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Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 1
Il senso della storia
e il dovere della memoria
Raimondo Villano
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità2
Manifestazione di Presentazione con l’Alto Patrocinio di:
Ministero dei Beni e le Attività Culturali
Edito con il Patrocinio di:
Pontificia Accademia Tiberina
Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria
Nobile Collegio Chimico Farmaceutico
Accademia Europea per le Relazioni Economiche e Culturali
Norman Academy of the State of Florida USA and of the Republic of the Gambia
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 3
Cigola la carrucola del pozzo
l’acqua sale alla luce e vi si fonde.
Trema un ricordo nel ricolmo secchio,
nel puro cerchio un’immagine ride.
Accosto il volto a evanescenti labbri:
si deforma il passato, si fa vecchio,
appartiene ad un altro...
Ah che già stride
la ruota, ti ridona all’atro fondo,
visione, una distanza ci divide.
Eugenio Montale
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità4
Parte Prima
“Voglio imparare i tempi della memoria
perché mi hai insegnato, dove sei,
che il mio futuro è nel nostro passato (...)
si perdono nel vento come cenere
i segni della vita”
Ugo Ronfani
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 5
Il senso della storia e il dovere della memoria
a storia è come il terreno sotto i nostri piedi: non ci indica una direzione ma
senza di esso non possiamo camminare(1)
.
La storia evita di far smarrire il filo della propria esistenza ed il centro del
proprio equilibrio.
La produzione degli stessi scienziati, invenzioni e sapere innovativo, deve poggiare
su un sentimento collettivo, diventare coscienza condivisa.
Sono i più semplici meccanismi della memoria che ci obbligano ad attingere al
ricordo e ad una sua elaborazione per proiettarci nel futuro(2)
.
Il passato, in effetti, può essere considerato la migliore invenzione del futuro.
Negli studi storici, dunque, si scorge una delle pietre angolari della nostra esistenza e
della nostra cultura.
Per i greci (Esiodo, Pindaro) Lete, dea della dimenticanza, formava una coppia di
opposti con Mnemosine, dea della memoria. Quasi a sottolineare che c’è una
profonda connessione tra saper dimenticare e saper ricordare. Lete è, poi, come
ricordano i lettori di Virgilio, Dante e John Milton, il nome del fiume degli inferi a
cui le anime si abbeverano per liberarsi della loro precedente esistenza e poter,
quindi, tornare alla vita di un nuovo corpo(3)
.
Si può avanzare l’ipotesi che il mito prendesse in considerazione due diversi generi di
perdita di memoria. Il primo, temporaneo, che consente di rimuovere
provvisoriamente il ricordo di qualche avversità, provoca un benessere effimero, ma
si risolve nel momento in cui la memoria, inevitabilmente, riprende il posto che le
spetta, e aggiunge un di più di dolore a quelle sofferenze che si proponeva di
alleviare.
_________________
(1) Riferimento: Dietrich Bonhoeffer, Etica. Eredità e decadenza.
(2) Bilotto Antonella, vicedirettore Centro Cultura d’Impresa, Settimana della Cultura d’Impresa, Se
l’azienda si fa Storia, Sole 24 Ore, 12.11.06.
(3) Paolo Mieli, Storia e politica. La memoria e l’oblio. Rizzoli, giugno 2001, pag. 23.
L
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità6
Il secondo, definitivo ma tutt’altro che ultraterreno, è nella quiete che risolve i
problemi della memoria fino a farli scomparire in un remoto passato. Forse la meta
prefigurata da Tiresia è quella del secondo tipo di oblio, in cui si riesce a dividere il
presente dal passato ed a trasformare il passato in storia(4)
.
Il bisogno-desiderio di tornare ad interrogarsi su lunghi periodi e grandi distanze in
funzione del presente è segno dei nostri tempi, delle loro malattie profonde, del
bisogno di guarirne o, almeno, di porsi dinanzi a più precise diagnosi.
Gian Battista Vico ci ha insegnato che nelle ore di confusione si deve ritrovare il
fondamento. E la memoria storica è il fondamento della rinascita.
La patientia historiae, l’arte di chi sa attendere che il caos si faccia caso e poi si
converta in ordine e in senso (salvo a invertire, poi, nuovamente ed inesorabilmente
la rotta), non può sottrarsi alla tristesse de l’historien, melanconia di un artigiano
costretto a ripetere opere sottomesse alla devastante legge dell’umano, là dove il
passaggio cronologico consentirebbe di correre ben altre avventure dello spirito.
Ecco, quindi, in questa grande sofferenza della congiuntura breve, farsi forte la
tentazione di guardare le cose più in lontananza, non per evadere gli obblighi del
presente, viltà che non sfiora mai, bensì, al contrario, per dare al proprio tempo un
destino più netto ed irrevocabile nel grande mare della storia.
In pratica, di fronte alla disgregazione delle società complesse, come espresso da
Salvatore Settis, si può interrogare con più acuta sapienza il nostro presente
consentendo che ci dischiudano il proprio senso gli elementi classici della storia, che
non finiscono mai di dire ciò che hanno da dire, che persistono come rumore di fondo
anche là dove l’attualità più incompatibile impera (Calvino) e che, avendo in sé
superato la propria rovina e potendo esibire la propria grandezza mutila in modo più
affascinante della loro piena integrità, sono sia memoria del tempo sia potenzialità di
progetto.
Il Colligere fragmenta ne pereant (Giovanni, cap. IV), la ricostruzione di frammenti
del passato, lungo e difficile, di cui talora non restano tracce sufficienti, può da un
canto rafforzare la consapevolezza di aver ereditato un privilegio ben meritato dai
nostri padri e d’altro canto, raccogliendo i fili stessi di questa eredità nobilissima, può
proiettarci verso il futuro che oggi, per effetto di una evoluzione rapidissima della
società, della scienza e della tecnologia, più che una successione del presente è, di
fatto, quasi un presente(5)
.
“Con l’oblio” scrive Prosperi, “lo storico ha un conflitto professionale: scoprire che
quel che è stato nascosto dalla polvere del tempo è il piccolo piacere per il quale
lavorano gli studiosi del passato. Rendere vivo ciò che è morto e scomparso, vincere
col tempo la lotta per strappargli le sue vittime è quel che fa sentire allo storico la sua
posizione liminare tra morti e vivi come una missione eroica piuttosto che un
esercizio pacifico dell’erudizione.
_________________
(4) Paolo Mieli, Storia e politica. La memoria e l’oblio. Rizzoli, giugno 2001, pag. 29.
(5) Raimondo Villano, Riflessioni su alcune implicazioni contemporanee della storiografia
farmaceutica, Atti e Memorie dell’Accademia Italiana di Storia della Farmacia, Rubrica Atti dell’AISF,
Anno XXII n. 1, Aprile 2005. pagg. 12-14.
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 7
Basta un restauro anche minimo di una testimonianza del passato a dare l’emozione
di un incontro inatteso con la voce autentica dei morti(6)
”.
È fondamentale, tuttavia, che “l’adrenalina, di pur nobili emozioni, non si infiltri
nell’inchiostro dello scrittore di cose storiche(7)
”.
È, in effetti, uno dei principi cardine della ricerca storica: analizzare i fenomeni
rispetto alle loro cause ed agli effetti da essi prodotti. Libera da polemiche
anacronistiche e da apologetica postuma, quindi, la storia ha il compito di
rappresentare l’uomo e il suo agire a partire dai vari condizionamenti che egli
subisce.
Ma “questa è la prima regola per scrivere storia: non si osi affermare il falso e poi
non si osi non dire il vero, non ci sia il sospetto che la penna scriva a favore o a
sfavore(8)
”.
Per lo storico, inoltre, è fondamentale anche possedere la modestia derivante dalla
coscienza di essere al confronto con problemi ricorrenti della storia dell’umanità e
_________________
(6) Paolo Mieli, Storia e politica. La memoria e l’oblio. Rizzoli, giugno 2001, pag. 67.
(7) Mons. Walter Brandmüller, Presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, in: “Galileo e la
Chiesa alla luce della storia del pensiero”- 2006 pagina 221.
(8) Papa Leone XIII (1878-1903), Lettera Apostolica “Saepenumero considerantes”, Roma San Pietro,
18 agosto 1883, anno sesto del Pontificato.
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità8
con i quali ci si deve confrontare con la piena consapevolezza della propria fragilità e
limitata competenza(9)
.
Va, poi, considerata la differenza tra un giornalista e uno storico che può essere
spiegata in termini chiari: il primo si occupa dei vivi, il secondo (salvo che non faccia
una storia del presente o una storia quasi simile alla cronaca) si occupa dei morti(10)
.
Lo storico, inoltre, “racconta le cose accadute, il potere quelle che potrebbero
accadere (…); la poesia ha a che fare con verità generali, la storia con eventi
specifici(11)
”.
Lo storico, poi, quando si occupa di storia del presente ha il gravoso compito di far
comprendere al “distratto” e al “superficiale” che quanto corre davanti ai loro occhi
non può essere considerato solo confusione(12)
.
Un fenomeno essenziale cui poco si bada, invece, è che non tutto il reale è “storico”,
laddove per “storico” si intende ciò che è sufficientemente documentato e
attestato(13)
.
Uno snodo decisivo è il superamento di un’idea della lettura della storia come puro
svago, la percezione che essa possa essere strumento di educazione e di crescita
civile.
È opportuno, altresì, non considerare la storia come una favola né ritenere possano
esserlo il libri degli storici che, a loro volta, non devono dettare una linea ma
semplicemente illustrare onestamente con i fatti il risultato delle loro ricerche: una
storia di qualità e, dunque, ricca di dignità e di valori morali anziché contorta nei
meandri di doppie e triple verità(14)
.
Interrogandosi più in profondità sulle grandi questioni concernenti il ruolo dello
storico, la domanda di fondo appare essere se fare storia oggi abbia ancora un senso e
quale esso potrebbe essere: è una domanda, in effetti, che possiede una densità ed un
rilievo che superano le preoccupazioni particolari di una disciplina e dei suoi cultori
per dilatarsi a riflessioni molto impegnative sulla vita civile nel nostro presente(15)
.
Benché appaia audace il proposito di rispondere, ritengo che allo storico possa essere
attribuito un altro compito molto importante, cui vale la pena che egli tenti di dare un
contributo in un’epoca in cui gli individui sono particolarmente disorientati e
standardizzati: effettuare la praxis, lo sforzo, di far uscire la storia dal ristretto ambito
degli studi specialistici per porla in contatto con le difficoltà che tutti devono
affrontare.
In effetti, ponendosi nei templa serena della sapienza allo studio diacronico di
osservazione dei naufragi dell’uomo, appare con evidenza del tutto giustificata la
sorpresa di Simmel su “quanto poco dei dolori umani sia trapassato nella loro
filosofia”.
_________________
(9) John Rawls, “Lezioni di storia della filosofia politica”, Feltrinelli, Milano 2009.
(10) Sergio Luzzato, Docente di Storia Contemporanea a Torino.
(11) Aristotele, Poetica.
(12) Abs. rimaneggiato da: Ugo Tamballi, Il suicidio del comunismo - Il Sole 24Ore Domenica 31
maggio 2009, n. 48, pag. 37.
(13) Gianfranco Ravasi.
(14) Carlo Ossola, Cantinori, gli eretici e il fascismo, Sole 24 Ore, Domenicale, 31 luglio 2005.
(15) Luigi Mascilli Migliorini, Gli inganni della memoria. Il Mattino, Cultura, 12.01.09
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 9
Il contenuto di questa comunicazione culturale dello storico, dunque, serve a
guardare in profondità all’identità di chi porta dentro di sé il pesante concetto della
memoria, non tralasciando di considerare che “il passato è indistruttibile, anche
perché gli avvenimenti storici sono parte della trama delle nostre vite(16)
”.
