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1
Raimondi 2001, p. 15.
2
Lanciani, FUR.
LAURA ASOR ROSA, MARIAROSARIA BARBERA, MASSIMILIANO MUNZI,
MASSIMO PENTIRICCI E GIANLUCA SCHINGO
PIAZZA VITTORIO EMANUELE II
DA UN EPISODIO DI RIQUALIFICAZIONE URBANA ALLA REALIZZAZIONE
DI UN GIS STORICO-ARCHEOLOGICO
Anni fa, in un incontro nella sede del Mini-
stero per i Beni Culturali e Ambientali, il Mini-
stro Antonio Paolucci definì le Soprintendenze
«prefetture della tutela», in un’accezione del
termine che indicava insieme la funzione di
presidio e un’attività di controllo territoriale,
che mi parve intesa soprattutto in termini vin-
colistici e repressivi.
Ritengo allora preferibile applicare alla
tutela la definizione data da Ezio Raimondi
nel Convegno di Ferrara sul rischio archeolo-
gico1
, e cioè «componente necessaria dello svi-
luppo di una realtà e di una comunità che non
vuole cancellare la propria storia e i valori che
si sono in essa incarnati».
Quale che sia l’espressione più adatta, è
incontrovertibile che essa deve assumere una
dimensione territoriale, senza più configurarsi
come un’attività puntiforme, ma inserita nel
processo di pianificazione di un uso corretto
del territorio.
L’esempio che segue ha l’ambizione di pre-
sentarsi come lavoro partecipato, avendo
unito gli sforzi e le diverse competenze della
Soprintendenza Speciale per i Beni Archeolo-
gici di Roma e della Sovraintendenza BB.CC.
del Comune di Roma, allo scopo di consentire
la realizzazione di un importante progetto di
riqualificazione urbana; il tutto senza sacrifi-
care le attività di tutela archeologica, le quali
hanno anzi costituito un arricchimento per la
conoscenza.
La creazione di piazza Vittorio, all’indo-
mani dell’unità d’Italia, ruppe deliberatamente
con il tessuto viario antico e con quanto del-
l’originaria accidentata orografia della zona
era sopravvissuto ai livellamenti di Mecenate e
poi di Sisto V.
Nell’innaturale pianoro così costituitosi,
l’unica emergenza in vista rimasero i cd.
«Trofei di Mario», mentre le ragioni del-
l’edilizia cancellavano le tracce di una delle più
belle zone della città imperiale, tracce che fati-
cosamente e disordinatamente Rodolfo Lan-
ciani raccolse e riportò, con molte incertezze,
sulla base cartografica della Forma Urbis2
(molti dei suoi posizionamenti sono a dir poco
fluttuanti).
Al momento dello scavo, nel 2002, il
quadro più attendibile della situazione antica
della piazza restava quello ricomposto nel
1986 da Maddalena Cima (fig. 1), che dise-
gnava l’area degli Horti Lamiani «usando
come modello di base la Forma Urbis di Lan-
70 LAURA ASOR ROSA, MARIAROSARIA BARBERA, MASSIMILIANO MUNZI, MASSIMO PENTIRICCI E GIANLUCA SCHINGO
.
Fig. 1 – Pianta degli horti Lamiani (Cima, 1986, pianta 2).
71PIAZZA VITTORIO EMANUELE II
.
3
Cima 1986, p. 37-58, didascalia della pianta n. 2.
4
Häuber 1998 p. 85; Häuber-Schütz 2004, in
particolare p. 85 s.
5
Albertoni 1983, p. 140-155.
Fig. 2 – La necropoli esquilina nella pianta di Giovanni Pinza (BCom, 42, 1914, tav. V-VI).
ciani, arricchita da dettagli ricavabili dalla
precedente redazione... delineata dallo
Sneider e dai disegni autografi di Lanciani,
conservati presso la Biblioteca Vaticana»3
.
I posizionamenti proposti – ed è evidente la
rottura operata dalla realizzazione del quar-
tiere umbertino – restituiscono l’immagine di
nuclei sparsi di tipo prevalentemente residen-
ziale, disposti secondo allineamenti vari :
alcuni di essi, in primis la cd. Casa Tonda,
affiancano la via Praenestina-Labicana, altri la
Merulana, come il ninfeo-esedra monumentale
con porticato a colonne, in cui C. Häuber ha
riconosciuto la diaeta Apollinis4
.
Quanto alla necropoli Esquilina, in uso fino
alla bonifica mecenaziana, non si dirà mai
abbastanza dello scavo infelice cui venne sotto-
posta, così come dell’immane confusione dei
posizionamenti e dei corredi. Il quadro gene-
rale – e comunque di larga approssimazione –
resta quello di Giovanni Pinza, corretto in ter-
mini sostanziali nel 1914 dopo una prima con-
fusa relazione del 1905; tuttavia la planimetria
che ne è risultata, basata sugli isolati umbertini,
si limita a restituire una miriade di deposizioni
indicate graficamente da una simbologia punti-
forme (fig. 2). Sull’articolazione della necro-
poli, com’è noto, restano sempre validi gli studi
di Margherita Albertoni, anch’essi risalenti del-
la prima metà degli anni Ottanta5
.
Le sole novità rispetto a quanto noto prove-
nivano da indagini limitatissime, per opere di
urbanizzazione, seguite a cavallo fra il 2001 e il
2002 dalla soc. NIKE, per conto della Soprin-
tendenza Archeologica, lungo il lato meridio-
nale della piazza (fig. 3).
Il rifacimento di Piazza Vittorio, voluto nel
2002 dall’Amministrazione comunale, ha
72 LAURA ASOR ROSA, MARIAROSARIA BARBERA, MASSIMILIANO MUNZI, MASSIMO PENTIRICCI E GIANLUCA SCHINGO
.
6
L’affermazione del testo va modificata dopo la pro-
mulgazione prima della L. 109/1995, poi del Codice dei
LL.PP. DLgs 163/2006 che, saldandosi imperfettamente al
Codice dei BB.CC. del 2004, introduce con gli artt. 95 e 96
la normativa, rispettivamente, della verifica preventiva
dell’interesse archeologico in sede di progettazione preli-
minare; e delle connesse procedure di verifica. È un passo
avanti consistente, ma non risolutivo.
Fig. 3 – Strutture rinvenute nel corso degli scavi del 2000
(foto Nike, Archivio SAR).
