2. MOTIVAZIONE
La Maratona, organizzata dal CCR, è
un’ occasione unica per riscoprire,
mediante delle soste strategiche, i
luoghi simbolo dell'identità del
territorio, della sua storia, delle sue
tradizioni e delle sue innovazioni,
spesso ignorati. Il suo patrimonio
d’arte e di natura appartiene a
ciascuno di noi. Per rendere più
coinvolgente questa iniziativa,
abbiamo pensato di raccontare la
storia di Mornico in versi.
3. P Mornico
1. Auditorium
2. Piazza
3. Chiesa parrocchiale
4. Campanile
5. Chiesa vecchia
6. Palazzo Perini
7. Palazzo Biasca
8. Palazzo Dolci
9 Gelsi
10. S. Valeria
11. Colpack
12. Torrente Zerra
13. San Rocco
14. Castello
ECCO LE TAPPE DEL NOSTRO PERCORSO
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4. Dal "Fundus Maurinicus“ ha avuto origine il villaggio
e si è voluto rendere omaggio
al proprietario Maurinus, in epoca romana:
da lui prende il nome questa terra veterana.
La tradizione popolare nel Medioevo fu in gran fervore,
per dare a Mornico il significato di”luogo delle more”.
Un ramo di more, per questa ragione,
nello stemma medievale del comune fa da padrone.
Nel 1863 il Consiglio Comunale prese una decisione,
il nome del paese cambiò con grande approvazione.
Così Mornico mutò in Mornico al Serio
e tutti furon contenti del nuovo criterio.
Quando entrò a far parte del Regno d’Italia si era già in tanti,
il paese contava circa 1500 abitanti.
Da allora Mornico l’estensione ha raddoppiato
ed oggi i 2850 abitanti ha superato.
5. Ai tempi dei nonni, con splendide vesta,
al cinema di Mornico ci si trovava per fare festa:
spettacoli allegri, commedie e balletti,
servivano a rendere i pomeriggi perfetti.
Ma un triste giorno, negli anni '80,
il teatro fu chiuso perché la gente, ad andar, non era tanta.
Oh Mornico che tristezza,
senza un palco che raduna la giovinezza!
Ma nel 2007 finalmente,
una grande novità per tutta la gente:
parroco,pensionati e volontari,
hanno dato lustro agli antichi altari.
Dopo un anno di duro lavoro,
fu riportata alla luce una chiesa con ornamenti in oro.
Dal 2010 l'auditorium è tornato
a riunire i mornicesi sull' antico “sagrato”.
6. La piazza di Mornico ha una forma rettangolare,
dove adulti e bambini si possono ritrovare.
Dal 2004 il Natale in piazza si festeggia nel periodo natalizio
e le associazioni alle vendite dei loro prodotti danno inizio.
Con cioccolata e panettone
ci si scambia gli auguri tra la popolazione.
A S. Andrea è dedicata la piazza di Mornico
ed è un punto di incontro per ogni volto amico.
.
7. Fu consacrata il 28 settembre del 1929 da Angelo Roncalli,
uomo stimato, lontano dai dorati metalli:
f futuro papa di nome Giovanni,
che l'incarico ricoprì per un bel po' di anni.
Su progetto dell' architetto Barboglio,
che la nostra chiesa riempie d'orgoglio,
sorge sull'area dell'antico castello,
ed è davvero un prezioso gioiello.
Di molte opere è stata dotata,
da quando è stata edificata.
Molte persone l'hanno visitata
e sempre incantevole l'hanno trovata.
Racchiude quasi un secolo di preghiere:
la devi proprio vedere!
8. Presente nella piazza del nostro paesino,
il campanile ci sveglia di buon mattino.
Eretto sulle fondamenta della torre angolare
del noto castello medievale,
si erge questo maestoso campanile,
molto grande e signorile.
Nel le sue otto campane furono staccate.
e per la costruzione di armi da guerra vennero utilizzate.
Ricordare è fondamentale,
che dal 1914 è un monumento nazionale.
9. l
L'antica Chiesa di San Andrea
stupisce con la sua arte l'assemblea.