Del resto è già stato sottolineato(17)
come sia urgente un atto di coscienza capace di
sceverare valori e modelli da richiamare per il presente per fare della storia non solo
un cimitero di atrocità o un terreno di esaltazione bensì un lievito di dignità per il
futuro(18)
. È del tutto evidente, infatti, quanto i buoni studi abbiano un indiscutibile
valore civile.
Non ci illudiamo, però, di poter cogliere la sostanza delle cose come sono realmente
andate, e ancor meno di poterle far conoscere una volta per sempre. Da tempo
Droysen ha ammonito che con la ricerca storica “non sono le cose passate che
diventano chiare, poiché esse non sono più, ma diventa chiaro quello che di esse,
nell’hic et nunc, non è ancora passato(19)
”.
Noi ci proponiamo di “arricchire e ingrandire il mondo delle nostre idee con la
conoscenza documentata della continuità dell’evoluzione morale dell’umanità, in cui
tocca per il momento a noi, oggi viventi, di raccoglierla e continuarla, per la parte
nostra, intendendone il nesso(20)
”.
_________________
(16) Eric J. Hobsbawn, Il secolo breve 1914-1991.
(17) Da maestri come, ad esempio, Ernesto Sestan.
(18) Carlo Ossola, ibid.
(19) J.C. Droysen, Sommario di istorica, a cura di D. Cantinori, Firenze 1943, p.13.
(20) Ibid.
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità10
Le idee riguardo al passato, inoltre, non sono per niente definitive. Esse vengono
costantemente modificate in base alle priorità del momento. Ogni volta che nello
scenario contemporaneo e nelle nostre vite emergono nuove priorità, la lente dello
storico si sposta e va ad esplorare territori oscuri, ponendo in luce fattori che sono
sempre esistiti ma che gli storici precedenti avevano cancellato dalla memoria
collettiva per distrazione o leggerezza
(21)
.
Dall’oscurità del passato risuonano nuove voci che vogliono essere ascoltate
(22)
.
Il presente reinventa di continuo il passato. In questo senso, tutta la storia, come
diceva Benedetto Croce, è contemporanea. Sono questi cambiamenti di percezione
che la rendono un’avventura intellettuale assolutamente affascinante. Diceva Oscar
Wilde che “ il nostro debito con la storia consiste nel riscriverla”.
Nel frattempo, lasciamo sbocciare i tanti nuovi germogli della storia. La storia non è
mai conclusa, né va intesa come un verdetto definitivo. È un processo che non finisce
mai. Gli storici non devono mai abbandonare la ricerca nell’interesse di un’ideologia,
di una religione, di una razza, di una nazione(23)
.
La storia, inoltre, non emette verdetti puramente autoritari. Anzi, essa “non è
giustiziera, non è un tribunale che emette sentenze di assoluzione o di condanna. (...)
La storia è il tentativo di capire come e perché gli uomini sono vissuti, e per far
questo è necessario calarsi nell’epoca in cui sono avvenuti i fatti che si studiano e
comprendere come e perché sono vissuti gli uomini senza dare un giudizio morale,
pur mettendolo in connessione con l’epoca di cui ci si occupa(24)
”.
La conoscenza storica è in continuo sviluppo né mai potrà essere considerata
definitiva: essa rivela in un’unica espressione qualcosa sia del soggetto, così come un
ritratto esprime -anche se non esaurisce- al tempo stesso la personalità del
personaggio raffigurato e quello dell’autore(25)
.
La conoscenza storica ha una verità sempre parziale che è progressivamente
conquistata con il susseguirsi delle ricerche e con lo svilupparsi della storiografia.
La storia è sempre diversa ed imprevedibile benché possano ravvisarsi corsi e ricorsi
storici(26)
.
Considerando, poi, la riflessione di Albert Einstein che sosteneva che la fantasia
conta più della conoscenza, è possibile che lo studioso dotato di fantasia abbia la
capacità di confrontarsi con ipotesi apparentemente improbabili e lontane dai
pregiudizi correnti ed arrivi a scoprire qualcosa di nuovo, purché fornisca conferme
con i documenti.
Il lavoro dello storico, tuttavia, è un’impresa fallimentare che è perseguita con
slancio perché fa provare il brivido dell’esplorazione, perché ripercorrere il passato è
emozionante, perché comporta grandi sfide intellettuali.
_________________
(21) Arthur Schlesinger Jr, La storia, antidoto alla stupidità (Ultimo articolo pubblicato) New York,
2007, traduzione: Marta Matteini per Sole 24 Ore.
(22) Ibid.
(23) Ibid.
(24) Claudio Magris cita Giovanni Miccoli (Professore di Storia del Cristianesimo a Trieste) in “La
coscienza della Storia”, Francesco Mannoni da: Il Mattino, Cultura, 16 gennaio 2007.
(25) Immagine dello storico Henri-Irénée Marrou.
(26) Giovanbattista Vico.
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 11
Gli storici, infatti, sono anche prigionieri della loro esperienza: il bagaglio di
conoscenze è carico di preconcetti dovuti al carattere di ciascuno ed al periodo in cui
viviamo. Non possediamo verità assolute o definitive. L’impresa dello storico
destinata a fallire è, dunque, la ricerca di un’oggettività che in termini assoluti è
irraggiungibile(27)
.
In definitiva, però, va riconosciuto che dal confronto di interpretazioni differenti
nasce la vera conoscenza.
D’altro canto non va sottaciuto che, dopo aver fatto per tanto tempo storia dei fatti,
taluni storici si sono cimentati a fare storia di fenomeni, per così dire, più
evanescenti: emozioni, percezioni, false notizie, fino ad arrivare, negli ultimi decenni
ad essere particolarmente attratti dalla storia della memoria, dal modo, cioè, in cui la
memoria storica si è codificata, stratificata, creata. Di come si è selezionata, a quali
norme ha obbedito la selezione. Moltissimi sono stati, così, gli studi dedicati all’uso
pubblico della memoria e della storia, alla costruzione delle varie memorie. È
opportuno, tuttavia, considerare che la ricerca delle domande che sono dietro ai
percorsi delle memorie è per lo storico assolutamente un’operazione non solo
legittima bensì persino doverosa.
Interrogandosi ulteriormente sulle grandi questioni concernenti il metodo dello
storico, in effetti, torna alla mente Nietzsce quando asserisce che “non esistono fatti
ma solo interpretazioni”.
_________________
(27) Arthur Schlesinger Jr, Ibid.
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità12
Ed il nostro tempo sembra confermare questa tesi o profezia: le interpretazioni in giro
sono davvero tante e fra di loro conflittuali.
Gli storici, tuttavia, cercano, o dovrebbero cercare, la verità e, talvolta, la trovano.
Certo, si tratta di verità umane, falsificabili, quindi, potenzialmente revocabili. Però
se la storia venisse falsificata, il nostro rapporto con il passato e anche con il mondo
si sfascerebbe.
Dire che il vero implica un rapporto con il falso e il finto (la storia che è abituata a
inventare, come osservò ironicamente Manzoni) è affermare un’ovvietà. Ma i neo-
scettici tendono a dimenticarsi del falso sostenendo che tutto è finzione mentre i
positivisti vecchi e nuovi tendono a dimenticarsi del finto; in polemica con entrambe
le categorie, ad esempio, Carlo Ginzburg(28)
cerca di dimostrare(29)
che il falso nasce
sia dal vero che dal finto e viceversa.
Vi è, poi, la categoria del verosimile: un tema importante è costituito, infatti, da se
può lo storico riempire gli spazi vuoti della conoscenza con il tessuto connettivo
dell’immaginazione, servendosi della sua esperienza per distinguere il plausibile dal
meramente fantastico. È un esperimento curioso.
Inoltre, la verità è evidente o nascosta? E se è nascosta, dipende da una nostra
incapacità di individuazione e comprensione o da un’originaria premeditata volontà
di occultamento? E come possiamo disvelarla?
“La verità è quasi sempre nascosta, anche quando è evidente(30)
”. Qualche volta viene
tenuta nascosta, talora non riusciamo a vederla: l’una non esclude l’altra. Per portarla
alla luce vi sono molti strumenti. Uno di essi è lo straniamento(31)
: la capacità di
guardare le cose a distanza, come se non le conoscessimo(32)
.
La verità ha anche una valenza morale giacché i fatti possono essere anche
strumentalizzati ed il falso divenire menzogna. Ma ci si può cautelare da chi racconta
menzogne usando il discernimento, facile ad affermare, difficilissimo ad attuare. Per
di più, oltre ad essere attorniati da mentitori, sovente appare che mundus vult decipi,
il mondo vuol essere ingannato!
Lo storico, ancora, può giudicare fatti o avvenimenti che lo impegnano emotivamente
o di cui è stato addirittura partecipe? Storici come Tucidide, Guicciardini, Marc
Bloch hanno dimostrato che è possibile purché si sostituisca il “giudicare” (dalle
connotazioni moralistiche o giudiziarie) con il “conoscere”.
Vi è, infine, da considerare il rapporto dell’era contemporanea del trionfo, in tutti i
sensi, del virtuale con la verità: la società in cui viviamo, infatti, usa tecnologie che
esaltano la potenza del virtuale; ma la verità può nascere anche dal virtuale che, se
ignorato, può talora dare un’idea limitativa del vero.
La nostra memoria si fa sempre più incerta nel confronto tra passato e presente
giacché la separazione temporale, ovvia in sé, può trasformarsi in estraneità, quando
non addirittura in avversione.
_________________
(28) Notissimo storico italiano originario di Torino ma vivente a Los Angeles le cui opere sono tradotte
in oltre venti lingue; predilige alla storia dei grandi scenari le ricostruzioni di fatti ed eventi circoscritti
nel tempo e nello spazio, talora considerabili anche “minimi”.
(29) Ginzburg Carlo, Il filo e le tracce, pag. 340, 2006.
(30) Poe, La lettera rubata.
(31) Ginzburg Carlo, ibidem.
(32) Un grande maestro di questo modo di guardare il mondo è Montaigne.
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 13
Il valore della contestualità va intesa nella maniera più completa possibile della
diacronia storica e della trasversalità culturale.
Per un popolo (o per una professione, un gruppo sociale o un singolo individuo)
conta molto anche non percepire distanza ma fluidità tra passato e presente in quanto
ciò pone in condizione di sentirsi figlio diretto.
La lezione umanistica della storia è anche quella della continuità e della
valorizzazione delle tradizioni intellettuali più profonde.
Non va mai dimenticata la dimensione interiore che si può creare con la lettura. Con
la cultura in senso generale. Parlare di un classico non significa riproporre ciò che
esisteva in passato ma atteggiarsi ad intendere meglio ciò che è diverso da noi
stessi(33)
.
“L’arte e la storia sono tra gli strumenti più validi per un’indagine sulla natura
umana(34)
”
Ma perché intraprendere uno studio classico? Non per nostalgia né per illusione di
continuità ma perché misurandosi con una cultura che è al contempo fondativa ed
antagonista del nostro presente, si possa da un lato storicizzare i propri saperi e
dall’altro mostrare come i classici, anche se superati nelle loro risposte, restano
necessari per formulare le nuove domande. Un comune pensare e un’alleanza non più
rinviabili, in particolare, per un Paese come l’Italia che sconta una duplice colpa: il
deficit scientifico e la dispersione del suo patrimonio classico.
_________________
(33) Salvatore Settis.
(34) Ernst Cassiner.
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità14
Tuttavia, le esigenze portano a dialogare discipline i cui legami con la classicità sono
tanto profondi quanto trascurati.
Mentre gli imperativi del mercato mirano ad emarginare i saperi umanistici ed i
saperi scientifici non immediatamente applicabili, andare oltre le due culture significa
restituire alla conoscenza lo spazio indispensabile nel quale possono maturare la
ricerca e il pensiero critico(35)
.
Siamo convinti, come già Epimenide, che la storia è profezia del passato(36)
.
L’umanista propone l’osmosi dei pensieri, delle istituzioni e delle conquiste di ogni
cultura, passata e contemporanea. L’Umanesimo è perciò un crogiuolo.
