1. DSA a scuola: osservareDSA a scuola: osservare
per prevenire eper prevenire e
intervenireintervenire
Dott.ssa Baronio RobertaDott.ssa Baronio Roberta –– LogopedistaLogopedista
Dott.ssa Anselmi Benedetta -Dott.ssa Anselmi Benedetta - PedagogistaPedagogista
clinico – Psicomotricista funzionaleclinico – Psicomotricista funzionale
2. PERCHE’ SI VA MALE A SCUOLA?
Deficit sensoriali e motori (vista, udito prassie)
Handicap mentali (ritardo mentale)
Svantaggio socio-culturale (pochi stimoli, ambienti poveri….
Bilinguismo in fase di acquisizione
Problemi di comportamento e disturbi emotivi
Disturbo Specifico di Apprendimento -DSA
3. PERCHE' PREVENIRE LE DIFFICOLTA'
DI APPRENDIMENTO?
Da 5% al 10% dei bambini nella scuola elementare presenta problemi
marcati nelle abilità di lettura.
(Cassini ed al.,1984; Lindgren ed al., 1985)
le difficoltà d'apprendimento
storie d'insuccesso
che spesso finiscono per compromettere
la carriera scolastica e lo sviluppo della personalità
e un adattamento sociale equilibrato.
(Rutter et al., 1976; Spreen, 1978; Brier, 1989; Stone e la Greca, 1990;
Vogel, 1990; Biancardi,1991; Masi et al.,1998; Stringer et al.,1999).
4. Identificazione e prevenzione dei potenziali
disturbi e problemi dell'apprendimento
scolastico
la precocità d'intervento
evoluzione del disturbo e
sviluppo affettivo e cognitivo del
bambino con disturbi specifici
dell'apprendimento
(Baker e Smith, 1999; Jakson et al., 1999;Byrne et al.,2000; Morris
et al., 2000; Schneider et al., 2000; Vadasy et al., 2000)
5. LA RICERCA DELLE VARIABILI che possono
costituire degli “ indicatori di rischio” si differenzia
in tre filoni:
o condizioni sociali o sanitarie, mediche e neurologiche i referenti di
questo tipo di studi sono i responsabili delle politiche sanitarie,
pediatri, neonatologi, ostetrici ecc.
o il peso delle variabili socioculturali i referenti di questo tipo di studio
sono soprattutto operatori sociali, assistenti sociali, consulenti
famigliari ecc.
il peso di variabili legate allo sviluppo linguistico percettivo,
mnestico, della conoscenza e del pensiero vale a dire quelle variabili
che con un termine generale definiremo cognitive, i referenti di questo
tipo di studio sono tutte le persone coinvolte nell'educazione
6. LA RICERCA DELLE VARIABILI si divide a sua volta
in due settori
1. aspetti generali dello sviluppo percettivo e cognitivo
2. funzioni e abilità collegate a specifici apprendimenti in
particolare alla lettura, alla scrittura e al calcolo.
condo questo approccio gli apprendimenti di lettura, scrittura,
colo che definiamo apprendimenti di base non si fondano
le abilità percettiva, mnestiche e di pensiero che si sviluppano
orno ai 6 anni, bensìbensì sono il risultato di una serie di capacitàsono il risultato di una serie di capacità
ognitive che hanno iniziato a svilupparsi gradualmente moltoognitive che hanno iniziato a svilupparsi gradualmente molto
mpo primampo prima
7. MOTIVI DI PREVISIONE DI RISCHIO POSSONO
QUINDI ESSERE:
ritardo psicomotorio anche lieve
disturbi del linguaggio
disturbi della simbolizzazione
sindrome di iperattività e/o difficoltà di
concentrazione
8. DISTURBI DIDISTURBI DI
APPRENDIMENTOAPPRENDIMENTO
Prerequisiti per apprenderePrerequisiti per apprendere
Aspetti funzionali dell’apprendimentoAspetti funzionali dell’apprendimento
Disturbi specifici-aspecificiDisturbi specifici-aspecifici
10. QUOZIENTE INTELLETTIVOQUOZIENTE INTELLETTIVO
• NELLA NORMA DA 85 IN POI
• RITARDO MENTALE LIEVE (70-55)
• RITARDO MENTALE MEDIO (55-40)
• RITARDO MENTALE GRAVE (SOTTO 40)
• BORDERLINE DA 70 A 85
11. SVILUPPO DEL LINGUAGGIOSVILUPPO DEL LINGUAGGIO
• Aspetto fonetico-fonologico
• Aspetto lessicale
• Aspetto grammaticale
• Aspetto sintattico
• Aspetto espressivo
13. DISGNOSIADISGNOSIA
• DIFFICOLTA’ NEL REALIZZARE LA
FUNZIONE GNOSICA: LA CONOSCENZA
• A CAUSA DI PREREQUISITI CARENTI O
