3. LA SFIDA DELLA SANITA’ NEI TEMPI DI RISORSE RIDOTTE
MENO SPESE PIU’ SERVIZI
SIGNIFICA
LA RAZIONALIZAZIONE, L’INTEGRAZIONE ED IL
TRASFERIMENTO DELLE RISORSE
INCREMENTARE e
QUALIFICARE L’OFFERTA
OCCORRE CAMBIARE
Il modo di erogare le cure
INNOVANDO
i processi di assistenza
ATTRAVERSO
4. Incremento delle attività sanitarie al domicilio - Telemedicina
Riduzione dei tempi di attesa
Riduzione dei ricoveri ripetuti e inappropriati
Migliore qualità di vita
Migliori esiti
Riduzione degli sprechi
Maggiore soddisfazione
Maggiore appropriatezza
Maggiore sicurezza
Lotta al dolore burocratico
e all’infodemia
Parole chiavi
Nuovi C.C.N.L. - Aumento dei salari - Assunzioni
5. RIVOLUZIONE DIGITALE
RIVOLUZIONE MANAGERIALE
E DI SISTEMA DELLA SANITA’
BISOGNA RIVEDERE
RAPPORTI STATO-REGIONI
NON C’E’ SOLO IL COVID-19: BISOGNA
PENSARE ANCHE AGLI ALTRI MALATI
PROSSIMA PANDEMIA:
MALATI DI CANCRO E FRAGILI
6. TOTAL QUALITY MANAGEMENT
Trovare
le cause
Generare
soluzioni
PLAN
DO
CHECK
ACT
Stabilire un
metodo
Descrivere
il problema
Sviluppare un piano di azione
(chi, cosa, quando, dove, come)
Misurare,
analizzare e
verificare
Implementare
8. INNOVIAMO PER CURARE MEGLIO
MISSIONE SALUTE 2021/2026
PIANO NAZIONALE DI RIPRESA
E DI RESILENZIA
COMMUNITY CARE
CASA DELLA COMUNITA’
TELEMEDICINA - ADI
RETI CLINICO ASSISTENZIALI
OSPEDALE DI COMUNITA’
CENTRALE OPERATIVA TERRITORIALE
ADEGUAMENTO ANTISISMICO
DIGITALIZZAZIONE
AMMODERNAMENTO PARCO TECNOLOGICO
PROJECT MANAGEMENT
COMMUNITY CARE
GREEN HOSPITAL IMPATTO ZERO
SALA OPERATORIA IBRIDA
MEDICAL TRANSPORT DRONES
POLO DEL SOLLIEVO
Un efficace miglioramento del S.S.N. per rendere le strutture più moderne, digitali e
inclusive, garantire equità di accesso alle cure, rafforzare la prevenzione e i servizi
sul territorio promuovendo la ricerca
9. E’ un concetto di centralità della persona sui suoi
bisogni assistenziali e sociali per una presa in carico
globale da parte dell’équipe multiprofessionale e
multidisciplinare.
Al paziente non basta l’eccellenza del singolo
specialista, ma quel che conta è il tasso complessivo
di interazione di più soggetti sulla malattia, nella
quale, i diversi operatori mettono in campo le proprie
specificità, dando vita a quell’intreccio di
“pluricompetenze” che è la base del lavoro di équipe.
