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Viale d’autunno - Opera del pittore Silvano Haag
P O E S I A
39
Pasquale Aufiero
è nato il 12.10.1952 a Tufo in provincia di
Avellino, un piccolo paese dell’Irpinia ,
reso famoso dall’ eccellente produzione
vinicola del Greco di Tufo. Ha vissuto in
varie capitali europee arricchendo il suo
spirito grazie alla sua sensibilità ed il suo
amore. Ha partecipato a vari concorsi
letterari riscuotendo sempre lusinghieri
successi. Ricordiamo i premi: “Formica
Nera” di Padova; “Monti Lepini”; “Chips
cagnolino mio”; “Aniene” ed il premio “la
Torre d’ Argento” di Castel Nuovo di
Farfa. E’ accademico Ciceroniano di
Arpino. Ultimamente è stato insignito del
premio alla cultura “Omaggio a Gianni
Agus”. E’ inserito in varie antologie e
riviste specializzate.
Prefazione
Pasquale Aufiero è nato il 12.10.1952 a Tufo in provincia di Avellino.
Dalla sua terra Aufiero si è mosso giovanissimo, per assaporare esperienze più ampie e vibranti
rispetto al vissuto che la dimensione del suo paese poteva offrirgli. Ecco allora i primi trasferimenti
nelle più significative capitali europee dove il suo spirito si è arricchito degli aspetti più interessanti
delle varie relazionalità incontrate. Ed è in queste “capitali della cultura” che cresceva l’ uomo,
laddove parallelamente cominciava ad emergere una profonda sensibilità per i fatti umani, per gli
avvenimenti, per il dolore spesso causato dall’ amore … amore a tutto tondo. Questi gli aspetti che
successivamente saranno al centro di tutte le sue opere.
La poetica di Pasquale Aufiero è una finestra aperta sui raggi della sincerità, della trasparenza, del
candore e del coraggio. I loro accenti si innalzano attraverso il lirismo della purezza, della semplicità,
verso uno schema di vissuto ideale con il quale confrontarsi, verso situazioni purtroppo mai veramente
sopite e dimenticate, un mondo che lo circonda e lo ama.
Le radici di tali convincimenti, espressi con un linguaggio sicuramente accessibile e subito familiare,
con una sensibilità tipica di un cuore preso da urgenze generose ed incalzanti, richiamano un
significato Evangelico della disponibilità all’ attenzione per le umane cose e per tutto ciò che compone
il creato, l’eterno.
E’ dunque pronta la vocazione del poeta ad esaltare i valori della tradizione, al punto da elevarli come
stabili riferimenti di un modello di vita che si ripropone più profondo e più ricco della intimità dei
nostri silenzi. E’ diffuso nella poetica di Aufiero un richiamo alla ricchezza della sua terra, vibrante
di schiettezza e semplice nella sua espressività. Aufiero ha partecipato a significativi concorsi letterari
ottenendo premi e riportando sempre riconoscimenti e menzioni.
L’ Irpinia ha il suo poeta: Pasquale Aufiero. Un poeta che onora il significato dell’ essere
uomo nella nobiltà della sua missione di vita.
Estratto da una critica di Nello Proia
Pasquale Aufiero nasce in Irpinia. Terra che ha dato i natali a grandi personaggi come Gian Piero
Carafa, il Pontefice Paolo IV grande difensore della Chiesa e della Cristianità e Francesco De Sanctis,
“Padre” e “Maestro” riconosciuto della critica letteraria moderna. Ma, oltre a queste due celebri figure
l’Irpinia annovera tra i suoi figli personaggi meno noti ma altrettanto immensi per talento. Uno di
questi è Pasquale Aufiero, personalità poetica fuori del comune da me apprezzato sopratutto nella
silloge d’una cinquantina di liriche, che vanno sotto il titolo di “Un giorno qualunque”.
La poetica di Pasquale Aufiero si compone nell’espressione del sentimento antico in stile sobrio e
moderno, descrivendo la vita reale di ogni giorno, l’Amore e la presenza di una incrollabile Fede. Con
la sensibilità, il ritmo e la cadenza degli antichi aedi del mondo Classico ma con la tecnica, l’espressività
e l’essenzialità dei nostri “ermetici” contemporanei, Pasquale Aufiero si crea un suo mondo poetico del
tutto particolare. Egli scrive di essere nato in “un giorno qualunque”. Ma, in effetti, quel 12 ottobre di
56 anni fa, non fù un giorno comune ed ordinario come ogni altro: fù un evento che gratificò la nascita
di un ottimo uomo e di un eccezionale Poeta. Quel fatidico giorno quando “bianchi raggi di sole
cadevano opachi/sul freddo paese dando a tutto/un aspetto di morte”).… quì realtà e fantasia,
spiritualità e materialità entusiasmo e pessimismo, speranza ed illusione si commistano tra loro fino a
creare un caleidoscopio di sensazioni e di stati d’animo che mettono a nudo l’anima sensibilissima del
Poeta, Poeta che soffre come Ungaretti, che palpita come Montale, che sente come Quasimodo ma che
pensa, ricorda e crede alla maniera tenera, genuina e “crepuscolare” di Guido Gozzano e Sergio
Corazzini. Più che appropriato il commento che il comune amico Angelo Principia (anch’egli ottimo
poeta) ha esposto nella “Prefazione” alle poesie di Aufiero: “la poetica di Pasquale Aufiero è una
finestra aperta sui raggi della sincerità, della trasparenza, del candore e del coraggio”. Altre sue
caratteristiche infine: sincerità nell’esternare i sentimenti, trasparenza nell’esprimere i suoi giudizi,
candore nel rivelare il suo intimo, coraggio nel manifestare la sua Fede.
Nello Proia
Urla
Un urlo lontano
improvviso trasuda
i mali del mondo.
La disperazione
dirompe
nel pianto dirotto
di Dio.
Urla
Un urlo lontano
improvviso trasuda
i mali del mondo.
La disperazione
dirompe
nel pianto dirotto
di Dio.
L’ amoreL’ amore
L’ amore è
liberare il cuore
dal desiderio
come un vulcano
libera magma di lava
incandescente .
Nebbia
Tra palpiti d’ali
e cerulea rugiada
di nubi sanguigne
dai colori sfibrati
sospiri lontani
di cuori s’implorano
cercandosi
nella strada di nebbia
che li separa.
EchiEchi
Echi indefiniti
cingono
l’esule struggersi
d’un sole vanente
dalla nuda terra
l’anima incela
sui paradisi
socchiusi
di un Dio.
Autunno
Pensierosa e muta
tra i cupi russoreggianti
rami di un albero spoglio
la mia anima
osserva con tristezza
“l’ infinita marea di foglie morte!”
Geranei
Non vedrò più i geranei fiorire
nel tuo giardino
tinto di finto amore.
Non hai capito
quanto immenso sia stato
l’ enorme raggio di sole
che con far veloce
bruciava la scia del cuore
Lascerò il tuo mondo
nel silenzio della notte
nel frastuono delle ore
che da sempre inseguono
il carro della vita
ma non solcherò mai più
fino alla fine dei miei giorni
il tuo finto giardino
tinto di finto amore.
Il cuoreIl cuore
Il cuore mi diceva con battito incessante
“smetti di soffrire”
spesse volte cercavo di ascoltarlo
ma quasi sempre
finivo col martellarlo ancor di più
e con voce dura gli dicevo
“evadi cuore mio e taci
ascolta ancora l’ usurarsi dei tuoi ventricoli
e il frantumarsi di odi e razzìe umane
tra sentimenti urgenze fantasiose
l’ aorta della vita si contrae lentamente
ma io e te non saremmo cuore e anima
se spegnessimo lo sguardo dalla vita.”
StellaStella
Stella famelica
che dall’ alto della vita
sussulti;
dai mutismi indefiniti
del firmamento
accarezzi lo sguardo
delle mie inquiete esiliazioni.
Sentimento
Come luce celeste
raggio famelico
varchi le porte segrete del cuore
Sentimento!
Setacci le miriadi pareti
infuocate dell’ anima
ti plasmi e con essa ti fondi
nella ricerca continua
di fede di pace di amore.
OmbreOmbre
Ombre affievolite
di luci indefinite
calano dal profondo della sera
che scivola via
tra i verdi chiaroscuri, grigiori
di una vita
da sempre attanagliata
a frenesie di ritmi frenetici
Non c’ è più gemma
che si schiude
sull’ albero d’ ulivo
né una colomba bianca in volo
tutto frana e si completa
su discriminazioni e odi
di razzie umane.
Ora che la vita duoleOra che la vita duole
Ora che la vita duole
annaspa il grigio
cammin del cuore
prunalbo solitario
in questa amara terra
ulula l’ anima.
Al pallido calar del sole
spira la sera
ma amaro è il camminar
del giorno nuovo.
PartoriscePartorisce
Partorisce
all’ apice del cuore
come la fonte sgorga
dalla pietra
ogni dolore
di questa breve vita.
