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Le schede AeDES
AeDES
Agibilità e Danno nell’Emergenza Sismica
Finalità: rilevamento speditivo delle caratteristiche tipologiche, del danno
e dell’agibilità degli edifici ordinari nella fase di emergenza che segue il
terremoto.
Si applica all’edilizia per abitazioni e/o servizi ma non ad edifici a tipologia
specialistica (capannoni industriali, edilizia sportiva, teatri, chiese, etc.) o
monumentale.
AeDES
La scheda AeDES nasce a valle delle esperienze maturate sul campo attraverso
l’utilizzazione di diverse schede a vari livelli di dettaglio utilizzate in occasione di
terremoti passati, quali Irpinia ’80, Abruzzo ’84, Basilicata ’90, Reggio Emilia ’96.
Pronto intervento Informazioni sintetiche
ed esaustive
Le verifiche di agibilità post-sismica vengono svolte su quegli edifici che sono stati dichiarati non
utilizzabili a seguito della verifica FAST finalizzata a selezionare gli edifici agibili rispetto a quelli non
utilizzabili immediatamente. Il professionista che ha redatto la scheda FAST non può compilare, per lo
stesso edificio, anche la scheda AeDES.
AeDES
Agibilità e Danno nell’Emergenza Sismica
Agibilità: possibilità di utilizzare l’edificio nel corso della crisi
sismica
Danno: variazione della condizione dell’edificio rispetto alla sua
condizione originaria di riferimento, in termini di capacità
portante
AeDES
Agibilità e Danno nell’Emergenza Sismica
La valutazione di agibilità in emergenza post-sismica è una valutazione temporanea e
speditiva – vale a dire formulata sulla base di un giudizio esperto e condotta in tempi
limitati, in base alla semplice analisi visiva ed alla raccolta di informazioni facilmente
accessibili – volta a stabilire se, in presenza di una crisi sismica in atto, gli edifici colpiti
dal terremoto possano essere utilizzati restando ragionevolmente protetta la vita
umana.
AeDES
Chi può compilare le schede AeDES?
art. 1 Ordinanza n. 10 del Commissario per la ricostruzione.
• I professionisti iscritti agli ordini e collegi professionali nazionali degli architetti, degli ingegneri, dei
geometri, dei periti edili, «abilitati all'esercizio della professione relativamente a competenze di tipo
tecnico e strutturale nell'ambito dell'edilizia».
• Gli iscritti all'elenco speciale dei professionisti abilitati a intervenire nella ricostruzione.
• Può essere una persona diversa dal tecnico incaricato di elaborare il progetto per la riparazione dei
danni o per la ricostruzione.
AeDES
Come si procede all’ispezione?
1) Esterno: è chiaramente pericolante? SI STOP!
ci sono materiali pericolosi?
NO Si prosegue all’interno
2) Interno: si cercano danni evidenti in posizioni significative
3) Cosa portare con te:
una torcia elettrica per esaminare locali senza luce (cantine o sottotetto); un distanziometro, un doppio metro e una
rollina metrica; uno scalpello e un martello e/o un maleppèggio (arnese da muratore analogo al piccone, ma più
piccolo, nel quale i due tagli sono disposti l’uno perpendicolarmente all’altro) per effettuare saggi sui materiali; un
binocolo per esaminare dettagli lontani; una livella o un filo a piombo per valutare i fuori piombo; dispositivi di
protezione individuale (casco, guanti, scarponcini, etc.); macchina fotografica, al fine di allegare immediatamente
una o più immagini fotografiche alla Sezione 9 della Scheda.
AeDES
Sezione 1
Lo compila il Centro di Coordinamento
Sezione 1
Pre-assegnato dalla Funzione Censimento Danni e
Agibilità post evento del Centro di Coordinamento o
assegnato dopo il sopralluogo in collaborazione tra
la squadra e il Comune
La cartografia del territorio comunale
potrebbe svilupparsi su più fogli
Pre-assegnato in mappa dal Comune o assegnato
dopo il sopralluogo o assegnato in collaborazione
tra la squadra e il Comune
Sezione 1
Sezione 2
L’altezza fuori terra (ovvero l’altezza media fuori terra nel caso di edifici
posti su pendio) è inferiore ad 1/2 dell’altezza totale del piano.
Sezione 2
Un edificio (che ospita un Servizio
Pubblico) qualificato come
indispensabile all’espletamento
stesso delle funzioni di Protezione
Civile, come ad esempio gli ospedali,
le sedi comunali, le caserme
dei Vigili del Fuoco, dei Carabinieri,
etc..
