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Olivi,
querce e
furnieddhi
la campagna della
grecìa salentina
itinerario
cicloturistico
interattivo n°1
25km
Questo itinerario vi farà
conoscere il paesaggio rurale
della Grecìa: passerete attraverso
oliveti e campi coltivati, siepi
di quercia spinosa (detti sapàli)
e incontrerete i trulli del
Salento, che in questa zona sono
chiamati furnieddhi.
Partite dalla Stazione di
Zollino e proseguite fino
alla piazza centrale del paese.
Attraversando il minuscolo
centro storico, con quello
stridente contrasto tra muri di
pietra leccese e bizzari cancelli
in alluminio dorato che vi sarà
presto familiare, arriverete in
pochi minuti alle Pozzelle di
Pirro (1).
Dalle Pozzelle di Pirro seguite
il nostro itinerario e lasciatevi
alle spalle il centro abitato,
immergendovi nella campagna.
Il terreno qui è brullo e anche gli
oliveti sono radi rispetto ad altre
zone in cui raggiungono quasi la
densità di una foresta. Passerete
attraverso campi coltivati, in
certi casi occupati da estesi
impianti fotovoltaici. Arrivati a
Martignano, visitate la Chiesa
di San Francesco (2) e Palazzo
Palmieri, sede dell’Associazione
Turistica “Salento Griko”
dove potrete approfondire la
vostra visita grazie al supporto
appassionato di esperti del
territorio.
Dalle Serre di Martignano,
unica modesta altura in
un’area per il resto del tutto
pianeggiante, se il tempo è
buono il vostro sguardo può
arrivare fino al mare e non
è escluso che riusciate anche
ad intravedere i contorni
delle montagne dell’Albania.
Scendendo dalle Serre arriverete
a Calimera, uno dei centri
maggiori della Grecìa.
Anche se il nome evoca in
maniera evidente l’eredità
culturale greca, Calimera non
ha molto da offrire da un punto
di vista storico-architettonico.
Potreste però decidere di fare
una sosta presso la Casa Museo
della Civiltà Contadina, gestita
dall’Associazione Culturale
Ghetonìa (parola grika per
“vicinato”). È una tipica casa-
museo con ricostruzioni degli
ambienti domestici risalenti
al periodo in cui la Grecìa
Salentina non era relegata al
folklore, ma rappresentava una
vera e propria isola linguistica e
culturale nel cuore del Salento.
Uscendo dal paese imboccate
quella che i calimeresi chiamano
“ la strada dei boschi” e arrivate
alla Masseria San Biagio
con l’attigua chiesa semi-
ipogea (3). La chiesa si trova
in una proprietà privata, ma il
proprietario la rende accessibile
a tutti. Dopo la visita alla chiesa,
potreste fermarvi per pranzare
nell’azienda agrituristica. C’è
un allevamento di bufale e
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mozzarelle.
Da San Biagio l’itinerario
prosegue in direzione di
Martano, tra fitti oliveti.
All’ingresso di Martano il
percorso che avete seguito
finora viene bruscamente
interrotto dall’intersezione
con una strada di recente
costruzione. Fate attenzione
e seguite attentamente le
indicazioni stradali. A differenza
di Calimera, Martano ha un
notevole centro storico: qui
vale la pena posare la bici e
perdersi tra le viuzze di basolato
o prendere un caffè e un
pasticciotto nella piazza centrale.
Usciti da Martano, proseguite
verso il Parco Archeologico di
Apigliano (4). Da lì l’itinerario
vi ricondurrà al punto di
partenza, alla stazione di
Zollino.
Olivi,
querce e
furnieddhi
La campagna della
Grecìa Salentina
itinerario cicloturistico n°1 (25km)
Grecìa Salentina
Le “pozzelle” rappresentano
un sistema ingegnoso di
approvvigionamento dell’acqua.
La Grecìa Salentina, come
del resto tutto il sud della
Puglia, è una zona piuttosto
arida, caratterizzata dalla
mancanza di acque superficiali
e dall’impossibilità di attingere
dalla falda freatica, molto
profonda. Chiamate in grico
“ta freata” (i pozzi), le pozzelle
sono delle cisterne alimentate
esclusivamente dalle acque di
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dei filtri che raccolgono l’acqua
piovana di cui si imbeve il
terreno durante i periodi piovosi
dell’anno.
