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QUALE ETICA AMBIENTALE ?
La riflessione filosofica contemporanea sui rapporti
tra ETICA e AMBIENTE nasce a cavallo tra gli anni 60 e 70
Si sviluppa in seguito a due eventi concomitanti
ma relativamente indipendenti :
• la CRISI AMBIENTALE
legata ai noti problemi di : riduzione dello strato di ozono, inquinamento,
desertificazione, piogge acide, erosione, perdita biodiversità, crescita demografica, etc.
Da questi problemi divenuti urgenze concrete, l'opinione pubblica è stata sollecitata a
riflettere sulle mutate circostanze dell' AZIONE UMANA sull'ambiente,
sul proprio STILE DI VITA e su eventuali RADICI CULTURALI della crisi ambientale.
• L'introduzione delle cosiddette ETICHE APPLICATE
(etica ambientale, bioetica, etica degli affari,…). In precedenza, il compito del filosofo
della morale doveva essere quello di condurre il suo lavoro alla maniera di un logico,
che raggiunge conclusioni neutre da un punto di vista normativo : si astiene cioè dal
prendere posizione su ciò che è buono, giusto, doveroso, etc..
Ogni prescrizione pratica veniva vista come uno
scivolamento indebito nella demagogia…
• In poco tempo si ha un distacco da tale posizione e un diretto e cosciente
impegno nel dibattere e schierarsi su problemi morali di ordine concreto.
• Si prospetta la necessità di capire quali sono i bisogni da tutelare.
• Lo sviluppo insostenibile minaccia la vita degli esseri umani e non.
Evidentemente i diritti umani e l’ambiente sono strettamente concatenati.
Ma in che modo, strettamente?
Ambiente mero bene/valore da aggiungere alla lista dei bisogni individuali?
Questo è l’approccio dei diritti ambientali individuali.
Ambiente condizione per la vita, che esige limitazioni alla libertà individuale?
Questo è un approccio ecologico ai diritti umani.
In termini etici la conoscenza antropocentrica e utilitaristica dei diritti umani
potrebbe essere completata o sostituita da una conoscenza ecocentrica che
sostenga che l’ambiente naturale ha un valore intrinseco e non semplicemente un
valore strumentale.
Collegare i diritti umani a un’etica ecologica potrebbe rappresentare la chiave per
una comunità di valori umani, culturalmente alternativa.
Dietro la molteplicità di culture e di valori sembra
esserci un senso comune profondamente consolidato, e
cioè che la vita deve essere rispettata nel suo insieme :
le persone dovrebbero rispettare sia gli altri che
l’ambiente naturale.
La domanda diviene :
" Quali sono gli enti o i soggetti suscettibili o meritevoli di tutela morale e
quali ne possono essere esclusi senza commettere arbitrii?
Fin dove e fino a quali problemi si estende la necessità della considerazione
morale?
In altri termini :
• QUALE SISTEMA DI VALORI PRENDIAMO IN CONSIDERAZIONE ?
• A QUALI "ENTITA'" LO DOBBIAMO APPLICARE ?
Il dibattito su queste domande si è articolato in due direzioni :
- una che si è sviluppata in profondità - nella direzione della BIOETICA e
quindi delle problematiche legate alla vita (che valore le diamo ?) ,
- l'altra che si è sviluppata in estensione (la vita di CHI o di CHE COSA?),
con l'analisi del confine tra AGENTI MORALI (capaci di agire
volontariamente e di essere ritenuti responsabili) e PAZIENTI MORALI
(neonati, cerebrolesi, malati terminali,. protetti da una cintura di sicurezza
che obbliga gli agenti morali a tutelare i loro diritti).
La riflessione morale contemporanea in quest'ultima direzione, si è spinta
a considerare se la categoria dei pazienti morali non possa essere allargata
al di là dei confini della specie umana
Il fatto che - oggi - processi come la vita, la morte, la salute e la malattia
possono essere materia di decisione umana fa di questi processi e della loro
gestione questioni di tipo morale che in una società democratica e pluralista
vanno attentamente esaminate e discusse, ponendo un problema di valori
anche sull' alterabilità o integrità degli ecosistemi e della biosfera come un tutto
Quando si parla di attribuire valore alla vita si incontrano e si scontrano 2
principi morali alternativi :
• quello della SACRALITA' DELLA VITA
• quello della QUALITA' DELLA VITA
Le PRINCIPALI POSIZIONI nel dibattito sono accorpabili in due grandi categorie :
- quella antropocentrica (A)
- quella anti-antropocentrica (AA) o eco-centrica.
