Relazioni su scavi, trovamenti, restauri in Roma e Suburbio 2013-2016 Prima parte
Via G. Giolitti, via n. Bixio. Archeologia preventiva in un settore degli Horti Liciniani
3. PUBBLICATO A CURA DI
ROMA CAPITALE
SOVRINTENDENZA CAPITOLINA AI BENI CULTURALI
Sovrintendente Claudio Parisi Presicce
Il periodico adotta un sistema di peer-review
Comitato scientifico
Eugenio La Rocca coordinatore - Hans-Ulrich Cain, Francesco De Angelis, Michel Gras,
Gian Luca Gregori, Chris Hallett, Lothar Haselberger, Tonio Hölscher, Pilar León,
Ricardo Mar, Marc Mayer, Luisa Musso, Domenico Palombi, Clementina Panella,
Massimiliano Papini, Claudio Parisi Presicce, Joaquín Ruiz de Arbulo, Thomas Schäfer,
Rolf Schneider, Stefano Tortorella, Desiderio Vaquerizo, Alessandro Viscogliosi,
Andrew Wallace-Hadrill, Paul Zanker.
Comitato di redazione
Claudio Parisi Presicce coordinatore - Laura Asor Rosa, Francesca Ceci, Maddalena Cima,
Maria Gabriella Cimino, Isabella Damiani, Francesca de Caprariis, Susanna Le pera,
Massimiliano Munzi, Massimo Pentiricci, Paola Rossi, Sabina Zeggio.
Direttore responsabile
Eugenio La Rocca
6. Sommario
Drusi filia, uxor Caesaris: Livia e il tempio di Fortuna Muliebre
di Francesca de Caprariis, Laura Petacco 9
La struttura portuale di lungotevere Testaccio: una nuova analisi della documentazione
di Giuliano Giovannetti 17
Un ritrovato accesso antico al Foro di Cesare
di Roberto Meneghini 37
Due protomi leonine dalla decorazione del tempio di Venere e Roma?
di Eugenio Polito 45
Formello (Roma). Gli scavi di piazza San Lorenzo alla luce di venti anni d’indagini nel Borgo
di Michele Damiani 55
A Hoard of Denari Anconetani and Ravennati from the Forum of Nerva, Rome
di Mariele Valci 67
FORMA URBIS SEVERIANA: NOVITÀ E PROSPETTIVE
Atti della Giornata di Studi
Roma, Auditorium dell’Ara Pacis
25 febbraio 2016
Premessa
di Claudio Parisi Presicce 79
La pianta marmorea: novità e prospettive
di Francesca de Caprariis 81
Il frammento 31ll della Forma Urbis
di Giorgio Filippi, Paolo Liverani 99
Per una revisione della lastra 31: i templi di Apollo e di Bellona e l’area circostante
di Massimo Vitti 115
La documentazione grafica della Forma Urbis tra XVI e XVIII secolo: approcci, metodi e finalità
di Eloisa Dodero 135
Interventi e progetti di sistemazione della pianta marmorea severiana negli anni della
Commissione Archeologica Municipale (1872-1924)
di Claudio Parisi Presicce 153
Una panoramica delle metodologie di ricerca sulla Forma Urbis
di Susanna Le Pera 169
7. Nuove tecnologie applicate allo studio della Forma Urbis. Dalla lastra 31 e dalla parete
del Templum Pacis conferme e dubbi
di Luca Sasso D’Elia 173
La Forma Urbis e le altre cartografie marmoree di Roma antica alla luce delle ultime ricerche e scoperte
di Roberto Meneghini 179
Forma Urbis: studi per un allestimento
di Patrizio Di Nezio 193
TAVOLA ROTONDA
La Forma Urbis marmorea: amministrare o rappresentare la città?
di Clément Chillet 199
Forma Urbis: alcune osservazioni
di Maria Pia Muzzioli 203
La Forma Urbis marmorea ‘in contesto’
di Domenico Palombi 207
Cloosing Remarks: Saxa loquuntur!
