Da dove proviene la lingua italiana, quali sono stati i primi usi nella lingua comune e nella letteratura. Dall'indovinello veronese al placito capuano, fino al Cantico delle Creature di San Francesco.
Da dove proviene la lingua italiana, quali sono stati i primi usi nella lingua comune e nella letteratura. Dall'indovinello veronese al placito capuano, fino al Cantico delle Creature di San Francesco.
Giovanni Carrù: manifestazioni figurative della comunità cristiana dell' UrbeDailyFocusNews
Questa pubblicazione di Monsignor Giovanni Carrù, Segretario della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, ha un duplice scopo. Da una parte, vuole testimoniare l’impegno dell' autore nella cura e nello studio mirati a «salvare» gli oltre 400 dipinti murali, conservati nei complessi catacombali della città. Dall'altra si preoccupa di mostrare, in un'esemplare sequenza storica e cronologica, le manifestazioni figurative della comunità cristiana dell' Urbe, nel periodo più antico, che si muove dai primi decenni del III secolo ai primi anni del V.
Monsignor gianni carrù “un prototipo dell'iconografia mariana del iv secolo”DailyFocusNews
La figura femminile orante, frequente nelle pitture catacombali, è dal punto di vista iconografico tuttora oggetto di discussione fra gli studiosi circa la sua natura: è una delle prime immagini della Vergine con il Bambino? È l’immagine di una devota matrona con il figlio defunto?
L’articolo di Mons. Giovanni Carrù, Segretario della Pontificia Commissione per l’Archeologica Sacra, pubblicato sull’Osservatore Romano del 15 agosto 2010, approfondisce l’argomento.
Trieste 2013 - Trieste 2013 ...nell'anno della fede, alle radici della evan...neple
Dal 21al 24 Agosto. Pellegrinaggio organizzato da un gruppo familiare per le famiglie della Comunità Pastorale "San Paolo" in Giussano. E' una esperienza di amicizia e di condivisione oltre che di arricchimento spirituale e culturale. Visiteremo Padova, Trieste, Monselice, Redipuglia, Grado, Aquileia, Arquà Petrarca, Santuario di Barbana e Vicenza.
Monsignor gianni carrù a santa maria maggiore l'apice della devozione romanaDailyFocusNews
Papa Sisto III (432-440) fece approvare gli Atti del concilio efesino (431) che, avendo considerato il delicato e annoso dibattito sulla natura umana o divina del Cristo, si allargò a ragionare sul rapporto materno della Madre di Dio, ossia se Maria dovesse essere considerata «Madre di Cristo», in quanto uomo e Dio.
Giovanni carrù memorie della natività in catacombaDailyFocusNews
Monsignor Giovanni Carrù, sacerdote dal 1972 e nominato Segretario della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra dal giugno 2009, nel 2011 ripercorre nel seguente articolo i riferimenti iconografici più espliciti alla storia della Natività sin dalla prima metà del III secolo.
2. La chiesa di S.Francesco sorge oggi là dove il Santo aveva scelto di essere sepolto, nella
zona di Assisi che nel medioevo era nota come "colle dell'inferno", ovvero il luogo che
in quell'epoca era destinato alle esecuzioni pubbliche.
Francesco morì all’età di circa 44 anni e già due anni dopo, il 16 Luglio 1228,ebbe
luogo la solenne canonizzazione in Assisi. In questo stesso giorno il Pontefice pose la
prima pietra della futura Basilica di San Francesco, destinata a diventare Capo e
Madre dell’Ordine Francescano.
Il cantiere della Basilica di San Francesco fu aperto nel 1228 per volontà di Papa
Gregorio IX e grazie all'attività di frate Elia, vicario dell' ordine scelto dallo stesso
San Francesco.
Furono sufficienti solo due anni per terminare la struttura architettonica della
Basilica inferiore di Assisi e solo altri sei per inaugurare la Basilica superiore di
San Francesco.