Il penare
si rafforza
su ore interminabili
di luce a primavera
si attenua
ma è sempre vivo
con il buio di corte
grigie e smorzate
giornate in autunno.
tramonto
di antiche nostalgie da me tanto atteso e
desiderato
che mi franano addosso nel tempo le notti mi nascondono
i sorrisi,
vagano scovano setacciano intorno a me solo suoni e
poi il buio
ogni profondità un buio profondo che mi
impedisce
della mia mente insabbiata di mirare primavere fiorite a me
tanto care
e annebbiata dal troppo pensare immense distese di
campi
a ciò che mi tormenta da sempre. colorati di variopint
colori,non vedo
Ricordi e desideri caduti col tempo più rosei cieli ma solo
colline
mi rendono cieco ed estraneo le irte colline di
Sei il male
Hai stroncato una vita, un cuore, una mente,
con i tuoi sciocchi giochi d’ amore
stroncherai e distruggerai
ogni volta che la tua indole si infuocherà
come l’ eruzione di un cratere
e la sua lava trasporterà ogni cosa
pietrificando ogni forma di vita
di sentimento di bene di gioia
Non ti accorgi che dopo tanti cuori spezzati
dopo tante vite oppresse
dalle tue manie e facili orgogli
stai pietrificando
e distruggendo te stessa che sei il male
e che tanto male ancora farai.
Violenza
Ripudio la violenza
verso il prossimo.
Detesto chi accusa
distruggendo i propri simili.
Perdono chi partorisce il male
proclamandosi figlio di Dio.
Attesa
Vorrei spegnere
le fiaccole del sonno
tanto è l’ attesa
dal giorno
che ci separa.
La vita 1
E’ una minuscola
macchia
nell’ indecifrabile
libro del Creato
La vita 2
Spunta all’ improvviso
come le stagioni ti entra
dentro
infrangendo ogni regola
si insinua nel corpo e nella
mente,
copiosa germoglia focolai
fiorenti
nel cuore questa è la vita.
Pace
Nel frastuono
cerco la pace
ma nella pace
odo il silenzio
assordante
della solitudine.
Ho rubatoHo rubato
Ti ho rubato un caffè
ti ho rubato una carezza e pochi attimi
ti ho rubato pochi abbracci
ho rubato le tue mani stanche
i tuoi pensieri i tuoi momenti
ti ho rubato una promessa
i tuoi capelli il tuo profumo
ho rubato le tue giornate
ti ho rubato un bacio
lo vedi mi sento un ladro ma dimmi
come si fa a non rubare
quando il cuore non si fa comandare
e non si ha più di che vivere?
Tenere ombre
Dal respiro
di tenere ombre
rinasce l’ aurora
di un nuovo giorno.
Twin Towers
Nuvole di anime
s’ innalzano
nell’ inutile
corsa
che ogni violenza
partorisce cieca
all’ insaputa
di Dio.
Hai voluto
Hai voluto tanto
non chiedermi
di darti ancora.
Non vedi
sto pregando
per vivere.
La sera
La sera
il pensiero cattura
la coscienza di ore scandite.
Nel quadrante degli attimi
ogni azione torna muta
nell’ agoniare
del giorno morente.
Raccolgo i frutti
Tra cuscini di vetro
e cestelli di spine
colmi di solitudini vuote
raccolgo i frutti
di una fede
che si rafforza
ad ogni mia preghiera.
Mai di questa vitaMai di questa vita
Mai!
La luce del giorno
s’ adagiò sicura
sulla lenta agonia
delle ore.
Mai!
Il silenzio della notte
calò profondo dissipando
le miriadi lagune
di pensieri.
Mai!
Si scoprirà il perché
della vita.
DesertoDeserto
Il deserto
più insopportabile
è
la marea di folla
che soffoca.
MalinconieMalinconie
Quando il sole
impallidisce
attenuando il tepore
dei suoi raggi scoloriti
e nel cuore infonde
gelide malinconie
non resta
che scaldare l’ anima
accendendo i ricordi
di un’ estate
ormai lontana
Lamento dell’ universoLamento dell’ universo
Piovono voci
e al limite dell’ orizzonte
impallidisce
l’ azzurro galoppo
di ricordi lontani.
Tra nuvole impennate
l’ universo si lamenta,
sento già l’ aspro suono del suo boato
curvare nel vento.
Un grigio dolore vive
in un cielo incolore
costellato di astri pallidi
Il tuo voltoIl tuo volto
Tra l’ imbrunire infuocato
del tramonto scende
sciogliendosi lentamente
un altro giorno
rinnovando in me
desideri di speranze
che tutto muti
che tutto torni.
Davanti all’ albeggiare
il tuo volto attendo
ma la notte è lunga
e tu
sempre di più taci!
NataleNatale
Cala la sera mistico è il silenzio
che tenero avvolge questa festa Santa…
grida giulive fendono i cristalli dei miei pensieri
focolai di vuoti pulsano sconfinati
nel cuore già stanco, copiosi germogliano segreti
petali di lacrime
fiumi che scorrono nel mare della vita
e resto qui solo, a contemplare
questo stare svogliato nel creato.
La nullità accresce
la solitudine, sprofonda addosso come croce
né un sentiero, né una madre, né un amico,
né cometa, né voce alcuna
che guidi verso un mondo di pace, e bello sarebbe, Dio,
in questa notte dell’ Avvento, poter rinascere in te, e con te,
camminare nell’ universo
alla ricerca di me perché, Dio,
in questa notte io mi sono perso!
NuvoleNuvole
Nuvole randagie
colme di pioggia
adornano un pallido cielo
in cerca di un tiepido raggio di sole.
Dal basso del mondo vi osservo
cercando
quella goccia di pioggia
quel raggio di luce
che serve per vivere.
Ai miei figliAi miei figli
Sapeste!
Il cuore come stringe
e come pulsa al solo pensare a voi,
il vuoto che incornicia la mia anima
in questa tetra e buia stanza
fredda di affetti.
Vorrei solo che sapeste
che non c’ è gioia vita donna o amore
che possa mai allentare
quella morsa al cuore
quel senso di restare in vita per qualcuno
quell’ emozione indescrivibile
che provo quando guardo
ogni vostro anche se tiepido sorriso.
GiovinezzaGiovinezza
Fulmine
che trapassi veloce
il cielo d’ una vita
Gazzella
che attraversi fugace
il bosco della vita
sul lento cigolio dei ricordi
per sempre sarai
asse e ruota
del carro che trascina
i pensieri di oggi
e quelli di ieri.
CuoriCuori
Nel lento arrendersi del sole
l’ apertura del cielo
incupisce
in vortici irrequieti
di incroci di sguardi
parole sussurrate.
Immagini rubate
battono il tempo
dei nostri cuori
che planano dimentichi
nel rosaio profondo dell’ amore.
Onda marinaOnda marina
Come onda marina dei tuoi occhi la men
tace
tenera risacca t’ insinui nel cuore il cuo
sussulta
naufrago sulle onde azzurre sul frantumarsi
parole
dei tuoi occhi. inutili sguardi
Dai silenzi della vita ma è sempre p
dolce
un lembo d’ isola m’ inebria l’ inabissarsi nel
profondità
lontano miraggi tempestosi azzurre della tua anima mar
AnimaAnima
Anima
fuggi dalle vie del mondo
verso cieli e mari
che sorridono al sole
di terre lontane.
Fantasiosi tramonti
velati di brezza ti cingono
nell’ oscurarsi di notti
ricolme di pace
Rinasce l’ alba di una vita.
IllusioneIllusione
Ogni mio giorno
nasce per morire
mentre il tempo raggomitola
i tremolanti fili della vita.
Disteso su di una sabbia smorta
evade l’ illusione
che culla la mia mente.
Una cometaUna cometa
E’ bello e facile perdersi nella luce dei tuoi occhi
sei come una cometa che t’ incanta
ti si vede ma non ti si può toccare
luccichi quando è notte
ma di giorno diventi misteriosa
impenetrabile e lontana
abbagli con la tua scia luminosa
la mia mente stanca di pensare
ispirandola a nuovi desideri
continue sensazioni tra mondi sconosciuti
ma quando è giorno ti cerco e non ti vedo
sono indifeso e solo cerco la tua luce
che mi guida che mi indica la strada
Sei una cometa e la tua scia può scottare
e come tanti anche io sono rimasto bruciato da te.
RicordoRicordo
Ricordo quant’ era bello
perder la ragione stringendo il corpo tuo
tra le braccia affondare il capo
nel tuo seno arso
sentire il profumo della pelle tua
odorosa di sole e di calura
ricordo
i lunghi interminabili tramonti
sulla bianca sabbia levigata
dell’ antica e immutabile fiumara
dove insieme restavamo rapiti
a contemplare il sole che se ne muore
ricordo
i cari dolcissimi abbandoni
le brevi ore d’ estasi infinite
che a me donavi inconsciamente folle
dimenticando d’ essere una madre
per darti tutta senza reticenze.
GabbianoGabbiano
Come gabbiano ferito
dai colpi della vita
m’ involo tra sconfinati rosei cieli
per sfidare gli uragani più forti
per sciogliere il ghiaccio del mondo
alla ricerca di una vita
che dia un sorriso di pace
tra gli assordanti
silenzi del creato.