Per alcuni autori la differenza tra A e AA non passa tanto sulla questione del
valore intrinseco o meno della natura.
Consiste invece nella questione SE e COME sia giustificabile, dal punto di vista
morale, un trattamento differenziato della natura (sia essa o no depositaria di
valore intrinseco) rispetto agli "agenti razionali" o comunque ai "pazienti morali"
(cioè rispetto ai portatori tradizionali del valore intrinseco).
Sono stati sviluppati molti modelli etici sia nell'ambito della teoria A che
nell'ambito AA. Ne presentiamo brevemente tre.
a. ETICA del COW BOY o della FRONTIERA :
Dovere morale di ogni uomo è utilizzare per profitti immediati e il più
rapidamente possibile quante più risorse naturali disponibili. (si basava sul
mito della sovrabbondanza)
b. Modello della SCIALUPPA DI SALVATAGGIO (ESS) : Le nazioni della terra
sono equiparate a scialuppe di salvataggio; una completa giustizia equivale
alla catastrofe. Sono leciti metodi coercitivi di un'Autorità centrale per
imporre forme di auto-limitazione alle scialuppe meno affollate. Mentre
nell'etica di frontiera la specie umana è vista come un aggregato di
individui, in ESS si parla di specie umana come un tutto. In ESS l'interesse è
quello della specie (concepisce l'ambiente ancora come strumentale)
c. Modello della NAVICELLA SPAZIALE (ENS).
Il benessere dell'ambiente e dell'umanità sono intimamente connessi. La
Terra è la navicella. ENS nega la legittimità di interventi coercitivi al fine di
ristabilire gli equilibri ecologici compromessi da certi interventi umani
sull'ambiente. Confida nel valore del consenso e della negoziazione
razionali, del controllo pubblico delle decisioni e della discussione pacata e
imparziale sui principi preliminari di giustizia ambientale e
intergenerazionale. Accoglie l'idea del rispetto rigoroso dell'autonomia e
separatezza di coloro che convergono intorno al tavolo delle trattative, nei
panni di negoziatori di giustizia ambientale rifiutando che altri (un'autorità
centrale investita di poteri eccezionali e insindacabili) possa assumere
decisioni di rilevante significato morale (ad es. il tasso di inquinamento
accettabile - livello di inquinamento "ottimale" che passa per legge con gli
standard di qualità e che ammette che una % di popolazione si ammali- ,
limiti all'uso di risorse..) attraverso azioni coercitive.
Privilegia le considerazioni di giustizia (diritto di ciascun popolo
all'autodeterminazione, equa distribuzione delle risorse tra i popoli,..)
rispetto alla massimizzazione dei benefici.
Il rapporto tra uomo e natura è centrale anche nel
pensiero di 2 filosofi contemporanei : Jonas e Naess
Secondo Hans Jonas posso rischiare la mia vita individuale o metterla
addirittura in pericolo, ma non posso farlo con quella dell'umanità futura.
Mi addosso la responsabilità dell'umanità futura che certo non farà niente in
mio favore. Il solo esempio che, nella morale tradizionale, può ricordarci questa
non reciprocità è quello degli obblighi nei confronti dei figli ; dobbiamo loro
tutto senza aspettarci niente in cambio.
Arne Naess contesta quello che definisce ecologismo di superficie
(umanocentrico) che ripresenta, sotto le parvenze di un generico
"ambientalismo" l'antico pregiudizio dell'uomo come unico titolare e
beneficiario del valore morale. Propone invece un ecologismo profondo (non
antropocentico) che antepone il benessere dell'ambiente come un tutto ai
diritti e alle utilità dell'uomo.
Naess sviluppa una visione globale delle condizioni di vita dell'eco-sfera di tipo
filosofico (denominata ecosofia T) che parte dalla concezione della realtà
secondo la quale le sue caratteristiche non sono né soggettive, né oggettive,
bensì relazionali.
Conseguenza principale di questa concezione è la norma : ogni essere vivente
ha eguale diritto di conservarsi e realizzare i propri fini, le proprie potenzialità,
cioè ogni essere vivente tende ed ha diritto alla realizzazione del Sé.
Ogni nostra scelta, secondo l''Ecosofia T dovrebbe essere subordinata a questa
priorità di valore e la politica dovrebbe promuovere la qualità della vita invece
che un alto tenore di vita..
In queste prospettive l’uomo viene visto come
relazione in una rete di relazioni ……..
