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Francesco Franza
Le streghe hanno percorso i
secoli volando sulle proprie
scope attraversando
terreni impervi e oscuri
ma a tratti anche terreni
accessibili e praticabili,
attraversando periodi
sventurati e drammatici ai
quali sono seguiti periodi
in cui la loro presenza
veniva accettata con uno
sguardo meno malevolo.
La nostra cultura ha abbandonato il significato negativo attribuitole
nei secoli passati, per conferirle un significato più accettabile di
attrazione e simpatia, grazie anche al messaggio positivo imposto
dall’industria cinematografica e televisiva.
 E' interessante notare come
in inglese il termine usato
per dire strega sia molto
simile a quello usato per
dire sapiente:
“witch”=”strega” e
wit”=”sapere” (come
verbo) o “arte di colui che sa”
(come sostantivo).
 La figura della strega ha
radici antiche che
precedono il
cristianesimo
 È una figura soprattutto
agricola ed è presente in
quasi tutte le culture
come figura a metà
strada tra lo sciamano e
chi è dotato di poteri
occulti.
 Nell'Arte poetica Orazio
parla di Lamiae che
mangiano i bambini e poi
ne restituiscono i corpi
apparentemente intatti, ma
internamente svuotati.
Le streghe ritornano. S'allontanarono! -
N'accozzeremo
Quando di fulmini - lo scroscio udremo.
S'allontanarono, - fuggiam!... s'attenda
Le sorti a compiere - nella tregenda.
Macbetto ridere - vedrem col…,
E il nostro oracolo - gli parlerà...
Fuggiam, fuggiam!
Giuseppe Verdi - Macbeth
Melodramma in quattro atti;
libretto di Francesco Maria Piave,
con interventi di Andrea Maffei,
tratto dalla tragedia Macbeth (1605-1606)
di William Shakespeare.
Prima rappresentazione: Firenze, Teatro
della Pergola, 14 marzo 1847.
1486
Ma nell’immaginario collettivo
restano i ricordi nefasti della caccia
alle streghe, del Tribunale
dell’Inquisizione e del malefico libro
“ Malleus Maleficarum” (trad. Il
martello delle streghe) che
rappresenta il manuale di caccia
alle streghe per antonomasia.
È un testo redatto nel 1486 dai
frati domenicani Jacob Sprenger e
Heinrich Institor Kramer, allo scopo
di soddisfare l'urgenza di reprimere
l'eresia e la stregoneria, espressa
da Innocenzo VIII attraverso la bolla
Summis desiderantes, del 1484
 La segale cornuta
 La mandragora
 L’Atropa Belladonna
 Lo giusquiamo

 Altre piante “malefiche”:
 Avorniello o Maggiociondolo
 Appio selvatico
 Aspidium o felce
 Prezzemolo
 La mandragora ,
l’atropa belladonna e il
giusquiamo sono erbe
largamente diffuse in
Europa e utilizzate fin
dall’antichità come
rimedi medicamentosi
contro diversi disturbi
I loro effetti sono dovuti alla presenza di alcune particolari molecole
denominate alcaloidi, ed in particolare a due principali alcaloidi: la
iosciammina (atropina) e la ioscina (scopolamina).
 Atropa è il nome della Parca
che nella mitologia greca taglia
il filo della vita, ciò a ricordare
che l'ingestione delle bacche di
questa pianta causa la morte.
 Belladonna perché nel
rinascimento le dame usavano
questa pianta per dare colorito
al viso e lucentezza agli occhi.
 riduzione della sensibilità,
 sete,
 vomito,
 deliri,
 sensazione di euforia e di
ebbrezza,
 nei casi più gravi, da
convulsioni e morte.
Le bacche dell’Atropa Belladonna
hanno un aspetto invitante e un sapore
gradevole ma la loro ingestione può
provocare:
Effetti dimostrati
 Aumenta il ritmo
cardiaco
 Dilata le pupille
 Secchezza fauci
 Ritenzione urinaria
 Allucinazioni
 Deliri
 Riduce contrazioni
peristalsi
Effetti presunti
 Dà sollievo al dolore
 Agisce come sedativo
 Afrodisiaco
 Cura le ulcere
 Cura le emorroidi
 Usata come anestetico
Tracciare tre cerchi con una
spada intorno alla pianta e
strapparla guardando ad oriente.
Si credeva che i gemiti emessi
dalla pianta erano capaci di
uccidere chi li ascoltava.
Per questo motivo legavano un
cane affamato al collo della
radice. Si metteva fuori della sua
portata un pezzo di carne
allontanandosi di corsa.
Quando il cane, tirando la corda
strappava la mandragora,
qualcuno sentiva il grido
angoscioso della sua morte.