INADEGUATI ALL’APPRENDIMENTO
• PREREQUISITI DI TIPO
PSICOLINGUISTICO E/O PSICOMOTORIO
14. DISTURBI SPECIFICIDISTURBI SPECIFICI
• TERMINE UTILIZZATO PER
DESIGNARE LE MANIFESTAZIONI
DI PARTICOLARI DIFFICOLTA’
- CON IL TESTO SCRITTO O DA
LEGGERE
- CON LA MATEMATICA
• IN ASSENZA DI RITARDO MENTALE
15. DSA e scuolaDSA e scuola
Evoluzione dei DSAEvoluzione dei DSA
•SUPERAMENTO 20%SUPERAMENTO 20%
•COMPENSAZIONE 50%COMPENSAZIONE 50%
•PERMANENZA 30%PERMANENZA 30%
16. DISLESSIADISLESSIA
• DIFFICOLTA’ DI LETTURA DEL TESTO
SCRITTO
• DIFFICOLTA’ DI DECODIFICA DEL TESTO
SCRITTO (GRAFEMA-FONEMA) A CAUSA
DI UN DEFICIT DI AUTOMATIZZAZIONE
NELLA CONVERSIONE GRAFEMA –FONEMA
(D. visivo – semantica o superficiale)
• DIFFICOLTA’ DI AUTOMATIZZAZIONE
FONOLOGICA
17. DISLESSIADISLESSIA
• CIRCA 5% DELLA POPOLAZIONE
SCOLASTICA
• LETTURA FLUTTUANTE (per invenzione)
senza comprensione testo
• LETTURA LENTA E STENTATA
con comprensione testo
18. DISORTOGRAFIADISORTOGRAFIA
• DIFFICOLTA’ DI SCRITTURA DI UN TESTO
PER ERRORI ORTOGRAFICI DI TIPO:
DIFFICOLTA’ FONOLOGICHE
DIFFICOLTA’ DI CONVERSIONE FONEMA-
GRAFEMA (FONOGRAFEMOLOGICHE)
DIFFICOLTA’ DI DECODIFICA DI SEGNI
OMOFONI-ALLOGRAFI
19. DISGRAFIADISGRAFIA
• LA DISGRAFIA ESPRIME LA
COMPROMISSIONE DELLA TRADUZIONE
VISUO- CINESTESICA
• PUÒ RIGUARDARE UN PROBLEMA
ASSOCIATIVO: IL BAMBINO NON SA
METTERE INSIEME IL MODELLO
CINESTESICO DEI MOVIMENTI DELLA MANO
CON IL MODELLO VISIVO (DISTURBO VISUO-
CINESTESICO).
20. DISCALCULIADISCALCULIA
• DIFFICOLTA’ NELLA COMPRENSIONE
DELLA DIREZIONE DELLA MICROFORMA
• DIFFICOLTA’ NEL SENSO
DELL’ORIENTAMENTO DEI NUMERI
• DIFFICOLTA’ NEL SENSO
DELL’INCOLONNAMENTO DEI NUMERI
23. Un dislessico legge ………..Un dislessico legge ………..
• ….nu sidselocis eggel
• Oppure……Un d sle sic l e gge…….
• Oppure…. Un dislessico legge
24. PREREQUISITIPREREQUISITI
La letto-scrittura richiedeLa letto-scrittura richiede
• orientamento visuo-motorio fisso: da sinistra a destra e
dall'alto in basso
• percezione orientata delle lettere, nella giusta direzione, es.d-
b, p-b
• comprensione del significato di parole e di strutture più ampie
• corrispondenza suono-significato
• interdipendenza tra analisi e sintesi.
25. REQUISITI ORGANICIREQUISITI ORGANICI E PSICHICIE PSICHICI
Funzione neurologica
Funzione sensoriale
Funzione psicomotoria
Funzione intellettiva
Funzione emotivo - affettiva
Funzione linguistica
F
U
N
Z
I
O
N
E
C
O
G
N
I
T
I
V
A
26. …..tra lettura come decifrazione e lettura come
comprensione.
A – La decifrazione dei segni (decifrazione segnica)
è la percezione ed il riconoscimento dei grafemi e la
loro associazione ai suoni corrispondenti.
B – La comprensione è l’elaborazione cognitiva degli
indizi percettivi in una realizzazione significativa del
testo, sulla base di processi di anticipazione o di
predizione.
UNA FONDAMENTALE DISTINZIONE…
27. A – L’occhio getta uno sguardo, più o meno rapido, sulla
linea della scrittura, durante il quale isola percettivamente
per poi associarli sommativamente, non tutti i segni, bensì
solo alcuni.
B - Sulla scorta dei segni così percepiti, il lettore lancia
ipotesi, formula congetture, su ciò che ritiene ci sia scritto,
pertanto procede per via deduttiva, a salti ipotetici, lungo
il testo.
C – Proseguendo nella linea della scrittura verso destra, il
lettore raccoglie visivamente altri grafemi o indizi di
significato, i quali gli consentono di confermare o meno la
giustezza di ciò che ha appena letto/ipotizzato, e quindi di
lanciare altre predizioni sul testo che segue, e così legge.
Passaggi della strategia lettoria…
28. La letto-scrittura è un’azione globale-predittiva dell’intera
parola, o dell’enunciato che, nel lettore più abile,
congiunge dinamicamente l’azione di decodifica (lettura) o
di codifica (scrittura), espressione del pensiero e
simultaneamente il movimento da sinistra a destra.
