presentazione della filosofia di Nietzsche in 20 slides non realizzata da me ma da un autore di cui non conosco il nome e che mi ha linkato questa presentazione nel forum scolastico da me utilizzato con imiei studenti
MALE DI VIVERE - I VOLTI DEL DISAGIO DI ROSELLA DE LEONIBUS (Ottobre 2011)Drughe .it
Un pesante cocktail di sentimenti rabbiosi e depressivi, dove la demotivazione e la mancanza di fiducia nel futuro si connettono ad una sorta di assuefazione rassegnata davanti a comportamenti come il mobbing e il bullismo, e dove la violenza in tutte le sue manifestazioni (da quella legata alle competizioni sportive alla violenza di genere, da quella sulle strade a quella del linguaggio quotidiano) sembra endemica ed inevitabile.
Odorno ci invita a considerare che dopo
Auschwitz nulla potrà più essere come
prima, nessuna categoria, nessuna parola,
nemmeno quelle teologiche. La Shoah ci si
presenta, nella sua tragica insensatezza,
come una realtà con la quale dobbiamo
necessariamente fare i conti. Ma
confrontarsi con essa, cercare di
interpretarla, non può non portarci a
rimettere in discussione ciò che prima
avevamo creduto e pensato. È possibile
comprendere la Shoah? È ancora possibile
pensare e credere dopo Auschwitz?
tesina di maturità scientifica (voto 100!) sul confronto tra la società di massa del primo '900 e la società dei consumi del secondo dopoguerra e dei giorni nostri, e su come la prima sia stata manipolata dalla propaganda dei regimi totalitari, mentre la seconda sia divenuta schiava dei mass media e delle ideologie di massa.
presentazione della filosofia di Nietzsche in 20 slides non realizzata da me ma da un autore di cui non conosco il nome e che mi ha linkato questa presentazione nel forum scolastico da me utilizzato con imiei studenti
MALE DI VIVERE - I VOLTI DEL DISAGIO DI ROSELLA DE LEONIBUS (Ottobre 2011)Drughe .it
Un pesante cocktail di sentimenti rabbiosi e depressivi, dove la demotivazione e la mancanza di fiducia nel futuro si connettono ad una sorta di assuefazione rassegnata davanti a comportamenti come il mobbing e il bullismo, e dove la violenza in tutte le sue manifestazioni (da quella legata alle competizioni sportive alla violenza di genere, da quella sulle strade a quella del linguaggio quotidiano) sembra endemica ed inevitabile.
Odorno ci invita a considerare che dopo
Auschwitz nulla potrà più essere come
prima, nessuna categoria, nessuna parola,
nemmeno quelle teologiche. La Shoah ci si
presenta, nella sua tragica insensatezza,
come una realtà con la quale dobbiamo
necessariamente fare i conti. Ma
confrontarsi con essa, cercare di
interpretarla, non può non portarci a
rimettere in discussione ciò che prima
avevamo creduto e pensato. È possibile
comprendere la Shoah? È ancora possibile
pensare e credere dopo Auschwitz?
tesina di maturità scientifica (voto 100!) sul confronto tra la società di massa del primo '900 e la società dei consumi del secondo dopoguerra e dei giorni nostri, e su come la prima sia stata manipolata dalla propaganda dei regimi totalitari, mentre la seconda sia divenuta schiava dei mass media e delle ideologie di massa.