 La contaminazione delle graminacee
da parte di un fungo parassita
(Claviceps purpurea) velenoso
disseminò la morte per molti secoli.
 Il principio attivo della segale cornuta
responsabile dei drammatici effetti
legati all’ingestione di questa sostanza
venne isolato e chimicamente
identificato solo all’inizio del XX
secolo.
 L’ergotismo, o avvelenamento da
segale cornuta è stato uno dei più
grandi e diffusi flagelli dell’umanità. I
principi attivi contenuti nello sclerozio
della Claviceps purpurea sono gli
alcaloidi della segale cornuta.
 Apparato digerente: vomito, diarrea
Sistema nervoso centrale: crampi
convulsi - crampi epilettici, spasmi,
convulsioni , allucinazioni, deliri

Altro: Fuoco di S.Antonio / Fuoco
sacro - gli arti assumono un colore
blu-nerastro, mummificano e
possono distaccarsi dal corpo senza
perdita di sangue
 Gli effetti dell’atropina e degli
alcaloidi della segale cornuta furono
interpretati come prova contro un
gran numero di donne innocenti, che
erano di solito le più povere e le più
vulnerabili della società.
 Gli accusatori fondavano sulla
chimica gran parte delle loro accuse
contro le streghe: “deve essere una
strega: dice di saper volare”. “Deve
essere una strega: l’intero villaggio è
sotto l’effetto di un maleficio”.
Le Couteur Penny; Burreson Jay
 Queste molecole hanno la caratteristica di non
essere solubili in acqua e, quindi, gli estratti di
mandragora, di belladonna e di giusquiamo per
essere utilizzati dovevano essere sciolti in grassi o
in oli e successivamente applicati sulla pelle o
sulle mucose.
 I guaritori, e in particolare le
streghe, conoscevano bene
queste caratteristiche e, così,
scioglievano queste erbe in
grossi calderoni in cui
venivano immessi grassi
animali; in questo modo si
ottenevano unguenti e
pomate (il famoso ”Unguento
delle streghe”).

Unguento, unguento,
mandame alla noce
di Benivento, supra
acquq
et supra ad vento
et
supra ad omne
maltempo
 Per poter assicurarne
un rapido
assorbimento, questi
unguenti devono
essere applicati su
superfici cutanee
sottili e
particolarmente
vascolarizzate o
ancora meglio sulle
mucose.
 Una formulazione che
assicura un rapido
assorbimento delle
sostanze in esse
contenute è
rappresentata dai
suppositori, cioè di
prodotti applicati sulle
mucose che sono
facilmente raggiungibili e
molto vascolarizzate.
….che per “volare gli
unguenti erano
spalmati su tutto il
corpo e sfregati sotto le
ascelle, o in “altri
luoghi pelosi””.
 Prima di effettuare il volo applicavano
sul manico di una scopa l’unguento
preparato e sedendosi sopra di esso a
cavalcioni sfregavano il miscuglio,
contenente i composti allucinogeni,
sulle mucose genitali.
 La atropina e la scopolamina venivano
assorbite rapidamente attraverso la
ricca vascolarizzazione delle mucose e
si potevano diffondere velocemente in
tutto il corpo.
 Dopo lo svolgimento del sabba le
streghe dovevano tornare alle
proprie abitazioni prima del
sorgere del sole e prima del suono
della campana che annunciava
l'inizio di un nuovo giorno.
 Prima del volo, le streghe erano
solite ungere con del grasso o con
unguenti magici il proprio corpo
oppure bastoni, manici di scope,
conocchie, ceppi che consentivano
loro di librarsi in aria e di
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creature mostruose o animali.
 La risposta a tale domanda è ovviamente negativa e sta
proprio nella composizione chimica degli unguenti utilizzati
prima del “volo”.
 Gli alcaloidi presenti in questi composti, l’atropina e la
scopolamina, si diffondevano in tutto il corpo, secondo le
modalità descritte in precedenza, determinando in queste
donne effetti allucinogeni e deliranti.
 Sensazione di volare o di cadere
 Sensazione di uscire dal proprio corpo,
 Euforia fino all’eccitamento maniacale,
 Alterazioni della realtà e deliri estremamente realistici e
vividi in cui frequenti sono l’esperienza di incontri
sessuali e bestiali.
 Alla fine si cade in un sonno profondo, quasi simile al
coma.
 La probabile assunzione di bevande contente altre
sostanze psicoattive come gli infusi di Avorniello o
Maggiociondolo ne potenziavano l’azione psicoattiva.
Questi composti inducono una
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quella descritta nelle cronache
giudiziarie dei processi alle
streghe e cioè:
 La sensazione di avere vissuto una tale esperienza
diventava ancora più plausibile se si considera come la
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pervadevano il periodo storico analizzato
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Le molecole delle streghe

  • 2. Le streghe hanno percorso i secoli volando sulle proprie scope attraversando terreni impervi e oscuri ma a tratti anche terreni accessibili e praticabili, attraversando periodi sventurati e drammatici ai quali sono seguiti periodi in cui la loro presenza veniva accettata con uno sguardo meno malevolo.
  • 3. La nostra cultura ha abbandonato il significato negativo attribuitole nei secoli passati, per conferirle un significato più accettabile di attrazione e simpatia, grazie anche al messaggio positivo imposto dall’industria cinematografica e televisiva.
  • 4.
  • 5.  E' interessante notare come in inglese il termine usato per dire strega sia molto simile a quello usato per dire sapiente: “witch”=”strega” e wit”=”sapere” (come verbo) o “arte di colui che sa” (come sostantivo).
  • 6.
  • 7.  La figura della strega ha radici antiche che precedono il cristianesimo  È una figura soprattutto agricola ed è presente in quasi tutte le culture come figura a metà strada tra lo sciamano e chi è dotato di poteri occulti.
  • 8.  Nell'Arte poetica Orazio parla di Lamiae che mangiano i bambini e poi ne restituiscono i corpi apparentemente intatti, ma internamente svuotati.
  • 9.
  • 10. Le streghe ritornano. S'allontanarono! - N'accozzeremo Quando di fulmini - lo scroscio udremo. S'allontanarono, - fuggiam!... s'attenda Le sorti a compiere - nella tregenda. Macbetto ridere - vedrem col…, E il nostro oracolo - gli parlerà... Fuggiam, fuggiam! Giuseppe Verdi - Macbeth Melodramma in quattro atti; libretto di Francesco Maria Piave, con interventi di Andrea Maffei, tratto dalla tragedia Macbeth (1605-1606) di William Shakespeare. Prima rappresentazione: Firenze, Teatro della Pergola, 14 marzo 1847.
  • 11. 1486 Ma nell’immaginario collettivo restano i ricordi nefasti della caccia alle streghe, del Tribunale dell’Inquisizione e del malefico libro “ Malleus Maleficarum” (trad. Il martello delle streghe) che rappresenta il manuale di caccia alle streghe per antonomasia. È un testo redatto nel 1486 dai frati domenicani Jacob Sprenger e Heinrich Institor Kramer, allo scopo di soddisfare l'urgenza di reprimere l'eresia e la stregoneria, espressa da Innocenzo VIII attraverso la bolla Summis desiderantes, del 1484
  • 12.
  • 13.  La segale cornuta  La mandragora  L’Atropa Belladonna  Lo giusquiamo   Altre piante “malefiche”:  Avorniello o Maggiociondolo  Appio selvatico  Aspidium o felce  Prezzemolo
  • 14.
  • 15.  La mandragora , l’atropa belladonna e il giusquiamo sono erbe largamente diffuse in Europa e utilizzate fin dall’antichità come rimedi medicamentosi contro diversi disturbi I loro effetti sono dovuti alla presenza di alcune particolari molecole denominate alcaloidi, ed in particolare a due principali alcaloidi: la iosciammina (atropina) e la ioscina (scopolamina).
  • 16.  Atropa è il nome della Parca che nella mitologia greca taglia il filo della vita, ciò a ricordare che l'ingestione delle bacche di questa pianta causa la morte.  Belladonna perché nel rinascimento le dame usavano questa pianta per dare colorito al viso e lucentezza agli occhi.
  • 17.  riduzione della sensibilità,  sete,  vomito,  deliri,  sensazione di euforia e di ebbrezza,  nei casi più gravi, da convulsioni e morte. Le bacche dell’Atropa Belladonna hanno un aspetto invitante e un sapore gradevole ma la loro ingestione può provocare:
  • 18. Effetti dimostrati  Aumenta il ritmo cardiaco  Dilata le pupille  Secchezza fauci  Ritenzione urinaria  Allucinazioni  Deliri  Riduce contrazioni peristalsi Effetti presunti  Dà sollievo al dolore  Agisce come sedativo  Afrodisiaco  Cura le ulcere  Cura le emorroidi  Usata come anestetico
  • 19. Tracciare tre cerchi con una spada intorno alla pianta e strapparla guardando ad oriente. Si credeva che i gemiti emessi dalla pianta erano capaci di uccidere chi li ascoltava. Per questo motivo legavano un cane affamato al collo della radice. Si metteva fuori della sua portata un pezzo di carne allontanandosi di corsa. Quando il cane, tirando la corda strappava la mandragora, qualcuno sentiva il grido angoscioso della sua morte.
  • 20.  La contaminazione delle graminacee da parte di un fungo parassita (Claviceps purpurea) velenoso disseminò la morte per molti secoli.  Il principio attivo della segale cornuta responsabile dei drammatici effetti legati all’ingestione di questa sostanza venne isolato e chimicamente identificato solo all’inizio del XX secolo.  L’ergotismo, o avvelenamento da segale cornuta è stato uno dei più grandi e diffusi flagelli dell’umanità. I principi attivi contenuti nello sclerozio della Claviceps purpurea sono gli alcaloidi della segale cornuta.
  • 21.  Apparato digerente: vomito, diarrea Sistema nervoso centrale: crampi convulsi - crampi epilettici, spasmi, convulsioni , allucinazioni, deliri  Altro: Fuoco di S.Antonio / Fuoco sacro - gli arti assumono un colore blu-nerastro, mummificano e possono distaccarsi dal corpo senza perdita di sangue
  • 22.  Gli effetti dell’atropina e degli alcaloidi della segale cornuta furono interpretati come prova contro un gran numero di donne innocenti, che erano di solito le più povere e le più vulnerabili della società.  Gli accusatori fondavano sulla chimica gran parte delle loro accuse contro le streghe: “deve essere una strega: dice di saper volare”. “Deve essere una strega: l’intero villaggio è sotto l’effetto di un maleficio”. Le Couteur Penny; Burreson Jay
  • 23.
  • 24.  Queste molecole hanno la caratteristica di non essere solubili in acqua e, quindi, gli estratti di mandragora, di belladonna e di giusquiamo per essere utilizzati dovevano essere sciolti in grassi o in oli e successivamente applicati sulla pelle o sulle mucose.
  • 25.  I guaritori, e in particolare le streghe, conoscevano bene queste caratteristiche e, così, scioglievano queste erbe in grossi calderoni in cui venivano immessi grassi animali; in questo modo si ottenevano unguenti e pomate (il famoso ”Unguento delle streghe”). 
  • 26. Unguento, unguento, mandame alla noce di Benivento, supra acquq et supra ad vento et supra ad omne maltempo
  • 27.  Per poter assicurarne un rapido assorbimento, questi unguenti devono essere applicati su superfici cutanee sottili e particolarmente vascolarizzate o ancora meglio sulle mucose.
  • 28.  Una formulazione che assicura un rapido assorbimento delle sostanze in esse contenute è rappresentata dai suppositori, cioè di prodotti applicati sulle mucose che sono facilmente raggiungibili e molto vascolarizzate. ….che per “volare gli unguenti erano spalmati su tutto il corpo e sfregati sotto le ascelle, o in “altri luoghi pelosi””.
  • 29.  Prima di effettuare il volo applicavano sul manico di una scopa l’unguento preparato e sedendosi sopra di esso a cavalcioni sfregavano il miscuglio, contenente i composti allucinogeni, sulle mucose genitali.  La atropina e la scopolamina venivano assorbite rapidamente attraverso la ricca vascolarizzazione delle mucose e si potevano diffondere velocemente in tutto il corpo.
  • 30.  Dopo lo svolgimento del sabba le streghe dovevano tornare alle proprie abitazioni prima del sorgere del sole e prima del suono della campana che annunciava l'inizio di un nuovo giorno.  Prima del volo, le streghe erano solite ungere con del grasso o con unguenti magici il proprio corpo oppure bastoni, manici di scope, conocchie, ceppi che consentivano loro di librarsi in aria e di trasformarsi, all'occasione, in creature mostruose o animali.
  • 31.  La risposta a tale domanda è ovviamente negativa e sta proprio nella composizione chimica degli unguenti utilizzati prima del “volo”.  Gli alcaloidi presenti in questi composti, l’atropina e la scopolamina, si diffondevano in tutto il corpo, secondo le modalità descritte in precedenza, determinando in queste donne effetti allucinogeni e deliranti.
  • 32.  Sensazione di volare o di cadere  Sensazione di uscire dal proprio corpo,  Euforia fino all’eccitamento maniacale,  Alterazioni della realtà e deliri estremamente realistici e vividi in cui frequenti sono l’esperienza di incontri sessuali e bestiali.  Alla fine si cade in un sonno profondo, quasi simile al coma.  La probabile assunzione di bevande contente altre sostanze psicoattive come gli infusi di Avorniello o Maggiociondolo ne potenziavano l’azione psicoattiva. Questi composti inducono una sintomatologia sovrapponibile a quella descritta nelle cronache giudiziarie dei processi alle streghe e cioè:
  • 33.  La sensazione di avere vissuto una tale esperienza diventava ancora più plausibile se si considera come la superstizione e le credenze magico-religiose pervadevano il periodo storico analizzato  Queste povere donne di fronte ad un tribunale feroce e prepotente cadevano nel confessare di avere sicuramente volato.
  • 34. Fin