“Il candidato pianifichi un percorso didattico finalizzato all’utilizzo del corpo per rappresentare situazioni fantastiche.
Il candidato progetti l’unità di apprendimento per una sezione di bambini di cinque anni.”
Campi di esperienza del bambino nella scuola dell'infanzia. Lavoro per l'attivita di stage di Gloria Spada, classe III sB Liceo delle Scienze Umane' J.Joyce' di Ariccia, Rm.
“Il candidato pianifichi un percorso didattico finalizzato all’utilizzo del corpo per rappresentare situazioni fantastiche.
Il candidato progetti l’unità di apprendimento per una sezione di bambini di cinque anni.”
Campi di esperienza del bambino nella scuola dell'infanzia. Lavoro per l'attivita di stage di Gloria Spada, classe III sB Liceo delle Scienze Umane' J.Joyce' di Ariccia, Rm.
La lingua per lo studio delle disciplineGiusi Landi
Sin dalla prima classe di scuola primaria è possibile porre le basi per impostare un metodo di studio per le discipline, a partire dalla comprensione/composizione di semplicissimi testi: l'idea di base è che l'alunno debba imparare a studiare non per contenuti, ma per concetti e relazioni di concetti. Si tratta, quindi di abituare a individuare/comprendere alcuni blocchi concettuali e a legarli tra loro con relazioni di natura temporale, descrittiva, argomentativa.
Tale competenza diventerà essenziale per studiare negli anni successivi le diverse discipline.
CHI È IL BIBLIOPROF?
Cambio di profilo
Venute meno le tradizionali figure di operatori che, provenienti da varie situazioni -soprattutto da inidoneità all’insegnamento- assolvevano la funzione di bibiotecari è necessario ripensare il ruolo e la funzione della biblioteca
Rivoluzione epistemica
Avvertendo la necessità di creare nella scuola situazioni ad alta stimolazione per tutte le situazioni formative la biblioteca assume il ruolo di ambiente formativo ad approccio laboratoriale
Laboratorio
Il nuovo modello di fruizione della lettura anche attraverso gli strumenti tecnologici determina l’esigenza di ridisegnare la topologia della biblioteca che assume il ruolo di spazio multiplo per la blended-learning
Curricoli per la creatività Laboratori e discipline performative
Quanto serve la creatività nella azione didattica?
Quanto l’innovazione metodologica richiede il pensiero creativo? E poi: perché dobbiamo creare innovazione?
La lingua per lo studio delle disciplineGiusi Landi
Sin dalla prima classe di scuola primaria è possibile porre le basi per impostare un metodo di studio per le discipline, a partire dalla comprensione/composizione di semplicissimi testi: l'idea di base è che l'alunno debba imparare a studiare non per contenuti, ma per concetti e relazioni di concetti. Si tratta, quindi di abituare a individuare/comprendere alcuni blocchi concettuali e a legarli tra loro con relazioni di natura temporale, descrittiva, argomentativa.
Tale competenza diventerà essenziale per studiare negli anni successivi le diverse discipline.
CHI È IL BIBLIOPROF?
Cambio di profilo
Venute meno le tradizionali figure di operatori che, provenienti da varie situazioni -soprattutto da inidoneità all’insegnamento- assolvevano la funzione di bibiotecari è necessario ripensare il ruolo e la funzione della biblioteca
Rivoluzione epistemica
Avvertendo la necessità di creare nella scuola situazioni ad alta stimolazione per tutte le situazioni formative la biblioteca assume il ruolo di ambiente formativo ad approccio laboratoriale
Laboratorio
Il nuovo modello di fruizione della lettura anche attraverso gli strumenti tecnologici determina l’esigenza di ridisegnare la topologia della biblioteca che assume il ruolo di spazio multiplo per la blended-learning
Curricoli per la creatività Laboratori e discipline performative
Quanto serve la creatività nella azione didattica?