di Christopher Smith 213
Conclusioni
di Eugenio La Rocca 215
Bibliografia 219
Tavole 229
6 Sommario
regione i/xii
Viale delle Terme di Caracalla. Lavori per la posa
in opera di cavi elettrici
di Laura Pugliesi 235
regione ii
Resti romani nel Parco di S. Gregorio al Celio
di Francesco Pacetti, Federica Pirrè 237
regione iii
Colle Oppio - Terme di Traiano. Indagini e restauri
sui mosaici parietali
di Giovanni Caruso, Rita Volpe, Luciana Orlando,
Eliana Billi, Maria Laura Santarelli, Riccardo
Mancinelli 244
Colle Oppio – Sette Sale. Nuove indagini nel
serbatoio delle Terme di Traiano
di Rita Volpe, Elettra Santucci 260
regione v
Via G. Giolitti, via N. Bixio. Archeologia preventiva in
un settore degli Horti Liciniani
di Mirella Serlorenzi, Massimiliano Munzi,
Carla Pischedda 267
Zwei Skulpturen vom Esquilin
di Jörg Deterling 275
regione viii
Basilica Emilia. Rinvenimento di uno statere aureo
cartaginese
di Fiammetta Susanna 277
regione ix
Crypta Balbi. La lavanderia del Monastero di
S. Caterina dei Funari
di Mirella Serlorenzi, Sara Colantonio, Carmelo
Calci, Stefania Picciola 279
Relazioni su scavi, trovamenti, restauri in Roma e Suburbio 2013-2016 (prima parte)
8. Sommario 7
Crypta Balbi. Un panificio di età tardoantica
di Mirella Serlorenzi, Francesco Marco
Paolo Carrera, Sara Colantonio 289
regione xii
Via G. Baccelli. Rilievo delle strutture
archeologiche e indagini geofisiche
di Valeria Di Cola, Mirco Modolo,
Salvatore Piro 294
regione xiv
Piazza Cavour. Un settore degli Horti Domitiae
rinvenuto durante la costruzione del
parcheggio interrato
di Massimo Brando, Sara Colantonio 301
via salaria
Villa Borghese. Indagini archeologiche negli ambienti
sotterranei del Casino dell’Aranciera/Museo Carlo
Bilotti (Mun. II)
di Angela Napoletano, Annarita Martini 308
Villa Borghese. Sondaggi archeologici nell’area del
Galoppatoio (Mun. II)
di Angela Napoletano 317
Via G. Paisiello - via P. Raimondi. Un contesto
funerario ai margini della Necropoli Salaria
nell’area della residenza Domus Daini (Mun. II)
di Claudio Moffa, Claudio Rambelli, Filippo
Salamone 322
Piazza Verdi. Rinvenimento di un sistema di
gallerie destinate ad attività estrattive nell’ambito
dei lavori di restauro dell’ex Poligrafico e
Zecca dello Stato (Mun. II)
di Elena Civitelli 327
via tiburtina
Via del Casale Quintiliani. Cava antica (Mun. IV)
di Federica Rinaldi, Giovanni Ricci 331
Vaccheria Nardi. Indagini archeologiche per la
ristrutturazione del complesso (2001-2003)
(Mun. IV)
di Massimiliano Munzi 337
Casa Circondariale “Nuovo Complesso
di Rebibbia”. Cava moderna (Mun. IV)
di Federica Rinaldi, Giovanni Ricci 344
via latina
Via Apulia. Strutture antiche (Mun. VII)
di Marta Baumgartner, Patrizio Di Felice 348
Piazza Lazzaro Papi. Strutture funerarie
(Mun. VII)
di Marta Baumgartner, Manuela Nencini 351
Parco Regionale dell’Appia Antica. Interventi di
restauro e valorizzazione di alcune cisterne
nella valle della Caffarella (Mun. VII)
di Alma Rossi, Laura Asor Rosa,
Marina Marcelli, Claudio La Rocca,
Caterina Rossetti, Gloria Marconi 354
via appia
Via Appia Antica da Via Pompeo Licinio
al civ. 290b. Indagini archeologiche per
l’interramento della linea elettrica (Mun. VIII)
di Antonella Rotondi, Diego Blanco,
Piero Sebastiani del Grande 376
Via Lucio Mariani (Gregna Sant’Andrea).
Resti di acquedotti e tracciati viari
d’epoca romana (Mun. X)
di Diego Blanco, Piero Sebastiani del Grande 380
via portuense
Via Portuense, località Pozzo Pantaleo.
Indagini archeologiche per l’allargamento
della sede stradale (Mun. XI)
di Maria Rosaria Ambrogio,
Carmelina Ariosto, Laura Cianfriglia,
Sara Mazzotta, Vanessa Zubboli 385
Via delle Idrovore della Magliana. Forme di
occupazione dell’area golenale (Mun. XI)
di Carmelina Ariosto, Laura Cianfriglia,
Stella Falzone, Federica Michela Rossi 392
9. Relazioni
su scavi, trovamenti, restauri
in Roma e Suburbio
2013-2016
Prima parte*
Il presente numero è a cura di
Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Massimo Pentiricci (coord.), Laura Asor Rosa, Francesca de Caprariis, Maria Gabriella Cimino,
Massimiliano Munzi, Sabina Zeggio
con la collaborazione di Angela Miele
Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma
Marina Piranomonte
con la collaborazione di Francesca De Cataldo
* I contributi relativi ai ritrovamenti nei Municipi da XIII a XV saranno pubblicati nel prossimo numero del Bullettino
10. In alto pianta di Roma con l’indicazione delle Regioni augustee; in basso il territorio di Roma Capitale con i confini dei Municipi.
11. Regione V 267
ReGIone V
Via G. Giolitti, via n. Bixio.
Archeologia preventiva in un settore
degli Horti Liciniani
nei mesi di luglio-dicembre 2010 e febbraio-aprile 2011
sono stati realizzati lavori per la posa di un nuovo elettro-
dotto nel quartiere esquilino. Partendo da piazzale di Porta
S. Lorenzo e procedendo verso So sono state interessate dai
lavori di scavo le vie di S. Bibiana, Giolitti, Bixio, emanuele
Filiberto, Principe eugenio e Petrarca, per una lunghezza to-
tale di un chilometro ca.1
(fig. 1).