Compagna solitudineCompagna solitudine
Compagna solitudine
tu che comprimi il cuore come una donna amata
di cui non puoi fare a meno
e quando arriva non sai dire no
t’ aggrappi ai suoi seni come monti da scalare
senza trovare mai la vetta
né la parete giusta per ritornare indietro.
Ritenti la salita ma stanco
t’ adagi sui silenzi del creato
sperando d’ incontrare almeno un Dio.
Signore!
in purgatorio, inferno o paradiso
almeno lì ti prego non mi lasciare solo
con questa mia amata inseparabile
compagna solitudine.
OasiOasi
Lungo la nuda terra
della vita
la mia anima
cerca invano
nell’ immensità dei mari
e la secchezza dei deserti
un sorso affettuoso
e qualche oasi di pace.
In attesaIn attesa
In attesa dell’ ora
che unisce
il cielo col mondo
silenzi di lacrime
smunte di parole
ondeggiano nel respiro
di tenere ombre
Dio!
Sino ad allora
dammi soltanto la forza
per pregare.
Ma come dirti…Ma come dirti…
Come un bimbo assonnato
alla luce del giorno costruisco castelli
di sabbia … e da tempo
trascorro a pensare ciò che il tuo cuore
non vede… ora… è gelida brezza per me
e sferzante è l’ ululato impetuoso
dell’ indifferenza che pervade il tuo corpo
e fa piega nel mio… è onda sul tuo bel viso…
i merlati castelli d’ amore le speranze cullate per ore
si disperdono in quest’ alba incolore…
Ma come dirti ciò che non trova la forza segreta
del cuore ora che la bocca attanagliata
sbriciola frasi d’ amore e disfa pensieri mai detti
ogni tuo sguardo di ieri ogni parola di oggi
è solo moto che muore nell’ impetuosa marea
della mia mente…
Non vedi, DioNon vedi, Dio
Non vedi, Dio, come pesa la vita
e come rauca è la gola
per il forte gridare nel Tuo mondo
Non vedi, Dio,
quanto assordanti siano
i Tuoi silenzi che planano muti
tra cieli e mari
e che struggono sino all’ infinito.
Non vedi, Dio, quanto pesa la vita
sulle ali di verdi colline
T’ inseguo senza trovarti mai
in questo continuo cercarti
che sempre più mi opprime.
PrimaveraPrimavera
Un candido raggio di sole
invade ogni cuore
ridandole luce e gioia
dai cupi gelidi e smunti grigiori
di un inverno ormai lontano.
Una gemma fiorita
una rondine in volo
un lontano vociare di bimbi
Annunciano l’ avvento
di un’ altra primavera.
CipressiCipressi
Cipressi!
Sonnecchianti su se stessi
mormorii lamentosi
di una pace destata
da nenie silenziose
ricolme di mistero.
La natura si ribella
alla cecità dell’ uomo
ruscelli di acque
un tempo cristalline
docili e mansuete
seguono incolori
il distruttivo corso della vita.
MaiMai
Mai ho potuto sciogliere
il gelo che la morte
conserva in me.
Mai ho potuto riavere
una minuscola parte
di ciò che ho donato.
Non ho rancori,
ma desidero solo liberazione
e pace
(il morire l’ ho già provato
il giorno che sono nato).
Uno strano giocoUno strano gioco
E’ semplice per te dire
non perderti in questo immondo
e strano gioco che è la vita
non disperarti in sentimenti e frustrazioni
vivi alla giornata
non tradire la fiducia di un amico
quando spesso lui lo fa
non desiderare la donna d’ altri
e che non potrò mai avere.
Dio! Ma come fai a non capire
che io voglio vivere
non voglio perdermi disperare né tradire
lo vedi non desidero nessuno
né tantomeno te, ma come fai a non capire
che in questo strano gioco che è la vita
voglio solo amarti … per vivere … e farti vivere.
PoetaPoeta
Sgorga cristallina
dall’ eco del cuore
come fonte sorgiva
la fragile
rude cupezza
di un poeta
descriverla è semplice
ma per cantarla
bisogna saper tradurre
canti di usignoli
gelsomini che sospirano
accordi struggenti di violini
e petali di lacrime di vita.
Alla mia terraAlla mia terra
ricordi di silenzi sempre vivi
uoti maestosi di origini mai perdute
edo te terra mia
tuo continuo verdeggiare
speranze mai assopite
il battito incessante dell’ orologio antico
ormorii del vecchio fiume “Sabato”
le ma nervoso quando in piena
a sirena della miniera di zolfo
go di lavoro duro
gente che ha sofferto
bella terra mia
mpi biondi di grano zolle fumanti
ne di sudore
posano con le tue vigne dorate
tare famoso al mondo intero
e quel palazzo feudale dove sono nato
luogo dei miei primi giochi
di infinite sensazioni
e di un piccolo indimenticato amore
Odo il treno partire dalla stazione
la stessa scena muta che si ripete
e mi riporta al giorno della mia partenza
quando costretto da un destino andai vi
Terra mia amata a te tornerò come prima
povero nel cuore ma ricco delle tue belle
delle tue malinconie
dei tuoi mutismi indefiniti
staremo insieme a te e la mia gente
ci apparterremo senza tempo
e realizzerò il mio sogno
Essere una cosa unica.
Pasquale Aufiero
qualunquequalunque
Era un giorno qualunque
il dodici ottobre del ‘52
bianchi raggi di sole cadevano
opachi
sul freddo paese dando a tutto
un’ aspetto di morte!
All’ improvviso un grido un
gemito
rompono l’ incanto.
Una donna soffre. Rischia la
vita
per dare una vita!
Torna la pace ritorna il sereno
è nato l’ amore fanciullo
dagli occhi di vetro dal volto di
creta
sa già che l’ aspetta un destino
Passano i giorni passano i mesi
passarono gli anni pochi in effetti
perché quel fanciullo che nulla sapeva
vedeva riflesso nelle pupille
il volto cattivo della vergogna
dove era finita la donna gemente?
La donna affettuosa e la donna coscien
che senza ragione e senza un perché
magari apparente stroncava una vita
ancora nascente!
Un cuore si ferma la vita si spezza
muore l’ amore tutto è tristezza!
Muto congedoMuto congedo
Eri l’asse del mondo, l’affresco del cielo
la quiete dell’ arcobaleno
il firmamento incontaminato
la veloce coagulazione della gioia
l’obesità della terra.
Ora sei la lenta agonia dei fuochi
la mia unica rinuncia
il viaggio incompiuto
la poesia spezzata
il mormorio degli oceani
sei il muto congedo
su ogni cosa, di tutti i segni
di tutti i suoni, di tutti i mondi.
Al lagoAl lago
Pioppi tra i monti flettono,
ondeggiati dal vento che accarezza
le acque del lago.
Cinguettii primaverili
in un’ unica armonia
seguono giulivi
la scia di un capoverde
che in sacro silenzio
si lascia trasportare dalle acque
che baciano i rinverditi monti.
Tra le innumerevoli insenature
di pensieri,
accarezzo la magica visione
della mano di Dio
che plasma i pensieri dell’uomo
con la sconfinata
bellezza del Creato.
Amore e AffettoAmore e Affetto
La mancanza di amore
e affetto
riduce il mio cuore
in briciole.
La solitudine le mangerà.
Amore e AffettoAmore e Affetto
La mancanza di amore
e di affetto
riduce il mio cuore
in briciole.
La solitudine le mangerà.
AttesaAttesa
Nell’attesa che il giorno
conduca al di là della notte,
tra aquiloni di sguardi
e verdi albe di mare,
irraggiungibili arcobaleni
percorrono fiori di ginestre
ai bordi della disselciata
strada della vita.
Attimi d’amoreAttimi d’amore
Muscoli convulsi … baci roventi …
ora hanno voce.
Flusso eterno,il sangue invade
violento il cammino infuocato,
torrente in piena,
straripa in attimi d’amore,
pace sfibrata.
Dolce è il digradarsi,
oltre le ampie colline,
abbacinate nell’ultimo spiro
che effendono attimi d’amore.
ComaComa
Vorrei poter uscire
da questo coma irreversibile,
ma lucida è la mente
al sol pensare a te.
La tua immagine
mi sveglia a notte fonda
nel buio di speranze,
ti vedo, ti tocco
ma la tua assenza
è come questo foglio.
Di te non rimane
che un volto silenzioso
tra le bianche pagine
della mia anima.
Dal mio corpoDal mio corpo
Dal mio corpo solitario
e cieli di latta,
sgorgano fiumi
di orrida menzogna
mentre luci di cedro
incartano arcobaleni.
Nei preziosi e nebbiosi
ricordi della vita,
dipingo radici
di sogni liberi e confusi.
Oltre i rossi orizzonti
dove nasce la luce dal buio,
si spengono
le metafore urgenti della sorte.
Dal ramoDal ramo
La voce di un ramo schiantato,
tra i brandelli di foglie palpitanti,
i vuoti delle vertigini
anelano l’incanto
dall’alto dell’orbo rupestre,
dove sboccia il tormento dell’anima.
Dal ramo indolenzito,
nasce un sospiro pregno di dolore
per una vita molle come neve
che lentamente …
si disgrega … e muore …
Espressioni.Espressioni.