Fig. 4 – La necropoli scoperta negli scavi del 2002 in
una ripresa effettuata da pallone frenato (foto M. Letizia).
quindi rappresentato un’occasione importante
per la ricerca archeologica, benché le indagini
si siano dovute limitare al solo oggetto del-
l’intervento finanziato, i marciapiedi e le con-
nesse opere di urbanizzazione, per di più in
assenza di fondi specifici. L’appalto, infatti,
non prevedeva l’esecuzione di scavi archeolo-
gici, in ossequio ad un’interpretazione ridut-
tiva e fuorviante delle norme sui Lavori Pub-
blici, in quanto non esiste un obbligo di
richiedere valutazioni archeologiche per
«semplici» opere di pavimentazione stradale,
sia pure in una città come Roma.
Non si criticherà mai abbastanza l’assenza
di una normativa analoga alla V.I.A. (Valuta-
zione di Impatto Ambientale), che definirei
V.I.Arch. (Valutazione di Impatto Archeolo-
gico)6
.
La situazione di impasse così creatasi si è
risolta grazie al rapporto di collaborazione
instauratosi fra la Soprintendenza Archeolo-
gica, titolare della tutela (e forse non soltanto
«prefettura» della stessa) e la Sovraintendenza
Comunale. Così alla direzione scientifica e
operativa della prima si sono affiancate le
risorse rappresentate dagli archeologi del-
l’Ufficio Carta dell’Agro – Nuova Forma Urbis –
diretto da Antonio Mucci, che hanno seguito
in cantiere tutte le fasi dello scavo e presen-
tano in questa stessa sede il costruendo GIS.
Nel complesso, il bilancio dell’operazione si
può definire senz’altro positivo, dal momento
che le esigenze di tutela sono state rigorosa-
73PIAZZA VITTORIO EMANUELE II
.
7
La direzione dei lavori è stata assunta dall’ing. Valter
Palumbo; la responsabilità del procedimento dall’ing. Ita-
lo Fazio.
8
Barbera et alii 2005; si ringrazia Gabriella Cimino,
che ha curato con fattiva disponibilità la redazione dei di-
versi contributi in cui si articola il saggio.
9
Cito una bella espressione usata da Antonella Recchia
nel Seminario «Sistemi informativi territoriali per la tute-
la, conservazione e gestione del Patrimonio Culturale»,
Napoli 23-24 ottobre 2003. Il suo contributo, consultabile
via Internet, si intitola Trasformazioni territoriali, differenti
impatti sul patrimonio e il paesaggio; necessità di armoniz-
zare in ambito comunitario strategie e strumenti cognitivi,
preventivi e di intervento.
mente rispettate dai responsabili del XII
Dipartimento del Comune di Roma7
, che
hanno modificato progressivamente il trac-
ciato e le caratteristiche delle infrastrutture,
per evitare danni ai resti emersi anche a quote
superficiali; inoltre si è rinunciato alla piantu-
mazione di alcuni dei 96 ippocastani origina-
riamente previsti. Tuttavia non è stato possi-
bile lasciare in vista i resti emersi, mentre non
è stato ancora abbandonato l’obiettivo di alle-
stire un apparato didattico che illustri, nella
piazza umbertina, le fasi più significative della
zona in epoca antica.
Le operazioni di scavo hanno avuto inizio
sul lato lungo della piazza, in direzione di via
Giolitti e lungo l’antico asse della via Praene-
stina-Labicana, seguendo in senso orario la
linea dei marciapiedi fino a concludersi all’an-
golo di fronte alla chiesa di S. Eusebio : per
comodità, durante lo scavo si è ragionato
intermini di quadranti, utili sia a definire por-
zioni areali, sia a colloquiare con la Direzione
dei Lavori per risolvere i problemi di piantu-
mazioni e anche per concedere di volta in
volta liberatorie parziali, necessarie per poter
rispettare i tempi dell’inaugurazione fissati
dall’Amministrazione.
Non ci si dilungherà sull’illustrazione det-
tagliata dei ritrovamenti, per i quali si
rimanda al contributo edito nel Bullettino
Comunale8
; vale la pena, tuttavia, ricordare
il rinvenimento di 12 deposizioni della
necropoli Esquilina sul lato della piazza
verso via dello Statuto, in una fascia rispar-
miata dalla realizzazione del giardino e dei
palazzi circostanti, ma comunque disturbata
sia dal convento medievale di S. Giuliano,
sia dalle passate opere di urbanizzazione
(fig. 4).
Questo lembo di necropoli è finalmente
leggibile nei suoi rapporti topografici con la
piazza e può essere in qualche modo connesso
con gli addensamenti individuati da Pinza. Si
tratta di tombe a sarcofago di tufo o a fossa,
alcune con loculo laterale di deposizione; il
corredo ceramico, presente in qualche caso e
solo con esemplari miniaturistici, rimanda ai
decenni tra la fine del VI e gli inizi del V secolo
a.C. e quindi è probabile si tratti delle prime
sepolture subito dopo la costruzione della
cinta arcaica.
Ancora un accenno al progetto di GIS che
viene illustrato nelle pagine seguenti.
La creazione di un sistema informativo ter-
ritoriale, come strumento per la gestione delle
informazioni spaziali, può utilmente contri-
buire a superare un concetto solo vincolistico
di tutela anche se – come si può giustamente
osservare – non esiste GIS che possa sostituirsi
alla tutela. La quale, tuttavia, resta ancorata
ad un sistema basato essenzialmente su valu-
tazioni «indiziarie», per quanto riguarda il
sottosuolo, laddove si avverte sempre più la
necessità di contestualizzare il bene nel suo
territorio, soprattutto quando esso stesso è «il
luogo giuridico-amministrativo dell’azione di
tutela», come nel caso del patrimonio archeo-
logico9
.
Si può concludere con un augurio palese-
mente in contrasto con questi tempi di con-
dono e di leggi-obiettivo : che l’uso di sistemi
informativi territoriali di tipo archeologico, ai
fini della pianificazione territoriale, sia
imposto da uno strumento legislativo, o
almeno raccomandato da norme locali : il
nuovo Piano Regolatore di Roma ha costituito
un esempio assai incompleto, che può e deve
essere migliorato con il contributo di tutti.
M.B.