Qualunque locale preposto
all’accumulo di materiale, ad attività
di magazzinaggio, etc.; sono
da escludersi eventuali garage o
cantine annessi ad unità abitative
Prima del sisma!
Numero medio di persone
normalmente presenti, che,
prima dell’evento, occupavano
l’edificio con continuità per
ragioni di attività o residenza
Non l’uso!
Sezione 3
Volte in muratura senza/con catene
Travi con soletta deformabile
Solai in legno a semplice o doppia orditura (travi e travicelli) con tavolato ligneo semplice o elementi laterizi (mezzane), eventualmente
finito con caldana in battuto di lapillo o materiali di risulta (cretonato). Solai in putrelle e voltine realizzate in mattoni, pietra o
conglomerati. In entrambi i casi se è stato realizzato un irrigidimento, mediante tavolato doppio o, meglio ancora, soletta armata ben
collegata alle travi, tali solai potrebbero intendersi rigidi o semirigidi, in base al livello di collegamento tra gli elementi.
Solai in legno con mezzane S. in legno con tavolato a semplice orditura S. con putrelle e voltine
Travi con soletta semirigida
Solai in legno
con doppio
tavolato
incrociato
eventualment
e finito con
una soletta di
ripartizione in
cemento
armato. Solai
in putrelle e
tavelloni ad
intradosso
piano. Solai in
laterizi
prefabbricati
tipo SAP.
Travi con soletta rigida
Solai in
cemento
armato a
soletta piena.
Solai in
latero-
cemento con
elementi
laterizi e
travetti, in
opera o
prefabbricati.
Sezione 3
• Elevata vulnerabilità per azioni fuori
del piano, con tendenza allo
scompaginamento ed allo
sfaldamento dell’apparecchio murario,
anche per instabilità, sotto carichi
verticali, dei singoli paramenti mal
collegati o non collegati;
• scarsa resistenza per azioni nel
piano, a causa sia della scarsa
resistenza intrinseca dei materiali, ed
in particolare della malta, sia per lo
scarso attrito che può svilupparsi tra
gli elementi lapidei, in relazione alla
configurazione dell’apparecchio
murario.
• Bassa vulnerabilità per azioni fuori del
piano, sempre che la parete sia
correttamente vincolata superiormente
ed inferiormente a solai rigidi o
semirigidi, in grado di ridistribuire le
azioni sismiche alle pareti parallele
all’azione, con comportamento
monolitico della parete stessa;
• media o elevata resistenza per azioni
nel piano della parete, grazie alla
resistenza intrinseca dei materiali, in
particolare della malta, e/o per l’attrito
che può svilupparsi tra i blocchi o gli
elementi lapidei, in relazione alla
configurazione regolare
dell’apparecchio murario.
Sezione 3
Sezione 3
Sezione 3
Le coperture
Le coperture influenzano in modo positivo o negativo il comportamento sismico dell’edificio essenzialmente
tramite due fattori: il peso e l’eventuale effetto spingente sulle murature perimetrali. Per un edificio in muratura
la condizione ideale è quella di una copertura, leggera, rigida e resistente e ben collegata alla struttura
muraria, ossia una copertura che trasmette basse forze d’inerzia (leggerezza) e ridistribuisce le forze sismiche
tra le pareti parallele alle azioni, costituendo un ottimo vincolo per le pareti sollecitate fuori del piano.
• Spingente pesante:
la massa elevata causa la
nascita di forze sismiche
notevoli, mentre l’effetto
spingente favorisce il
collasso fuori del piano
delle pareti sottostanti
Le coperture
• Non spingente pesante: la pesantezza è associata alla tipologia di solaio latero-cementizio, che però, in generale,
garantisce una buona resistenza e rigidezza nel piano e quindi una capacità di ridistribuzione delle forze sismiche
sulle pareti più idonee a sostenerle. Per contro l’eccessiva pesantezza può determinare forze, sia statiche sia
dinamiche, che possono superare la resistenza delle murature, specie se di scarsa qualità.
Elementi strutturali
Elementi secondari
che possono
modificare la
risposta sismica Quota parte di danno che si
valuta preesistente al sisma
Estensione del danno
riferita all’edificio intero
Sezione 4
Attenzione!!
ai rapporti percentuali relativi
al num. di piani danneggiati
rispetto al num. di piani totali
e in ogni piano le superfici
danneggiate sul totale delle
superfici del piano.