Nella crisi gravissima e, tuttavia, feconda che l’umanità tutta intera sta attraversando
- con il rischio di sostituire ai valori etici e storici l’utile individuale, le divisioni
aggressive e il bisogno pigro di autorità ordinatrici - occorre ripensare l’Umanesimo.
Ci si deve proporre di interrogare l’Umanesimo e domandare ai responsabili del
governo civile di ogni nazione, e specialmente a quanti nell’Umanesimo riconoscono
le proprie radici, di incentivare o di istituire la ricerca umanistica dovunque e in ogni
modo possibile, a cominciare dalla scuola. Ma subito, prima che venga smarrito del
tutto il senso universale della persona umana e prima che si dissolva la percezione
dello spirito e delle sue esigenze.
Chi si lascia ciecamente dirigere dalla logica dell’utile individuale non vede che il
mercato deve svilupparsi in una nuova e progrediente struttura della società formata
con il cemento dei valori etici, storici e culturali.
La società sarà, dunque, lo specchio dell’umanità che prepariamo: non una realtà che
annienta le identità, che non conosce l’individuo e ne ignora i bisogni ed i diritti. La
conquista di un tale nuovo umanesimo ha la forza aggregante dei grandi moti
spirituali che non conoscono frontiere. Una realtà comune significa molte cose, ma
comincia in ogni caso con il vivere, crescere ed educarsi insieme. La cultura
umanistica è una preziosa scuola di conoscenza(37)
.
E non vi è dubbio sul fatto che il nostro secolo stia nascendo su una radice fortemente
neoclassica per il fatto che per uscire dal pantano, lasciato dal pensiero debole e dal
management debolissimo, l’attuale crisi etica e politica esige valori classici da citare.
Un esercizio culturale tra gli elementi formativi e fondativi della cultura occidentale
serve a capire la nostra quotidianità.
Caratteristica degli studi storici è l’analisi di fonti e documenti prodotti nel corso dei
secoli.
C’è, poi, una storia ricavata interrogando le tombe, contemplando i monumenti,
ritrovando vestigia e, ancora, come o’ mή oron, il cieco Omero, chi sa udire la storia
rimormorata dalle pietre per narrarla.
Le funzionalità originarie dei monumenti sono irrimediabilmente perdute: da quando
furono abbandonati sono serviti a mille scopi diversi. Essi, però, sembrano oggi aver
perso ogni potenzialità ma potrebbe essere sufficiente considerare l’importanza
economica derivante dal turismo culturale per convincersi del contrario.
_________________
(35) Convegno Internazionale Scientia Rerum, Bologna, 29-30 settembre 2005.
(36) Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Appello per la Ricerca umanistica, 10 giugno 1993.
(37) La Pergola Antonio, Presidente della Commissione Cultura del Parlamento Europeo, La polis
Europa, discorso del 22 giugno 1993 in occasione della presentazione al Parlamento Europeo degli
Appelli per la Filosofia e per la Ricerca umanistica.
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 15
La cultura è un investimento strutturale per il Paese; essa non è estranea all’economia
perché, incidendo sulla qualità della vita e sull’orgoglio di appartenenza, diventa
determinante per la produzione economica tout court(38)
.
_________________
(38) Salvatore Settis.
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità16
Raimondo Villano - Nato nel 1960. Vive tra Roma e Torre Ann.ta. La moglie è
biologa, farmacista, assistente sociale e valente docente di Scienze nei Licei Classico
e Scientifico statali; il figlio è un brillante matematico universitario. Ruoli: General
Manager Villano International Business Team dal 2012 (attività in 16 ambiti di business,
consulting & service, tra cui: affari internazionali, immobiliare alta gamma, previdenza,
edilizia- restauro, import-export, alimentari, informatica, sanità, arte e cultura); Membro (dal
2013), Associate Professor in History of Health Administration Pharmaceutical Department
(dal 2014) e Membro Onorario of Ruggero II University of Florida State (BR, Miami, Florida,
USA, dal 2015); Trader (dal 1976), Trader operativo finanziario indipendente di borse e forex
(dal 1983), Cavaliere S.M.O. di Malta (dal 2002, presentato dal Cav. di Giustizia Fra’ Giorgio
Maria Castriota Scanderbeg, discendente dell’Eroe fondatore del Regno d’Albania);
Presidente Fondazione umanitaria Chiron (dal 1985); Amministratore Unico Chiron Editore
(dal 2006). Accademie: Storia Arte Sanitaria-Ministero B.C., già pontificia Tiberina, Studi
Melitensi, Medical Tradition Smithsonian Institution-USA, International Society History
Pharmacy, Acc. Italiana Storia Farmacia, Soc. Napoletana Storia Patria, a. h. Nobile Collegio
Chimico Farmaceutico. Oltre 100 conferenze e chairman in decine di congressi. Collabora
con importanti Riviste nazionali e internazionali. È Advisory Board Member per l’Editore
statunitense DPC, che pubblica in oltre 150 nazioni. Studi: classici; laurea e abil.: Farmacia
(1985); corsi certificati di: Piante officinali, Tecniche cosmetiche, Sicurezza aziendale,
Haccp, Storia, Dottrina sociale Chiesa, Teologia. Lauree h.c.: Scienze Umane e Sociali
(2009); Storia e Filosofia (2010); Scienze Comunicazione (2013); Diplomazia e Studi
internazionali (2015). Master h.c.: Science Medical Ethics (2010). È stato: autore,
organizzatore e chairman Corso Sicurezza per manager, ottenendo Alti Patronati di Capo
dello Stato e ONU (2000), Consigliere diplomatico Aerec dpt ENVA 2011-15, Segretario
International Committee Biothecnologies Wabt-Unesco 2008-13, membro World Academy
Biomedical Technology (Unesco 2007-12), membro del Gruppo di Studio “History and
definition of pharmacopoeias” dell’International Society for the History of Pharmacy,
coordinato dal Prof. François Ledermann, dell’Università di Berna e Presidente internazionale
Emerito ISHP (Berna, 2012-13), 11 anni in Comitato scientifico sicurezza sanitaria di IBD
(azienda responsabile della sicurezza dei Tribunali Corte Appello Napoli), CdA Fondazione
Beaumont Onlus ricerche su cancro presieduta dallo scienziato Tarro e con il Prefetto Napoli
(2011-12), Accademico Europeo per le Relazioni Economiche e Culturali 2004-2015. Per 32
anni socio e titolare di un’importante farmacia, fino al 2010. Socio dal 1990, Segretario a 29
anni 1990-95 (tra i più giovani d’Italia), Presidente 2000-01 Rotary Club Pompei-Vesuvio e
per 14 anni Delegato unico dei Governatori per l’Archivio del Distretto 2100-Italia (oltre
3.000 rotariani e circa 80 Club) e presso I.C.R. per il Rotary di tutta l’Italia; in Comm.ni
Italia: Etica professionale, Azione Mondiale, Informatica; tra i molti ruoli internazionali:
archeologia Pompei-Cartagine; Comitato Premio Magna Grecia; autore e presentatore al
Consiglio Mondiale di Legislazione del Rotary della Proposta di istituzione della Giornata
internazionale a tutela della Vita (2001-04). Dal 1986 al 1990 Presidente a Napoli,
coordinatore nazionale e fondatore Federazione Giovani Farmacisti; Rappresentante nazionale
Sindacato Federativo. Assist. Prof. Microbiologia Fac. F.cia Na (1985-90, Cattedra Prof.
Lembo-Ist. Sup. Sanità). Membro Gruppo internaz. di Studio ISHP Storia Farmacopee (Univ.
Berna, 2012-13). Proponente e padrino di vari Soci Onorari, tra cui: Arciv. di Pompei Mons.
Francesco Saverio TOPPI, dal 2013 Servo di Dio in Causa di Beatificazione e
Canonizzazione (Rotary, 1992); Dino DE LAURENTIIS (proposto nel 2000), produttore
cinematografico di Hollywood e Premio Oscar alla carriera (Rotary, 2001); Antonio GRECO,
Presidente Tribunale Civile e Penale TA (Rotary, 2000); Giulio TARRO, virologo Candidato
al Premio Nobel per la Medicina nel 2000 e nel 2015 (Asas, 2011); Gianni RIVERA, Vice
Campione del Mondo di Calcio (Aerec, 2012); Luigi CASTIELLO, Cappellano Magistrale
SMOM e Operatore Pastorale Salute-Conferenza Episcopale Italiana (Asas, 2014); Gualtiero
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 17
RICCIARDI, Presidente Istituto Superiore di Sanità (Asas, 2016); Patrizio POLISCA, già
aiutante dei medici di Paolo VI e Giovanni Paolo II e Medico del Papa con Benedetto XVI e
Francesco e Direttore Sanitario del Vaticano (Asas, 2016). Premi internazionali: Diploma
d’Onore per Servizi eccezionali a titolo individuale nelle 5 Vie di Azione da Presidente Rotary
International (Evanston 2001: solo 100/anno/1,5 mln soci); Benemerenza Anticrimine-Task
Force Rotary Italia, Albania, ex-Jugoslavia, S. Marino (Zurigo 2001); Sapientia Mundi-Etica
(Rm 2008); Unione Legion d’Oro-Lavoro (Rm 2010); Veritas in Charitate-Religione (2011);
Bonifaciano-Cultura e Società (2011); Norman Ac.-Editoria Medaglia aurata (Rm 2014);
Norman Ac.-Sanità Galeno di Pergamo (Rm 2014); Norman Ac.-Sanità 2^ ed. Galeno di
Pergamo (Rm 2015); Norman Ac.-Arte fotografica Medaglia aurata (Rm 2015). Premi
nazionali: Aesculapius-Sanità Patroc. Presidenza Consiglio Ministri (Rm 1987); LXVIII
Piccinini Asas-Mi.BAC-Ricerca storico-scientifica (Rm 2006); LXV Stramezzi-Sanità (Rm
2007); Capitolino-Attività umanitaria (Rm 2010); Tiberino- Cultura (Rm 2012); LXXIV
Serono-Storia e Letteratura (Rm 2012), Aerec-Cultura (Rm 2013); Benemerenza al merito
Sanità pubblica (Roma, DPR 2013): solo 269 dal 1800 al 2013, Tiberino-Scienza (Rm 2014);
LXXIV Piccinini Asas-Mi.BACT-Ricerca storico-scientifica (Rm 2014); Medaglia Argento al
merito Sanità pubblica (Roma, DPR 2016); Asas-Mi.BACT-Speciale Storia Scienze
Biomediche (Rm 2016). Autore di un’ampia e qualificata produzione letteraria che ammonta
a oltre 810 pubblicazioni sanitarie, professionali, scientifiche, storiche, religiose, artistiche, di
cui gran parte su riviste dotate di revisione critica, indexate e con impact factor; oltre 50 libri
(di cui 14 nella sola versione italiana con complessive 35 edizioni e 19 ristampe, numerosi
tradotti anche in inglese, francese, tedesco e spagnolo) con editori prestigiosi come Zanichelli,
con patrocini da Ministero Beni Culturali, Unesco, Rotary, Università, ecc., recensiti da
Testate di rilievo nazionale, presenti in oltre 120 Biblioteche italiane (tra cui: Quirinale,
Accademia Nazionale Scienze, Ministeri) e in oltre 40 Nazioni (tra cui: National Institute
Health-USA, Nationale de France, Congress UK), in Istituti di Cultura, Università, Musei.
Alla Fiera di Francoforte ha debuttato un suo libro. Oltre 80 opere multimediali (in varie
lingue e più edizioni e ristampe ) spesso di notevole pregio e pubblicate con editori e patrocini
prestigiosi (tra cui Bayer S.p.A.). È in molti Cataloghi internazionali scientifici, accademici,
istituzionali, pontifici e religiosi tra cui: Scheda Authority File UK Libray of Congress
(NACO) no2006049598; Bibliothèque nationale de France; Deutsche Nationalbibliothek;
Library of National Institutes of Health (NIH) U.S.A.; Biblioteca Magistrale S.M. Ordine di
Malta; Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL (IT); Biblioteca Fondazione
Ratzinger-Benedetto XVI (Vaticano); 2000 Outstanding Intellectuals IBC-Cambridge UK
dal 2010; Opac Sbn con oltre 190 opere; Scheda di Autorità Ministero BAC. Vari libri hanno
apprezzamenti da autorità istituzionali, tra cui alcuni regnanti europei e più volte il Capo
dello Stato e il Santo Padre.