10. PRIORITA’ ASSOLUTA DEL 21° SECOLO
Più servizi domiciliari e assistenza integrata, meno
sussidi e meno istituzionalizzazione
Coperture collettive pubbliche o mutualistiche e
individuali integrative dei supporti pubblici di base,
attraverso l’agevolazione fiscale
Formazione e incentivazione dei diversi caregiver,
dalla famiglia, alle badanti e alle società di servizi alla
persona
Residenzialità protette nei casi più impegnativi per le
cure di lunga durata legate alle patologie croniche,
neurodegenerative o terminali 10
11. TRANSIZIONE DEMOGRAFICA ED EPIDEMIOLOGICA
L’Italia è il 2 paese europeo più vecchio dopo la Germania
Percentuale di popolazione di 65 anni e più: dal 19% nel 2001
al 23% nel 2015 (corrispondente a un aumento di quasi 4
milioni di persone)
Le persone oltre i 65 anni: dai 6,5 mln del 2013 ai 13 mln del
2065 e quelle oltre i 75 saranno quasi 1/3 della popolazione
(stime ISTAT)
L’invecchiamento si accompagna ad un aumento delle persone
che perdono, per malattia, la loro autonomia e la loro
autosufficienza
Oltre la metà della popolazione ultra75enne soffre di patologie
croniche gravi e le persone affette da almeno una patologia
grave nel 2015 sono state il 17% della popolazione, con un
aumento di 3 punti percentuali rispetto al 2005
Prevalenza attesa di cronici gravi nel 2024 superiore al 20%
12. Persone con almeno 65 anni di età secondo le principali
malattie croniche diagnosticate
Incidenze su popolazione con almeno 65 anni (Anno 2018)
5,5%
5,9%
9,5%
9,6%
12,2%
13,6%
17,1%
25,7%
46,0%
49,0%
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0
Gastropatie
Parkinson, Alzheimer
Malattie allergiche
Depressione, ansia
Cardiopatie
Patologie respiratorie
Diabete
Osteoporosi
Artrite, artrosi
Ipertensione
Il 58% degli
anziani affetti
da malattie
croniche
dichiara
di essere
in cattive
condizioni
di salute
13. I livello base persona in salute
II livello di bassa complessità soggetti “non cronici/fragili” che usano
i servizi in modo sporadico (prime visite/accessi ambulatoriali veri)
III livello di media complessità cronicità/fragilità/disabilità iniziale
prevalentemente monopatologica
IV livello di alta complessità cronicità/fragilità/disabilità con
polipatologia complessa con prevalenti bisogni extra-ospedalieri ma ad alta
richiesta di accessi ambulatoriali - cronicità/fragilità/disabilità con
polipatologia, frequente uso delle strutture ospedaliere e/o con fragilità
sociosanitarie di grado moderato
V livello di altissima complessità multimorbilità con espressione di
fragilità clinica e/o funzionale con bisogni prevalenti di tipo domiciliare e/o
ospedaliero e/o semi residenziale e/o residenziale
VI Terminalità patologia evolutiva in fase avanzata, per la quale non
esistano più possibilità di cura
Classificazione dei bisogni di salute
14.
15. CASA DELLA COMUNITA’
E’ una struttura polivalente e funzionale in grado di erogare
materialmente l’insieme delle cure primarie, di garantire la
continuità assistenziale e le attività di prevenzione.
La Casa della Comunità si connette con l’Ospedale e con gli
altri servizi territoriali con l’obiettivo di un’efficace presa in
carico del paziente ed i ricoveri ripetuti in ospedale.
Ciò con lo sviluppo di strategie preventive e proattive secondo
il Chronic Care Model; con questo modello si attua una
gestione programmata dei pazienti cronici e il monitoraggio
costante delle loro condizioni di salute.
16. CASA DELLA COMUNITA’
H12 per 7 gg/settimana
(con presa in carico h 24)
Struttura multidisciplinare
Dotazione strumentale
adeguata
Legame con 1° livello
Minimo 10 MMG + team
completo
Prestazioni specialistiche
con medici convenzionati e
ospedalieri
Telemedicina
Informatizzazione
DIAGNOSTICA
SPECIALISTICA
ACCOGLIENZA
P.U.A.
C.U.P.
A.D.I.
SORVEGLIANZA TEMPORANEA
CURE PALLIATIVE
SOCIO-SANITARIO
VOLONTARIATO
AMMINISTRAZIONE
FARMACEUTICA
P.D.T.A.
CONTINUITA’ ASSISTENZIALE
17. PRESTAZIONI PREVISTE
Prestazioni specialistiche ambulatoriali
Prestazioni infermieristiche ambulatoriali
A.D.I.
Accessi non differibili H12 per 7 giorni
Sorveglianza ambulatoriale temporanea
Diagnostica di primo livello in vitro (sangue intero ed urine)
Diagnostica di primo livello in vivo (ecografia e radiologia
digitale)
Integrazione con il sociale
Percorsi per la prevenzione della violenza alle donne,
rimediazione uditiva, l’assistenza sociale agli adolescenti,
neuropsichiatria infantile, lo sportello della mutualità e
dell’assistenza integrativa privata con percorsi per
l’assistenza odontoiatrica.
