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La relazione educativa
Il catechista conosce i suo ragazzi
Proposta per i catechisti del biennio diocesano
05/03/2016 – Veronica Gallo
Oggi insieme
• Veronica:
– Anni (35)
– Mamma (3)
– Catechista (22)
– Psicoterapeuta
• La relazione educativa (5 marzo)
– Con chi
– Per chi
– Spazi e strumenti
– Come
– Finalità
– Rischi
• E poi: Dinamiche di Gruppo e Stili di Conduzione (12 marzo)
Veronica Gallo – Marzo 2016
Noi da bambini o da ragazzi
• Pensiamo all’educatore che abbiamo incontrato e che è stato più
significativo per noi:
–Individuo quattro sue caratteristiche
–Come si poneva nei miei confronti?
–Come mi faceva sentire stare con lui?
Veronica Gallo – Marzo 2016
Tre domande:
Noi per i nostri ragazzi =
adulti di riferimento, da conquistare e seguire
• Caratteristiche dei bambini tra gli 8 e gli 11 anni (età della
ragione):
– Entusiasmo, ma anche ansie e preoccupazioni
– Energia: necessità di movimento e di sfogo fisico
– Immaginazione: senso di meraviglia+capacità razionali (capacità di
riflessione sui propri pensieri e azioni = accuratezza e affidabilità
nell’autovalutazione)
– Socializzazione: i processi mentali si sviluppano attraverso le interazioni
con gli altri = abitano un mondo mediato dal senso di sè in relazione agli
altri apprendono tanto più, quanto più è la fiducia che hanno
nell’adulto che propone.
– La loro autostima si sta ancora formando e si sta formando un senso del
sé  sono molto sensibili alle critiche / timore rispetto alle proprie
capacità/ desiderio di compiacere.
Veronica Gallo – Marzo 2016
8-11 anni
Noi per i nostri ragazzi =
adulti da mettere alla prova
• Caratteristiche dopo i 12 anni: il cambiamento:
– Emotività: le montagne russe
– Energia: corpi che cambiano, diventano “prestanti”  necessità di
maggior sfogo fisico...ma la scuola chiede di più.
– Maggiori capacità introspettive e necessità di tempo per l’autoriflessione:
anelito alla definizione di un senso e di uno scopo della loro vita.
– Nuova percezione di sè: desiderio di essere considerati grandi dai grandi;
di autodeterminazione- ma ancora necessari orientamento e sostegno
affettivo dal mondo degli adulti, nonostante esso sia messo sotto critica
(radar verso le ipocrisie)
– Mondo definito dai pari: maggiore importanza al loro giudizio,
– Necessità di appartenenza al gruppo. - Confronto con gli ideali di successo
e le aspettative della cultura di appartenenza- pressione del conformismo
– Autostima si costruisce attraverso la scoperta di sè stessi- provarsi, anche
nei propri limiti può esporre a situazioni di rischio
Veronica Gallo – Marzo 2016
12+ anni
La relazione:
spazio e strumento del nostro fare educazione
• Martin Buber: “l’uomo diventa veramente sè stesso soltanto
nell’incontro con il Tu”:
– la relazione porta al riconoscimento della comune umanità, della diversità
individuale e culturale: costruisce la persona!
• L’accoglienza dell’altro, il farsi per lui presenza in un rapporto di
reciprocità porta a fare esperienza del proprio limite e della
solidarietà con l’altro, rendendosi conto non solo di ciò che
necessita l’altro, ma anche di ciò che ciascuno è in grado di
offrire alla persona che ha di fronte,
– questo porta la relazione a diventare inevitabilmente educativa per
entrambi e già a prescindere dall’intenzionalità educativa che abbiamo.
• Carl Rogers descrive la relazione educativa come rapporto in cui
una persona si attiva per facilitare la crescita e la maturità
dell’altro, che non si configura come soggetto da manipolare, ma
come persona capace di autocompimento e di autorealizzazione.
– non oche da ingozzo, ma semi da coltivare!
Veronica Gallo – Marzo 2016
Pragmatica della comunicazione
5 assiomi di Watzlawick
1. Non si può non comunicare
2. Il contenuto classifica la relazione
3. Le variazioni di direzioni del flusso comunicativo sono
scandite dalla punteggiatura
4. Ci sono comunicazioni analogiche e digitali
5. Tutti gli scambi comunicativi si fondano o
sull’uguaglianza o sulla differenza e quindi possono
essere simmetrici o complementari
Le modalita con cui comunichiamo
sono più importanti del contenuto stesso.