Il treno e le sue interpretazioni:
- Arte: dalla pittura di denuncia sociale alla Metafisica;
- Letteratura inglese: l suo impatto ambientale ( “I like to see it lap the miles” di Emily Dickinson);
- Beni culturali: La stazione-museo d’Orsay, un nuovo punto di incontro;
- Storia: la varietà di funzioni del treno (da icona del progresso a mezzo di deportazione);
- Letteratura italiana: Il treno nell’immaginario letterario di Carducci e Pirandello;
- Filosofia: la fiducia nel progresso, il Positivismo
Bortoletti, Criminalità, insicurezza e tautologia della paura, Università di...Maurizio Bortoletti
Le risposte date a questi problemi, invece, sono state le più diverse, e, spesso, hanno ricalcato o risentito delle idee correnti, degli stereotipi e dei luoghi comuni, in un naturale movimento ondivago, tipico di quel “gioco dell’oca” sul quale spesso indulgono a muoversi l’apparato repressivo ed il Legislatore: con una stretta – e tre “passi” in avanti - dopo ogni recrudescenza o al manifestarsi dell’emergenza che aumenta la preoccupazione popolare e l’allargamento delle maglie di difesa sociale – con due “passi” indietro – dopo ogni momento di relativa tranquillità.
Tratto da:
• M. BORTOLETTI, La sicurezza tra governance nazionale e governance locale, in F. Mignella Calvosa (a cura di), Le scienze dell'amministrazione nella società italiana. La formazione per la governance del paese, Giappichelli, Torino, 2009.
• M. BORTOLETTI, L’insicurezza quotidiana. Diritto alla sicurezza e paura della criminalità, CUEM, Milano, 2008.
• M. BORTOLETTI, Paura, Criminalità, Insicurezza. Un viaggio nell’Italia alla ricerca della soluzione, Rubbettino, Soveria M., 2005.
R. Villano - colophon libro "Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità"Raimondo Villano
28. R. Villano “Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità. Riflessioni sull’indagine diacronica per la memoria dell’homo faber”, patrocinio di: Pontificia Accademia Tiberina; Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria; Nobile Collegio Chimico Farmaceutico; Accademia Europea per le Relazioni Economiche e Culturali; Studiorum University Ruggero II dello Stato della Florida (USA), Jean Monnet Université Europenne, Università Telematica Pegaso, Norman Academy USA-Gambia. Presentazione del Libro (alla presenza del Presidente Emerito del Pontificio Consiglio per la Cultura Card. Paul Poupard e del Direttore dei Servizi del Quirinale Prof. Comm. Tito Lucrezio Rizzo) sotto l’Alto Patrocinio del Ministero dei Beni e le Attività Culturali (MBAC-UDCM Gabinetto 0009440-14/05/2010 Cl. 09.01.00/5491). Vincitore della LXXIV edizione del Premio nazionale Massimo Piccininiper la ricerca storico-scientifica (già assegnato ai massimi Storici Conci e Pedrazzini) conferito dall’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria-Mi.BACT (Roma, 12 dicembre 2014). Presentazioni di: Ven. Balì Gran Croce di Giustizia del Sovrano Militare Ordine di Malta Ecc.mo Fra’ Franz von Lobstein, già Gran Priore di Roma; Past District Governor 2100 Italia del Rotary International e critico letterario Prof. Antonio Carosella; Presidente della Commissione Internazionale dell’UNESCO per le Biotecnologie Prof. Gr. Uff. Giulio Tarro. Saggio di filosofia della storia dal titolo bellissimo e dalle profonde, coerenti e ben articolate riflessioni (secondo lo storico Fra’ Giovanni SCARABELLI). Da quest’originale opera emergono non soltanto solide architravi concettuali per sorreggere l’impalcatura della memoria, per non dimenticare, bensì anche un lavoro letterario che si cimenta nel compimento di un’ulteriore opera altamente civile, putrellando elementi di riflessione di pacificazione sociale, di concorso al ravvivamento del sentimento di coesione nazionale, particolarmente bisognoso d’esser coltivato e diffuso nei tempi attuali, nonché di custodia e protezione delle autentiche radici che, sostanzialmente, riguardano tutto il Paese. Considerando, poi, nell’opera che i fondamenti stessi tra scienza ed etica hanno lasciato segni profondi nella memoria storica sanitaria, benché appaia quasi un paradosso, si evidenzia che il lungo itinerario della medicina nella storia dell’uomo fa avvertire oggi la necessità di un ritorno alla filosofia, per un approfondimento dei valori sia della medicina sperimentale, fino alla dimensione molecolare, sia della complessità dei fenomeni fisiologici e patologici umani e del loro trattamento, sia delle norme etiche di comportamento. In tale ottica, dunque, si evidenzia che l’ethosstorico puòe, forse, dovrebbediventare, transitivamente e relativamente a quanto di competenza, un completamento se non un fondamento anche nella preparazione di ogni operatore sanitario di oggi al fine pure di un confronto con un sapere generale che comprenda logica e filosofia.