I lavori hanno previsto l’esecuzione di una trincea pro-
fonda m 1,90 e larga m 1,50, sul fondo della quale andava
posata la tubiera destinata all’alloggiamento dei cavi. In
quasi tutte le vie si sono potute documentare strutture ar-
cheologiche. Quelle maggiormente degne di nota sono ve-
nute alla luce in via Giolitti, nel tratto iniziale di via Bixio,
e in via Petrarca. In questo contributo si analizzeranno i
rinvenimenti di via Giolitti e di via Bixio, rimandando ad
altra sede la presentazione dei restanti saggi.
1. Le ricerche di archeologia preventiva
1.1. Via Giolitti, Saggio A
Il primo saggio (m 8 x 4, profondo m 4) è stato praticato
m 16 ca. a Se dell’incrocio con via Bixio. Le indagini hanno
permesso di distinguere, al di sotto dei servizi di età contem-
poranea, una fase antica documentata da alcune strutture
murarie, tra cui il muro 3 con paramento in opera listata di
laterizi alternati a filari di tufelli sbozzati, e da abbondanti
materiali ceramici, tra cui due lucerne integre2
.
1.2. Via Giolitti, Saggio B
Il secondo saggio è stato aperto a o dell’incrocio con via
Bixio, appena a So della linea del tram che attraversa longi-
tudinalmente la via. L’area indagata ha raggiunto le dimen-
sioni di m 8 x 4, e la profondità di m 3,50 ca. (m 45,95
s.l.m). è stata documentata una complessa sequenza strati-
grafica, che può essere articolata in tre periodi compresi tra
l’età tardoantica e quella contemporanea (figg. 2-3).
Il periodo tardoantico3
si divide in due fasi. Alla prima può
attribuirsi la maggior parte delle strutture rinvenute, in parti-
colare l’ambiente con pavimentazione marmorea con tratti in
opus sectile, delimitato a n da una struttura muraria a tufelli
(15) e da una soglia di travertino (12) (figg. 4-5). Il pavimento
(13), venuto in luce a m -1 ca. dall’attuale piano di calpestio
al di sotto di uno strato di macerie moderne, si presentava in
cattivo stato di conservazione (ciò ha reso necessario un inter-
vento di consolidamento), probabilmente anche a causa delle
sollecitazioni dovute all’adiacente ferrovia. La pavimentazione
è costituita da lastre marmoree policrome disposte per filari
non troppo regolari nella zona verso la soglia, mentre verso
l'interno si nota l'inserimento di un elemento di opus sectile
con un quadrato e un rettangolo bordati da sottili listelli e più
oltre una fila di quadrati bipartiti obliquamente che potrebbe
delimitare un grande riquadro, sempre in opus sectile, del quale
sopravvivono un disco intero e un altro adiacente ma fram-
mentario. L'interno, che si incontra subito dopo, non permet-
1. Vie Giolitti e Bixio. Planimetria complessiva delle trincee e dei saggi dal WebGIS SITAR (01 2369).
12. 268 Relazioni su scavi, trovamenti, restauri in Roma e Suburbio
te ulteriori tentativi di ricostruzione di questo pavimento, che,
pur se evidentemente composto con elementi di reimpiego,
poteva corrispondere a un discreto impegno decorativo. Tra i
marmi impiegati si riconoscono l’africano, l’alabastro, il gra-
nito, il giallo antico, la breccia corallina e il rosso antico; le la-
cune della pavimentazione hanno mostrato una preparazione
in malta di calce4
(14).
La soglia 12, costituita da un blocco di travertino in cui si
conserva la linea di battuta ed i fori per l’alloggiamento dei
cardini, si imposta su una muratura in conglomerato cemen-
tizio e paramento laterizio. La soglia doveva aprire l’ambien-
te verso uno spazio esterno, forse adibito a giardino, dove
corre la canaletta di drenaggio 16, orientata in senso e-o e
dotata di piano di scorrimento in bipedali.
Presso l’angolo o del saggio si è rinvenuto un pozzetto
rettangolare (21) (fig. 6), documentato per un’altezza di m
2. Via Giolitti. Saggio B: planimetria delle strutture (Archivio SSABAP).
3. Via Giolitti. Saggio B: veduta generale (foto SSABAP).
4. Via Giolitti. Saggio B: l’ambiente con pavimentazione in opus sectile (13)
e soglia di travertino (12) (foto SSABAP).
5. Via Giolitti. Saggio B: la pavimentazione in opus sectile (13), particolare
(foto SSABAP).
13. Regione V 269
1,20. La muratura è fondata contro terra ed è rivestita in
opera listata; sulla spalletta occidentale sono presenti tre pe-
darole. Si può ipotizzare che il manufatto scaricasse in una
conduttura fognaria o in una vasca di raccolta, posta a una
quota non raggiunta dallo scavo.
Alla fase successiva è riferibile la de-funzionalizzazione del-
la canaletta 16 (fig. 7) in seguito alla costruzione del muro
17. Successivamente si costruì una nuova canaletta (11),
sempre contro terra e con piano di scorrimento in bipedali,
di dimensioni e portata minori.
