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TIPICITA' MADE IN PUGLIA 
ASSOCIAZIONE " MAT5 " 
• 17 OTTOBRE 2014 
• PAOLO SESSA – LE GEORGICHE Soc. Coop. Agr. 
- Nozioni base di marketing territoriale, 
incentrate alla valorizzazione dei prodotti 
tipici. 
- Le possibili azioni di promozione territoriale a 
Minervino Murge.
Il Marketing 
“il Marketing è la scienza che studia il mercato, con lo 
scopo di sviluppare gli scambi dei prodotti e servizi utili 
a soddisfare i bisogni e i desideri immediati e futuri dei 
consumatori, nella prospettiva di realizzare il profitto 
aziendale e il benessere individuale e 
collettivo.”(Chiariello, 2007)
marketing territoriale 
• metodo operativo adottato dalla pubblica 
amministrazione con lo scopo di conseguire, 
d'intesa con le parti sociali (Associazioni di 
categoria e Organizzazioni sindacali), un più 
consapevole e condiviso sviluppo socio-economico, 
puntando ad elevare in maniera 
diffusa il benessere e la qualità della vita dei 
cittadini, senza stravolgere l'ambiente, la 
storia e la cultura del territorio.
Per la Comprensione, il Marketing 
Territoriale 
• è la disciplina che studia il territorio e il mercato degli 
investitori, con lo scopo di rilevare dati e informazioni utili 
alla definizione e attuazione di un piano strategico di 
marketing territoriale, condiviso da operatori pubblici e 
privati, incentrato sulla promozione e vendita dell’offerta 
territoriale (cioè un prodotto sostanziato da un insieme di 
servizi infrastrutturali, energetici, formativi, etc.) in cambio 
di nuovi investimenti profittevoli, i quali, senza stravolgere 
l’ambiente e la cultura, possano risultare di aiuto anche in 
termini di rafforzamento della competitività e 
dell’internazionalizzazione delle imprese, nella prospettiva 
di accrescere il tasso di occupazione e quindi il benessere 
sociale.” (Chiariello, 2007).
Sul piano operativo il marketing territoriale si 
esprime attraverso tre funzioni fondamentali: 
• 1. Una funzione conoscitiva, lo studio cioè del territorio e del 
mercato degli investitori per rilevare dati e informazioni utili alla 
definizione e attuazione del piano strategico. 
• 2. Una funzione creativa, cioè l’analisi dei dati e delle informazioni 
raccolte in sede di studio del territorio e la definizione del piano 
strategico di marketing territoriale nel quale vengono indicati gli 
obiettivi da raggiungere e le strategie più adeguate per il loro 
raggiungimento, l’indicazione di chi fa cosa e i tempi di realizzo dei 
primi risultati. 
• 3. Una funzione operativa, che consiste nel comunicare ai principali 
investitori l’offerta territoriale e i relativi vantaggi economici 
espressi in complesso e dai singoli elementi di attrazione del 
territorio, nel negoziare l’offerta territoriale con un investimento 
profittevole e nel controllare l’efficacia del programma 
promozionale.
Il marketing territoriale rappresenta un metodo che 
orienta la gestione strategica e operativa dell'offerta 
territoriale in un ambito geografico, ed è basato su 
cinque principi e quattro criteri d'azione. 
• I cinque principi sono: la centralità della 
domanda, la selezione della domanda, il 
posizionamento, l'orientamento a lungo 
termine e il coinvolgimento di tutti gli attori 
rilevanti sul territorio.
• Il primo principio implica che si devono basare gli interventi volti al miglioramento delle 
condizioni di un'offerta territoriale su un'attenta valutazione delle aspettative dei principali 
utenti potenziali a cui l'offerta è rivolta. 
• Il secondo principio, che deriva dal primo, sottolinea la necessità di selezionare la domanda, 
in quanto il territorio deve individuare modalità di scelta della domanda a cui orientare in via 
prioritaria la propria offerta. Questo principio è evidente ad esempio nel mercato turistico, 
con l'affermarsi di tipologie di fruizione turistica sempre più numerose e differenziate. 
• Il terzo principio di metodo riguarda il posizionamento, che consiste nell'identificazione dello 
spazio di mercato dove il sistema economico e produttivo del territorio intende eccellere 
rispetto a quelli collocati in altri contesti geografici. Impostare le azioni per lo sviluppo 
economico del territorio sulla base di una scelta di posizionamento garantisce concretezza 
alla definizione della visione verso cui il territorio dovrebbe evolvere e implica orientamenti 
piuttosto precisi da parte degli organi di governo circa le aree dell'offerta territoriale su cui 
investire in via prioritaria. 
• Il quarto principio riguarda l'orientamento a lungo termine ed è connaturato nel fatto che gli 
interventi su gran parte dei fattori che caratterizzano un'offerta territoriale richiedono un 
orizzonte temporale almeno di medio termine per produrre effetti concreti. 
• Il quinto infine è il principio di coinvolgimento nell'azione di marketing territoriale di tutti gli 
attori che compongono un sistema locale, non solo di coloro più direttamente responsabili di 
tale tipo di azione. Le misure di marketing territoriale infatti devono poggiare su una precisa 
sensibilità culturale che sia adeguatamente metabolizzata almeno dalla maggior parte degli 
organismi pubblici e privati.
Ciclo del marketing Territoriale 
• Il compito della pianificazione strategica di 
marketing territoriale è quello di veicolare 
l'area d'interesse da una fase di maturità e di 
declino ad una nuova fase di sviluppo, 
garantendo un livello di competitività verso gli 
altri sistemi territoriali.
• Il ciclo del marketing territoriale inizia con un 
processo chiamato verifica che consiste in 
attività atte a misurare la conformità di 
determinati processi, strutture o procedure a 
date caratteristiche richieste e a verificarne 
l'applicazione
• È importante creare una destinazione del territorio 
organizzando i prodotti turistici coerenti con i segmenti 
del mercato, costruirli sulla base di una pianificazione 
strategica, riflettere il delicato rapporto tra turismo e 
ambiente in tutti i suoi aspetti, tutto questo con l’ottica 
di salvaguardare l’ambiente, garantire una coerenza 
con i contenuti del piano e garantire un coordinamento 
tra attori locali e componenti. La competizione tra i 
territori consiste quindi nell’azione che un determinato 
territorio esercita, attraverso strutture proprie, al fine 
di influenzare le dinamiche di organizzazione delle 
opportunità di creazione di ricchezza; la crescita del 
territorio non può essere quindi infinita.
…le varie fasi del ciclo di vita di un 
territorio 
• Nella fase di depressione l'area è dotata solo 
dei fattori di base quali la presenza di materie 
prime o di un basso costo della mano d'opera. 