Il Milan Approach: premesse, sviluppi e influenze 2. Verso il post-modernoMassimo Giuliani
Seconda parte del modulo sul Milan Approach. Lezione tenuta per il primo anno della Scuola di Specializzazione del Centro Milanese di Terapia della Famiglia (4 settembre 2010)
MEMORY OF TASTE OR TASTE OF MEMORY? Analisi antropologico-culturale della mne...ISTITUTO EUROPEO DI MUSICA
Si può affermare che la mnemotecnica alessandrina è la storia della nascita del piano regolatore, di una cultura che ha saputo fare i conti con le implicazioni macrourbanistiche che governano la crescita dello spazio e con le implicazioni microstrutturali che governano i parametri della cura del corpo. In tal senso spazio urbanistico e spazio corporeo vivono in simbiosi, colonne portanti di ciò che è definito il gusto colossale del bello ellenistico.
Il treno e le sue interpretazioni:
- Arte: dalla pittura di denuncia sociale alla Metafisica;
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- Filosofia: la fiducia nel progresso, il Positivismo
Bortoletti, Criminalità, insicurezza e tautologia della paura, Università di...Maurizio Bortoletti
Le risposte date a questi problemi, invece, sono state le più diverse, e, spesso, hanno ricalcato o risentito delle idee correnti, degli stereotipi e dei luoghi comuni, in un naturale movimento ondivago, tipico di quel “gioco dell’oca” sul quale spesso indulgono a muoversi l’apparato repressivo ed il Legislatore: con una stretta – e tre “passi” in avanti - dopo ogni recrudescenza o al manifestarsi dell’emergenza che aumenta la preoccupazione popolare e l’allargamento delle maglie di difesa sociale – con due “passi” indietro – dopo ogni momento di relativa tranquillità.
Tratto da:
• M. BORTOLETTI, La sicurezza tra governance nazionale e governance locale, in F. Mignella Calvosa (a cura di), Le scienze dell'amministrazione nella società italiana. La formazione per la governance del paese, Giappichelli, Torino, 2009.
• M. BORTOLETTI, L’insicurezza quotidiana. Diritto alla sicurezza e paura della criminalità, CUEM, Milano, 2008.
• M. BORTOLETTI, Paura, Criminalità, Insicurezza. Un viaggio nell’Italia alla ricerca della soluzione, Rubbettino, Soveria M., 2005.
R. Villano - colophon libro "Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità"Raimondo Villano
28. R. Villano “Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità. Riflessioni sull’indagine diacronica per la memoria dell’homo faber”, patrocinio di: Pontificia Accademia Tiberina; Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria; Nobile Collegio Chimico Farmaceutico; Accademia Europea per le Relazioni Economiche e Culturali; Studiorum University Ruggero II dello Stato della Florida (USA), Jean Monnet Université Europenne, Università Telematica Pegaso, Norman Academy USA-Gambia. Presentazione del Libro (alla presenza del Presidente Emerito del Pontificio Consiglio per la Cultura Card. Paul Poupard e del Direttore dei Servizi del Quirinale Prof. Comm. Tito Lucrezio Rizzo) sotto l’Alto Patrocinio del Ministero dei Beni e le Attività Culturali (MBAC-UDCM Gabinetto 0009440-14/05/2010 Cl. 09.01.00/5491). Vincitore della LXXIV edizione del Premio nazionale Massimo Piccininiper la ricerca storico-scientifica (già