Marco Malagoli

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Quale etica ambientale ?

  • 1. QUALE ETICA AMBIENTALE ? La riflessione filosofica contemporanea sui rapporti tra ETICA e AMBIENTE nasce a cavallo tra gli anni 60 e 70 Si sviluppa in seguito a due eventi concomitanti ma relativamente indipendenti :
  • 2. • la CRISI AMBIENTALE legata ai noti problemi di : riduzione dello strato di ozono, inquinamento, desertificazione, piogge acide, erosione, perdita biodiversità, crescita demografica, etc. Da questi problemi divenuti urgenze concrete, l'opinione pubblica è stata sollecitata a riflettere sulle mutate circostanze dell' AZIONE UMANA sull'ambiente, sul proprio STILE DI VITA e su eventuali RADICI CULTURALI della crisi ambientale. • L'introduzione delle cosiddette ETICHE APPLICATE (etica ambientale, bioetica, etica degli affari,…). In precedenza, il compito del filosofo della morale doveva essere quello di condurre il suo lavoro alla maniera di un logico, che raggiunge conclusioni neutre da un punto di vista normativo : si astiene cioè dal prendere posizione su ciò che è buono, giusto, doveroso, etc..
  • 3. Ogni prescrizione pratica veniva vista come uno scivolamento indebito nella demagogia… • In poco tempo si ha un distacco da tale posizione e un diretto e cosciente impegno nel dibattere e schierarsi su problemi morali di ordine concreto. • Si prospetta la necessità di capire quali sono i bisogni da tutelare. • Lo sviluppo insostenibile minaccia la vita degli esseri umani e non. Evidentemente i diritti umani e l’ambiente sono strettamente concatenati. Ma in che modo, strettamente?
  • 4. Ambiente mero bene/valore da aggiungere alla lista dei bisogni individuali? Questo è l’approccio dei diritti ambientali individuali. Ambiente condizione per la vita, che esige limitazioni alla libertà individuale? Questo è un approccio ecologico ai diritti umani. In termini etici la conoscenza antropocentrica e utilitaristica dei diritti umani potrebbe essere completata o sostituita da una conoscenza ecocentrica che sostenga che l’ambiente naturale ha un valore intrinseco e non semplicemente un valore strumentale. Collegare i diritti umani a un’etica ecologica potrebbe rappresentare la chiave per una comunità di valori umani, culturalmente alternativa.
  • 5. Dietro la molteplicità di culture e di valori sembra esserci un senso comune profondamente consolidato, e cioè che la vita deve essere rispettata nel suo insieme : le persone dovrebbero rispettare sia gli altri che l’ambiente naturale. La domanda diviene : " Quali sono gli enti o i soggetti suscettibili o meritevoli di tutela morale e quali ne possono essere esclusi senza commettere arbitrii? Fin dove e fino a quali problemi si estende la necessità della considerazione morale? In altri termini : • QUALE SISTEMA DI VALORI PRENDIAMO IN CONSIDERAZIONE ? • A QUALI "ENTITA'" LO DOBBIAMO APPLICARE ?
  • 6. Il dibattito su queste domande si è articolato in due direzioni : - una che si è sviluppata in profondità - nella direzione della BIOETICA e quindi delle problematiche legate alla vita (che valore le diamo ?) , - l'altra che si è sviluppata in estensione (la vita di CHI o di CHE COSA?), con l'analisi del confine tra AGENTI MORALI (capaci di agire volontariamente e di essere ritenuti responsabili) e PAZIENTI MORALI (neonati, cerebrolesi, malati terminali,. protetti da una cintura di sicurezza che obbliga gli agenti morali a tutelare i loro diritti). La riflessione morale contemporanea in quest'ultima direzione, si è spinta a considerare se la categoria dei pazienti morali non possa essere allargata al di là dei confini della specie umana
  • 7. Il fatto che - oggi - processi come la vita, la morte, la salute e la malattia possono essere materia di decisione umana fa di questi processi e della loro gestione questioni di tipo morale che in una società democratica e pluralista vanno attentamente esaminate e discusse, ponendo un problema di valori anche sull' alterabilità o integrità degli ecosistemi e della biosfera come un tutto Quando si parla di attribuire valore alla vita si incontrano e si scontrano 2 principi morali alternativi : • quello della SACRALITA' DELLA VITA • quello della QUALITA' DELLA VITA
  • 8. Le PRINCIPALI POSIZIONI nel dibattito sono accorpabili in due grandi categorie : - quella antropocentrica (A) - quella anti-antropocentrica (AA) o eco-centrica. Per alcuni autori la differenza tra A e AA non passa tanto sulla questione del valore intrinseco o meno della natura. Consiste invece nella questione SE e COME sia giustificabile, dal punto di vista morale, un trattamento differenziato della natura (sia essa o no depositaria di valore intrinseco) rispetto agli "agenti razionali" o comunque ai "pazienti morali" (cioè rispetto ai portatori tradizionali del valore intrinseco). Sono stati sviluppati molti modelli etici sia nell'ambito della teoria A che nell'ambito AA. Ne presentiamo brevemente tre.