La sincerità
alberga solo
nel nostro cuore
raramente esce
dalle nostre labbra
ma è sempre onnipresente
nei nostri occhi.
Il tuo profumoIl tuo profumo
Là dove il fuoco
è ghiaccio di primavera
e mattini di vetro sporcano
la candida neve, ridesto
da sogni di cartone
e cieli di latta,
non rimane che il sorriso
della mia sofferenza,
non mi rimane che poesia
del tuo profumo.
Io e il bicchiereIo e il bicchiere
Adagiato lì su quel tavolo,
baciato dal tempo
rimani immobile, quasi sconcerto
mio vecchio bicchiere.
Incredulo ti guardo, ti osservo
e attraverso te scorre il mio tempo.
Fisso la vita, il mio vuoto, il mio restar solo,
l’immenso bisogno che ho di dare. Sei vuoto, vecchio bicchiere,
Più ti scruto e il tuo sguardo astratto come vuota è l’anima mia
sembra che mi penetri, ogni mio vivere, ogni mio
quasi a voler captare ogni mio pensiero, esistere
ogni mia pena, ogni mia sensazione.
Sei un oggetto, vecchio bicchiere
ti si può riempire e svuotare
quando si vuole, nessuno parla di te
e si chiede, se sei solo,
se sei vuoto, se soffri,
se esisti, se sei stanco di dare
senza ricevere mai, e quindi
mio vecchio bicchiere, in questo astratto
ed egoista mondo, chi meglio di me
può capirti ?
IspirazioneIspirazione
Gioco con le parole
che dal tramonto,
rossore infinito dell’anima,
trasportato dal vento,
mi fà volare
verso il tuo cuore
e quello del mondo.
La notteLa notte
Là dove la notte si perde
nel vuoto rumore dell’anima,
solo un riflesso
muto parla,
il resto tace.
Nella fioca immagine
di un lume spento,
si accende
inesorabile il passato
nell’allucinato occhio della notte.
La via della vitaLa via della vita
Ho conosciuto la via
della vita.
Ho goduto delle bellezze
del creato,
ho ammirato la luna
unica amica di inquiete esiliazioni.
Ho lottato per vivere
e credere nella fede di Dio.
Ho conosciuto l’amore
e lì …
mi sono perso!
Madre!Madre!
Come sei lontana,
nel tuo porto sicuro
non ho mai approdato.
Ci separano
un fiume di parole
e quella carezza
che non hai mai dato.
MareMare
Come tenero fiore di un prato
che tremola al soffio del vento,
ammiro l’infinita cresta
delle onde in tormento,
aspettando che affoghi
il travaglio dell’anima.
In te mi perdo in un errare breve e lento,
ti osservo nell’infuocata
scesa del tramonto
che dilunga le ombre e le dà rilievo.
Amo la luce che sfiorisce
ed incendia ricordi
di fatue giovinezze.
Amo le tue acque
che preparano l’ora scura della vita
al mistero del giorno morente.
NaufragioNaufragio
Sulla stolida scena del mondo,
tavolozza chiazzata di pensieri
dagli sfibrati colori,
morde l’anima
ad ogni mio passo.
Nel fragile
silenzio della notte
la tua grazia mi sfiora
dal naufragio
di un amore terrestre
e di una musica marina.
NaufragioNaufragio
Sulla stolida scena del mondo,
tavolozza chiazzata di pensieri
dagli sfibrati colori,
morde l’anima
ad ogni mio passo.
Nel fragile
silenzio della notte
la tua grazia mi sfiora
dal naufragio
di un amore terrestre
e di una musica marina.
Nel fangoNel fango
Più scivolavo
in questo mondo pesante di fango
di chi miete morte,
mentre la natura si rinnova
e i passi non lasciano più tracce
di ore perdute ad ascoltare
sussurri d’acque argentate
da animati segmenti di sole.
I ricordi usurano il cuore,
il mondo si cancella dal tuo abbraccio,
Signore!
Dinanzi a te solo mosaici
di fiori biancospino
e quest’ora di un mondo
in una infinita agonia di lacrime
sulla terra arsa d’odio Caino !
ParadisiParadisi
Fremiti, raggi di vita
scandiscono imperterriti
gli attimi che scorrono
in un mondo
che più non mi appartiene.
Violenze, raggiri, inganni
eclissano ogni anima
che si inciela
per approdare
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di un Dio!
ParoleParole
Parole, errano senza echi
nell’ affannosa corsa della mente.
Con passo trascinato
dal sortilegio astrale
del destino,
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che tesse il filo azzurro
dei respiri infranti.
L’angoscia, la vuota solitudine
dell’universo di un Dio
mi esorta a ripescar
dal pozzo di una fede
lo spazio fuggente del cammino.
Passa il tempoPassa il tempo
Passa il tempo di una vita
in continuo travaglio
in attesa di chiudere il suo ciclo
di millenni diversi l’un dall’altro.
Tempo che tramonta nei silenzi
di una forza cieca e ignota
che trasformo nelle ore,
ma dentro il cuore, nel cervello,
brucia il tormento per una domanda
cui non arride nè sazia la risposta.
Lungo la strada
rovi attorti e scabri sassi
accompagnano con timidi passi
nel pozzo senza fine
da Te creato, Dio.
RimpiantoRimpianto
Aquiloni multicolori
appesi al filo degli affetti
naufragano
ad esumare pensieri.
Tra viscose ragnatele di memorie
i ricordi scavano.
Da cumoli di pietre smosse
ecco affiorare
i ciclopici macigni del rimpianto.
Sconosciuto giocoSconosciuto gioco
Liquida l’aria mattutina
scioglie sogni notturni,
desideri incartano spigoli di vita.
Come un Dio vittorioso
il giorno s’impone tra luci di memorie
cadute nel presente di piatte aurore.
Scorci di cielo s’intravedono
nella nebbia di un futuro
incerto e sabbioso
nello sconosciuto gioco d’azzardo
che è la vita.
Se soloSe solo
Se solo la mia mano
potesse scrivere
quello che ho nel cuore …
Se soloSe solo
Se solo la mia mano
potesse scrivere
quello che ho nel cuore …
Se un dìSe un dì
Se un dì
a Tè leviterò, sfinito dal rosario
delle mie fatiche terrene ,
mi sentirò fanciullo nei ricordi .
A Tè ritornerò pargolo
a cui risero invano fiori non gustati
di un soggiorno incantato .
Privo della parola inquinata ,
l’aria mi sarà
calice di cristallo impalpabile ,
dove la terra immemore vaneggi .
Con nelle vergini mani
i petali sfatti dei giorni ,
mi sentirò radice del Tuo volere .
La Tua luce farà sacro il mio buio .
Se un dìSe un dì
Se un dì
a Tè leviterò, sfinito dal rosario
delle mie fatiche terrene ,
mi sentirò fanciullo nei ricordi .
A Tè ritornerò pargolo
a cui risero invano fiori non gustati
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Privo della parola inquinata ,
l’aria mi sarà
calice di cristallo impalpabile ,
dove la terra immemore vaneggi .
Con nelle vergini mani
i petali sfatti dei giorni ,
mi sentirò radice del Tuo volere .
La Tua luce farà sacro il mio buio .
SilenzioSilenzio
Il Tuo silenzio Dio
sa di eternità.
Gonfio tra l’opache rive del Creato
trasuda pianto
e sogna passato presente
muto di preghiera.
Lacrime di pioggia
insanguinate dal cuore del cielo
mi daranno il coraggio
di guardarti ancora.
SilenzioSilenzio
Il Tuo silenzio Dio
sa di eternità.
Gonfio tra l’opache rive del Creato
trasuda pianto
e sogna passato presente
muto di preghiera.
Lacrime di pioggia
insanguinate dal cuore del cielo
mi daranno il coraggio
di guardarti ancora.
SoloSolo
Solo,
di nuovo solo,
a rovistare in quel vecchio baule
che è il passato per cercare chissàcchè.
Solo,
a guardare Quella fetta di cielo
che trafigge la vita
prendendoti per mano.
Di nuovo solo,
con le paure, le angosce
l’incertezza del domani.
Solo,
con il cuore colmo di tristezza,
nel grigiore di un giorno qualsiasi.
SoloSolo
Solo,
di nuovo solo,
a rovistare in quel vecchio baule
che è il passato per cercare chissàcchè.
Solo,
a guardare Quella fetta di cielo
che trafigge la vita
prendendoti per mano.
Di nuovo solo,
con le paure, le angosce
l’incertezza del domani.
Solo,
con il cuore colmo di tristezza,
nel grigiore di un giorno qualsiasi.
TormentoTormento
Il fiume scorre …
ora forte … ora piano …
portando con sè
l’acqua chiara … l’acqua scura …
Ma io non sono il fiume
non dimendico nulla.
TormentoTormento
Il fiume scorre …
ora forte … ora piano …
portando con sè
l’acqua chiara … l’acqua scura …
Ma io non sono il fiume
non dimendico nulla.
Vago…
E vago come l’eco
tra dirupi senza fine
senza posa,
di un’alba fredda di vapori
solo,
nella schiusa di tristezza
dell’invadente
flusso dell’amore.
