Presentazione Progetto Professionalità Luglio 2014
DSA: diagnosi e profili di fuzionamento
1. Christina Bachmann, GdL DSA e BES del CNOP
VicepresidenteOrdine degli Psicologi della Toscana
DSA
DIAGNOSI E
PROFILI DI
FUNZIONAMENTO
2. DIAGNOSI
La diagnosi (dal greco dià,
attraverso, e gnosis,
conoscenza) è la procedura
di ricondurre un fenomeno
(o un gruppo di fenomeni),
dopo averne considerato
ogni aspetto, a una
categoria.
Anche il risultato di una
tale classificazione si
chiama diagnosi.
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3. CODICI NOSOGRAFICI
Tratto da “I DSA e gli altri BES. Indicazioni per la pratica professionale”, documento del Consiglio Nazionale degli Psicologi, www.psy.it
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4. MAPPA SUI DSA
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6. L.170 del 8 Ottobre 2010
Decreto ministeriale del 12 Luglio 2011
Linee guida per il diritto allo studio degli alunni
e degli studenti con disturbi specifici di
apprendimento, allegate al decreto
ministeriale del 12 luglio 2011
LEGGE SUI DSA
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Raccomandazioni per la pratica
clinica definite con il metodo della
Consensus Conference (2007)
Consensus Conference Istituto
Superiore di Sanità (2011)
Documento d'intesa elaborato da
parte del PARCC in risposta a
quesiti sui disturbi evolutivi
specifici dell’apprendimento
(2011)
Decreto ministeriale del 12 Luglio
2011 con allegate Linee guida per
il diritto allo studio degli alunni e
degli studenti con disturbi
specifici di apprendimento
Direttiva Ministeriale BES
27/12/2012
C.M.8 del 06/03/2013
Nota 22/11/2013
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10. Hanno diritto alle stesse misure dei DSA!
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11. Senza un quadro ben definito delle competenze nelle
varie abilità matematiche, non è possibile impostare
un piano di intervento efficace, che preveda il
potenziamento delle abilità carenti e la scelta degli
opportuni strumenti da utilizzare a scuola.
La diagnosi è infatti fondamentale per progettare un
adeguato piano di trattamento.
Una buona diagnosi
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14. DIAGNOSI FUNZIONALE
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La diagnosi funzionale descrive il profilo di
funzionamento, completa la diagnosi clinica
ed è contenuta nella relazione clinica.
La necessità che la diagnosi sia anche di tipo
funzionale è specificata nell’Accordo Stato-
Regioni (2012).
15. DIAGNOSI FUNZIONALE
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L’approfondimento del profilo del disturbo è
fondamentale per la qualificazione funzionale
del disturbo e per comprendere meglio le
caratteristiche del soggetto.
È inoltre essenziale per la presa in carico e per
la stesura di un progetto riabilitativo,
necessario all’intervento riabilitativo/
abilitativo (CC-2007 e Accordo Stato-Regioni,
art.3 c.2, 2012).
16. DIAGNOSI FUNZIONALE
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«Evidenziare ciò che di particolare vi è nel
singolo caso è pertinente ai Disturbi rubricati
nei manuali diagnostici e al campo dei DSA in
cui, però, dovrebbe essere integrata con una
“descrizione di un profilo di abilità” -
finalizzato alla progettazione di aiuti allo
sviluppo ottimale delle capacità» (PARCC-
2011, quesito C3).
17. DIAGNOSI FUNZIONALE
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La diagnosi funzionale interessa la valutazione
delle abilità fondamentali o complementari
(linguistiche, percettive, prassiche,
visuomotorie, attentive, mnestiche), dei
fattori ambientali e delle condizioni emotive e
relazionali (CC-2007);
18. DIAGNOSI FUNZIONALE
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comprende inoltre l’esame della comorbidità,
intesa sia come co-occorrenza di altri disturbi
specifici dell’apprendimento sia come
compresenza di altri disturbi evolutivi (ADHD,
disturbi del comportamento, dell’umore, etc.)
(CC-2007).
19. Riferimenti per clinici
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26. QUESITO A7
E’ utile e opportuno prevedere la valutazione di altre
funzioni neuropsicologiche per completare
l’inquadramento diagnostico e prognostico?
Se sì, di quali funzioni e in presenza di quali
condizioni?
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QUALI ALTRE FUNZIONI?
27. DIAGNOSI NOSOGRAFICA
DIAGNOSI FUNZIONALE
B. Ai fini di una diagnosi nosografica non si ritiene
necessaria la valutazione di altre funzioni
neuropsicologiche, se non per la rilevazione di
eventuali comorbidità, in particolare con disturbi del
linguaggio e dell’attenzione.
C. Ai fini di una qualificazione funzionale del
disturbo, per finalità prognostiche e riabilitative, è
invece necessaria la valutazione di altre funzioni
neuropsicologiche.
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28. DISLESSIA
D. In presenza di dislessia, andrebbero indagate
memoria verbale (soprattutto fonologica),
attenzione (soprattutto visiva), linguaggio (a tutti i
livelli di organizzazione, eventualmente con breve
screening iniziale da approfondire se emergono
difficoltà), denominazione rapida, abilità
metafonologiche (accuratezza nelle prime classi,
rapidità più avanti).
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29. DISORTOGRAFIA
E. In presenza di disortografia, andrebbero indagati i
prerequisiti dell’apprendimento (integrazione visuo-
motoria e abilità metafonologiche), le abilità di
attenzione visiva e uditiva, la MBT verbale.
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30. DISGRAFIA
F. In presenza di disgrafia, andrebbero indagate le
abilità motorie generali e fino-manuali, le
competenze visuo-motorie e visuo-percettive,
l’attenzione visiva selettiva e sostenuta, la memoria
motoria e la qualità dell’apprendimento motorio.
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31. DISCALCULIA
G. In presenza di discalculia, nel caso di errori
nell’incolonnamento dei numeri, andrebbero
esplorate anche le abilità prassiche e
l’organizzazione visuo-spaziale.
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32. PUNTI DI DEBOLEZZA
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33. PUNTI DI FORZA
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34. Hanno diritto alle stesse misure dei DSA!
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INDICAZIONI DI TRATTAMENTO
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INDICAZIONI DIDATTICHE
36. LA SCUOLA HA BISOGNO DI
DIAGNOSI PER AIUTARE GLI ALUNNI?
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37. Sappiamo che grazie alla plasticità neuronale un
soggetto con un dominio cognitivo danneggiato può
compensare con strategie adeguate e che tali
strategie compensatorie possono modificare il
profilo del disturbo. Riteniamo che sia questa la sfida
che chiama in causa sia clinici, con gli adeguati
programmi di potenziamento e di abilitazione, sia gli
insegnanti, che sono chiamati a mettere in atto
strategie didattiche che rispondano al diverso modo
di funzionare dei loro alunni.
Una sfida per clinici e scuola
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38. Christina Bachmann, GdL DSA e BES del CNOP
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NON ESISTE L’ALUNNO DSA
O L’ALUNNO BES
ESISTE L’ALUNNO CHE HA UN DSA
O L’ALUNNO CHE HA UN BES