assegnato ai massimi Storici Conci e Pedrazzini) conferito dall’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria-Mi.BACT (Roma, 12 dicembre 2014). Presentazioni di: Ven. Balì Gran Croce di Giustizia del Sovrano Militare Ordine di Malta Ecc.mo Fra’ Franz von Lobstein, già Gran Priore di Roma; Past District Governor 2100 Italia del Rotary International e critico letterario Prof. Antonio Carosella; Presidente della Commissione Internazionale dell’UNESCO per le Biotecnologie Prof. Gr. Uff. Giulio Tarro. Saggio di filosofia della storia dal titolo bellissimo e dalle profonde, coerenti e ben articolate riflessioni (secondo lo storico Fra’ Giovanni SCARABELLI). Da quest’originale opera emergono non soltanto solide architravi concettuali per sorreggere l’impalcatura della memoria, per non dimenticare, bensì anche un lavoro letterario che si cimenta nel compimento di un’ulteriore opera altamente civile, putrellando elementi di riflessione di pacificazione sociale, di concorso al ravvivamento del sentimento di coesione nazionale, particolarmente bisognoso d’esser coltivato e diffuso nei tempi attuali, nonché di custodia e protezione delle autentiche radici che, sostanzialmente, riguardano tutto il Paese. Considerando, poi, nell’opera che i fondamenti stessi tra scienza ed etica hanno lasciato segni profondi nella memoria storica sanitaria, benché appaia quasi un paradosso, si evidenzia che il lungo itinerario della medicina nella storia dell’uomo fa avvertire oggi la necessità di un ritorno alla filosofia, per un approfondimento dei valori sia della medicina sperimentale, fino alla dimensione molecolare, sia della complessità dei fenomeni fisiologici e patologici umani e del loro trattamento, sia delle norme etiche di comportamento. In tale ottica, dunque, si evidenzia che l’ethosstorico puòe, forse, dovrebbediventare, transitivamente e relativamente a quanto di competenza, un completamento se non un fondamento anche nella preparazione di ogni operatore sanitario di oggi al fine pure di un confronto con un sapere generale che comprenda logica e filosofia.
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Si può affermare che la mnemotecnica alessandrina è la storia della nascita del piano regolatore, di una cultura che ha saputo fare i conti con le implicazioni macrourbanistiche che governano la crescita dello spazio e con le implicazioni microstrutturali che governano i parametri della cura del corpo. In tal senso spazio urbanistico e spazio corporeo vivono in simbiosi, colonne portanti di ciò che è definito il gusto colossale del bello ellenistico.
NEUE SLOWENISCHE KUNST ( NSK ) ET AL. : LA CYBERAVANGUARDIA FRA FASCISMO E TR...UNIVERSITY OF COIMBRA
NEUE SLOWENISCHE KUNST ( NSK ) ET AL. : LA
CYBERAVANGUARDIA FRA FASCISMO E TRAGEDIA ( AESTHETICA FASCISTICA VI E PRIMI ELEMENTI PER UNA TEORIA NEOREPUBBLICANA )
1. Luca Gervasutti Le strade del tempo - Antologia per i CPIA
Tra fascino e inquietudine
la nascita della modernita’
La letteratura del Novecento, oggetto di questo corso di studi,
ha cercato di indagare le trasformazioni causate nei comporta-
menti umani e nella società dall’avvento della modernità. Ma co-
sa intendiamo con questo termine? E quando inizia l’età moder-
na?