Hanno una forma ad imbuto
rovesciato, e pareti della
struttura interna realizzate a
secco in conci di pietra locale
mentre il fondo è costituito
da strato roccioso o argilloso
impermeabile che consente
la raccolta delle acque. Delle
originarie 70 pozzelle ne sono
rimaste 40, tutte con una
profondità media tra i 2,5 e 4,5,
con casi fino a 7 metri. Alcune
sono dotate di imboccature
composte da blocchi megalitici,
altre hanno una vera cubica
probabilmente risalente alla
prima metà del Novecento. Un
tempo ogni singolo pozzo aveva
un proprio nome ed era legato
ad uno o più nuclei familiari
che si occupavano della loro
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nomi in griko di ascilò (alto),
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Il progetto In-Cul.Tu.Re
si è occupato, grazie
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delle Pozzelle di Pirro e di altri
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di Apigliano e Cisterne di
Masseria Gloria), seguendo un
percorso volto alla conoscenza
e alla valorizzazione di questo
importante patrimonio
culturale. Tale percorso è partito
dall’ascolto della comunità per la
raccolta di testimonianze dirette
e, attraverso l’applicazione
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rilievo e di indagini geofisiche,
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idrogeologico del terreno per la
comprensione e la verifica del
funzionamento del sistema di
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La chiesa di San Francesco
si trova all’interno del
complesso religioso dell’ordine
dei “Francescani minori
conventuali”, risalente agli
inizi del XVI secolo. Il
convento rimase attivo fino
all’acquisizione di un privato
nei primi anni dell’800, per
poi essere utilizzato come
tabacchificio un secolo dopo.
La chiesa, invece, risale a un
periodo successivo: molto
probabilmente fu costruita nella
seconda metà del XVIII secolo
e nel corso della sua storia fu
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riconsacrata. A causa di un
grave attacco biologico, che
interessa gran parte delle
superfici interne alterando i
materiali e la qualità dell’aria,
il sito non è fruibile. Le
attività di ricerca del progetto
In-Cul.Tu.Re sono state
finalizzate all’individuazione
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microambientali interne.
(2) 	chiesa di san francesco
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La chiesa di San Biagio
appartiene a un complesso
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San Biagio. Sorge in un’area
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fu un’importante risorsa per
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Calimera. Il complesso ha un
forte valore identitario per la
comunità di Calimera e dei
paesi limitrofi.
Pur presentando un impianto
architettonico molto semplice,
orientato ovest-est, la chiesa
testimonia la stratificazione
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facilmente interpretabili.
L’ambiente semipogeo
risalirebbe all’XI secolo, mentre
le strutture superiori al XVIII
secolo. Il nucleo altomedievale,
dedicato al culto, conserva
un altare e una decorazione
pittorica che raffigura due
vescovi, San Biagio (protettore
dei carbonai e delle attività
agricole) e Sant’Eligio
(protettore dei maniscalchi e
dei contadini). In tempi recenti
l’edificio è stato utilizzato
con funzioni differenti da
quella religiosa, legate più alla
vocazione agricola del luogo
e presenta un cattivo stato di
conservazione.
Sulla chiesa di S.Biagio,
nell'ambito del progetto In-
Cul.Tu.Re, è stato svolto
un programma integrato
di indagini diagnostiche
per valutarne lo stato di
conservazione, caratterizzarne
materiali, degrado e tecniche
esecutive, e verificare la
presenza di emergenze
archeologiche nell’area
circostante la chiesa. Sono
stati inoltre innescati processi
di fruizione del bene e di
valorizzazione dello stesso
nei suoi aspetti materiali e
immateriali.