L'affresco che raffigura la Madonna Addolorata
è posto al centro dell' unica navata:
Dalla parete di fondo della chiesa fu strappato
e nel 1833 nel presbiterio trasportato;
da allora la chiesa fu chiamata
“Chiesa dell' Addolorata.”
La Madonna con in braccio Gesù
è infatti la figura centrale per la sua virtù.
Nel 1400 fu ricostruita dalle fondamenta
e in quel secolo affrescata da pittori amanti della polenta.
Tra questi , di sicuro, molto importante
è Maffiolo da Cazzano, insieme a qualche aiutante.
I restauri dell'abside furono commissionati, in tutti i suoi aspetti,
al pittore Sandro Allegretti,maestro nella categoria.
I restanti lavori vennero finanziati dalla comunità,
al restauratore Vincenzo Villa, per la sua abilità.
Durante i lavori furono trovati
nove sepolcri già documentati.
Le persone benestanti e i sacerdoti del paese
a fine del 700 erano, a volte, sepolte nelle chiese.
È uno dei più bei gioielli d'arte della zona
e dopo i restauri ancor di più emoziona.
10. La sede del nostro consiglio comunale
era in origine un palazzo reale;
costruito nel '700 da un nobile signore,
per poterci vivere tutte le ore.
Quando il Perini, però, se ne andò ,
per 200 anni si conservò.
Il sindaco di Mornico quando iniziò a lavorare,
come sede del suo consiglio lo volle adottare.
L’edificio presenta una torre e un portico loggiato,
che lo rendono elegante e raffinato.
Nel Parco antistante il Palazzo Comunale,
si erge un monumento immortale,
dedicato agli eroi mornicesi in guerra caduti,
recante il nome dei soldati non sopravvissuti.
11. Questo palazzo di origine settecentesca
è’ una meraviglia pittoresca :
c’e’ tanto da ammirare internamente ,
ma non e’ da meno esternamente.
E’ dotato di una chiesa consacrata,
deliziosa anche all’ entrata.
Se l’ arte barocca vuoi apprezzare,
nella cappella di famiglia devi entrare .
Di sale ne ha tante
ma quella degli stemmi è la più importante.
Ci sono anche due bei giardini,
dove cinguettano allegri gli uccellini .
Da tutti viene elogiato
e da me 1
è molto amato.
1 Alessia Biasca
12. Palazzo Terzi era chiamato,
ora Dolci è diventato.
C'erano un cortile e colonne,
dove tessevano le donne.
Inoltre, godeva di un portale,
dal quale entrava la gente reale.
C’ era una grande sala per i ricevimenti,
dove venivano serviti cibi succulenti.
Era chiamato Villa di Delizie,
perché c'erano cibi in quantità e primizie
Nello storico palazzo cinquecentesco
dove ci si tratteneva per il rinfresco
sorge oggi un agriristoro
le cui delizie valgono più dell’oro.
Bovini da latte e suini vengono allevati
per produrre cibi prelibati
Formaggi, salumi, yogurt e gelato ,
soddisfano anche il palato più raffinato.
Dal macello dei maiali
si ottengono cotechini e salami tradizionali.
dal latte, sfiziosi tomini all'erba cipollina,
burro, zola e mozzarella genuina;
branzi, scamorze bianche e primo sale,
si producono inoltre nel maestoso casale.
L'agriristoro inoltre propone
un ricco menu su prenotazione
13. Le piante di gelso un tempo a Mornico abbondavano.
I mornicesile sue foglie utilizzavano,
per nutrire i bachi da seta
E raggiungere così la loro meta.
Nei primi del ‘900 la bachicoltura era molto fiorente,
grazie ad essa, l’economia di Mornico era ridente.
Ma, con la concorrenza di Giappone, Corea e Cina,
la produzione della seta a Mornico andò in rovina.
Dopo il 1930 quasi tutte le piante furono strappate
e quelle di mais, avena e orzo vennero coltivate.
Ora le piante di gelso si contano sulla punta delle dita,
l’abbondanza di una volta è proprio finita.
Oggi il gelso viene usato come pianta ornamentale,
ma è comune l’uso, anche, come pianta officinale.
14. Si erge in mezzo ai Campi Sellini una chiesetta,
dedicata a santa Valeria, uccisa dai barbari per vendetta.
Nel 1513 comincia ad essere edificata
e, nel 1838, viene affrescata.
