4. BREVE STORIA DI FARA SAN MARTINO
Le prime notizie relative all'abitato di Fara San Martino sono rintracciabili nel IX e nel X
secolo, periodo in cui il territorio fu colonizzato dai monaci benedettini. Venne infatti
documentata l'esistenza dell'abbazia di San Martino in Valle, eretta per atto di
liberazione dal conte di Chieti Credindeo. La stessa abbazia fu poi confermata da papa
Onorio III nel 1044. Nelle Rationes Decimarum Italiane, risalente al XIV secolo, si prese
in considerazione la chiesa di S. Remidii in Fara per le decime del periodo fra il 1324 e
il 1325. Dopo vari secoli in cui il dominio della città fu in mano agli abati, in seguito al
suo decadimento l'abbazia fu soppressa e unita al Capitolo Vaticano per opera di papa
Niccolò V, nel XV secolo. Il paese divenne quindi feudo dei Valignani di Chieti, che lo
vendettero a Melchiorre Reviglione nel 1584 in cambio di 4.000 ducati. Le principali
testimonianze del passato sono rappresentate dai vari frammenti architettonici e
scultorei del portale duecentesco e degli affreschi trecenteschi rinvenuti nell'abbazia di
San Martino, oltre che da una tela del XVII secolo realizzata da Tanzio da Varallo,
conservata nella chiesa parrocchiale.
5. «TERRAVECCHIA»
Fara San Martino con il suo primo nucleo abitativo, si ergeva
su uno sperone roccioso: Torrevecchia, il vero quartiero
storico, oggi incastonato all’interno dell’abitato tanto che,
man mano, si è esteso ai limiti dei suoi territori e l’ha chiuso
in sé, come un affettuosi abbraccio protettivo
Attraverso la Porta del sole, che è senz’altro uno dei
momenti architettonici più importanti di Fara, si accede
dalla Piazza Municipio a Torrevecchia. Sulla lunetta
della porta sono rappresentati S. Emidio, la Madonna e
S. Antonio.
Attraverso la porta Torrevecchia si entra nel quartiere
antico, caratterizzato da una via centrale e da “ruelle”
laterale e secondarie, disposte perpendicolarmente alla
prima.
6. Luoghi d’interesse ambientale
FIUME VERDE
A Fara San Martino nasce il fiume Verde. La sorprendente abbondanza
d’acqua, il suo elevato grado di purezza, la ricca vegtazione e,
unitamente ad un’area pic-nic ben attrezzata concorrono a creare
un ambiente gradevole per il visitatore. Un ufficio di informazione
turistica suggerisce diversi itinerari escursionistici: orto botanico,
Gole, Monte Amaro, Badia di Fara San Martino, Valle di Santo Spirito.
Vengono anche organizzate delle attività per le scuole, per far
conoscere il mondo della fauna e del parco con ambienti tipici delle
zone appenniniche. L’acqua del fiume verde, per le sue straordinarie
qualità, viene usata dalle industrie pastaie: Cocco, Del Verde, De
Cecco Bioalimenta.
7. Luoghi d’interesse ambientale
Gole di Fara San Martino
La riserva naturale è caratterizzata dalla presenza delle
Gole di Fara San Martino, una sorte di foro formato
dall’erosione del fiume Verde.
Una leggenda vuole che le gole fossero state aperte
dalle braccia di San Martino, probabile riferimento
cristiano di Ercole. Il Vallone è lungo 14 km, ha un
dislivello di 2400 m ed è suddiviso in tre parti: la prima
detta Vallone di Sano Spirito dal nome dell0omonima
grotta, l seconda detta Macchia Lunga e la terza detta
Valle Cannea che termina in un’area piena di doline e
inghiottiti. Sparse per tutta la riserva, inoltre, vi sono
numerose grotte di alcune sono state trasformate in
luoghi di culto e altre sono diventate rifugio di pastori e
briganti. La presenza umana è attestata sin dall’epoca
dell’Età del Bronzo.
8. Luoghi d’interesse artistico
CHIESA DI SAN REMIGIO
La chiesa di San Remigio è la parrocchia del paese. Situata in Largo Piano dei Santi, posta al centro
dell’abitato, si presenta con un ampia facciata e con un interno a tre ampie navate. Nel
terremoto del 1703 subì gradi danni, mentre il sisma del 1933 causò il crollo della porta superiore
della facciata, l’abbassamento della cupola e la scomparsa del lucernario della cupola stessa. La
facciata fu ripristinata alla fine del secondo conflitto mondiale. Dopo recenti lavori la chiesa si
presenta con grandi mosaici sui tre absidi, riproducenti noti capolavori di arte bizantina e
medievale. La parrocchia conserva un’importante pala raffigurante la Circoncisione con i santi
Carlo Borromeo e Francesco d’Assisi opera del pittore Tanzio da Varallo; si conserva anche un
piccolo dipinto anonimo su tavola che riproduce l’Adorazione dei Magi. Di estremo interesse è
l’antico tabernacolo, oggi conservato nella cappella di Sant’Antonio. La chiesa è dotata di un
campanile a vela posto sul lato nord.
9. Luoghi d’interesse artistico
MONASTERO DI SAN MARTINO IN VALLE
Le origini dell'abbazia non sono note: le prime fonti storiche risalgono al 829 che la elencano tra i possedimenti del
monastero di Santo Stefano in Lucania di Tornareccio, al quale era stato donato da Pipino il Breve.
Nel 844 passa sotto il controllo del vescovo di Spoleto e successivamente tra i possedimenti dell'abbazia di San
Liberatore a Majella. Nel 1172 diventa parte della diocesi Chieti ed in una bolla del 1222 di papa Onorio II si cita
una donazione del conte Credindeo. Il monastero viene soppresso nel 1452 da papa Niccolò V e unito al Capitolo
Vaticano, per tornare nel 1789 all'arcidiocesi di Chieti.
L'abbandono definitivo del monastero avvenne l'8 settembre 1818 a causa di un'alluvione che la ricoprì di detriti. I
primi scavi per il suo recupero avvennero nel 1891, ma solo con quelli del 2009 i resti della struttura sono stati
riportati interamente alla luce.
I resti dell'abbazia mostrano un cancello verso un cortile interno delimitato da un portico a tre arcate, sul lato nord
del quale si trova un campanile a vela. L'interno della chiesa doveva essere su tre navate con una
pavimentazione a lastre di pietra.
Un muro a tre arcate separa la navata centrale da quella settentrionale, da dove di accede a quello che doveva
essere il nucleo iniziale della chiesa, scavato nella roccia, che fa ipotizzare la nascita del luogo di culto come
eremo.
10. L’economia di Fara San Martino
L'antica tradizione ottocentesca nella produzione della pasta fu
all'origine dello sviluppo industriale che ha interessato il piccolo
centro pedemontano. Questo fenomeno, in stretto collegamento
con la morfologia del territorio farese, risulta determinato dallo
spirito imprenditoriale, dalla forza energetica del fiume Verde e
dalla ricchezza idrica dello stesso. Si è così affermato un modello
di sviluppo industriale in sintonia con l'ambiente, da cui trae le
sue risorse. I principali marchi che qui hanno avuto origine sono
la Bioalimenta, il Pastificio Cav. Giuseppe Cocco, il Pastificio
F.lli De Cecco e il Pastificio Delverde, aziende leader nel settore.