19. L’individuazione a livello nazionale di un modello
condiviso per il potenziamento dell’assistenza
primaria, al fine di supportare gli operatori sanitari
nella loro pratica clinica promuovendo la
telemedicina, il telemonitoraggio e il teleconsulto e
privilegiando il setting di cura domiciliare, sarà resa
possibile anche grazie all’implementazione in ogni
A.S.L. di un sistema di interconnessione dei dati che
permetta ai dati clinici (anche derivanti da
dispositivi medici, come ad esempio quelli
impiantabili, ovvero i pacemaker) di essere
disponibili in tempo reale sul cloud a tutti gli
operatori che interagiscono con il paziente.
20. IMPLEMENTAZIONE DELLA TELEMEDICINA
• Dopo il primo periodo di emergenza, è continuata la crescita
delle iniziative di telemedicina dedicate all’assistenza dei
pazienti non Covid-19.
• A livello regionale sono in corso iniziative per la
formalizzazione delle modalità di erogazione delle
prestazioni in telemedicina, ad integrazione di quanto
definito nelle «Linee Guida Nazionali» definite dal Ministero
nel 2014 e recepite dalla Conferenza Stato-Regioni il 25-02-
2014.
• Le Regioni che hanno avviato questi processi deliberativi
(Abruzzo, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, P.A.
Bolzano, P.A. Trento, Piemonte, Puglia, Sardegna, Toscana,
Umbria e Veneto) prevedono dei piani complessivi per l’avvio
della telemedicina in modo organico.
22. 22
Attivate da tutte le Regioni le soluzioni digitali di ricetta
dematerializzata e telemedicina con indicazioni che ne
prevedono il mantenimento e la regolamentazione post
emergenza.
Attivati in tutte le Regioni i servizi di distribuzione dei farmaci
a domicilio e sostegno psicologico. In corso di definizione
solo in alcune Regioni i procedimenti per la semplificazione
burocratica, le reti di patologia e la riorganizzazione
dell’assistenza domiciliare e la medicina del territorio post
emergenza.
Alla delle risorse che saranno messe in campo con il Recovery
Fund per ridisegnare il S.S.N. futuro, è importante sottolineare
quegli aspetti che vanno a garantire un’omogeneità di accesso
e garanzia del diritto alla salute, per definire nuovi standard
assistenziali della medicina di territorio.
Ancora molto scarso il coinvolgimento degli Stakeholders nei
processi decisionali
23. Teleassistenza domiciliare
Una delle possibili soluzioni...
“In Linea con la salute” è una piattaforma che utilizza le comunicazioni a banda larga
terrestre, satellitare e wi-fi attraverso le quali tutte le specifiche del servizio possono essere
implementate efficacemente ed erogate rapidamente
24. Teleassistenza domiciliare
La caratteristica principale dei dispositivi medici utilizzati è rappresentata dalla possibilità di
trasferire le misure acquisite verso il Device Gateway in maniera del tutto automatica.
25. Servizio di teleassistenza e telemonitoraggio per assistenza
cittadini COVID-19 positivi e soggetti fragili
31. L’OSPEDALE DI COMUNITA’ è una struttura sanitaria
territoriale che si colloca tra l’ospedale per acuti,
l’assistenza domiciliare integrata e/o le altre strutture
residenziali e semiresidenziali assistenziali; non si pone in
alternativa, ma in stretta collaborazione con la rete
ospedaliera e la rete territoriale attraverso un alto grado di
interdisciplinarietà e di integrazione e proprio per questo
viene definita “intermedia”. La sua adozione, con il
potenziamento delle Case della Comunità, dell’Assistenza
domiciliare e delle Reti di prossimità, avvia la fase
applicativa del processo di riassetto strutturale e di
qualificazione della rete assistenziale. Tale riassetto,
insieme al supporto tecnologico delle Centrali Operative
Territoriali e dei sistemi di tele-salute, contribuisce alla
qualità dell’assistenza, alla sicurezza delle cure e all’uso
appropriato delle risorse, implementando forme alternative
al ricovero ospedaliero.
32. E' una struttura con un numero limitato di posti letto (15‐20) gestito da
personale infermieristico, in cui l'assistenza medica è assicurata dai
medici di medicina generale o dai pediatri di libera scelta o da altri medici
dipendenti o convenzionati con il S.S.N.; la responsabilità
igienico‐organizzativa e gestionale fa capo al distretto che assicura anche
le necessarie consulenze specialistiche.
