2. Divido l'esposizione in tre parti: Bioetica chiusa al Trascendente, Bioetica aperta al
Trascendente, Applicazioni della Bioetica aperta ad alcuni punti della Biomedicina.
INTRODUZIONE
3. Unire l’Etica alla Vita, non è, in
alcun modo, qualcosa che avviene
soltanto ora, è la radice di tutta
l’Etica e di tutte le Etiche e della
Teologia Morale che si sono attuate
da sempre. Tuttavia il termine
Bioetica è nuovo e assume un
significato speciale ai nostri giorni.
Si tratta in particolare dell’Etica
applicata alla Medicina attuale.
4. Nel presentare questo studio, dopo una
piccola introduzione sull’Etica globale e
dopo aver rispolverato alcuni dati sulle
origini della Bioetica e della “Metabioetica”,
cercherò di sintetizzare due correnti del
pensiero attuale sulla Bioetica: la Bioetica
che chiamerò chiusa al Trascendente e
quella che chiamerò aperta al
Trascendente, insistendo sul fondamento,
significato, principi e conseguenze di
entrambe.
5. Nella Bioetica chiusa al Trascendente mi
soffermerò un po’ su alcuni aspetti del
pensiero post moderno che poi concretizzo
nelle loro conseguenze per la Bioetica, nel
cosiddetto “Nuovo Paradigma”. Terminerò
con una piccola sintesi sulle applicazioni
della Bioetica aperta al Trascendente nei
diversi problemi che prospettano posizioni
attuali nella Biomedicina in ambito cattolico.
6. L’intenzione di questo piccolo saggio è offrire un primo approccio
alle origini della attuale pretesa Etica globale applicata ai
problemi biomedici, e accennare una possibile risposta dal
punto di vista cattolico.
9. Richiama fortemente l’attenzione il fatto
che consultando internet sul concetto
“Etica”, si trovavano nella rete
64,100,000 pagine che si occupano
dell’argomento. Solo parlando dell’Etica
globale, se ne trovavano 3,710,000 e
specialmente di Bioetica 13,100,000. E’
un chiaro segno dell’interesse che ai
nostri giorni suscita questo tema.
10. Sfogliando alcune di queste pagine ho trovato
autori di rilievo e i loro concetti fondamentali,
come: Hans Jonas che ci parla dell’Etica del
limite, Raimundo Panikkar, che si riferisce
all’Etica partecipata, Edgar Morin che
sostiene l’Etica della terra come patria,
Giuliano Pontara che descrive l’Etica del
volto, varie ONGs che si accentrano sull’Etica
dello sviluppo sostenibile, l’UNESCO che
sostiene la Bioetica del consenso, pluralista,
pluriculturale, di procedura, sostitutiva
dell’Etica medica tradizionale.
E specialmente, di questo parleremo più
dettagliatamente, “Il Nuovo Paradigma
etico”, comune nelle Nazioni Unite.
11. I concetti chiave e la nuova
terminologia che si delineano
sono, tra gli altri, i seguenti:
virtuale, globalizzazione, reti
multimediali ed educazione,
ipertesti etici, censura, privacy,
comunità virtuale, cittadinanza
attiva, pluridisciplinarietà,
trasparenza, partecipazione,
comunicazione, diversità
culturale, Etica dei risultati,
Etica pragmatica, Etica globale,
Etica universale, ecc.
12. In modo speciale si insiste sulla
necessità di una Etica globale dato
che ci troviamo nell’epoca della
globalizzazione. Vi è una circolazione
sempre più crescente, attraverso le
frontiere politiche e geografiche, di
gente, capitali, merci, informazioni. Vi
sono nuove tecnologie in cui risaltano
l’informatica e la standardizzazione
produttiva e finanziaria.
13. Di conseguenza, sono cresciute le relazioni sovraterritoriali, vi è una densità di
reti transnazionali, si è mondializzato il capitalismo del libero mercato, si esigono
nuove relazioni economiche, finanziarie, sociali, politiche, culturali e certamente
anche etiche. Per questo ora si mira all’Etica globale e alcuni affermano che
l’antica Etica non è in grado di regolare il nuovo mondo che sta nascendo.