Al periodo tardoantico si possono attribuire altre strutture
viste soltanto in sezione presso la parete e del saggio, tra
cui un muro probabilmente in opera listata (29) e alcune
preparazioni pavimentali (30, 35). Questo insieme può es-
sere associato all’ambiente con opus sectile, in considerazione
dell’omogeneità di quota dei piani pavimentali (m 48,80
s.l.m.) e di tecnica costruttiva utilizzata.
L’ambiente con pavimento in opus sectile potrebbe ap-
partenere a una ricca domus tardoantica. nonostante l’o-
rientamento delle strutture non coincida con quello delle
costruzioni documentate nella zona da Rodolfo Lanciani,
un’ipotesi plausibile porterebbe ad attribuire il complesso
rinvenuto agli Horti Liciniani, vista anche la vicinanza al cd.
Tempio di Minerva Medica5
.
Al secondo periodo sono riferibili alcuni depositi di ab-
bandono e tagli, documentati a o della pavimentazione e
delle canalette sopra descritte. Si tratta di lacerti di piani
battuti in tufo e argilla (6, 18, 26) relativi ad una frequen-
tazione sporadica dell’area, successiva all’abbandono dell’e-
dificio tardoantico. I battuti sono a loro volta tagliati da un
grande cunicolo di spoliazione che interessa sia l’ambiente
con pavimento in opus sectile sia il pozzetto 21 (e il relativo
riempimento 44, depositatosi al suo interno in seguito alla
sua de-funzionalizzazione).
Le strutture antiche sono infine rasate (37) in occasione
della costruzione del quartiere attuale, tra la fine del XIX e
l’inizio del XX secolo.
In seguito ai ritrovamenti, il Saggio B è stato allargato ver-
so S. A partire dal lato Se di tale ampliamento si è proseguito
poi lo scavo della trincea, raggiungendo quella di via Bixio
(fig. 3). Durante lo scavo sono state intercettate numerose
strutture murarie in opera reticolata (95), laterizia (108, 67),
mista (69) e listata (55, 84) in rapporto con preparazioni
e piani in malta (75, 111), pavimentazioni in cocciopesto
(104) e lastre di marmo (105). In particolare la struttura mu-
raria in opera reticolata 95 (con paramento di cubilia di cm 7
x 7), che presenta sul lato o un rivestimento di cocciopesto
(107), può ritenersi la più antica rinvenuta.
Un secondo allargamento, presso l’estremità o del sag-
gio, ha permesso di rinvenire, oltre ad una serie di fonda-
zioni (96, 97, 118, 119, 120, 121, 122), una sepoltura a
cappuccina (172), addossata a un lacerto di muratura in
opera listata (173). Un ulteriore approfondimento della
trincea in via Giolitti, tra il muro in reticolato 95 e la fon-
dazione 10, fino m - 4,30 dal piano attuale, ha consentito
di registrare, al di sotto dei riempimenti moderni, un’ar-
ticolata sequenza di depositi di riporto antichi (186, 181,
183), ma nessun piano di calpestio, ad eccezione di una
traccia di massetto pavimentale (184) in laterizi, addossato
alla risega di fondazione del muro 95. Purtroppo le ridotte
dimensioni dello scavo non permettono di comprendere a
pieno lo sviluppo planimetrico di queste strutture e le loro
relazioni.
1.3. Via Bixio
Un’articolata stratificazione è stata registrata anche nella
trincea di via Bixio. In mancanza di materiali diagnostici è
stato possibile distinguere genericamente due periodi (età
tardoantica/altomedievale; età contemporanea), a loro vol-
ta suddivisi in fasi, prevalentemente in base alla successione
stratigrafica e alle tecniche edilizie impiegate nelle murature.
6. Via Giolitti. Saggio B: il pozzetto in opera listata (21) (foto SSABAP).
7. Via Giolitti. Saggio B: canaletta (16) (foto SSABAP).
14. 270 Relazioni su scavi, trovamenti, restauri in Roma e Suburbio
8. Via Bixio. Struttura muraria in opera listata (113) (foto SSABAP).
9. Via Bixio. Allargamento 1: struttura muraria in opera listata (45) (foto
SSABAP).
10. Via Bixio. Allargamento 1: Canaletta (72) (foto SSABAP).
La più antica occupazione è costituita da alcuni strati
(150, 151, 157), tagliati dalle fosse per le fondazioni (166,
148), di due muri in opera listata (113 e 123) (fig. 8). In re-
lazione al muro 123 è un piano pavimentale in malta (140),
su cui rimangono i resti di un muretto a bozze di tufo e malta
(142), rivestito di intonaco bianco dal profilo concavo (143),
che poteva fungere da alloggiamento di un discendente o
di una fistula. Ai paramenti dei muri in opera listata 113
e 123 si addossano alcuni strati ricchi di macerie edilizie,
formatisi per l’abbandono degli ambienti e il rialzamento dei
piani. Su di essi si imposta la pavimentazione in cocciopesto
di una vasca (115), ancora delimitata dai muri 113 e 123.