74 LAURA ASOR ROSA, MARIAROSARIA BARBERA, MASSIMILIANO MUNZI, MASSIMO PENTIRICCI E GIANLUCA SCHINGO
.
Fig. 5 – Schizzo di una delle tombe rinvenute nel corso
dei lavori per la Linea A della Metropolitana
(Archivio SAR).
Accanto alla tradizionale attività di censi-
mento e catalogazione dei beni archeologici e
monumentali presenti nel territorio comunale,
svolta istituzionalmente dall’Ufficio Carta del-
l’Agro della Sovraintendenza Comunale, è
ormai da tempo in corso di realizzazione un
Sistema Informativo Territoriale del suburbio
di Roma che permette interrogazioni storiche,
spaziali e gestionali in grado di interagire con i
sistemi informativi adottati dai principali
Uffici dell’Amministrazione Comunale ai quali
compete la gestione del territorio. Il sistema
prevede da una parte l’acquisizione e la geore-
ferenziazione di cartografie storiche, dall’altra
la completa e integrale schedatura informatiz-
zata dei dati e il loro aggancio ad una base car-
tografica di tipo vettoriale. Parallelamente è
stato ideato e sviluppato, a partire dal 1995, un
S.I.T. del centro storico, denominato «Nuova
Forma Urbis Romae», finalizzato alla scheda-
tura e allo studio di tutte le presenze antiche e
medievali note all’interno del circuito delle
Mura Aureliane, in continuità con quanto già
realizzato da Rodolfo Lanciani con l’edizione
della Forma Urbis Romae. Obiettivo finale di
questo lavoro è la creazione di una banca dati
in cui possano confluire sia i ritrovamenti noti
(da bibliografia, cartografia storica ecc.), che
le nuove scoperte, avvenute nel corso dei lavori
di urbanizzazione e negli scavi per infrastrut-
ture. È già disponibile la schedatura completa
del Registro dei Trovamenti (circa 18.000
notizie), di parte dell’Archivio Disegni della
Sovraintendenza Comunale e di tutte le annate
del Bullettino Comunale, mentre è in corso di
realizzazione il riversamento di alcuni fondi
archivistici conservati presso gli Archivi di
Stato. Per quanto riguarda l’apparato carto-
grafico, sono già state acquisite le cartografie
vettoriali della pianta di Roma di Giovan Bat-
tista Nolli e della già citata Forma Urbis
Romae di Lanciani, nonché le tavole, in for-
mato raster, georeferenziate, del Catasto
Urbano di Roma, della prima metà del XIX
sec. L’estrema duttilità del sistema ha per-
messo di approfondire lo studio su alcuni
campioni del territorio comunale : tra questi,
il settore compreso tra le pendici sudocciden-
tali del Celio, il Circo Massimo e le Mura Aure-
liane; l’area del Teatro di Marcello; il Pincio e
Villa Borghese.
Particolare rilevanza assume il progetto,
denominato «Le ville, le torri e gli orti», ideato in
collaborazione con i Municipi VI e VII, e fina-
lizzato alla creazione di un archivio informa-
tico, consultabile on-line e nelle sedi decentrate
dei Municipi citati, che possa consentire ai cit-
tadini di accedere a tutte le informazioni sto-
riche, culturali e archeologiche del territorio di
appartenenza e che sia in grado di fornire alle
strutture decentrate che operano sul territorio
uno strumento attivo per la prevenzione e la
valorizzazione dei beni.
In questo senso, la collaborazione sul
campo tra la Soprintendenza Speciale per i
Beni Archeologici di Roma e la Sovrainten-
denza Comunale nell’area di piazza Vittorio si
è poi sviluppata in una fase di post-scavo che,
accanto all’edizione tradizionale dei risultati,
ha dato origine ad un progetto più ampio di
raccolta dei dati e di gestione integrata degli
stessi su base cartografica informatizzata.
Anche per questo settore della città ci si
propone, quindi, la creazione di un Sistema
Informativo Territoriale, che possa dialogare,
75PIAZZA VITTORIO EMANUELE II
.
Fig. 6 – Piazza Vittorio, scavi 2002 : planimetria generale.
Fig. 7 – Piazza Vittorio, scavi 2002 : particolare del muro
a nicchie scoperto lungo il lato nord della piazza. Fig. 8 – Piazza Vittorio, scavi 2002 : i resti della scala.
e fondersi, con quelli, già elaborati, per altri
campioni del territorio urbano e suburbano
cui si è fatto riferimento poc’anzi.
Per quanto riguarda Piazza Vittorio, si è
ancora in una fase preliminare del lavoro,
consistito fino a questo momento nella siste-
matizzazione dei dati di scavo, nella raccolta
dell’edito e nello spoglio della documenta-
76 LAURA ASOR ROSA, MARIAROSARIA BARBERA, MASSIMILIANO MUNZI, MASSIMO PENTIRICCI E GIANLUCA SCHINGO
.
Fig. 9 – Piazza Vittorio, scavi 2002 : vista generale
della necropoli.
Fig. 10 – Giovanni Battista Brocchi :
particolare della Pianta geologica di Roma
(da Funiciello 1995, p. 26-27, tav. 3).
Fig. 11 – Piazza Vittorio, posizionamento delle tombe rinve-
nute nel 2002 (in nero), di quelle rilevate da Pinza (triangoli)
e delle sepolture scoperte da Colini nel 1931 (in grigio).
zione d’archivio, che come vedremo ha dato
numerosi frutti. In particolare la ricerca com-
piuta presso l’Archivio Storico della Soprin-
tendenza Speciale per i Beni Archeologici di
Roma a Palazzo Altemps ha permesso di
recuperare importanti dati inediti relativi agli
scavi effettuati nella piazza negli anni ’60 e
’70 del secolo scorso per la costruzione della
linea A della Metropolitana (fig. 5). È stato
inoltre analizzato il materiale conservato
negli Archivi Storico e Fotografico della
Sovraintendenza Comunale e nell’Archivio del
Museo di Roma a Palazzo Braschi.
Rimandando al contributo in corso di
stampa sul Bullettino Comunale per un’ana-
lisi dettagliata dei dati di scavo, basterà in
questa sede menzionare i principali rinveni-
menti effettuati nel corso dei lavori. A partire
dall’angolo nord-ovest della piazza, si segnala
77PIAZZA VITTORIO EMANUELE II
.