PROVE DELLA LETTURA PREDITTIVA
VELOCITA’
LAPSUS
ERRORI MORFOLOGICI
INVENZIONI
PERDITA DELLA COMPRENSIONE IN LETTURA ANALITICA
O LENTA
29. Tipi di dislessia: (Boder 1973Tipi di dislessia: (Boder 1973
e Sartori 1998)e Sartori 1998)
• fonologica 65% dei casi
• visivo-semantica o (di surface) 10%
dei casi
• mista : fonologica e di surface 25%
dei casi
30. IN UN BAMBINO DISLESSICO
L’attenzione viene condotta dal bambino/ragazzo
specificatamente sulla decodifica del testo:
– si stanca rapidamente,
– commette errori,
– rimane indietro,
– non impara.
31. Possibili segnali predittivi DELLAPossibili segnali predittivi DELLA
DISLESSIA alla scuola maternaDISLESSIA alla scuola materna
• IL BAMBINO HA DIFFICOLTA’ NEL
PARLARE CORRETTAMENTE
• HA INIZIATO A PARLARE TARDI
• IN GENERE E’ POCO ATTENTO
• HA DIFFICOLTA’ DI COORDINAZIONE
MOTORIA
• UTILIZZA LE DUE MANI
INDIFFERENTEMENTE O QUASI
32. Possibili segnali predittivi DELLAPossibili segnali predittivi DELLA
DISLESSIA alla scuola maternaDISLESSIA alla scuola materna
• FATICA A RICONOSCERE FORME O
CONFONDE FORME
• HA TEMPI BREVI DI CONCENTRAZIONE
PER ATTIVITÀ GRAFICHE O DI
RIPRODUZIONE
• E’ INSOLITAMENTE MALDESTRO
• HA PROBLEMI CON IL SUONO DELLE
PAROLE,TIPO POCO SENSO DELLA RIMA
• FA FATICA A IMPARARE A MEMORIA LE
FILASTROCCHE
33. MANIFESTAZIONI DELLA DISLESSIAMANIFESTAZIONI DELLA DISLESSIA
ALLA SCUOLA PRIMARIAALLA SCUOLA PRIMARIA
• Ha particolari difficoltà nel leggere o nel pronunciare
• Colloca figure o lettere o numeri al posto sbagliato. Es.15 al
posto di 51; d al posto di b,
• Inverte le sillabe nelle parole che pronuncia
• Legge una parola e poi non la riconosce in seguito nella
pagina
• Ha tempi brevi di concentrazione per lettura e scrittura
• Ha difficolta’ a capire tempo e durata
• Confonde la destra e la sinistra
• Risponde oralmente bene, ma ha difficoltà a scrivere la
risposta
• E’ insolitamente maldestro
• Ha problemi con il suono delle parole,Tipo poco senso della
rima.
• Fa fatica a imparare a memoria poesie
35. SINTOMI PRIMARI DELLA DISLESSIASINTOMI PRIMARI DELLA DISLESSIA
11. AGGIUNTA SILLABE stufa-stufato
12. ASSOCIAZIONE PAROLE lamela, versocasa
13. ASSOCIAZIONE SILLABE correvave- loce
14. DISPERCEZIONE DI/TRIGRAMMI psi-pis, impr
15. FRAMMENTAZIONE SILLABICA an-diamo, co-struire
16. PERDURANTE SILLABAZIONE
17. SOSTITUZIONE PAROLE susseguire -suggerire
18. PERDITA DI SENSO NEL CAMBIO RIGA
19. LETTURA ESITANTE, DISCONTINUA,ARITMICA
20. ERRORI PLURIMI.
36. ALLA SCUOLA MEDIAALLA SCUOLA MEDIA
• Permangono le manifestazione della
primaria, spesso in forma ridotto perché in
parte compensate
• La pronuncia della lettura può essere
scadente
• Può essere sbadato nella lettura
• Ha difficoltà a prendere appunti o a
copiare
• Ha difficoltà a scrivere le risposte o i
resoconti
37. Il bambino ha difficoltà:
a copiare dalla lavagna
a prendere nota delle istruzioni impartite
oralmente
Riguardo la lateralizzazione, può avere difficoltà
con i compiti che implicano abilità motorie.
Ha difficoltà nella sintesi e nella copiatura e a
riconoscere la destra dalla sinistra.
In matematica riesce a contare solo sulle dita e
gli risulta veramente difficile apprendere
concetti di algebra o di calcolo.
COMPORTAMENTI
NELL’APPRENDIMENTO
38. Il BAMBINO/RAGAZZOIl BAMBINO/RAGAZZO
DISLESSICODISLESSICO
Talvolta perde la fiducia in se stesso e può
presentare:
alterazioni del comportamento,
ansia da prestazione,
depressione,
scarsa autostima.