Tale pavimentazione è stata tagliata da una fossa moderna
(132), nel cui riempimento (133) è da segnalare il fortuno-
so rinvenimento di un contorniato di IV secolo con l’effigie
dell’imperatore Caracalla (cfr. infra par. 2).
Ad una fase ancora successiva è invece relativa un’altra strut-
tura in opera listata (114), che copre la vasca 115; tale siste-
mazione viene più tardi obliterata da colmate (117, 134, 126).
Ulteriori strutture, inquadrabili in base alle tecniche edi-
lizie tra l’epoca tardoantica/altomedievale e quella moderna,
sono state individuate lungo via Bixio nell’area denominata
Allargamento 1.
Al periodo tardoantico/altomedievale, articolato in più
fasi, possono attribuirsi strutture di servizio e sistemazioni
funerarie. La struttura più antica rinvenuta in questo settore
(Fase 1) è un muro in opera mista di laterizi e reticolato (75),
che perde la sua funzione al momento della costruzione del
muro in opera listata 45 (fig. 9) e dei setti ad esso legati 43
e 46 (Fase 2). In un momento successivo (Fase 3) la fonda-
zione 58 (pertinente al muro 45) viene esposta e variamente
riadattata, come spalletta di una canaletta con piano di scor-
rimento in bipedali (72) (fig. 10).
Successivamente (Fase 4) l’area è destinata a uso cimite-
riale: la canaletta viene sfruttata come delimitazione di una
tomba a cappuccina (55) (fig. 11) e di due sepolture in an-
fora (57 e 60) (fig. 12). Il sepolcreto doveva estendersi anche
nell’area immediatamente a ne del setto 43. Gli strati di
obliterazione di tale sistemazione hanno restituito un’elevata
concentrazione di resti osteologici, monete e frammenti vi-
trei, nonché di frammenti ceramici, tale da far supporre un
uso intensivo della zona come sepolcreto.
Ancora al periodo tardoantico/altomedievale sono ascrivi-
bili i muri in opera listata 12 e 9, documentati a ridosso del
limite no dell’allargamento. nei pressi è un altro lacerto di
struttura (23), con paramento laterizio, poggiato sul muro
45, che sembra presentare l’imposta di una volta.
Sulla rasatura delle strutture murarie appena descritte si
realizza in epoca moderna un muro (3) con andamento n-S,
di cui rimane solo un lacerto rivestito d’intonaco (4). Una
15. Regione V 271
11. Via Bixio. Allargamento 1: sepoltura a cappuccina (55) (foto SSABAP).
12. Via Bixio. Allargamento 1: sepoltura in anfora (60) (foto SSABAP)..
sovrapposizione con la pianta di Roma del nolli (1748) per-
mette di interpretare questa struttura come muro di limite
degli orti Amedei, confinanti con S. Bibiana6
.
Proseguendo verso o nella trincea lungo via Bixio (fig. 13)
l’unica attività riferibile per tecnica edilizia a epoca pre-con-
temporanea è un muro intonacato (123), con andamento
no-Se, costruito con scheggioni di tufo a forma poligonale
in cortina, posati su filari irregolari e legati da una malta di
calce e pozzolana, la cui rasatura è attestata alla profondità
di m 2,20 dal piano stradale. Per posizione esso può essere
identificato con il muro di confine della seicentesca Villa Al-
tieri, che sorgeva sul lato So di via di Santa Croce, alla quale
la struttura si allinea perfettamente.
I consistenti riporti di terreno individuati lungo tutto l’as-
se di via Bixio, dallo spessore variabile tra m 1,50 e 1,80, e i
riempimenti dei cavi realizzati per la posa della rete fognaria
moderna, incoerenti e spessi almeno m 2,50, sono riferibili
al grande intervento urbanistico, che ha inizio con il piano
regolatore di Alessandro Viviani del 1883 e si conclude nel
1916, grazie al quale il quartiere assume la fisionomia attuale
mediante la costruzione degli isolati in stile umbertino e dei
relativi servizi di urbanizzazione7
.
Mirella Serlorenzi
Massimiliano Munzi
Carla Pischedda
2. Un contorniato da via Bixio
Contorniato, Roma, seconda metà del IV sec. d.C. (fig. 14).
D/ AnTonInVS - PIVS AVG, busto corazzato e lau-
reato di Caracalla volto a d.; monogramma Pe inciso nel
campo a d.
R/ Anepigrafe; al centro figura maschile, con paludamen-
tum e corto mantello, che tiene nella destra alzata un oggetto
di forma triangolare, forse la foglia data come premio agli
artisti vincitori, nella sinistra un oggetto di non chiara lettu-
ra (il braccio sinistro è ripiegato ad angolo sul corpo); ai lati
due figure maschili di dimensioni minori, con corta tunica e
mantello, rivolte verso il centro e ciascuna chinata su un ani-
male, quello di destra certamente un uccello, probabilmente
un’oca, quello di sinistra di non chiara comprensione (forse
anch’esso un oca).
US 133. g 23,34, mm 37,4, 170°.
Alföldi et al. 1976, p. 141, n. 418, p. 215, rovescio n.
