Riferimenti alla donna e all’amore nella letteratura
1. Introduzione
Quest’anno noi studenti della 3°BP abbiamo affrontato l’argomento del
femminicidio.
Abbiamo pensato di proporre alcune poesie del medioevo , per meglio
capire come la donna era considerata nella letteratura di quel tempo .
Il lavoro propone per la riflessione sei poesie che a nostro modesto
parere più rappresentano la condizione della donna. In particolare
abbiamo cercato di individuare i termini e le frasi con cui la donna
veniva descritta nel passato , così da poter fare un confronto con i
termini usati oggi per parlare del mondo femminile. Ne è emerso che
la donna nell’antichità era una figura non solo salvifica e di natura
quasi angelica ma anche un ostacolo rappresentante di vizi terreni per
il raggiungimento di Dio.
Grazie per l’attenzione e buona visione
4. Letteratura comica-allegorica
S’i’ fosse Cecco, com’i’ sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre:
le vecchie e laide lasserei altrui
S’I’ FOSSI FOCO DI CECCO
ANGIOLIERI
5.
6. Letteratura cortese
Un bacio che non mi fa parlare,
al pensiero di non farlo scappare,
prendo o lascio,
lascio o prendo,
di un'infatuazione,
che mi da un'intuizione,
di quel velo che mi copre il cuore,
alla paura che diventi amore.
Mistero del bacio...
MISTERO DEL BACIO DI VANIA ANTENUCCI
7.
8. Dolce stil novo
Lo vostro bel saluto e 'l gentil sguardo
che fate quando v'encontro, m'ancide:
Amor m'assale e già non ha riguardo
s'elli face peccato over merzede,
ché per mezzo lo cor me lanciò un dardo
ched oltre 'n parte lo taglia e divide;
parlar non posso, ché 'n pene io ardo
sì come quelli che sua morte vede.
LOVOSTRO BEL SALUTO E L’GENTIL SGUARDO
DI GUIDO GUINIZZELLI
9.
10. Io vidi li occhi dove Amor si mise
quando mi fece di sé pauroso,
che mi guardar com' io fosse noioso:
allora dico che 'l cor si divise;
e se non fosse che la donna rise,
i' parlerei di tal guisa doglioso,
ch'Amor medesmo ne farei cruccioso,
che fe' lo immaginar che mi conquise.
IOVIDI LI OCCHI DOVE AMOR SI MISE
DI GUIDO CAVALCANTI
11.
12. Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia, quand'ella altrui saluta,
ch'ogne lingua devèn, tremando, muta,
e li occhi no l'ardiscon di guardare.
Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d'umiltà vestuta,
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
Mostrasi sì piacente a chi la mira
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che 'ntender no la può chi no la prova;
e par che de la sua labbia si mova
un spirito soave pien d'amore,
che va dicendo a l'anima: Sospira.
TANTO GENTILE ETANTO ONESTA PARE
DI DANTE ALIGHIERI
13.
14. Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono
di quei sospiri ond'io nudriva 'l core
in sul mio primo giovenile errore
quand'era in parte altr'uom da quel ch'ì sono,
del vario stile in ch'io piango et ragiono
fra le vane speranze e 'l van dolore,
ove sia chi per prova intenda amore,
spero trovar pietà, nonché perdono.
Ma ben veggio or sì come al popol tutto
favola fui gran tempo, onde sovente
di me mesdesmo meco mi vergogno;
et del mio vaneggiar vergogna è 'l frutto,
e 'l pentersi, e 'l conoscer chiaramente
che quanto piace al mondo è breve sogno.
VOI CH’ ASCOLTATE IN RIME SPARSE IL SUONO
DI FRANCESCO PETRARCA