2. “Giochi antichi” nasce dall’esigenza di ripercorrere saperi
antichi, modi equilibrati di intendere la vita. Il gioco di una
volta testimonia un’ attenzione per il territorio, un’esistenza
fatta di stenti, ma rilassata e soprattutto lontana dal
consumismo e dallo stress della modernità. I giochi dei nostri
nonni sono fatti di materiali di scarto, poveri, apparentemente
scarni, ma pieni di inventiva. Il laboratorio intende rivalutare il
racconto popolare attraverso il coinvolgimento della saggezza
matura di nonni e conoscenti anziani. La scoperta dei giochi
antichi mira inoltre a far apprezzare uno stile di vita meno
sedentario più sano, all’aria aperta, nelle piazze e nei cortili.
3.
4. Il gioco del cerchio era forse quello
più diffuso. Quasi tutti i nostri
nonni possedevano il loro cerchio.
Era costituito da un tondino di
ferro circolare o da un cerchione di
bicicletta. Veniva guidato da un
un'asta di metallo appositamente
modellata a forma di U, la
cosiddetta "manìglië". La bravura
dei bambini consisteva nel saper
guidare bene il loro cerchio, anche
ad una certa velocità, facendo a
gara fra di loro.
5. Un giocatore si piegava in
avanti e nascondeva la testa
tra le mani per servire da
cavallina agli altri.
Gli altri bambini si
mettevano in fila per
saltare sopra la cavallina, a
turno.
Il salto si eseguiva
appoggiando le mani sulla
schiena del compagno e
saltandogli sopra,
allargando le gambe per
evitare di toccarlo.
Il giocatore che arrivava
alla fine della fila delle
cavalline si metteva in
posizione da cavallina per
6. A terra si disegnava una tabella composta da 9 caselle. Si
prendeva un sassolino e lo si tirava nella prima casella e poi si
andava a prenderlo saltando con un piede. Quindi si tirava il
sasso nella seconda casella, dopo nella terza e così via fino a
che non si finiva tutta la griglia. Se il sasso non finiva nella
casella giusta il turno passava all’ avversario. Il primo che
riusciva a lanciare il sassolino in tutte e 9 le caselle vinceva.
7. Un giocatore teneva in mano
un bastone. Con questo
bastone cercava di colpire un
bastoncino posto a terra.
Questo ,se colpito
correttamente ,si alzava di
qualche centimetro. Da
terra. A questo punto con il
bastone che si aveva in mano
si cercava di scagliare il
bastoncino più lontano che si
poteva. il giocatore che
lanciava il bastoncino più
lontano vinceva.
8. Le nostre nonne, da bambine, giocavano con
le bambole di pezza cucite dalle loro mamme.
Facendo finta di essere la loro mamma o la
loro maestra
9. Un giocatore chiamato
Lupo contava fino ad un
numero fissato, mentre gli
altri si nascondevano.
Quando il Lupo finiva di
contare cercava di prendere
coloro che si erano andati a
nascondere. Loro per
salvarsi dovevano arrivare
alla tana prestabilita prima
di essere presi. La persona
presa a sua volta diventava
Lupo, se invece il Lupo non
10. La finalità di questo progetto è quella di avvicinare le generazioni
più giovani, legate ai moderni videogiochi che rappresentano
l’evoluzione tecnologica delle diverse forme di gioco, a quelle dei
più anziani. Pensiamo ai nostri genitori. Senza questi giochi ci
sarebbero state giornate tristi e noiose, bambini senza fantasia e
più goffi, meno agili, più statici, senza capacità creative e senza
nozioni di regole, rispetto degli altri, confronto, gioco di squadra.
Il gioco e le attività ludiche, possibilmente all’aria aperta,
rappresentano dei momenti insostituibili per la crescita sana e
armonica del bambino.