Sezione 4
Livello di danno
D0 danno nullo;
D1 danno leggero: non cambia in modo significativo la resistenza della struttura e non pregiudica la
sicurezza degli occupanti a causa di possibili cadute di elementi non strutturali;
D2-D3 danno medio-grave: potrebbe anche cambiare in modo significativo la resistenza della struttura,
senza che però venga avvicinato palesemente il limite del crollo parziale di elementi strutturali principali;
D4-D5 danno gravissimo: modifica in modo evidente la resistenza della struttura portandola vicino al limite
del crollo parziale o totale di elementi strutturali principali. È incluso il collasso.
Sezione 4
Provvedimenti di PRONTO INTERVENTO
Per ogni componente strutturale si indica il provvedimento di pronto intervento eseguito già PRIMA del sopralluogo.
• Possibilità di multiscelta ( → più di un provvedimento P.I. sulla stessa riga)
• Se il danno è NULLO → non si annerisce nessuna casella, neppure la voce ‘’Nessuno’’
Sezione 4
EDIFICI IN MURATURA
Tipo 9)
Attivazione di un cuneo di scorrimento
Tipo 2) e 3)
Lesioni da taglio
Possibile superamento della
resistenza a taglio
Tipo 4) Lesioni da schiacciamento
Tipo 6) e 7)
Lesioni di distacco delle pareti
Tipo 1) e 5)
Lesioni dovute a concentrazioni
localizzate di tensione
Tipo 10) Danneggiamento catene
Tipo 11)
Lesioni orizzontali tra muro e solaio
Sezione 4
EDIFICI IN MURATURA
Prof. Ing. A. TralliProf. Ing. A. TralliProf. Ing. A. Tralli
Sezione 4
EDIFICI IN MURATURA
Prof. Ing. A. Tralli
Prof. Ing. A. Tralli
Prof. Ing. A. Tralli
Sezione 4
EDIFICI IN CEMENTO ARMATO
Lesioni diagonali e rottura per
taglio del tamponamento
Rottura e ribaltamento del
tamponamento
Sezione 4
EDIFICI IN CEMENTO ARMATO
Qualità del calcestruzzo?
Congestione ferri nei nodi
Assenza di staffe
Sezione 4
EDIFICI IN CEMENTO ARMATO
Lesione a taglio su pilastro
Scala in c.a.
Sezione 4
EDIFICI IN CEMENTO ARMATO
Ginocchio della scala
Sezione 4
EDIFICI IN ACCIAIO
Rottura di un fazzoletto
metallico
Danno al controvento metallico
Rottura del controvento
Sezione 4
EDIFICI IN LEGNO
a) b) c) d)
Spacco Espulsione di
tasselli
Strappo Trazione
Esempi di rotture fragili per collegamenti legno - chiodi metallici
Sezione 5
RILEVANZA DEL DANNO AGLI ELEMENTI NON STRUTTURALI:
• Ai fini della salvaguardia della vita umana → giudizio di agibilità
• Descrizione generale degli effetti del sisma → Stime di carattere economico
Sezione 6
Esempi:
Caso 1) → Crolli imminenti o parziali di edifici adiacenti, caduta di comignoli, tegole, grondaie;
Caso 2) → Danneggiamento alla rete di distribuzione del gas nel tratto esterno di adduzione all’edificio;
Caso 3) → Crolli imminenti o parziali di versanti, muri di sostegno danneggiati e instabili:
Presenza di corti internePredisposizione di opere insieme all’Ufficio Tecnico Comunale
per mettere in sicurezza l’intero isolato o il quartiere
Sezione 7
Richiesta un’analisi qualitativa e descrittiva sulla base di una constatazione di evidenza
Informazioni su:
• Morfologia del sito
• Dissesti alle fondazioni
→ Fondazioni su pendio in forte pendenza o piani di posa differenziati
→ riconducibili all’azione del sisma o eventi preesistenti all’evento
Fattori che incidono sul RISCHIO GEOTECNICO
compatibilmente con il carattere SPEDITIVO del sopralluogo
Tra le attività di gestione dell’emergenza post-sismica vi è l’ANALISI E CONTROLLO DEI FENOMENI FRANOSI
Sezione 8
Valutazione del rischio
Esterno: legato alle condizioni di rischio indotte dal contesto circostante
sull’edifico, sulle vie di accesso/fuga, con riferimento al pericolo crolli da
costruzioni adiacenti, da collasso delle reti di distribuzione o versanti
incombenti;
Strutturale: legato alle condizioni degli elementi strutturali dell’edificio, in relazione allo stato di danneggiamento e alle
caratteristiche tipologico-costruttive;
Non strutturale: legato alle condizioni degli elementi non strutturali dell’edificio;
Geotecnico: legato alle condizioni di rischio derivanti dalla situazione geotecnica, con riferimento alla morfologia del
sito e alle condizioni delle fondazioni.
