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Dopo il 20 maggio 2012 è necessario essere consapevoli
del rischio sismico cui la nostra città è soggetta.
Ferrara è situata in una zona che dal 2003 è classificata a
pericolosità sismica 3: ciò significa che il nostro territorio è
interessato, come la quasi totalità del territorio italiano, da
possibili terremoti e conseguentemente dobbiamo essere
preparati a confrontarci con questa realtà.
Per mitigare il rischio sismico, cioè per ridurre la quantità di
danni a edifici e persone, causati da una possibile scossa
tellurica, dobbiamo conoscere gli effetti che essa può avere
su ciò che ci circonda. Per questo è necessario studiare il
sottosuolo e conoscere bene le nostre abitazioni.
Lo studio del sottosuolo, che consente di sapere come le
diverse zone urbane potrebbero rispondere alle onde sismi-
che, compete al Comune ed è in corso di realizzazione, in
collaborazione con tecnici e geologi.
Tuttavia la sicurezza delle nostre case è una responsabilità
individuale che spetta al proprietario dell’immobile. Perciò
è importante sapere come possiamo renderle meno vulnera-
bili e essere noi stessi più sicuri nelle nostre abitazioni.
raccolti dopo i terremoti più recenti, lo stato di buona con-
servazione di un edificio è un elemento importantissimo per
contenere i danni potenzialmente provocati da scosse di
terremoto. Per questo la cura costante, protratta nel tempo,
della propria casa diventa una “buona abitudine” che tutti
noi possiamo e dobbiamo avere.
Una “buona abitudine” che ci permette di intervenire e met-
tere riparo a piccoli problemi che se dimenticati possono
diventare fonte di pericolo e aumentare il livello di vulnera-
bilità sismica delle nostre abitazioni. Avere cura costante
significa anche rimanere attenti al problemi e poter rilevare
il degrado prima che diventi emergenza.
La prevenzione del rischio sismico comincia dalle nostre case
L’ANALISI DI VULNERABILITA’ SISMICA
Il punto di partenza è sapere che soltanto l’analisi di vulne-
rabilità sismica consente di conoscere, secondo criteri tecni-
co-scientifici la propensione di un edificio a subire danni a
causa delle sollecitazioni provocate dal terremoto. In gene-
rale, ciò dipende dal tipo di terreno su cui è costruito, dai
materiali impiegati, dalle caratteristiche costruttive e dal
suo stato di manutenzione complessivo.
Capire lo stato di sicurezza sismica degli edifici del centro
storico non è un percorso facile: non sono stati costruiti se-
condo gli odierni criteri antisismici e sono stati certamente
rimaneggiati più volte nei secoli, non sappiamo neanche
bene come. Serve allora l’intervento di professionisti in gra-
do di fare un’analisi di vulnerabilità, cioè stabilire quali sono
gli elementi di debolezza delle nostre case e all’occorrenza
decidere come intervenire.
CAPIRE GLI ELEMENTI DI DEBOLEZZA DEGLI EDIFICI
Sono numerosi gli interventi che possono peggiorare la ri-
sposta sismica di un fabbricato storico. Si indebolisce un
edificio quando per ampliare dei vani o per aprire nuove por-
te vengono demoliti muri maestri o pilastri, come spesso è
stato fatto nel centro storico per ricavare negozi. Le pareti
antiche vengono rese più fragili quando si fanno passare i
tubi per l’acqua, il metano, il riscaldamento o i cavi elettrici
nel loro interno o vengono ricavate nicchie nel muro per i
contatori. L’edificio aumenta la sua vulnerabilità quando si
appesantiscono i piani superiori con sopraelevazioni e con
l’introduzione di elementi che aggiungono peso alla struttu-
ra. Solo dopo un’adeguata valutazione della vulnerabilità è
possibile effettuare interventi di miglioramento sismico.
Alcuni interventi tipici sono quelli di potenziare la connes-
sione tra loro delle pareti, di ancorarle meglio con i solai me-
diante catene, cordoli leggeri o opportuni connettori.
L’IMPORTANZA DELLA COSTANTE MANUTENZIONE DELLE
NOSTRE CASE
Se dunque solo un’indagine tecnica ad ampio spettro quale è
l’analisi di vulnerabilità sismica è in grado di darci una lettu-
ra globale e certificata dello stato di “salute sismica” del no-
stro edificio, gli esperti sono tuttavia unanimemente concor-
di nel ritenere che, così come insegnano anche i dati empirici
Momenti dei Laboratori partecipati di prevenzione al danno sismico, Sala della Musica, Ferrara, Marzo – Maggio 2013 e di
Una passeggiata tra geologia, architettura e storia urbana. La città sul fiume: Ferrara dal VII al XII secolo, 4 Maggio 2013
Alcune di queste “buone abitudini” sono illustrate nella pa-
gina centrale di questo depliant e sono il frutto del lavoro
svolto nell’ambito del progetto Laboratori partecipati di pre-
venzione del danno sismico che nel periodo dicembre 2012 -
giugno 2013 ha visto cittadini, esperti, operatori urbani e
Pubblica Amministrazione riflettere, ragionare insieme e
individuare delle azioni concrete da compiere peri una cultu-
ra diffusa della prevenzione sismica a Ferrara.