14. Questa nuova Etica sarà a misura del mondo tecnologico attuale e non a misura
delle epoche passate. Si prevede una Etica a misura d’uomo che certamente non lo
trascenda e rimanga sul suo stesso piano senza accettare miti antichi già superati
di esseri superiori che regolano il comportamento umano. Su queste basi,
cerchiamo ora di addentrarci nei problemi che oggi presentano le nuove Bioetiche.
15. Cosa è la Globalizzazione?
Circolazione attraverso le frontiere geografiche e politiche di:
Gente
Informazione
Merci
Capitale
Fattori:
Comunicazioni
Tecnologie
Informatica
Migrazioni
Standardizzazione produttiva e finanziaria.
16. DEFINIZIONE :
“CRESCITA DEI RAPPORTI SOVRATERRITORIALI DELLA GENTE”
(Popoli, popolazioni)
Elementi:
Sovraterritorialità
Capitalismo del libero mercato
Autonomia dei Governi
Densità di Reti.
Rapporti:
Economici, finanziari, produttivi, sociali, politici e culturali.
Nuovi rapporti etici:
18. Potremmo trovare l’origine
della Bioetica nel libro di
Giuseppe Antonelli, scritto
nel 1891 e che si intitolava
“Medicina Pastoralis in usum
Confessariorum”.
Nel secolo XX apparvero
molte Deontologie mediche e
non c’è dubbio che Pio XII, con
tutti i suoi discorsi ai medici,
è un precursore della
moderna Bioetica.
19. Colui che inizia a trattare questioni di Bioetica da un
punto di vista soggettivo è J. Fletcher che nel 1954
pubblica il suo libro “Morale e Medicina”. La novità
di questo libro è che invece di seguire il metodo
tradizionale secondo il quale i comandamenti della
legge di Dio davano la norma per agire, egli parla
piuttosto dei diritti umani, tirando fuori conclusioni
contrarie ai comandamenti, per esempio, dicendo
che si ha diritto a controllare le nascite, pertanto
si legittimano gli anticoncezionali. Secondo lui, non
si può vedere negli avvenimenti la norma o la
volontà di Dio, e che pertanto ognuno si comporti
come crede conveniente.
20. Alcuni pongono l’origine della Bioetica
ancora prima, al processo di Norim-
berga 1947, quando si condannarono i
criminali nazisti per gli esperimenti
genetici. Altri pensano che la bioetica
iniziò realmente quando si affrontò il
problema dei primi trapianti e della
previa donazione degli organi,
specialmente quando fu eseguito il
trapianto di cuore ad opera del Dr.
Barnard nel dicembre del 1967. Per altri,
quando si iniziò a discutere sui problemi
della recente scoperta del DNA da parte
21. Però coloro che iniziarono a parlare di
Bioetica sono due cattolici, un medico
e un filosofo: Hellegers e Callahan, che
negli Stati Uniti fondarono i rispettivi
centri di Bioetica: l’“Hastings Center”
di New York (1969) e il “Joseph and Rose
Kennedy Institute for the Study of human
Reproduction and Bioethics”, di
Washingotn D.C. che nel 1971 diede
origine al “Kennedy Institute of Ethics”.
22. L’anno chiave è il 1968, e il documento è
l’Enciclica “Humanae Vitae” di Paolo VI.
A. Hellegers, membro dell’allora
Commissione Pontificia della Famiglia, si
oppose alla “Humanae Vitae”; si
fondarono così i centri citati cercando
una Bioetica indipendente dal Magistero
della Chiesa. Prima parlarono di centri
d’ispirazione ecumenica, poi si andarono
secolarizzando fino a negare qualsiasi
nesso tra la bioetica e la teologia.
23. Il termine Bioetica appare per la
prima volta con Van Rensselaer
Potter che nel 1970 scrive un
articolo: “Bioethics. The Science of
survival” e nel 1971 scrive il suo
libro: “Bioethics. Bridge to the
future”. Da allora si moltiplicarono i
centri di Bioetica, all’UNESCO se ne
istituì uno e se ne fondarono molti
altri, specialmente negli
ospedali.Successivamente, si arrivò
ad una posizione etica globale nella
bioetica postmoderna, dove troviamo
autori come Peter Singer e Hugo
Tristram Engelhardt
25. Si sono date molte e varie definizione di Bioetica. Tra esse scelgo come
punto di partenza, una presa dall’Enciclopedia di Bioetica di W.T. Reich:
“Lo studio sistematico e profondo della condotta umana nel campo delle
scienze della vita e della salute, alla luce dei valori e dei principi morali” [1].