(3) 	SAN BIAGIO Chiesa semipogea	
	 Calimera/Melendugno (Sec. XI-XVIII)
Apigliano è un sito archeologico
che si trova fra Martano
e Zollino. Si tratta di un
villaggio risalente all’alto
medioevo, abitato dal VII sec.
e poi abbandonato. Gli scavi
condotti dall’archeologo Paul
Arthur dell’Università del
Salento hanno portato alla
luce un insediamento di tipo
rurale che, dopo un periodo
di relativo isolamento, entrò
a partire dal IX sec. in un
circuito commerciale più
ampio, come testimoniano le
monete bizantine, le ceramiche
e i gioielli (simili a quelli “alla
moda” in quel periodo a Napoli,
Londra, Parigi o Lisbona)
rinvenuti nelle sepolture. Ad
Apigliano, come in buona parte
del Salento, si officiavano sia
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bizantino. A partire dal XV
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certo quale sia stato il motivo
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si spostarono in centri più
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cinte murarie e talvolta castelli.
L’abbandono di Apigliano portò
quindi allo sviluppo di Martano
e Zollino, come suggerisce la
tradizione orale.
Il progetto In-Cul.Tu.Re
ha sviluppato un sistema
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aumentata (attraverso modelli
tridimensionali, video e schede
di approfondimento). Il sistema
di visita virtuale è fruibile da
mobile e da remoto:
Per Scoprire il villaggio
bizantino e medievale di
Apigliano ed accedere ai
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Realizzato da In-Cul.Tu.Re. progetto
vincitore del bando Miur “Smart Cities and
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Soggetti attuatori In-Cul.Tu.Re.
Francesco De Matteis
Lavinia Donateo
Paola Durante
Sofia Giammaruco
Gabriele Miceli
Gabriele Montinaro
Maria Federica Stifani
A cura di
Alberto Giammaruco | CRESCo
Testi
Igor Legari, Marco Leo Imperiale,
Lavinia Donateo, Paola Durante,
Sofia Giammaruco, Gabriele Miceli,
Maria Federica Stifani.
Progetto grafico e impaginazione
Alberto Giammaruco | CRESCo
Basi cartografiche
Rino Carluccio
Foto
Marco Rizzo
© 2015 Progetto In-Cul.Tu.Re. / MIUR
www.inculture.eu
Prodotto nel mese di Maggio 2015
contributi credits
Un progetto di
realizzato in collaborazione con
cofinanziato da
Olivi,
querce e
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La campagna della
Grecìa Salentina
itinerario cicloturistico n°1 (25km)
In-Cul.Tu.Re. progetto vincitore del bando
Miur “Smart Cities and Communities and
Social Innovation”
PON04a3_00390
PON “Ricerca e Competività” (PON “R&C”)
2007 - 2013 Avviso D.D. 84/Ric del 2/3/2012
Asse II: “Sostegno all’Innovazione” - Ob. Op.
4.2.1.3 “Azioni Integrate per lo Sviluppo
Sostenibile e la Diffusione Della Società
Dell’Informazione”.
In-Cul.Tu.Re. Lecce, via S. Lupinacci, 1
73100 | progettoinculture@gmail.com
NOTA
Nel sito www.inculture.eu sono disponibili in download i dati in formato GPX che
consentono l'uso degli itinerari progettati direttamente da dispositivo/ricevitore GPS. 	
Inoltre, allo stesso indirizzo web, sono disponibili i contenuti speciali realizzati per 		
una fruizione pienamente esperienziale degli itinerari.
PON04a3_00390
Programma Operativo Nazionale “Ricerca e Competività” (PON “R&C”) 2007 - 2013 - Avviso D.D.
84/Ric del 2 marzo 2012 Asse II: “Sostegno all’Innovazione” - Obiettivo Operativo 4.2.1.3 “Azioni
Integrate per lo Sviluppo Sostenibile e la Diffusione Della Società Dell’Informazione”.