3. Due anni dopo la morte di San Francesco ebbe inizio la costruzione della Basilica di San
Francesco e, più precisamente, di quella che oggi chiamiamo la Basilica Inferiore.
La sua forma è in stile romanico lombardo con un'unica navata ed un ampio transetto.
Alla sua realizzazione sovrintendette di persona Fratello Elia, il primo successore di San
Francesco. Nella Basilica Inferiore sono costudite fin dal 1230 le spoglie mortali San
Francesco. Triste destino quello del sarcofago contenente il Corpo del Santo.
Infatti fino al 1400 le spoglie furono esposte alla venerazione dei fedeli in un loculo
posto sotto l'altare centrale. Poi il Corpo venne occultato per evitarne la sottrazione da
parte della vicina Perugia. E venne occultato davvero bene se rimase nascosto fino al
1818. Attualmente la salma del Santo è conservata nella piccola cripta posta sotto
l'altare centrale della Basilica.
Tomba di San Francesco, Basilica inferiore(Assisi)
4. La Basilica è splendidamente affrescata con opere attribuite a Giotto, Cimabue o loro
allievi: le loro opere permangono anche dopo il terremoto del settembre 1997 che non
ha danneggiato nè la Basilica Inferiore nè tanto meno la cripta contenente la tomba di
San Francesco.
5. Anche se piccolo, il rosone, per la ricca varietà dei
motivi scultorei di maniera cosmatesca , è stato
definito dal Venturi come “l’occhio di chiesa più
bello del mondo”. Sono semiscomparsi i mosaici e le
maioliche colorate incastonate nella parte superiore
(SecXIII).
La porta lignea di sinistra con figure e scene
francescane e clariane è opera di Nicolò Ugolinucci
(1564); quella destra con figure e scene di San
Antonio da Padova e San Ludovico D’Angiò, di
Pompeo Scurscione (1573).
Francesco di Bartolomeo da Pietrasanta eseguì a
protezione del portale il protiro rinascimentale,
coronato da una “Annunciazione”.
Nella lunetta tra le porte gemelle, l’unica immagine
del Santo in mosaico in tutto l’edificio. E’
sormontata dal rosone simbolo di Cristo, ”sole” della
giustizia che dice al pellegrino: “Io sono la porta. Chi
per me passerà, sarà salvo; entrerà, uscirà e troverà
pascoli” (Gv. 10,9).
Un Santuario è come una porta che si apre
Entrata nella basilica inferiore
sull’aldilà, sul regno di Dio. La porta del santuario
già riassume la natura dell’intero santuario. E’
questo quel che esprime l’iconografia dei portali di
questo periodo storico.
6. Navata centrale
Volte e pareti della Basilica inferiore sono portatrici della decorazione murale più
antica di tutto il complesso. Dai piloni massicci fioriscono gli iridescenti costoloni
che in alto fanno da cornice agli spicchi azzurri del cielo, cosparso di stelle realizzate
oltre che in dipinto con minuscoli specchi semisferici, una volta scintillanti per il
riflesso delle mille fiammelle vive dei numerosi lampadari in ferro battuto, in parte
ancora esistenti.
Verso il 1260 il non meglio identificato “Maestro di San Francesco” dipinse sulle
pareti della navata due cicli concordanti con storie della passione di Cristo e del
Santo. E’ la prima volta che l’elogio “Francesco altro Cristo” viene affermato e
sviluppato nell’arte. I riquadri risultano mutilati dall’apertura delle cappelle gotiche
non previste nel progetto primitivo della chiesa, costruite verso la fine del duecento
e i primi decenni del trecento. Recentemente ripuliti, questi affreschi sorprendono
per la loro fresca e movimentata figurazione, emergente dalla matrice
orientalizzante dell’impianto linguistico dei due cicli.