* * *
Alcuni libri: Società globale informazione, 1996; Rotary per l’Uomo, 2001; Gestione sicurezza in
Farmacia (pres. Dr. Renzulli, già Consulente Sicurezza ONU, 2004); Arte e storia Farmacia (pres.
Prof. Ledermann, Presid. International Soc. History Pharmacy, 2 ediz., 2006); Storia e attività del
SMOM (4 ediz., 2007); Meridiani farmaceutici tra etica laica e morale cattolica (pres. Prof.
Tarro, Comm. Naz.le Bioetica, 3 ediz., 2008); Thesaurus Pharmacologicus (pres. Presid.
Farmacisti Italiani Dr. Mandelli 2009); Tempo scolpito in silenzio eternità. Riflessioni su indagine
diacronica per memoria homo faber (pres. eminenti storico Fra’ von Lobstein e critico Prof.
Carosella, 6 rist., 2010); Attività farmaceutiche Regno di Napoli (pres.: Presid. Acc. It. Storia
Farmacia Dr. Corvi, 2010); Logos e teofania nel tempo digitale (pres. Mons. Trafny, Presid. Dpt
Scienza-Fede Pontificio Consiglio Cultura, 2012); Aspetti religiosi e dimensione ecclesiale SMOM
(2013); Musei di farmacia: eco del passato per un riscatto futuro (pres. Prof. Ledermann, Direttore
Biblioteca Svizzera, 2015); Fotografie - circa 200 sue opere, selezionate per temi filosofici e
creativi tra quelle realizzate in oltre 40 anni (2015). Tra gli oltre 80 multimedia: Cenni arte e
storia farmacia (patroc. AISF, 2002); Influenza A/H1N1 (patroc. Unesco, 2009).
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità18
“Oratio brevis cogitatio longa”
Marco Tullio Cicerone
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 19
Presentazione
entiluomo di compositi interessi sociali e storici, dalla vasta e, oserei dire,
addirittura imponente bibliografia, il confratello Raimondo Villano presenta
alla nostra attenzione l’ultima sua opera di saggistica dal titolo “Il tempo
scolpito nel silenzio dell’eternità. Riflessioni sull’indagine diacronica per la
memoria dell’homo faber”.
Si tratta, in effetti, di un “agile” volumetto, giacché consta di appena poco
più di cento pagine, che si distingue sia per consultabilità ed eleganza che per le
scelte iconografiche, invero raffinatissime.
Mi corre, tuttavia, l’obbligo di fare una precisazione, ovvero che non sia di
inganno l’espressione adottata di “volumetto” giacché il fonema che ci siamo
permessi di utilizzare, sia ben chiaro, si riferisce ad un’opera tutt’altro che di esiguo
spessore non solo in virtù degli argomenti trattati, in effetti tutti, ma proprio tutti
“tosti”, bensì anche per la profondità delle cognizioni e per la meditata attenzione.
Per avere una vaga idea in proposito, del resto, appare sufficiente porre
mente locale già ai soli titoli dei capitoli della Parte Prima e Seconda, benché vada
confessato che per una lettura attenta alcuni di essi presuppongono, se non proprio
impongono, un’immediata conoscenza dei relativi testi.
Soffermandoci, poi, a riflettere sui principali temi portanti, intesi però
nell’accezione più alta del termine, dal coacervo di un’ideale “summa”, l’opera ci
riconduce, relativamente agli aspetti della “memoria”, all’aforisma frutto della
saggezza antica che con Marco Tullio Cicerone suggerisce che la memoria
diminuisce se non la si tiene in esercizio (“memoria minuitur nisi eam exerceas” in
“De senectude”, VII VII. 21) mentre, per ciò che concerne la “storia e sua
metodologia”, essa rimanda ancora a Cicerone là dove asserisce “historia vero
testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, qua voce alia nisi
oratore immortalitati commendatum ” (“De orat”, II, 9, 36) ma anche,
impegnandoci in un ragguardevole “salto” nel tempo, a Massimo D’Azeglio, da cui
apprendiamo che “la storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché
vi si legge l’avvenire”, a Francesco Domenico Guerrazzi che ne “Il buco al mare”
G
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità20
ricorda come “la filosofia della storia è l’arte di cercare e scoprire le leggi
regolatrici del mondo morale”, a Carlo Belgioioso che in “Scuola e famiglia”
afferma che “la storia è il notaio della coscienza pubblica” e, inoltre, a Giacomo
Bazzellotti che trattando di Francesco de Sanctis puntualizza come “i recenti
progressi del metodo hanno allontanato sempre più la storia dall’arte dandole un
carattere sempre più scientifico”.
Soffermandoci, ancora, sugli aspetti della Storia della Scienza e, in
particolare, della scienza sanitaria e sua diffusione, ci sovviene in mente sia la
riflessione di San Gregorio Magno, “quando mundus ad extremum ducitur, tanto
largior nobis aeternae scientiae aditum aperitur”, che quanto asserito da Carlo
Cattaneo, ossia che “scienza è ricchezza” nonché la considerazione di Gaetano
Negri che “il tratto fondamentale dello spirito moderno è che tutte le forze
dell’intelligenza sono portate all’investigazione dei fenomeni fisici e morali
considerati per se stessi all’infuori di ogni pregiudizio di ogni elemento metafisico”
(“Segno dei tempi”, 125).
Ma cosa che ci sta più a cuore, oltre che come storici, in qualità di membri
Professi dei Giovanniti, infine, a proposito delle considerazioni sviluppate sulla sede
delle epifanie divine nell’intreccio fra tempo ed eternità, desideriamo riservarci di
partecipare un ultimo fondamentale rimando all’interessantissimo sintetico precetto
di Giovenale che nelle “Satire” (10, 356) ricorda che “orandum est ut sit mens sana
in corpore sano”: “bisogna pregare affinché una mente sana sia in un corpo sano”!
Roma, 6 febbraio 2010
Fra’ Franz von Lobstein
Ven. Balì Gran Croce di Giustizia
del Sovrano Militare Ordine di Malta
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 21
Presentazione
l libro, che si compone di due parti ben distinte e pur collegate nell’unità
dell’idea di fondo, affronta l’arduo compito di accostare due ambiti disciplinari
e scientifici tradizionalmente differenziati sia nell’interna strutturazione che
nelle finalità conoscitive: la Storia e l’Informatica.
Lo scopo dell’accostamento è di ordine pratico-operativo, che, senza
compromettere l’autonomia di entrambe le discipline e senza intaccarne gli statuti né
alterarne le interne logiche, dispone le potenzialità dell’una (l’informatica) al
servizio dell’altra (la storia) per dilatarne e potenziarne l’ampiezza degli orizzonti
conoscitivi e per accrescerne la carica pedagogica.
Alla base o alla radice di siffatta operazione, complessa e ardita al tempo
stesso, v’è la ferma fiducia che la differenziazione delle “due culture”, tema
dominante nella seconda metà del secolo scorso, sia destinata a lasciare il posto ad
una auspicata integrazione in un “sapere”, nuovo e antico al tempo stesso, che pare
profilarsi all’orizzonte non troppo lontano del tormentato nostro presente.
All’attesa, ancora piuttosto smarrita e confusa, di un tale avvento sembra
alludere persino il titolo del libro: “Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità”, dove
l’immagine del tempo che faticosamente scolpisce i propri segni sulla sconfinata
lastra dell’eternità non riesce neppure a scalfire, di essa, l’intatto e assorto silenzio.
E così si ricompone, per noi uomini, il mistero del rapporto tempo-eternità.
Allora: ha un senso il generoso sforzo dell’autore di richiamare la nostra
limitata intelligenza di mortali a misurarsi ancora con il problema tempo-eternità, se
esso problema è costitutivamente al di sopra delle possibilità intellettive dell’uomo?
Certamente. Anzi si direbbe che il senso intimo e globale di tutto l’impegnato
e impegnativo discorso che fa il Villano consiste proprio nella consapevolezza del
limite e nello sforzo di spostarlo ancora più oltre utilizzando gli strumenti della
moderna tecnologia.
Ed è in questo sforzo che scienza e storia si ritrovano a collaborare al fine di
far crescere l’uomo in conoscenza senza peraltro autorizzarlo al folle volo di Ulisse
oltre le colonne d’Ercole della sua finitezza.
I
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità22
La lunga e articolata riflessione sulla storia, sul suo senso e sui suoi fini è
alimentata e sostenuta da una valida documentazione e da autorevoli riferimenti, ma
non è fine a se stessa, perché è volta alla prospettiva, più limitata, dell’arte sanitaria
e, più precisamente, della storia della farmacia, di cui l’autore è appassionato
cultore.
Dall’affermazione dell’opportunità e dell’utilità di conoscere il passato per
meglio vivere il presente e per più consapevolmente preparare l’avvenire deriva,
come logica conseguenza, l’individuazione dell’informatica come la tecnica che oggi
consente di ampliare straordinariamente, di facilitare, arricchire e diffondere i segni
e le testimonianze del passato a tutto vantaggio sia dell’arricchimento culturale del
presente che della propiziazione d’un più largo orizzonte conoscitivo per il futuro. E
con in più i vantaggi offerti dallo strumento informatico, che consente di superare ed
eliminare le due grandi difficoltà che hanno fino ad ora limitato le possibilità
operative dell’uomo: gli ostacoli del tempo e dello spazio.
Non è certo la conquista dell’onnipotenza, che appartiene soltanto a Dio, ma
è un gigantesco passo avanti fatto dall’uomo nella graduale ma infaticata marcia di
avvicinamento al “gran mare dell’Essere” supremo.
Ed è merito di Raimondo Villano averlo intuito e fatto oggetto della propria
ricerca.
C.mare di Stabia, 4 marzo 2010
Prof. Antonio Carosella
Past District Governor
del Rotary International 2100-Italia
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 23
Prefazione
uesto lavoro scaturisce da un particolare coacervo di elementi correlati alla
mia condizione di cultore di storia, di cattolico giovannita, di professionista
sanitario e di cittadino socialmente impegnato in una Nazione splendida
nella sua pur evidente complessità.
Una lettura non sommaria dell’opera credo, invero, possa segnare un
momento nel quale si fa memoria di importanti istanti e aspetti della nostra storia.
Nel contempo, fuor d’ogni retorica, lo scorrere dei capitoli ritengo sia
occasione che può far volgere lo sguardo al futuro riscoprendo l’opportunità, il
valore e il dovere della testimonianza, della narrazione e dell’aiuto alla conoscenza.
Una lettura, dunque, da cui emergono non soltanto solide architravi
concettuali per sorreggere l’impalcatura del ricordo, per non dimenticare, bensì
anche un lavoro letterario che si cimenta nel compimento di un’ulteriore opera
altamente civile, putrellando elementi di riflessione di pacificazione sociale, di
concorso al ravvivamento del sentimento di coesione nazionale, particolarmente
bisognoso d’esser coltivato e diffuso nei tempi attuali, nonché di custodia e
protezione delle autentiche radici che, sostanzialmente, riguardano tutto il Paese.
D’altro canto, con profondo sentimento cristiano, ho inteso sviluppare coerenti
riflessioni con il proposito di collaborare per la diffusione del regno di Dio nel
mondo d’oggi e, in un fecondo metabolismo di fede e ragione, umilmente concorrere
anche allo sforzo di aprire uno spazio per tutti i popoli e per quanti conoscono Dio
da lontano o per i quali Egli è sconosciuto o addirittura estraneo: per aiutarli, in
effetti, ad “agganciarsi a Dio”, al cui cospetto sta ogni creatura umana(1)
.