Nel 1998 viene restaurata completamente:
dalle fondamenta al tetto viene sistemata nuovamente.
Per rendere tutto più adeguato,
l’impianto di luce ed acqua viene realizzato.
15. Colpack:“Non buttiamo ma rigeneriamo”
La famiglia Colleoni è la proprietaria
di un'azienda, all'inquinamento contraria
Da Colleoni 1
e Federica Pezzotta2
nel ‘91 venne fondata
per produrre sacchi per la raccolta differenziata.
La Colpack recupera il polietilene
perchè al nostro pianeta conviene,
ottimizzare le risorse
anche per produrre delle ecologiche borse.
L'azienda ha scelto di riciclare
perchè l’ambiente è da salvaguardare.
I teli di copertura
utilizzati per l'agricoltura
sono sottoposti ad un processo di lavaggio
puliti e macinati per il loro riciclaggio.
Creare inquinamento durante la produzione
sarebbe per la Colpack una contraddizione,
infatti riducendo al massimo l'impatto ambientale
l'azienda attira un mercato internazionale.
Nell'ambiente convivono l'uomo e la natura,
di cui, appunto, è necessario avere grande cura .
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1 Giuseppe Colleoni 2 Federica Pezzotta
16. Lo Zerra e’ un torrente,
dove l’acqua scorre lentamente,
divide i paesi e attraversa la provincia,
dal Colle dei Pasta comincia.
Confluisce nel Serio, bagnando Mornico:
e’ un torrente molto antico.
Lungo le sponde di essenze autoctone ce ne sono tante:
olmi e robinie rendono l’ambiente lussureggiante.
Un tempo le acque del torrente erano uno splendore,
e i nostri nonni vi facevano i bagni a tutte le ore.
Col tempol’acqua si è inquinata
e la situazione è sicuramente peggiorata.
Ora, grazie a controlli mirati,
i problemi sono stati in buona parte superati.
L’acqua dello Zerra adesso è più pulita
e il nostro torrente si avvia a nuova vita.
17. Nel 1867 il parroco di Mornico preoccupato,
invia una domanda alla Curia a cui è legato.
Egli desidera ottenere dal Signore,
che tutto può con tanto amore,
la liberazione del paese dal colera,
che miete vittime come una polveriera.
Come voto della comunità chiede alla Curia
di erigere una piccola chiesa senza lussuria.
In un camposanto abbandonato
la chiesa sorse dopo che la Curia ebbe accetteto
Al centro sotto il pavimento,
si trova l'ossario, come documento.
Il fosso sotterraneo contiene ben accatastate
le ossa dei “morti vecchi” che lì furono portate.
Oltre a quelle del precedente cimitero,
anche quelle dei morti della peste: è proprio vero!.
Il tempietto di forma ottagonale
fu progettato, dall'architetto Cattò, contro il male.
Anche questa chiesa che era in rovina
fu restaurata con grande disciplina.
18. Il castello di Mornico
è stato eretto in un tempo antico.
Si conosce il nome del suo proprietario
un certo signor Malderus, capo del circondario.
Una cinta muraria quadrangolare
era rafforzata da quattro torri per allarmare,
è circondata da un ampio fossato
contro ogni attentato.
Nel lato sud doveva esserci la porta d'accesso
e il ponte levatoio che si apriva solo con il permesso.
Oggi, nella “zona castello”, di proprietà comunale
esiste ancora una torre all'interno del cascinale.
La cascina è una dependance dell'antico castello,
di cui oggi non rimane che un modello.
In quel periodo, accanto alla fortezza
si concentrarono con accortezza
le abitazioni dei contadini,
che del paese formarono i confini.
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20. Sei stanco? Hai ragione caro amico,
ma valeva la pena fare quattro passi per Mornico.
I paesaggi, i monumenti e la sua gente,
porterai sempre nel cuore e nella mente.
21. Questo progetto, esteso a tutta la
comunità di Mornico, mira non solo, a
promuovere le bellezze naturali, storiche
e architettoniche del territorio, ma vuole
essere anche uno straordinario
contributo alla crescita culturale
dell’intera collettività. Inoltre, si potrà
puntare sulla nuova figura di “alunno
guida”.