10
La carta di Giovanni Battista Brocchi è stata redatta
sulla base della pianta di Roma di Giovan Battista Nolli : è
edita in Funiciello 1995, p. 26-27, tav. 3.
Fig. 12 – Posizionamento, sulla carta di Giovan Battista Nolli, delle strutture dell’acquedotto scoperte
negli scavi del 2002 e del 1969.
la presenza di due pozzi, connessi con
sistemi di captazione delle acque (fig. 6/B), di
un prospetto in laterizio con profilo misti-
lineo messo in luce per una lunghezza di
circa m 60, lungo l’asse della via Praenestina-
Labicana (fig. 6/C; fig. 7) e, in corrispondenza
del lato della piazza tra via Leopardi e via
Buonarroti, di un sistema di strutture (fonda-
zioni e murature in elevato) databili a partire
dalla fine dell’età repubblicana (fig. 6/F-L;
fig. 8). Di notevole rilevanza la scoperta, cui
ha già fatto cenno M. Barbera, di 12 deposi-
zioni relative alla necropoli esquilina localiz-
zate sul lato della piazza tra via dello Statuto
e via Carlo Alberto (fig. 9).
La ricerca ha già fornito interessanti risul-
tati di carattere topografico. Nuove informa-
zioni utili alla conoscenza dell’originaria oro-
grafia della zona, stravolta dalla realizzazione
del quartiere umbertino, sono emersi dall’ana-
lisi della cartografia storica, in particolare del-
la carta geologica realizzata tra il 1820 e 1830
da Giovanni Battista Brocchi e da una ridu-
zione della grande pianta del Censo del 182910
;
da entrambe si evince infatti come il profilo
del terreno fosse allora molto più articolato,
interrotto da depressioni e piccole valli di cui il
recente scavo ha fornito chiara evidenza
archeologica (fig. 10). Nel paesaggio così rico-
struito è stato possibile inserire i dati di Gio-
78 LAURA ASOR ROSA, MARIAROSARIA BARBERA, MASSIMILIANO MUNZI, MASSIMO PENTIRICCI E GIANLUCA SCHINGO
.
11
Colini 1931, p. 114-119. La planimetria con il posizio-
namento delle dieci tombe rinvenute da Colini, inedita, è
conservata presso l’Archivio Disegni della Sovraintenden-
za Comunale (inv. no
1336).
Fig. 13 – Schizzo delle murature scoperte nel corso
dei lavori per la Linea A della Metropolitana lungo il lato
di piazza Vittorio in corrispondenza delle vie Buonarroti/
Machiavelli (Archivio SAR).
Fig. 14 – Le stesse strutture nella pianta di C. Sneider
(Archivio Storico della Sovraintendenza Comunale
BB.CC., inv. 2496).
vanni Pinza riguardanti la necropoli esquilina
(fig. 2) insieme a quelli degli scavi diretti da
Antonio Maria Colini nel 193111
, e, per finire,
delle risultanze dello scavo del 2002 (fig. 11).
Georeferenziando la pianta di G. B. Nolli,
il vicolo di S. Matteo, percorso viario risalente
all’età antica che costituiva fino al XIX sec.
uno dei confini della Villa Palombara, appare
spostato di alcuni metri più ad Ovest rispetto a
quanto riportato nella Forma Urbis di Lan-
ciani. Il riposizionamento sembra trovare con-
ferma nei nostri scavi, che mostrano come il
nuovo tracciato corrisponda ad una fascia
libera da murature. Si è anche potuto accer-
tare che il muro di delimitazione meridionale
del giardino della scomparsa chiesa S. Giu-
liano veniva in parte a coincidere con le pode-
rose sostruzioni, realizzate nel corso del II
secolo, a sostegno del limite nord della valle-
cola documentata anche nella pianta geologica
di G. B. Brocchi (fig. 12).
Nuove informazioni sono state acquisite
sul percorso dell’acquedotto adduttore dei
Trofei di Mario : un esteso settore della fonda-
zione è stato messo in luce sul lato di piazza
Vittorio in corrispondenza di via Ricasoli,
mentre per altri tratti si è trovato riscontro
nella documentazione degli scavi, eseguiti a
partire dal 1969, per la realizzazione della
Linea A della Metropolitana (fig. 6/N). Il posi-
zionamento trova perfetta corrispondenza
nella carta del Nolli, in cui il percorso del-
l’acquedotto è ancora perfettamente leggibile
prima delle demolizioni post unitarie (fig. 12).
Nell’area centrale della piazza, gli scavi per
la costruzione delle gallerie di accesso alla
79PIAZZA VITTORIO EMANUELE II
.
12
Gatti 1983, p. 165-166.
13
Il disegno di Sneider è già riportato nella tavola edita
da M. Cima (fig. 1).
14
S. Barrano, D. Colli, M. Martines, Roma Piazza Vitto-
rio Emanuele II. Un nuovo settore degli Horti Lamiani, in
FOLD&R, 87, 2007, p. 1-13.
15
Festuccia 2002; Menghi-Pales 2002; Sbarra-Scordia
2002.
Metropolitana portarono alla luce le fonda-
zioni, ancora imponenti, del mausoleo cono-
sciuto con il nome di Casa Tonda, ben noto
dalla cartografia storica12
e demolito per far
posto al giardino (fig. 12).
Va infine citato l’importante contesto edi-
lizio venuto alla luce sul lato della piazza verso
via Buonarroti – via Machiavelli : le murature,
che possono essere riferite a diversi corpi di
fabbrica, dovevano, con ogni probabilità, far
parte del complesso degli Horti Lamiani
(fig. 6 F-G, I). Lo stesso può dirsi per le strut-
ture, di cui si ignorava l’esistenza, rinvenute
nella stessa area durante gli scavi per la Linea
A della Metropolitana (fig. 6/H; fig. 13). Lo
studio dell’ampia documentazione fotografica
e degli schizzi realizzati nel corso degli sterri
ne ha permesso il posizionamento topogra-
fico; è stato così possibile riconoscere in tali
strutture quelle rilevate da C. Sneider nelle
tavole preparatorie della Forma Urbis Romae
del Lanciani, conservate presso l’Archivio Sto-
rico della Sovraintendenza Comunale BB.CC.,
e, inspiegabilmente, non riportate nell’edi-
zione a stampa (fig. 14)13
.