NOTA
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In-Cul.Tu.Re. Itinerari cicloturistici - 1.Olivi, querce e furnieddhi

  • 1. Olivi, querce e furnieddhi la campagna della grecìa salentina itinerario cicloturistico interattivo n°1 25km
  • 2. Questo itinerario vi farà conoscere il paesaggio rurale della Grecìa: passerete attraverso oliveti e campi coltivati, siepi di quercia spinosa (detti sapàli) e incontrerete i trulli del Salento, che in questa zona sono chiamati furnieddhi. Partite dalla Stazione di Zollino e proseguite fino alla piazza centrale del paese. Attraversando il minuscolo centro storico, con quello stridente contrasto tra muri di pietra leccese e bizzari cancelli in alluminio dorato che vi sarà presto familiare, arriverete in pochi minuti alle Pozzelle di Pirro (1). Dalle Pozzelle di Pirro seguite il nostro itinerario e lasciatevi alle spalle il centro abitato, immergendovi nella campagna. Il terreno qui è brullo e anche gli oliveti sono radi rispetto ad altre zone in cui raggiungono quasi la densità di una foresta. Passerete attraverso campi coltivati, in certi casi occupati da estesi impianti fotovoltaici. Arrivati a Martignano, visitate la Chiesa di San Francesco (2) e Palazzo Palmieri, sede dell’Associazione Turistica “Salento Griko” dove potrete approfondire la vostra visita grazie al supporto appassionato di esperti del territorio. Dalle Serre di Martignano, unica modesta altura in un’area per il resto del tutto pianeggiante, se il tempo è buono il vostro sguardo può arrivare fino al mare e non è escluso che riusciate anche ad intravedere i contorni delle montagne dell’Albania. Scendendo dalle Serre arriverete a Calimera, uno dei centri maggiori della Grecìa. Anche se il nome evoca in maniera evidente l’eredità culturale greca, Calimera non ha molto da offrire da un punto di vista storico-architettonico. Potreste però decidere di fare una sosta presso la Casa Museo della Civiltà Contadina, gestita dall’Associazione Culturale Ghetonìa (parola grika per “vicinato”). È una tipica casa- museo con ricostruzioni degli ambienti domestici risalenti al periodo in cui la Grecìa Salentina non era relegata al folklore, ma rappresentava una vera e propria isola linguistica e culturale nel cuore del Salento. Uscendo dal paese imboccate quella che i calimeresi chiamano “ la strada dei boschi” e arrivate alla Masseria San Biagio con l’attigua chiesa semi- ipogea (3). La chiesa si trova in una proprietà privata, ma il proprietario la rende accessibile a tutti. Dopo la visita alla chiesa, potreste fermarvi per pranzare nell’azienda agrituristica. C’è un allevamento di bufale e vengono prodotte delle ottime mozzarelle. Da San Biagio l’itinerario prosegue in direzione di Martano, tra fitti oliveti. All’ingresso di Martano il percorso che avete seguito finora viene bruscamente interrotto dall’intersezione con una strada di recente costruzione. Fate attenzione e seguite attentamente le indicazioni stradali. A differenza di Calimera, Martano ha un notevole centro storico: qui vale la pena posare la bici e perdersi tra le viuzze di basolato o prendere un caffè e un pasticciotto nella piazza centrale. Usciti da Martano, proseguite verso il Parco Archeologico di Apigliano (4). Da lì l’itinerario vi ricondurrà al punto di partenza, alla stazione di Zollino. Olivi, querce e furnieddhi La campagna della Grecìa Salentina itinerario cicloturistico n°1 (25km) Grecìa Salentina
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  • 4. Le “pozzelle” rappresentano un sistema ingegnoso di approvvigionamento dell’acqua. La Grecìa Salentina, come del resto tutto il sud della Puglia, è una zona piuttosto arida, caratterizzata dalla mancanza di acque superficiali e dall’impossibilità di attingere dalla falda freatica, molto profonda. Chiamate in grico “ta freata” (i pozzi), le pozzelle sono delle cisterne alimentate esclusivamente dalle acque di precipitazione e scavate nelle depressioni naturali del terreno. In pratica funzionano come dei filtri che raccolgono l’acqua piovana di cui si imbeve