  • 9. a. ETICA del COW BOY o della FRONTIERA : Dovere morale di ogni uomo è utilizzare per profitti immediati e il più rapidamente possibile quante più risorse naturali disponibili. (si basava sul mito della sovrabbondanza) b. Modello della SCIALUPPA DI SALVATAGGIO (ESS) : Le nazioni della terra sono equiparate a scialuppe di salvataggio; una completa giustizia equivale alla catastrofe. Sono leciti metodi coercitivi di un'Autorità centrale per imporre forme di auto-limitazione alle scialuppe meno affollate. Mentre nell'etica di frontiera la specie umana è vista come un aggregato di individui, in ESS si parla di specie umana come un tutto. In ESS l'interesse è quello della specie (concepisce l'ambiente ancora come strumentale)
  • 10. c. Modello della NAVICELLA SPAZIALE (ENS). Il benessere dell'ambiente e dell'umanità sono intimamente connessi. La Terra è la navicella. ENS nega la legittimità di interventi coercitivi al fine di ristabilire gli equilibri ecologici compromessi da certi interventi umani sull'ambiente. Confida nel valore del consenso e della negoziazione razionali, del controllo pubblico delle decisioni e della discussione pacata e imparziale sui principi preliminari di giustizia ambientale e intergenerazionale. Accoglie l'idea del rispetto rigoroso dell'autonomia e separatezza di coloro che convergono intorno al tavolo delle trattative, nei panni di negoziatori di giustizia ambientale rifiutando che altri (un'autorità centrale investita di poteri eccezionali e insindacabili) possa assumere decisioni di rilevante significato morale (ad es. il tasso di inquinamento accettabile - livello di inquinamento "ottimale" che passa per legge con gli standard di qualità e che ammette che una % di popolazione si ammali- , limiti all'uso di risorse..) attraverso azioni coercitive. Privilegia le considerazioni di giustizia (diritto di ciascun popolo all'autodeterminazione, equa distribuzione delle risorse tra i popoli,..) rispetto alla massimizzazione dei benefici.
  • 11. Il rapporto tra uomo e natura è centrale anche nel pensiero di 2 filosofi contemporanei : Jonas e Naess Secondo Hans Jonas posso rischiare la mia vita individuale o metterla addirittura in pericolo, ma non posso farlo con quella dell'umanità futura. Mi addosso la responsabilità dell'umanità futura che certo non farà niente in mio favore. Il solo esempio che, nella morale tradizionale, può ricordarci questa non reciprocità è quello degli obblighi nei confronti dei figli ; dobbiamo loro tutto senza aspettarci niente in cambio.
  • 12. Arne Naess contesta quello che definisce ecologismo di superficie (umanocentrico) che ripresenta, sotto le parvenze di un generico "ambientalismo" l'antico pregiudizio dell'uomo come unico titolare e beneficiario del valore morale. Propone invece un ecologismo profondo (non antropocentico) che antepone il benessere dell'ambiente come un tutto ai diritti e alle utilità dell'uomo. Naess sviluppa una visione globale delle condizioni di vita dell'eco-sfera di tipo filosofico (denominata ecosofia T) che parte dalla concezione della realtà secondo la quale le sue caratteristiche non sono né soggettive, né oggettive, bensì relazionali. Conseguenza principale di questa concezione è la norma : ogni essere vivente ha eguale diritto di conservarsi e realizzare i propri fini, le proprie potenzialità, cioè ogni essere vivente tende ed ha diritto alla realizzazione del Sé. Ogni nostra scelta, secondo l''Ecosofia T dovrebbe essere subordinata a questa priorità di valore e la politica dovrebbe promuovere la qualità della vita invece che un alto tenore di vita..
  • 13. In queste prospettive l’uomo viene visto come relazione in una rete di relazioni …….. Marco Malagoli