Il bambino dislessico apprende rapidamente
attraverso l’osservazione e soprattutto
attraversi gli aiuti visivi
39. SITUAZIONI CRITICHESITUAZIONI CRITICHE
• LETTURA AD ALTA VOCE
• COPIATURA ALLA LAVAGNA
• SCRITTURA DA DETTATURA
• RICHIESTA DI ESATTEZZA FORMALE
• TRADUZIONI
• CALCOLO ORALE
• TABELLINE
40. PREVENZIONEPREVENZIONE
• La dislessia è individuabile già alla
scuola materna
• Attraverso prove psicomotorie
funzionali e prove fonetico-
fonologiche
Si può prevedere e si può prevenire
41. Misure compensativeMisure compensative
• Sono strumenti tecnologici che
semplificano l’attività svolgendo una
serie di operazioni automatiche che il
bambino dislessico o discalculico ha
difficoltà a svolgere
• Il calcolatore, la sintesi vocale per
esempio
42. Le misure dispensativeLe misure dispensative
• Sono misure che riguardano i tempi
di realizzazione delle attività e la
valutazione delle prestazioni
dell’allievo, quali:
- Assegnare compiti più brevi a casa
- Concedere più tempo per le verifiche
- accettare le difficoltà ortografiche
- Limitare la lettura in classe
- Somministrare più verifiche orali che
scritte
44. La fisiologia della grafo-motricità
Il bambino conquista la competenza grafo-motoria
attraverso un percorso,che parte dai grafismi fino ad arrivare
al disegno geometrico. Nello sviluppo delle competenze
grafo-motorie inizialmente il bambino è in grado di tracciare
segni su una superficie con qualsiasi mezzo appuntito.
Successivamente è capace di prolungare in modo informe
la punteggiatura, eseguendo una sorta di traccia informale.
45. La fisiologia della grafo-motricità
I tratti informi precedenti al disegno ed alla scrittura sono gli
scarabocchi, che sono in costante evoluzione secondo almeno
tre fasi:
a) mero scarabocchio, ghirigori, tracce a tendenza ripetitiva e
circolare
b) scarabocchio con significato conferito a posteriori e mutevole nel
tempo,
c) scarabocchio con intenzionalità simbolica-rappresentativa,
significato preventivo, come rappresentazione grafica di un realtà
figurata secondo visioni e simbologie personali.
46. La fisiologia della grafo-motricità
Per quanto riguarda l’evoluzione delle linee il bambino è in grado di eseguire in
questa sequenza:
a) la linea verticale, un tratto dall'alto verso il basso per effetto del
movimento verticale del polso omologo allo scivolamento secondo il peso;
b) la linea obliqua, un tratto progressivamente controllato verso l'alto e
l'orizzontale;
c) la linea orizzontale, un tratto controllato in orizzontale con senso da
sinistra a destra per i destri e da destra a sinistra per i mancini;
d) la linea aperta, un tratto informale non chiuso;
e) la linea chiusa, un tratto che tende a chiudere un campo (a tre anni
circa), in corrispondenza con le precoci nozioni topologiche di aperto-chiuso e
dentro-fuori;
f) il cerchio, la chiusura di forme tendenzialmente circolari;
g) l’incrocio di linee, la tendenza ad incrociare linee, a creare relazioni
topologiche nello spazio.
48. Disgrafia - ELEMENTI DA OSSERVAREDisgrafia - ELEMENTI DA OSSERVARE
scuola dell’infanziascuola dell’infanzia
• DIFFICOLTA’ MOTORIE
• DIFFICOLTÀ NELLA MANUALITÀ FINE
• GOFFAGGINE NEL VESTIRSI, ALLACCIARSI LE
SCARPE,….
49. Disgrafia - ELEMENTI DADisgrafia - ELEMENTI DA
OSSERVAREOSSERVARE
scuola primariascuola primaria
• DIFFICOLTA’ MOTORIE
• INADEGUATO RICONOSCIMENTO DESTRA/SINISTRA
• DIFFICOLTÀ A MEMORIZZARE SEQUENZE ( MESI,
GIORNI, ORDINE ALFABETICO,…)
• DIFFICOLTÀ A COPIARE DALLA LAVAGNA
• UTILIZZO DIFFICOLTOSO DELLO SPAZIO-PAGINA
• DIFFICOLTÀ GRAFO-MOTORIE
• DIFFICOLTÀ DI ATTENZIONE
50. SINTOMI PRIMARI DELLA DISGRAFIASINTOMI PRIMARI DELLA DISGRAFIA
1. TRATTO GRAFICO IRREGOLARE dimensione. spessore. ritmo. chiusura
2. ELISIONE SILLABE FINALI
3. LETTERE SLEGATE ca valI o
4. SPECULARITÀ GRAFEMI
5. GRAFIA DISCONTINUA riprese grafiche, ritocchi
6. MANCATA CHIUSURA FORME
7. TREMOLIO/RIGIDEZZA
8. UNIONE DI PAROLE setivedo
9. ERRORI ORTOGRAFICI
10. SUDORAZIONE MANO
11. SPASMI MUSCOLARI
52. ELEMENTI DA OSSERVARE
scuola secondaria di I grado (che
permangono)
UTILIZZO DIFFICOLTOSO DELLO SPAZIO-PAGINA
SCRITTURA SPECULARE DI GRAFEMI E NUMERI
GRAFIA CHE ALTERNA LO STAMPATO E IL CORSIVO
MACROGRAFIA
MICROGRAFIA
SCRITTURA NON FLUENTE, NON ORDINATA
54. L’APPRENDIMENTO DELLA SCRITTURA