236, Taf. 176, nn. 5-9; Alföldi, Alföldi 1990, p. 226, ro-
vescio n. 236; Mittag 1999, p. 307, rovescio n. 236; Taf.
10, dritto Caracalla III; Taf. 35, rovescio n. 236.
L’indagine di archeologia preventiva condotta in via Bixio
(cfr. supra par. 1.3) ha restituito, tra i vari reperti numisma-
tici, un contorniato, cioè uno di quegli oggetti para-moneta-
li8
, in genere del peso di g 20-25 e del diametro di mm 35-
40, che debbono il loro nome alla presenza di un solco inciso
con il tornio concentricamente al bordo su entrambe le fac-
ce. L’esemplare esquilino reca al dritto il busto laureato e
corazzato di Caracalla, del tipo Pius-Caracalla III secondo la
tipologia stabilita da Andreas ed elisabeth Alföldi. Di fron-
te al busto è stato aggiunto, per incisione, il monogramma
Pe, frequentemente riscontrato sui contorniati e variamen-
te sciolto: p(alma) e(merita); p(raemia) e(merita); p(raemii)
e(rgo); p(raemia) f(eliciter); p(raemia) e(xpecta); p(alma) e(t)
16. 272 Relazioni su scavi, trovamenti, restauri in Roma e Suburbio
l(aurus); Pe(trus); pe(rennitas)9
. Al rovescio è una scena ar-
ticolata e ad oggi di non chiara interpretazione, classificata
al n. 236 nella suddetta tipologia. La scena è stata descrit-
ta analiticamente dagli Alföldi10
e da Peter Franz Mittag11
sulla base degli otto esemplari, fino ad allora conosciuti, di
cui due recanti al dritto il tipo Pius-Caracalla II (legenda
M AVReL AnTonInVS PIVS AVG BRIT) e sei il tipo
Pius-Caracalla III (legenda AnTonInVS PIVS AVG) (fig.
15). Il contorniato di via Bixio, appartenente a questo se-
condo gruppo12
, purtroppo per la cattiva conservazione del
rovescio, dovuta anche a processi di corrosione, non apporta
elementi utili a migliorare la lettura del tipo.
nel 1999 Mittag censiva in totale 2621 contorniati (2381
coniati, 189 fusi e 51 con tipi realizzati per incisione), ma sol-
tanto per una piccola frazione di tale cospicuo numero è dato
conoscere la provenienza, trattandosi nella grande maggioran-
13. Via Bixio. Planimetria della trincea: A particolare del muro 123; B strutture di età moderna e contemporanea (Archivio SSABAP).
A
B
17. Regione V 273
za di esemplari inseriti da tempo in collezioni numismatiche
oppure conosciuti da cataloghi di vendite all’asta. I dati dispo-
nibili permettono di affermare che la diffusione dei contor-
niati abbraccia l’Italia e le province africane, iberiche, galliche,
germaniche, danubiane, ma è incentrata su Roma, che con
ogni probabilità fu il centro di produzione degli esemplari co-
niati e fusi (mentre per i tipi incisi, i cui rinvenimenti si limi-
tano ad ambito provinciale, si è pensato a Treviri e Siscia)13
.
Se limitata è la documentazione topografica, risultano ancor
più rari i rinvenimenti in contesti archeologici controllati, di cui
sia data notizia dalla letteratura archeologica. Assai significativo
in questo senso è il recupero di un contorniato, del tipo Alessan-
dro Magno / Sol invictus in quadriga, nella villa gallo-romana
di Vandoeuvres (Genève), all’interno di un riempimento con-
tenente materiali ceramici e numismatici (Magnenzio, Ae 3,
Lugdunum, victoriae dd. nn. aug. et cae., 351-353 d.C.; Giu-
liano cesare, Ae 3, Arelate, fel. temp. reparatio, 355-360 d.C.)
databili alla seconda metà del IV sec. d.C.14
.
Il rinvenimento di via Bixio, sebbene effettuato in una trin-
cea di limitata estensione che ha reso impossibile esplorare il
contesto stratigrafico in tutta la sua complessità, apporta un
nuovo rilevante contributo quanto a provenienza topografica
e ad ambito cronologico dei contorniati. L’esemplare esquili-
no è stato infatti rinvenuto, in significativa associazione con
un Ae 3 di Costanzo II del tipo fel. temp. reparatio - fante
che assale un cavaliere caduto (g 3,55, mm 17,7), databile agli
anni 353-358 d.C., all’interno del riempimento di un taglio
moderno che ha intaccato una pavimentazione in cocciopesto
e, al di sotto di questa, alcuni strati ricchi di macerie edilizie,
addossati in una fase di abbandono a due muri in opera listata
di un ambiente forse riferibile agli Horti Liciniani.