In qualità di accademico, infine, ho approfondito taluni aspetti metodologici e
di valorizzazione di comparti della disciplina storico-sanitaria.
Raimondo Villano
_________________
(1) I concetti di riferimento sono quello del “cortile dei gentili”, riservato nel Tempio di Gerusalemme ai
pagani che volevano pregare l’unico Dio e che Gesù volle sgomberare da chi l’aveva trasformato in “un
covo di ladri”, e le riflessioni di pertinenza espresse dal Santo Padre Benedetto XVI nel discorso alla
Curia romana per la presentazione degli auguri natalizi (Vaticano, Sala Clementina, 21 dicembre 2009).
Q

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R. Villano - Il senso della storia e il dovere della memoria

  • 1. Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 1 Il senso della storia e il dovere della memoria Raimondo Villano
  • 2. Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità2 Manifestazione di Presentazione con l’Alto Patrocinio di: Ministero dei Beni e le Attività Culturali Edito con il Patrocinio di: Pontificia Accademia Tiberina Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria Nobile Collegio Chimico Farmaceutico Accademia Europea per le Relazioni Economiche e Culturali Norman Academy of the State of Florida USA and of the Republic of the Gambia
  • 3. Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 3 Cigola la carrucola del pozzo l’acqua sale alla luce e vi si fonde. Trema un ricordo nel ricolmo secchio, nel puro cerchio un’immagine ride. Accosto il volto a evanescenti labbri: si deforma il passato, si fa vecchio, appartiene ad un altro... Ah che già stride la ruota, ti ridona all’atro fondo, visione, una distanza ci divide. Eugenio Montale
  • 4. Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità4 Parte Prima “Voglio imparare i tempi della memoria perché mi hai insegnato, dove sei, che il mio futuro è nel nostro passato (...) si perdono nel vento come cenere i segni della vita” Ugo Ronfani
  • 5. Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 5 Il senso della storia e il dovere della memoria a storia è come il terreno sotto i nostri piedi: non ci indica una direzione ma senza di esso non possiamo camminare(1) . La storia evita di far smarrire il filo della propria esistenza ed il centro del proprio equilibrio. La produzione degli stessi scienziati, invenzioni e sapere innovativo, deve poggiare su un sentimento collettivo, diventare coscienza condivisa. Sono i più semplici meccanismi della memoria che ci obbligano ad attingere al ricordo e ad una sua elaborazione per proiettarci nel futuro(2) . Il passato, in effetti, può essere considerato la migliore invenzione del futuro. Negli studi storici, dunque, si scorge una delle pietre angolari della nostra esistenza e della nostra cultura. Per i greci (Esiodo, Pindaro) Lete, dea della dimenticanza, formava una coppia di opposti con Mnemosine, dea della memoria. Quasi a sottolineare che c’è una profonda connessione tra saper dimenticare e saper ricordare. Lete è, poi, come ricordano i lettori di Virgilio, Dante e John Milton, il nome del fiume degli inferi a cui le anime si abbeverano per liberarsi della loro precedente esistenza e poter, quindi, tornare alla vita di un nuovo corpo(3) . Si può avanzare l’ipotesi che il mito prendesse in considerazione due diversi generi di perdita di memoria. Il primo, temporaneo, che consente di rimuovere provvisoriamente il ricordo di qualche avversità, provoca un benessere effimero, ma si risolve nel momento in cui la memoria, inevitabilmente, riprende il posto che le spetta, e aggiunge un di più di dolore a quelle sofferenze che si proponeva di alleviare. _________________ (1) Riferimento: Dietrich Bonhoeffer, Etica. Eredità e decadenza. (2) Bilotto Antonella, vicedirettore Centro Cultura d’Impresa, Settimana della Cultura d’Impresa, Se l’azienda si fa Storia, Sole 24 Ore, 12.11.06. (3) Paolo Mieli, Storia e politica. La memoria e l’oblio. Rizzoli, giugno 2001, pag. 23. L
  • 6. Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità6 Il secondo, definitivo ma tutt’altro che ultraterreno, è nella quiete che risolve i problemi della memoria fino a farli scomparire in un remoto passato. Forse la meta prefigurata da Tiresia è quella del secondo tipo di oblio, in cui si riesce a dividere il presente dal passato ed a trasformare il passato in storia(4) . Il bisogno-desiderio di tornare ad interrogarsi su lunghi periodi e grandi distanze in funzione del presente è segno dei nostri tempi, delle loro malattie profonde, del bisogno di guarirne o, almeno, di porsi dinanzi a più precise diagnosi. Gian Battista Vico ci ha insegnato che nelle ore di confusione si deve ritrovare il fondamento. E la memoria storica è il fondamento della rinascita. La patientia historiae, l’arte di chi sa attendere che il caos si faccia caso e poi si converta in ordine e in senso (salvo a invertire, poi, nuovamente ed inesorabilmente la rotta), non può sottrarsi alla tristesse de l’historien, melanconia di un artigiano costretto a ripetere opere sottomesse alla devastante legge dell’umano, là dove il passaggio cronologico consentirebbe di correre ben altre avventure dello spirito. Ecco, quindi, in questa grande sofferenza della congiuntura breve, farsi forte la tentazione di guardare le cose più in lontananza, non per evadere gli obblighi del presente, viltà che non sfiora mai, bensì, al contrario, per dare al proprio tempo un destino più netto ed irrevocabile nel grande mare della storia. In pratica, di fronte alla disgregazione delle società complesse, come espresso da Salvatore Settis, si può interrogare con più acuta sapienza il nostro presente consentendo che ci dischiudano il proprio senso gli elementi classici della storia, che non finiscono mai di dire ciò che hanno da dire, che persistono come rumore di fondo anche là dove l’attualità più incompatibile impera (Calvino) e che, avendo in sé superato la propria rovina e potendo esibire la propria grandezza mutila in modo più affascinante della loro piena integrità, sono sia memoria del tempo sia potenzialità di progetto. Il Colligere fragmenta ne pereant (Giovanni, cap. IV), la ricostruzione di frammenti del passato, lungo e difficile, di cui talora non restano tracce sufficienti, può da un canto rafforzare la consapevolezza di aver ereditato un privilegio ben meritato dai nostri padri e d’altro canto, raccogliendo i fili stessi di questa eredità nobilissima, può proiettarci verso il futuro che oggi, per effetto di una evoluzione rapidissima della società, della scienza e della tecnologia, più che una successione del presente è, di fatto, quasi un presente(5) . “Con l’oblio” scrive Prosperi, “lo storico ha un conflitto professionale: scoprire che quel che è stato nascosto dalla polvere del tempo è il piccolo piacere per il quale lavorano gli studiosi del passato. Rendere vivo ciò che è morto e scomparso, vincere col tempo la lotta per strappargli le sue vittime è quel che fa sentire allo storico la sua posizione liminare tra morti e vivi come una missione eroica piuttosto che un esercizio pacifico dell’erudizione. _________________ (4) Paolo Mieli, Storia e politica. La memoria e l’oblio. Rizzoli, giugno 2001, pag. 29. (5) Raimondo Villano, Riflessioni su alcune implicazioni contemporanee della storiografia farmaceutica, Atti e Memorie dell’Accademia Italiana di Storia della Farmacia, Rubrica Atti dell’AISF, Anno XXII n. 1, Aprile 2005. pagg. 12-14.
  • 7. Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 7 Basta un restauro anche minimo di una testimonianza del passato a dare l’emozione di un incontro inatteso con la voce autentica dei morti(6) ”. È fondamentale, tuttavia, che “l’adrenalina, di pur nobili emozioni, non si infiltri nell’inchiostro dello scrittore di cose storiche(7) ”. È, in effetti, uno dei principi cardine della ricerca storica: analizzare i fenomeni rispetto alle loro cause ed agli effetti da essi prodotti. Libera da polemiche anacronistiche e da apologetica postuma, quindi, la storia ha il compito di rappresentare l’uomo e il suo agire a partire dai vari condizionamenti che egli subisce. Ma “questa è la prima regola per scrivere storia: non si osi affermare il falso e poi non si osi non dire il vero, non ci sia il sospetto che la penna scriva a favore o a sfavore(8) ”. Per lo storico, inoltre, è fondamentale anche possedere la modestia derivante dalla coscienza di essere al confronto con problemi ricorrenti della storia dell’umanità e _________________ (6) Paolo Mieli, Storia e politica. La memoria e l’oblio. Rizzoli, giugno 2001, pag. 67. (7) Mons. Walter Brandmüller, Presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, in: “Galileo e la Chiesa alla luce della storia del pensiero”- 2006 pagina 221. (8) Papa Leone XIII (1878-1903), Lettera Apostolica “Saepenumero considerantes”, Roma San Pietro, 18 agosto 1883, anno sesto del Pontificato.
  • 8. Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità8 con i quali ci si deve confrontare con la piena consapevolezza della propria fragilità e limitata competenza(9) . Va, poi, considerata la differenza tra un giornalista e uno storico che può essere spiegata in termini chiari: il primo si occupa dei vivi, il secondo (salvo che non faccia una storia del presente o una storia quasi simile alla cronaca) si occupa dei morti(10) . Lo storico, inoltre, “racconta le cose accadute, il potere quelle che potrebbero accadere (…); la poesia ha a che fare con verità generali, la storia con eventi specifici(11) ”. Lo storico, poi, quando si occupa di storia del presente ha il gravoso compito di far comprendere al “distratto” e al “superficiale” che quanto corre davanti ai loro occhi non può essere considerato solo confusione(12) . Un fenomeno essenziale cui poco si bada, invece, è che non tutto il reale è “storico”, laddove per “storico” si intende ciò che è sufficientemente documentato e attestato(13) . Uno snodo decisivo è il superamento di un’idea della lettura della storia come puro svago, la percezione che essa possa essere strumento di educazione e di crescita civile. È opportuno, altresì, non considerare la storia come una favola né ritenere possano esserlo il libri degli storici che, a loro volta, non devono dettare una linea ma semplicemente illustrare onestamente con i fatti il risultato delle loro ricerche: una storia di qualità e, dunque, ricca di dignità e di valori morali anziché contorta nei meandri di doppie e triple verità(14) . Interrogandosi più in profondità sulle grandi questioni concernenti il ruolo dello storico, la domanda di fondo appare essere se fare storia oggi abbia ancora un senso e quale esso potrebbe essere: è una domanda, in effetti, che possiede una densità ed un rilievo che superano le preoccupazioni particolari di una disciplina e dei suoi cultori per dilatarsi a riflessioni molto impegnative sulla vita civile nel nostro presente(15) . Benché appaia audace il proposito di rispondere, ritengo che allo storico possa essere attribuito un altro compito molto importante, cui vale la pena che egli tenti di dare un contributo in un’epoca in cui gli individui sono particolarmente disorientati e standardizzati: effettuare la praxis, lo sforzo, di far uscire la storia dal ristretto ambito degli studi specialistici per porla in contatto con le difficoltà che tutti devono affrontare. In effetti, ponendosi nei templa serena della sapienza allo studio diacronico di osservazione dei naufragi dell’uomo, appare con evidenza del tutto giustificata la sorpresa di Simmel su “quanto poco dei dolori umani sia trapassato nella loro filosofia”. _________________ (9) John Rawls, “Lezioni di storia della filosofia politica”, Feltrinelli, Milano 2009. (10) Sergio Luzzato, Docente di Storia Contemporanea a Torino. (11) Aristotele, Poetica. (12) Abs. rimaneggiato da: Ugo Tamballi, Il suicidio del comunismo - Il Sole 24Ore Domenica 31 maggio 2009, n. 48, pag. 37. (13) Gianfranco Ravasi. (14) Carlo Ossola, Cantinori, gli eretici e il fascismo, Sole 24 Ore, Domenicale, 31 luglio 2005. (15) Luigi Mascilli Migliorini, Gli inganni della memoria. Il Mattino, Cultura, 12.01.09
  • 9. Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 9 Il contenuto di questa comunicazione culturale dello storico, dunque, serve a guardare in profondità all’identità di chi porta dentro di sé il pesante concetto della memoria, non tralasciando di considerare che “il passato è indistruttibile, anche perché gli avvenimenti storici sono parte della trama delle nostre vite(16) ”. Del resto è già stato sottolineato(17) come sia urgente un atto di coscienza capace di sceverare valori e modelli da richiamare per il presente per fare della storia non solo un cimitero di atrocità o un terreno di esaltazione bensì un lievito di dignità per il futuro(18) . È del tutto evidente, infatti, quanto i buoni studi abbiano un indiscutibile valore civile. Non ci illudiamo, però, di poter cogliere la sostanza delle cose come sono realmente andate, e ancor meno di poterle far conoscere una volta per sempre. Da tempo Droysen ha ammonito che con la ricerca storica “non sono le cose passate che diventano chiare, poiché esse non sono più, ma diventa chiaro quello che di esse, nell’hic et nunc, non è ancora passato(19) ”. Noi ci proponiamo di “arricchire e ingrandire il mondo delle nostre idee con la conoscenza documentata della continuità dell’evoluzione morale dell’umanità, in cui tocca per il momento a noi, oggi viventi, di raccoglierla e continuarla, per la parte nostra, intendendone il nesso(20) ”. _________________ (16) Eric J. Hobsbawn, Il secolo breve 1914-1991. (17) Da maestri come, ad esempio, Ernesto Sestan. (18) Carlo Ossola, ibid. (19) J.C. Droysen, Sommario di istorica, a cura di D. Cantinori, Firenze 1943, p.13. (20) Ibid.