Un ulteriore passo verso la realizzazione di
un GIS dell’intero quartiere Esquilino consi-
sterà nell’acquisizione dei dati dello scavo ese-
guito in piazza Vittorio nell’ambito del can-
tiere per l’ammodernamento della linea A della
Metropolitana14
e nell’ampliamento del pro-
getto verso le aree limitrofe, dove numerosi
sono stati i ritrovamenti archeologici effettuati
in anni recenti a seguito della realizzazione di
infrastrutture e di più ampi interventi urbani-
stici15
.
L.A.R., M.M., G.S., M.P.
Piazza vittorio emanuele_ii._da_un_episo(1)

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  • 1. . 1 Raimondi 2001, p. 15. 2 Lanciani, FUR. LAURA ASOR ROSA, MARIAROSARIA BARBERA, MASSIMILIANO MUNZI, MASSIMO PENTIRICCI E GIANLUCA SCHINGO PIAZZA VITTORIO EMANUELE II DA UN EPISODIO DI RIQUALIFICAZIONE URBANA ALLA REALIZZAZIONE DI UN GIS STORICO-ARCHEOLOGICO Anni fa, in un incontro nella sede del Mini- stero per i Beni Culturali e Ambientali, il Mini- stro Antonio Paolucci definì le Soprintendenze «prefetture della tutela», in un’accezione del termine che indicava insieme la funzione di presidio e un’attività di controllo territoriale, che mi parve intesa soprattutto in termini vin- colistici e repressivi. Ritengo allora preferibile applicare alla tutela la definizione data da Ezio Raimondi nel Convegno di Ferrara sul rischio archeolo- gico1 , e cioè «componente necessaria dello svi- luppo di una realtà e di una comunità che non vuole cancellare la propria storia e i valori che si sono in essa incarnati». Quale che sia l’espressione più adatta, è incontrovertibile che essa deve assumere una dimensione territoriale, senza più configurarsi come un’attività puntiforme, ma inserita nel processo di pianificazione di un uso corretto del territorio. L’esempio che segue ha l’ambizione di pre- sentarsi come lavoro partecipato, avendo unito gli sforzi e le diverse competenze della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeolo- gici di Roma e della Sovraintendenza BB.CC. del Comune di Roma, allo scopo di consentire la realizzazione di un importante progetto di riqualificazione urbana; il tutto senza sacrifi- care le attività di tutela archeologica, le quali hanno anzi costituito un arricchimento per la conoscenza. La creazione di piazza Vittorio, all’indo- mani dell’unità d’Italia, ruppe deliberatamente con il tessuto viario antico e con quanto del- l’originaria accidentata orografia della zona era sopravvissuto ai livellamenti di Mecenate e poi di Sisto V. Nell’innaturale pianoro così costituitosi, l’unica emergenza in vista rimasero i cd. «Trofei di Mario», mentre le ragioni del- l’edilizia cancellavano le tracce di una delle più belle zone della città imperiale, tracce che fati- cosamente e disordinatamente Rodolfo Lan- ciani raccolse e riportò, con molte incertezze, sulla base cartografica della Forma Urbis2 (molti dei suoi posizionamenti sono a dir poco fluttuanti). Al momento dello scavo, nel 2002, il quadro più attendibile della situazione antica della piazza restava quello ricomposto nel 1986 da Maddalena Cima (fig. 1), che dise- gnava l’area degli Horti Lamiani «usando come modello di base la Forma Urbis di Lan-
  • 2. 70 LAURA ASOR ROSA, MARIAROSARIA BARBERA, MASSIMILIANO MUNZI, MASSIMO PENTIRICCI E GIANLUCA SCHINGO . Fig. 1 – Pianta degli horti Lamiani (Cima, 1986, pianta 2).
  • 3. 71PIAZZA VITTORIO EMANUELE II . 3 Cima 1986, p. 37-58, didascalia della pianta n. 2. 4 Häuber 1998 p. 85; Häuber-Schütz 2004, in particolare p. 85 s. 5 Albertoni 1983, p. 140-155. Fig. 2 – La necropoli esquilina nella pianta di Giovanni Pinza (BCom, 42, 1914, tav. V-VI). ciani, arricchita da dettagli ricavabili dalla precedente redazione... delineata dallo Sneider e dai disegni autografi di Lanciani, conservati presso la Biblioteca Vaticana»3 . I posizionamenti proposti – ed è evidente la rottura operata dalla realizzazione del quar- tiere umbertino – restituiscono l’immagine di nuclei sparsi di tipo prevalentemente residen- ziale, disposti secondo allineamenti vari : alcuni di essi, in primis la cd. Casa Tonda, affiancano la via Praenestina-Labicana, altri la Merulana, come il ninfeo-esedra monumentale con porticato a colonne, in cui C. Häuber ha riconosciuto la diaeta Apollinis4 . Quanto alla necropoli Esquilina, in uso fino alla bonifica mecenaziana, non si dirà mai abbastanza dello scavo infelice cui venne sotto- posta, così come dell’immane confusione dei posizionamenti e dei corredi. Il quadro gene- rale – e comunque di larga approssimazione – resta quello di Giovanni Pinza, corretto in ter- mini sostanziali nel 1914 dopo una prima con- fusa relazione del 1905; tuttavia la planimetria che ne è risultata, basata sugli isolati umbertini, si limita a restituire una miriade di deposizioni indicate graficamente da una simbologia punti- forme (fig. 2). Sull’articolazione della necro- poli, com’è noto, restano sempre validi gli studi di Margherita Albertoni, anch’essi risalenti del- la prima metà degli anni Ottanta5 . Le sole novità rispetto a quanto noto prove- nivano da indagini limitatissime, per opere di urbanizzazione, seguite a cavallo fra il 2001 e il 2002 dalla soc. NIKE, per conto della Soprin- tendenza Archeologica, lungo il lato meridio- nale della piazza (fig. 3). Il rifacimento di Piazza Vittorio, voluto nel 2002 dall’Amministrazione comunale, ha