il terreno durante i periodi piovosi dell’anno. Hanno una forma ad imbuto rovesciato, e pareti della struttura interna realizzate a secco in conci di pietra locale mentre il fondo è costituito da strato roccioso o argilloso impermeabile che consente la raccolta delle acque. Delle originarie 70 pozzelle ne sono rimaste 40, tutte con una profondità media tra i 2,5 e 4,5, con casi fino a 7 metri. Alcune sono dotate di imboccature composte da blocchi megalitici, altre hanno una vera cubica probabilmente risalente alla prima metà del Novecento. Un tempo ogni singolo pozzo aveva un proprio nome ed era legato ad uno o più nuclei familiari che si occupavano della loro manutenzione. Oggi restano i nomi in griko di ascilò (alto), lipuneddhra (piccola volpe), scòrdari (aglio), e in dialetto di marmaregnu e rizzu. Il progetto In-Cul.Tu.Re si è occupato, grazie alla collaborazione con l’amministrazione comunale, delle Pozzelle di Pirro e di altri due siti di approvvigionamento d’acqua presenti a Zollino (Pozzi (1) POZZELLE di PIRRo Zollino di Apigliano e Cisterne di Masseria Gloria), seguendo un percorso volto alla conoscenza e alla valorizzazione di questo importante patrimonio culturale. Tale percorso è partito dall’ascolto della comunità per la raccolta di testimonianze dirette e, attraverso l’applicazione di metodologie innovative di rilievo e di indagini geofisiche, è giunto alla ricostruzione del modello geologico ed idrogeologico del terreno per la comprensione e la verifica del funzionamento del sistema di raccolta dell’acqua. La chiesa di San Francesco si trova all’interno del complesso religioso dell’ordine dei “Francescani minori conventuali”, risalente agli inizi del XVI secolo. Il convento rimase attivo fino all’acquisizione di un privato nei primi anni dell’800, per poi essere utilizzato come tabacchificio un secolo dopo. La chiesa, invece, risale a un periodo successivo: molto probabilmente fu costruita nella seconda metà del XVIII secolo e nel corso della sua storia fu sconsacrata e poi nuovamente riconsacrata. A causa di un grave attacco biologico, che interessa gran parte delle superfici interne alterando i materiali e la qualità dell’aria, il sito non è fruibile. Le attività di ricerca del progetto In-Cul.Tu.Re sono state finalizzate all’individuazione delle cause del degrado e al monitoraggio delle condizioni microambientali interne. (2) chiesa di san francesco martignano (sec. xvii - xviii) Ascolta nell'App di storytelling Sherazade Il racconto di Domenico (3 ottobre 2014) Ascolta nell'App di storytelling Sherazade e-mail di Davide (12 gennaio 2015)
  • 5. La chiesa di San Biagio appartiene a un complesso rurale denominato Masseria San Biagio. Sorge in un’area interessata da significativi ritrovamenti archeologici, un tempo occupata da quella che fu un’importante risorsa per l’economia locale, il Bosco di Calimera. Il complesso ha un forte valore identitario per la comunità di Calimera e dei paesi limitrofi. Pur presentando un impianto architettonico molto semplice, orientato ovest-est, la chiesa testimonia la stratificazione di più fasi costruttive, non facilmente interpretabili. L’ambiente semipogeo risalirebbe all’XI secolo, mentre le strutture superiori al XVIII secolo. Il nucleo altomedievale, dedicato al culto, conserva un altare e una decorazione pittorica che raffigura due vescovi, San Biagio (protettore dei carbonai e delle attività agricole) e Sant’Eligio (protettore dei maniscalchi e dei contadini). In tempi recenti l’edificio è stato utilizzato con funzioni differenti da quella religiosa, legate più alla vocazione agricola del luogo e presenta un cattivo stato di conservazione. Sulla chiesa di S.Biagio, nell'ambito del progetto In- Cul.Tu.Re, è stato svolto un programma integrato di indagini diagnostiche per valutarne lo stato di conservazione, caratterizzarne materiali, degrado e tecniche esecutive, e verificare la presenza di emergenze archeologiche nell’area circostante la chiesa. Sono stati inoltre innescati processi di fruizione del bene e di valorizzazione dello