Valutazione del rischio
Basso: legato a danneggiamenti nulli o leggeri e caratteristiche
costruttive favorevoli;
Basso con provvedimenti: la condizione di agibilità può essere recuperata attraverso la realizzazione di
provvedimenti di pronto intervento e rapida realizzazione, che consistono i opere di entità limitata e facile esecuzione,
non necessitanti di progettazione;
Alto: la condizione di agibilità può essere recuperata mediante realizzazione di interventi ‘’pesanti’’, non realizzabili
nei tempi di prima emergenza
Esito di agibilità
Esito A
• Possibilità di utilizzo dell’edificio;
• Funzionalità non alterata dall’evento sismico;
• La riparazione dei danni non pregiudica il
mantenimento dell’esercizio dell’edificio;
• La squadra non deve indicare provvedimenti di P.I.
Esito di agibilità
Esito B
• Il recupero dell’agibilità è subordinato a provvedimenti
di P.I.;
• La squadra deve specificare se la temporanea
inagibilità riguarda è TOTALE o PARZIALE e
specificare (in Sez. 9);
• Specificare i provvedimenti ai fini dell’agibilità e riferirli
al Comune;
• I provvedimenti devono essere di entità limitata,
realizzabili in breve tempo con spesa modesta e in
essenza di intervento progettuale.
Esito di agibilità
Esito C
• È inagibile una porzione di edificio;
• La squadra deve specificare, in Sez. 9, qual è la
porzione in esame;
• Parziale inagibilità ≠ parziale danneggiamento
(ulteriori danni della zona inagibile possono compromettere la stabilità della
restante porzione, o delle vie di accesso?)
• Unità immobiliari inagibili e nuclei familiari da evacuare
Esito di agibilità
Esito D
• Incertezze sul giudizio di agibilità;
• Temporanea inagibilità fino a nuovo sopralluogo da
parte di un’altra squadra;
• Esito da adottare in caso di effettiva necessità poiché,
data la speditività del sopralluogo, l’incertezza
dovrebbe riguardare aspetti che esulano dall’ambito di
competenza della squadra stessa;
• La squadra deve specificare nella Sez. 9 il tipo di
approfondimento richiesto;
Esito di agibilità
Esito E
• La riparazione dei danni non eseguibile nel periodo di
prima emergenza ma nella successiva fase di
ricostruzione;
• La squadra deve indicare provvedimenti di P.I;
finalizzati a rimuovere condizioni che possono causare
pericolo alla pubblica e privata incolumità:
Esito di agibilità
Esito F
• Opzione che può essere utilizzata in aggiunta alla
valutazione sull’esito intrinseco dell’edificio;
• Sono presenti condizioni di rischio connesse a cause
esterne all’immobile (crolli e/o cadute da costruzioni adiacenti,
collasso reti di distribuzione);
• La squadra deve indicare la natura delle cause esterne
in Sez. 9.
Esito di agibilità
• Dipende dal livello di completezza del sopralluogo;
• Visita completa = presa visione di almeno 2/3 dell’edificio;
• Autonomia della squadra ritenere completo anche un
sopralluogo in cui si è visitato meno dei 2/3 dell’edificio, o
solo l’esterno;
Esito di agibilità
Dipende dal livello di completezza del sopralluogo;
Sezione 9
• Annotazioni di carattere particolare in funzione dell’ESITO di agibilità,
• specificazioni in merito alle PORZIONI INAGIBILI,
• proposte di PROVVEDIMENTI DI PRONTO INTERVENTO,
• ragioni per cui è necessario ULTERIORE SOPRALLUOGO,
• possibili CAUSE DI RISCHIO ESTERNO
COMPILAZIONE DELLE SCHEDE AEDES
Per la massima efficacia delle ispezioni e per la sicurezza degli operatori occorre disporre
di un’attrezzatura minima, in particolare:
• una torcia elettrica per esaminare locali privi di illuminazione (cantine o sottotetti);
• un distanziometro, un doppio metro e una rollina metrica;
• uno scalpello e/o un martello e/o un maleppèggio (arnese da muratore analogo al piccone, ma più
piccolo, nel quale i due tagli sono disposti l’uno perpendicolarmente all’altro) per effettuare saggi sui
materiali;
• un binocolo per esaminare dettagli lontani;
• una livella o un filo a piombo per valutare i fuori piombo;
• dispositivi di protezione individuale (casco, guanti, scarponcini, etc.);
• macchina fotografica
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  • 2. AeDES Agibilità e Danno nell’Emergenza Sismica Finalità: rilevamento speditivo delle caratteristiche tipologiche, del danno e dell’agibilità degli edifici ordinari nella fase di emergenza che segue il terremoto. Si applica all’edilizia per abitazioni e/o servizi ma non ad edifici a tipologia specialistica (capannoni industriali, edilizia sportiva, teatri, chiese, etc.) o monumentale.
