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Epidemiologia
depressione
Linee Guida nell’intervento
clinico-assistenziale all’anziano
Premessa
 Compiere un corretto lavoro sul piano metodologico e su quello umano
 Troppo spesso infatti l’attenzione del ricercatore è rivolta alla tendenza
dominante rispetto a un dato parametro biologico, clinico o psicosociale:
 Si perde il valore del singolo dato del paziente (e soprattutto del singolo
uomo)(1)” e la grande differenza individuale di ciascun anziano.
 Necessario utilizzare un crogiuolo per sintetizzare e produrre risultati che
possano essere utili nel nostro lavoro quotidiano.
 Affianco alle diverse metodiche strumentali e ai variabili campioni indagati
un altro aspetto decisivo per la comprensione di tale confusione è la
difficoltà oggettiva nella comprensione dell’individualità del singolo vecchio,
con la sua storia, i suoi affetti, la sua sofferenza, le sue malattie.
 e persone vecchie sono caratterizzate da”un’estrema diversità, non
solamente da un paese all’altro, ma anche all’interno dello stesso paese e
da una persona ad un’altra” questa caratteristica individuale richiede
l’assunzione di scelte differenziate quando ci troviamo di fonte a persone
anziane.
(1) Renzo Rozzini, Marco Trabucchi, La depressione dell’anziano. UTET, 1996
 “Consensus Statement” del National Insitute of Health
(NIH); 1996 sulla classificazione, diagnosi e terapia
della depressione dell’età involutiva.
 Questo documento sancisce che:
 la depressione è un malattia diffusa e grave, la cui
prevalenza raggiunge il 25% ed è caratterizzata da
un decorso ricorrente nel 40% dei casi e da un
elevato rischio suicidario.
 Per l’effettuazione delle indagini statistiche sono
utilizzate scale di valutazione (come vedremo
successivamente) attraverso interviste standardizzate
basate su sistemi diagnostici quali il DSM-IV-TR
(American Psychiatric Association) o l’ICD-10 (WHO,
1992) che sono in grado di ovviare ai limiti imposti dalle
scale.
“Registri dei casi”
 Un’altra fonte di individuazione dei casi i depressione
è rappresentata dai “registri dei casi” dei servizi di
salute mentale. I casi forniti, tuttavia, riguardano
soprattutto campioni di soggetti selezionati e spesso
non corrispondenti alla realtà in quanto sono
rappresentati da persone affette da disturbi
psichiatrici già in contatto con le strutture sanitarie.
 Il grande spettro dei metodi adottati, anche a
prescindere dalle differenze geografiche e culturali
delle popolazioni esaminate, tende a rendere
difficilmente comparabili i risultati ottenuti e spiega
l’enorme variabilità riportate in letteratura con un
range compreso tra il 5 e il 50% senza tenere conto
delle maggiori variabilità quando si effettuano studi
di gravità (dalla depressione lieve a quella grave)
I numeri
 Gli anziani (>65) rappresentano il 12% della
popolazione generale
 Consumano 33% di tutte le prescrizioni
 Occupano 50% letti patologie acute
 Gli anziani (older – elderly: >85) rappresentano
l'intervallo crescente e più veloce di crescita della
popolazione Stati Uniti durante gli anni novanta.
 L’uso dei farmaci usati dai pazienti ospitati in strutture
residenziali è elevato
 Numero medio di farmaci assunti per paziente = 8.1
 65% assume almeno un farmaco psicoattivo
 Studio: 40% of 1106 ospiti di strutture residenziali ne
riceve almeno uno, e il 10% riceve due farmaci
inappropriatamente*
*Ann Intern Med 1992; 117: 684-9
Epidemiologia
 Prevalenza depressione:
 5-8% nella popolazione generale
 10-15% nella popolazione anziana
 45-50% anziani ospedalizzati per patologie
organiche
Epidemiologia e sottostima
 Circa due terzi degli anziani depressi non
richiede l’aiuto medico.
 Tra quelli che consultano un medico solo il
40% – 50 % riceve una diagnosi di
depressione e un numero ancora minore
inizia un trattamento farmacologico, che
spesso, risulta essere inadeguato per dose e
tempo di trattamento.
 L’80% dei pazienti che riceve un adeguato
trattamento farmacologico risponde
clinicamente.
(Lundmark J et al, 2000 )
La depressione in Italia
 Circa 5 milioni di italiani è affetto da depressione (anche se il
50% non è diagnosticato)
 La fascia di età più colpita è quella compresa tra i 45 e i 65
anni
 Adolescenti: 7%; bambini: 2%
 La categoria di persone più colpite è quella delle casalinghe,
che costituiscono il 40% dei pazienti, seguite dai pensionati
(14,5%); in coda gli agricoltori (3,4%).
 Anche in Italia le donne sono più colpite rispetto agli uomini,
una tendenza visibile soprattutto nelle Marche, in Umbria e in
Calabria dove su 10 casi, 9 riguardano le donne.
 Gli antidepressivi sono, insieme agli ansiolitici, ai primi posti
nella classifica dei farmaci più venduti: 27 milioni le
confezioni di antidepressivi vendute nel 2002.
La depressione è una patologia di frequente
riscontro nella popolazione anziana
Prevalenza (%) Territorio Medicina
generale
Reparti
ospedalieri
Residenza
sanitarie
DEPRESSIONE
MAGGIORE 2 11 13 14
SINTOMI
DEPRESSIVI
15 20 25 35
[Mulsant & Ganguli, 1999]
Depressione
Maggiore
Forme subsindromiche
[Katz; 1999]
Rischio di ammalarsi di depressione maschi vs
femmine in una popolazione anziana (Hagnell O et al)
0
10
20
30
40
50
60
Uomini Donne
Notevoli differenze
nella prevalenza
della depressione
si osservano nei
due sessi.
Differenze della prevalenza della depressione tra gruppi
diversi di individui anziani (Gottfries CG & Karlsson I, 1997)
Studio di popolazioni
> 65 aa
Prevalenza della
depressione (%)
Riferimento
Popolazione anziana
totale
10 – 15 Copeland et al, 1987
Livingston et al, 1990
Pazienti ospedalizzati 13-40 Evans & Catona, 1993
Gottfries et al, 2001
Pazienti anziani in
strutture residenziali
44 Katz et al, 1989
Pazienti anziani in
istituzioni geriatriche
30 Harrison et al, 1990
Philipps et al, 1991
Depressione e disturbi neurovegetativi
 La depressione è frequente nei pazienti con concomitanti
disturbi neurovegetativi.
 Il tasso di prevalenza per la depressione è stato calcolato nella
Demenza, nell’ictus, nel Morbo di Parkinson.
Disturbi Prevalenza di
depressione
Riferimento
Demenza (ospedalizzati) 25 – 52 Ballard et al, 1996
Demenza (comunità) 5 – 38 Katona, 1994
Ictus 30 – 60 Agrell & Dehlin, 1994
Primeau, 1988
Morbo di Parkinson 5-70 Mindham, 1970
Mayeux et al, 1981
Trend della depressione
 Dati statistici proiettivi suggeriscono che le nuove generazioni
possano subire una percentuale più elevata di depressione
durante la loro vita rispetto alle generazioni precedenti.
 Questa tendenza potrebbe essere associata, tuttavia, anche ad un
miglioramento della diagnosi della malattia e ad un aumento
complessivo dell’età media della popolazione mondiale.
 Altre evidenze suggeriscono che, sebbene l’esordio precoce della
depressione (prima dei 50 – 60 anni) sia associato ad una storia
familiare di depressione (fattori genetici, etc), l’esordio tardivo della
depressione (dopo i 60 anni) possa essere associata con
variazioni cerebrovascolari o malattie neurodegenerative proprie
dell’età tardiva
Carico Globale
dello studio
delle Patologie:
La Depressione è
uno dei principali
problemi sanitari!
Fattori di
rischio di
depressione
nell‘anziano
(Meta-analysis:
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  • 2. Premessa  Compiere un corretto lavoro sul piano metodologico e su quello umano  Troppo spesso infatti l’attenzione del ricercatore è rivolta alla tendenza dominante rispetto a un dato parametro biologico, clinico o psicosociale:  Si perde il valore del singolo dato del paziente (e soprattutto del singolo uomo)(1)” e la grande differenza individuale di ciascun anziano.  Necessario utilizzare un crogiuolo per sintetizzare e produrre risultati che possano essere utili nel nostro lavoro quotidiano.  Affianco alle diverse metodiche strumentali e ai variabili campioni indagati un altro aspetto decisivo per la comprensione di tale confusione è la difficoltà oggettiva nella comprensione dell’individualità del singolo vecchio, con la sua storia, i suoi affetti, la sua sofferenza, le sue malattie.  e persone vecchie sono caratterizzate da”un’estrema diversità, non solamente da un paese all’altro, ma anche all’interno dello stesso paese e da una persona ad un’altra” questa caratteristica individuale richiede l’assunzione di scelte differenziate quando ci troviamo di fonte a persone anziane. (1) Renzo Rozzini, Marco Trabucchi, La depressione dell’anziano. UTET, 1996
  • 3.  “Consensus Statement” del National Insitute of Health (NIH); 1996 sulla classificazione, diagnosi e terapia della depressione dell’età involutiva.  Questo documento sancisce che:  la depressione è un malattia diffusa e grave, la cui prevalenza raggiunge il 25% ed è caratterizzata da un decorso ricorrente nel 40% dei casi e da un elevato rischio suicidario.  Per l’effettuazione delle indagini statistiche sono utilizzate scale di valutazione (come vedremo successivamente) attraverso interviste standardizzate basate su sistemi diagnostici quali il DSM-IV-TR (American Psychiatric Association) o l’ICD-10 (WHO, 1992) che sono in grado di ovviare ai limiti imposti dalle scale.
  • 4. “Registri dei casi”  Un’altra fonte di individuazione dei casi i depressione è rappresentata dai “registri dei casi” dei servizi di salute mentale. I casi forniti, tuttavia, riguardano soprattutto campioni di soggetti selezionati e spesso non corrispondenti alla realtà in quanto sono rappresentati da persone affette da disturbi psichiatrici già in contatto con le strutture sanitarie.  Il grande spettro dei metodi adottati, anche a prescindere dalle differenze geografiche e culturali delle popolazioni esaminate, tende a rendere difficilmente comparabili i risultati ottenuti e spiega l’enorme variabilità riportate in letteratura con un range compreso tra il 5 e il 50% senza tenere conto delle maggiori variabilità quando si effettuano studi di gravità (dalla depressione lieve a quella grave)
  • 5. I numeri  Gli anziani (>65) rappresentano il 12% della popolazione generale  Consumano 33% di tutte le prescrizioni  Occupano 50% letti patologie acute  Gli anziani (older – elderly: >85) rappresentano l'intervallo crescente e più veloce di crescita della popolazione Stati Uniti durante gli anni novanta.  L’uso dei farmaci usati dai pazienti ospitati in strutture residenziali è elevato  Numero medio di farmaci assunti per paziente = 8.1  65% assume almeno un farmaco psicoattivo  Studio: 40% of 1106 ospiti di strutture residenziali ne riceve almeno uno, e il 10% riceve due farmaci inappropriatamente* *Ann Intern Med 1992; 117: 684-9
  • 6. Epidemiologia  Prevalenza depressione:  5-8% nella popolazione generale  10-15% nella popolazione anziana  45-50% anziani ospedalizzati per patologie organiche
  • 7. Epidemiologia e sottostima  Circa due terzi degli anziani depressi non richiede l’aiuto medico.  Tra quelli che consultano un medico solo il 40% – 50 % riceve una diagnosi di depressione e un numero ancora minore inizia un trattamento farmacologico, che spesso, risulta essere inadeguato per dose e tempo di trattamento.  L’80% dei pazienti che riceve un adeguato trattamento farmacologico risponde clinicamente. (Lundmark J et al, 2000 )
  • 8. La depressione in Italia  Circa 5 milioni di italiani è affetto da depressione (anche se il 50% non è diagnosticato)  La fascia di età più colpita è quella compresa tra i 45 e i 65 anni  Adolescenti: 7%; bambini: 2%  La categoria di persone più colpite è quella delle casalinghe, che costituiscono il 40% dei pazienti, seguite dai pensionati (14,5%); in coda gli agricoltori (3,4%).  Anche in Italia le donne sono più colpite rispetto agli uomini, una tendenza visibile soprattutto nelle Marche, in Umbria e in Calabria dove su 10 casi, 9 riguardano le donne.  Gli antidepressivi sono, insieme agli ansiolitici, ai primi posti nella classifica dei farmaci più venduti: 27 milioni le confezioni di antidepressivi vendute nel 2002.
  • 9. La depressione è una patologia di frequente riscontro nella popolazione anziana Prevalenza (%) Territorio Medicina generale Reparti ospedalieri Residenza sanitarie DEPRESSIONE MAGGIORE 2 11 13 14 SINTOMI DEPRESSIVI 15 20 25 35 [Mulsant & Ganguli, 1999] Depressione Maggiore Forme subsindromiche [Katz; 1999]
  • 10. Rischio di ammalarsi di depressione maschi vs femmine in una popolazione anziana (Hagnell O et al) 0 10 20 30 40 50 60 Uomini Donne Notevoli differenze nella prevalenza della depressione si osservano nei due sessi.
  • 11. Differenze della prevalenza della depressione tra gruppi diversi di individui anziani (Gottfries CG & Karlsson I, 1997) Studio di popolazioni > 65 aa Prevalenza della depressione (%) Riferimento Popolazione anziana totale 10 – 15 Copeland et al, 1987 Livingston et al, 1990 Pazienti ospedalizzati 13-40 Evans & Catona, 1993 Gottfries et al, 2001 Pazienti anziani in strutture residenziali 44 Katz et al, 1989 Pazienti anziani in istituzioni geriatriche 30 Harrison et al, 1990 Philipps et al, 1991
  • 12. Depressione e disturbi neurovegetativi  La depressione è frequente nei pazienti con concomitanti disturbi neurovegetativi.  Il tasso di prevalenza per la depressione è stato calcolato nella Demenza, nell’ictus, nel Morbo di Parkinson. Disturbi Prevalenza di depressione Riferimento Demenza (ospedalizzati) 25 – 52 Ballard et al, 1996 Demenza (comunità) 5 – 38 Katona, 1994 Ictus 30 – 60 Agrell & Dehlin, 1994 Primeau, 1988 Morbo di Parkinson 5-70 Mindham, 1970 Mayeux et al, 1981
  • 13. Trend della depressione  Dati statistici proiettivi suggeriscono che le nuove generazioni possano subire una percentuale più elevata di depressione durante la loro vita rispetto alle generazioni precedenti.  Questa tendenza potrebbe essere associata, tuttavia, anche ad un miglioramento della diagnosi della malattia e ad un aumento complessivo dell’età media della popolazione mondiale.  Altre evidenze suggeriscono che, sebbene l’esordio precoce della depressione (prima dei 50 – 60 anni) sia associato ad una storia familiare di depressione (fattori genetici, etc), l’esordio tardivo della depressione (dopo i 60 anni) possa essere associata con variazioni cerebrovascolari o malattie neurodegenerative proprie dell’età tardiva
  • 14. Carico Globale dello studio delle Patologie: La Depressione è uno dei principali problemi sanitari!
  • 15. Fattori di rischio di depressione nell‘anziano (Meta-analysis: Cole & Dendukuri 2003) I più significativi: privazioni, disturbi del sonno, incapacità, depressione precedente, sesso femminile