Il presente scritto ha come obiettivo quello di redigere una panoramica generale sui disturbi dell'apprendimento e sul ritardo mentale per riuscire a mapparne gli aspetti comuni e discriminanti, diventando una guida per riconoscerli ed affrontarli in modo adeguato.
Per prima cosa verranno approfondite le definizioni stesse delle disabilità per
fornire al lettore uno zooming-in degli strumenti utili per valutare ed intervenire in casi in cui sia presente un dsa o un ritardo, ricordando che è fondamentale attuare un intervento tempestivo nel bambino che si affaccia alla scuola primaria.
I progetti UnivAq-UFFIZI, INCIPICT, e CUSPISHenry Muccini
Alcuni progetti dell'Universita' degli Studi dell'Aquila volti al supporto dei beni culturali. Tale presentazione e' stata fornita nel contesto dell'evento Le Gallerie degli Uffizi incontrano UnivAq
Avoiding the "Velcro Effect" Determining When a Student Requires Paraeducator Support by Patricia H. Mueller, Ed.D. from the 2009 National Resource Center for Paraprofessionals Conference.
Facendo tesoro dell’ampia bibliografia e sitografia presente in merito, ho creato uno slideshow in cui vengono presentati:
1. gli studenti con Bisogni Educativi Speciali;
2. i documenti relativi;
3. gli enti territoriali coinvolti.
Il presente scritto ha come obiettivo quello di redigere una panoramica generale sui disturbi dell'apprendimento e sul ritardo mentale per riuscire a mapparne gli aspetti comuni e discriminanti, diventando una guida per riconoscerli ed affrontarli in modo adeguato.
Per prima cosa verranno approfondite le definizioni stesse delle disabilità per
fornire al lettore uno zooming-in degli strumenti utili per valutare ed intervenire in casi in cui sia presente un dsa o un ritardo, ricordando che è fondamentale attuare un intervento tempestivo nel bambino che si affaccia alla scuola primaria.
I progetti UnivAq-UFFIZI, INCIPICT, e CUSPISHenry Muccini
Alcuni progetti dell'Universita' degli Studi dell'Aquila volti al supporto dei beni culturali. Tale presentazione e' stata fornita nel contesto dell'evento Le Gallerie degli Uffizi incontrano UnivAq
Avoiding the "Velcro Effect" Determining When a Student Requires Paraeducator Support by Patricia H. Mueller, Ed.D. from the 2009 National Resource Center for Paraprofessionals Conference.
Facendo tesoro dell’ampia bibliografia e sitografia presente in merito, ho creato uno slideshow in cui vengono presentati:
1. gli studenti con Bisogni Educativi Speciali;
2. i documenti relativi;
3. gli enti territoriali coinvolti.
2. Disturbi specifici dello sviluppo
• Specifica e significativa (misurabile)
compromissione nello sviluppo di una
abilità che non è spiegata dall’età mentale,
da difetti sensoriali, da inadeguata
stimolazione ambientale
• Prestazione in una area specifica al di sotto
di quanto atteso in base all’età, intelligenza
e percorso di apprendimento
3. Disturbi specifici dello sviluppo
• Nelle diverse interpretazioni ed impostazioni nello studio
di questa classe di disturbi è sottolineata la apprezzabile
discrepanza tra prestazione specifica e livello complessivo
delle altre abilità possedute
• Molti autori sottolineano il carattere specifico del
disfunzionamento neuropsicologico osservabile, di contro
alla sostanziale integrità del livello cognitivo e
metacongitivo del soggetto
• L’asserita ‘normalità’ dello sfondo cognitivo è comunque
spesso una forzatura: sono spesso osservabili disarmonie e
cointeressamenti di funzioni
4. Disturbi specifici dello sviluppo
• Solitamente la messa in evidenza di un
disturbo specifico dello sviluppo comporta
una valutazione del profilo cognitivo