  • 3. AeDES La scheda AeDES nasce a valle delle esperienze maturate sul campo attraverso l’utilizzazione di diverse schede a vari livelli di dettaglio utilizzate in occasione di terremoti passati, quali Irpinia ’80, Abruzzo ’84, Basilicata ’90, Reggio Emilia ’96. Pronto intervento Informazioni sintetiche ed esaustive Le verifiche di agibilità post-sismica vengono svolte su quegli edifici che sono stati dichiarati non utilizzabili a seguito della verifica FAST finalizzata a selezionare gli edifici agibili rispetto a quelli non utilizzabili immediatamente. Il professionista che ha redatto la scheda FAST non può compilare, per lo stesso edificio, anche la scheda AeDES.
  • 4. AeDES Agibilità e Danno nell’Emergenza Sismica Agibilità: possibilità di utilizzare l’edificio nel corso della crisi sismica Danno: variazione della condizione dell’edificio rispetto alla sua condizione originaria di riferimento, in termini di capacità portante
  • 5. AeDES Agibilità e Danno nell’Emergenza Sismica La valutazione di agibilità in emergenza post-sismica è una valutazione temporanea e speditiva – vale a dire formulata sulla base di un giudizio esperto e condotta in tempi limitati, in base alla semplice analisi visiva ed alla raccolta di informazioni facilmente accessibili – volta a stabilire se, in presenza di una crisi sismica in atto, gli edifici colpiti dal terremoto possano essere utilizzati restando ragionevolmente protetta la vita umana.
  • 6. AeDES Chi può compilare le schede AeDES? art. 1 Ordinanza n. 10 del Commissario per la ricostruzione. • I professionisti iscritti agli ordini e collegi professionali nazionali degli architetti, degli ingegneri, dei geometri, dei periti edili, «abilitati all'esercizio della professione relativamente a competenze di tipo tecnico e strutturale nell'ambito dell'edilizia». • Gli iscritti all'elenco speciale dei professionisti abilitati a intervenire nella ricostruzione. • Può essere una persona diversa dal tecnico incaricato di elaborare il progetto per la riparazione dei danni o per la ricostruzione.
  • 7. AeDES Come si procede all’ispezione? 1) Esterno: è chiaramente pericolante? SI STOP! ci sono materiali pericolosi? NO Si prosegue all’interno 2) Interno: si cercano danni evidenti in posizioni significative 3) Cosa portare con te: una torcia elettrica per esaminare locali senza luce (cantine o sottotetto); un distanziometro, un doppio metro e una rollina metrica; uno scalpello e un martello e/o un maleppèggio (arnese da muratore analogo al piccone, ma più piccolo, nel quale i due tagli sono disposti l’uno perpendicolarmente all’altro) per effettuare saggi sui materiali; un binocolo per esaminare dettagli lontani; una livella o un filo a piombo per valutare i fuori piombo; dispositivi di protezione individuale (casco, guanti, scarponcini, etc.); macchina fotografica, al fine di allegare immediatamente una o più immagini fotografiche alla Sezione 9 della Scheda.
  • 9. Sezione 1 Lo compila il Centro di Coordinamento
  • 10. Sezione 1 Pre-assegnato dalla Funzione Censimento Danni e Agibilità post evento del Centro di Coordinamento o assegnato dopo il sopralluogo in collaborazione tra la squadra e il Comune La cartografia del territorio comunale potrebbe svilupparsi su più fogli Pre-assegnato in mappa dal Comune o assegnato dopo il sopralluogo o assegnato in collaborazione tra la squadra e il Comune
  • 12. Sezione 2 L’altezza fuori terra (ovvero l’altezza media fuori terra nel caso di edifici posti su pendio) è inferiore ad 1/2 dell’altezza totale del piano.