Vago…
E vago come l’eco
tra dirupi senza fine
senza posa,
di un’alba fredda di vapori
solo,
nella schiusa di tristezza
dell’invadente
flusso dell’amore.
VorreiVorrei
Vorrei essere
una lacrima
per poter nascere
nei tuoi occhi
e morire lentamente
sulla tua bocca.
Vorrei essere notte e alba
per vegliare il tuo sonno
e godere di ogni tuo risveglio.
VorreiVorrei
Vorrei essere
una lacrima
per poter nascere
nei tuoi occhi
e morire lentamente
sulla tua bocca.
Vorrei essere notte e alba
per vegliare il tuo sonno
e godere di ogni tuo risveglio.
L’autore ringrazia i collaboratori alla grafica
Pasquale Aufiero è raggiungibile ai seguenti
recapiti: pasquale.aufiero@libero.it e
poeta52@hotmail.it
Cell. 345.4680493

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  • 1. Viale d’autunno - Opera del pittore Silvano Haag
  • 2. P O E S I A 39
  • 3. Pasquale Aufiero è nato il 12.10.1952 a Tufo in provincia di Avellino, un piccolo paese dell’Irpinia , reso famoso dall’ eccellente produzione vinicola del Greco di Tufo. Ha vissuto in varie capitali europee arricchendo il suo spirito grazie alla sua sensibilità ed il suo amore. Ha partecipato a vari concorsi letterari riscuotendo sempre lusinghieri successi. Ricordiamo i premi: “Formica Nera” di Padova; “Monti Lepini”; “Chips cagnolino mio”; “Aniene” ed il premio “la Torre d’ Argento” di Castel Nuovo di Farfa. E’ accademico Ciceroniano di Arpino. Ultimamente è stato insignito del premio alla cultura “Omaggio a Gianni Agus”. E’ inserito in varie antologie e riviste specializzate.
  • 4. Prefazione Pasquale Aufiero è nato il 12.10.1952 a Tufo in provincia di Avellino. Dalla sua terra Aufiero si è mosso giovanissimo, per assaporare esperienze più ampie e vibranti rispetto al vissuto che la dimensione del suo paese poteva offrirgli. Ecco allora i primi trasferimenti nelle più significative capitali europee dove il suo spirito si è arricchito degli aspetti più interessanti delle varie relazionalità incontrate. Ed è in queste “capitali della cultura” che cresceva l’ uomo, laddove parallelamente cominciava ad emergere una profonda sensibilità per i fatti umani, per gli avvenimenti, per il dolore spesso causato dall’ amore … amore a tutto tondo. Questi gli aspetti che successivamente saranno al centro di tutte le sue opere. La poetica di Pasquale Aufiero è una finestra aperta sui raggi della sincerità, della trasparenza, del candore e del coraggio. I loro accenti si innalzano attraverso il lirismo della purezza, della semplicità, verso uno schema di vissuto ideale con il quale confrontarsi, verso situazioni purtroppo mai veramente sopite e dimenticate, un mondo che lo circonda e lo ama. Le radici di tali convincimenti, espressi con un linguaggio sicuramente accessibile e subito familiare, con una sensibilità tipica di un cuore preso da urgenze generose ed incalzanti, richiamano un significato Evangelico della disponibilità all’ attenzione per le umane cose e per tutto ciò che compone il creato, l’eterno. E’ dunque pronta la vocazione del poeta ad esaltare i valori della tradizione, al punto da elevarli come stabili riferimenti di un modello di vita che si ripropone più profondo e più ricco della intimità dei nostri silenzi. E’ diffuso nella poetica di Aufiero un richiamo alla ricchezza della sua terra, vibrante di schiettezza e semplice nella sua espressività. Aufiero ha partecipato a significativi concorsi letterari ottenendo premi e riportando sempre riconoscimenti e menzioni. L’ Irpinia ha il suo poeta: Pasquale Aufiero. Un poeta che onora il significato dell’ essere uomo nella nobiltà della sua missione di vita.
  • 5. Estratto da una critica di Nello Proia Pasquale Aufiero nasce in Irpinia. Terra che ha dato i natali a grandi personaggi come Gian Piero Carafa, il Pontefice Paolo IV grande difensore della Chiesa e della Cristianità e Francesco De Sanctis, “Padre” e “Maestro” riconosciuto della critica letteraria moderna. Ma, oltre a queste due celebri figure l’Irpinia annovera tra i suoi figli personaggi meno noti ma altrettanto immensi per talento. Uno di questi è Pasquale Aufiero, personalità poetica fuori del comune da me apprezzato sopratutto nella silloge d’una cinquantina di liriche, che vanno sotto il titolo di “Un giorno qualunque”. La poetica di Pasquale Aufiero si compone nell’espressione del sentimento antico in stile sobrio e moderno, descrivendo la vita reale di ogni giorno, l’Amore e la presenza di una incrollabile Fede. Con la sensibilità, il ritmo e la cadenza degli antichi aedi del mondo Classico ma con la tecnica, l’espressività e l’essenzialità dei nostri “ermetici” contemporanei, Pasquale Aufiero si crea un suo mondo poetico del tutto particolare. Egli scrive di essere nato in “un giorno qualunque”. Ma, in effetti, quel 12 ottobre di 56 anni fa, non fù un giorno comune ed ordinario come ogni altro: fù un evento che gratificò la nascita di un ottimo uomo e di un eccezionale Poeta. Quel fatidico giorno quando “bianchi raggi di sole cadevano opachi/sul freddo paese dando a tutto/un aspetto di morte”).… quì realtà e fantasia, spiritualità e materialità entusiasmo e pessimismo, speranza ed illusione si commistano tra loro fino a creare un caleidoscopio di sensazioni e di stati d’animo che mettono a nudo l’anima sensibilissima del Poeta, Poeta che soffre come Ungaretti, che palpita come Montale, che sente come Quasimodo ma che pensa, ricorda e crede alla maniera tenera, genuina e “crepuscolare” di Guido Gozzano e Sergio Corazzini. Più che appropriato il commento che il comune amico Angelo Principia (anch’egli ottimo poeta) ha esposto nella “Prefazione” alle poesie di Aufiero: “la poetica di Pasquale Aufiero è una finestra aperta sui raggi della sincerità, della trasparenza, del candore e del coraggio”. Altre sue caratteristiche infine: sincerità nell’esternare i sentimenti, trasparenza nell’esprimere i suoi giudizi, candore nel rivelare il suo intimo, coraggio nel manifestare la sua Fede. Nello Proia
  • 6. Urla Un urlo lontano improvviso trasuda i mali del mondo. La disperazione dirompe nel pianto dirotto di Dio. Urla Un urlo lontano improvviso trasuda i mali del mondo. La disperazione dirompe nel pianto dirotto di Dio.
  • 7. L’ amoreL’ amore L’ amore è liberare il cuore dal desiderio come un vulcano libera magma di lava incandescente .
  • 8. Nebbia Tra palpiti d’ali e cerulea rugiada di nubi sanguigne dai colori sfibrati sospiri lontani di cuori s’implorano cercandosi nella strada di nebbia che li separa.
  • 9. EchiEchi Echi indefiniti cingono l’esule struggersi d’un sole vanente dalla nuda terra l’anima incela sui paradisi socchiusi di un Dio.
  • 10. Autunno Pensierosa e muta tra i cupi russoreggianti rami di un albero spoglio la mia anima osserva con tristezza “l’ infinita marea di foglie morte!”
  • 11. Geranei Non vedrò più i geranei fiorire nel tuo giardino tinto di finto amore. Non hai capito quanto immenso sia stato l’ enorme raggio di sole che con far veloce bruciava la scia del cuore Lascerò il tuo mondo nel silenzio della notte nel frastuono delle ore che da sempre inseguono il carro della vita ma non solcherò mai più fino alla fine dei miei giorni il tuo finto giardino tinto di finto amore.
  • 12. Il cuoreIl cuore Il cuore mi diceva con battito incessante “smetti di soffrire” spesse volte cercavo di ascoltarlo ma quasi sempre finivo col martellarlo ancor di più e con voce dura gli dicevo “evadi cuore mio e taci ascolta ancora l’ usurarsi dei tuoi ventricoli e il frantumarsi di odi e razzìe umane tra sentimenti urgenze fantasiose l’ aorta della vita si contrae lentamente ma io e te non saremmo cuore e anima se spegnessimo lo sguardo dalla vita.”
  • 13. StellaStella Stella famelica che dall’ alto della vita sussulti; dai mutismi indefiniti del firmamento accarezzi lo sguardo delle mie inquiete esiliazioni.
  • 14. Sentimento Come luce celeste raggio famelico varchi le porte segrete del cuore Sentimento! Setacci le miriadi pareti infuocate dell’ anima ti plasmi e con essa ti fondi nella ricerca continua di fede di pace di amore.
  • 15. OmbreOmbre Ombre affievolite di luci indefinite calano dal profondo della sera che scivola via tra i verdi chiaroscuri, grigiori di una vita da sempre attanagliata a frenesie di ritmi frenetici Non c’ è più gemma che si schiude sull’ albero d’ ulivo né una colomba bianca in volo tutto frana e si completa su discriminazioni e odi di razzie umane.