non è questa la sede per tornare sulla dibattuta questione
della funzione dei contorniati. Basti qui accennare che la
discussione, ad oggi, non può dirsi conclusa. nel succe-
dersi delle argomentazioni si è pensato che i contorniati
potessero essere: tessere d’ingresso agli spettacoli; premi per
i vincitori dei giochi; doni da distribuire alla plebe durante
i giochi; amuleti/talismani; tessere lusorie; mezzi di pro-
paganda filopagana distribuiti dall’aristocrazia romana alla
plebe urbana all’inizio dell’anno nuovo15
. Sulla datazione
c’è, invece, sostanziale accordo tra gli studiosi. La produ-
zione romana dei contorniati cosiddetti regolari (il grup-
po maggioritario, da cui si distinguono le serie imperiale
e reparatio muneris) sarebbe da circoscrivere tra i regni di
Costanzo II e di onorio. Andreas Alföldi ha definito una
prima fascia cronologica, in cui rientrerebbero gli esempla-
ri coniati, che avrebbe termine nel 394 d.C. in relazione
alla promulgazione delle leggi antipagane di Teodosio, e
una seconda, tra il 395 e il 409 d.C., per quelli fusi. Per
Mittag la serie regolare, iniziata nel 355/360 d.C., termi-
nerebbe tra il 395 e il 423 d.C.16
.
Ad oggi si potrebbe prediligere una ricostruzione che
veda nei contorniati degli oggetti plurifunzionali17
. La loro
produzione avrebbe avuto inizio, in ambito privato, a causa
della sempre maggiore difficoltà, determinata dai ripetuti
provvedimenti di ritiro dalla circolazione, di reperire vec-
chie monete di bronzo di grande modulo, fino ad allora
popolarmente usate come regali augurali od ornamenti. Il
repertorio iconografico impiegato, assai ampio ma con pre-
valenza dei tipi legati ai giochi, riflette temi e interessi della
vita urbana di Roma tardoantica, in cui l’apporto della reli-
gione pagana era ancora molto forte e centrali continuava-
no ad essere i luoghi e i tempi legati ai munera gladiatoria,
alle venationes, ai circenses, ai ludi scaenici. Questi, anzi,
potevano rappresentare occasioni ideali per la vendita o la
distribuzione dei contorniati, come ricordi dei giochi o del-
la vittoria di una fazione o di un auriga, come souvenir di
spettacoli e celebrazioni di festività e ricorrenze particolari,
come amuleti e ornamenti. è possibile che i contorniati si
caricassero poi di altre funzioni: il bordo e la grafia ne fa-
vorivano l’esposizione su una superficie piana, caratteristica
che li rendeva adatti all’uso come fiches per alcuni tipi di
gioco; potevano infine essere scambiati ed entrare in circo-
lazione, assumendo una funzione quasi monetaria.
Massimiliano Munzi
Abbreviazioni bibliografiche
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Kontorniat-Medaillons, 1, Katalog, Berlin
1976
Alföldi, Alföldi 1990 A. Alföldi, e. Alföldi, Die Kontorniat-
Medaillons, 2, Text, Berlin 1990.
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monogramma PE (estratto da Studi in Ita-
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urbana a Roma: il progetto della Crypta
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S. Caterina della Rosa, Firenze 1985, pp.
471-498.
14. Via Bixio. Contorniato, Roma - officina privata Roma, 355/360 -
395/423 d.C. (foto M. Munzi).
15. Roma - Museo nazionale Romano, contorniato (Alföldi et al. 1976,
Taf. 176, n. 5).
18. 274 Relazioni su scavi, trovamenti, restauri in Roma e Suburbio
Bruzza 1877 L. Bruzza, Della interpretazione del mo-
nogramma PF che si trova nei contorniati
e nelle iscrizioni, in Annali dell’Instituto di
Corrispondenza Archeologica, 49, 1877, pp.
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Callu 1994 J.-P. Callu, Hypothèse sur le monogramme
des contorniates, in BNumParis, 4/9, 1994,
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nienti dagli scavi di Roma durante il 1889,
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ne di S. Pietro in Vaticano, Città del Vati-
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Medica” e le strutture adiacenti: settore pri-
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derazioni sulla residenza esquilina di Licinio
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sud-est di Roma, in R. Coates Stephens, L.
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Sambon, in Notiziario del Portale Numi-
smatico dello Stato, 3, 2013, pp. 87-106.
Note
1
L’intervento è stato diretto da Mirella Serlorenzi (SSABAP) ed è sta-
to eseguito da Carla ninel Pischedda, Simona Lucchetti, Simona Libetti,
Chiara Carloni, Lorenzo Conte, Marco Conti, della Parsifal Cooperativa
di Archeologia. L’indagine è consultabile in SITAR, con il numero di oI
2369 (http://www.archeositarproject.it).
2
Una a volute e becco ogivale, l’altra appartenente alla tipologia bi-
licne, con ansa a mezzaluna.
3
Si sottolinea che, in questo come negli altri saggi e trincee, la mag-
gior parte delle stratigrafie individuate non è riferibile a piani di uso o
abbandono; l’attribuzione cronologica e la periodizzazione delle unità
stratigrafiche rinvenute sono principalmente derivate dall’analisi delle
tecniche costruttive e dalla posizione stratigrafica e sono quindi suscetti-
bili di future modifiche.