  • 13. Sezione 2 Un edificio (che ospita un Servizio Pubblico) qualificato come indispensabile all’espletamento stesso delle funzioni di Protezione Civile, come ad esempio gli ospedali, le sedi comunali, le caserme dei Vigili del Fuoco, dei Carabinieri, etc.. Qualunque locale preposto all’accumulo di materiale, ad attività di magazzinaggio, etc.; sono da escludersi eventuali garage o cantine annessi ad unità abitative Prima del sisma! Numero medio di persone normalmente presenti, che, prima dell’evento, occupavano l’edificio con continuità per ragioni di attività o residenza Non l’uso!
  • 15. Volte in muratura senza/con catene
  • 16. Travi con soletta deformabile Solai in legno a semplice o doppia orditura (travi e travicelli) con tavolato ligneo semplice o elementi laterizi (mezzane), eventualmente finito con caldana in battuto di lapillo o materiali di risulta (cretonato). Solai in putrelle e voltine realizzate in mattoni, pietra o conglomerati. In entrambi i casi se è stato realizzato un irrigidimento, mediante tavolato doppio o, meglio ancora, soletta armata ben collegata alle travi, tali solai potrebbero intendersi rigidi o semirigidi, in base al livello di collegamento tra gli elementi. Solai in legno con mezzane S. in legno con tavolato a semplice orditura S. con putrelle e voltine
  • 17. Travi con soletta semirigida Solai in legno con doppio tavolato incrociato eventualment e finito con una soletta di ripartizione in cemento armato. Solai in putrelle e tavelloni ad intradosso piano. Solai in laterizi prefabbricati tipo SAP.
  • 18. Travi con soletta rigida Solai in cemento armato a soletta piena. Solai in latero- cemento con elementi laterizi e travetti, in opera o prefabbricati.
  • 19. Sezione 3 • Elevata vulnerabilità per azioni fuori del piano, con tendenza allo scompaginamento ed allo sfaldamento dell’apparecchio murario, anche per instabilità, sotto carichi verticali, dei singoli paramenti mal collegati o non collegati; • scarsa resistenza per azioni nel piano, a causa sia della scarsa resistenza intrinseca dei materiali, ed in particolare della malta, sia per lo scarso attrito che può svilupparsi tra gli elementi lapidei, in relazione alla configurazione dell’apparecchio murario. • Bassa vulnerabilità per azioni fuori del piano, sempre che la parete sia correttamente vincolata superiormente ed inferiormente a solai rigidi o semirigidi, in grado di ridistribuire le azioni sismiche alle pareti parallele all’azione, con comportamento monolitico della parete stessa; • media o elevata resistenza per azioni nel piano della parete, grazie alla resistenza intrinseca dei materiali, in particolare della malta, e/o per l’attrito che può svilupparsi tra i blocchi o gli elementi lapidei, in relazione alla configurazione regolare dell’apparecchio murario.
  • 23. Le coperture Le coperture influenzano in modo positivo o negativo il comportamento sismico dell’edificio essenzialmente tramite due fattori: il peso e l’eventuale effetto spingente sulle murature perimetrali. Per un edificio in muratura la condizione ideale è quella di una copertura, leggera, rigida e resistente e ben collegata alla struttura muraria, ossia una copertura che trasmette basse forze d’inerzia (leggerezza) e ridistribuisce le forze sismiche tra le pareti parallele alle azioni, costituendo un ottimo vincolo per le pareti sollecitate fuori del piano. • Spingente pesante: la massa elevata causa la nascita di forze sismiche notevoli, mentre l’effetto spingente favorisce il collasso fuori del piano delle pareti sottostanti
  • 24. Le coperture • Non spingente pesante: la pesantezza è associata alla tipologia di solaio latero-cementizio, che però, in generale, garantisce una buona resistenza e rigidezza nel piano e quindi una capacità di ridistribuzione delle forze sismiche sulle pareti più idonee a sostenerle. Per contro l’eccessiva pesantezza può determinare forze, sia statiche sia dinamiche, che possono superare la resistenza delle murature, specie se di scarsa qualità.
  • 25. Elementi strutturali Elementi secondari che possono modificare la risposta sismica Quota parte di danno che si valuta preesistente al sisma Estensione del danno riferita all’edificio intero Sezione 4 Attenzione!! ai rapporti percentuali relativi al num. di piani danneggiati rispetto al num. di piani totali e in ogni piano le superfici danneggiate sul totale delle superfici del piano.