l’apprendimento della scrittura costituisce un processo
lento e graduale
inizia negli anni della scuola dell’infanzia e si completa
alla fine della scuola primaria
le modalità con cui un bambino impara a scrivere seguono
delle tappe più o meno costanti ed universali
55. MODELLO EVOLUTIVO DI UTA FRITH
Stadio logografico
Stadio alfabetico
Stadio ortografico
Stadio lessicale
Riconoscimento di parole note
Meccanismo di conversione grafema/fonema
La combinazione di grafemi non è illimitata, ma
segue delle legge ortografiche
Magazzino lessicale che consente il
riconoscimento delle parole conosciute
57. LE DIFFICOLTÀ DI SCRITTURA
Disortografia: difficoltà nell’automatizzare le regole di
trasformazione del codice verbale in codice scritto;
Disgrafia: problemi nella riproduzione a memoria di un segno
grafico o nella sua copia
Difficoltà nell’espressione scritta: problemi nella produzione di
un testo scritto
58. E’ disortografico il bambino normodotato
intellettivamente, senza deficit sensoriali o
neurologici, senza gravi e conclamate patologie
psicologiche ed esposto regolarmente al ciclo
di apprendimento, che commette un numero
di errori nella scrittura persistenti
nel tempo ed invasivi
59. Disgrafia e disortografia possono presentarsi sia in
associazione sia isolatamente
Disgrafia
difficoltà nel mantenere i giusti rapporti spaziali
difficoltà nel mantenere i giusti rapporti di misura delle lettere
il bambino non rispetta il margine del foglio
il bambino lascia spazi regolari tra i grafemi e le parole
il bambino non segue la riga della scrittura e procede in salita
o discesa rispetto al rigo
difficoltà nel regolare la pressione della mano sul foglio
cambio di direzione del segno grafico
60. Disortografia
nella disortografia la grafia risulta essere adeguata e leggibile,
ma il contenuto del testo risulta caratterizzato da vari errori
CLASSIFICAZIONE DEGLI ERRORI ORTOGRAFICI
errori fonologici
scambio di grafemi
omissione/aggiunta di lettere o sillabe
inversione di lettere o sillabe
grafema inesatto
errori non fonologici (ortografici)
separazioni illegali
fusioni illegali
scambio grafema omofono
omissione/aggiunta della lettera h
altri errori
omissione/aggiunta accenti e doppie
61. Disortografia fonologica
Disturbo delle componenti di tipo fonologico che produce errori
e omissioni nella scelta dei fonemi da realizzare o alterazioni
dell’ordine all’interno della parola
Disortografia superficiale
Disturbo nella componente del processo ortografico: errori con
parole omofone non omografe
62. NOTA BENE
Gli errori ortografici hanno un peso diverso a seconda che si
tratti di
errori di tipo evolutivo: negli anni di scuola gli alunni hanno
bisogno di esercitare queste competenze. Un bambino che
in terza elementare commette errori di tipo fonologico (f/v) è
più preoccupante di un bambino che commette errori
di tipo ortografico (h).
disortografia: soltanto attraverso un accertamento clinico si
potrà parlare di disortografia
63. STRATEGIE OPERATIVE CHE POSSONE ESSERE
MESSE IN ATTO DALL’INSEGNANTE
Scuola Materna: ritardo del linguaggio, dislalie, metafonologia
Le difficoltà del bambino spesso nella scuola materna
sono negate dai genitori o misconosciute dagli insegnanti
e anche quando queste vengono individuate
e segnalate non sono affrontate dalle strutture e
dagli operatori responsabili con adeguata tempestività
64. TAPPE INDICATIVE DELL'EVOLUZIONE FISIOLOGICA
DEI FONEMI
Tra i 24 e i 30 mesi p-bt-d k-gm n l
Tra i 30 e i 48 mesi s sci f-v ci-gi z
Tra i 48 e i 60 mesi r gn gli sp st sk
Se prendiamo come riferimento lo schema
siamo in grado di inviare correttamente e con modalità
adeguate il bambino presso le strutture territoriali.
65. CAUSECAUSE FUNZIONALIFUNZIONALI CHE POSSONOCHE POSSONO
DETERMINARE DISLALIEDETERMINARE DISLALIE
Cause che impediscono una buona percezione dei suoni,
come le otiti ricorrenti, nei primi anni di vita, che possono
determinare dislalie audiogene
Cause che agiscono sulle strutture articolatorie:
Ipertrofia delle adenoidi (no elevazione linguale)
Riniti ricorrenti e/o persistenti (no elevazione linguale)
L’uso prolungato del ciuccio o del biberon (sigmatismo
zetacismo deglutizione atipica)
Succhiarsi il pollice (sigmatismo zetacismo deglutizione
atipica
Scarsa abitudine a masticare (l, r, n, ci).
