SlideShare a Scribd company logo
1 of 98
La promozione delle abilità sociali:La promozione delle abilità sociali:
proposte di intervento nella scuolaproposte di intervento nella scuola
Alessandra Notarnicola
Dipartimento di Psicologia
Università degli Studi di Bari
E mail a.notarnicola@psico.uniba.it
SKILLSTREAMINGSKILLSTREAMING
==
INTEGRABILITAREINTEGRABILITARE
IL PROCESSO DI ABILITAZIONE,
SVILUPPO DI COMPORTAMENTI,
COSTITUISCE UN “SUPPORTO”
ESSENZIALE AL PROCESSO PIU’
AMPIO DELL’INTEGRAZIONE SOCIALE
La socialitàLa socialità
Stare in rapporto costruttivo e reciprocamente gratificante
con l’altro
È l’indicatore critico, il vero specchio, della maturazione del
carattere e della personalità globale del bambino
• OPINIONE COMUNE: Il rapporto interpersonale si
apprende ma non si insegna; si costruisce e si modella
poco a poco grazie a continui processi di apprendimento
Quando tutto funziona….Quando tutto funziona….
L’insegnante ha un ruolo indiretto
interviene come ATTORE SOCIALE nel
flusso delle relazioni della classe, in via
incidentale, con un ATTEGGIAMENTO
NON INVASIVO; DI ATTESA
Ma quando qualcosa siMa quando qualcosa si
inceppa?inceppa?
I bambini “problema”I bambini “problema”
Soggetti che, non possiedono un repertorio
sufficiente di abilità sociali e affrontano i fatti
normali della vita quotidiana con immaturità,
aggressività o eccessiva remissività
(Quay, 1979).
I comportamenti disfunzionali
• interferiscono con il benessere personale del
soggetto e con lo sviluppo di soddisfacenti
interazioni sociali
• Sono emessi in quantità eccessiva
Legge sull’educazione deiLegge sull’educazione dei
ragazzi handicappatiragazzi handicappati
94/14294/142
“L’educazione dei ragazzi handicappati deve avvenire“L’educazione dei ragazzi handicappati deve avvenire
contemporaneamente e nello stesso ambiente di quellacontemporaneamente e nello stesso ambiente di quella
dei normodotati…”dei normodotati…”
L’INSERIMENTO NON ASSICURA L’INTEGRAZIONE
Un’ottima modalità per aumentare le probabilità che
l’integrazione abbia successo è quella di insegnare
direttamente agli alunni le cosiddette abilità sociali
A chi si insegnano le abilitàA chi si insegnano le abilità
sociali?sociali?
Bambini normodotati
con disturbo del
comportamento
(= trovano gratificazioni in
comportamenti o ruoli
disadattivi)
Bambini/persone con
handicap mentale
(= difficoltà strutturali ad
avviare gli apprendimenti
sociali, carenza di abilità)
Perché non tutti apprendono unPerché non tutti apprendono un
comportamento sociale accettabile?comportamento sociale accettabile?
1. Lo studente non sa qual’è il
comportamento giusto da emettere
(mancanza di modelling o flessibilità comportamentale)
2. Egli lo sa, ma non ha mai provato ad
emetterlo (mancanza di rinforzo)
3. Le sue condizioni emotive inibiscono
l’emissione del comportamento
desiderato
COME?COME?
Alcuni preferiscono esortare i propri alunni a
“comportarsi bene”, anziché insegnare
loro a stabilire una positiva interazione
reciproca. È strano chiedere ad uno
studente di leggere bene prima di avergli
insegnato l’abilità necessaria per farlo
(Morse, 1982)
Come?Come?
INTERVENIRE IN
NEGATIVO:
•vincoli, divieti
•sollecitazioni moralistiche
a “non fare”
•“spogliare”
autoritariamente di
comportamenti disadattivi
INTERVENIRE IN
POSITIVO:
• Offrire alternative
comportamentali
praticabili, con
programmazione
competente in modo
che sia il bambino
stesso a spogliarsene
gradatamente da sé
Perché insegnare le abilitàPerché insegnare le abilità
sociali?sociali?
• Facilita l’integrazione sociale
• In età evolutiva, previene il
disadattamento scolastico, la delinquenza
e la non accettazione dei pari
• In età adulta previene i problemi di
adattamento
• Rafforza lo sviluppo della personalità
Chi dovrebbe insegnare le abilitàChi dovrebbe insegnare le abilità
sociali?sociali?