Prende in carico pazienti che necessitano:
‐ di interventi sanitari potenzialmente erogabili a domicilio ma che
necessitano di ricovero in queste strutture in mancanza di idoneità del
domicilio (strutturale e familiare)
‐ di sorveglianza infermieristica continuativa
La degenza media prevedibile è di 15/20 giorni.
L'accesso potrà avvenire dal domicilio o dalle strutture residenziali su
proposta del medico di famiglia titolare della scelta, dai reparti
ospedalieri o direttamente dal pronto soccorso.
L'assistenza sarà garantita sulle 24 ore dal personale infermieristico ed
addetto all'assistenza, dai medici di medicina generale, dai pediatri di
libera scelta e dai medici di continuità assistenziale.
La sede fisica dell'ospedale di comunità potrà essere opportunamente
allocata presso presidi ospedalieri riconvertiti e/o presso strutture
residenziali.
33. All’interno dell’Ospedale di Comunità vi sono le U.D.I. (Unità di Degenza
Infermieristica), i cui obiettivi sono sostanzialmente quattro:
1) favorire un’appropriata gestione del ricovero ospedaliero, fornendo
un’alternativa di cura e assistenza per pazienti post acuti o per soggetti con patologie
cronico-degenerative in fase di riacutizzazione che non richiedono ricovero nel setting
ospedaliero;
2) ridurre le giornate di degenza ospedaliera inappropriate, attraverso il
monitoraggio dello stato clinico generale dei pazienti con patologie cronico-
degenerative e consolidando i risultati terapeutici ottenuti nel reparto ospedaliero per
acuti;
3) prevenire le complicanze e favorire il recupero dell’autonomia, in
un’ottica di rientro a domicilio, o di ricorso a forme assistenziali territoriali e
residenziali. Inoltre, limitare gli ingressi a carattere definitivo in strutture residenziali,
legati all’insorgenza di difficoltà familiari e sociali o alle difficoltà di gestione delle
mutate condizioni fisiche e funzionali dell’anziano dopo un’evenienza acuta;
4) favorire l’integrazione tra strutture ospedaliere e territoriali e la
condivisione di risorse umane e tecnologiche al fine di assicurare la
continuità assistenziale.
34. OSPEDALE DI COMUNITA’ è un presidio distrettuale/ospedaliero intermedio
ed è riservato ai pazienti fragili che, pur non presentando patologie acute
ad elevata necessità di assistenza medica, non possono tuttavia essere
assistiti adeguatamente a domicilio per motivi socio-sanitari e che
periodicamente necessitano di controlli o terapie particolari
35. Le persone eleggibili sono in genere soggetti appartenenti alle
categorie fragili della popolazione, persone che pur avendo un
inquadramento diagnostico già esaurito, un programma
terapeutico compiutamente definito e un quadro clinico
relativamente stabilizzato, necessitano ancora di sorveglianza
clinica e dell’erogazione di prestazioni infermieristiche
finalizzate al soddisfacimento dei bisogni assistenziali:
- pazienti con problematiche sanitarie che non giustificano il
ricovero ospedaliero ma per i quali l’assistenza domiciliare non
offre garanzie sufficienti
- pazienti che possono essere dimessi dall’Ospedale, ma non
adeguatamente assistibili al domicilio per la complessità del
quadro clinico e/o la mancanza del supporto familiare.
Si parla quindi di un’elevata complessità assistenziale a fronte
di una bassa intensità di cure.
37. Creazione delle Centrali Operative Territoriali, una in
ogni distretto, con funzione di coordinamento e
collegamento dei diversi servizi sanitari territoriali,
socio-sanitari e ospedalieri, nonché la rete
dell’emergenza-urgenza, per garantire continuità,
accessibilità e integrazione delle cure.
Le C.O.T. saranno dotate dei mezzi tecnologici che
permetteranno il controllo da remoto dei dispositivi
forniti ai pazienti, supporteranno lo scambio di
informazioni tra gli operatori sanitari coinvolti nella
cura, costituiranno un punto di riferimento per i
caregiver, sia per la formazione all’autocura sia per
la sua attuazione, nonché rappresenteranno una
base di partenza in caso di ulteriori necessità
assistenziali per il paziente.