complessivo, eseguita con un test di
intelligenza, e l’esecuzione di prove
selettive volte a misurare l’abilità di cui è
presunta la deficienza
5. Disturbi specifici dello sviluppo
• Eziologia: ignota
• Ipotesi:
– Danno strutturale: in genere assente lesione grossolana
– Disfunzione cerebrale: irregolarità neurofisiologiche
– Anomalie della lateralizzazione: non confermata
– Ipotesi ormonale: eccesso di testosterone alla nascita
– Divario maturazionale: immaturità (non confermata)
– Deprivazione ambientale: dimostrata nell’animale
– Base genetica: evidenze inconcludenti
6. Disturbi specifici dello sviluppo
• Disturbi specifici dell’apprendimento
• Disturbi specifici dell’integrazione psicomotoria
• Disturbi specifici della comunicazione
8. Disturbi specifici dell’apprendimento
• Disturbi dovuti a ritardo mentale
• Disturbi dovuti ad altre condizioni con base
organica
• Disturbi dovuti ad uno stato psicopatologico
accertato
• Disturbi imputabili alla cosiddetta ‘inibizione
intellettuale’
• Disturbi specifici dell’apprendimento primari
9. Apprendimento
• Processo con cui si origina o si modifica un’attività
reagendo ad una situazione incontrata
• Esplorazione psicomotoria dell’ambiente:
– Per mimesi (gioco e imitazione)
– Per applicazione di schemi e operazioni
– Prova ed errore
• Acquisizione e ripetizione di risposte agli stimoli
ambientali premiate da successo
• Organizzazione della realtà secondo cornici preformate
(categorie a priori, geneticamente determinate)
10. Disgrafia
• DSM-IV: Prestazione di scrittura inferiore a
quanto atteso dal soggetto per età, intelligenza e
scolarità
• Brotini: Disturbo della scrittura che si caratterizza
come una difficoltà specifica nella riproduzione
dei segni alfabetici e numerici, il cui tracciato
appare incerto, irregolare nella forma e nella
dimensione, e comunque inadeguato ai modelli
11. Disortografia
• Disturbo della scrittura in cui la espressione dei
contenuti, per forma, sintassi e correttezza
grammaticale, appare inferiore a quanto atteso dal
soggetto per età, intelligenza e scolarità
• Nella disgrafia si hanno omissioni di lettere o
segni (apostrofi, accenti), mentre nella
disortografia si hanno errori nelle regole
grammaticali e sintattiche
• Molti soggetti con disgrafia manifestano anche
disortografia, e spesso sono dislessici
12. Dislessia
• Prestazione di lettura inferiore a quanto atteso dal
soggetto per età, intelligenza e scolarità
• Specifica e significativa (misurabile)
compromissione nello sviluppo della capacità di
lettura che non è spiegata dall’età mentale, da
difetti sensoriali, da inadeguata stimolazione
ambientale
13. Dislessia
• Il difetto si esprime attraverso:
– Impreciso riconoscimento delle lettere, soprattutto quelle
che nella scrittura a stampa sono speculari: b/d, p/q, n/u
– Lentezza nella transcodificazione segno/suono, che si
traduce in una tipica lentezza di lettura
– Difficoltà a realizzare la sintesi fonemica (unire le lettere
in suoni dotati di senso)
15. Lettura
• Doppio accesso
• Via diretta, o lessicale: il soggetto riconosce
globalmente la parola e la richiama dal repertorio
lessicale (esperienza e memoria)
• Via indiretta, o fonologica, che richiede l’analisi di
lettere e sillabe e la conversione grafema/fonema, e
il richiamo dal repertorio (o la attribuzione di
significato, concettualizzazione: astrazione e rete
associativa)
16. Discalculia
• Disturbo delle abilità numeriche ed aritmetiche
che si manifesta in bambini di intelligenza
normale che non hanno subito danni neurologici
• Discalculia acquisita: successiva a danni
neurologici focali
• Prevalenza: 6-7 %