Il concetto di modernità può essere analizzato da vari punti di
vista: se è vero che il suo senso ultimo consiste in una totale au-
tonomia rispetto al passato, è possibile individuare in alcuni
momenti di rottura che si verificarono nel tardo Ottocento la na-
scita di un mondo nuovo. Proviamo a sintetizzarli:
Nella sociologia Dal punto di vista sociologico, la modernità è quell’epoca sto-
rica che risulta dai profondi processi di trasformazione generati
dalla seconda rivoluzione industriale e dalla conseguente nascita
della società di massa: quest’ultima espressione identifica il
massiccio inurbamento di una moltitudine che popola città sem-
pre più grandi, lavora nelle fabbriche e negli uffici, consuma gli
identici prodotti e fruisce della medesima cultura diffusa dai
media, vive come grandi riti collettivi i diversi momenti dell'an-
no, le varie fasi della vita e la partecipazione alla vita politica. Si
tratta di un processo che coincide con il progressivo affermarsi
delle profonde trasformazioni che caratterizzarono la seconda
Rivoluzione industriale negli ultimi decenni dell’Ottocento. Le
scoperte scientifiche, lo sviluppo delle comunicazioni, la scoper-
ta di nuove fonti di energia, la nuova organizzazione del lavoro,
l’applicazione della catena di montaggio, il sorgere di nuove figu-
re professionali, la crescente incidenza dell'industrializzazione
nei campi più disparati, il diffondersi delle specializzazioni: so-
no, questi, solo alcuni dei fattori che mutarono radicalmente il
volto della società.
Nella scienza Anche dal punto di vista scientifico l’inizio della modernità
viene fatto risalire alla fine del XIX secolo, quando l’instabilità
1
2. Luca Gervasutti Le strade del tempo - Antologia per i CPIA
della situazione cultura europea fu aggravata dalla diffusione
delle teorie psicoanalitiche del viennese Sigmund Freud, che at-
tribuiva le ragioni di ogni momento psichico cosciente a una vita
anteriore della conoscenza, a un fondo oscuro e ignoto chiamato
inconscio. Freud sosteneva la possibilità di descrivere e analizza-
re i fenomeni dell'inconscio e di trarre da questi la spiegazione
dei comportamenti e la cura delle patologie: nell'inconscio di
ogni uomo, infatti, si trovano quei contenuti psichici (desideri,
pulsioni, paure) che la coscienza ha nascosto a se stessa non po-
tendoli accettare. Quello che noi normalmente crediamo di aver
dimenticato, allontanando così la sofferenza che vi è legata, è
stato in realtà rimosso nell'inconscio, ed è pronto a riemergere in
forma patologica se il sistema delle rimozioni e delle difese mes-
so in opera dalla coscienza non è più in grado di assolvere pie-
namente al suo compito.
Compito della psicoanalisi è quello di riportare gradualmente
alla luce (ricordare) ciò che si è voluto dimenticare e far rivivere
le esperienze traumatiche che sono all'origine della sofferenza
psichica.
Nella filosofia Dal punto di vista filosofico, l’avvento della modernità coinci-
de invece con la morte di Dio.
"Dio è morto e noi l’abbiamo ucciso", scriveva nel 1882 il filo-
sofo tedesco Friedrich Nietzsche (La gaia scienza, fr. 125). Non si
tratta di un’invettiva ateistica contro le tradizioni religiose, ma è
piuttosto la denuncia della scomparsa degli ideali e dei valori su
cui per quasi due millenni si era fondato il mondo occidentale. La
morte di Dio è dimostrata secondo Nietzsche da un dato oggetti-
vo, ovvero dalla fine di tutte le illusioni dell’essere umano, alla
quale gli uomini, sperduti "nel gran mare dell’essere", cercano di-
speratamente di far fronte creandosi dei sostituti, ovvero idoli e
miti di varia natura e di varia specie (il denaro, la fama, il pote-
re...) che diano un senso alla vita, in modo che ognuno si veda e
si senta realmente ricompensato delle proprie fatiche, delle ri-
nunce e degli affanni.
La morte di Dio assume inoltre la portata di un evento epocale
e caratterizzante che coincide anche con la perdita di tutte quelle
2
3. Luca Gervasutti Le strade del tempo - Antologia per i CPIA
certezze, che, con la loro crisi, hanno fatto cadere l’umanità stes-
sa nel dubbio e nell’incertezza. Infatti è il mondo stesso – col suo
caos, il suo disordine e la progressiva mancanza di punti fissi
che gettano su tutto l’ombra del relativismo – a giustificare il fat-
to che Dio non esiste più e che oggettivamente non può più esi-
stere, in un ambiente così corrotto, degenerato e privo della sua
unità organica. Il soggetto umano si eclissa divenendo qualcosa
di non sostanziale, una formazione provvisoria e precaria, sog-
getta al conflitto delle varie forze biologiche. Il mondo si frantu-
ma, la realtà si fa piccola e non collegabile. L’infinito non ci ap-
partiene più; esso fa paura, procura un senso di vertigine e di
smarrimento.
