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Conferenza ASITA 2013
SESSIONE PLENARIA a cura del Consiglio Scientifico ASITA e di Stati Generali
dell'Innovazione
INFRASTRUTTURE DI DATI TERRITORIALI INNOVATIVE PER CITTÀ
INTELLIGENTI SPATIALLY ENABLED

Moderatori: N. Guarino, Stati Generali dell'Innovazione, ISTC-CNR
S. Farruggia, ASITA/AMFM GIS Italia

Relazioni:
Il Vademecum per la pianificazione strategica delle Smart City: uno strumento
condiviso per le città dell'Osservatorio
E. Filippi, Cittalia - Osservatorio Nazionale Smart City di ANCI
Le città sono sempre di più al centro delle principali sfide della società. Lo sono per la
radicalizzazione delle dinamiche che in esse hanno luogo: aumento povertà e disoccupazione,
nuove migrazioni, invecchiamento demografico, riforma istituzionale, nuova programmazione
comunitaria, le opportunità tecnologiche, maturità delle soluzioni di egovernment.
Queste sfide possono essere trasformate dalle città in opportunità, migliorando il livello di
benessere dei cittadini, producendo nuova occupazione, incrementando la competitività del Paese.
Il tema delle Smart Cities ha conquistato l'attenzione internazionale quale nuovo approccio per dare
risposte concrete ai bisogni di nuovi modelli nello sviluppo locale ed urbano in particolare.
La discussione ha raggiunto un elevato grado di maturità ma poco ancora è stato fatto per rendere
questo approccio un percorso operativo concreto. Inoltre, come qualsiasi approccio innovativo,
quello delle Smart City rischia di diventare un’ennesima occasione perduta se non potrà avvalersi
delle necessarie competenze, interne ed esterne alla PA, per gestire le innovazioni introdotte.
Per questo motivo, ANCI e FORUM PA hanno deciso di mettere insieme la loro esperienza
siglando un Protocollo d’intesa per la gestione dell’Osservatorio Nazionale Smart City che ha
l’obiettivo di mappare e mettere in rete le esperienze già avviate dai Comuni italiani, individuare le
soluzioni tecnologiche e gli strumenti di programmazione adottati, evidenziare gli ostacoli ancora
esistenti, elaborare analisi, ricerche e modelli replicabili, favorire la conoscenza, la collaborazione e
la comunicazione.
La prima fase realizzata è stata la costruzione della community e la definizione condivisa del
Vademecum.

Conoscere per crescere: l'iniziativa IcityLab
G. Dominici, Direttore Generale Forum PA
Conoscere per programmare è la parola d’ordine di ICity Rate, il Rapporto annuale realizzato da
FORUM PA, la cui seconda edizione è stata presentata a Bologna all’interno di Smart City
Exhibition lo scorso sedici ottobre. L’analisi ha riguardato 103 Comuni capoluogo e circa 100
indicatori aggiornati, utili a descrivere la situazione delle città in sei diverse dimensioni: economia,
ambiente, mobilità, governance, qualità della vita e capitale sociale. ICity Rate ci aiuta quindi a
capire quali sono in questo momento i punti di forza e di debolezza per ogni territorio, quali città in
quest’ultimo anno hanno fatto passi avanti nel percorso verso la Smart City e quali invece sono
tornate indietro sui diversi aspetti del vivere urbano, offrendo un quadro di riferimento utile a
programmare i prossimi interventi. Siamo infatti convinti che il primo passo indispensabile per la
costruzione condivisa di una città intelligente sia la conoscenza del contesto territoriale, delle sue
dinamiche economiche, del suo capitale sociale e relazionale. La conoscenza dei fenomeni, con
l’analisi e il monitoraggio continuo delle informazioni sugli assetti socio-economici dei territori, è
indispensabile strumento per orientare le politiche degli enti locali.