• Forme diverse: le abilità logico-matematiche non
coincidono con i processi di astrazione numerica
17. Discalculia
• Anomalie nell’utilizzo
– Dei segni delle operazioni (+, -, :, x)
– Delle procedure di calcolo (prestito, riporto, colonna)
– Della conoscenza sui ‘fatti aritmetici’ (regole, teoremi)
• I tre sottosistemi sembrano tra loro
indipendenti: ciò è dimostrato da studi
condotti nell’adulto su pazienti con danni
neurologici focali
18. Discalculia
• Le abilità matematiche richiedono concentrazione,
riflessione, perseveranza
• Qualità che possono mancare nei bambini per
motivi ‘naturali’ o per deficit selettivi non
specifici (disturbi dell’attenzione, iperattività,
ansia da prestazione, difficoltà di memorizzazione,
difficoltà nell’astrazione e nella costruzione di
concetti)
19. Disturbi specifici dell’apprendimento
• Spesso questi bambini risentono
negativamente dell’insuccesso scolastico
• Diventano ansiosi, inibiti, demotivati,
irritabili
• Tale reazione peggiora il percorso
scolastico quando il disturbo non sia
riconosciuto
20. Disturbi specifici dell’integrazione psicomotoria
• Difficoltà della coordinazione motoria, con
prestazioni inferiori a quelle attese per età,
intelligenza e scolarità
• Escluso danno neurologico grossolano
• Comprendono:
– Goffaggine
– Maldestrezza
– Ritardo di acquisizione delle abilità prassiche
– Difficoltà ad eseguire prestazioni complesse
22. Psicomotricità
• L’azione motoria è sempre in relazione ad elementi
cognitivi ed affettivi
• L’espressione di un atto motorio discende da volontà e
desiderio
• Implica variazioni della tensione muscolare e variazioni di
forma e disposizione nello spazio
• Implica anche un rapporto con un oggetto e una
rappresentazione mentale dell’oggetto medesimo
• L’intelligenza ha relazione specifica con la psicomotricità
nel caso delle prestazioni fini, meno evidente in quelle
grossolane o non specifiche
23. Disturbi specifici dell’integrazione psicomotoria
• Sincinesie: contrazioni o movimenti del corpo in
parti non interessate dall’azione selezionata
• Paratonie: anomalie del tono muscolare di fondo,
incapacità a rilasciare il tono muscolare a
comando
• Ipertonie: crampi e contrazioni
• Catalessia: mantenimento di posture imposte
• Goffaggine: globale mancanza di coordinazione,
con prestazioni motorie povere (scadenti
prestazioni atletiche, lascia cadere gli oggetti)
24. Disturbi specifici dell’integrazione psicomotoria
• Nonverbal Learning Disabilities (NLD)
• Difficoltà di apprendimento delle operazioni motorie e
delle prassie associata a disfunzione emisferica destra
• Si esprime con ritardo dello sviluppo motorio, goffaggine
nei giochi che richiedono abilità spaziali o equilibrio
posturale, difficoltà nell’esecuzione di puzzle o giochi di
costruzioni, ritardo nell’acquisizione delle abilità di
vestizione (chiudere i bottoni, allacciare le scarpe)
• Linguaggio regolare, ma talora aprosodico
25. Disturbi specifici della comunicazione
• Il linguaggio è uno strumento necessario ma
non sufficiente per la comunicazione, che
richiede motivazione e intenzionalità
• La comunicazione implica la volontà di
‘mettersi in relazione’, e come tale
coinvolge abilità che vanno al di là del
linguaggio
26. Disturbi specifici della comunicazione
• I disturbi specifici della comunicazione comprendono
principalmente disturbi del linguaggio, perché è l’abilità
che riusciamo a misurare
• I disturbi specifici del linguaggio si esprimono attraverso
prestazioni linguistiche inferiori a quanto atteso dal
soggetto per età, intelligenza e scolarità
• Il disturbo deve produrre una riconoscibile
compromissione della comunicazione sul piano sociale