L’urlo
“L’urlo” (1885), del pittore nor-
vegese Edward Munch, è la
straordinaria fotografia dell’epo-
ca moderna, segnata dalla morte
di Dio, ucciso - secondo
Nietzsche - nell’indifferenza e
nella disattenzione con la furbi-
zia e il compiacimento dell’uomo
mediocre. Dio è morto tra uomi-
ni addomesticati e vili, senza la
tragedia che l’enormità del fatto
avrebbe dovuto comportare.
Nella letteratura La crisi dei valori, l’individualismo, la frantumazione dell’io
segnano anche la letteratura moderna, che assume caratteristiche
quali la sperimentazione linguistica, la disarticolazione sintatti-
ca, la violazione del decoro, la rottura dell’ordine spazio-tempo-
rale, l’ambiguità e l’oscurità. Scrive lo scrittore ceco Milan Kun-
dera: “C’è l’arte moderna che, con estasi lirica, si identifica con il
moderno. Apollinaire. L’esaltazione della tecnica, dell’avvenire.
Con e dopo di lui Majakovskij, Léger, i futuristi, le avanguardie.
Ma all’estremo opposto di Apollinaire è Kafka. Il mondo moderno
come un labirinto dove l’uomo si smarrisce. Il modernismo antili-
rico, antiromantico, scettico, critico. Con e dopo Kafka: Musil,
Broch, Gombrowicz, Beckett, Ionesco, Fellini...” (Kundera, L’arte
3
4. Luca Gervasutti Le strade del tempo - Antologia per i CPIA
del romanzo, Adelphi).
Sono, quelli individuati da Kundera, i due grandi filoni dell’ar-
te moderna che compongono il grande movimento del decadenti-
smo, la corrente culturale che ha attraversato tutto il Novecento
denunciando le contraddizioni del mondo nuovo.
Alla radice del dualismo individuato da Kundera c’è però l’au-
tore che ha posto le basi della letteratura moderna: Charles Bau-
delaire.
Vita di Baudelaire Nato nel 1821 a Parigi dall'unione di un funzionario di stato
sessantenne ex-sacerdote, Joseph-François Baudelaire, e la venti-
settenne Caroline Dufays, rimase orfano di padre all'età di sei
anni. Pochi mesi dopo la madre decise di sposare Jacques Aupick,
un tenente colonnello che, a causa della sua rigidità, si guadagnò
ben presto l'odio del giovane Charles. A causa della frequenta-
zione di cattivi ambienti e dello stile di vita dissoluto del futuro
poeta, il patrigno lo ritirò dal liceo Louis-Le-Grando e lo mandò in
India su una nave. Da questa esperienza nacque la passione per
l'esotismo che si rifletterà in seguito nella sua opera di maggior
successo: I fiori del male.
Dieci mesi dopo la sua partenza per l'India, Baudelaire rientrò
a Parigi dove, grazie al patrimonio paterno, iniziò una vita di
grande libertà. Ma i generosi dispendi economici intaccarono ra-
pidamente la metà dei beni costringendo la madre, su consiglio
del patrigno, a interdire il giovane e ad affidare il suo patrimonio
a un notaio. L'anno seguente Baudelaire tentò per la prima volta il
suicidio.
Nel 1857 l'editore Poulet-Malassis pubblicò in 500 copie la ra-
colta di cento poesie intitolata I fiori del male (Les fleurs du mal)
che fu sequestrata qualche mese dopo, facendo finire Baudelaire
e l'editore in sede processuale con l'accusa di pubblicazione
oscena e oltraggiosa. L'esito del processo portò alla censura di
sei poesie e a una pena pecuniaria.