7. Parte destra: San Francesco
• spogliazione • sogno
dei beni d’Innocenzo • predica
paterni III agli uccelli • stimmate
8. Parte sinistra: Cristo sofferente
•spogliazione • deposizione
• crocifissione • sepoltura
delle vesti della croce
9. Le volte della testata vantano una decorazione realizzata da fiorentini e senesi in una
gara d’arte d’insuperabile altezza cromatica e tematica. Giotto e giotteschi da una parte,
Pietro Lorenzetti e Simone Martini dall’altra, tra il 1310-1320 hanno dato vita a questo
programma iconografico unico, avente come struttura di pensiero l’illustrazione e
celebrazione del Santo in tipologia Evangelica e apocalittica.
Se le celebri Vele Centrali
raffigurano il Santo nella lotta
escatologica fra il bene e il male
(Francesco vi appare vittorioso nella
lotta per l’affermarsi dell’Obbedienza
, della Povertà e della Castità nella
propria persona e nella società), le
cornici delle stesse sono portatrici di
immagini giovannee apocalittiche ,
care soprattutto ai francescani
“Spirituali”. Il Francesco
dell’apoteosi intronizzato e
emergente dal sole, fa pensare
decisamente all ”altro angelo” che
sale dall’oriente con nel corpo il
Le volte della crociera e dei transetti
sigillo del Dio vivente (le stimmate).
10. Ma la celebrazione del Santo sulla Tomba si estende ancora al fondo dei bracci del
transetto dove la sua santità si intreccia con la rappresentazione delle sue radici
evangeliche: le storie della passione insieme con quelle del Cristo di Betlem vengono
intese livetmotiv della vita dell’ “Alter Cristus”.
Tutti i temi cristiani e francescani
confluivano nella triplice rappresentazione
del Dio Crocifisso nell’abside (opera
perduta di Puccio Capanna sostituita
dall’attuale giudizio universale di Cesare
Sermei, 1623) e sulle pareti dei transetti
antistanti gli stalli del coro dove trovano
posto i frati i preghiera e meditazione. La
pagina evangelica fondamentale nella
spiritualità di Francesco, il Crocifisso, è
quella più insistentemente proposta alla
mente e al cuore di popolo e frati in
preghiera.
Abside
11. Questi affreschi ,dopo i restauri (1968), osservati più attentamente sono da attribuirsi
all impresa Giotto (1315-1320) e risultano di altissimo livello tecnico, coloristico oltre
che di denso contenuto teologico.
La tradizione vuole queste concettuose
allegorie ispirate da un teologo, e forse
dallo stesso Jacopone da Todi, al Giotto
dall’immaginazione emotiva semplice
immediata scevra di retorica; la
conformazione della superficie da
dipingere poco adatta allo spandersi
orizzontale delle composizioni
scenografiche giottesche, ha imposto qui
l’esilità delle figure e una certa remissività
del modellato (tanto più che i committenti
richiedevano una composizione molto
complessa per ricchezza di particolari
narrativi):queste, e altre considerazioni
La volta sull’altare maggiore
potrebbero risolvere la perplessità di
alcuni critici in favore della tradizionale
paternità giottesca di questi capolavori.
12. Opera gotico cosmatesca, l’altare della Tomba del Poverello fu consacrato da Innocenzo
IV nel 1253.
Il 25 Marzo 1754 Benedetto XIV lo elevò alla dignità di “Altare Papale”, dandogli lo stesso
stato giuridico di quello delle quattro Basiliche patriarcali e papali di Roma.
La ricercatezza della decorazione musiva negli altari, esclusa decisamente dai frati
dalle pareti della Chiesa ricorda l’anima profondamente eucaristica del Santo che
esigeva preziosità in tutto quello che riguardava il mistero eucaristico: “I calici, i
corporali, gli ornamenti degli altari e tutto ciò che riguarda il sacrificio devono essere
preziosi …” (Lettera a tutti i Custodi dell’Ordine).
Altare maggiore
13. Non c’è in tutta la storia dell’Italia
artistica uno spazio dove il genio
artistico si è profuso con più forza
rinnovatrice e creatrice come in questo
della Basilica superiore di Assisi.