Veronica Gallo – Marzo 2016
Educare = arrivare all’altro
per fare in modo che lui arrivi a sè stesso
• Dove:
– nella relazione con i nostri ragazzi
• Come:
– con amore ragionevole e ragione amorevole- amore e
fermezza
• Cosa:
– orientamento valoriale, riferimento verticale e trascendente
• Perchè:
– da cosa siamo mossi...il “Chi ce lo fa fare”
Veronica Gallo – Marzo 2016
La relazione educativa
di don Bosco
• Presenza:
– esserci (tempo)
– essere “per”
– essere “con” (Modello della reciprocità interpersonale di M. Buber)
– “essere prima” (sistema preventivo)
• Accoglienza senza condizioni
• Ascolto e sguardo attento
• Confidenza (fiducia)
• Fermezza e ragionevolezza
• Religione
Veronica Gallo – Marzo 2016
Caratteristiche
di una relazione educativa
• Asimmetrica
• Promuove la crescita (invita, propone, fa emergere,
rispetta tempi e modi, promuove libertà di scelta)
• Intenzionale (conosco il senso di quello che faccio)
• Globale (in rete con le altre agenzie educative)
• Continuativa
• Coinvolgimento (trovare la giusta distanza)
• Lavora sul conflitto e sul limite
Veronica Gallo – Marzo 2016
Lavorare sul conflitto e sul limite
Gli stimoli dolorosi
Gli stimoli dolorosi ci fanno fare autogoal !!
Perdiamo la relazione! Essi educano, ma non nella libertà.
Possono essere:
• fisici (percosse, rompere un gioco, sequestrare qualcosa),
• emozionali (usare toni di voce troppo forti, spaventare),
• di relazione (minacciare di andarsene o di lasciarli soli),
• di significato (dare giudizi negativi)
Veronica Gallo – Marzo 2016
ATTENZIONE !!
!
“Non agitazione nell’animo, non disprezzo negli occhi, non ingiuria
sul labbro; ma sentiamo la compassione per il momento, la
speranza per l’avvenire, e allora voi sarete i veri padri e farete
una vera correzione. (...)
Ricordatevi che l’educazione è cosa del cuore, e che Dio solo ne è il
padrone, e noi non potremo riuscire cosa alcuna, se Dio non ce ne
insegna l’arte, e non ce ne mette in mano le chiavi. (...)
Studiamo di farci amare e vedremo con mirabile facilità aprirsi le
porte di tanti cuori...”
dalla lettera circolare “Dei castighi da infliggersi nelle case salesiane”
- don Bosco 1883 -
Lavorare sul conflitto e sul limite
Veronica Gallo – Marzo 2016
Essere educatore
quindi significa
Impegnarci a essere persone:
ricche di umanità,
in cammino di crescita,
aperte ai valori ed entusiaste della vita,
solidali e partecipi,
capaci di relazioni profonde che ci umanizzano.
E’ dalla ricchezza del nostro essere
che i bambini e i giovani attingono alimento.
Veronica Gallo – Marzo 2016
Grazie e buon lavoro !!!
Veronica Gallo
psi.veronica.gallo@gmail.com
Prossimo incontro su: Dinamiche di Gruppo e Stili di Conduzione

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  • 1. La relazione educativa Il catechista conosce i suo ragazzi Proposta per i catechisti del biennio diocesano 05/03/2016 – Veronica Gallo
  • 2. Oggi insieme • Veronica: – Anni (35) – Mamma (3) – Catechista (22) – Psicoterapeuta • La relazione educativa (5 marzo) – Con chi – Per chi – Spazi e strumenti – Come – Finalità – Rischi • E poi: Dinamiche di Gruppo e Stili di Conduzione (12 marzo) Veronica Gallo – Marzo 2016
  • 3. Noi da bambini o da ragazzi • Pensiamo all’educatore che abbiamo incontrato e che è stato più significativo per noi: –Individuo quattro sue caratteristiche –Come si poneva nei miei confronti? –Come mi faceva sentire stare con lui? Veronica Gallo – Marzo 2016 Tre domande:
  • 4. Noi per i nostri ragazzi = adulti di riferimento, da conquistare e seguire • Caratteristiche dei bambini tra gli 8 e gli 11 anni (età della ragione): – Entusiasmo, ma anche ansie e preoccupazioni – Energia: necessità di movimento e di sfogo fisico – Immaginazione: senso di meraviglia+capacità razionali (capacità di riflessione sui propri pensieri e azioni = accuratezza e affidabilità nell’autovalutazione) – Socializzazione: i processi mentali si sviluppano attraverso le interazioni con gli altri = abitano un mondo mediato dal senso di sè in relazione agli altri apprendono tanto più, quanto più è la fiducia che hanno nell’adulto che propone. – La loro autostima si sta ancora formando e si sta formando un senso del sé  sono molto sensibili alle critiche / timore rispetto alle proprie capacità/ desiderio di compiacere. Veronica Gallo – Marzo 2016 8-11 anni