  • 4. 72 LAURA ASOR ROSA, MARIAROSARIA BARBERA, MASSIMILIANO MUNZI, MASSIMO PENTIRICCI E GIANLUCA SCHINGO . 6 L’affermazione del testo va modificata dopo la pro- mulgazione prima della L. 109/1995, poi del Codice dei LL.PP. DLgs 163/2006 che, saldandosi imperfettamente al Codice dei BB.CC. del 2004, introduce con gli artt. 95 e 96 la normativa, rispettivamente, della verifica preventiva dell’interesse archeologico in sede di progettazione preli- minare; e delle connesse procedure di verifica. È un passo avanti consistente, ma non risolutivo. Fig. 3 – Strutture rinvenute nel corso degli scavi del 2000 (foto Nike, Archivio SAR). Fig. 4 – La necropoli scoperta negli scavi del 2002 in una ripresa effettuata da pallone frenato (foto M. Letizia). quindi rappresentato un’occasione importante per la ricerca archeologica, benché le indagini si siano dovute limitare al solo oggetto del- l’intervento finanziato, i marciapiedi e le con- nesse opere di urbanizzazione, per di più in assenza di fondi specifici. L’appalto, infatti, non prevedeva l’esecuzione di scavi archeolo- gici, in ossequio ad un’interpretazione ridut- tiva e fuorviante delle norme sui Lavori Pub- blici, in quanto non esiste un obbligo di richiedere valutazioni archeologiche per «semplici» opere di pavimentazione stradale, sia pure in una città come Roma. Non si criticherà mai abbastanza l’assenza di una normativa analoga alla V.I.A. (Valuta- zione di Impatto Ambientale), che definirei V.I.Arch. (Valutazione di Impatto Archeolo- gico)6 . La situazione di impasse così creatasi si è risolta grazie al rapporto di collaborazione instauratosi fra la Soprintendenza Archeolo- gica, titolare della tutela (e forse non soltanto «prefettura» della stessa) e la Sovraintendenza Comunale. Così alla direzione scientifica e operativa della prima si sono affiancate le risorse rappresentate dagli archeologi del- l’Ufficio Carta dell’Agro – Nuova Forma Urbis – diretto da Antonio Mucci, che hanno seguito in cantiere tutte le fasi dello scavo e presen- tano in questa stessa sede il costruendo GIS. Nel complesso, il bilancio dell’operazione si può definire senz’altro positivo, dal momento che le esigenze di tutela sono state rigorosa-
  • 5. 73PIAZZA VITTORIO EMANUELE II . 7 La direzione dei lavori è stata assunta dall’ing. Valter Palumbo; la responsabilità del procedimento dall’ing. Ita- lo Fazio. 8 Barbera et alii 2005; si ringrazia Gabriella Cimino, che ha curato con fattiva disponibilità la redazione dei di- versi contributi in cui si articola il saggio. 9 Cito una bella espressione usata da Antonella Recchia nel Seminario «Sistemi informativi territoriali per la tute- la, conservazione e gestione del Patrimonio Culturale», Napoli 23-24 ottobre 2003. Il suo contributo, consultabile via Internet, si intitola Trasformazioni territoriali, differenti impatti sul patrimonio e il paesaggio; necessità di armoniz- zare in ambito comunitario strategie e strumenti cognitivi, preventivi e di intervento. mente rispettate dai responsabili del XII Dipartimento del Comune di Roma7 , che hanno modificato progressivamente il trac- ciato e le caratteristiche delle infrastrutture, per evitare danni ai resti emersi anche a quote superficiali; inoltre si è rinunciato alla piantu- mazione di alcuni dei 96 ippocastani origina- riamente previsti. Tuttavia non è stato possi- bile lasciare in vista i resti emersi, mentre non è stato ancora abbandonato l’obiettivo di alle- stire un apparato didattico che illustri, nella piazza umbertina, le fasi più significative della zona in epoca antica. Le operazioni di scavo hanno avuto inizio sul lato lungo della piazza, in direzione di via Giolitti e lungo l’antico asse della via Praene- stina-Labicana, seguendo in senso orario la linea dei marciapiedi fino a concludersi all’an- golo di fronte alla chiesa di S. Eusebio : per comodità, durante lo scavo si è ragionato intermini di quadranti, utili sia a definire por- zioni areali, sia a colloquiare con la Direzione dei Lavori per risolvere i problemi di piantu- mazioni e anche per concedere di volta in volta liberatorie parziali, necessarie per poter rispettare i tempi dell’inaugurazione fissati dall’Amministrazione. Non ci si dilungherà sull’illustrazione det- tagliata dei ritrovamenti, per i quali si rimanda al contributo edito nel Bullettino Comunale8 ; vale la pena, tuttavia, ricordare il rinvenimento di 12 deposizioni della necropoli Esquilina sul lato della piazza verso via dello Statuto, in una fascia rispar- miata dalla realizzazione del giardino e dei palazzi circostanti, ma comunque disturbata sia dal convento medievale di S. Giuliano, sia dalle passate opere di urbanizzazione (fig. 4). Questo lembo di necropoli è finalmente leggibile nei suoi rapporti topografici con la piazza e può essere in qualche modo connesso con gli addensamenti individuati da Pinza. Si tratta di tombe a sarcofago di tufo o a fossa, alcune con loculo laterale di deposizione; il corredo ceramico, presente in qualche caso e solo con esemplari miniaturistici, rimanda ai decenni tra la fine del VI e gli inizi del V secolo a.C. e quindi è probabile si tratti delle prime sepolture subito dopo la costruzione della cinta arcaica. Ancora un accenno al progetto di GIS che viene illustrato nelle pagine seguenti. La creazione di un sistema informativo ter- ritoriale, come strumento per la gestione delle informazioni spaziali, può utilmente contri- buire a superare un concetto solo vincolistico di tutela anche se – come si può giustamente osservare – non esiste GIS che possa sostituirsi alla tutela. La quale, tuttavia, resta ancorata ad un sistema basato essenzialmente su valu- tazioni «indiziarie», per quanto riguarda il sottosuolo, laddove si avverte sempre più la necessità di contestualizzare il bene nel suo territorio, soprattutto quando esso stesso è «il luogo giuridico-amministrativo dell’azione di tutela», come nel caso del patrimonio archeo- logico9 . Si può concludere con un augurio palese- mente in contrasto con questi tempi di con- dono e di leggi-obiettivo : che l’uso di sistemi informativi territoriali di tipo archeologico, ai fini della pianificazione territoriale, sia imposto da uno strumento legislativo, o almeno raccomandato da norme locali : il nuovo Piano Regolatore di Roma ha costituito un esempio assai incompleto, che può e deve essere migliorato con il contributo di tutti. M.B.