L’uso del ciuccio e/o del biberon non dovrebbe superare
i 18-20 mesi
66. Metafonologia e morfo-sintassiMetafonologia e morfo-sintassi
• Riconoscimento ed uso di rime
• Riconoscimento della sillaba iniziale
• Discriminazione fonemica
• Delezione sillabe iniziale; capacità di
analisi e sintesi
• Discriminazione di parole
foneticamente simili
• Segmentazione fonetica
• Ampliamento del lessico in
comprensione
• Arricchimento lessicale-semantico
• Comprensione morfo-sintattica
• Uso dei funtori morfologici
67. SCUOLA ELEMENTARE/ MEDIE
Abitudini didattiche errate
Correggere le prove degli alunni portando a casa i quaderni
Separazione dei saperi disciplinari (stare attenti all’ortografia solo se s
durante le ore di lingua)
Esercitazioni standardizzate mirate al recupero ovvero gli esercizi class
Assenza dei percorsi metacognitivi
68. ALCUNI ESEMPI DI PROPOSTE OPERATIVE
Per gli errori fonologici
- testi in cui sono sottolineate parole scritte in modo corretto
e parole scritte in modo errato (si dice ai bambini che nel
testo devo evidenziare le parole che ritengono corrette e
ricopiarle così come sono scritte,mentre devono ricopiare
correggendole quelle che ritengo errate)
- dettato ortografico breve e quotidiano
- dettato di parole e non parole (brodo-bodo)
che mettano in conflitto il bambino
69. Per gli errori non fonologici
utilizzo di tabelle della memoria (portare l’alunno a utilizzare strategie
lessicali, costruendosi una rappresentazione visiva di parole la cui
grafia non può essere specificata fonologicamente: cuoco-quaderno
il suono è identico, ma la grafia no)
affrontare le difficoltà di una parola individuandola e ricordando il metodo
per superarla
utilizzo di figure o testi significativi
(il legame col contesto facilita l’associazione tra la forma visiva della
parola e il suo significato)
uso del computer per la scrittura spontanea e autonoma
con utilizzo di Word e correttore ortografico da parte dei bambini
che esprimono le maggiori difficoltà
71. La diagnosi di discalculia
non può essere formulata
prima della III elementare,
anche se già nel primo
ciclo elementare possono essere
rilevate discrepanza fra le
capacità cognitive globali e
l’apprendimento del calcolo numerico
72. Secondo quanto indicato nell'ICD-10 ed in accordo con
quanto descritto nel DSM-IV, i sintomi delle difficoltà
aritmetiche sono:
a) incapacità di comprendere i concetti di base di particolari operazioni
b) mancanza di comprensione dei termini o dei segni matematici
c) mancato riconoscimento dei simboli numerici
d) difficoltà ad attuare le manipolazioni aritmetiche standard
e) difficoltà nel comprendere quali numeri sono pertinenti al problema aritmetico
che si sta considerando
f) difficoltà ad allineare correttamente i numeri o ad inserire decimali
g) problemi nella comprensione e nell'uso dei simboli durante i calcoli
h) scorretta organizzazione spaziale dei calcoli
i) incapacità ad apprendere in modo soddisfacente le «tabelline»
della moltiplicazione
73. L’APPRENDIMENTO DEL CALCOLO NUMERICO COMPRENDE
la numerazione bidirezionale
la transcodifica
il calcolo mentale
l’immagazzinamento di fatti aritmetici
il calcolo scritto
74. LA VALUTAZIONE SI RIFERISCE ALLA CORRETTEZZA E
SOPRATTUTTO ALLA RAPIDITÀ
PER LA DISCALCULIA SONO STATI INDIVIDUATI DIVERSI TIPI DI
DISFUNZIONALITA’ CHE RIGUARDANO:
1. La processazione dei numeri (riconoscimento, transcodifica,
organizzazione spaziale)
2. Il sistema del calcolo (procedure per eseguire operazioni
matematiche)
3. La risoluzione dei problemi artimetici (analisi dei dati e
organizzazione del piano di lavoro)
75. TRE TIPI DI DISCALCULIA EVOLUTIVA
1: DISLESSIA PER LE CIFRE: caratterizzata da difficoltà
nell’acquisizione dei processi lessicali sia nel sistema di comprensione del
numero sia di produzione del calcolo 34 = sessantasei 8483 =
ottomilaquattrocentoquarantaquattro
Riguarda la difficoltà selezione e al recupero dei singoli elementi lessicali.
RICORDA
Il lessico dei numeri è autonomo rispetto al linguaggio.
I meccanismi di elaborazione lessicale sono indipendenti
dai meccanismi di elaborazione sintattica.
L’accesso lessicale, è influenzato dalla posizione.
I “dici” o “tens” ( i numeri dall’11 al 19) sono una classe lessicale
distinta.
76. TRE TIPI DI DISCALCULIA EVOLUTIVA
2. DISCALCULIA PROCEDURALE: caratterizzata da difficoltà
nell’acquisizione delle procedure e degli algoritmi nel sistema del
calcolo
Tale discalculia è caratterizzata da difficoltà nell’acquisizione
delle procedure e degli algoritmi implicati nel sistema del calcolo. Il
bambino affetto da questo tipo di discalculia riesce a leggere e
scrivere correttamente i numeri, ha compreso il significato di
addizione, sottrazione, etc. ma non è in grado di applicare le
procedure necessarie all’esecuzione del calcolo ( ad esempio
commette errori nell’incolonnamento, nel riporto, nel prestito).
La conoscenza procedurale è distinta dalla elaborazione
numerica e dalla conoscenza dei fatti numerici.
77. TRE TIPI DI DISCALCULIA EVOLUTIVA
3. DISCALCULIA PER I FATTI ARITMETICI: caratterizzata da
difficoltà nell’acquisizione dei fatti numerici all’interno del sistema del calcolo
Tale discalculia si manifesta con difficoltà nell’acquisizione dei fatti
numerici all’interno del sistema del calcolo. La capacità di
elaborazione dei numeri è intatta, così come la conoscenza delle
procedure di calcolo, mentre risulta compromesso il recupero dei
fatti aritmetici.