  • 16. Ora che la vita duoleOra che la vita duole Ora che la vita duole annaspa il grigio cammin del cuore prunalbo solitario in questa amara terra ulula l’ anima. Al pallido calar del sole spira la sera ma amaro è il camminar del giorno nuovo.
  • 17. PartoriscePartorisce Partorisce all’ apice del cuore come la fonte sgorga dalla pietra ogni dolore di questa breve vita. Il penare si rafforza su ore interminabili di luce a primavera si attenua ma è sempre vivo con il buio di corte grigie e smorzate giornate in autunno.
  • 18. tramonto di antiche nostalgie da me tanto atteso e desiderato che mi franano addosso nel tempo le notti mi nascondono i sorrisi, vagano scovano setacciano intorno a me solo suoni e poi il buio ogni profondità un buio profondo che mi impedisce della mia mente insabbiata di mirare primavere fiorite a me tanto care e annebbiata dal troppo pensare immense distese di campi a ciò che mi tormenta da sempre. colorati di variopint colori,non vedo Ricordi e desideri caduti col tempo più rosei cieli ma solo colline mi rendono cieco ed estraneo le irte colline di
  • 19. Sei il male Hai stroncato una vita, un cuore, una mente, con i tuoi sciocchi giochi d’ amore stroncherai e distruggerai ogni volta che la tua indole si infuocherà come l’ eruzione di un cratere e la sua lava trasporterà ogni cosa pietrificando ogni forma di vita di sentimento di bene di gioia Non ti accorgi che dopo tanti cuori spezzati dopo tante vite oppresse dalle tue manie e facili orgogli stai pietrificando e distruggendo te stessa che sei il male e che tanto male ancora farai.
  • 20. Violenza Ripudio la violenza verso il prossimo. Detesto chi accusa distruggendo i propri simili. Perdono chi partorisce il male proclamandosi figlio di Dio.
  • 21. Attesa Vorrei spegnere le fiaccole del sonno tanto è l’ attesa dal giorno che ci separa.
  • 22. La vita 1 E’ una minuscola macchia nell’ indecifrabile libro del Creato La vita 2 Spunta all’ improvviso come le stagioni ti entra dentro infrangendo ogni regola si insinua nel corpo e nella mente, copiosa germoglia focolai fiorenti nel cuore questa è la vita.
  • 23. Pace Nel frastuono cerco la pace ma nella pace odo il silenzio assordante della solitudine.
  • 24. Ho rubatoHo rubato Ti ho rubato un caffè ti ho rubato una carezza e pochi attimi ti ho rubato pochi abbracci ho rubato le tue mani stanche i tuoi pensieri i tuoi momenti ti ho rubato una promessa i tuoi capelli il tuo profumo ho rubato le tue giornate ti ho rubato un bacio lo vedi mi sento un ladro ma dimmi come si fa a non rubare quando il cuore non si fa comandare e non si ha più di che vivere?
  • 25. Tenere ombre Dal respiro di tenere ombre rinasce l’ aurora di un nuovo giorno.
  • 26. Twin Towers Nuvole di anime s’ innalzano nell’ inutile corsa che ogni violenza partorisce cieca all’ insaputa di Dio.
  • 27. Hai voluto Hai voluto tanto non chiedermi di darti ancora. Non vedi sto pregando per vivere.
  • 28. La sera La sera il pensiero cattura la coscienza di ore scandite. Nel quadrante degli attimi ogni azione torna muta nell’ agoniare del giorno morente.
  • 29. Raccolgo i frutti Tra cuscini di vetro e cestelli di spine colmi di solitudini vuote raccolgo i frutti di una fede che si rafforza ad ogni mia preghiera.
  • 30. Mai di questa vitaMai di questa vita Mai! La luce del giorno s’ adagiò sicura sulla lenta agonia delle ore. Mai! Il silenzio della notte calò profondo dissipando le miriadi lagune di pensieri. Mai! Si scoprirà il perché della vita.
  • 32. MalinconieMalinconie Quando il sole impallidisce attenuando il tepore dei suoi raggi scoloriti e nel cuore infonde gelide malinconie non resta che scaldare l’ anima accendendo i ricordi di un’ estate ormai lontana
  • 33. Lamento dell’ universoLamento dell’ universo Piovono voci e al limite dell’ orizzonte impallidisce l’ azzurro galoppo di ricordi lontani. Tra nuvole impennate l’ universo si lamenta, sento già l’ aspro suono del suo boato curvare nel vento. Un grigio dolore vive in un cielo incolore costellato di astri pallidi
  • 34. Il tuo voltoIl tuo volto Tra l’ imbrunire infuocato del tramonto scende sciogliendosi lentamente un altro giorno rinnovando in me desideri di speranze che tutto muti che tutto torni. Davanti all’ albeggiare il tuo volto attendo ma la notte è lunga e tu sempre di più taci!
  • 35. NataleNatale Cala la sera mistico è il silenzio che tenero avvolge questa festa Santa… grida giulive fendono i cristalli dei miei pensieri focolai di vuoti pulsano sconfinati nel cuore già stanco, copiosi germogliano segreti petali di lacrime fiumi che scorrono nel mare della vita e resto qui solo, a contemplare questo stare svogliato nel creato. La nullità accresce la solitudine, sprofonda addosso come croce né un sentiero, né una madre, né un amico, né cometa, né voce alcuna che guidi verso un mondo di pace, e bello sarebbe, Dio, in questa notte dell’ Avvento, poter rinascere in te, e con te, camminare nell’ universo alla ricerca di me perché, Dio, in questa notte io mi sono perso!
  • 36. NuvoleNuvole Nuvole randagie colme di pioggia adornano un pallido cielo in cerca di un tiepido raggio di sole. Dal basso del mondo vi osservo cercando quella goccia di pioggia quel raggio di luce che serve per vivere.
  • 37. Ai miei figliAi miei figli Sapeste! Il cuore come stringe e come pulsa al solo pensare a voi, il vuoto che incornicia la mia anima in questa tetra e buia stanza fredda di affetti. Vorrei solo che sapeste che non c’ è gioia vita donna o amore che possa mai allentare quella morsa al cuore quel senso di restare in vita per qualcuno quell’ emozione indescrivibile che provo quando guardo ogni vostro anche se tiepido sorriso.
  • 38. GiovinezzaGiovinezza Fulmine che trapassi veloce il cielo d’ una vita Gazzella che attraversi fugace il bosco della vita sul lento cigolio dei ricordi per sempre sarai asse e ruota del carro che trascina i pensieri di oggi e quelli di ieri.
  • 39. CuoriCuori Nel lento arrendersi del sole l’ apertura del cielo incupisce in vortici irrequieti di incroci di sguardi parole sussurrate. Immagini rubate battono il tempo dei nostri cuori che planano dimentichi nel rosaio profondo dell’ amore.
  • 40. Onda marinaOnda marina Come onda marina dei tuoi occhi la men tace tenera risacca t’ insinui nel cuore il cuo sussulta naufrago sulle onde azzurre sul frantumarsi parole dei tuoi occhi. inutili sguardi Dai silenzi della vita ma è sempre p dolce un lembo d’ isola m’ inebria l’ inabissarsi nel profondità lontano miraggi tempestosi azzurre della tua anima mar
  • 41. AnimaAnima Anima fuggi dalle vie del mondo verso cieli e mari che sorridono al sole di terre lontane. Fantasiosi tramonti velati di brezza ti cingono nell’ oscurarsi di notti ricolme di pace Rinasce l’ alba di una vita.
  • 42. IllusioneIllusione Ogni mio giorno nasce per morire mentre il tempo raggomitola i tremolanti fili della vita. Disteso su di una sabbia smorta evade l’ illusione che culla la mia mente.
  • 43. Una cometaUna cometa E’ bello e facile perdersi nella luce dei tuoi occhi sei come una cometa che t’ incanta ti si vede ma non ti si può toccare luccichi quando è notte ma di giorno diventi misteriosa impenetrabile e lontana abbagli con la tua scia luminosa la mia mente stanca di pensare ispirandola a nuovi desideri continue sensazioni tra mondi sconosciuti ma quando è giorno ti cerco e non ti vedo sono indifeso e solo cerco la tua luce che mi guida che mi indica la strada Sei una cometa e la tua scia può scottare e come tanti anche io sono rimasto bruciato da te.
  • 44. RicordoRicordo Ricordo quant’ era bello perder la ragione stringendo il corpo tuo tra le braccia affondare il capo nel tuo seno arso sentire il profumo della pelle tua odorosa di sole e di calura ricordo i lunghi interminabili tramonti sulla bianca sabbia levigata dell’ antica e immutabile fiumara dove insieme restavamo rapiti a contemplare il sole che se ne muore ricordo i cari dolcissimi abbandoni le brevi ore d’ estasi infinite che a me donavi inconsciamente folle dimenticando d’ essere una madre per darti tutta senza reticenze.
  • 45. GabbianoGabbiano Come gabbiano ferito dai colpi della vita m’ involo tra sconfinati rosei cieli per sfidare gli uragani più forti per sciogliere il ghiaccio del mondo alla ricerca di una vita che dia un sorriso di pace tra gli assordanti silenzi del creato.
  • 46. Compagna solitudineCompagna solitudine Compagna solitudine tu che comprimi il cuore come una donna amata di cui non puoi fare a meno e quando arriva non sai dire no t’ aggrappi ai suoi seni come monti da scalare senza trovare mai la vetta né la parete giusta per ritornare indietro. Ritenti la salita ma stanco t’ adagi sui silenzi del creato sperando d’ incontrare almeno un Dio. Signore! in purgatorio, inferno o paradiso almeno lì ti prego non mi lasciare solo con questa mia amata inseparabile compagna solitudine.
  • 47. OasiOasi Lungo la nuda terra della vita la mia anima cerca invano nell’ immensità dei mari e la secchezza dei deserti un sorso affettuoso e qualche oasi di pace.
  • 48. In attesaIn attesa In attesa dell’ ora che unisce il cielo col mondo silenzi di lacrime smunte di parole ondeggiano nel respiro di tenere ombre Dio! Sino ad allora dammi soltanto la forza per pregare.
  • 49. Ma come dirti…Ma come dirti… Come un bimbo assonnato alla luce del giorno costruisco castelli di sabbia … e da tempo trascorro a pensare ciò che il tuo cuore non vede… ora… è gelida brezza per me e sferzante è l’ ululato impetuoso dell’ indifferenza che pervade il tuo corpo e fa piega nel mio… è onda sul tuo bel viso… i merlati castelli d’ amore le speranze cullate per ore si disperdono in quest’ alba incolore… Ma come dirti ciò che non trova la forza segreta del cuore ora che la bocca attanagliata sbriciola frasi d’ amore e disfa pensieri mai detti ogni tuo sguardo di ieri ogni parola di oggi è solo moto che muore nell’ impetuosa marea della mia mente…
  • 50. Non vedi, DioNon vedi, Dio Non vedi, Dio, come pesa la vita e come rauca è la gola per il forte gridare nel Tuo mondo Non vedi, Dio, quanto assordanti siano i Tuoi silenzi che planano muti tra cieli e mari e che struggono sino all’ infinito. Non vedi, Dio, quanto pesa la vita sulle ali di verdi colline T’ inseguo senza trovarti mai in questo continuo cercarti che sempre più mi opprime.
  • 51. PrimaveraPrimavera Un candido raggio di sole invade ogni cuore ridandole luce e gioia dai cupi gelidi e smunti grigiori di un inverno ormai lontano. Una gemma fiorita una rondine in volo un lontano vociare di bimbi Annunciano l’ avvento di un’ altra primavera.
  • 52. CipressiCipressi Cipressi! Sonnecchianti su se stessi mormorii lamentosi di una pace destata da nenie silenziose ricolme di mistero. La natura si ribella alla cecità dell’ uomo ruscelli di acque un tempo cristalline docili e mansuete seguono incolori il distruttivo corso della vita.
  • 53. MaiMai Mai ho potuto sciogliere il gelo che la morte conserva in me. Mai ho potuto riavere una minuscola parte di ciò che ho donato. Non ho rancori, ma desidero solo liberazione e pace (il morire l’ ho già provato il giorno che sono nato).
  • 54. Uno strano giocoUno strano gioco E’ semplice per te dire non perderti in questo immondo e strano gioco che è la vita non disperarti in sentimenti e frustrazioni vivi alla giornata non tradire la fiducia di un amico quando spesso lui lo fa non desiderare la donna d’ altri e che non potrò mai avere. Dio! Ma come fai a non capire che io voglio vivere non voglio perdermi disperare né tradire lo vedi non desidero nessuno né tantomeno te, ma come fai a non capire che in questo strano gioco che è la vita voglio solo amarti … per vivere … e farti vivere.
  • 55. PoetaPoeta Sgorga cristallina dall’ eco del cuore come fonte sorgiva la fragile rude cupezza di un poeta descriverla è semplice ma per cantarla bisogna saper tradurre canti di usignoli gelsomini che sospirano accordi struggenti di violini e petali di lacrime di vita.
  • 56. Alla mia terraAlla mia terra ricordi di silenzi sempre vivi uoti maestosi di origini mai perdute edo te terra mia tuo continuo verdeggiare speranze mai assopite il battito incessante dell’ orologio antico ormorii del vecchio fiume “Sabato” le ma nervoso quando in piena a sirena della miniera di zolfo go di lavoro duro gente che ha sofferto bella terra mia mpi biondi di grano zolle fumanti ne di sudore posano con le tue vigne dorate tare famoso al mondo intero e quel palazzo feudale dove sono nato luogo dei miei primi giochi di infinite sensazioni e di un piccolo indimenticato amore Odo il treno partire dalla stazione la stessa scena muta che si ripete e mi riporta al giorno della mia partenza quando costretto da un destino andai vi Terra mia amata a te tornerò come prima povero nel cuore ma ricco delle tue belle delle tue malinconie dei tuoi mutismi indefiniti staremo insieme a te e la mia gente ci apparterremo senza tempo e realizzerò il mio sogno Essere una cosa unica. Pasquale Aufiero
  • 57. qualunquequalunque Era un giorno qualunque il dodici ottobre del ‘52 bianchi raggi di sole cadevano opachi sul freddo paese dando a tutto un’ aspetto di morte! All’ improvviso un grido un gemito rompono l’ incanto. Una donna soffre. Rischia la vita per dare una vita! Torna la pace ritorna il sereno è nato l’ amore fanciullo dagli occhi di vetro dal volto di creta sa già che l’ aspetta un destino Passano i giorni passano i mesi passarono gli anni pochi in effetti perché quel fanciullo che nulla sapeva vedeva riflesso nelle pupille il volto cattivo della vergogna dove era finita la donna gemente? La donna affettuosa e la donna coscien che senza ragione e senza un perché magari apparente stroncava una vita ancora nascente! Un cuore si ferma la vita si spezza muore l’ amore tutto è tristezza!
  • 58. Muto congedoMuto congedo Eri l’asse del mondo, l’affresco del cielo la quiete dell’ arcobaleno il firmamento incontaminato la veloce coagulazione della gioia l’obesità della terra. Ora sei la lenta agonia dei fuochi la mia unica rinuncia il viaggio incompiuto la poesia spezzata il mormorio degli oceani sei il muto congedo su ogni cosa, di tutti i segni di tutti i suoni, di tutti i mondi.
  • 59. Al lagoAl lago Pioppi tra i monti flettono, ondeggiati dal vento che accarezza le acque del lago. Cinguettii primaverili in un’ unica armonia seguono giulivi la scia di un capoverde che in sacro silenzio si lascia trasportare dalle acque che baciano i rinverditi monti. Tra le innumerevoli insenature di pensieri, accarezzo la magica visione della mano di Dio che plasma i pensieri dell’uomo con la sconfinata bellezza del Creato.
  • 60. Amore e AffettoAmore e Affetto La mancanza di amore e affetto riduce il mio cuore in briciole. La solitudine le mangerà. Amore e AffettoAmore e Affetto La mancanza di amore e di affetto riduce il mio cuore in briciole. La solitudine le mangerà.
  • 61. AttesaAttesa Nell’attesa che il giorno conduca al di là della notte, tra aquiloni di sguardi e verdi albe di mare, irraggiungibili arcobaleni percorrono fiori di ginestre ai bordi della disselciata strada della vita.
  • 62. Attimi d’amoreAttimi d’amore Muscoli convulsi … baci roventi … ora hanno voce. Flusso eterno,il sangue invade violento il cammino infuocato, torrente in piena, straripa in attimi d’amore, pace sfibrata. Dolce è il digradarsi, oltre le ampie colline, abbacinate nell’ultimo spiro che effendono attimi d’amore.
  • 63. ComaComa Vorrei poter uscire da questo coma irreversibile, ma lucida è la mente al sol pensare a te. La tua immagine mi sveglia a notte fonda nel buio di speranze, ti vedo, ti tocco ma la tua assenza è come questo foglio. Di te non rimane che un volto silenzioso tra le bianche pagine della mia anima.
  • 64. Dal mio corpoDal mio corpo Dal mio corpo solitario e cieli di latta, sgorgano fiumi di orrida menzogna mentre luci di cedro incartano arcobaleni. Nei preziosi e nebbiosi ricordi della vita, dipingo radici di sogni liberi e confusi. Oltre i rossi orizzonti dove nasce la luce dal buio, si spengono le metafore urgenti della sorte.
  • 65. Dal ramoDal ramo La voce di un ramo schiantato, tra i brandelli di foglie palpitanti, i vuoti delle vertigini anelano l’incanto dall’alto dell’orbo rupestre, dove sboccia il tormento dell’anima. Dal ramo indolenzito, nasce un sospiro pregno di dolore per una vita molle come neve che lentamente … si disgrega … e muore …
  • 66. Espressioni.Espressioni. La sincerità alberga solo nel nostro cuore raramente esce dalle nostre labbra ma è sempre onnipresente nei nostri occhi.
  • 67. Il tuo profumoIl tuo profumo Là dove il fuoco è ghiaccio di primavera e mattini di vetro sporcano la candida neve, ridesto da sogni di cartone e cieli di latta, non rimane che il sorriso della mia sofferenza, non mi rimane che poesia del tuo profumo.