  • 6. 74 LAURA ASOR ROSA, MARIAROSARIA BARBERA, MASSIMILIANO MUNZI, MASSIMO PENTIRICCI E GIANLUCA SCHINGO . Fig. 5 – Schizzo di una delle tombe rinvenute nel corso dei lavori per la Linea A della Metropolitana (Archivio SAR). Accanto alla tradizionale attività di censi- mento e catalogazione dei beni archeologici e monumentali presenti nel territorio comunale, svolta istituzionalmente dall’Ufficio Carta del- l’Agro della Sovraintendenza Comunale, è ormai da tempo in corso di realizzazione un Sistema Informativo Territoriale del suburbio di Roma che permette interrogazioni storiche, spaziali e gestionali in grado di interagire con i sistemi informativi adottati dai principali Uffici dell’Amministrazione Comunale ai quali compete la gestione del territorio. Il sistema prevede da una parte l’acquisizione e la geore- ferenziazione di cartografie storiche, dall’altra la completa e integrale schedatura informatiz- zata dei dati e il loro aggancio ad una base car- tografica di tipo vettoriale. Parallelamente è stato ideato e sviluppato, a partire dal 1995, un S.I.T. del centro storico, denominato «Nuova Forma Urbis Romae», finalizzato alla scheda- tura e allo studio di tutte le presenze antiche e medievali note all’interno del circuito delle Mura Aureliane, in continuità con quanto già realizzato da Rodolfo Lanciani con l’edizione della Forma Urbis Romae. Obiettivo finale di questo lavoro è la creazione di una banca dati in cui possano confluire sia i ritrovamenti noti (da bibliografia, cartografia storica ecc.), che le nuove scoperte, avvenute nel corso dei lavori di urbanizzazione e negli scavi per infrastrut- ture. È già disponibile la schedatura completa del Registro dei Trovamenti (circa 18.000 notizie), di parte dell’Archivio Disegni della Sovraintendenza Comunale e di tutte le annate del Bullettino Comunale, mentre è in corso di realizzazione il riversamento di alcuni fondi archivistici conservati presso gli Archivi di Stato. Per quanto riguarda l’apparato carto- grafico, sono già state acquisite le cartografie vettoriali della pianta di Roma di Giovan Bat- tista Nolli e della già citata Forma Urbis Romae di Lanciani, nonché le tavole, in for- mato raster, georeferenziate, del Catasto Urbano di Roma, della prima metà del XIX sec. L’estrema duttilità del sistema ha per- messo di approfondire lo studio su alcuni campioni del territorio comunale : tra questi, il settore compreso tra le pendici sudocciden- tali del Celio, il Circo Massimo e le Mura Aure- liane; l’area del Teatro di Marcello; il Pincio e Villa Borghese. Particolare rilevanza assume il progetto, denominato «Le ville, le torri e gli orti», ideato in collaborazione con i Municipi VI e VII, e fina- lizzato alla creazione di un archivio informa- tico, consultabile on-line e nelle sedi decentrate dei Municipi citati, che possa consentire ai cit- tadini di accedere a tutte le informazioni sto- riche, culturali e archeologiche del territorio di appartenenza e che sia in grado di fornire alle strutture decentrate che operano sul territorio uno strumento attivo per la prevenzione e la valorizzazione dei beni. In questo senso, la collaborazione sul campo tra la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma e la Sovrainten- denza Comunale nell’area di piazza Vittorio si è poi sviluppata in una fase di post-scavo che, accanto all’edizione tradizionale dei risultati, ha dato origine ad un progetto più ampio di raccolta dei dati e di gestione integrata degli stessi su base cartografica informatizzata. Anche per questo settore della città ci si propone, quindi, la creazione di un Sistema Informativo Territoriale, che possa dialogare,
  • 7. 75PIAZZA VITTORIO EMANUELE II . Fig. 6 – Piazza Vittorio, scavi 2002 : planimetria generale. Fig. 7 – Piazza Vittorio, scavi 2002 : particolare del muro a nicchie scoperto lungo il lato nord della piazza. Fig. 8 – Piazza Vittorio, scavi 2002 : i resti della scala. e fondersi, con quelli, già elaborati, per altri campioni del territorio urbano e suburbano cui si è fatto riferimento poc’anzi. Per quanto riguarda Piazza Vittorio, si è ancora in una fase preliminare del lavoro, consistito fino a questo momento nella siste- matizzazione dei dati di scavo, nella raccolta dell’edito e nello spoglio della documenta-
  • 8. 76 LAURA ASOR ROSA, MARIAROSARIA BARBERA, MASSIMILIANO MUNZI, MASSIMO PENTIRICCI E GIANLUCA SCHINGO . Fig. 9 – Piazza Vittorio, scavi 2002 : vista generale della necropoli. Fig. 10 – Giovanni Battista Brocchi : particolare della Pianta geologica di Roma (da Funiciello 1995, p. 26-27, tav. 3). Fig. 11 – Piazza Vittorio, posizionamento delle tombe rinve- nute nel 2002 (in nero), di quelle rilevate da Pinza (triangoli) e delle sepolture scoperte da Colini nel 1931 (in grigio). zione d’archivio, che come vedremo ha dato numerosi frutti. In particolare la ricerca com- piuta presso l’Archivio Storico della Soprin- tendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma a Palazzo Altemps ha permesso di recuperare importanti dati inediti relativi agli scavi effettuati nella piazza negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso per la costruzione della linea A della Metropolitana (fig. 5). È stato inoltre analizzato il materiale conservato negli Archivi Storico e Fotografico della Sovraintendenza Comunale e nell’Archivio del Museo di Roma a Palazzo Braschi. Rimandando al contributo in corso di stampa sul Bullettino Comunale per un’ana- lisi dettagliata dei dati di scavo, basterà in questa sede menzionare i principali rinveni- menti effettuati nel corso dei lavori. A partire dall’angolo nord-ovest della piazza, si segnala
