3. Food Security: le dimensioni del problema Milioni di persone Milioni di persone Fonte: FAO, 2009 In Asia vivono 566,2 milioni di persone in condizioni di malnutrizione, più del doppio di quelle che vivono in Africa (217 milioni di persone). In America Latina , invece, se ne contano circa 45 milioni , mentre in Medio Oriente ve ne sono circa 29 milioni Nel periodo 2004-06 si contavano nel mondo ben 873 milioni di persone che vivevano in condizioni di malnutrizione . Alla luce delle recenti impennate dei prezzi la FAO stima che nel 2009 vi sia stato un incremento tale da superare il miliardo di persone che vessano in condizione di fame cronica
4. Economia Società Ambiente Politica Food Security: un problema multidimensionale 1 2 3 4 Food Security Salute Conflitti sociali e Migrazioni Climate change Water scarcity Demografia Commodity markets Utilizzo delle risorse Politiche internazionali Safety Nets Governance globale Domanda e Offerta alimentare Mercati e Modelli di produzione
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10. Il cibo è un elemento strategico e di sviluppo Oggi il cibo è un fattore cruciale per le Nazioni al pari dell’energia e degli armamenti L’ incremento del prezzo , unito alla dipendenza relativa di alcuni mercati, hanno indotto i governi a rafforzare la propria sovranità sulla produzione di cibo e più in generale sul settore alimentare Attualmente circa l’82% dell’agricoltura del pianeta beneficia in modo diretto o indiretto di forme di sussidi A riprova dell’importanza strategica del settore alimentare, Paesi come la Russia stanno tornando a nazionalizzare la produzione e l’esportazione di cereali, mentre altri come la Cina e il Medio Oriente stanno acquisendo in Africa (specialmente in Madagascar e Sudan) terreni di vaste dimensioni attraverso fondi sovrani 1 . 1 IFAD e FAO nello studio “ Land Grab or development opportunity", L. Cutula et al., del 2009 h anno evidenziato come questo fenomeno conosciuto come “ land grab ” (sottrazione di terra) nonostante rappresenti una opportunità di sviluppo soffra di una quasi totale assenza di regole e rischia di trasformarsi, in ciò che il Direttore Generale della FAO, Jacques Diouf, ha chiamato “neo-colonialismo”.
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12. Andamento dei prezzi di alcune categorie di generi alimentari Prezzi nominali in dollari per unità di esportazione standard Fonte: FAO, The State of Agricultural Commodities Markets, High Food Prices and the food crisis – experiences and lessons learned 2009 Sugar and beverages Livestock commodities Bulk commodities Vegetable oil
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14. La vulnerabilità del sistema basato è emersa in tutti i Paesi nel Mondo Paesi del Nord, Sud e Centro America, Europa, Asia, Africa e Oceania sono intervenuti con strumenti differenti, ma in modo deciso Fonte: FAO, The State of Food and Agriculture, 2008 Politiche adottate in risposta all’incremento dei prezzi del 2008
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16. Andamento dei prezzi in termini reali di alcune categorie di generi alimentari Fonte: FAO, The State of Food and Agriculture, 2008 Sugar and beverages Livestock commodities Bulk commodities Vegetable oil Prezzi reali in dollari per unità di esportazione standard
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18. I fattori che incidono sui prezzi dei generi alimentari Fonte: FAO, The State of Agricultural Commodities Markets, High Food Prices and the food crisis – experiences and lessons learned 2009