Quanto l’innovazione metodologica richiede il pensiero creativo? E poi: perché dobbiamo creare innovazione?
la quarta ed ultima parte su un laboratorio pedagogico-didattico tenuto da me per l'Università degli Studi di Catania al fine di educare/formare al tema della sostenibilità ambientale e come coinvolgere gli studenti dalla scuola dell'infanzia alle secondarie
Cooperativa Integrazione: Esperienze e buone pratiche del Laboratorio di Didattica Speciale
Istituto Comprensivo G. Falcone Copertino Lecce
Scuola Inclusiva. Percorsi di ricerca metodologico-didattici che permettano di migliorare il successo formativo di ogni alunno
Associazione CAF - Centro di Aiuto ai Minori e alla Famiglia in crisi | WIS18...Iris Network
XVI Workshop sull'impresa sociale
13-14 settembre 2018, Riva del Garda
Intervento di Chiara Maria Leveque (Fondazione Lang) nella sessione "Misurare l’impatto: metodologie a supporto del cambiamento".
SESSIONE PARALLELA | venerdì 14 Settembre | ore 9
A cura di Elisa Chiaf | Università degli Studi di Brescia – Socialis
Intervengono:
Sara Depedri | Euricse
Stefano Mantovani | Cooperativa sociale Noncello, Pordenone
Sara Marconi | Rete delle Case del Quartiere, Torino
Stefania Ieluzzi | Comune di Torino – Cascina Roccafranca
Nicola Corini | Cooperativa sociale Cauto, Brescia
Chiara Maria Leveque | Fondazione Lang
Serena Kaneklin | Associazione CAF, Milano
Valentina Tosi, Gabriele Guzzetti | Tiresia, Politecnico di Milano
Matteo Olivo | Cooperativa sociale Uscita di Sicurezza, Grosseto
Oggetti alla ricerca. Negli ultimi anni il tema della misurazione d’impatto è entrato prepotentemente nelle agende delle imprese sociali italiane. Dopo la stagione della “rendicontazione sociale”, si è ora nella fase della “misurazione d’impatto”, tesa a definire se il progetto funziona o se genera il cambiamento atteso. A tali domande è necessario rispondere con metodologie complesse, per questo il supporto della ricerca risulta essere fondamentale. Dai metodi partecipativi alle sperimentazioni controllate randomizzate, l’attenzione sul “come si misura l’impatto” è altissima. Durante la sessione si dibatterà sul tema da un altro punto di vista: “come la misurazione è stata utilizzata”, per il cambiamento organizzativo, il supporto allo sviluppo di una policy, il capacity building o la legittimazione?
Le classi quinte della scuola primaria 'Rodari' lavorano insieme agli alunni delle classi seconde della secondaria di primo grado in attività laboratoriali.
Progetto di educazione ambientale con lo scopo di sensibilizzare i bambini e le loro famiglie nei confronti dell'abbandono dei rifiuti e del corretto smaltimento degli stessi.
1. Progetto : «Io sono importante»
Docente: Balestri Daniela Marina
Tutor: Cassiani Simonetta
U.S.P. Modena
Anno di formazione 2014/2015
I.C. Ferrari Maranello
Scuola dell’infanzia
2. Il bambino è insieme una speranza e
una promessa per l’umanità.
Maria Montessori
2
4. Il progetto “Io sono importante” nasce all’interno di un percorso scolastico che vede
protagonisti i bambini della sezione mista nella scuola dell’infanzia dell’I.C.
“Ferrari” di Maranello presso il plesso Obici in Pozza.
La sottoscritta, in servizio in anno di prova in codesto istituto, e l’ins. Cassiani
Simonetta, ins. Tutor nominata dal dirigente scolastico, hanno intrapreso un
percorso educativo e didattico all’interno del quale esprimersi in termini di “diritti e
doveri”. Tale progetto prevede due percorsi: il primo indirizzato ai bambini volto a
promuovere la consapevolezza:
1. di sentirsi un’identità unica e irripetibile,
2. di avere diritto ad un nome, ad una famiglia, ad essere amato e curato, a
nutrirsi e ad istruirsi, a giocare e a sporcarsi, al riposo e a vivere tutte quelle
esperienze che lo arricchiscano di contenuti e di emozioni.
L’altro percorso è, invece indirizzato ai genitori attraverso un richiamo alla
“corresponsabilità educativa” che si espleta soltanto attraverso:
1. la conoscenza delle norme,
2. la riflessione condivisa tra scuola e famiglia di tutte le implicazioni emotive e
cognitive che emergono dalla nostra azione educativa.
La connotazione di “comunità educante” ci pone, come istituzione scolastica,
dinanzi a molti interrogativi : siamo certi di quali siano i veri bisogni dei bambini?
A cosa hanno realmente diritto? E i genitori sono davvero consapevoli?
A tal scopo l’incontro previsto con i genitori della sezione mista viene ampliato ai
genitori dei bambini di tutto il plesso per offrire comunque, al di là del progetto
specifico, importanti spunti di riflessione e di confronto fra genitori e con l’esperto.
5. Chi ?
Docenti 5
La centralità della persona trova
il suo pieno significato nella
scuola intesa come comunità
educativa, aperta anche alla più
larga comunità civile, capace di
includere le prospettive locali,
nazionali, europee e mondiali.
(Ind. Naz. 2012)
Scuola, famiglie, istituzioni pubbliche
e private sono chiamate a stipulare
un patto sociale poiché la
responsabilità della formazione dei
giovani deve essere sentita e
condivisa da tutti i soggetti sociali ed
essere espressione di flessibilità
organizzativa basata sul principio di
sussidiarietà.
(Ind. Naz. 2012)
8. I campi di esperienza
IL SE’ E
L’ALTRO
IMMAGINI,
SUONI, COLORI
I DISCORSI E LE
PAROLE
LA
CONOSCENZA
DEL MONDO
IL CORPO E IL
MOVIMENTO
8
Contesti culturali che «sorreggono» l’esperienza dei bambini
9. Prerequisiti
I bambini hanno:
• acquisito le prime regole di convivenza
• maturato la propria identità
• imparato a raccontare i propri vissuti
9
10. 10
•ascoltare con attenzione le regole
• condividere spazi, oggetti e
momenti di gioco
• accettare di mettersi in discussione
• mostrare consapevolezza della
propria storia personale
• intuire di appartenere ad una
comunità di cittadini
• gestire conflitti
• porsi domande sulla giustizia e
sulla diversità
11. CURRICOLO IMPLICITO
Organizzazione dei tempi
Elemento di qualità pedagogica (Ind. Naz. 2012)
11
(Cura educativa)
3 mesi: Febbraio – Marzo
- Aprile
1 incontro con le famiglie,
guidato da un esperto
dell’educazione e dei diritti
per l’infanzia
13. • circle time
• peer collaboration
• modeling
• scaffolding
13
14. 1. Video e racconto de «Il brutto anatroccolo»
2. Ricostruzione storia in sequenze
3. Costruzione della carta d’identità
4. Realizzazione della propria casa come luogo di
incontro con la famiglia. (descritta)
5. Laboratorio di lettura animata
6. Laboratorio «il mio amico ha bisogno di cure» (descritta)
7. Cartellone dei diritti e dei doveri
8. Incontro con i genitori (descritta)
14
16. 1
• Discutiamo in circle time: la
famiglia e il suo habitat (30 min)
2
• Disegnamo la nostra famiglia –
5 anni (15 min)
3
• Colorare la famiglia da schede
prestampate (3 anni)(20 min)
Step 1
16
ARTICOLO 9
I BAMBINI NON DEVONO MAI ESSERE
SEPARATI DAI PROPRI GENITORI A MENO
CHE NON SIA PER IL LORO BENE (CASI DI
VIOLENZA E/O NON CURANZA).
NEI CASI DI SEPARAZIONE IL BAMBINO
DEVE POTER CONTATTARE FACILMENTE
L’ALTRO GENITORE
17. Con la mamma ed il papà
è una grande meraviglia!!!!
Insieme, tutti e tre,
formiamo una famiglia:
Or si mangia, poi si gioca
sul divano si riposa.
Con il sole o con l’ombrello
dentro casa il tempo è bello.
Dalla sveglia fino a nanna
Sempre insieme io, papà e mamma.
18.
19. Step 2
1
• Costruiamo la nostra casa
(20 min circa ogni bambino)
2
• Impariamo una poesia sulla
famiglia
19
Step 2
24. Predisposizione della sezione in:
accettazione, ambulatorio,
radiologia, farmacia (15 min.)
Anamnesi e cura dei nostri
piccoli amici peluches
(1:15 ora tot.)