38. Lo sviluppo di tale modello organizzativo avrà un impatto su
tutta l’organizzazione dei servizi territoriali e sulle cure
primarie. Il loro potenziamento determinerà il miglioramento
degli outcome di salute della popolazione di riferimento (es.
numero di anni in buona salute delle persone con patologie
croniche), una maggiore equità di accesso e una riduzione dei
costi conseguente agli effetti generali sul sistema:
- riduzione degli accessi impropri al P.S.;
- riduzione dell’inappropriatezza dei ricoveri ospedalieri;
- riduzione delle giornate di degenza inappropriate;
- migliore governance dei percorsi assistenziali (passaggio da
un setting assistenziale all’altro) e misurazione degli outcome
di salute ottenuti;
- migliore integrazione tra i servizi ospedalieri-territoriali e
sociali, con la relativa messa a sistema delle risorse;
- riduzione dell’inappropriatezza degli interventi assistenziali
territoriali;
- riduzione delle liste d’attesa ambulatoriali.
39.
40. Le infrastrutture tecnologiche e digitali ospedaliere presentano
un significativo grado di obsolescenza e risultano carenti in
molte strutture. Ciò rischia di compromettere la qualità delle
prestazioni e l'efficienza del sistema, e può avere un effetto
negativo sulla fiducia dei cittadini nel sistema sanitario.
L'investimento prevede l’ammodernamento digitale del parco
tecnologico ospedaliero, tramite l’acquisto di 3.133 nuove
grandi apparecchiature (T.A.C., R.M.N., Acceleratori Lineari,
Sistema Radiologico Fisso, Angiografi, Gamma Camera, Gamma
Camera/T.A.C., Mammografi, Ecotomografi) caratterizzate da
una vetustà maggiore di 5 anni, sia con interventi finalizzati al
potenziamento del livello di digitalizzazione di 280 strutture
sanitarie sede di Dipartimenti di emergenza e accettazione
(DEA) di I e II livello.
Ammodernamento parco
tecnologico e digitale ospedaliero
42. Il P.N.R.R. prevede il rafforzamento strutturale degli
Ospedali del S.S.N., attraverso l’adozione di un piano
specifico di potenziamento dell’offerta ospedaliera
tale da garantire:
1) il potenziamento della dotazione di posti letto di
terapia intensiva (+ 3.500 P.L. per garantire lo
standard di 0,14 P.L. di terapia intensiva per 1.000
abitanti) e semi-intensiva (+ 4.225 P.L.)
2) il consolidamento della separazione dei percorsi
all’interno del pronto soccorso
3) l’incremento del numero di mezzi per i trasporti
secondari.
43. L’investimento Verso un ospedale sicuro e sostenibile
mira a delineare un percorso di miglioramento
strutturale nel campo della sicurezza degli edifici
ospedalieri, adeguandoli alle vigenti norme in materia
di costruzioni in area sismica.
L’esigenza nasce soprattutto, dalla consapevolezza
che, tra gli edifici pubblici, gli ospedali rivestono un
ruolo strategico in caso di disastro.
Gli ospedali non solo svolgono una fondamentale
funzione di soccorso della popolazione, garantendo
l'efficace prosecuzione dei primi interventi medici di
emergenza avviati sul campo, ma sono anche fra i più
esposti e sensibili nel caso di eventi sismici, in quanto,
ospitano un numero molto elevato di persone con
capacità di reazione eterogenee.
44. L’investimento sul rafforzamento dell'infrastruttura
tecnologica e degli strumenti per la raccolta, l’elaborazione,
l’analisi dei dati e la simulazione mira ad imprimere una svolta.
Nel P.N.R.R. si prevedono azioni sul:
Fascicolo Sanitario Elettronico: obiettivo è il potenziamento del
F.S.E. al fine di garantirne la diffusione, l’omogeneità e
l’accessibilità su tutto il territorio nazionale da parte degli
assistiti e operatori sanitari. Il F.S.E. svolgerà tre funzioni:
1) punto di accesso per le persone e pazienti per la fruizione di
servizi essenziali forniti dal S.S.N.;
2) base dati per i professionisti sanitari contenente
informazioni cliniche omogenee che includeranno l’intera
storia clinica del paziente;
3) strumento per le AA.SS.LL. che potranno utilizzare le
informazioni cliniche del F.S.E. per effettuare analisi di dati
clinici e migliorare la prestazione dei servizi sanitari.