• Prevalenza stimata: 5 %, m:f = 2,5:1
27. Disturbi specifici del linguaggio
• Deve essere escluso un deficit sensoriale (sordità),
un disturbo psichico che limiti la volontà di
comunicare, un disturbo neurologico che
comprometta l’area del linguaggio
• Deve essere apprezzabile un divario di almeno 12
mesi per l’espressione e di 6 mesi per la
comprensione in relazione all’età cronologica
• Il QI non deve essere inferiore a 85
28. Disturbi specifici del linguaggio
• Bambini con problemi generali di elaborazione verbo-uditiva: hanno
problemi di comprensione, discriminazione fonologica, di memoria a
breve termine, di vocabolario, e difficoltà nella pragmatica della
comunicazione; sviluppo del linguaggio lento
• Bambini con problemi specifici di elaborazione verbo-uditiva:
comprensione e vocabolario buoni, valida intonazione e fluenza;
problemi di discriminazione fonetica e di memoria verbale
• Bambini con problemi di elaborazione motoria e verbo-uditiva:
problemi di ritmo, fluenza, monotonia, lentezza
• Bambini con disturbi pragmatico-sintattici: verbosità, risposte
tangenziali, difficoltà nella comprensione (talora autismo e lieve RM)
29. Disturbi specifici del linguaggio
• Ritardo semplice nell’acquisizione del linguaggio
• Disturbi specifici nell’articolazione
• Disturbo del linguaggio espressivo
• Disturbi linguistici connessi a disturbi
neuropsichiatrici
30. Ritardo semplice nell’acquisizione
• Diagnosi a posteriori
• Possibile solo dopo i 4 anni
• Compromessa maggiormente l’espressione
della comprensione
• 60 % si normalizza completamente
• In altri permangono lievi difficoltà
31. Disturbi specifici nell’articolazione
• Vanno distinti dalle dislalie: disturbi
dell’articolazione del linguaggio causati da
anomalie anatomiche o funzionali dell’apparato
fonatorio (palatoschisi) o uditivo (ipoacusie)
• E dalle disartrie: disturbo motorio centrale
• Sono disturbi della programmazione fonologica,
che si esprimono con omissioni o distorsioni di
suoni, che possono rendere il discorso
inintelleggibile
32. Disturbo del linguaggio espressivo
• Si manifestano con problemi di accesso lessicale e anomia
• Il vocabolario è povero, termini generici usati per quelli
specifici
• Costruzione sintattica piatta, poco articolata
• Errori nelle forme verbali più complesse
• Frequente omissione o mancato uso di piccole parti del
discorso (pronomi, articoli, preposizione)
• Le narrazioni sono mal costruite e poco scorrevoli
• Può compromettere il percorso scolastico
33. Disturbi connessi a disturbi neuropsichiatrici
• Disturbi psicopatologici che determinano disturbi della
comunicazione: mutismo elettivo
• Disturbi linguistici che determinano disturbi
psicopatologici: ansia da ‘cattiva prestazione’
• Disturbi psicopatologici associati a disturbi linguistici:
autismo
• Disturbi psicopatologici e contemporanei disturbi
linguistici da comune causa sottostante: riatrdo mentale
• Disturbi psicopatologici concomitanti a disturbi linguistici
(fatto casuale)
34. Disturbi pervasivi dello sviluppo
• Spettro autistico
– Autismo infantile di Kanner
– Sindrome autistica di Asperger
– Disturbo disintegrativo dello sviluppo
– Sindrome di Rett
– Sindromi autistiche parziali
– ‘Tratti’ autistici
35. Autismo infantile
• Grave alterazione della reciprocità sociale
• Anomalia grave della comunicazione verbale:
dalla mancanza di produzione verbale,
all’espressione in seconda o terza persona,
prosodia monotona, spesso ecolalia
• Repertorio comportamentale ristretto, con povertà
della fantasia da un lato, stereotipie motorie,
povertà di interessi e eccessiva insistenza a fare le
stesse cose