EULF: un quadro europeo per “location-enabled government”
F. Pignatelli, Programme Manager/EC - DG JRC, Institute for Environment and
Sustainability, Digital Earth and Reference Data Unit
Il progetto EULF (European Union Location Framework) è orientato a creare un quadro per il
supporto e la facilitazione della realizzazione di un “location-enabled goverment” nelle PA in
Europa, analizzando il valore aggiunto dell’integrazione della dimensione geografica nei processi e
servizi di e-government. Verranno presentati i risultati preliminari di un sondaggio mirato ai
rappresentanti delle PA nel campo dei dati geografici (INSPIRE) e nel campo dell’e-government e
possibili risvolti nell’ambito delle smart cities.

SISTAN e open data: i catalizzatori di ISTAT per le città intelligenti
V. Patruno, Responsabile gruppo di lavoro per gli open data ISTAT
Per aumentare l’intelligenza delle città e dei territori è di fondamentale importanza la produzione e
il rilascio di Open Data di qualità. Gli enti locali del SISTAN diventano un elemento essenziale per
consentire alle imprese, ai cittadini, alla stessa PA e alle big Company di conoscere e interagire con
città e territori che raccontano se stessi attraverso i dati.

Smart Istat: Architetture Statistiche Innovative e Nuovi Servizi per gli Utenti
E. Baldacci, Direttore Dip. per l’integrazione, la qualità e lo sviluppo delle reti di produzione e
ricerca ISTAT
ISTAT ha avviato negli ultimi anni una complessa strategia di innovazione con il programma
STAT2015 che mira alla trasformazione dei processi di produzione statistica in chiave “smart”,
attraverso architetture basate su interoperabilità e riuso delle informazioni e dei servizi e l’utilizzo
di fonti di dati innovative nella produzione di statistiche quali i Big Data. Sul fronte dei prodotti per
gli utenti le innovazioni riguardano la costruzione di piattaforme di servizi orientate agli utenti,
strumenti avanzati di visualizzazione dinamica e personalizzata dei dati, data warehouse navigabili,
sistemi informativi per archiviare, gestire e condividere il patrimonio informativo geospaziale
dell’Istituto e rilascio di dati in formati aperti e integrabili.
STAT2015 vuole soddisfare la crescente domanda di informazione statistica di qualità e la
disponibilità di tecnologie intelligenti, che rendono superate le tradizionali modalità di produzione
dell’informazione statistica, sia sul piano dei costi che in termini di valore dell’output. I bisogni
sempre maggiori degli utilizzatori, prosumer di informazione statistica, richiedono in realtà
flessibilità e scalabilità nei processi produttivi, per rispondere in tempi rapidi ad una domanda
sempre più segmentata. Allo stesso tempo, gli utilizzatori chiedono sempre più ai produttori di
informazione statistica strumenti in grado di estrarre conoscenza dai dati statistici, in modo che essi
possano essere utilizzati nei processi decisionali. Con lo spostamento di molti di questi processi a
livelli territoriali più fini, la dimensione territoriale dell’informazione e la sua personalizzazione
“local” acquistano, così, sempre più importanza.

OpenStreetMap: quando gli smart citizen organizzano le (smart) city
M. Napolitano, Tecnologo Fondazione Bruno Kessler
OpenStreetmap è un progetto collaborativo per creare una mappa libera del mondo.
L'aspetto di collaborazione mette in evidenza una serie di cittadini attivi che, nella creazione di un
bene comune, riescono a dare diversi significati ai dati.