  • 10. Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità10 Le idee riguardo al passato, inoltre, non sono per niente definitive. Esse vengono costantemente modificate in base alle priorità del momento. Ogni volta che nello scenario contemporaneo e nelle nostre vite emergono nuove priorità, la lente dello storico si sposta e va ad esplorare territori oscuri, ponendo in luce fattori che sono sempre esistiti ma che gli storici precedenti avevano cancellato dalla memoria collettiva per distrazione o leggerezza (21) . Dall’oscurità del passato risuonano nuove voci che vogliono essere ascoltate (22) . Il presente reinventa di continuo il passato. In questo senso, tutta la storia, come diceva Benedetto Croce, è contemporanea. Sono questi cambiamenti di percezione che la rendono un’avventura intellettuale assolutamente affascinante. Diceva Oscar Wilde che “ il nostro debito con la storia consiste nel riscriverla”. Nel frattempo, lasciamo sbocciare i tanti nuovi germogli della storia. La storia non è mai conclusa, né va intesa come un verdetto definitivo. È un processo che non finisce mai. Gli storici non devono mai abbandonare la ricerca nell’interesse di un’ideologia, di una religione, di una razza, di una nazione(23) . La storia, inoltre, non emette verdetti puramente autoritari. Anzi, essa “non è giustiziera, non è un tribunale che emette sentenze di assoluzione o di condanna. (...) La storia è il tentativo di capire come e perché gli uomini sono vissuti, e per far questo è necessario calarsi nell’epoca in cui sono avvenuti i fatti che si studiano e comprendere come e perché sono vissuti gli uomini senza dare un giudizio morale, pur mettendolo in connessione con l’epoca di cui ci si occupa(24) ”. La conoscenza storica è in continuo sviluppo né mai potrà essere considerata definitiva: essa rivela in un’unica espressione qualcosa sia del soggetto, così come un ritratto esprime -anche se non esaurisce- al tempo stesso la personalità del personaggio raffigurato e quello dell’autore(25) . La conoscenza storica ha una verità sempre parziale che è progressivamente conquistata con il susseguirsi delle ricerche e con lo svilupparsi della storiografia. La storia è sempre diversa ed imprevedibile benché possano ravvisarsi corsi e ricorsi storici(26) . Considerando, poi, la riflessione di Albert Einstein che sosteneva che la fantasia conta più della conoscenza, è possibile che lo studioso dotato di fantasia abbia la capacità di confrontarsi con ipotesi apparentemente improbabili e lontane dai pregiudizi correnti ed arrivi a scoprire qualcosa di nuovo, purché fornisca conferme con i documenti. Il lavoro dello storico, tuttavia, è un’impresa fallimentare che è perseguita con slancio perché fa provare il brivido dell’esplorazione, perché ripercorrere il passato è emozionante, perché comporta grandi sfide intellettuali. _________________ (21) Arthur Schlesinger Jr, La storia, antidoto alla stupidità (Ultimo articolo pubblicato) New York, 2007, traduzione: Marta Matteini per Sole 24 Ore. (22) Ibid. (23) Ibid. (24) Claudio Magris cita Giovanni Miccoli (Professore di Storia del Cristianesimo a Trieste) in “La coscienza della Storia”, Francesco Mannoni da: Il Mattino, Cultura, 16 gennaio 2007. (25) Immagine dello storico Henri-Irénée Marrou. (26) Giovanbattista Vico.
  • 11. Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 11 Gli storici, infatti, sono anche prigionieri della loro esperienza: il bagaglio di conoscenze è carico di preconcetti dovuti al carattere di ciascuno ed al periodo in cui viviamo. Non possediamo verità assolute o definitive. L’impresa dello storico destinata a fallire è, dunque, la ricerca di un’oggettività che in termini assoluti è irraggiungibile(27) . In definitiva, però, va riconosciuto che dal confronto di interpretazioni differenti nasce la vera conoscenza. D’altro canto non va sottaciuto che, dopo aver fatto per tanto tempo storia dei fatti, taluni storici si sono cimentati a fare storia di fenomeni, per così dire, più evanescenti: emozioni, percezioni, false notizie, fino ad arrivare, negli ultimi decenni ad essere particolarmente attratti dalla storia della memoria, dal modo, cioè, in cui la memoria storica si è codificata, stratificata, creata. Di come si è selezionata, a quali norme ha obbedito la selezione. Moltissimi sono stati, così, gli studi dedicati all’uso pubblico della memoria e della storia, alla costruzione delle varie memorie. È opportuno, tuttavia, considerare che la ricerca delle domande che sono dietro ai percorsi delle memorie è per lo storico assolutamente un’operazione non solo legittima bensì persino doverosa. Interrogandosi ulteriormente sulle grandi questioni concernenti il metodo dello storico, in effetti, torna alla mente Nietzsce quando asserisce che “non esistono fatti ma solo interpretazioni”. _________________ (27) Arthur Schlesinger Jr, Ibid.
  • 12. Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità12 Ed il nostro tempo sembra confermare questa tesi o profezia: le interpretazioni in giro sono davvero tante e fra di loro conflittuali. Gli storici, tuttavia, cercano, o dovrebbero cercare, la verità e, talvolta, la trovano. Certo, si tratta di verità umane, falsificabili, quindi, potenzialmente revocabili. Però se la storia venisse falsificata, il nostro rapporto con il passato e anche con il mondo si sfascerebbe. Dire che il vero implica un rapporto con il falso e il finto (la storia che è abituata a inventare, come osservò ironicamente Manzoni) è affermare un’ovvietà. Ma i neo- scettici tendono a dimenticarsi del falso sostenendo che tutto è finzione mentre i positivisti vecchi e nuovi tendono a dimenticarsi del finto; in polemica con entrambe le categorie, ad esempio, Carlo Ginzburg(28) cerca di dimostrare(29) che il falso nasce sia dal vero che dal finto e viceversa. Vi è, poi, la categoria del verosimile: un tema importante è costituito, infatti, da se può lo storico riempire gli spazi vuoti della conoscenza con il tessuto connettivo dell’immaginazione, servendosi della sua esperienza per distinguere il plausibile dal meramente fantastico. È un esperimento curioso. Inoltre, la verità è evidente o nascosta? E se è nascosta, dipende da una nostra incapacità di individuazione e comprensione o da un’originaria premeditata volontà di occultamento? E come possiamo disvelarla? “La verità è quasi sempre nascosta, anche quando è evidente(30) ”. Qualche volta viene tenuta nascosta, talora non riusciamo a vederla: l’una non esclude l’altra. Per portarla alla luce vi sono molti strumenti. Uno di essi è lo straniamento(31) : la capacità di guardare le cose a distanza, come se non le conoscessimo(32) . La verità ha anche una valenza morale giacché i fatti possono essere anche strumentalizzati ed il falso divenire menzogna. Ma ci si può cautelare da chi racconta menzogne usando il discernimento, facile ad affermare, difficilissimo ad attuare. Per di più, oltre ad essere attorniati da mentitori, sovente appare che mundus vult decipi, il mondo vuol essere ingannato! Lo storico, ancora, può giudicare fatti o avvenimenti che lo impegnano emotivamente o di cui è stato addirittura partecipe? Storici come Tucidide, Guicciardini, Marc Bloch hanno dimostrato che è possibile purché si sostituisca il “giudicare” (dalle connotazioni moralistiche o giudiziarie) con il “conoscere”. Vi è, infine, da considerare il rapporto dell’era contemporanea del trionfo, in tutti i sensi, del virtuale con la verità: la società in cui viviamo, infatti, usa tecnologie che esaltano la potenza del virtuale; ma la verità può nascere anche dal virtuale che, se ignorato, può talora dare un’idea limitativa del vero. La nostra memoria si fa sempre più incerta nel confronto tra passato e presente giacché la separazione temporale, ovvia in sé, può trasformarsi in estraneità, quando non addirittura in avversione. _________________ (28) Notissimo storico italiano originario di Torino ma vivente a Los Angeles le cui opere sono tradotte in oltre venti lingue; predilige alla storia dei grandi scenari le ricostruzioni di fatti ed eventi circoscritti nel tempo e nello spazio, talora considerabili anche “minimi”. (29) Ginzburg Carlo, Il filo e le tracce, pag. 340, 2006. (30) Poe, La lettera rubata. (31) Ginzburg Carlo, ibidem. (32) Un grande maestro di questo modo di guardare il mondo è Montaigne.
  • 13. Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 13 Il valore della contestualità va intesa nella maniera più completa possibile della diacronia storica e della trasversalità culturale. Per un popolo (o per una professione, un gruppo sociale o un singolo individuo) conta molto anche non percepire distanza ma fluidità tra passato e presente in quanto ciò pone in condizione di sentirsi figlio diretto. La lezione umanistica della storia è anche quella della continuità e della valorizzazione delle tradizioni intellettuali più profonde. Non va mai dimenticata la dimensione interiore che si può creare con la lettura. Con la cultura in senso generale. Parlare di un classico non significa riproporre ciò che esisteva in passato ma atteggiarsi ad intendere meglio ciò che è diverso da noi stessi(33) . “L’arte e la storia sono tra gli strumenti più validi per un’indagine sulla natura umana(34) ” Ma perché intraprendere uno studio classico? Non per nostalgia né per illusione di continuità ma perché misurandosi con una cultura che è al contempo fondativa ed antagonista del nostro presente, si possa da un lato storicizzare i propri saperi e dall’altro mostrare come i classici, anche se superati nelle loro risposte, restano necessari per formulare le nuove domande. Un comune pensare e un’alleanza non più rinviabili, in particolare, per un Paese come l’Italia che sconta una duplice colpa: il deficit scientifico e la dispersione del suo patrimonio classico. _________________ (33) Salvatore Settis. (34) Ernst Cassiner.