45. L’investimento in formazione, ricerca scientifica e
trasferimento tecnologico e valorizzazione e potenziamento
della ricerca biomedica del S.S.N. ha l’obiettivo di rafforzare la
capacità di risposta dei Centri di Eccellenza presenti nel settore
delle patologie rare e favorendo il trasferimento tecnologico
tra ricerca e imprese. Si prevedono tre tipi di intervento:
1) il finanziamento di progetti Proof of Concept (PoC) volti a
ridurre il gap fra i risultati del settore della ricerca scientifica e
quello dell’applicazione per scopi industriali, attraverso la
predisposizione di prototipi per la commercializzazione e la
mitigazione dei rischi potenziali - derivanti da eventuali
brevetti, licenze o barriere all’entrata - che potrebbero
scoraggiare gli investitori di mercato;
2) il finanziamento di programmi di ricerca o progetti nel
campo delle malattie rare e dei tumori rari;
3) il finanziamento per programmi di ricerca su malattie
altamente invalidanti.
47. Ospedali a emissioni zero e campioni dell'efficienza energetica
per inquinare meno e risparmiare fondi da investire in altre
priorità: dalla cura del paziente a quella dell'ambiente. E' la
sfida che le Aziende Sanitarie per essere GREEN devono
utilizzare fondi U.E., finanziamenti regionali e fondi del
P.N.R.R. L'efficientamento energetico, ad esempio con l'utilizzo
di sistemi di cogenerazione, può far abbattere i costi anche del
30% rispetto al consumo annuale precedente. Tale riduzione
dei costi energetici si tradurrebbe per gli Ospedali con circa
300 p.l. in una riduzione dei costi reali per circa 400mila €
l'anno; mentre per gli Ospedali con oltre 500 p.l., i risparmi
arriverebbero a circa 800mila € l'anno. Gli impianti di
cogenerazione sono centrali a metano che producono energia
elettrica e termica (sia caldo che freddo). Ma non sono la sola
tecnologia: centrali a biomassa in Ospedali fuori dai centri
abitati e il solare termico o fotovoltaico dove ci sono ampie
metrature per i pannelli. Questi impianti eviteranno l'emissione
di 1.589 tonnellate di CO2 equivalente ogni 12 mesi di attività.
48. TAVOLA 48
Il fenomeno dell’evapotraspirazione delle piante è legato alla
fotosintesi clorofilliana, in quanto, queste, per poter assumere
l’anidride carbonica dall’atmosfera devono mantenere gli stomi
aperti e, in tal modo perdono acqua in grandi quantità, la
quale, viene assorbita dal terreno e immessa nell’atmosfera
sotto forma di vapore. Molte società hanno costruito un
impianto capace di sfruttare artificialmente questo processo al
fine di smaltire attraverso le piante, le acque piovane depurate.
All’interno delle vasche di evapotraspirazione viene posizionato
uno strato di ghiaia per un’altezza pari al 50%, al di sopra della
quale, viene posto uno strato di geotessile in poliestere al fine
di impedire che le radici delle piante vengano a contatto con la
parte inferiore delle stesse, causando danni strutturali.
L’avviamento dell’impianto richiede alcune settimane, in
quanto, le radici delle piante hanno bisogno di tempo per
attecchire nel terreno e procedere con il naturale processo di
evapotraspirazione (il tempo necessario al processo può
variare a causa delle condizioni climatiche).
50. Un unico ambiente di lavoro chirurgico che combina attrezzature per la
diagnostica per immagini con un tavolo chirurgico multifunzionale.
Permette ai clinici di poter fare diagnosi e trattamenti in un'unica
postazione, diminuendo rischi e ritardi, migliorando la sicurezza del
paziente e riducendo, infine, i costi. Il piano operatorio chirurgico non
soddisfa solo le esigenze delle diverse discipline chirurgiche, ma anche le
necessità derivanti dalle varie procedure di imaging avanzato.