  • 9. 77PIAZZA VITTORIO EMANUELE II . 10 La carta di Giovanni Battista Brocchi è stata redatta sulla base della pianta di Roma di Giovan Battista Nolli : è edita in Funiciello 1995, p. 26-27, tav. 3. Fig. 12 – Posizionamento, sulla carta di Giovan Battista Nolli, delle strutture dell’acquedotto scoperte negli scavi del 2002 e del 1969. la presenza di due pozzi, connessi con sistemi di captazione delle acque (fig. 6/B), di un prospetto in laterizio con profilo misti- lineo messo in luce per una lunghezza di circa m 60, lungo l’asse della via Praenestina- Labicana (fig. 6/C; fig. 7) e, in corrispondenza del lato della piazza tra via Leopardi e via Buonarroti, di un sistema di strutture (fonda- zioni e murature in elevato) databili a partire dalla fine dell’età repubblicana (fig. 6/F-L; fig. 8). Di notevole rilevanza la scoperta, cui ha già fatto cenno M. Barbera, di 12 deposi- zioni relative alla necropoli esquilina localiz- zate sul lato della piazza tra via dello Statuto e via Carlo Alberto (fig. 9). La ricerca ha già fornito interessanti risul- tati di carattere topografico. Nuove informa- zioni utili alla conoscenza dell’originaria oro- grafia della zona, stravolta dalla realizzazione del quartiere umbertino, sono emersi dall’ana- lisi della cartografia storica, in particolare del- la carta geologica realizzata tra il 1820 e 1830 da Giovanni Battista Brocchi e da una ridu- zione della grande pianta del Censo del 182910 ; da entrambe si evince infatti come il profilo del terreno fosse allora molto più articolato, interrotto da depressioni e piccole valli di cui il recente scavo ha fornito chiara evidenza archeologica (fig. 10). Nel paesaggio così rico- struito è stato possibile inserire i dati di Gio-
  • 10. 78 LAURA ASOR ROSA, MARIAROSARIA BARBERA, MASSIMILIANO MUNZI, MASSIMO PENTIRICCI E GIANLUCA SCHINGO . 11 Colini 1931, p. 114-119. La planimetria con il posizio- namento delle dieci tombe rinvenute da Colini, inedita, è conservata presso l’Archivio Disegni della Sovraintenden- za Comunale (inv. no 1336). Fig. 13 – Schizzo delle murature scoperte nel corso dei lavori per la Linea A della Metropolitana lungo il lato di piazza Vittorio in corrispondenza delle vie Buonarroti/ Machiavelli (Archivio SAR). Fig. 14 – Le stesse strutture nella pianta di C. Sneider (Archivio Storico della Sovraintendenza Comunale BB.CC., inv. 2496). vanni Pinza riguardanti la necropoli esquilina (fig. 2) insieme a quelli degli scavi diretti da Antonio Maria Colini nel 193111 , e, per finire, delle risultanze dello scavo del 2002 (fig. 11). Georeferenziando la pianta di G. B. Nolli, il vicolo di S. Matteo, percorso viario risalente all’età antica che costituiva fino al XIX sec. uno dei confini della Villa Palombara, appare spostato di alcuni metri più ad Ovest rispetto a quanto riportato nella Forma Urbis di Lan- ciani. Il riposizionamento sembra trovare con- ferma nei nostri scavi, che mostrano come il nuovo tracciato corrisponda ad una fascia libera da murature. Si è anche potuto accer- tare che il muro di delimitazione meridionale del giardino della scomparsa chiesa S. Giu- liano veniva in parte a coincidere con le pode- rose sostruzioni, realizzate nel corso del II secolo, a sostegno del limite nord della valle- cola documentata anche nella pianta geologica di G. B. Brocchi (fig. 12). Nuove informazioni sono state acquisite sul percorso dell’acquedotto adduttore dei Trofei di Mario : un esteso settore della fonda- zione è stato messo in luce sul lato di piazza Vittorio in corrispondenza di via Ricasoli, mentre per altri tratti si è trovato riscontro nella documentazione degli scavi, eseguiti a partire dal 1969, per la realizzazione della Linea A della Metropolitana (fig. 6/N). Il posi- zionamento trova perfetta corrispondenza nella carta del Nolli, in cui il percorso del- l’acquedotto è ancora perfettamente leggibile prima delle demolizioni post unitarie (fig. 12). Nell’area centrale della piazza, gli scavi per la costruzione delle gallerie di accesso alla
  • 11. 79PIAZZA VITTORIO EMANUELE II . 12 Gatti 1983, p. 165-166. 13 Il disegno di Sneider è già riportato nella tavola edita da M. Cima (fig. 1). 14 S. Barrano, D. Colli, M. Martines, Roma Piazza Vitto- rio Emanuele II. Un nuovo settore degli Horti Lamiani, in FOLD&R, 87, 2007, p. 1-13. 15 Festuccia 2002; Menghi-Pales 2002; Sbarra-Scordia 2002. Metropolitana portarono alla luce le fonda- zioni, ancora imponenti, del mausoleo cono- sciuto con il nome di Casa Tonda, ben noto dalla cartografia storica12 e demolito per far posto al giardino (fig. 12). Va infine citato l’importante contesto edi- lizio venuto alla luce sul lato della piazza verso via Buonarroti – via Machiavelli : le murature, che possono essere riferite a diversi corpi di fabbrica, dovevano, con ogni probabilità, far parte del complesso degli Horti Lamiani (fig. 6 F-G, I). Lo stesso può dirsi per le strut- ture, di cui si ignorava l’esistenza, rinvenute nella stessa area durante gli scavi per la Linea A della Metropolitana (fig. 6/H; fig. 13). Lo studio dell’ampia documentazione fotografica e degli schizzi realizzati nel corso degli sterri ne ha permesso il posizionamento topogra- fico; è stato così possibile riconoscere in tali strutture quelle rilevate da C. Sneider nelle tavole preparatorie della Forma Urbis Romae del Lanciani, conservate presso l’Archivio Sto- rico della Sovraintendenza Comunale BB.CC., e, inspiegabilmente, non riportate nell’edi- zione a stampa (fig. 14)13 . Un ulteriore passo verso la realizzazione di un GIS dell’intero quartiere Esquilino consi- sterà nell’acquisizione dei dati dello scavo ese- guito in piazza Vittorio nell’ambito del can- tiere per l’ammodernamento della linea A della Metropolitana14 e nell’ampliamento del pro- getto verso le aree limitrofe, dove numerosi sono stati i ritrovamenti archeologici effettuati in anni recenti a seguito della realizzazione di infrastrutture e di più ampi interventi urbani- stici15 . L.A.R., M.M., G.S., M.P.