  • 14. Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità14 Tuttavia, le esigenze portano a dialogare discipline i cui legami con la classicità sono tanto profondi quanto trascurati. Mentre gli imperativi del mercato mirano ad emarginare i saperi umanistici ed i saperi scientifici non immediatamente applicabili, andare oltre le due culture significa restituire alla conoscenza lo spazio indispensabile nel quale possono maturare la ricerca e il pensiero critico(35) . Siamo convinti, come già Epimenide, che la storia è profezia del passato(36) . L’umanista propone l’osmosi dei pensieri, delle istituzioni e delle conquiste di ogni cultura, passata e contemporanea. L’Umanesimo è perciò un crogiuolo. Nella crisi gravissima e, tuttavia, feconda che l’umanità tutta intera sta attraversando - con il rischio di sostituire ai valori etici e storici l’utile individuale, le divisioni aggressive e il bisogno pigro di autorità ordinatrici - occorre ripensare l’Umanesimo. Ci si deve proporre di interrogare l’Umanesimo e domandare ai responsabili del governo civile di ogni nazione, e specialmente a quanti nell’Umanesimo riconoscono le proprie radici, di incentivare o di istituire la ricerca umanistica dovunque e in ogni modo possibile, a cominciare dalla scuola. Ma subito, prima che venga smarrito del tutto il senso universale della persona umana e prima che si dissolva la percezione dello spirito e delle sue esigenze. Chi si lascia ciecamente dirigere dalla logica dell’utile individuale non vede che il mercato deve svilupparsi in una nuova e progrediente struttura della società formata con il cemento dei valori etici, storici e culturali. La società sarà, dunque, lo specchio dell’umanità che prepariamo: non una realtà che annienta le identità, che non conosce l’individuo e ne ignora i bisogni ed i diritti. La conquista di un tale nuovo umanesimo ha la forza aggregante dei grandi moti spirituali che non conoscono frontiere. Una realtà comune significa molte cose, ma comincia in ogni caso con il vivere, crescere ed educarsi insieme. La cultura umanistica è una preziosa scuola di conoscenza(37) . E non vi è dubbio sul fatto che il nostro secolo stia nascendo su una radice fortemente neoclassica per il fatto che per uscire dal pantano, lasciato dal pensiero debole e dal management debolissimo, l’attuale crisi etica e politica esige valori classici da citare. Un esercizio culturale tra gli elementi formativi e fondativi della cultura occidentale serve a capire la nostra quotidianità. Caratteristica degli studi storici è l’analisi di fonti e documenti prodotti nel corso dei secoli. C’è, poi, una storia ricavata interrogando le tombe, contemplando i monumenti, ritrovando vestigia e, ancora, come o’ mή oron, il cieco Omero, chi sa udire la storia rimormorata dalle pietre per narrarla. Le funzionalità originarie dei monumenti sono irrimediabilmente perdute: da quando furono abbandonati sono serviti a mille scopi diversi. Essi, però, sembrano oggi aver perso ogni potenzialità ma potrebbe essere sufficiente considerare l’importanza economica derivante dal turismo culturale per convincersi del contrario. _________________ (35) Convegno Internazionale Scientia Rerum, Bologna, 29-30 settembre 2005. (36) Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Appello per la Ricerca umanistica, 10 giugno 1993. (37) La Pergola Antonio, Presidente della Commissione Cultura del Parlamento Europeo, La polis Europa, discorso del 22 giugno 1993 in occasione della presentazione al Parlamento Europeo degli Appelli per la Filosofia e per la Ricerca umanistica.
  • 15. Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 15 La cultura è un investimento strutturale per il Paese; essa non è estranea all’economia perché, incidendo sulla qualità della vita e sull’orgoglio di appartenenza, diventa determinante per la produzione economica tout court(38) . _________________ (38) Salvatore Settis.
  • 16. Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità16 Raimondo Villano - Nato nel 1960. Vive tra Roma e Torre Ann.ta. La moglie è biologa, farmacista, assistente sociale e valente docente di Scienze nei Licei Classico e Scientifico statali; il figlio è un brillante matematico universitario. Ruoli: General Manager Villano International Business Team dal 2012 (attività in 16 ambiti di business, consulting & service, tra cui: affari internazionali, immobiliare alta gamma, previdenza, edilizia- restauro, import-export, alimentari, informatica, sanità, arte e cultura); Membro (dal 2013), Associate Professor in History of Health Administration Pharmaceutical Department (dal 2014) e Membro Onorario of Ruggero II University of Florida State (BR, Miami, Florida, USA, dal 2015); Trader (dal 1976), Trader operativo finanziario indipendente di borse e forex (dal 1983), Cavaliere S.M.O. di Malta (dal 2002, presentato dal Cav. di Giustizia Fra’ Giorgio Maria Castriota Scanderbeg, discendente dell’Eroe fondatore del Regno d’Albania); Presidente Fondazione umanitaria Chiron (dal 1985); Amministratore Unico Chiron Editore (dal 2006). Accademie: Storia Arte Sanitaria-Ministero B.C., già pontificia Tiberina, Studi Melitensi, Medical Tradition Smithsonian Institution-USA, International Society History Pharmacy, Acc. Italiana Storia Farmacia, Soc. Napoletana Storia Patria, a. h. Nobile Collegio Chimico Farmaceutico. Oltre 100 conferenze e chairman in decine di congressi. Collabora con importanti Riviste nazionali e internazionali. È Advisory Board Member per l’Editore statunitense DPC, che pubblica in oltre 150 nazioni. Studi: classici; laurea e abil.: Farmacia (1985); corsi certificati di: Piante officinali, Tecniche cosmetiche, Sicurezza aziendale, Haccp, Storia, Dottrina sociale Chiesa, Teologia. Lauree h.c.: Scienze Umane e Sociali (2009); Storia e Filosofia (2010); Scienze Comunicazione (2013); Diplomazia e Studi internazionali (2015). Master h.c.: Science Medical Ethics (2010). È stato: autore, organizzatore e chairman Corso Sicurezza per manager, ottenendo Alti Patronati di Capo dello Stato e ONU (2000), Consigliere diplomatico Aerec dpt ENVA 2011-15, Segretario International Committee Biothecnologies Wabt-Unesco 2008-13, membro World Academy Biomedical Technology (Unesco 2007-12), membro del Gruppo di Studio “History and definition of pharmacopoeias” dell’International Society for the History of Pharmacy, coordinato dal Prof. François Ledermann, dell’Università di Berna e Presidente internazionale Emerito ISHP (Berna, 2012-13), 11 anni in Comitato scientifico sicurezza sanitaria di IBD (azienda responsabile della sicurezza dei Tribunali Corte Appello Napoli), CdA Fondazione Beaumont Onlus ricerche su cancro presieduta dallo scienziato Tarro e con il Prefetto Napoli (2011-12), Accademico Europeo per le Relazioni Economiche e Culturali 2004-2015. Per 32 anni socio e titolare di un’importante farmacia, fino al 2010. Socio dal 1990, Segretario a 29 anni 1990-95 (tra i più giovani d’Italia), Presidente 2000-01 Rotary Club Pompei-Vesuvio e per 14 anni Delegato unico dei Governatori per l’Archivio del Distretto 2100-Italia (oltre 3.000 rotariani e circa 80 Club) e presso I.C.R. per il Rotary di tutta l’Italia; in Comm.ni Italia: Etica professionale, Azione Mondiale, Informatica; tra i molti ruoli internazionali: archeologia Pompei-Cartagine; Comitato Premio Magna Grecia; autore e presentatore al Consiglio Mondiale di Legislazione del Rotary della Proposta di istituzione della Giornata internazionale a tutela della Vita (2001-04). Dal 1986 al 1990 Presidente a Napoli, coordinatore nazionale e fondatore Federazione Giovani Farmacisti; Rappresentante nazionale Sindacato Federativo. Assist. Prof. Microbiologia Fac. F.cia Na (1985-90, Cattedra Prof. Lembo-Ist. Sup. Sanità). Membro Gruppo internaz. di Studio ISHP Storia Farmacopee (Univ. Berna, 2012-13). Proponente e padrino di vari Soci Onorari, tra cui: Arciv. di Pompei Mons. Francesco Saverio TOPPI, dal 2013 Servo di Dio in Causa di Beatificazione e Canonizzazione (Rotary, 1992); Dino DE LAURENTIIS (proposto nel 2000), produttore cinematografico di Hollywood e Premio Oscar alla carriera (Rotary, 2001); Antonio GRECO, Presidente Tribunale Civile e Penale TA (Rotary, 2000); Giulio TARRO, virologo Candidato al Premio Nobel per la Medicina nel 2000 e nel 2015 (Asas, 2011); Gianni RIVERA, Vice Campione del Mondo di Calcio (Aerec, 2012); Luigi CASTIELLO, Cappellano Magistrale SMOM e Operatore Pastorale Salute-Conferenza Episcopale Italiana (Asas, 2014); Gualtiero
  • 17. Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 17 RICCIARDI, Presidente Istituto Superiore di Sanità (Asas, 2016); Patrizio POLISCA, già aiutante dei medici di Paolo VI e Giovanni Paolo II e Medico del Papa con Benedetto XVI e Francesco e Direttore Sanitario del Vaticano (Asas, 2016). Premi internazionali: Diploma d’Onore per Servizi eccezionali a titolo individuale nelle 5 Vie di Azione da Presidente Rotary International (Evanston 2001: solo 100/anno/1,5 mln soci); Benemerenza Anticrimine-Task Force Rotary Italia, Albania, ex-Jugoslavia, S. Marino (Zurigo 2001); Sapientia Mundi-Etica (Rm 2008); Unione Legion d’Oro-Lavoro (Rm 2010); Veritas in Charitate-Religione (2011); Bonifaciano-Cultura e Società (2011); Norman Ac.-Editoria Medaglia aurata (Rm 2014); Norman Ac.-Sanità Galeno di Pergamo (Rm 2014); Norman Ac.-Sanità 2^ ed. Galeno di Pergamo (Rm 2015); Norman Ac.-Arte fotografica Medaglia aurata (Rm 2015). Premi nazionali: Aesculapius-Sanità Patroc. Presidenza Consiglio Ministri (Rm 1987); LXVIII Piccinini Asas-Mi.BAC-Ricerca storico-scientifica (Rm 2006); LXV Stramezzi-Sanità (Rm 2007); Capitolino-Attività umanitaria (Rm 2010); Tiberino- Cultura (Rm 2012); LXXIV Serono-Storia e Letteratura (Rm 2012), Aerec-Cultura (Rm 2013); Benemerenza al merito Sanità pubblica (Roma, DPR 2013): solo 269 dal 1800 al 2013, Tiberino-Scienza (Rm 2014); LXXIV Piccinini Asas-Mi.BACT-Ricerca storico-scientifica (Rm 2014); Medaglia Argento al merito Sanità pubblica (Roma, DPR 2016); Asas-Mi.BACT-Speciale Storia Scienze Biomediche (Rm 2016). Autore di un’ampia e qualificata produzione letteraria che ammonta a oltre 810 pubblicazioni sanitarie, professionali, scientifiche, storiche, religiose, artistiche, di cui gran parte su riviste dotate di revisione critica, indexate e con impact factor; oltre 50 libri (di cui 14 nella sola versione italiana con complessive 35 edizioni e 19 ristampe, numerosi tradotti anche in inglese, francese, tedesco e spagnolo) con editori prestigiosi come Zanichelli, con patrocini da Ministero Beni Culturali, Unesco, Rotary, Università, ecc., recensiti da Testate di rilievo nazionale, presenti in oltre 120 Biblioteche italiane (tra cui: Quirinale, Accademia Nazionale Scienze, Ministeri) e in oltre 40 Nazioni (tra cui: National Institute Health-USA, Nationale de France, Congress UK), in Istituti di Cultura, Università, Musei. Alla Fiera di Francoforte ha debuttato un suo libro. Oltre 80 opere multimediali (in varie lingue e più edizioni e ristampe ) spesso di notevole pregio e pubblicate con editori e patrocini prestigiosi (tra cui Bayer S.p.A.). È in molti Cataloghi internazionali scientifici, accademici, istituzionali, pontifici e religiosi tra cui: Scheda Authority File UK Libray of Congress (NACO) no2006049598; Bibliothèque nationale de France; Deutsche Nationalbibliothek; Library of National Institutes of Health (NIH) U.S.A.; Biblioteca Magistrale S.M. Ordine di Malta; Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL (IT); Biblioteca Fondazione Ratzinger-Benedetto XVI (Vaticano); 2000 Outstanding Intellectuals IBC-Cambridge UK dal 2010; Opac Sbn con oltre 190 opere; Scheda di Autorità Ministero BAC. Vari libri hanno apprezzamenti da autorità istituzionali, tra cui alcuni regnanti europei e più volte il Capo dello Stato e il Santo Padre. * * * Alcuni libri: Società globale informazione, 1996; Rotary per l’Uomo, 2001; Gestione sicurezza in Farmacia (pres. Dr. Renzulli, già Consulente Sicurezza ONU, 2004); Arte e storia Farmacia (pres. Prof. Ledermann, Presid. International Soc. History Pharmacy, 2 ediz., 2006); Storia e attività del SMOM (4 ediz., 2007); Meridiani farmaceutici tra etica laica e morale cattolica (pres. Prof. Tarro, Comm. Naz.le Bioetica, 3 ediz., 2008); Thesaurus Pharmacologicus (pres. Presid. Farmacisti Italiani Dr. Mandelli 2009); Tempo scolpito in silenzio eternità. Riflessioni su indagine diacronica per memoria homo faber (pres. eminenti storico Fra’ von Lobstein e critico Prof. Carosella, 6 rist., 2010); Attività farmaceutiche Regno di Napoli (pres.: Presid. Acc. It. Storia Farmacia Dr. Corvi, 2010); Logos e teofania nel tempo digitale (pres. Mons. Trafny, Presid. Dpt Scienza-Fede Pontificio Consiglio Cultura, 2012); Aspetti religiosi e dimensione ecclesiale SMOM (2013); Musei di farmacia: eco del passato per un riscatto futuro (pres. Prof. Ledermann, Direttore Biblioteca Svizzera, 2015); Fotografie - circa 200 sue opere, selezionate per temi filosofici e creativi tra quelle realizzate in oltre 40 anni (2015). Tra gli oltre 80 multimedia: Cenni arte e storia farmacia (patroc. AISF, 2002); Influenza A/H1N1 (patroc. Unesco, 2009).