  • 26. Sezione 4 Livello di danno D0 danno nullo; D1 danno leggero: non cambia in modo significativo la resistenza della struttura e non pregiudica la sicurezza degli occupanti a causa di possibili cadute di elementi non strutturali; D2-D3 danno medio-grave: potrebbe anche cambiare in modo significativo la resistenza della struttura, senza che però venga avvicinato palesemente il limite del crollo parziale di elementi strutturali principali; D4-D5 danno gravissimo: modifica in modo evidente la resistenza della struttura portandola vicino al limite del crollo parziale o totale di elementi strutturali principali. È incluso il collasso.
  • 27. Sezione 4 Provvedimenti di PRONTO INTERVENTO Per ogni componente strutturale si indica il provvedimento di pronto intervento eseguito già PRIMA del sopralluogo. • Possibilità di multiscelta ( → più di un provvedimento P.I. sulla stessa riga) • Se il danno è NULLO → non si annerisce nessuna casella, neppure la voce ‘’Nessuno’’
  • 28. Sezione 4 EDIFICI IN MURATURA Tipo 9) Attivazione di un cuneo di scorrimento Tipo 2) e 3) Lesioni da taglio Possibile superamento della resistenza a taglio Tipo 4) Lesioni da schiacciamento Tipo 6) e 7) Lesioni di distacco delle pareti Tipo 1) e 5) Lesioni dovute a concentrazioni localizzate di tensione Tipo 10) Danneggiamento catene Tipo 11) Lesioni orizzontali tra muro e solaio
  • 29. Sezione 4 EDIFICI IN MURATURA Prof. Ing. A. TralliProf. Ing. A. TralliProf. Ing. A. Tralli
  • 30. Sezione 4 EDIFICI IN MURATURA Prof. Ing. A. Tralli Prof. Ing. A. Tralli Prof. Ing. A. Tralli
  • 31. Sezione 4 EDIFICI IN CEMENTO ARMATO Lesioni diagonali e rottura per taglio del tamponamento Rottura e ribaltamento del tamponamento
  • 32. Sezione 4 EDIFICI IN CEMENTO ARMATO Qualità del calcestruzzo? Congestione ferri nei nodi Assenza di staffe
  • 33. Sezione 4 EDIFICI IN CEMENTO ARMATO Lesione a taglio su pilastro Scala in c.a.
  • 34. Sezione 4 EDIFICI IN CEMENTO ARMATO Ginocchio della scala
  • 35. Sezione 4 EDIFICI IN ACCIAIO Rottura di un fazzoletto metallico Danno al controvento metallico Rottura del controvento
  • 36. Sezione 4 EDIFICI IN LEGNO a) b) c) d) Spacco Espulsione di tasselli Strappo Trazione Esempi di rotture fragili per collegamenti legno - chiodi metallici
  • 37. Sezione 5 RILEVANZA DEL DANNO AGLI ELEMENTI NON STRUTTURALI: • Ai fini della salvaguardia della vita umana → giudizio di agibilità • Descrizione generale degli effetti del sisma → Stime di carattere economico
  • 38. Sezione 6 Esempi: Caso 1) → Crolli imminenti o parziali di edifici adiacenti, caduta di comignoli, tegole, grondaie; Caso 2) → Danneggiamento alla rete di distribuzione del gas nel tratto esterno di adduzione all’edificio; Caso 3) → Crolli imminenti o parziali di versanti, muri di sostegno danneggiati e instabili: Presenza di corti internePredisposizione di opere insieme all’Ufficio Tecnico Comunale per mettere in sicurezza l’intero isolato o il quartiere
  • 39. Sezione 7 Richiesta un’analisi qualitativa e descrittiva sulla base di una constatazione di evidenza Informazioni su: • Morfologia del sito • Dissesti alle fondazioni → Fondazioni su pendio in forte pendenza o piani di posa differenziati → riconducibili all’azione del sisma o eventi preesistenti all’evento Fattori che incidono sul RISCHIO GEOTECNICO compatibilmente con il carattere SPEDITIVO del sopralluogo Tra le attività di gestione dell’emergenza post-sismica vi è l’ANALISI E CONTROLLO DEI FENOMENI FRANOSI
  • 41. Valutazione del rischio Esterno: legato alle condizioni di rischio indotte dal contesto circostante sull’edifico, sulle vie di accesso/fuga, con riferimento al pericolo crolli da costruzioni adiacenti, da collasso delle reti di distribuzione o versanti incombenti; Strutturale: legato alle condizioni degli elementi strutturali dell’edificio, in relazione allo stato di danneggiamento e alle caratteristiche tipologico-costruttive; Non strutturale: legato alle condizioni degli elementi non strutturali dell’edificio; Geotecnico: legato alle condizioni di rischio derivanti dalla situazione geotecnica, con riferimento alla morfologia del sito e alle condizioni delle fondazioni.