Nel 1860 Baudelaire fu colto da una prima crisi cerebrale; l’an-
no successivo tentò per la seconda volta il suicidio.
4
5. Luca Gervasutti Le strade del tempo - Antologia per i CPIA
Nel 1866 rimase paralizzato nel lato destro del corpo. Ormai
malato, cercò sollievo nelle droghe; nel 1867, dopo una strazian-
te agonia della paralisi, morì a soli 46 anni. Fu sepolto a Parigi
nel cimitero di Montparnasse senza alcun particolare epitaffio
nella tomba di famiglia, insieme al patrigno e, in seguito, alla
madre. Solo nel 1949 la Corte di Cassazione francese decise di
riabilitare opere e memoria del poeta scomparso.
Per Baudelaire l’uomo è condannato a convivere con il dolore e
la sofferenza, poiché l'intero universo è il regno della infelicità e
della sofferenza irrimediabile.
Intellettuale Egli si assunse il compito di coscienza critica della società, ne
descrisse le ingiustizie e la imperfezioni, assumendo un atteg-
giamento intellettuale improntato all’impassibilità. Scelse, in-
somma, di contemplare l’involuzione del mondo restando al di
fuori dai riti sociali e culturali della società di massa, che nell'Ot-
tocento stava per sorgere, testimoniando con i suoi comporta-
menti eccentrici il valore dell'arte e della bellezza.
Nei suoi componimenti Baudelaire descrive inoltre il continuo
oscillare dell’animo umano tra il Bene e il Male, due poli opposti
inconciliabili: a suo giudizio l’aspirazione all’elevazione morale
viene costantemente frustrata dalla tensione verso il basso, dal-
l’attrazione per ciò che è peccaminoso.
Egli è infine il cantore dello Spleen, termine che riassume ed
esprime la noia esistenziale, l’inquietudine provata durante la
sua vita al cospetto dei terribili effetti prodotti dalla modernità
nella sua fase primordiale: l'eterna ingiustizia, la predicazione di
un falso e vuoto progresso, la divisione nella società tra i ricchi e
i poveri, la nascita della dittatura del denaro.
5
6. Luca Gervasutti Le strade del tempo - Antologia per i CPIA
Spleen Quando il cielo basso e greve pesa come un coperchio
sullo spirito che geme in preda a lunghi affanni, e versa,
abbracciando l'intero giro dell'orizzonte, un giorno nero
più triste della notte;
quando la terra è trasformata in umida prigione dove la
Speranza, come un pipistrello, va sbattendo contro i mu-
ri la sua timida ala e picchiando la testa sui soffitti marci;
quando la pioggia, distendendo le sue immense strisce,
imita le sbarre d'un grande carcere, e un popolo muto
d'infami ragni tende le sue reti in fondo ai nostri cervelli,
improvvisamente delle campane sbattono con furia e
lanciano verso il cielo un urlo orrendo, simili a spiriti va-
ganti e senza patria, che si mettono a gemere ostinata-
mente.
E lunghi trasporti funebri, senza tamburi né bande, sfi-
lano lentamente nella mia anima; vinta, la Speranza
piange; e l'atroce Angoscia, dispotica, pianta sul mio
cranio chinato il suo vessillo nero.
Note Spleen è un vocabolo inglese che anticamente significava “mil-
za”, ma che in questo testo può essere considerato il corrispetti-
vo del francese “ennui”, cioè uno stato d’animo fatto di angoscia
esistenziale, di incapacità di instaurare un rapporto positivo con
il mondo circostante.
E’ un testo cupo, caratterizzato da un ritmo ascendente: il ri-
petuto susseguirsi di “Quando” crea infatti una una crescente at-
tesa che esplode nella disperazione.
Il lessico è allo stesso tempo realistico e metaforico: Baudelai-
re fonde stili diversi (umile, realistico con sublime e simbolico)
per cercare di essere il più possibile concreto nella rappresenta-
zione di un drammatico conflitto interiore.