La proposta dell’Istituto per gli Open Data: l'importanza dei dati geospaziali
N. Iacono, Vice Presidente Stati Generali dell’Innovazione
L’esperienza di questi mesi di discussioni e indagini sia in preparazione dell’Open Data Day 2013,
sia a valle di questo evento, hanno evidenziato come nel campo dei Dati Aperti in Italia ai ritardi dal
lato dell'offerta si somma una certa debolezza della domanda, da parte di imprese e cittadini.
L'esistenza di dati e informazioni riusabili è solo una condizione per la costruzione di un contesto
favorevole al loro utilizzo e alla predisposizione di nuovi servizi.
Anche da questa considerazione è derivata l’idea di lanciare in occasione dell'Open Data Day 2013
la proposta di costituire un Istituto per i Dati Aperti, un organismo indipendente, partecipato su
base volontaria, che possa essere uno strumento di formazione e stimolo di una più ampia e solida
"domanda" di dati per la realizzazione di servizi innovativi, in grado di innescare un circolo
virtuoso di convenienze reciproche tra chi favorisce la distribuzione di dati, ricevendone in cambio
nuovi servizi e nuovo valore, e chi quei dati utilizza per ampliare la propria "offerta"
imprenditoriale.
All’Istituto compete quindi una duplice funzione, di catalizzatore di energie e capacità e di raccordo
tra i diversi protagonisti di questo mercato, per favorire l'incontro tra domanda e offerta, lo scambio
e la condivisione di pratiche, strumenti, tecnologie.
La proposta, che non vuole sovrapporsi alle competenze di indirizzo assegnate a specifici soggetti
istituzionali, è indirizzata a tre categorie di interlocutori:
• le associazioni e i centri di studio e ricerca, che sono i "naturali" compagni di viaggio di
questa impresa;
• le imprese, che dovranno sostenere, direttamente attraverso le quote associative e
indirettamente attraverso la realizzazione di progetti comuni, la vita dell'istituto;
• le pubbliche amministrazioni e i grandi fornitori di dati, infine, che sono la controparte attiva
della attività dell’Istituto, il terminale di quella domanda che l'Istituto dovrà contribuire a
formare.
Uno degli impegni, per la diffusione della cultura degli Open Data, si intreccia con quello per la
realizzazione di una comunità “spatially enabled” che è essenziale (poiché assume il ruolo di
fornitore, utente, valutatore) per disporre di dati della qualità adeguata.

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[Conferenza ASITA 2013] INFRASTRUTTURE DI DATI TERRITORIALI INNOVATIVE PER CITTÀ INTELLIGENTI SPATIALLY ENABLED