Qui il gotico nordico, ripensato nella
formula francescana della “Povertà con
letizia”(San Francesco ,Ammonizione
XXVII), trovò la sua prima versione
italiana distinguendosi per la sobrietà
dell’infrastruttura parietale, per
l’eliminazione di ogni fioritura (influssi
del gotico cistercense) e per la gaiezza
delle pareti affrescate.
14. Il vastissimo testo pittorico, poi, è la
più grande testimonianza del trapasso
dalla civiltà artistica bizantino -
romanica a quella italiana, data la sua
realizzazione da parte degli ultimi
rappresentanti di schemi greci in Italia
(Cavallini, Turriti e Risuti) e dei più
grandi rinnovatori (Cimabue e
soprattutto Giotto e giotteschi).
Anche gli artigiani del vetro istoriato di
oltralpe, infine, inserendosi per la
prima volta nel rianimato clima
artistico italiano, aprono orizzonti
nuovi ai loro già ricchi gusti, tematiche
e tecniche, creando, con la
collaborazione di italiani, un complesso
di aperture luminose della più rara
trasparenza cromatica e organicità
linguistica e tematica.
15. Terminata al tramonto del secolo XIII nelle sue strutture murarie, nel
rivestimento pittorico come nelle finestre, la Basilica Superiore di Assisi grida nei
secoli nel linguaggio più suggestivo ed eloquente degli artisti di tutta Europa, il
suo alto:
“Laudato sie, mi Signore
per averci donato
Frate Francesco”
16. La chiesa superiore di Assisi fu costruita in forma di croce latina ed ha un’unica navata.
Con questo già cade l’accento sulla superficie delle pareti laterali che nessun valico
interrompe e che perciò sono come predestinate ad accogliere il poema pittorico della
vita di San Francesco.
La chiesa di San Francesco in Assisi è orientata verso ponente, la parete di ingresso col
rosone, che nell’architettura è simbolo di cristo ,è dunque rivolta verso oriente.
Il ciclo di affreschi si svolge da ponente verso oriente.
17. • Nella zona inferiore delle pareti: 28
affreschi rappresentanti storie da La
leggenda di San Francesco (Giotto e
collaboratori 1296-1300)
• Nella zona superiore delle pareti: a
sinistra si trovano le scene
veterotestamentarie, a destra quelle
del Nuovo Testamento.
CURIOSITÀ:
Nella Basilica di Assisi l’Antico
Testamento è dipinto sulla parete Nord,
dalla parte della luna, mentre il Nuovo
Testamento è illustrato sulla parete Sud,
dalla parte del sole.
18. PARETE NORD
ORDINE SUPERIORE
ANTICO TESTAMENTO
Il registro superiore mette in chiara evidenza , in 8 scene, che il tutto ha origine da un
Creatore e che tutto è perciò in assoluta dipendenza da Lui; la ribellione contro Dio ha
come risultato la ribellione dell’uomo contro L’uomo. Col peccato l’uomo si è separato
dall’ordine della creazione costituito da Dio. Perciò la figura di Caino, il “distruttore” è
posta in antagonismo con quella del “Creatore”, e proprio con lui si chiude il ciclo
della storia primordiale del genere umano
Creazione del Mondo Creazione di Eva Il peccato originale
Creazione di Adamo
19. PARETE NORD
ORDINE INTERMEDIO:
FIGURE VETEROTESTAMENTARIE
Nel registro inferiore della zona alta della parete Nord della navata sono raffigurati in otto
riquadri – due per campata- quattro grandi modelli veterotestamentari. Ogni campata è
dedicata ad uno dei Patriarchi e comprende due scene della sua vita. Questi affreschi sono
dunque situati al di sotto di quelli che rappresentano la storia primordiale dell’umanità
Il registro inferiore mostra in tutta chiarezza che Dio non vuole e non permette la
distruzione della Sua opera. Egli vuole salvare colui che è giusto davanti a Dio, colui che
osserva la legge di Dio. Questa volontà di Dio trova la sua espressione plastica già nel primo
dei patriarchi raffigurati: Noè, si rafforza in Abramo, col quale viene stipulata l’alleanza fra
Dio e il popolo eletto, con Giacobbe, che guida questo popolo di Dio e con Giuseppe, che lo
salva dall’estremo pericolo.Adamo era il capostipite dell’umanità. Sotto la “creazione di
Adamo” è dipinto ora “l’ingresso di Noè nell’arca che lo salva dal diluvio” (L’arca è pure il
simbolo della legge). Così Noè diventa il capostipite di un nuovo genere umano con un
nuovo ordine di vita.