  • 18. Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità18 “Oratio brevis cogitatio longa” Marco Tullio Cicerone
  • 19. Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 19 Presentazione entiluomo di compositi interessi sociali e storici, dalla vasta e, oserei dire, addirittura imponente bibliografia, il confratello Raimondo Villano presenta alla nostra attenzione l’ultima sua opera di saggistica dal titolo “Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità. Riflessioni sull’indagine diacronica per la memoria dell’homo faber”. Si tratta, in effetti, di un “agile” volumetto, giacché consta di appena poco più di cento pagine, che si distingue sia per consultabilità ed eleganza che per le scelte iconografiche, invero raffinatissime. Mi corre, tuttavia, l’obbligo di fare una precisazione, ovvero che non sia di inganno l’espressione adottata di “volumetto” giacché il fonema che ci siamo permessi di utilizzare, sia ben chiaro, si riferisce ad un’opera tutt’altro che di esiguo spessore non solo in virtù degli argomenti trattati, in effetti tutti, ma proprio tutti “tosti”, bensì anche per la profondità delle cognizioni e per la meditata attenzione. Per avere una vaga idea in proposito, del resto, appare sufficiente porre mente locale già ai soli titoli dei capitoli della Parte Prima e Seconda, benché vada confessato che per una lettura attenta alcuni di essi presuppongono, se non proprio impongono, un’immediata conoscenza dei relativi testi. Soffermandoci, poi, a riflettere sui principali temi portanti, intesi però nell’accezione più alta del termine, dal coacervo di un’ideale “summa”, l’opera ci riconduce, relativamente agli aspetti della “memoria”, all’aforisma frutto della saggezza antica che con Marco Tullio Cicerone suggerisce che la memoria diminuisce se non la si tiene in esercizio (“memoria minuitur nisi eam exerceas” in “De senectude”, VII VII. 21) mentre, per ciò che concerne la “storia e sua metodologia”, essa rimanda ancora a Cicerone là dove asserisce “historia vero testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, qua voce alia nisi oratore immortalitati commendatum ” (“De orat”, II, 9, 36) ma anche, impegnandoci in un ragguardevole “salto” nel tempo, a Massimo D’Azeglio, da cui apprendiamo che “la storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire”, a Francesco Domenico Guerrazzi che ne “Il buco al mare” G
  • 20. Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità20 ricorda come “la filosofia della storia è l’arte di cercare e scoprire le leggi regolatrici del mondo morale”, a Carlo Belgioioso che in “Scuola e famiglia” afferma che “la storia è il notaio della coscienza pubblica” e, inoltre, a Giacomo Bazzellotti che trattando di Francesco de Sanctis puntualizza come “i recenti progressi del metodo hanno allontanato sempre più la storia dall’arte dandole un carattere sempre più scientifico”. Soffermandoci, ancora, sugli aspetti della Storia della Scienza e, in particolare, della scienza sanitaria e sua diffusione, ci sovviene in mente sia la riflessione di San Gregorio Magno, “quando mundus ad extremum ducitur, tanto largior nobis aeternae scientiae aditum aperitur”, che quanto asserito da Carlo Cattaneo, ossia che “scienza è ricchezza” nonché la considerazione di Gaetano Negri che “il tratto fondamentale dello spirito moderno è che tutte le forze dell’intelligenza sono portate all’investigazione dei fenomeni fisici e morali considerati per se stessi all’infuori di ogni pregiudizio di ogni elemento metafisico” (“Segno dei tempi”, 125). Ma cosa che ci sta più a cuore, oltre che come storici, in qualità di membri Professi dei Giovanniti, infine, a proposito delle considerazioni sviluppate sulla sede delle epifanie divine nell’intreccio fra tempo ed eternità, desideriamo riservarci di partecipare un ultimo fondamentale rimando all’interessantissimo sintetico precetto di Giovenale che nelle “Satire” (10, 356) ricorda che “orandum est ut sit mens sana in corpore sano”: “bisogna pregare affinché una mente sana sia in un corpo sano”! Roma, 6 febbraio 2010 Fra’ Franz von Lobstein Ven. Balì Gran Croce di Giustizia del Sovrano Militare Ordine di Malta
  • 21. Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 21 Presentazione l libro, che si compone di due parti ben distinte e pur collegate nell’unità dell’idea di fondo, affronta l’arduo compito di accostare due ambiti disciplinari e scientifici tradizionalmente differenziati sia nell’interna strutturazione che nelle finalità conoscitive: la Storia e l’Informatica. Lo scopo dell’accostamento è di ordine pratico-operativo, che, senza compromettere l’autonomia di entrambe le discipline e senza intaccarne gli statuti né alterarne le interne logiche, dispone le potenzialità dell’una (l’informatica) al servizio dell’altra (la storia) per dilatarne e potenziarne l’ampiezza degli orizzonti conoscitivi e per accrescerne la carica pedagogica. Alla base o alla radice di siffatta operazione, complessa e ardita al tempo stesso, v’è la ferma fiducia che la differenziazione delle “due culture”, tema dominante nella seconda metà del secolo scorso, sia destinata a lasciare il posto ad una auspicata integrazione in un “sapere”, nuovo e antico al tempo stesso, che pare profilarsi all’orizzonte non troppo lontano del tormentato nostro presente. All’attesa, ancora piuttosto smarrita e confusa, di un tale avvento sembra alludere persino il titolo del libro: “Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità”, dove l’immagine del tempo che faticosamente scolpisce i propri segni sulla sconfinata lastra dell’eternità non riesce neppure a scalfire, di essa, l’intatto e assorto silenzio. E così si ricompone, per noi uomini, il mistero del rapporto tempo-eternità. Allora: ha un senso il generoso sforzo dell’autore di richiamare la nostra limitata intelligenza di mortali a misurarsi ancora con il problema tempo-eternità, se esso problema è costitutivamente al di sopra delle possibilità intellettive dell’uomo? Certamente. Anzi si direbbe che il senso intimo e globale di tutto l’impegnato e impegnativo discorso che fa il Villano consiste proprio nella consapevolezza del limite e nello sforzo di spostarlo ancora più oltre utilizzando gli strumenti della moderna tecnologia. Ed è in questo sforzo che scienza e storia si ritrovano a collaborare al fine di far crescere l’uomo in conoscenza senza peraltro autorizzarlo al folle volo di Ulisse oltre le colonne d’Ercole della sua finitezza. I
  • 22. Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità22 La lunga e articolata riflessione sulla storia, sul suo senso e sui suoi fini è alimentata e sostenuta da una valida documentazione e da autorevoli riferimenti, ma non è fine a se stessa, perché è volta alla prospettiva, più limitata, dell’arte sanitaria e, più precisamente, della storia della farmacia, di cui l’autore è appassionato cultore. Dall’affermazione dell’opportunità e dell’utilità di conoscere il passato per meglio vivere il presente e per più consapevolmente preparare l’avvenire deriva, come logica conseguenza, l’individuazione dell’informatica come la tecnica che oggi consente di ampliare straordinariamente, di facilitare, arricchire e diffondere i segni e le testimonianze del passato a tutto vantaggio sia dell’arricchimento culturale del presente che della propiziazione d’un più largo orizzonte conoscitivo per il futuro. E con in più i vantaggi offerti dallo strumento informatico, che consente di superare ed eliminare le due grandi difficoltà che hanno fino ad ora limitato le possibilità operative dell’uomo: gli ostacoli del tempo e dello spazio. Non è certo la conquista dell’onnipotenza, che appartiene soltanto a Dio, ma è un gigantesco passo avanti fatto dall’uomo nella graduale ma infaticata marcia di avvicinamento al “gran mare dell’Essere” supremo. Ed è merito di Raimondo Villano averlo intuito e fatto oggetto della propria ricerca. C.mare di Stabia, 4 marzo 2010 Prof. Antonio Carosella Past District Governor del Rotary International 2100-Italia
  • 23. Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 23 Prefazione uesto lavoro scaturisce da un particolare coacervo di elementi correlati alla mia condizione di cultore di storia, di cattolico giovannita, di professionista sanitario e di cittadino socialmente impegnato in una Nazione splendida nella sua pur evidente complessità. Una lettura non sommaria dell’opera credo, invero, possa segnare un momento nel quale si fa memoria di importanti istanti e aspetti della nostra storia. Nel contempo, fuor d’ogni retorica, lo scorrere dei capitoli ritengo sia occasione che può far volgere lo sguardo al futuro riscoprendo l’opportunità, il valore e il dovere della testimonianza, della narrazione e dell’aiuto alla conoscenza. Una lettura, dunque, da cui emergono non soltanto solide architravi concettuali per sorreggere l’impalcatura del ricordo, per non dimenticare, bensì anche un lavoro letterario che si cimenta nel compimento di un’ulteriore opera altamente civile, putrellando elementi di riflessione di pacificazione sociale, di concorso al ravvivamento del sentimento di coesione nazionale, particolarmente bisognoso d’esser coltivato e diffuso nei tempi attuali, nonché di custodia e protezione delle autentiche radici che, sostanzialmente, riguardano tutto il Paese. D’altro canto, con profondo sentimento cristiano, ho inteso sviluppare coerenti riflessioni con il proposito di collaborare per la diffusione del regno di Dio nel mondo d’oggi e, in un fecondo metabolismo di fede e ragione, umilmente concorrere anche allo sforzo di aprire uno spazio per tutti i popoli e per quanti conoscono Dio da lontano o per i quali Egli è sconosciuto o addirittura estraneo: per aiutarli, in effetti, ad “agganciarsi a Dio”, al cui cospetto sta ogni creatura umana(1) . In qualità di accademico, infine, ho approfondito taluni aspetti metodologici e di valorizzazione di comparti della disciplina storico-sanitaria. Raimondo Villano _________________ (1) I concetti di riferimento sono quello del “cortile dei gentili”, riservato nel Tempio di Gerusalemme ai pagani che volevano pregare l’unico Dio e che Gesù volle sgomberare da chi l’aveva trasformato in “un covo di ladri”, e le riflessioni di pertinenza espresse dal Santo Padre Benedetto XVI nel discorso alla Curia romana per la presentazione degli auguri natalizi (Vaticano, Sala Clementina, 21 dicembre 2009). Q