  • 1. Conferenza ASITA 2013 SESSIONE PLENARIA a cura del Consiglio Scientifico ASITA e di Stati Generali dell'Innovazione INFRASTRUTTURE DI DATI TERRITORIALI INNOVATIVE PER CITTÀ INTELLIGENTI SPATIALLY ENABLED Moderatori: N. Guarino, Stati Generali dell'Innovazione, ISTC-CNR S. Farruggia, ASITA/AMFM GIS Italia Relazioni: Il Vademecum per la pianificazione strategica delle Smart City: uno strumento condiviso per le città dell'Osservatorio E. Filippi, Cittalia - Osservatorio Nazionale Smart City di ANCI Le città sono sempre di più al centro delle principali sfide della società. Lo sono per la radicalizzazione delle dinamiche che in esse hanno luogo: aumento povertà e disoccupazione, nuove migrazioni, invecchiamento demografico, riforma istituzionale, nuova programmazione comunitaria, le opportunità tecnologiche, maturità delle soluzioni di egovernment. Queste sfide possono essere trasformate dalle città in opportunità, migliorando il livello di benessere dei cittadini, producendo nuova occupazione, incrementando la competitività del Paese. Il tema delle Smart Cities ha conquistato l'attenzione internazionale quale nuovo approccio per dare risposte concrete ai bisogni di nuovi modelli nello sviluppo locale ed urbano in particolare. La discussione ha raggiunto un elevato grado di maturità ma poco ancora è stato fatto per rendere questo approccio un percorso operativo concreto. Inoltre, come qualsiasi approccio innovativo, quello delle Smart City rischia di diventare un’ennesima occasione perduta se non potrà avvalersi delle necessarie competenze, interne ed esterne alla PA, per gestire le innovazioni introdotte. Per questo motivo, ANCI e FORUM PA hanno deciso di mettere insieme la loro esperienza siglando un Protocollo d’intesa per la gestione dell’Osservatorio Nazionale Smart City che ha l’obiettivo di mappare e mettere in rete le esperienze già avviate dai Comuni italiani, individuare le soluzioni tecnologiche e gli strumenti di programmazione adottati, evidenziare gli ostacoli ancora esistenti, elaborare analisi, ricerche e modelli replicabili, favorire la conoscenza, la collaborazione e la comunicazione. La prima fase realizzata è stata la costruzione della community e la definizione condivisa del Vademecum. Conoscere per crescere: l'iniziativa IcityLab G. Dominici, Direttore Generale Forum PA Conoscere per programmare è la parola d’ordine di ICity Rate, il Rapporto annuale realizzato da FORUM PA, la cui seconda edizione è stata presentata a Bologna all’interno di Smart City Exhibition lo scorso sedici ottobre. L’analisi ha riguardato 103 Comuni capoluogo e circa 100 indicatori aggiornati, utili a descrivere la situazione delle città in sei diverse dimensioni: economia, ambiente, mobilità, governance, qualità della vita e capitale sociale. ICity Rate ci aiuta quindi a capire quali sono in questo momento i punti di forza e di debolezza per ogni territorio, quali città in quest’ultimo anno hanno fatto passi avanti nel percorso verso la Smart City e quali invece sono
  • 2. tornate indietro sui diversi aspetti del vivere urbano, offrendo un quadro di riferimento utile a programmare i prossimi interventi. Siamo infatti convinti che il primo passo indispensabile per la costruzione condivisa di una città intelligente sia la conoscenza del contesto territoriale, delle sue dinamiche economiche, del suo capitale sociale e relazionale. La conoscenza dei fenomeni, con l’analisi e il monitoraggio continuo delle informazioni sugli assetti socio-economici dei territori, è indispensabile strumento per orientare le politiche degli enti locali. EULF: un quadro europeo per “location-enabled government” F. Pignatelli, Programme Manager/EC - DG JRC, Institute for Environment and Sustainability, Digital Earth and Reference Data Unit Il progetto EULF (European Union Location Framework) è orientato a creare un quadro per il supporto e la facilitazione della realizzazione di un “location-enabled goverment” nelle PA in Europa, analizzando il valore aggiunto dell’integrazione della dimensione geografica nei processi e servizi di e-government. Verranno presentati i risultati preliminari di un sondaggio mirato ai rappresentanti delle PA nel campo dei dati geografici (INSPIRE) e nel campo dell’e-government e possibili risvolti nell’ambito delle smart cities. SISTAN e open data: i catalizzatori di ISTAT per le città intelligenti V. Patruno, Responsabile gruppo di lavoro per gli open data ISTAT Per aumentare l’intelligenza delle città e dei territori è di fondamentale importanza la produzione e il rilascio di Open Data di qualità. Gli enti locali del SISTAN diventano un elemento essenziale per consentire alle imprese, ai cittadini, alla stessa PA e alle big Company di