  • 5. Noi per i nostri ragazzi = adulti da mettere alla prova • Caratteristiche dopo i 12 anni: il cambiamento: – Emotività: le montagne russe – Energia: corpi che cambiano, diventano “prestanti”  necessità di maggior sfogo fisico...ma la scuola chiede di più. – Maggiori capacità introspettive e necessità di tempo per l’autoriflessione: anelito alla definizione di un senso e di uno scopo della loro vita. – Nuova percezione di sè: desiderio di essere considerati grandi dai grandi; di autodeterminazione- ma ancora necessari orientamento e sostegno affettivo dal mondo degli adulti, nonostante esso sia messo sotto critica (radar verso le ipocrisie) – Mondo definito dai pari: maggiore importanza al loro giudizio, – Necessità di appartenenza al gruppo. - Confronto con gli ideali di successo e le aspettative della cultura di appartenenza- pressione del conformismo – Autostima si costruisce attraverso la scoperta di sè stessi- provarsi, anche nei propri limiti può esporre a situazioni di rischio Veronica Gallo – Marzo 2016 12+ anni
  • 6. La relazione: spazio e strumento del nostro fare educazione • Martin Buber: “l’uomo diventa veramente sè stesso soltanto nell’incontro con il Tu”: – la relazione porta al riconoscimento della comune umanità, della diversità individuale e culturale: costruisce la persona! • L’accoglienza dell’altro, il farsi per lui presenza in un rapporto di reciprocità porta a fare esperienza del proprio limite e della solidarietà con l’altro, rendendosi conto non solo di ciò che necessita l’altro, ma anche di ciò che ciascuno è in grado di offrire alla persona che ha di fronte, – questo porta la relazione a diventare inevitabilmente educativa per entrambi e già a prescindere dall’intenzionalità educativa che abbiamo. • Carl Rogers descrive la relazione educativa come rapporto in cui una persona si attiva per facilitare la crescita e la maturità dell’altro, che non si configura come soggetto da manipolare, ma come persona capace di autocompimento e di autorealizzazione. – non oche da ingozzo, ma semi da coltivare! Veronica Gallo – Marzo 2016
  • 7. Pragmatica della comunicazione 5 assiomi di Watzlawick 1. Non si può non comunicare 2. Il contenuto classifica la relazione 3. Le variazioni di direzioni del flusso comunicativo sono scandite dalla punteggiatura 4. Ci sono comunicazioni analogiche e digitali 5. Tutti gli scambi comunicativi si fondano o sull’uguaglianza o sulla differenza e quindi possono essere simmetrici o complementari Le modalita con cui comunichiamo sono più importanti del contenuto stesso. Veronica Gallo – Marzo 2016
  • 8. Educare = arrivare all’altro per fare in modo che lui arrivi a sè stesso • Dove: – nella relazione con i nostri ragazzi • Come: – con amore ragionevole e ragione amorevole- amore e fermezza • Cosa: – orientamento valoriale, riferimento verticale e trascendente • Perchè: – da cosa siamo mossi...il “Chi ce lo fa fare” Veronica Gallo – Marzo 2016
  • 9. La relazione educativa di don Bosco • Presenza: – esserci (tempo) – essere “per” – essere “con” (Modello della reciprocità interpersonale di M. Buber) – “essere prima” (sistema preventivo) • Accoglienza senza condizioni • Ascolto e sguardo attento • Confidenza (fiducia) • Fermezza e ragionevolezza • Religione Veronica Gallo – Marzo 2016
  • 10. Caratteristiche di una relazione educativa • Asimmetrica • Promuove la crescita (invita, propone, fa emergere, rispetta tempi e modi, promuove libertà di scelta) • Intenzionale (conosco il senso di quello che faccio) • Globale (in rete con le altre agenzie educative) • Continuativa • Coinvolgimento (trovare la giusta distanza) • Lavora sul conflitto e sul limite Veronica Gallo – Marzo 2016
  • 11. Lavorare sul conflitto e sul limite Gli stimoli dolorosi Gli stimoli dolorosi ci fanno fare autogoal !! Perdiamo la relazione! Essi educano, ma non nella libertà. Possono essere: • fisici (percosse, rompere un gioco, sequestrare qualcosa), • emozionali (usare toni di voce troppo forti, spaventare), • di relazione (minacciare di andarsene o di lasciarli soli), • di significato (dare giudizi negativi) Veronica Gallo – Marzo 2016 ATTENZIONE !! !
  • 12. “Non agitazione nell’animo, non disprezzo negli occhi, non ingiuria sul labbro; ma sentiamo la compassione per il momento, la speranza per l’avvenire, e allora voi sarete i veri padri e farete una vera correzione. (...) Ricordatevi che l’educazione è cosa del cuore, e che Dio solo ne è il padrone, e noi non potremo riuscire cosa alcuna, se Dio non ce ne insegna l’arte, e non ce ne mette in mano le chiavi. (...) Studiamo di farci amare e vedremo con mirabile facilità aprirsi le porte di tanti cuori...” dalla lettera circolare “Dei castighi da infliggersi nelle case salesiane” - don Bosco 1883 - Lavorare sul conflitto e sul limite Veronica Gallo – Marzo 2016
  • 13. Essere educatore quindi significa Impegnarci a essere persone: ricche di umanità, in cammino di crescita, aperte ai valori ed entusiaste della vita, solidali e partecipi, capaci di relazioni profonde che ci umanizzano. E’ dalla ricchezza del nostro essere che i bambini e i giovani attingono alimento. Veronica Gallo – Marzo 2016
  • 14. Grazie e buon lavoro !!! Veronica Gallo psi.veronica.gallo@gmail.com Prossimo incontro su: Dinamiche di Gruppo e Stili di Conduzione