Rielaboriamo il percorso
raccontando l’esperienza
(30 min. )
Art. 24/25/26
DIRITTO ALLA SALUTE E A
RICEVERE TUTTE LE CURE
NECESSARIE AL SUO SVILUPPO
FISICO E PSICOLOGICO
Step 1
25. 1. I bambini sono stati invitati a presentare i loro amici peluches in
«ACCETTAZIONE» e rispondere a delle semplici domande utili alla
compilazione della «cartella clinica»: «come si chiama il tuo amico?»,
«è grande, medio o piccolo?», « che animale è?».
2. Quindi hanno chiesto ai medici di curare il loro amico affetto da:
Febbre, Mal di pancia, Mal di gola, Frattura di un arto, Dolore alla
coda o alle orecchie lunghe.
3. Successivamente si recano in «AMBULATORIO» a fare ecografie,
risonanza, rx, medicazioni, gessi utilizzando diversi strumenti e
accessori: fonendoscopio, cerotti, fasce, siringhe, termometro e
quant’altro.
4. Poi ci rechiamo in «FARMACIA» dove troviamo i farmaci più adatti
alla cura e alla riabilitazione
Step 1
28. Non manca proprio nulla: ecografo, risonanza, chirurgia, e cartelle cliniche.
Il piccolo Policlinico adesso è pronto per curare i nostri «amici»
29. Facciamo il gioco degli organi
(30 min.)
Organizziamo il gioco simbolico:
l’ospedale (45 min.)
Ringraziamo i nostri amici
«dottori» con un bel disegno –
solo 5 anni (15 min.)
Art. 24/25/26
DIRITTO ALLA SALUTE E A
RICEVERE TUTTE LE CURE
NECESSARIE AL SUO SVILUPPO
FISICO E PSICOLOGICO
Step 2
33. E poi ancora…..
33
I Diritti sono uguali per tutti i bambini del mondo
Il «diritto di nascere» deve
essere garantito anche a chi
viene alla luce prima del
termine previsto.
17 novembre «giornata
internazionale del neonato
pretermine»
34. In questa prima fase i
bimbi hanno dipinto con
gli acquerelli e con i rulli
Successivamente
abbiamo incollato, in
tutte le nazioni, le foto
che rappresentano i
diritti dei bambini
37. •Invitiamo i genitori a discutere dei “diritti dei bambini” (in assenza dei bambini)
•Presentiamo la «Dichiarazione Universale dei diritti per l’infanzia»
•Visioniamo insieme il video –spot che l’Unicef ha realizzato quest’anno in occasione del
25° anniversario della Convenzione (durata 2 min.)
•Evidenziamo l’importanza e l’efficacia di un buon esempio
• Si evidenzia l’aspetto educativo e formativo degli articoli nella Convenzione e nella
nostra Costituzione
• L’aspetto psico-pedagogico è guidato dalla d.ssa Patrizia Intravaia (psicologa e
psicoterapeuta)
Incontriamo i genitori
37
39. Funzioni pedagogiche
Incoraggiare la partecipazione di tutti
Valorizzare le idee e le esperienze di ciascuno
Mostrare affettività
Elogiare e rinforzare con ricompense
simboliche
Prendersi cura dei bambini con bisogni
educativi speciali
Fornire feedback costanti
Orientare e incoraggiare le azioni e i
comportamenti
39
40. NOME SEZIONE DATA
U.D.A. ……………………………………
INDICATORI DI COMPETENZA SI NO DA RAFFORZARE
Sa rispettare le regole stabilite
Collabora con i compagni
Sa rielaborare verbalmente la
propria esperienza
……………………….
Griglia per la verifica degli apprendimenti
40
41. Punti di forza
Criticità
l’esperienza è stata motivante e
coinvolgente per tutti i bambini
Gli argomenti hanno suscitato
l’interesse e la partecipazione attiva
dei genitori
I bambini con bes e i loro genitori
hanno vissuto e sperimentato la
caratteristica inclusiva del progetto
il coinvolgimento
diretto delle famiglie ha
permesso di stabilire un
clima di reciprocità e di
evidenziare il patto di
corresponsabilità educativa
41
42. o www. Istruzione.it
o www. Neoassunti.indire.it
o www.youtube.it
o www.unicef.it
• Antonia Carlini – Scuola
dell’infanzia- Tecnodid editrice
• Guide didattiche
• Rivista -Scuola dell’infanzia-
Giunti editore
• Indicazioni nazionali 2012
• Convenzione Internazionale dei
diritti per l’infanzia ONU
42