conoscere e interagire con città e territori che raccontano se stessi attraverso i dati. Smart Istat: Architetture Statistiche Innovative e Nuovi Servizi per gli Utenti E. Baldacci, Direttore Dip. per l’integrazione, la qualità e lo sviluppo delle reti di produzione e ricerca ISTAT ISTAT ha avviato negli ultimi anni una complessa strategia di innovazione con il programma STAT2015 che mira alla trasformazione dei processi di produzione statistica in chiave “smart”, attraverso architetture basate su interoperabilità e riuso delle informazioni e dei servizi e l’utilizzo di fonti di dati innovative nella produzione di statistiche quali i Big Data. Sul fronte dei prodotti per gli utenti le innovazioni riguardano la costruzione di piattaforme di servizi orientate agli utenti, strumenti avanzati di visualizzazione dinamica e personalizzata dei dati, data warehouse navigabili, sistemi informativi per archiviare, gestire e condividere il patrimonio informativo geospaziale dell’Istituto e rilascio di dati in formati aperti e integrabili. STAT2015 vuole soddisfare la crescente domanda di informazione statistica di qualità e la disponibilità di tecnologie intelligenti, che rendono superate le tradizionali modalità di produzione dell’informazione statistica, sia sul piano dei costi che in termini di valore dell’output. I bisogni sempre maggiori degli utilizzatori, prosumer di informazione statistica, richiedono in realtà flessibilità e scalabilità nei processi produttivi, per rispondere in tempi rapidi ad una domanda sempre più segmentata. Allo stesso tempo, gli utilizzatori chiedono sempre più ai produttori di informazione statistica strumenti in grado di estrarre conoscenza dai dati statistici, in modo che essi possano essere utilizzati nei processi decisionali. Con lo spostamento di molti di questi processi a
  • 3. livelli territoriali più fini, la dimensione territoriale dell’informazione e la sua personalizzazione “local” acquistano, così, sempre più importanza. OpenStreetMap: quando gli smart citizen organizzano le (smart) city M. Napolitano, Tecnologo Fondazione Bruno Kessler OpenStreetmap è un progetto collaborativo per creare una mappa libera del mondo. L'aspetto di collaborazione mette in evidenza una serie di cittadini attivi che, nella creazione di un bene comune, riescono a dare diversi significati ai dati. La proposta dell’Istituto per gli Open Data: l'importanza dei dati geospaziali N. Iacono, Vice Presidente Stati Generali dell’Innovazione L’esperienza di questi mesi di discussioni e indagini sia in preparazione dell’Open Data Day 2013, sia a valle di questo evento, hanno evidenziato come nel campo dei Dati Aperti in Italia ai ritardi dal lato dell'offerta si somma una certa debolezza della domanda, da parte di imprese e cittadini. L'esistenza di dati e informazioni riusabili è solo una condizione per la costruzione di un contesto favorevole al loro utilizzo e alla predisposizione di nuovi servizi. Anche da questa considerazione è derivata l’idea di lanciare in occasione dell'Open Data Day 2013 la proposta di costituire un Istituto per i Dati Aperti, un organismo indipendente, partecipato su base volontaria, che possa essere uno strumento di formazione e stimolo di una più ampia e solida "domanda" di dati per la realizzazione di servizi innovativi, in grado di innescare un circolo virtuoso di convenienze reciproche tra chi favorisce la distribuzione di dati, ricevendone in cambio nuovi servizi e nuovo valore, e chi quei dati utilizza per ampliare la propria "offerta" imprenditoriale. All’Istituto compete quindi una duplice funzione, di catalizzatore di energie e capacità e di raccordo tra i diversi protagonisti di questo mercato, per favorire l'incontro tra domanda e offerta, lo scambio e la condivisione di pratiche, strumenti, tecnologie. La proposta, che non vuole sovrapporsi alle competenze di indirizzo assegnate a specifici soggetti istituzionali, è indirizzata a tre categorie di interlocutori: • le associazioni e i centri di studio e ricerca, che sono i "naturali" compagni di viaggio di questa impresa; • le imprese, che dovranno sostenere, direttamente attraverso le quote associative e indirettamente attraverso la realizzazione di progetti comuni, la vita dell'istituto; • le pubbliche amministrazioni e i grandi fornitori di dati, infine, che sono la controparte attiva della attività dell’Istituto, il terminale di quella domanda che l'Istituto dovrà contribuire a formare. Uno degli impegni, per la diffusione della cultura degli Open Data, si intreccia con quello per la realizzazione di una comunità “spatially enabled” che è essenziale (poiché assume il ruolo di fornitore, utente, valutatore) per disporre di dati della qualità adeguata.