Nella poesia sono individuabili quattro macro temi:
6
7. Luca Gervasutti Le strade del tempo - Antologia per i CPIA
Temi La claustrofobia: il cielo basso che pesa come un coperchio
(strofa 1); l'immagine di una prigione umida e altrettanto bassa
(il pipistrello vi vola sbattendo le ali sulle pareti e picchiando la
testa sul soffitto) (str.2); di nuovo l'immagine di una prigione at-
traverso le strisce di pioggia (str.3).
L'umidità: la prigione umida e il soffitto marcio (str.2); la piog-
gia (str. 3); ma anche il pianto (str.5).
I suoni: le campane, le urla, i gemiti (str.4); ma anche l'assenza
di rumore, il silenzio funebre della strofa 5 (senza tamburi né
bande).
I colori: la luce nera del giorno (str.1) e il vessillo altrettanto
nero dell'Angoscia.
Antitesi Il "cielo basso e greve" (v.1) mette in contrasto il nome cielo,
normalmente associato ad una idea di immensità, di infinito, di
ascensione, con due aggettivi che, al contrario, indicano finitudi-
ne, decadimento, pesantezza, incapacità di muoversi (e qui, ov-
viamente, si rimanda al campo semantico della claustrofobia).
Lo "spirito che geme" (v.2) mette in contrasto lo spirito, cioè
quella parte dell'uomo che è considerata la più elevata, la più
"divina", con il gemere, atto che sottolinea invece una miserevole
condizione da reietto. Difatti, più avanti, nella strofa 4, di nuovo
l'idea del lamento viene assimilato a degli " spiriti vaganti e sen-
za patria".
Il "giorno nero" (v.4) è una chiara antitesi, nel senso che a
"giorno" si potrebbe sostituire "luce" senza alterare il senso della
poesia, mettendo in rilievo il contrasto assoluto di un'espressio-
ne come "luce nera".La "timida ala" (v.7) è pure, in un certo senso,
un'antitesi, nel senso che mentre l'ala è solitamente associata ad
una idea di libertà, l'aggettivo timida immediatamente riporta al-
l'idea dell'impossibilità di fuggire, di liberarsi.
7
8. Luca Gervasutti Le strade del tempo - Antologia per i CPIA
MAPPA CONCETTUALE: CHARLES BAUDELAIRE
8
9. Luca Gervasutti Le strade del tempo - Antologia per i CPIA
Discussione
Qualche giorno dopo la scomparsa di Michael Jackson, il filo-
sofo francese Bernard Henri Levy scrisse un articolo in cui faceva
un curioso e affascinante parallelismo tra Baudelaire e il “re del
pop”. Riproponiamo qui una parte di quell’articolo affinché di-
venti strumento per una discussione in classe.
Il dandysmo da Baudelaire a Michael Jackson
di Bernard Henri Levy (dal Corriere della Sera
del 30/6/2009)
I dandy erano così. Intendo dire i grandi dandy.
I fondatori della tradizione. Barbey. Beau
Brummel. Wilde e il suo Dorian Gray. Tacchi
rossi per danzare al di sopra di un mondo di
miasmi e di umori. Belletti e artifici per sfuggire
al De Profundis di un baratro definitivamente
parassitato. Senza parlare di Baudelaire che, del
suo disgusto per la natura e le sue mostruose
proliferazioni, aveva fatto il principio della
propria estetica, della propria politica. Michael
Jackson era il loro erede. Michael Jackson, con i
suoi dischi in vinile, i latex, la casa mausoleo, i
terrori profilattici e anche, beninteso, i saltelli
da danzatore geniale assediato da ogni parte
dalla luce, era l’ultimo di questi grandi dandy.
Aggiungete la cura morbosa che, pare, dedicava
al proprio corpo. La storia della cassa a ossige-
no dove si preparava, instancabilmente, per
chissà quale toilette funeraria. Non è morto per
una overdose di farmaci, ma per aver voluto
non solo inventare, ma inocularsi un vaccino
contro la vita.
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