36. Autismo infantile
• Kanner, 1943
• 9 maschi e 2 femmine
– Incapacità a entrare in rapporto con persone e situazioni
– Estrema solitudine del bambino
– Alterazioni tipiche del linguaggio
– Insistenza a fare le stesse cose
– Ristrettezza di interessi, stereotipie
– Isole di capacità risparmiate
37. Autismo infantile
• Utah Frith, 1970-1980
– Alterazione qualitativa della reciprocità sociale
– Alterazione qualitativa dnella comunicazione
verbale e non-verbale e nell’immaginazione
– Repertorio ristretto di attività e interessi
– Inadeguatezza del bambino nel formulare
‘teorie della mente’
38. Autismo infantile
• DSM-IV
– Compromissione qualitativa della interazione
sociale
– Compromissione qualitativa della
comunicazione
– Modalità di comportamento, interessi e attività
ristretti, ripetitivi e stereotipati
– Una di queste aree deve essere disfunzionale
già prima dei 3 anni
39. Compromissione qualitativa della interazione sociale
– Grave alterazione nell’uso di comportamenti
non verbali come lo sguardo reciproco, le
espressioni facciali, le posture corporee e i gesti
che regolano l’interazione sociale
– Incapacità a formare relazioni con i coetanei in
maniera adeguata al livello mentale
– Incapacità a condividere interessi e momenti
gioiosi con gli altri
– Mancanza di reciprocità sociale o emozionale
40. Compromissione qualitativa della comunicazione
– Ritardo o assenza del linguaggio verbale (non
compensato da gesti o espressioni mimiche)
– Grave alterazione della capacità di iniziare o
sostenere una conversazione (nei soggetti con
linguaggio adeguato)
– Uso ripetitivo o stereotipato della
conversazione
– Mancanza di giochi spontanei di finzione e di
iniziative di gioco adeguate all’età mentale
41. Modalità di comportamento, interessi e
attività ristretti, ripetitivi e stereotipati
– Intensità o focalizzazione esagerata su uno o
più schemi di interessi ristretti
– Insistenza su rituali e routines non funzionali
– Manierismi motori ripetitivi
– Preoccupazione persistente con parti di oggetti
42. Autismo infantile
• Eziologia: ignota
• Frequente associazione con sindromi neurologiche
complesse
– 10 % ritardo mentale
– 30 % epilessia
– 10-15 % sindromi neurologiche specifiche
– Ipomelanosi di Ito
– Sclerosi tuberosa (1 caso su 4 con autismo)
– Sindrome di Williams
– Sindrome dell’X fragile
– Sindrome di Down (2 %)
– Fenilchetonuria
• Prevalenza 0,4-1 x 1000, M : F = 3-4 : 1
43. Autismo infantile
• Esordio: sin dai primi mesi di vita, oppure
dopo 1-2 anni di sviluppo ‘normale’
• Bambino ‘molto tranquillo’, oppure
facilmente irritabile, difficile da calmare,
con scarsa tendenza al sorriso
44. Autismo infantile
• Bambino con autismo spesso evita il contatto
oculare, oppure lancia brevi occhiate di sbieco
• Sguardo fisso, poco mobile e più prolungato
• Alcuni mostrano evitamento tattile: se sfiorati
urlano e fuggono via
• Rigidi, stereotipati, reagiscono alle manifestazioni
di affetto dei familiari
• Alcuni mostrano anche evitamento uditivo: si
comportano come se fossero sordi
45. Autismo infantile
• Linguaggio alterato nella forma espressiva e nella
comprensione
• Spesso intendono la comunicazione ‘alla lettera’
• Frequente l’inversione pronominale: ‘tu’ al posto di ‘io’
• Tendenza alle ecolalie
• In coloro che mostrano linguaggio avanzato: estrema
concretezza, fatti ma pochi incisi e stati d’animo
• Frequenti domande ripetitive
• Frequente richiesta di rispondere sempre allo stesso modo
• Molti non sviluppano un linguaggio verbale, e ricorrono ad
una espressione ‘telegrafica’
46. Autismo infantile
• Spesso mostrano un interesse iperselletivo per oggetti o