In questo disturbo si rivelano due tipi di errori:
errori di “confine”: inappropriata attivazione di altre tabelline
confinanti ( come per esempio 6X3= 21 ;
errori di slittamento: una cifra è corretta, l’altra è sbagliata
(come per esempio 4X3=11).
78. L’efficienza del problem solving matematico non concorre alla diagnosi di
discalculia evolutiva, ma appare correlato al livello delle competenze
cognitive o al livello di competenza linguistica.
La diagnosi di discalculia va effettuata sulla base di una valutazione
psicodiagnostica globale (cognitiva, neuro-psicologica e psicopatologica).
Prevede l’utilizzazione di test standardizzati somministrati
individualmente.
Necessita quindi di una consultazione specialistica non effettuabile in
ambito scolastico
79. Fin dalla primissima infanzia il soggetto deve conoscere il mondo,
manipolare gli oggetti, raggrupparli secondo criteri, costruire con essi
strutture via via più complesse. Alla scuola materna e nel primo ciclo di
scuola elementare queste esperienze continuano ad essere molto
importanti, l'uso del materiale concreto (oggetti, immagini, blocchi
logici, regoli in colore, multibase) è indispensabile per guidare il soggetto
verso la conquista dei concetti fondamentali.
L'uso dei simboli, la memorizzazione delle regole
esecutive e delle cosiddette "tabelline" vengono dopo e
devono essere conquiste graduali e non meccanismi
superficiali che tanto facilmente si dimenticano
80. I PREREQUISITI INDISPENSABILI PER
L’APPRENDIMENTO DELLA MATEMATICA
competenze trasversali
competenze specifiche
valutare la presenza
valutare la parziale presenza
valutare la non presenza
81. COMPETENZE TRASVERSALI
comprendere e ripete una comunicazione verbale
riconoscimento dei colori fondamentali
riconoscere le forme
riconoscere le varie grandezze
definire le proprietà di un oggetto: colore –forma –parti-
grandezza
comunica una propria esperienza
colora rispettando forme e proprietà
riconosce e denomina le parti del suo corpo su se stesso
riconosce e denomina le parti del corpo sugli altri
ricompone lo schema corporeo
coordinazione oculo-manuale
riconoscere suoni e rumori nel suo ambiente
eseguire un semplice comando
riconoscere la destra e la sinistra
82. COMPETENZE SPECIFICHE
porre in relazione oggetti e persone
individuare uguaglianze e differenze
comprendere termini quantitativi non numerici
numerare con oggetti sino a 10 e sino a 20
numerare con oggetti da 10 a 0 e da 20 a 0
orientarsi nello spazio
distinguere le varie posizioni e dimensioni (primo
ed ultimo-alto e basso-sopra e sotto-dentro e
fuori-vicino e lontano-davanti e dietro- aperto e
chiuso- lungo e corto- grande e piccolo- destre e
sinistra)
distinguere il prima e il dopo
83. Se è vero che le nostre conoscenze sulla discalculia evolutiva sono di
gran lunga inferiori rispetto a quanto sappiamo sulla dislessia o sulla
disortografia, l'entusiasmo con cui alcuni ricercatori e riabilitatori stanno
discutendo e valutando le migliori strategie riabilitative fa prevedere un
rapido sviluppo di proposte e di iniziative per migliorare le
competenze di questi bambini.
2. occorre pensare agli strumenti compensativi che possono aiutare i
bambini in difficoltà, come ad esempio la tavola pitagorica e la
calcolatrice.
In sintesi:
1. Le difficoltà del bambino discalculico vanno considerate solo come
difficoltà numeriche ed aritmetiche di base che poi interferiscono
sulle prestazioni matematiche più generali. Esse quindi, di per sé, non
riguardano le abilità logiche vere e proprie.
84. Rispetto alla calcolatrice si suggerisce, soprattutto agli
insegnanti, di superare la diffidenza circa tale mezzo, e di
distinguere tra conoscenza della struttura dell'algoritmo
(componente logica), e conoscenza procedurale, relativa
alla memorizzazione e messa in atto dei passaggi
sequenziali necessari a svolgere l'operazione.
I bambini, tutti i bambini, devono essere aiutati a
comprendere l'algoritmo, ma quelli che non riescono a
memorizzarne le procedure potrebbero utilizzare i supporti
di cui anche noi adulti ci serviamo così volentieri.
85. Le dita, il primo strumento di calcolo
L’uomo ha i numeri, possiamo dire, “sulla punta delle dita”. Se deve
contare un insieme di oggetti, infatti, è portato a toccarli, uno ad
uno, con la punta dell’indice, e il bambino in particolare, quando si
trova in difficoltà nei calcoli, cerca spontaneamente aiuto sulle dita.
La tabellina è un calcolo?