In questa fase il compito della pianificazione e 
del marketing territoriale si deve focalizzare su 
quali investimenti promuovere in funzione 
delle caratteristiche sociali e delle sinergie che 
essi possono stringere con altri settori 
economici.
• Nella fase di sviluppo l'offerta localizzativa di 
servizi qualificati diventa una discriminante in 
grado di sostenere i sistemi locali nella fase 
d'innovazione e di dilatare nel tempo gli esiti 
delle economie di localizzazione, rallentando 
le conseguenze dovute alle diseconomie di 
urbanizzazione e aumentando i vantaggi 
competitivi acquisiti. Gli investitori sono 
portati ad aumentare le dimensioni dei propri 
investimenti locali.
• Nella fase di maturità le aree tendono sempre 
più ad assomigliarsi e ad offrire le stesse 
condizioni. La concorrenza inizia quindi a 
spostarsi verso la possibilità del territorio di 
fornire sia un sistema di relazioni in grado di 
favorire il processo di ristrutturazione del 
sistema produttivo, sia aree ad un prezzo 
inferiore rispetto alle concorrenti.
• Nella fase di declino infine, le caratteristiche 
del territorio sono diventate ormai obsolete e 
non attraggono più imprese. Questa è la fase 
involutiva in cui la segregazione progressiva 
porterà alla dissoluzione dell'area e alla 
nascita di nuove. Il ruolo del marketing 
territoriale in questo frangente è 
determinante in quanto dev'essere in grado di 
individuare la migliore riorganizzazione 
possibile data la struttura dell'area per 
riconvertire le diseconomie in economie 
territoriali.
Il territorio 
• può essere interpretato come un sistema 
costituito da un insieme di attori, di risorse, 
sede di attività e di relazioni, e collocato in 
uno spazio più o meno chiaramente 
identificato che ne determina alcune 
caratteristiche
• attori costituiti da persone fisiche e da organizzazioni 
più o meno complesse, dotate di risorse e finalizzate 
allo svolgimento di determinate attività che, almeno in 
parte, sono realizzate e hanno riflesso sul territorio 
dove hanno sede. Un determinato attore può essere 
distinto in funzione dell'intensità del legame che esso 
ha con un contesto geografico e tale intensità può 
essere descritta su tre livelli: forte, quando un soggetto 
risiede stabilmente nel territorio, media, quando un 
soggetto non risiede nel territorio ma ha frequenti e 
rilevanti relazioni al suo interno, oppure il contrario, e 
debole, quando un soggetto non risiede stabilmente in 
un territorio e ha contatti rari.
• risorse rappresentano la seconda componente che 
caratterizza un territorio e possono essere distinte 
secondo tre criteri: il grado di complessità, il grado di 
tangibilità e l'origine. La complessità di una risorsa può 
essere descritta su due piani: quello dei fattori che 
hanno portato alla sua costituzione e che sono 
coinvolti nel suo mantenimento ed utilizzazione e 
quello dell'articolazione delle componenti che la 
costituiscono. La tangibilità riguarda la differenza fra 
risorse materiali ed immateriali, che non è sempre così 
netta, mentre l'origine distingue le risorse che sono 
intrinseche e quindi diffuse nel territorio, da quelle che 
sono parte del territorio in quanto appartenenti ad un 
determinato soggetto
• attività che si svolgono al suo interno. Un'area 
geografica si distingue sia per la natura di tali 
attività che per il modo in cui sono realizzate. Si 
considerano tre insiemi di attività; il primo 
comprende le attività di tipo sostanzialmente 
standardizzato, svolte con procedure simili nelle 
aree geografiche di uno stesso livello 
amministrativo (attività sociali come quella 
sanitaria, la sicurezza e la formazione scolastica), 
il secondo insieme comprende invece le attività 
produttive ed economiche, mentre il terzo ed 
ultimo raggruppa quelle attività che sono 
fortemente specifiche di determinati territori.
L’offerta territoriale 
• L'offerta territoriale può essere definita come 
un "insieme di componenti materiali e 
immateriali, caratterizzate dalle specificità del 
luogo ove sono collocate e in grado nel loro 
insieme di assolvere a determinate funzioni 
d'uso e quindi di essere fruite da determinati 
soggetti" (Caroli, 2007)
Un'offerta territoriale può configurarsi 
in tre maniere: 
• un insieme di aspetti complessi del territorio che derivano 
dalla sintesi di determinate sue componenti materiali e 
immateriali; 
• un singolo servizio/funzione d'uso o una determinata 
componente strutturale, fruita in maniera relativamente 
distinta e separata dal contesto; 
• un determinato sistema costituito da alcune componenti 
(materiali e immateriali) servizi e funzioni d'uso, che 
assume al suo interno le caratteristiche essenziali del più 
ampio sistema territoriale di cui è parte.
Le principali componenti dell'offerta 
territoriale sono: 
• lo spazio naturale, cioè la componente primaria di un'offerta territoriale in 
quanto sede di tutti gli altri elementi che ne sono parte ed elemento base 
che la identifica. 
• le infrastrutture, che si distinguono in funzionali economiche (mobilità, 
energia, trasporti, telecomunicazioni, acqua) e sociali (istruzione, sanità, 
assistenza sociale, cultura e tempo libero), incidono notevolmente sulla 
capacità del territorio di mantenere e sviluppare il proprio tessuto 
produttivo e sulle opportunità di rivitalizzare le aree in declino. 
• l'offerta immobiliare esercita un'influenza diretta e molto rilevante 
sull'attrattività di un'area geografica; le variabili che incidono 
maggiormente sono il costo degli spazi e la qualità degli immobili e del 
loro inserimento nell'ambiente circostante, che rappresenta una 
determinante sostanziale della "qualità della vita" nell'area considerata e 
quindi nella sua più generale attrattività.
Le principali componenti dell'offerta 
territoriale sono: 
• il livello di coesione sociale e la sicurezza riguardano l'uno l'equa 
partecipazione di tutti i gruppi sociali ai benefici materiali 
conseguenti alla crescita economica e la riduzione al minimo della 
presenza di gruppi o comunità "svantaggiate", l'altro il grado di 
criminalità e l'efficienza delle misure di protezione. 
• l'offerta formativa e la qualità delle risorse umane, le quali hanno 
valore centrale tra i fattori di competitività di un territorio. Lo 
sviluppo del capitale umano di un territorio rappresenta e quindi la 
disponibilità di risorse umane qualificate rappresenta uno dei 
principali criteri di scelta dell'area localizzativa. 
• le attrazioni del territorio, cioè quei fattori che distinguono 
fortemente il contesto geografico sul piano sia delle funzioni d'uso 
prevalenti che della stessa conformazione urbanistica ed 
economica, e che catalizzano naturalmente verso il territorio 
determinate categorie di domanda.