4
è ovvio che, data la sua composizione almeno in parte non regolare,
questa compagine pavimentale non si presta a un inquadramento tipolo-
gico generale e tantomeno a confronti specifici. Manufatti di questo ge-
nere, cioè con composizioni piuttosto ‘casuali’, sono comunque piuttosto
frequenti nel periodo tardoantico già a partire dall’avanzato III secolo
d.C. Si ringrazia Federico Guidobaldi per gli utili suggerimenti forniti in
proposito e Angela Miele per la proficua collaborazione.
5
Guidobaldi 1998 e Id. 2014; si veda anche Barbera 2007.
6
nolli 1748.
7
Una carta del 1873 mostra il progetto del piano regolatore (Fru-
taz 1962, n. 536). I primi isolati verranno costruiti prima del 1889
come documenta la carta dello stabilimento C. Virano (ibid., n. 546).
Il quartiere appare pressoché completo nel 1916 (cfr. “Roma edita da
C. Scarpitti”, ibid., n. 577). A questo periodo è riferibile anche un
piano di cantiere o di calpestio, individuato tra via Principe eugenio e
via Conte Verde, attestato tra m 1,80 e m 0,80 al di sotto dell’attuale
piano stradale, contenente frammenti di laterizi moderni e scarsissimi
frammenti di ceramica invetriata moderna. La cronologia è fornita da
un frammento in invetriata moderna Produzione 7, databile al XIX-
XX secolo: Bartoloni 1985, pp. 471- 472, 496- 497.
8
Joseph eckhel, alla fine del XVIII secolo, li includeva nel capitolo
sulla Pseudomoneta della sua Doctrina Numorum Veterum: “in pseudomo-
neta cum propter copiam, tum qualemcunque excellentiam primum locum
tenent numi, quos contorniatos vocamus” (eckhel 1828, pp. 277-314, per
la citazione p. 277).
9
Bruzza 1877; Arcangeli 1879; Marrou 1941-1946; Tourneur
1948; Guarducci 1958, I, pp. 411-465; Alföldi, Alföldi 1990, pp.
307-309; Callu 1994.
10
Alföldi, Alföldi 1990, p. 226, rovescio n. 236: “Ungeklärte Szene
(...). In der Mitte steht ein Mann, frontal,den kopf nach l. gewendet. Er
trägt ein langes, langärmliges Gewand und einen kürzeren Mantel, vielleicht
ein Paludamentum. In der rechten, erhobenen Hand hält er einen Gegen-
stand, der wie das Blatt, das öfters von siegreichen Künstlern gehalten wird,
aussieht. Ob er etwas in der vom Körper abgewinkelten Linken überhaupt
hält, ist nicht zu entscheiden. Der Mann ist flankiert von zwei sehr viel
kleiner gegebenen Männern, mit gebeugtem Rücken zu ihm hingewendet.
Sie sind mit einer kurzen Tunika und einem pelerinenartigen Mantel, so
wie er z.B. bei Hirtendarstellungen des 4. Jhs. vorkommt, bekleidet. Sie sind
beide mit der Fütterung eines Tieres beschäftigt. R. ist mit sicherheit ein
Vogel, vielleicht eine Gans, dargestellt. Das Tier l. ist nicht klar zu erken-
nen, könnte aber ebenfalls eine Gans sein. Es ist sicher, dass es sich hier
nicht um eine Auguralszene handeln kann. Leider ist es mir aber nicht
möglich, die Szene, wie wir sie nun kennen, zu interpretieren”.
11
Mittag 1999, p. 307, rovescio n. 236: “Ungeklärte Szene (Augur).
Ein Mann mit langärmligem Gewand und Mantel steht frontal, Kopf nach
links, in der erhobenen Rechten ein Blatt (?), im angewinkelten linkem Arm
ein Stab (?), links und rechts je ein Mann mit Tunika, der je einem Vogel
(Gänse) füttert”.
12
Quanto a impronte di dritto e rovescio, il nuovo contorniato trova
stretto confronto con gli esemplari Alföldi et al. 1976, taf. 176, nn. 5-9.
13
Mittag 1999, pp. 1, 5, 34-36. Quasi tutti i contorniati del Mu-
seo Capitolino provengono dallo scavo del Foro di Augusto (13 conia-
ti, 5 fusi), un altro (coniato), conservato nell’Antiquarium del Foro,
dalla Regia: Alföldi et al. 1976-1990, II, pp. 379 e 407. Sui ritrova-
menti in Roma si veda anche Gnecchi 1890, pp. 348-350 (un con-
torniato di Marco Aurelio rinvenuto negli scavi del 1889); Serafini
1891, p. 11 (12 contorniati restituiti dagli scavi nei precedenti 18
anni). nessun esemplare è stato rinvenuto nelle catacombe e nei cimi-
teri cristiani, da cui provengono invece numerosi medaglioni: Miche-
lini Tocci 1965, p. 17.
14
F. Wiblé, Une trouvaille exceptionelle: un contorniate du Bas-Empire
romain, in Terrier, Haldimann, Wiblé 1993, pp. 31-33.
15
Per la complessa storia delle interpretazioni si rimanda a Sánchez
Vendramini 2013.
16
Mittag 1999, pp. 31-33.
17
Così Sánchez Vendramini 2013, pp. 93-96; si veda anche Vanni
2013, pp. 94-96.