21. PARETE SUD
ORDINE SUPERIORE:
“IL NUOVO ADAMO”
La storia del “vecchio Adamo” e le figure veterotestamentarie dagli affreschi sulla
parete nord, sono premesse indispensabili alla comprensione del “nuovo Adamo”
sulla parete sud.
In logica successione corrisponde al “nuovo Adamo” – storia dell’infanzia di Gesù
– la storia del “vecchio Adamo”, e alle figure veterotestamentarie corrisponde la
passione di Cristo, quale figura ossia modello neotestamentario.
Annunciazione Presentazione al tempio Natività
22. PARETE SUD
ORDINE INTERMEDIO:
LA PASSIONE DI GESU’
Tutti gli Evangelisti descrivono minuziosamente la passione e la morte di Gesù.
Conformemente alla concettualità del tempo ben diversa da quella odierna, il loro
racconto è corroborato da frequenti allusioni e citazioni veterotestamentarie che
avevano lo scopo di spiegare e giustificare la morte infamante di Cristo in modo che i
loro lettori non se ne scandalizzassero. San Paolo afferma: “Cristo morì per i nostri
peccati, secondo le scritture” ( 1 Cor 15 , 3). Morì in obbedienza incondizionata alla
volontà del Padre celeste. Da lui verrà la salvezza dell’universo. “Prestate ascolto a Lui”,
a lui che disse: “ Io sono la via, la verità, la vita”. Il compimento dell’opera di salvezza è
dunque soprattutto esaltazione e glorificazione di Dio.
Le nozze di Cana Il tradimento di Giuda
23. La crocifissione di Gesù La sepoltura di Gesù
La discesa dello Spirito Santo
24. LA CROCIERA DEI TRANSETTI
Offrendo uno spazio assai generoso a Cenni di Pepi detto Cimabue, Assisi contribuisce come
nessuna altra città alla completa maturazione ed esplicitazione delle potenzialità geniali
dell’anima esuberante e tormentata dell’artista toscano.
I “Quattro evangelisti” nelle vele centrali della crociera, le “pagine mariane“ del Vangelo negli
spazi alti e bassi dell’abside, l’apocalisse nel transetto sinistro, gli “atti degli Apostoli” in
quello destro e le “Crocifissioni“ ‘per frati’ contro gli stalli del coro (1277-1285), in un
linguaggio misto di influenze arcaiche e di palpiti di novità, rivelano in Cimabue l’artista per
eccellenza di un epoca di transizione; alla ricerca attiva di modi ed esperimenti adeguati alla
storia contemporanea italiana lievitata dall’annuncio francescano.
