il numero medio di incarichi per donne interlockers è di 1,45 nel 2016, e 1,22 per gli uomini. In evidenza 75,56% 66,27% 58,32% 86,28%13,72% 24,44% 33,73% 41,68% Donne Uomini Fonte: elaborazioni su dati Consbob. Dati 2016 fino a giugno.
  • 18. COSA CAMBIA CON LA LEGGE 120/2011 La cosiddetta legge Golfo-Mosca obbliga le società quotate a introdurre nei propri statuti disposizioni per garantire l’equilibrio di genere nelle nomine degli amministratori. La norma prevede che al primo rinnovo degli organi sociali debba essere inserito almeno un quinto dei membri del sesso meno rappresentato, quota che deve essere di almeno un terzo al secondo e terzo rinnovo. Sono 140 le aziende che hanno già applicato la legge per il primo rinnovo, e già in questa prima fase le amministratrici sono arrivate al 27%, superando la soglia minima imposta dalla legge. Il secondo rinnovo è avvenuto in 68 società e qui la quota di amministratrici è arrivata al 36,9%, superando il 33 della norma. Nelle 8 società arrivate già al terzo rinnovo la quota di donne nominate è del 35,4%. L’applicazione della legge 120/2011 nelle società quotate La legge impone alle società quotate in borsa di nominare almeno un quinto di amministratori del sesso meno rappresentato al primo rinnovo degli organi sociali, e un terzo ai successivi due rinnovi. La legge ha una scadenza temporale e avrà effetti al massimo fino al 2023. Da sapere minidossier Società quotate in borsa. Numeri e ruoli delle amministratrici La quota di amministratrici è destinata a salire poiché la maggior parte delle aziende ha rinnovato una sola volta gli organi sociali e avrà obblighi maggiori ai successivi rinnovi. In evidenza Non ha ancora applicato Totale Primo rinnovo Quota minima 20% Secondo rinnovo Quota minima 33,3% Terzo rinnovo Quota minima 33,3% 230 14 140 68 8 30,3% 27,8% 27% 36,9% 35,4% Numero di aziende Percentuale di amministratrici 18 Fonte: elaborazioni su dati Consbob. Fino a fine giugno 2016.
  • 19. I DIRIGENTI UOMINI E DONNE A CONFRONTO Le amministratrici sono mediamente più giovani, più istruite e con minori legami di parentela nella società in cui ricoprono il ruolo. In particolare le titolari di specializzazioni post laurea sono quasi il doppio degli amministratori. Ma il loro background è ulteriore conferma della minore presenza in ruoli esecutivi rispetto agli uomini. In effetti nel 2015 le manager in senso stretto sono il 54,1% delle donne contro il 76,5% degli uomini. Inoltre l’incidenza della provenienza dal mondo accademico è doppia per le donne rispetto agli uomini: il 12,2% delle amministratrici contro il 6,4% degli uomini. Caratteristiche degli amministratori in base al genere Per amministratori “family” si intende chi ha legami familiari con l’azionista di controllo della società. Da sapere L’età media degli amministratori è 58,9 e delle amministratrici 50,9. In evidenza minidossier Società quotate in borsa. Numeri e ruoli delle amministratrici età media laurea post laurea family manager consulente/ professionista accademico 50,9 50,9 88,5% 84,5% 29,7% 16,7% 13,1% 16,9% 54,1% 76,5% 33,2% 16,6% 12,2% 6,4% Dati anagrafici Background su incarico -15,72% +4,52% -29,01% -41,40% +50% +47,54% +43,77% Donne La variazione percentuale delle donne riapetto agli uominiUomini 19 Fonte: elaborazioni su dati Consbob. Anno 2015
  • 20. LE AMMINISTRATRICI NEI BOARD EUROPEI La tendenza è la stessa registrata nel nostro paese: negli ultimi anni gli incarichi femminili negli organi sociali delle aziende quotate in borsa sono passati dal 13,9% del 2011 al 25% del 2015. Ma a ben guardare si tratta per lo più di figure di garanzia e controllo mentre le donne con incarichi esecutivi sono anche nel contesto europeo una minoranza: appena il 6,7% nell’ultimo anno considerato. Ed è proprio in questo tipo di figure che si registra un aumento più contenuto nel tempo: nel 2011 erano il 4%. Andamento nel tempo delle donne nei board in Europa Le donne nei board europei erano il 25% nel 2015, mentre nel nostro paese per lo stesso anno erano già il 27,6%. Da sapere minidossier Società quotate in borsa. Numeri e ruoli delle amministratrici Le amministratrici indipendenti sono aumentate dell’85,64% dal 2011 al 2015. In evidenza 2011 2012 2013 2014 2015 0% 6,5% 13% 19,5% 26% 2015 Amministratrici indipendenti non esecutive Componenti esecutivi cda Amministratrici non esecutive 25% 33,6% 6,7% 27,9% Principali incarichi femminili nei board europei Aumenta il potere Diminuiscono le donne 20 Fonte: European women on boards
  • 21. via Merulana, 19 00185 Roma Tel. 06.83608392 associazione@openpolis.it www.openpolis.it Openpolis è un osservatorio civico sulla trasparenza della politica italiana. È assolutamente indipendente non ricevendo alcun finanziamento da politici, partiti,fondazionieassociazionialororiconducibili.Haprogettatoemantiene un network online che consente ai cittadini di ricevere gratuitamente e senza pubblicità un’informazione basata sui dati. Svolge attività di ricerca e sperimentazione sull’utilizzo della tecnologia nei processi politici, open government, dati aperti. È tra i fondatori del Pan European e Participation Network (PEP-NET), riconosciuto e finanziato dall’Unione Europea, ed è referente italiano del network internazionale delle Parliamentary Monitoring Organizations (PMO’s). Pubblica la collana di approfondimento “MiniDossier”. L’impostazione di data journalism prevede la verifica, l’analisi e la comparazione dei dati provenienti da fonti ufficiali per fare emergere notizie e proporre un altro punto di vista. Sui temi principali come politica e finanza locale vengono prodotti e documentati indici e indicatori originali. Network openpolis: piattaforme per chi pone domande Voisietequi.it Quali sono le posizioni dei partiti? In occasione delle elezioni individuiamo i temi dirimenti della campagna elettorale e chiediamo ai partiti di posizionarsi (favorevole/contrario). Il cittadino rispondendo ad un questionario ha la possibilità di scoprire chi è più vicino alle sua posizioni. Openpolitici.it Chi sono i politici italiani? La più grande e aggiornata anagrafe sui politici italiani. In oltre 250.000 schede sono disponibili biografia, carriera politica e storico degli incarichi istituzionali su ogni rappresentante dei cittadini italiani nei diversi livelli istituzionali, dal Comune al Parlamento Europeo. Openparlamento.it Cosa fanno i politici eletti in parlamento? Approfondimenti quotidiani su quanto accade alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica. È possibile attivare il monitoraggio su parlamentari, argomenti e singoli atti. Abbiamo elaborato indici utili a far emergere le differenze fra i politici per poterli valutare. Openmunicipio.it Cosa fanno i politici eletti in comune? I comuni che aderiscono al progetto mettono a disposizione dati per aprirsi e rendere trasparente l’attività di consiglio e giunta. Ogni atto presentato viene immediatamente pubblicato online per consentire il confronto con la cittadinanza. A tal fine viene analizzato, categorizzato e georeferenziato. Openbilanci.it Come i sindaci spendono le risorse dei comuni? Abbiamo pubblicato i bilanci preventivi e consuntivi di tutti i comuni negli ultimi 10 anni. Oltre al dettaglio delle singole amministrazioni locali, i confronti, le classifiche e gli indicatori permettono una migliore comprensione di dati e numeri considerati solo “per addetti ai lavori. CREDITS La presente pubblicazione è rilasciata tramite licenza Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale. minidossier
  • 22. SOSTIENI OPENPOLIS Colleghiamo i dati per fare trasparenza, li distribuiamo per innescare partecipazione. Costruiamo strumenti liberi e gratuiti per “aprire la politica”. DONA SCEGLI IBAN IT47 C050 1803 2000 0000 0131 034 CODICE FISCALE 97532050586 5x1000