parti di oggetti, ad esempio una data combinazione di
colori
• Oppure si legano ad un giocattolo e non lo vogliono mai
lasciare
• Alcuni mostrano isole cognitive particolarmente
sviluppate: calcolo, gioco a incastro, disegno
• Frequenti stereotipie motorie: dondolarsi, agitare le mani
ai lati del tronco, guardarsi le mani in controluce
• Tic motori complessi: gesticolazioni, smorfie, saltelli
• Spesso messi a disagio dall’affollamento o dalla novità
47. Autismo infantile
• Risposta eccessiva a stimoli sonori e
luminosi
• Alcuni mostrano predilezione per l’odorare
• Spesso iperattivi, ai limiti dell’eccitamento
• Frequenti condotte autoaggressive
– mordersi, picchiare la testa contro il muro
48. Autismo infantile
• Va differenziato dalla depressione infantile
• Anche adolescenti con depressione cronica
possono sviluppare modalità di interazione
con i coetanei di tipo ‘autistico’
• Una frazione di casi con esordio precoce
evolve poi in un disturbo bipolare franco
– La familiarità per disturbi dell’umore dovrebbe orientare
la diagnosi: 10 % nell’autismo, 70 % nelle forme bipolari
49. Autismo infantile
• Kanner, anni ’70
• Follow-up su bambini diagnosticati come
affetti da autismo infantile
– La maggior parte da adulti avevano conservato
le caratteristiche autistiche dell’infanzia
– Pochissimi avevano ottenuto un discreto grado
di autonomia sociale e lavorativa, restando
comunque persone eccentriche e prive di
legami affettivi
50. Sindrome di Asperger
• Esordio dopo i 4 anni
• Sviluppo quasi ‘normale’ per autonomia psicomotorio e
linguaggio
• Difficoltà marcata nella relazione sociale
• Frequente monotonia degli interessi, incentrati su un unico
tema (politica, religione, sport)
• Estrema concretezza dell’interesse
• In generale pochi interessi e poveramente elaborati
• Evidente difficoltà a cogliere i segnali sociali
• Povertà mimica, gestuale ed espressiva
• Goffaggine motoria
51. Sindrome di Asperger
• Evidente difficoltà nell’elaborare ‘teorie della mente’,
incapacità di intendere gli stati d’animo e le intenzioni
altrui in maniera corrispondente al proprio livello
intellettivo
• Ne consegue difficoltà all’interazione con i coetanei
• Contrasto con le altre abilità intellettive, spesso nel
ventaglio della ‘norma’ e talora superiori a quelle dei
coetanei
52. Sindrome di Asperger
• Prevalenza stimata: 1-3 x 1000
• Ricorrenza familiare in famiglie con
autismo
• Associazione con ipotiroidismo, sclerosi
tuberosa, neurofibromatosi
53. Disturbo disintegrativo dello sviluppo
• Sviluppo normale sino ai 3-4 anni
• Cambiamento improvviso del comportamento
– Riduzione del linguaggio espressivo
– Riduzione del gioco simbolico
– Riduzione della partecipazione sociale
– Irrequitezza e ipertattività
• In alcuni casi dimostrata una encefalopatia,
altrimenti indicata come ‘Demenza di Heller’
• Estremamente raro
54. Sindrome di Rett
• Colpisce esclusivamente le bambine
• Gravidanza normale, ma sfumate anomalie precoci: scarsa
mobilità, attività ripetitive, modesta risposta al gioco
• Fine 1 anno, inizio del 2: rallentamento della crescita
psicomotoria
• Dopo pochi mesi: rapida regressione, con perdita
dell’interesse per l’ambiente, diminuzione della capacità di
comunicare, indifferenza
• Compare movimento di ‘lavaggio delle mani’
• Ipotonia, disturbi del sonno, grida o risa irrefrenabili
55. Sindrome di Rett
• Verso i 3-4 anni: apparente recupero, con ripresa
deambulazione, crisi di apnea
• Si rende evidente scoliosi da ipotonia
• Verso i 20-30 anni: involuzione, con ipotrofia
muscolare, spasticità
• Atrofia cerebrale
• Prevalenza: 1 su 10.000
• Base genetica
• Diverse varianti di decorso