Attori Operativi 
• Regioni (Agenzie regionali di sviluppo) 
• Province (Agenzie di marketing territoriale provinciali) 
• Comuni (Uffici comunali dedicati) 
• Enti e Agenzie di sviluppo a livello metropolitano, regionale e nazionale 
• Camere di commercio (Agenzie Speciali della Camera del Commercio) 
• Associazioni di categoria 
• Attori Privati locali e territoriali 
• Sistema sociale 
• Strutture per lo sviluppo locale 
• Associazioni per la conservazione, promozione e lo sviluppo del territorio 
• “Altri” (organismi comunitari, ambasciate e consolati, confederazioni 
sindacali)
Funzioni del marketing territoriale per 
il settore agroalimentare 
• definire un quadro di riferimento capace di dare coerenza e 
unitarietà di indirizzo ai diversi interventi messi in atto per la 
valorizzazione dei prodotti agroalimentare di un determinato 
territorio e del territorio stesso. 
• mettere a punto e attuare strategie volte a creare o rafforzare il 
legame tra il/i prodotto/i per il/i quale/i la componente territoriale 
rappresenta un importate fattore di differenziazione e, quindi, la 
principale leva sulla quale agire per il suo/ loro posizionamento sul 
mercato, e il territorio di origine, inteso non solo nelle sue 
componenti ambientali (climatiche, pedologiche, paesaggistiche, 
ecc.), ma anche come luogo di storia, cultura, tradizioni e saperi 
produttivi; 
• comunicare i segnali qualitativi tangibili e intangibili del territorio 
per rafforzare e diffondere la percezione del posizionamento e 
promuovere i suoi prodotti.
Il ruolo del territorio nella differenziazione dei 
prodotti agroalimentari “tipici” 
Il territorio conferisce al prodotto agroalimentare caratteri distintivi che possono 
essere ricondotti ai seguenti fattori: 
• le caratteristiche strettamente ambientali (climatiche, pedologiche, 
paesaggistiche). Il prodotto agroalimentare, più di qualsiasi altro, assume caratteri 
qualitativi intrinseci che sono diretta emanazione del territorio di origine. E questo 
fatto rende il prodotto unico, ma soprattutto irriproducibile; 
• le peculiari capacità professionali (frutto di una cultura acquisita nel tempo che va 
ben oltre l’agroalimentare per interessare tutta la collettività locale), le specifiche 
tecniche di produzione , le istituzioni e l’ambiente socio-economico; 
• la cultura, la storia, le tradizioni e le istituzioni in quanto componenti essenziali di 
qualità e di differenziazione del prodotto e dell’immagine del territorio .
Fattori del “territorio” che agiscono a supporto 
della valorizzazione dei prodotti agroalimentari 
“tipici” 
Il “territorio” contribuisce alla valorizzazione dei 
prodotti “tipici” principalmente attraverso due 
elementi: 
• quello dell’immagine (caratteristiche fisiche, 
qualitative e pedoclimatiche). All’interno di 
questo profilo ricade la dimensione del 
paesaggio, come sistema di segni, intendendo 
quest’ultimi come fenomeni di comunicazione. 
• quello del sistema di organizzazioni produttive, 
condizioni economiche, politiche e istituzionali.
Valorizzazione dei prodotti agroalimentari tipici e 
sviluppo socioeconomico del territorio: una relazione 
biunivoca 
La relazione tra territorio e prodotto agroalimentare è biunivoca: 
• il territorio rappresenta una leva per la differenziazione e valorizzazione 
del prodotto; 
• la presenza sul territorio di prodotti agroalimentari di alta qualità e unici 
costituiscono un fattore sul quale agire per la promozione e la 
valorizzazione del territorio, grazie alla loro capacità di attrarre turisti. 
Anche per i prodotti agroalimentari può essere applicato lo stesso tipo di 
classificazione applicato ai territori. Le situazioni estreme possono essere così 
sintetizzate: 
- prodotti ad alta credibilità associati ad un’alta visibilità (prodotti 
agroalimentari di eccellenza molto conosciuti e fattore di attrazione del 
territorio per i turisti) 
- prodotti ad alta credibilità associati ad una bassa visibilità (prodotti 
agroalimentari di eccellenza poco conosciuti)
Obiettivi del marketing territoriale 
per i prodotti agroalimentari 
Lo scopo dell’azione di marketing territoriale per i prodotti 
agroalimentari: 
• creare o rafforzare il legame tra prodotto e territorio 
• comunicare al cliente finale i segnali qualitativi tangibili, ma anche 
intangibili, del territorio di origine del prodotto. Tale tipo di 
valorizzazione passa attraverso un’adeguata politica di promozione, 
veicolando sia l’immagine del territorio (aspetti fisico-ambientali), 
sia gli aspetti che sono strettamente connessi alle forme 
istituzionali ed organizzative che consentono di realizzare il 
prodotto stesso (segnale intangibile). Un punto forte è quello di 
contribuire a rivitalizzare, diffondere e, laddove non sia ancora nata, 
creare, una cultura dei prodotti enogastronomici tipici e di qualità, 
nonché del loro consumo e della loro conoscenza nei territori di 
origine (oltre che attraverso il reperimento nei mercati).
Strategie di marketing territoriale per la valorizzazione 
dei prodotti agroalimentari a forte base territoriale (1) 
• L’intervento di pianificazione strategica sarà strettamente 
influenzato dalla graduazione del livello di credibilità e 
visibilità: in particolare scaturirà dalla sovrapposizione delle 
due matrici relative al prodotto alimentare e al territorio di 
origine. 
• Alta credibilità associata ad un’alta visibilità sia del 
territorio, sia del prodotto, una situazione, questa, in cui 
l’interrelazione tra prodotto e territorio di origine è 
garantita sia sotto il profilo dell’immagine sia sotto quello 
delle relazioni socio-economiche ed istituzionali. 
• Prodotti eccellenti a forte base territoriale 
• Territori ben posizionati nel mercato, meta di flussi turistici 
distribuiti in modo costante nel corso dell’anno.
Strategie di marketing territoriale per la valorizzazione 
dei prodotti agroalimentari a forte base territoriale (2) 
• Situazione in cui si riscontra un elevato grado di credibilità e 
visibilità del prodotto agroalimentare, mentre il territorio è 
caratterizzati da alta credibilità ma bassa visibilità, come, ad 
esempio, molte aree che derivano la loro notorietà 
unicamente alla presenza di prodotti di alto pregio (ad 
esempio, Acqualagna per il tartufo). 
• Prodotti eccellenti a forte base territoriale con alto grado di 
credibilità e visibilità. 
• Territori per i quali la componente dell’ immagine risulta 
carente. La strategia suggerita da Porter et al (1997), 
chiamata revitalizing strategy , propria per territori 
caratterizzati da bassa competitività relativa, ci sembra 
quella che meglio si adatta a questa situazione.
Strategie di marketing territoriale per la valorizzazione 
dei prodotti agroalimentari a forte base territoriale (3) 
• Situazione in cui si riscontra un minor grado di visibilità sia del 
prodotto che del territorio di origine, mentre rimane elevato il 
grado di credibilità. 
• Prodotti agroalimentari che presentano un basso grado di visibilità, 
mentre rimane alto il loro grado di credibilità. 
• In prevalenza, aree marginali, poco note, ma tuttavia ricche di 
risorse territoriali sia “strettamente ambientali” che 
enogastronomiche sfruttabili sotto il profilo turistico. La strategia 
suggerita da Porter et al. (1997), definita building strategy, per 
territori che devono accrescere la loro posizione di ricchezza, 
appare adatta a questa situazione. Si tratta di una strategia, questa 
che si basa innanzi tutto sulla creazione del prodotto e, quindi, sulla 
promozione che si esplica soprattutto nella definizione di 
un’immagine del territorio, non solo sulla base degli aspetti fisico-ambientali, 
ma anche su quelli attinenti il patrimonio intangibile che 
costituisce il prodotto territoriale allargato.
Il legame prodotto-territorio: le 
specificità delle risorse 
I prodotti agroalimentari tipici siano il risultato di un processo produttivo che fa ampio uso di risorse 
specifiche locali che ne determinano le peculiarità degli attributi di qualità. In effetti quando si parla di 
legame col territorio spesso si fa riferimento ad alcuni attributi qualitativi del prodotto che sono 
derivanti dall’ambiente “fisico” all’interno del quale è stato realizzato il prodotto, e in particolare alla 
presenza e all’utilizzo di alcune risorse naturali. 
• L’ambiente pedoclimatico è senza dubbio tra i più importanti fattori esplicativi spesso richiamati: le 
caratteristiche e gli andamenti stagionali delle temperature, dell’umidità, dei venti, dell’insolazione, e le 
peculiarità dei terreni e dell’acqua sono spesso alla base della tipicità di molti prodotti agroalimentari. 
• Nel caso del Lardo di Colonnata IGP viene richiamato, tra i vari fattori che ne determinano la 
tipicità, il particolare clima del luogo di elaborazione della materia prima nonché le specificità del 
marmo con il quale sono realizzate le caratteristiche vasche per la stagionatura. La situazione geografica 
e climatica sopra descritta rappresenta la premessa ideale per un naturale processo di maturazione e 
conservazione del lardo, che ha bisogno, oltre che dello svolgimento a una determinata altitudine, del 
concorso di questi tre fattori ulteriori, tutti riscontrabili a Colonnata in condizioni ottimali irripetibili: 
umidità elevata, temperature estive non eccessive, scarse o limitate escursioni termiche sia giornaliere 
che annuali. (…)
A fianco delle caratteristiche pedoclimatiche sono altrettanto 
frequenti 
i riferimenti alle specificità delle risorse genetiche del territorio. 
Queste 
possono costituire l’essenza stessa del prodotto tipico, sia nel 
caso di prodotti non trasformati che trasformati, oppure 
entrare come ingredienti o fattori di produzione. 
• Nel caso del Pecorino a latte crudo delle Montagne e Valli 
Pistoiesi un fattore di tipicità risiede nelle essenze pascolative 
locali nell’area montana e pedemontana che conferiscono al 
formaggio un profumo e un gusto particolare. 
• Nel caso del radicchio di Treviso IGP, ad esempio, sono le 
particolarità delle tecniche e delle operazioni di coltivazione e 
di imbiancatura del radicchio, assieme alla specificità di alcune 
risorse naturali locali (temperatura dell’acqua di risorgiva) a 
caratterizzare così fortemente il prodotto in senso territoriale.
Il legame prodotto-territorio: storia, 
tradizione e identità 
• Nella prima definizione di tipicità abbiamo fatto riferimento alle peculiarità di un 
prodotto che derivano dal legame col territorio, senza tuttavia fare riferimento a 
particolari tradizioni storiche e culturali. Tuttavia, nei prodotti agroalimentari tipici 
la componente della tradizione storica e della cultura locale assume un carattere 
centrale, almeno nell’accezione di tipicità prevalente all’interno dei paesi 
mediterranei, Italia e Francia in testa. 
• Il legame col territorio può dunque essere riferito anche agli aspetti di cultura e di 
identità locale. Il legame tra il prodotto tipico e il territorio deriva infatti non 
solamente dalle specificità pedo-climatiche e dal suo stretto legame con fattori 
produttivi specifici e localizzati, sia di tipo materiale (ad esempio, varietà vegetali o 
razze locali) che immateriale (ad esempio, conoscenza contestuale degli attori 
locali); tale legame deriva anche dalla cultura locale, quando il prodotto tipico 
caratterizza la “memoria storica” della popolazione locale e rappresenta per essa 
un elemento identitario. L’elemento culturale e identitario assume allora una 
importantissima valenza catalizzatrice della volontà della collettività locale di 
preservare il prodotto, e rafforza i percorsi di valorizzazione che vengono attivati 
localmente.
Il legame prodotto-territorio: la 
dimensione collettiva 
• Storia e tradizioni culturali rimandano a una particolarità dei prodotti 
agroalimentari tipici: ciò che infatti distingue il prodotto tipico da un qualsiasi 
prodotto di qualità specifico è che proprio per il fatto di trarre dal legame con un 
dato territorio le proprie caratteristiche peculiari, e che quel legame si è andato 
affermando, affinando, consolidando e modificando nel corso del tempo 
all’interno di una comunità di persone, esso è strettamente legato a una 
collettività e non a un singolo individuo o impresa. 
• Il processo di accumulazione di conoscenza e di sedimentazione locale tramite 
interazione permette al prodotto di divenire l’espressione della società locale nella 
sua organizzazione, nei suoi valori, nelle sue tradizioni e nei suoi gusti adattati al 
contesto ambientale, economico, sociale e culturale del luogo. A questo proposito 
si parla spesso di dimensione patrimoniale del prodotto tipico: il prodotto, e le 
modalità per produrlo, conservarlo, distribuirlo, consumarlo e apprezzarlo entrano 
a far parte del patrimonio della collettività locale che, sola, è legittimata ad 
appropriarsene per finalità economiche, sociali, culturali. Potremmo anzi 
affermare che la tipicità non si costruisce solo sulle caratteristiche del processo 
produttivo e del prodotto, ma sulle relazioni tra attori del sistema.
Verso una definizione più completa di 
prodotto agroalimentare tipico 
Un prodotto agroalimentare tipico è dunque 
l’esito di un processo storico collettivo e 
localizzato di accumulazione di conoscenza 
contestuale che si fonda su di una 
combinazione di risorse territoriali specifiche 
sia di natura fisica che antropica che dà luogo 
a un legame forte, unico e irriproducibile col 
territorio di origine.
Verso una definizione più completa di 
prodotto agroalimentare tipico 
In sintesi, quattro sono le dimensioni rilevanti 
nel determinare la tipicità del prodotto 
agroalimentare: 
• 1. la specificità delle risorse locali (naturali e 
umane) impiegate nel processo produttivo; 
• 2. la storia e la tradizione produttiva; 
• 3. la dimensione collettiva e la presenza di 
conoscenza condivisa a livello locale; 
• 4. il legame con l’ambiente geografico.

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  • 1. TIPICITA' MADE IN PUGLIA ASSOCIAZIONE " MAT5 " • 17 OTTOBRE 2014 • PAOLO SESSA – LE GEORGICHE Soc. Coop. Agr. - Nozioni base di marketing territoriale, incentrate alla valorizzazione dei prodotti tipici. - Le possibili azioni di promozione territoriale a Minervino Murge.
  • 2. Il Marketing “il Marketing è la scienza che studia il mercato, con lo scopo di sviluppare gli scambi dei prodotti e servizi utili a soddisfare i bisogni e i desideri immediati e futuri dei consumatori, nella prospettiva di realizzare il profitto aziendale e il benessere individuale e collettivo.”(Chiariello, 2007)
  • 3. marketing territoriale • metodo operativo adottato dalla pubblica amministrazione con lo scopo di conseguire, d'intesa con le parti sociali (Associazioni di categoria e Organizzazioni sindacali), un più consapevole e condiviso sviluppo socio-economico, puntando ad elevare in maniera diffusa il benessere e la qualità della vita dei cittadini, senza stravolgere l'ambiente, la storia e la cultura del territorio.
  • 4. Per la Comprensione, il Marketing Territoriale • è la disciplina che studia il territorio e il mercato degli investitori, con lo scopo di rilevare dati e informazioni utili alla definizione e attuazione di un piano strategico di marketing territoriale, condiviso da operatori pubblici e privati, incentrato sulla promozione e vendita dell’offerta territoriale (cioè un prodotto sostanziato da un insieme di servizi infrastrutturali, energetici, formativi, etc.) in cambio di nuovi investimenti profittevoli, i quali, senza stravolgere l’ambiente e la cultura, possano risultare di aiuto anche in termini di rafforzamento della competitività e dell’internazionalizzazione delle imprese, nella prospettiva di accrescere il tasso di occupazione e quindi il benessere sociale.” (Chiariello, 2007).
  • 5. Sul piano operativo il marketing territoriale si esprime attraverso tre funzioni fondamentali: • 1. Una funzione conoscitiva, lo studio cioè del territorio e del mercato degli investitori per rilevare dati e informazioni utili alla definizione e attuazione del piano strategico. • 2. Una funzione creativa, cioè l’analisi dei dati e delle informazioni raccolte in sede di studio del territorio e la definizione del piano strategico di marketing territoriale nel quale vengono indicati gli obiettivi da raggiungere e le strategie più adeguate per il loro raggiungimento, l’indicazione di chi fa cosa e i tempi di realizzo dei primi risultati. • 3. Una funzione operativa, che consiste nel comunicare ai principali investitori l’offerta territoriale e i relativi vantaggi economici espressi in complesso e dai singoli elementi di attrazione del territorio, nel negoziare l’offerta territoriale con un investimento profittevole e nel controllare l’efficacia del programma promozionale.
  • 6. Il marketing territoriale rappresenta un metodo che orienta la gestione strategica e operativa dell'offerta territoriale in un ambito geografico, ed è basato su cinque principi e quattro criteri d'azione. • I cinque principi sono: la centralità della domanda, la selezione della domanda, il posizionamento, l'orientamento a lungo termine e il coinvolgimento di tutti gli attori rilevanti sul territorio.
  • 7. • Il primo principio implica che si devono basare gli interventi volti al miglioramento delle condizioni di un'offerta territoriale su un'attenta valutazione delle aspettative dei principali utenti potenziali a cui l'offerta è rivolta. • Il secondo principio, che deriva dal primo, sottolinea la necessità di selezionare la domanda, in quanto il territorio deve individuare modalità di scelta della domanda a cui orientare in via prioritaria la propria offerta. Questo principio è evidente ad esempio nel mercato turistico, con l'affermarsi di tipologie di fruizione turistica sempre più numerose e differenziate. • Il terzo principio di metodo riguarda il posizionamento, che consiste nell'identificazione dello spazio di mercato dove il sistema economico e produttivo del territorio intende eccellere rispetto a quelli collocati in altri contesti geografici. Impostare le azioni per lo sviluppo economico del territorio sulla base di una scelta di posizionamento garantisce concretezza alla definizione della visione verso cui il territorio dovrebbe evolvere e implica orientamenti piuttosto precisi da parte degli organi di governo circa le aree dell'offerta territoriale su cui investire in via prioritaria. • Il quarto principio riguarda l'orientamento a lungo termine ed è connaturato nel fatto che gli interventi su gran parte dei fattori che caratterizzano un'offerta territoriale richiedono un orizzonte temporale almeno di medio termine per produrre effetti concreti. • Il quinto infine è il principio di coinvolgimento nell'azione di marketing territoriale di tutti gli attori che compongono un sistema locale, non solo di coloro più direttamente responsabili di tale tipo di azione. Le misure di marketing territoriale infatti devono poggiare su una precisa sensibilità culturale che sia adeguatamente metabolizzata almeno dalla maggior parte degli organismi pubblici e privati.
  • 8. Ciclo del marketing Territoriale • Il compito della pianificazione strategica di marketing territoriale è quello di veicolare l'area d'interesse da una fase di maturità e di declino ad una nuova fase di sviluppo, garantendo un livello di competitività verso gli altri sistemi territoriali.
  • 9. • Il ciclo del marketing territoriale inizia con un processo chiamato verifica che consiste in attività atte a misurare la conformità di determinati processi, strutture o procedure a date caratteristiche richieste e a verificarne l'applicazione
  • 10. • È importante creare una destinazione del territorio organizzando i prodotti turistici coerenti con i segmenti del mercato, costruirli sulla base di una pianificazione strategica, riflettere il delicato rapporto tra turismo e ambiente in tutti i suoi aspetti, tutto questo con l’ottica di salvaguardare l’ambiente, garantire una coerenza con i contenuti del piano e garantire un coordinamento tra attori locali e componenti. La competizione tra i territori consiste quindi nell’azione che un determinato territorio esercita, attraverso strutture proprie, al fine di influenzare le dinamiche di organizzazione delle opportunità di creazione di ricchezza; la crescita del territorio non può essere quindi infinita.
  • 11. …le varie fasi del ciclo di vita di un territorio • Nella fase di depressione l'area è dotata solo dei fattori di base quali la presenza di materie prime o di un basso costo della mano d'opera. In questa fase il compito della pianificazione e del marketing territoriale si deve focalizzare su quali investimenti promuovere in funzione delle caratteristiche sociali e delle sinergie che essi possono stringere con altri settori economici.
  • 12. • Nella fase di sviluppo l'offerta localizzativa di servizi qualificati diventa una discriminante in grado di sostenere i sistemi locali nella fase d'innovazione e di dilatare nel tempo gli esiti delle economie di localizzazione, rallentando le conseguenze dovute alle diseconomie di urbanizzazione e aumentando i vantaggi competitivi acquisiti. Gli investitori sono portati ad aumentare le dimensioni dei propri investimenti locali.
  • 13. • Nella fase di maturità le aree tendono sempre più ad assomigliarsi e ad offrire le stesse condizioni. La concorrenza inizia quindi a spostarsi verso la possibilità del territorio di fornire sia un sistema di relazioni in grado di favorire il processo di ristrutturazione del sistema produttivo, sia aree ad un prezzo inferiore rispetto alle concorrenti.
  • 14. • Nella fase di declino infine, le caratteristiche del territorio sono diventate ormai obsolete e non attraggono più imprese. Questa è la fase involutiva in cui la segregazione progressiva porterà alla dissoluzione dell'area e alla nascita di nuove. Il ruolo del marketing territoriale in questo frangente è determinante in quanto dev'essere in grado di individuare la migliore riorganizzazione possibile data la struttura dell'area per riconvertire le diseconomie in economie territoriali.
  • 15. Il territorio • può essere interpretato come un sistema costituito da un insieme di attori, di risorse, sede di attività e di relazioni, e collocato in uno spazio più o meno chiaramente identificato che ne determina alcune caratteristiche
  • 16. • attori costituiti da persone fisiche e da organizzazioni più o meno complesse, dotate di risorse e finalizzate allo svolgimento di determinate attività che, almeno in parte, sono realizzate e hanno riflesso sul territorio dove hanno sede. Un determinato attore può essere distinto in funzione dell'intensità del legame che esso ha con un contesto geografico e tale intensità può essere descritta su tre livelli: forte, quando un soggetto risiede stabilmente nel territorio, media, quando un soggetto non risiede nel territorio ma ha frequenti e rilevanti relazioni al suo interno, oppure il contrario, e debole, quando un soggetto non risiede stabilmente in un territorio e ha contatti rari.
  • 17. • risorse rappresentano la seconda componente che caratterizza un territorio e possono essere distinte secondo tre criteri: il grado di complessità, il grado di tangibilità e l'origine. La complessità di una risorsa può essere descritta su due piani: quello dei fattori che hanno portato alla sua costituzione e che sono coinvolti nel suo mantenimento ed utilizzazione e quello dell'articolazione delle componenti che la costituiscono. La tangibilità riguarda la differenza fra risorse materiali ed immateriali, che non è sempre così netta, mentre l'origine distingue le risorse che sono intrinseche e quindi diffuse nel territorio, da quelle che sono parte del territorio in quanto appartenenti ad un determinato soggetto
  • 18. • attività che si svolgono al suo interno. Un'area geografica si distingue sia per la natura di tali attività che per il modo in cui sono realizzate. Si considerano tre insiemi di attività; il primo comprende le attività di tipo sostanzialmente standardizzato, svolte con procedure simili nelle aree geografiche di uno stesso livello amministrativo (attività sociali come quella sanitaria, la sicurezza e la formazione scolastica), il secondo insieme comprende invece le attività produttive ed economiche, mentre il terzo ed ultimo raggruppa quelle attività che sono fortemente specifiche di determinati territori.
  • 19. L’offerta territoriale • L'offerta territoriale può essere definita come un "insieme di componenti materiali e immateriali, caratterizzate dalle specificità del luogo ove sono collocate e in grado nel loro insieme di assolvere a determinate funzioni d'uso e quindi di essere fruite da determinati soggetti" (Caroli, 2007)
  • 20. Un'offerta territoriale può configurarsi in tre maniere: • un insieme di aspetti complessi del territorio che derivano dalla sintesi di determinate sue componenti materiali e immateriali; • un singolo servizio/funzione d'uso o una determinata componente strutturale, fruita in maniera relativamente distinta e separata dal contesto; • un determinato sistema costituito da alcune componenti (materiali e immateriali) servizi e funzioni d'uso, che assume al suo interno le caratteristiche essenziali del più ampio sistema territoriale di cui è parte.
  • 21. Le principali componenti dell'offerta territoriale sono: • lo spazio naturale, cioè la componente primaria di un'offerta territoriale in quanto sede di tutti gli altri elementi che ne sono parte ed elemento base che la identifica. • le infrastrutture, che si distinguono in funzionali economiche (mobilità, energia, trasporti, telecomunicazioni, acqua) e sociali (istruzione, sanità, assistenza sociale, cultura e tempo libero), incidono notevolmente sulla capacità del territorio di mantenere e sviluppare il proprio tessuto produttivo e sulle opportunità di rivitalizzare le aree in declino. • l'offerta immobiliare esercita un'influenza diretta e molto rilevante sull'attrattività di un'area geografica; le variabili che incidono maggiormente sono il costo degli spazi e la qualità degli immobili e del loro inserimento nell'ambiente circostante, che rappresenta una determinante sostanziale della "qualità della vita" nell'area considerata e quindi nella sua più generale attrattività.
  • 22. Le principali componenti dell'offerta territoriale sono: • il livello di coesione sociale e la sicurezza riguardano l'uno l'equa partecipazione di tutti i gruppi sociali ai benefici materiali conseguenti alla crescita economica e la riduzione al minimo della presenza di gruppi o comunità "svantaggiate", l'altro il grado di criminalità e l'efficienza delle misure di protezione. • l'offerta formativa e la qualità delle risorse umane, le quali hanno valore centrale tra i fattori di competitività di un territorio. Lo sviluppo del capitale umano di un territorio rappresenta e quindi la disponibilità di risorse umane qualificate rappresenta uno dei principali criteri di scelta dell'area localizzativa. • le attrazioni del territorio, cioè quei fattori che distinguono fortemente il contesto geografico sul piano sia delle funzioni d'uso prevalenti che della stessa conformazione urbanistica ed economica, e che catalizzano naturalmente verso il territorio determinate categorie di domanda.
  • 23. Attori Operativi • Regioni (Agenzie regionali di sviluppo) • Province (Agenzie di marketing territoriale provinciali) • Comuni (Uffici comunali dedicati) • Enti e Agenzie di sviluppo a livello metropolitano, regionale e nazionale • Camere di commercio (Agenzie Speciali della Camera del Commercio) • Associazioni di categoria • Attori Privati locali e territoriali • Sistema sociale • Strutture per lo sviluppo locale • Associazioni per la conservazione, promozione e lo sviluppo del territorio • “Altri” (organismi comunitari, ambasciate e consolati, confederazioni sindacali)
  • 24. Funzioni del marketing territoriale per il settore agroalimentare • definire un quadro di riferimento capace di dare coerenza e unitarietà di indirizzo ai diversi interventi messi in atto per la valorizzazione dei prodotti agroalimentare di un determinato territorio e del territorio stesso. • mettere a punto e attuare strategie volte a creare o rafforzare il legame tra il/i prodotto/i per il/i quale/i la componente territoriale rappresenta un importate fattore di differenziazione e, quindi, la principale leva sulla quale agire per il suo/ loro posizionamento sul mercato, e il territorio di origine, inteso non solo nelle sue componenti ambientali (climatiche, pedologiche, paesaggistiche, ecc.), ma anche come luogo di storia, cultura, tradizioni e saperi produttivi; • comunicare i segnali qualitativi tangibili e intangibili del territorio per rafforzare e diffondere la percezione del posizionamento e promuovere i suoi prodotti.
  • 25. Il ruolo del territorio nella differenziazione dei prodotti agroalimentari “tipici” Il territorio conferisce al prodotto agroalimentare caratteri distintivi che possono essere ricondotti ai seguenti fattori: • le caratteristiche strettamente ambientali (climatiche, pedologiche, paesaggistiche). Il prodotto agroalimentare, più di qualsiasi altro, assume caratteri qualitativi intrinseci che sono diretta emanazione del territorio di origine. E questo fatto rende il prodotto unico, ma soprattutto irriproducibile; • le peculiari capacità professionali (frutto di una cultura acquisita nel tempo che va ben oltre l’agroalimentare per interessare tutta la collettività locale), le specifiche tecniche di produzione , le istituzioni e l’ambiente socio-economico; • la cultura, la storia, le tradizioni e le istituzioni in quanto componenti essenziali di qualità e di differenziazione del prodotto e dell’immagine del territorio .
  • 26. Fattori del “territorio” che agiscono a supporto della valorizzazione dei prodotti agroalimentari “tipici” Il “territorio” contribuisce alla valorizzazione dei prodotti “tipici” principalmente attraverso due elementi: • quello dell’immagine (caratteristiche fisiche, qualitative e pedoclimatiche). All’interno di questo profilo ricade la dimensione del paesaggio, come sistema di segni, intendendo quest’ultimi come fenomeni di comunicazione. • quello del sistema di organizzazioni produttive, condizioni economiche, politiche e istituzionali.
  • 27. Valorizzazione dei prodotti agroalimentari tipici e sviluppo socioeconomico del territorio: una relazione biunivoca La relazione tra territorio e prodotto agroalimentare è biunivoca: • il territorio rappresenta una leva per la differenziazione e valorizzazione del prodotto; • la presenza sul territorio di prodotti agroalimentari di alta qualità e unici costituiscono un fattore sul quale agire per la promozione e la valorizzazione del territorio, grazie alla loro capacità di attrarre turisti. Anche per i prodotti agroalimentari può essere applicato lo stesso tipo di classificazione applicato ai territori. Le situazioni estreme possono essere così sintetizzate: - prodotti ad alta credibilità associati ad un’alta visibilità (prodotti agroalimentari di eccellenza molto conosciuti e fattore di attrazione del territorio per i turisti) - prodotti ad alta credibilità associati ad una bassa visibilità (prodotti agroalimentari di eccellenza poco conosciuti)
  • 28. Obiettivi del marketing territoriale per i prodotti agroalimentari Lo scopo dell’azione di marketing territoriale per i prodotti agroalimentari: • creare o rafforzare il legame tra prodotto e territorio • comunicare al cliente finale i segnali qualitativi tangibili, ma anche intangibili, del territorio di origine del prodotto. Tale tipo di valorizzazione passa attraverso un’adeguata politica di promozione, veicolando sia l’immagine del territorio (aspetti fisico-ambientali), sia gli aspetti che sono strettamente connessi alle forme istituzionali ed organizzative che consentono di realizzare il prodotto stesso (segnale intangibile). Un punto forte è quello di contribuire a rivitalizzare, diffondere e, laddove non sia ancora nata, creare, una cultura dei prodotti enogastronomici tipici e di qualità, nonché del loro consumo e della loro conoscenza nei territori di origine (oltre che attraverso il reperimento nei mercati).
  • 29. Strategie di marketing territoriale per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari a forte base territoriale (1) • L’intervento di pianificazione strategica sarà strettamente influenzato dalla graduazione del livello di credibilità e visibilità: in particolare scaturirà dalla sovrapposizione delle due matrici relative al prodotto alimentare e al territorio di origine. • Alta credibilità associata ad un’alta visibilità sia del territorio, sia del prodotto, una situazione, questa, in cui l’interrelazione tra prodotto e territorio di origine è garantita sia sotto il profilo dell’immagine sia sotto quello delle relazioni socio-economiche ed istituzionali. • Prodotti eccellenti a forte base territoriale • Territori ben posizionati nel mercato, meta di flussi turistici distribuiti in modo costante nel corso dell’anno.
  • 30. Strategie di marketing territoriale per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari a forte base territoriale (2) • Situazione in cui si riscontra un elevato grado di credibilità e visibilità del prodotto agroalimentare, mentre il territorio è caratterizzati da alta credibilità ma bassa visibilità, come, ad esempio, molte aree che derivano la loro notorietà unicamente alla presenza di prodotti di alto pregio (ad esempio, Acqualagna per il tartufo). • Prodotti eccellenti a forte base territoriale con alto grado di credibilità e visibilità. • Territori per i quali la componente dell’ immagine risulta carente. La strategia suggerita da Porter et al (1997), chiamata revitalizing strategy , propria per territori caratterizzati da bassa competitività relativa, ci sembra quella che meglio si adatta a questa situazione.
  • 31. Strategie di marketing territoriale per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari a forte base territoriale (3) • Situazione in cui si riscontra un minor grado di visibilità sia del prodotto che del territorio di origine, mentre rimane elevato il grado di credibilità. • Prodotti agroalimentari che presentano un basso grado di visibilità, mentre rimane alto il loro grado di credibilità. • In prevalenza, aree marginali, poco note, ma tuttavia ricche di risorse territoriali sia “strettamente ambientali” che enogastronomiche sfruttabili sotto il profilo turistico. La strategia suggerita da Porter et al. (1997), definita building strategy, per territori che devono accrescere la loro posizione di ricchezza, appare adatta a questa situazione. Si tratta di una strategia, questa che si basa innanzi tutto sulla creazione del prodotto e, quindi, sulla promozione che si esplica soprattutto nella definizione di un’immagine del territorio, non solo sulla base degli aspetti fisico-ambientali, ma anche su quelli attinenti il patrimonio intangibile che costituisce il prodotto territoriale allargato.
  • 32. Il legame prodotto-territorio: le specificità delle risorse I prodotti agroalimentari tipici siano il risultato di un processo produttivo che fa ampio uso di risorse specifiche locali che ne determinano le peculiarità degli attributi di qualità. In effetti quando si parla di legame col territorio spesso si fa riferimento ad alcuni attributi qualitativi del prodotto che sono derivanti dall’ambiente “fisico” all’interno del quale è stato realizzato il prodotto, e in particolare alla presenza e all’utilizzo di alcune risorse naturali. • L’ambiente pedoclimatico è senza dubbio tra i più importanti fattori esplicativi spesso richiamati: le caratteristiche e gli andamenti stagionali delle temperature, dell’umidità, dei venti, dell’insolazione, e le peculiarità dei terreni e dell’acqua sono spesso alla base della tipicità di molti prodotti agroalimentari. • Nel caso del Lardo di Colonnata IGP viene richiamato, tra i vari fattori che ne determinano la tipicità, il particolare clima del luogo di elaborazione della materia prima nonché le specificità del marmo con il quale sono realizzate le caratteristiche vasche per la stagionatura. La situazione geografica e climatica sopra descritta rappresenta la premessa ideale per un naturale processo di maturazione e conservazione del lardo, che ha bisogno, oltre che dello svolgimento a una determinata altitudine, del concorso di questi tre fattori ulteriori, tutti riscontrabili a Colonnata in condizioni ottimali irripetibili: umidità elevata, temperature estive non eccessive, scarse o limitate escursioni termiche sia giornaliere che annuali. (…)
  • 33. A fianco delle caratteristiche pedoclimatiche sono altrettanto frequenti i riferimenti alle specificità delle risorse genetiche del territorio. Queste possono costituire l’essenza stessa del prodotto tipico, sia nel caso di prodotti non trasformati che trasformati, oppure entrare come ingredienti o fattori di produzione. • Nel caso del Pecorino a latte crudo delle Montagne e Valli Pistoiesi un fattore di tipicità risiede nelle essenze pascolative locali nell’area montana e pedemontana che conferiscono al formaggio un profumo e un gusto particolare. • Nel caso del radicchio di Treviso IGP, ad esempio, sono le particolarità delle tecniche e delle operazioni di coltivazione e di imbiancatura del radicchio, assieme alla specificità di alcune risorse naturali locali (temperatura dell’acqua di risorgiva) a caratterizzare così fortemente il prodotto in senso territoriale.
  • 34. Il legame prodotto-territorio: storia, tradizione e identità • Nella prima definizione di tipicità abbiamo fatto riferimento alle peculiarità di un prodotto che derivano dal legame col territorio, senza tuttavia fare riferimento a particolari tradizioni storiche e culturali. Tuttavia, nei prodotti agroalimentari tipici la componente della tradizione storica e della cultura locale assume un carattere centrale, almeno nell’accezione di tipicità prevalente all’interno dei paesi mediterranei, Italia e Francia in testa. • Il legame col territorio può dunque essere riferito anche agli aspetti di cultura e di identità locale. Il legame tra il prodotto tipico e il territorio deriva infatti non solamente dalle specificità pedo-climatiche e dal suo stretto legame con fattori produttivi specifici e localizzati, sia di tipo materiale (ad esempio, varietà vegetali o razze locali) che immateriale (ad esempio, conoscenza contestuale degli attori locali); tale legame deriva anche dalla cultura locale, quando il prodotto tipico caratterizza la “memoria storica” della popolazione locale e rappresenta per essa un elemento identitario. L’elemento culturale e identitario assume allora una importantissima valenza catalizzatrice della volontà della collettività locale di preservare il prodotto, e rafforza i percorsi di valorizzazione che vengono attivati localmente.
  • 35. Il legame prodotto-territorio: la dimensione collettiva • Storia e tradizioni culturali rimandano a una particolarità dei prodotti agroalimentari tipici: ciò che infatti distingue il prodotto tipico da un qualsiasi prodotto di qualità specifico è che proprio per il fatto di trarre dal legame con un dato territorio le proprie caratteristiche peculiari, e che quel legame si è andato affermando, affinando, consolidando e modificando nel corso del tempo all’interno di una comunità di persone, esso è strettamente legato a una collettività e non a un singolo individuo o impresa. • Il processo di accumulazione di conoscenza e di sedimentazione locale tramite interazione permette al prodotto di divenire l’espressione della società locale nella sua organizzazione, nei suoi valori, nelle sue tradizioni e nei suoi gusti adattati al contesto ambientale, economico, sociale e culturale del luogo. A questo proposito si parla spesso di dimensione patrimoniale del prodotto tipico: il prodotto, e le modalità per produrlo, conservarlo, distribuirlo, consumarlo e apprezzarlo entrano a far parte del patrimonio della collettività locale che, sola, è legittimata ad appropriarsene per finalità economiche, sociali, culturali. Potremmo anzi affermare che la tipicità non si costruisce solo sulle caratteristiche del processo produttivo e del prodotto, ma sulle relazioni tra attori del sistema.
  • 36. Verso una definizione più completa di prodotto agroalimentare tipico Un prodotto agroalimentare tipico è dunque l’esito di un processo storico collettivo e localizzato di accumulazione di conoscenza contestuale che si fonda su di una combinazione di risorse territoriali specifiche sia di natura fisica che antropica che dà luogo a un legame forte, unico e irriproducibile col territorio di origine.
  • 37. Verso una definizione più completa di prodotto agroalimentare tipico In sintesi, quattro sono le dimensioni rilevanti nel determinare la tipicità del prodotto agroalimentare: • 1. la specificità delle risorse locali (naturali e umane) impiegate nel processo produttivo; • 2. la storia e la tradizione produttiva; • 3. la dimensione collettiva e la presenza di conoscenza condivisa a livello locale; • 4. il legame con l’ambiente geografico.