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21. Nuovo fattore Crescita economica impetuosa Il forte incremento della ricchezza economica mondiale, specialmente nei Paesi emergenti, ha prodotto dei cambiamenti nelle diete alimentari che si sono indirizzate verso cibi ad elevato valore come la carne, rispetto a cibi a basso valore come il frumento. Poiché questi cambiamenti sono graduali, e si verificano da anni, non sarebbe corretto considerarli esplicativi dell’incremento rapido e improvviso dei prezzi dei prodotti agricoli. Tuttavia, è stata accettata e diffusa l’idea che l’incremento della domanda di Paesi popolosi come Cina e India sia un fattore alla base dell’incremento dei prezzi. Uno studio condotto dall’International Food Policy Research Institute – IFRPI ha affermato che l’incremento di reddito ha spostato i consumi dei cinesi e degli indiani verso la carne e il latte, aumentando quindi la domanda di mangimi (semi di grano). Tuttavia, dagli ultimi dati disponibili emerge che la domanda sui mercati internazionali di cereali in Cina e India non è aumentata , quindi il probabile aumento per i mangimi destinati al bestiame è stato assorbito dal mercato interno. Nel 2008 , inoltre, Cina e India sono rimasti degli esportatori netti di prodotti agricoli. Fonte: IFPRI, High and rising food prices, 2008
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24. Livello della produzione agricola Il livello di produzione di prodotti agricoli è da sempre riconosciuto come uno dei fattori in grado di spiegare la dinamica dei prezzi dei generi alimentari La produzione agricola mondiale tra il 1990 al 2006 è cresciuta mediamente del 6% all’anno . Le più recenti stime dell’OCED indicano come al 2010 la produzione mondiale di riso, grano, soia, semi di vario tipo e zucchero crescerà del 7% rispetto al 2007 Analogamente, la produzione mondiale di carne di maiale, manzo, pollo, pecora e del latte crescerà anch’essa del 7% entro il 2010 Le cattive condizioni climatiche, verificatesi in alcune regioni ad alta intensità di esportazione sono state identificate come fattore che ha determinato l’aumento dei prezzi La contrazione nella produzione di cereali in Australia e Canada del 20% ha creato tensioni sui mercati . Questi Paesi rappresentano meno del 10% della produzione mondiale, ma quasi il 30% delle esportazioni di cereali Pertanto, cambiamenti nella produzione su questi mercati può avere un effetto molto più ampio e distorsivo a livello internazionale Fattore tradizionale
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26. Livello delle riserve internazionali Nel 2008 si è raggiunto il livello più basso di scorte dagli anni sessanta. Il livello delle scorte internazionali di prodotti agricoli è finalizzato a equilibrare la domanda e l’offerta nei mercati e a stabilizzare i prezzi. Se le scorte sono basse rispetto ai consumi agricoli, i mercati non sono in grado di far fronte a shock nella domanda o nell’offerta di prodotti agricoli. Fattore tradizionale Andamento delle scorte di prodotti agricoli Rapporto scorte/consumi Fonte: FAO, The State of Food and Agricultural in 2008 Il livello delle scorte internazionali è il più basso da 45 anni
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30. La produzione continuerà a crescere come in passato Nel lungo periodo la produzione mondiale di cibo è molto sensibile al livello dei prezzi dei prodotti agricoli. Prezzi più elevati incoraggiano gli investimenti nel settore agricolo , alla ricerca di maggiore produttività per ettaro. In caso di necessità, la produttività nel settore agricolo storicamente si è dimostrata più reattiva rispetto ad altri settori come quello manifatturiero e non c’è motivo per pensare che tale situazione possa cambiare in futuro. Quindi, nel lungo periodo, i contadini sono in grado di aumentare in modo significativo la produttività attraverso l’utilizzo più efficiente di fertilizzanti e degli strumenti di lavoro della terra. Nei Paesi sviluppati la superficie coltivabile si è andata comprimendosi nel corso degli ultimi 30 anni, a seguito dell’urbanizzazione di molte aree. Ad esempio, in USA negli ultimi 50 anni la forza lavoro dedicata all’agricoltura si è ridotta del 2% e le terre attualmente coltivate sono la metà delle disponibili (nonostante ciò, l’agricoltura in USA è in grado di fornire cibo ai cittadini americani ed esportare verso l’esterno soia, grano e mais). Prezzi più elevati incoraggiano i contadini anche a espandere la superficie delle colture con conseguenze positive. Fonte: Rielaborazione TEH-Ambrosetti su dati Gary Becker