• Insegnanti curricolari e di sostegno
• Operatori sociali
• Psicologi
• Consulenti didattici (pedagogisti)
LA PROPOSTA METODOLOGICALA PROPOSTA METODOLOGICA
DI McGINNIS E COLL.DI McGINNIS E COLL.
• APPRENDIMENTO STRUTTURATO:
METODO ATTIVO DI SOCIOTERAPIA
EDUCATIVA
L’APPRENDIMENTO STRUTTURATOL’APPRENDIMENTO STRUTTURATO
Assunto di baseAssunto di base
IL FARE = potere dirompente sul piano
cognitivo
l’apprendimento sociale si veicola tramite
l’attività del soggetto, oltre che per mezzo
di ristrutturazioni cognitive interne
L’APPRENDIMENTO STRUTTURATOL’APPRENDIMENTO STRUTTURATO
Modello psicoeducativo di tipo comportamentaleModello psicoeducativo di tipo comportamentale
per l’insegnamento delle abilità socialiper l’insegnamento delle abilità sociali
ARTICOLAZIONE IN 4 FASI
• MODELING (cosa fare)
• ROLEPLAYING (come fare)
• FEEDBACK (perché farlo)
• GENERALIZZAZIONE (quando farlo)
IL MODELINGIL MODELING
Apprendimento per imitazione =
Cosa fare
1. L’apprendimento per osservazione
2. L’effetto di inibizione e disinibizione
3. L’effetto di facilitazione comportamentale
Ottimo strumento per insegnare nuovi comportamenti
IL MODELING:IL MODELING:
FATTORI FONDAMENTALIFATTORI FONDAMENTALI
• LE CARATTERISTICHE DEL MODELLO
-esperto, di prestigio, ricompensato
• MODALITA’ DI PRESENTAZIONE DEL MODELLO
-modo chiaro, pochi dettagli, gradualità di difficoltà
(fading), persone diverse
• CARATTERISTICHE DELL’OSSERVATORE
-Consapevole, simile, ricompensato
IL MODELING:IL MODELING:
LA LETTERATURALA LETTERATURA
Efficace con bambini e adolescenti
• Studi su Aggressività (Bandura et al.,
1961)
• Studi su Amicizia
• Studi su Creatività
• Studi su Condivisione
IL MODELINGIL MODELING
COSA FARE?COSA FARE?
• SCENETTA DAL VIVO eseguita dai due
conduttori
• Illustrare i passi comportamentali (singoli
comportamenti) che compongono
un’abilità nella giusta sequenza
• Attinenza con vita reale
• Indicare su tabellone i passi
• Presentare almeno 2 esempi per ogni
abilità
• Situazioni attinenti alla vita reale
• Il modello è rinforzato
• Tutti gli esempi portano a risultati positivi
• Vanno riprodotti tutti i passi
• Non presentare più di un’abilità alla volta
PENSARE AD ALTA VOCE =PENSARE AD ALTA VOCE =
MODELING VERBALEMODELING VERBALE
IL MODELINGIL MODELING
PRINCIPI GUIDAPRINCIPI GUIDA
MODELING VERBALEMODELING VERBALE
• è una NARRAZIONE, mette in luce il
processo cognitivo che sottende
l’esecuzione dell’abilità
=
PENSARE AD ALTA VOCE
IL MODELING:IL MODELING:
Condizione necessaria ma non sufficienteCondizione necessaria ma non sufficiente
Dà risultati positivi solo a breve termine
IL ROLE PLAYINGIL ROLE PLAYING
La situazione in cui viene richiesto ad un
individuo di simulare un ruolo (comportarsi
in un certo modo) mai sostenuto in
precedenza, oppure se il ruolo è già
proprio, esercitarlo in circostanze diverse
da quelle usuali (Mann, 1956)
• Grande efficacia nel modificare in senso
adattivo i comportamenti del soggetto
IL ROLE PLAYINGIL ROLE PLAYING
FATTORI FONDAMENTALIFATTORI FONDAMENTALI
• La scelta dello studente di partecipare
• Il suo coinvolgimento
• La capacità di improvvisare
• La presenza costante di una ricompensa
dopo che l’azione è stata compiuta
IL ROLE PLAYINGIL ROLE PLAYING
LA LETTERATURALA LETTERATURA
• ESPERIMENTO-TIPO:
– DIFENDERE UNA CONVINZIONE
• STUDI SU:
• Frequenza scolastica
• Abilità sociali
• Accettazione dei bambini handicappati
• ecc
ROLE PLAYINGROLE PLAYING
COME?COME?