  • 42. Valutazione del rischio Basso: legato a danneggiamenti nulli o leggeri e caratteristiche costruttive favorevoli; Basso con provvedimenti: la condizione di agibilità può essere recuperata attraverso la realizzazione di provvedimenti di pronto intervento e rapida realizzazione, che consistono i opere di entità limitata e facile esecuzione, non necessitanti di progettazione; Alto: la condizione di agibilità può essere recuperata mediante realizzazione di interventi ‘’pesanti’’, non realizzabili nei tempi di prima emergenza
  • 43. Esito di agibilità Esito A • Possibilità di utilizzo dell’edificio; • Funzionalità non alterata dall’evento sismico; • La riparazione dei danni non pregiudica il mantenimento dell’esercizio dell’edificio; • La squadra non deve indicare provvedimenti di P.I.
  • 44. Esito di agibilità Esito B • Il recupero dell’agibilità è subordinato a provvedimenti di P.I.; • La squadra deve specificare se la temporanea inagibilità riguarda è TOTALE o PARZIALE e specificare (in Sez. 9); • Specificare i provvedimenti ai fini dell’agibilità e riferirli al Comune; • I provvedimenti devono essere di entità limitata, realizzabili in breve tempo con spesa modesta e in essenza di intervento progettuale.
  • 45. Esito di agibilità Esito C • È inagibile una porzione di edificio; • La squadra deve specificare, in Sez. 9, qual è la porzione in esame; • Parziale inagibilità ≠ parziale danneggiamento (ulteriori danni della zona inagibile possono compromettere la stabilità della restante porzione, o delle vie di accesso?) • Unità immobiliari inagibili e nuclei familiari da evacuare
  • 46. Esito di agibilità Esito D • Incertezze sul giudizio di agibilità; • Temporanea inagibilità fino a nuovo sopralluogo da parte di un’altra squadra; • Esito da adottare in caso di effettiva necessità poiché, data la speditività del sopralluogo, l’incertezza dovrebbe riguardare aspetti che esulano dall’ambito di competenza della squadra stessa; • La squadra deve specificare nella Sez. 9 il tipo di approfondimento richiesto;
  • 47. Esito di agibilità Esito E • La riparazione dei danni non eseguibile nel periodo di prima emergenza ma nella successiva fase di ricostruzione; • La squadra deve indicare provvedimenti di P.I; finalizzati a rimuovere condizioni che possono causare pericolo alla pubblica e privata incolumità:
  • 48. Esito di agibilità Esito F • Opzione che può essere utilizzata in aggiunta alla valutazione sull’esito intrinseco dell’edificio; • Sono presenti condizioni di rischio connesse a cause esterne all’immobile (crolli e/o cadute da costruzioni adiacenti, collasso reti di distribuzione); • La squadra deve indicare la natura delle cause esterne in Sez. 9.
  • 49. Esito di agibilità • Dipende dal livello di completezza del sopralluogo; • Visita completa = presa visione di almeno 2/3 dell’edificio; • Autonomia della squadra ritenere completo anche un sopralluogo in cui si è visitato meno dei 2/3 dell’edificio, o solo l’esterno;
  • 50. Esito di agibilità Dipende dal livello di completezza del sopralluogo;
  • 51. Sezione 9 • Annotazioni di carattere particolare in funzione dell’ESITO di agibilità, • specificazioni in merito alle PORZIONI INAGIBILI, • proposte di PROVVEDIMENTI DI PRONTO INTERVENTO, • ragioni per cui è necessario ULTERIORE SOPRALLUOGO, • possibili CAUSE DI RISCHIO ESTERNO
  • 52. COMPILAZIONE DELLE SCHEDE AEDES Per la massima efficacia delle ispezioni e per la sicurezza degli operatori occorre disporre di un’attrezzatura minima, in particolare: • una torcia elettrica per esaminare locali privi di illuminazione (cantine o sottotetti); • un distanziometro, un doppio metro e una rollina metrica; • uno scalpello e/o un martello e/o un maleppèggio (arnese da muratore analogo al piccone, ma più piccolo, nel quale i due tagli sono disposti l’uno perpendicolarmente all’altro) per effettuare saggi sui materiali; • un binocolo per esaminare dettagli lontani; • una livella o un filo a piombo per valutare i fuori piombo; • dispositivi di protezione individuale (casco, guanti, scarponcini, etc.); • macchina fotografica SPESSIMETRO – TERMOCAMERA