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  • 1.
  • 2. Dopo il 20 maggio 2012 è necessario essere consapevoli del rischio sismico cui la nostra città è soggetta. Ferrara è situata in una zona che dal 2003 è classificata a pericolosità sismica 3: ciò significa che il nostro territorio è interessato, come la quasi totalità del territorio italiano, da possibili terremoti e conseguentemente dobbiamo essere preparati a confrontarci con questa realtà. Per mitigare il rischio sismico, cioè per ridurre la quantità di danni a edifici e persone, causati da una possibile scossa tellurica, dobbiamo conoscere gli effetti che essa può avere su ciò che ci circonda. Per questo è necessario studiare il sottosuolo e conoscere bene le nostre abitazioni. Lo studio del sottosuolo, che consente di sapere come le diverse zone urbane potrebbero rispondere alle onde sismi- che, compete al Comune ed è in corso di realizzazione, in collaborazione con tecnici e geologi. Tuttavia la sicurezza delle nostre case è una responsabilità individuale che spetta al proprietario dell’immobile. Perciò è importante sapere come possiamo renderle meno vulnera- bili e essere noi stessi più sicuri nelle nostre abitazioni. raccolti dopo i terremoti più recenti, lo stato di buona con- servazione di un edificio è un elemento importantissimo per contenere i danni potenzialmente provocati da scosse di terremoto. Per questo la cura costante, protratta nel tempo, della propria casa diventa una “buona abitudine” che tutti noi possiamo e dobbiamo avere. Una “buona abitudine” che ci permette di intervenire e met- tere riparo a piccoli problemi che se dimenticati possono diventare fonte di pericolo e aumentare il livello di vulnera- bilità sismica delle nostre abitazioni. Avere cura costante significa anche rimanere attenti al problemi e poter rilevare il degrado prima che diventi emergenza. La prevenzione del rischio sismico comincia dalle nostre case L’ANALISI DI VULNERABILITA’ SISMICA Il punto di partenza è sapere che soltanto l’analisi di vulne- rabilità sismica consente di conoscere, secondo criteri tecni- co-scientifici la propensione di un edificio a subire danni a causa delle sollecitazioni provocate dal terremoto. In gene- rale, ciò dipende dal tipo di terreno su cui è costruito, dai materiali impiegati, dalle caratteristiche costruttive e dal suo stato di manutenzione complessivo. Capire lo stato di sicurezza sismica degli edifici del centro storico non è un percorso facile: non sono stati costruiti se- condo gli odierni criteri antisismici e sono stati certamente rimaneggiati più volte nei secoli, non sappiamo neanche bene come. Serve allora l’intervento di professionisti in gra- do di fare un’analisi di vulnerabilità, cioè stabilire quali sono gli elementi di debolezza delle nostre case e all’occorrenza decidere come intervenire. CAPIRE GLI ELEMENTI DI DEBOLEZZA DEGLI EDIFICI Sono numerosi gli interventi che possono peggiorare la ri- sposta sismica di un fabbricato storico. Si indebolisce un edificio quando per ampliare dei vani o per aprire nuove por- te vengono demoliti muri maestri o pilastri, come spesso è stato fatto nel centro storico per ricavare negozi. Le pareti antiche vengono rese più fragili quando si fanno passare i tubi per l’acqua, il metano, il riscaldamento o i cavi elettrici nel loro interno o vengono ricavate nicchie nel muro per i contatori. L’edificio aumenta la sua vulnerabilità quando si appesantiscono i piani superiori con sopraelevazioni e con l’introduzione di elementi che aggiungono peso alla struttu- ra. Solo dopo un’adeguata valutazione della vulnerabilità è possibile effettuare interventi di miglioramento sismico. Alcuni interventi tipici sono quelli di potenziare la connes- sione tra loro delle pareti, di ancorarle meglio con i solai me- diante catene, cordoli leggeri o opportuni connettori. L’IMPORTANZA DELLA COSTANTE MANUTENZIONE DELLE NOSTRE CASE Se dunque solo un’indagine tecnica ad ampio spettro quale è l’analisi di vulnerabilità sismica è in grado di darci una lettu- ra globale e certificata dello stato di “salute sismica” del no- stro edificio, gli esperti sono tuttavia unanimemente concor- di nel ritenere che, così come insegnano anche i dati empirici Momenti dei Laboratori partecipati di prevenzione al danno sismico, Sala della Musica, Ferrara, Marzo – Maggio 2013 e di Una passeggiata tra geologia, architettura e storia urbana. La città sul fiume: Ferrara dal VII al XII secolo, 4 Maggio 2013 Alcune di queste “buone abitudini” sono illustrate nella pa- gina centrale di questo depliant e sono il frutto del lavoro svolto nell’ambito del progetto Laboratori partecipati di pre- venzione del danno sismico che nel periodo dicembre 2012 - giugno 2013 ha visto cittadini, esperti, operatori urbani e Pubblica Amministrazione riflettere, ragionare insieme e individuare delle azioni concrete da compiere peri una cultu- ra diffusa della prevenzione sismica a Ferrara.