51. OSPEDALI
• Espansione dei servizi medici che migliorano
la reputazione
• Potenziale riduzione della durata degli
interventi
• Applicazione di risorse strategiche
multidisciplinari economicamente vantaggiose
• Flessibilità di concentrarsi sull'aumento del
numero di procedure mininvasive prescritte per
il paziente
• Degenza breve del paziente con conseguente
soddisfazione e generazione di profitti
• Attrae e trattiene i migliori talenti
52. OPERATORI CLINICI
• Imaging migliorato per diagnosi migliori e
precisione chirurgica
• La diagnostica online contribuisce a ridurre la
durata degli interventi
• Sicurezza aumentata grazie al controllo
diretto
• Migliore qualità delle cure
• Migliore comunicazione interspecialistica
• Ergonomia migliorata
53. PAZIENTI
• Potenziale per accelerare diagnosi e terapia
• Accesso a tecniche mininvasive che
supportano l'obiettivo di un recupero rapido
• Probabilità di interventi brevi
• Eventuale eliminazione di interventi chirurgici
correttivi e riduzione degli anestetici
• Disponibilità in tempo reale di imaging di alta
qualità che aiuta i chirurghi a preservare
quanto più tessuto sano possibile
54. MEDICAL TRANSPORT DRONES
Soccorso al paziente critico effettuato dal 118 mediante l’invio sui vari
scenari di soccorso di droni, teleguidati dalle Centrali Operative, in grado di
portare in pochissimi minuti presso il paziente, a seconda delle necessità,
defibrillatori automatici, emoderivati, farmaci, antidoti, materiale sanitario
di estrema necessità in caso di maxi emergenze.
56. E' una struttura intermedia con un numero di
posti letto (20/40) in cui l'assistenza medica è
assicurata da Oncologi, Anestesisti, M.M.G.,
Medici di Guardia, O.P.I., F.K.T. e O.S.S.
Prende in carico pazienti che necessitano di:
1) interventi sanitari erogabili a domicilio ma
che necessitano di ricovero in questa
struttura in mancanza di idoneità del
domicilio (strutturale e familiare)
2) sorveglianza infermieristica continuativa
La degenza media prevedibile è di 40/60
giorni. L'accesso avviene dal domicilio o dai
reparti su proposta dell’Oncologo.
57. Risparmi per il S.S.R.
Vengono individuate 2 aree:
a) riduzione dei costi derivante dalla contrazione degli accessi “impropri” al
Pronto soccorso;
b) riduzione degli attuali ricoveri ripetuti.
Riduzione costi per riduzione accessi impropri al Pronto Soccorso
- Quantificare il numero di accessi “evitabili” riferiti rispettivamente ai
codici di triage bianchi regionali quantificati rispettivamente nell’80% dei
codici bianchi “non seguiti da ricovero”. La quantificazione di accessi
evitabili riferita esclusivamente ai “codici bianchi” rappresenta certamente
una stima per difetto in ragione del fatto che spesso anche accessi
classificati con codice di severità maggiore (codici verdi) possono essere
qualificati come impropri in quanto riferiti a situazioni cliniche facilmente
gestibili in contesti extra ospedalieri.
- Quale misura del valore di minor costo derivante dalla contrazione dei
codici bianchi si può scegliere il valore del ticket. Tale scelta parte dal
presupposto che lo stesso legislatore indicando l’obbligatorietà del ticket di
Pronto Soccorso ha voluto porre in carico al cittadino che “impropriamente”
ricorre ai servizi della rete dell’emergenza i maggiori costi indotti dalla sua
scelta.
58. Risparmi per il S.S.R.
A testimonianza del fatto che il ticket rappresenti una misura incrementale
di costo e non la misura del costo industriale dell’accesso si sottolinea come
in nessuna regione la valorizzazione del codice bianco è inferiore al valore
del ticket. Al fine di calcolare l’impatto esclusivamente riferito
all’attivazione delle strutture suindicate si può considerare:
- il numero di codici bianchi complessivi registrati nei P.S. dei riferimento;
- la riduzione degli accessi nei P.S. di riferimento calcolata avendo a
riferimento l’incidenza dei malati oncologici;
- i mesi di attivazione riferiti ai singoli esercizi, oltre alla “competenza”
economica legata ai mesi di apertura nel singolo anno.
Risparmi per riduzione ricoveri ripetuti: con l’attivazione di tali strutture si
ritiene di poter incidere positivamente su un comportamento di
inappropriato ricorso al ricovero ospedaliero che, allo stato dell’arte e in
ragione della mancata disponibilità di servizi assistenziali alternativi,
rappresenta, soprattutto per i pazienti oncologici, una conseguenza
inevitabile. Si ipotizza che con l’attivazione del Polo del Sollievo il citato
comportamento verrà estremamente ridotto determinando una
conseguente contrazione dei ricoveri ripetuti nella misura del 60%.