La tabellina non è un calcolo
La tabellina è un automatismo
La verifica delle tabelline deve avvenire oralmente
La risposta del bambino deve essere rapida (circa 5 secondi)
NOTA BENE
Il compito deve essere difficile quel tanto che basta per far progredire
la conoscenza, e facile al punto di rendere più probabile il successo
che l’insuccesso
“Sfida cognitiva ottimale”
S. Harter,
86. S. Harter
Il programma carta e matita “L’intelligenza
numerica” è rivolto a bambini dai 3 agli 11 anni di
età.
Può essere utilizzato anche per ragazzi della scuola
media che presentano difficoltà nelle abilità di
calcolo.
Comprende esercizi relativi al sistema dei numeri e
al sistema del calcolo.
L’INTELLIGENZA NUMERICA
(Lucangeli, Molin, Poli, De Candia; 2003
87. Calcolare a mente
Bortolato
Erickson
Potenziare le abilità numeriche e di calcolo
Biancardi, Pulga, Savelli
Erickson
Discalculia trainer
Molin, Poli, Tressoldi, Lucangeli
Erickson
SOFTWARE
88. Lo SFORZOLo SFORZO
LA VERA DIFFICOLTA’ E’ LO SFORZO
CHE I SOGGETTI CON DSA
REALIZZANO PER LEGGERE,
SCRIVERE E “FAR DI CONTO”
LE CONSEGUENZE DI QUESTO SFORZO SONO:
affaticamento nervoso precoce con caduta di attenzione
dispendio energetico mentale eccessivo
Perdita frequente dell’attenzione
lentezza e disorientamento
impulsivita’ per compensare la lentezza
demotivazione
89. LO SFORZOLO SFORZO
• LO SFORZO E LA RELATIVA PERDITA DI
ENERGIE MENTALI PER COMPENSARLO E
PER LEGGERE E SCRIVERE
CORRETTAMENTE SONO IL VERO
PROBLEMA APPRENDITIVO POSTO DALLA
DISLESSIA, DISORTOGRAFIA, DISGRAFIA,
DISCALCULIA.
91. PREREQUISITI DAPREREQUISITI DA
SVILUPPARESVILUPPARE
• FONETICO-FONOLOGICI
• EQUILIBRIO- POSTURALE
• PREVALENZE TONICO- MOTORIE
ALLINEATE
• MOTRICITA’ OCULARE: SACCADI,
POURSUIT
• ATTENZIONE : globale e selettiva,
uditiva e visiva
92. Cosa fare alla scuola MATERNACosa fare alla scuola MATERNA
e consolidare alla PRIMARIAe consolidare alla PRIMARIA
• FAVORIRE E STIMOLARE L’EVOLUZIONE
PSICOMOTORIA
• FAVORIRE L’AFFERMAZIONE DELLA PREVALENZA
NATURALE
• STIMOLARE IL PASSAGGIO DALL’AZIONE ALLA
SUA RAPPRESENTAZIONE GRAFICA E ALLA
RELATIVA SIMBOLIZZAZIONE
• FAVORIRE LA DIREZIONE DELL’AUTOMATISMO
93. Cosa fare alla scuola MATERNACosa fare alla scuola MATERNA
e consolidare alla PRIMARIAe consolidare alla PRIMARIA
• STIMOLARE LA PERCEZIONE TEMPORALE
STRUTTURA RITMICA
DURATA di un fenomeno sonoro
SUCCESSIONE (percezione successivo)
Delle lettere, sillabe, parole, dei numeri in
una frase o in un’operazione
94. Cosa fare alla scuola MATERNACosa fare alla scuola MATERNA
e consolidare alla PRIMARIAe consolidare alla PRIMARIA
• ARRICCHIRE LA PERCEZIONE
SPAZIALE
MICROFORME ORIENTATE PER SCRITTURA
ORIENTAMENTO DA SX VERSO DESTRA E
SOPRA-SOTTO
ASSOCIAZIONE SPAZIO TEMPO: PRIMA DOPO
DA SX VERSO DX
95. Cosa fare alla scuola MATERNACosa fare alla scuola MATERNA
e consolidare alla PRIMARIAe consolidare alla PRIMARIA
• FAVORIRE LA DISPONIBILITA’
MOTORIA
PREVALENZE STABILI E AFFERMATE
COORDINAZIONE BINOCULARE
COORDINAZIONE OCULO-MANUALE
DESTREZZA MANUALE
DISSOCIAZIONE PARTI
96. Cosa fare alla scuola MATERNACosa fare alla scuola MATERNA
e consolidare alla PRIMARIAe consolidare alla PRIMARIA
• CONSENTIRE LA PERCEZIONE DEL
CORPO
LATERALITA’
ORIENTAMENTO EGOCENTRICO
CONTROLLO TONICO
CONTROLLO POSTURALE
97. • Evidenziare deficit fono-articolatori
• Riconoscimento ed uso di rime
• Riconoscimento della sillaba iniziale
• Discriminazione fonemica
• Delezione sillabe iniziale; capacità di analisi e sintesi
• Discriminazione di parole foneticamente simili
• Segmentazione fonetica- fusione
Cosa fare alla scuola
MATERNA e consolidare
alla PRIMARIA
98. Cosa fare alla scuola MATERNA
e consolidare alla PRIMARIA
l'uso del materiale concreto
(oggetti, immagini, blocchi logici,
regoli in colore, multibase) è
indispensabile per guidare il soggetto
verso la conquista dei concetti
fondamentali.