[1] Enciclopedia of Bioethics, The Free Press, New York, 1978, vol I, XIX.
26. Si tratta di uno studio scientifico, ordinato
da principi fissi e in conseguenza con gli
stessi, arrivando, per così dire, alle sue
ultime cause. Si tratta di uno studio che
necessariamente deve essere un dialogo
multidisciplinare e suppone le diverse
scienze attuali della vita e della salute.
Orbene, attualmente tali scienze sono
molto superate, basti ricordare la
Biomedicina, l’Ingegneria genetica, le
scienze dell’ambiente, l’Ecologia, la
Sociologia, certamente l’Antropologia
e tutte le scienze mediche attuali.
27. Si tratta di uno studio relazionale e olistico. Strutturalmente parlando è uno
studio sistematico del comportamento umano nel campo delle scienze della vita
e della salute dal punto di vista biologico, economico e finanziario, familiare,
comunitario e sociale, giuridico, normativo, politico, nazionale e internazionale,
mentale, psicologico e culturale, pertanto religioso e così necessariamente
etico, che esige di essere considerato nella sua complessità alla luce dei
valori e dei principi morali. In questo senso, e non solo in quello scientifico e
tecnico, possiamo veramente dire che la Medicina ha progredito di più negli
ultimi cinquanta anni che negli ultimi cinque secoli.
28. In questo contesto, il problema fondamentale della Bioetica, il suo problema
basilare, è il problema dei suoi principi. E’ lo studio scientifico della condotta
umana nell’ambiente delle scienze della vita e della salute, secondo i valori e i
principi morali, e allora si delinea la domanda: quali valori? Quali principi morali?
La risposta in ambito cattolico non è difficile, ma la Bioetica si sviluppa molto
fortemente nel campo non cattolico, specialmente da origini protestanti e
positiviste, e in questo campo non sono chiari né i valori, né i principi morali.
Ha il primato in questo, specialmente, il Positivismo etico; in esso,
frequentemente, non è possibile parlare con profondità logica di tali principi.
E’ evidente che una Bioetica illogica è assurda.
29. Se cerchiamo questa profondità al
di là di una bioetica prescrittiva o
normativa puramente formale, ci
troviamo in un terreno che forse
potremmo chiamare “Metabioetica”,
che sarebbe realmente il punto di
partenza della Bioetica. In seguito
tento una descrizione molto sommaria
dei punti principali che soggiacciono
in questa “Metabioetica”.
31. Per iniziare possiamo dire che nelle linee generali
andiamo a imbatterci con due Bioetiche: una
aperta al Trascendente, e l’altra, chiusa. Le loro
radici affondano molto in profondità nel pensiero
interpretativo del mondo. Si vanno insinuando una
serie di posizioni che vanno maturando poco a poco
in un senso o nell’altro e attualmente ci danno
come risultato queste due categorie di Bioetica,
una chiusa al Trascendente e l’altra aperta. Questi
pensieri chiave costituiscono ciò che abbiamo
chiamato “Metabioetica”, aldilà della Bioetica, delle
sue radici, dei pensieri originali che diedero luogo
alle posizioni che ora si formulano.
32. Senza introdurci nel complesso
pensiero orientale, ma
restando nella sfera culturale
occidentale, ci imbattiamo in
due modi di pensare che si
sono opposti più o meno
contraddittoriamente tra di
loro in relazione al punto etico
come conseguenza logica del
loro mondo mentale. Entrambi i
modi hanno, nel loro bagaglio,
grandi successi ma anche
grandi insuccessi.
33. Vi sono due nuclei del pensiero
occidentale dalla cui comprensione
dipendono, fino a un certo punto, le
diverse concezioni etiche: sono “Essere
e Divenire” e “Essere e Pensare”. Nello
scorrere della storia del pensiero, si
accumulano una serie di concetti che
dalla relazione tra entrambi i nuclei e
dalla risposta che si dà a ciascun
membro di ogni nucleo, dipende la
posizione etica che si adotta.
34. Il pensiero è sempre sfumato e di rado redatto in modo completamente
escludente, ma alla fine, entrambi i nuclei danno come risultato una Bioetica
chiusa al Trascendente oppure una Bioetica aperta al Trascendente.
Da un altro punto di vista potremmo dire che ci danno una Bioetica
“oggettiva” oppure una Bioetica “soggettiva”.