25. IL TRANSETTO DESTRO
Zona inferiore, scene dagli atti degli
Apostoli Pietro e Paolo (Cimabue,
1280-1283):
•La guarigione del paralitico
•La guarigione di molti infermi
•La caduta di Simon Mago
•La Crocifissione di San Pietro
•La decapitazione di San Paolo
•La Crocifissione
Zona alta (Anonimo maestro
inglese):
•La Trasfigurazione
•Cristo in gloria
26. IL TRANSETTO SINISTRO
Completamente Affrescato da Cenno di
Pepi detto Cimabue (1280-1283) con
scene tratte dall’Apocalisse:
Parete destra in alto:
San Michele respinge il dragone
In basso da sinistra a destra:
•San Giovanni nell’isola di Patmos
•Babilonia distrutta
•La venuta di Cristo Giudice
•Gli angeli dell’apocalisse
•L’Agnello Mistico
•Dietro l'Altare:
•La Crocifissione
27. L'ABSIDE
Completamente ompletamente affrescata dal Cimabue (1280-1283) con scene della
vita della Vergine:
L’annunzio fatto a Gioacchino
•La natività della Vergine
•La presentazione di Maria al Tempio
•Lo sposalizio della Vergine
•La Vergine morente
•La Dormitio Virginis
•L’Assunzione
•La Glorificazione di Maria
28. Il Coro ligneo
Anche se non progettato in corrispondenza con la sobria linea gotica francescana e con
la stessa decorazione della testata della chiesa che in parte ricopre, il coro ligneo resta
in se stesso un elegantissimo lavoro in legno intarsiato.
Le 38 rose, tutte differenti, nelle cime cuspidate, sono messe in risalto da conchiglie
azzurre di classica e rinascimentale purezza.
Nei 38 specchi degli stalli superiori sono intarsiate figure di Francescani celebri per
santità ,dottrina e attività e nei primi due da ambo le parti l’Annunciazione; negli
specchi inferiori, prospettive architettoniche e stilizzazioni fogliacee.
Il coro è opera di Domenico Indivini di San Severino Marche, realizzato tra il 1491 e il
1501, per cura del P.M.F. Sansone, generale dei Frati Minori Conventuali.
L’opera costò 755 ducati d’oro.
29. LE VETRATE
L'uso del vetro per decorare le chiese
è documentato già dal IV secolo, ma
solo in epoca gotica l'arte della
decorazione con il vetro raggiunge la
sua compiutezza espressiva: grazie alle
innovazioni architettoniche non sono
più necessarie pesanti pareti in
muratura per sostenere la struttura
delle chiese, quindi il vetro può
sostituire i mattoni e la decorazione a
vetrate colorate può cominciare ad
esprimersi su grandi superfici.
30. L'esecuzione delle 28 vetrate della Basilica sembra
abbia coinvolto tre differenti gruppi di ideatori ed
artigiani: le tre finestre dell'abside della chiesa
superiore sembrano opera di maestranze tedesche
operanti verso il 1240-50; a queste ultime, attorno
al 1270, subentrarono maestranze francesi, a cui
vengono attribuite la quadrifora del transetto
sinistro e due bifore della navata destra nella chiesa
superiore; infine l'opera di decorazione a vetrate fu
portata a termine da maestranze italiane.
La festosa iridescenza di queste decorazioni
arricchisce le slanciate linee architettoniche ed è
testimonianza quasi esclusiva della nascita in Italia
di quest'arte, e quindi del progressivo
affrancamento rispetto alle maestranze nordiche.
31. La Crocifissione
Nella Crocifissione estremamente commossa del transetto sinistro, ove il Dio
Crocifisso muore contorcendosi in mezzo al volo degli angeli piangenti e
sopra la concitata disperazione della Maddalena, Cimabue raggiunge
l’apice del suo espressionismo tragico. Ispirandosi al vicino Crocifisso
giuntesco di Frate Elia, perduto nel 1623, Cimabue non omette di
rappresentare san Francesco dolente ai piedi della croce in tutte e due le
Crocifissioni di questo transetto.
L’uso del bianco di piombo nell’esecuzione di questi affreschi, anziché di
quello della calce, ha causato l’inversione dei bianchi in neri.
La Crocifissione di Assisi, confrontata con le composizioni precedenti, ci
mostra che lo schematismo iconografico della scena fu infranto da mani
possenti, che le turbe bizantine presero subito anima e moto, che la tragedia
divina fu rinnovata da Cimabue con ferrea energia. Ancora si vede il
miracolo nuovo come tra lampi nelle tenebre; il miracolo continua nelle
pareti della crociera e dell’abside. (A. Venturi)