  • 68. Io e il bicchiereIo e il bicchiere Adagiato lì su quel tavolo, baciato dal tempo rimani immobile, quasi sconcerto mio vecchio bicchiere. Incredulo ti guardo, ti osservo e attraverso te scorre il mio tempo. Fisso la vita, il mio vuoto, il mio restar solo, l’immenso bisogno che ho di dare. Sei vuoto, vecchio bicchiere, Più ti scruto e il tuo sguardo astratto come vuota è l’anima mia sembra che mi penetri, ogni mio vivere, ogni mio quasi a voler captare ogni mio pensiero, esistere ogni mia pena, ogni mia sensazione. Sei un oggetto, vecchio bicchiere ti si può riempire e svuotare quando si vuole, nessuno parla di te e si chiede, se sei solo, se sei vuoto, se soffri, se esisti, se sei stanco di dare senza ricevere mai, e quindi mio vecchio bicchiere, in questo astratto ed egoista mondo, chi meglio di me può capirti ?
  • 69. IspirazioneIspirazione Gioco con le parole che dal tramonto, rossore infinito dell’anima, trasportato dal vento, mi fà volare verso il tuo cuore e quello del mondo.
  • 70. La notteLa notte Là dove la notte si perde nel vuoto rumore dell’anima, solo un riflesso muto parla, il resto tace. Nella fioca immagine di un lume spento, si accende inesorabile il passato nell’allucinato occhio della notte.
  • 71. La via della vitaLa via della vita Ho conosciuto la via della vita. Ho goduto delle bellezze del creato, ho ammirato la luna unica amica di inquiete esiliazioni. Ho lottato per vivere e credere nella fede di Dio. Ho conosciuto l’amore e lì … mi sono perso!
  • 72. Madre!Madre! Come sei lontana, nel tuo porto sicuro non ho mai approdato. Ci separano un fiume di parole e quella carezza che non hai mai dato.
  • 73. MareMare Come tenero fiore di un prato che tremola al soffio del vento, ammiro l’infinita cresta delle onde in tormento, aspettando che affoghi il travaglio dell’anima. In te mi perdo in un errare breve e lento, ti osservo nell’infuocata scesa del tramonto che dilunga le ombre e le dà rilievo. Amo la luce che sfiorisce ed incendia ricordi di fatue giovinezze. Amo le tue acque che preparano l’ora scura della vita al mistero del giorno morente.
  • 74. NaufragioNaufragio Sulla stolida scena del mondo, tavolozza chiazzata di pensieri dagli sfibrati colori, morde l’anima ad ogni mio passo. Nel fragile silenzio della notte la tua grazia mi sfiora dal naufragio di un amore terrestre e di una musica marina. NaufragioNaufragio Sulla stolida scena del mondo, tavolozza chiazzata di pensieri dagli sfibrati colori, morde l’anima ad ogni mio passo. Nel fragile silenzio della notte la tua grazia mi sfiora dal naufragio di un amore terrestre e di una musica marina.
  • 75. Nel fangoNel fango Più scivolavo in questo mondo pesante di fango di chi miete morte, mentre la natura si rinnova e i passi non lasciano più tracce di ore perdute ad ascoltare sussurri d’acque argentate da animati segmenti di sole. I ricordi usurano il cuore, il mondo si cancella dal tuo abbraccio, Signore! Dinanzi a te solo mosaici di fiori biancospino e quest’ora di un mondo in una infinita agonia di lacrime sulla terra arsa d’odio Caino !
  • 76. ParadisiParadisi Fremiti, raggi di vita scandiscono imperterriti gli attimi che scorrono in un mondo che più non mi appartiene. Violenze, raggiri, inganni eclissano ogni anima che si inciela per approdare su i paradisi socchiusi di un Dio!
  • 77. ParoleParole Parole, errano senza echi nell’ affannosa corsa della mente. Con passo trascinato dal sortilegio astrale del destino, scorre il provvisorio tempo già vissuto che tesse il filo azzurro dei respiri infranti. L’angoscia, la vuota solitudine dell’universo di un Dio mi esorta a ripescar dal pozzo di una fede lo spazio fuggente del cammino.
  • 78. Passa il tempoPassa il tempo Passa il tempo di una vita in continuo travaglio in attesa di chiudere il suo ciclo di millenni diversi l’un dall’altro. Tempo che tramonta nei silenzi di una forza cieca e ignota che trasformo nelle ore, ma dentro il cuore, nel cervello, brucia il tormento per una domanda cui non arride nè sazia la risposta. Lungo la strada rovi attorti e scabri sassi accompagnano con timidi passi nel pozzo senza fine da Te creato, Dio.
  • 79. RimpiantoRimpianto Aquiloni multicolori appesi al filo degli affetti naufragano ad esumare pensieri. Tra viscose ragnatele di memorie i ricordi scavano. Da cumoli di pietre smosse ecco affiorare i ciclopici macigni del rimpianto.
  • 80. Sconosciuto giocoSconosciuto gioco Liquida l’aria mattutina scioglie sogni notturni, desideri incartano spigoli di vita. Come un Dio vittorioso il giorno s’impone tra luci di memorie cadute nel presente di piatte aurore. Scorci di cielo s’intravedono nella nebbia di un futuro incerto e sabbioso nello sconosciuto gioco d’azzardo che è la vita.
  • 81. Se soloSe solo Se solo la mia mano potesse scrivere quello che ho nel cuore … Se soloSe solo Se solo la mia mano potesse scrivere quello che ho nel cuore …
  • 82. Se un dìSe un dì Se un dì a Tè leviterò, sfinito dal rosario delle mie fatiche terrene , mi sentirò fanciullo nei ricordi . A Tè ritornerò pargolo a cui risero invano fiori non gustati di un soggiorno incantato . Privo della parola inquinata , l’aria mi sarà calice di cristallo impalpabile , dove la terra immemore vaneggi . Con nelle vergini mani i petali sfatti dei giorni , mi sentirò radice del Tuo volere . La Tua luce farà sacro il mio buio . Se un dìSe un dì Se un dì a Tè leviterò, sfinito dal rosario delle mie fatiche terrene , mi sentirò fanciullo nei ricordi . A Tè ritornerò pargolo a cui risero invano fiori non gustati di un soggiorno incantato . Privo della parola inquinata , l’aria mi sarà calice di cristallo impalpabile , dove la terra immemore vaneggi . Con nelle vergini mani i petali sfatti dei giorni , mi sentirò radice del Tuo volere . La Tua luce farà sacro il mio buio .
  • 83. SilenzioSilenzio Il Tuo silenzio Dio sa di eternità. Gonfio tra l’opache rive del Creato trasuda pianto e sogna passato presente muto di preghiera. Lacrime di pioggia insanguinate dal cuore del cielo mi daranno il coraggio di guardarti ancora. SilenzioSilenzio Il Tuo silenzio Dio sa di eternità. Gonfio tra l’opache rive del Creato trasuda pianto e sogna passato presente muto di preghiera. Lacrime di pioggia insanguinate dal cuore del cielo mi daranno il coraggio di guardarti ancora.
  • 84. SoloSolo Solo, di nuovo solo, a rovistare in quel vecchio baule che è il passato per cercare chissàcchè. Solo, a guardare Quella fetta di cielo che trafigge la vita prendendoti per mano. Di nuovo solo, con le paure, le angosce l’incertezza del domani. Solo, con il cuore colmo di tristezza, nel grigiore di un giorno qualsiasi. SoloSolo Solo, di nuovo solo, a rovistare in quel vecchio baule che è il passato per cercare chissàcchè. Solo, a guardare Quella fetta di cielo che trafigge la vita prendendoti per mano. Di nuovo solo, con le paure, le angosce l’incertezza del domani. Solo, con il cuore colmo di tristezza, nel grigiore di un giorno qualsiasi.
  • 85. TormentoTormento Il fiume scorre … ora forte … ora piano … portando con sè l’acqua chiara … l’acqua scura … Ma io non sono il fiume non dimendico nulla. TormentoTormento Il fiume scorre … ora forte … ora piano … portando con sè l’acqua chiara … l’acqua scura … Ma io non sono il fiume non dimendico nulla.
  • 86. Vago… E vago come l’eco tra dirupi senza fine senza posa, di un’alba fredda di vapori solo, nella schiusa di tristezza dell’invadente flusso dell’amore. Vago… E vago come l’eco tra dirupi senza fine senza posa, di un’alba fredda di vapori solo, nella schiusa di tristezza dell’invadente flusso dell’amore.
  • 87. VorreiVorrei Vorrei essere una lacrima per poter nascere nei tuoi occhi e morire lentamente sulla tua bocca. Vorrei essere notte e alba per vegliare il tuo sonno e godere di ogni tuo risveglio. VorreiVorrei Vorrei essere una lacrima per poter nascere nei tuoi occhi e morire lentamente sulla tua bocca. Vorrei essere notte e alba per vegliare il tuo sonno e godere di ogni tuo risveglio.
  • 88. L’autore ringrazia i collaboratori alla grafica Pasquale Aufiero è raggiungibile ai seguenti recapiti: pasquale.aufiero@libero.it e poeta52@hotmail.it Cell. 345.4680493