31. Probabilmente si è nel mezzo di un cambiamento di paradigma L’aumento della produttività agricola si è fermato, o comunque non è così sostenuto come in passato. Può essere che si sia in un momento in cui, esaurito l’effetto della rivoluzione verde, iniziano a farsi sentire in modo negativo gli effetti del cambiamento climatico. Possibili risposte vanno ricercate nell’utilizzo degli OGM di nuova generazione Andamento del prezzo del grano in USA ($ per bushel, che rappresenta la misura di capacità per prodotti cerealicoli) Fonte: Rielaborazione TEH-Ambrosetti su dati Mario Deaglio
32. I problemi non risolti generati dalla globalizzazione (come ad esempio, la rappresentanza di alcuni Paesi negli organismi mondiali e la definizione di regole nuove costruite sulla nuova situazione) si sono accumulati e hanno contribuito a generare la recente crisi. Per anni (e ancor oggi) le azioni di politica economica a livello mondiale sono state indirizzate verso l’industria, con l’obiettivo di risolvere il problema della disoccupazione, e si sono disinteressate completamente o quasi del settore agricolo . Il settore agricolo non è in crisi per ragioni proprie (le industrie alimentari non sono in crisi e la produzione mondiale continua a crescere) ma per squilibri internazionali sul fronte economico e finanziario . Le cause sono esterne e prevalentemente di natura finanziaria Fonte: Rielaborazione TEH-Ambrosetti su dati Giacomo Vaciago
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34. Una possibile lettura trasversale L’incremento dei prezzi agricoli non è stato il più ampio, ma il più rapido dal 1970 ad oggi . Le ragioni di tale incremento sono da ricercare in squilibri sia sul fronte della domanda, sia sul fronte dell’offerta di prodotti agricoli. La nuova domanda di biofuel unita all’ aumento del prezzo del petrolio sembrano essere stati i fattori principali nell’incremento dei prezzi dei prodotti agricoli e hanno portato gli economisti a domandarsi se la nuova relazione tra queste componenti non abbia interrotto la contrazione dei prezzi in termini reali del cibo che proseguiva dagli anni 70. La speculazione ha anch’essa giocato un ruolo decisivo, ma sembra aver seguito l’incremento dei prezzi , aumentandone la volatilità, piuttosto che causato l’incremento dei prezzi. L’ incremento della popolazione e del reddito disponibile non sembrano rientrare tra le cause dell’impennata dei prezzi poiché, come in passato, queste variabili hanno mostrato un graduale, e quindi atteso, incremento. Ognuno di questi fattori presi singolarmente non sarebbe stato in grado di aumentare i prezzi in modo così consistente
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Editor's Notes
Equo -- > 2700 calorie al giorno per tutti ma 1 miliardo di persone muore di fame. Problema di distribuzione del cibo Poi vedremo in seguito i singoli fattori (biofuel eccc)
Dopo anni nei quali non veniva considerato. Ci si preoccupa del settore industriale e non di quello agricolo Crisi industria produce disoccupati, crisi agricoltura produce affamati. Pesi 30 milioni nuovi disoccupati, 150 milioni di affamati Hanno voce, non hanno voce
Per troppi anni non è stato considerato. Si riteneva che l’agricoltura non aveva bisogno di “governo” dato che l’aumento di produttività e di produzione era costante e continuo I problemi dell’agricoltura non erano problemi del governo che si occupa invece di industria.
Continuare a spingere sull’aumento di produttività (nuove tecniche) Politiche UE e USA fortemente sbagliate e hanno affamato mezzo mondo
Per produrre 1 kg di carne di maiale e 1kg di carne di manzo servono rispettivamente 4 kg e 7 kg di cereali come mangime. Il consumo di carne, quindi, fa aumentare in modo più che proporzionale il consumo di cereali. Anche ipotizzando una crescita della produttività futura simile a quella della “rivoluzione verde” che ha caratterizzato gli anni 70, lo studio evidenzia come la produzione di cereali si potrebbe attestare a un livello inferiore del 30% rispetto alla domanda di cereali (aumento dovuto principalmente al consumo di mangime per animali).