Dopo la presentazione del modello, avviare una
discussione sul rapporto tra l’abilità osservata e
ciò che succede nella vita quotidiana riferendosi
al
FUTURO
Il role playing anziché riprodurre i fatti del passato
deve cercare di rappresentare ipoteticamente la
situazione futura
• Attore (scelto dal conduttore o volontario)
• Co-attore (scelto dall’attore)
• Scena (ambiente fisico, fatti, umori,
personaggi)
• Osservatori (indizi percettivi, passi
comportamentali
• Conduttori
ROLE PLAYINGROLE PLAYING
COME?COME?
• Un alunno descrive una situazione in cui può rilevarsi
utile l’abilità (attore)
• L’alunno sceglie un co-attore (simile alla persona con cui
ha problemi)
• Fornisce informazioni sulla situazione reale
• Si ripassano i passi (Tabellone)
• Pensare ad alta voce
• Si definiscono le responsabilità di ogni partecipante
• Un conduttore aiuta l’attore indicando i passi sul
tabellone, l’altro osserva attore e partecipanti
• Tutti gli alunni partecipano almeno una volta come attori
• Un bambino non deve mai emettere comportamenti
indesiderati nel role playing
ROLE PLAYINGROLE PLAYING
PRINCIPI GUIDAPRINCIPI GUIDA
IL ROLE PLAYING:IL ROLE PLAYING:
Condizione necessaria ma non sufficienteCondizione necessaria ma non sufficiente
Dà risultati positivi solo a breve termine
IL FEEDBACK INFORMAZIONALEIL FEEDBACK INFORMAZIONALE
Far presente all’alunno quanto egli ha
saputo correttamente simulare un certo
ruolo e in che misura i comportamenti da
lui emessi si sono avvicinati a quelli
corretti presentati dal modello
• RINFORZATORE = qualsiasi evento che
aumenti la successiva probabilità di
emissione di un dato comportamento
FEEDBACK INFORMAZIONALEFEEDBACK INFORMAZIONALE
PERCHE’?PERCHE’?
Poiché l’A.S. è un approccio comportamentale il feedback
deve riguardare comportamenti ben precisi
• Ascoltare le reazioni del co-attore
• Ascoltare i commenti degli osservatori
• Ascoltare i conduttori
• Commenti dell’attore
SOLO CRITICHE COSTRUTTIVE
E RINFORZI
RINFORZATORERINFORZATORE
1. TANGIBILE O MATERIALE es. denaro
2. SOCIALE come la lode, l’approvazione
3. AUTORINFORZATORE autovalutazione
Per avere efficacia il feedback informazionale dovrà
comprendere tutti e tre i tipi di rinforzatore.
Il r. materiale è la base sulla quale funzionano i livelli
superiori di r.
Lo scopo è quello di eliminare gradualmente quello
tangibile e di mantenere costante quello sociale
IL RINFORZAMENTOIL RINFORZAMENTO
FATTORI FONDAMENTALIFATTORI FONDAMENTALI
• Tipo di rinforzatore
• Tempestività del rinforzamento
• Rapporto tra rinforzatore e risposta
• Qualità e quantità
• Possibilità di rinforzamento
• Rinforzamento intermittente (o parziale)
Si otterranno dagli alunni le migliori prestazioni quando si
daranno loro sufficienti occasioni di ricevere
immediatamente il rinforzatore più gradito, in quantità
sufficiente, in un rapporto di causalità con il
comportamento da essi emesso e secondo un
programma di rinformazamento intermittente
SISTEMA DI RINFORZAMENTOSISTEMA DI RINFORZAMENTO
• PROGRAMMA SISTEMATICO
• TOKEN ECONOMY (gettoni SCAMO)
– Per aver rispettato regole
– Per aver partecipato attivamente
– Per esercizi a casa
– Per aver impiegato l’attività in altri contesti
• PROGRAMMA DI RINF. INTERMITTENTE
• EFFETTO-ONDA (> del rimprovero)
1. Erogare il rinforzo se son stati eseguiti tutti i
passi
2. Erogare il rinforzo immediatamente dopo
azione
3. Rinforzare co-attore per disponibilità
4. Garantire varie occasioni di role playing per
garantire a tutti di esser rinforzati
5. Quantità del rinforzo=qualità dell’azione
6. