Una delle obiezioni più frequenti alle varie proposte di legge elettorale è che la maggior parte di esse non consentono alle/gli elettrici/ori di scegliere le/i parlamentari.
Di qui le accuse di un Parlamento di nominati dai capi-partito.
Ma è davvero così ? O, meglio, forse che prima non era così ?
1. Estratto dal sito
www.ilfuturomigliore.org
LEGGE ELETTORALE: CANDIDATE/I E PARTITI
sergio benassai
Una delle obiezioni più frequenti alle varie proposte di legge elettorale è che la maggior parte di esse
non consentono alle/gli elettrici/ori di scegliere le/i parlamentari.
Di qui le accuse di un Parlamento di nominati dai capi-partito.
Ma è davvero così ? O, meglio, forse che prima non era così ?
Quando un partito, o un non-partito, un movimento, un’associazione, un gruppo di buontemponi,
(d’ora in poi, per brevità, dirò solo “partito”) decide di presentarsi alle elezioni deve ovviamente
presentare una lista di candidate/i ?
E chi dovrebbe/deve scegliere le/i candidate/i ?
Ovviamente il partito.
Perché, altrettanto ovviamente, deve garantire/garantirsi che le/i candidate/i siano persone che sono
in sintonia con le proprie idee, programmi, proposte.
Una volta ogni partito presentava una lista, più o meno lunga, di candidate/i, con la possibilità quindi
di dare preferenze. Le/gli elettrici/ori potevano quindi scegliere tra più persone per chi votare.
Ma chi sceglieva chi mettere in lista ? Ovviamente il partito, sia pur mediando tra interessi nazionali
e locali (ma sempre del partito).
Lo stesso partito poi, sia con la collocazione nell’ordine della lista, sia con le indicazioni date alle/ai
proprie/i militanti e simpatizzanti, in pratica decideva chi doveva essere eletta/o e chi no.
Poi, sulla scia di Tangentopoli e per evitare (almeno così si riteneva) la corruzione ed il voto di
scambio, si è passati al sistema maggioritario e ai collegi uninominali.
E chi sceglie le/i candidate/i ?
Ovviamente il partito.
Quindi, in qualunque sistema, sono sempre stati i partiti a scegliere.
Anche l’eccezione del Movimento5Stelle, per il quale le/i candidate/i sono scelte/i con una votazione
alla quale però partecipano solo le/gli iscritte/i (cioè dal partito), ma con il possibile veto di Grillo, è
solo parzialmente un’eccezione.
2. Non prendo molto in considerazione le primarie (che peraltro sono state quasi sempre usate per
scegliere un leader e non le/i candidate/i alle elezioni) aperte alla partecipazione non solo delle/gli
iscritte/i ma anche alle/i simpatizzanti. Trovo, oltre che pericoloso (in teoria, e non solo in teoria,
potrebbero parteciparvi persone di ogni appartenenza politica), piuttosto singolare che le/gli iscritte/i
ad un partito possano essere messe/i in minoranza da una maggioranza di votanti esterna al partito.
Comunque chi non vuole un parlamento di nominate/i può sempre organizzare un partito e darsi le
regole che vuole in materia di candidature.