stesso nei suoi aspetti materiali e immateriali. (3) SAN BIAGIO Chiesa semipogea Calimera/Melendugno (Sec. XI-XVIII) Apigliano è un sito archeologico che si trova fra Martano e Zollino. Si tratta di un villaggio risalente all’alto medioevo, abitato dal VII sec. e poi abbandonato. Gli scavi condotti dall’archeologo Paul Arthur dell’Università del Salento hanno portato alla luce un insediamento di tipo rurale che, dopo un periodo di relativo isolamento, entrò a partire dal IX sec. in un circuito commerciale più ampio, come testimoniano le monete bizantine, le ceramiche e i gioielli (simili a quelli “alla moda” in quel periodo a Napoli, Londra, Parigi o Lisbona) rinvenuti nelle sepolture. Ad Apigliano, come in buona parte del Salento, si officiavano sia il rito latino che quello greco bizantino. A partire dal XV sec., il piccolo villaggio fu abbandonato. Non è ancora certo quale sia stato il motivo dell’abbandono, ma uno dei fattori potrebbe essere stata la Morte Nera, la tremenda epidemia di peste del 1348. Successivamente, le popolazioni si spostarono in centri più strutturati, dotati di strade, cinte murarie e talvolta castelli. L’abbandono di Apigliano portò quindi allo sviluppo di Martano e Zollino, come suggerisce la tradizione orale. Il progetto In-Cul.Tu.Re ha sviluppato un sistema di visita del sito in realtà aumentata (attraverso modelli tridimensionali, video e schede di approfondimento). Il sistema di visita virtuale è fruibile da mobile e da remoto: Per Scoprire il villaggio bizantino e medievale di Apigliano ed accedere ai contenuti scarica l’applicazione AR-media Visita il sito: www.inculture.eu/ parcoarcheologicoapigliano (4) apigliano Martano (Sec. vI-XVI) Ascolta nell'App di storytelling Sherazade Il diario di Chiara (3 febbraio 1980) Ascolta nell'App di storytelling Sherazade La Lettera di Angelica (9 febbraio 1283)
  • 6. Realizzato da In-Cul.Tu.Re. progetto vincitore del bando Miur “Smart Cities and Communities and Social Innovation”. Soggetti attuatori In-Cul.Tu.Re. Francesco De Matteis Lavinia Donateo Paola Durante Sofia Giammaruco Gabriele Miceli Gabriele Montinaro Maria Federica Stifani A cura di Alberto Giammaruco | CRESCo Testi Igor Legari, Marco Leo Imperiale, Lavinia Donateo, Paola Durante, Sofia Giammaruco, Gabriele Miceli, Maria Federica Stifani. Progetto grafico e impaginazione Alberto Giammaruco | CRESCo Basi cartografiche Rino Carluccio Foto Marco Rizzo © 2015 Progetto In-Cul.Tu.Re. / MIUR www.inculture.eu Prodotto nel mese di Maggio 2015 contributi credits Un progetto di realizzato in collaborazione con cofinanziato da Olivi, querce e furnieddhi La campagna della Grecìa Salentina itinerario cicloturistico n°1 (25km) In-Cul.Tu.Re. progetto vincitore del bando Miur “Smart Cities and Communities and Social Innovation” PON04a3_00390 PON “Ricerca e Competività” (PON “R&C”) 2007 - 2013 Avviso D.D. 84/Ric del 2/3/2012 Asse II: “Sostegno all’Innovazione” - Ob. Op. 4.2.1.3 “Azioni Integrate per lo Sviluppo Sostenibile e la Diffusione Della Società Dell’Informazione”. In-Cul.Tu.Re. Lecce, via S. Lupinacci, 1 73100 | progettoinculture@gmail.com NOTA Nel sito www.inculture.eu sono disponibili in download i dati in formato GPX che consentono l'uso degli itinerari progettati direttamente da dispositivo/ricevitore GPS. Inoltre, allo stesso indirizzo web, sono disponibili i contenuti speciali realizzati per una fruizione pienamente esperienziale degli itinerari.
  • 7. PON04a3_00390 Programma Operativo Nazionale “Ricerca e Competività” (PON “R&C”) 2007 - 2013 - Avviso D.D. 84/Ric del 2 marzo 2012 Asse II: “Sostegno all’Innovazione” - Obiettivo Operativo 4.2.1.3 “Azioni Integrate per lo Sviluppo Sostenibile e la Diffusione Della Società Dell’Informazione”. NOTA Nel sito www.inculture.eu sono disponibili in download i dati in formato GPX che consentono l'uso degli itinerari progettati direttamente da dispositivo/ricevitore GPS. Inoltre, allo stesso indirizzo web, sono disponibili i contenuti speciali realizzati per una fruizione pienamente esperienziale degli itinerari.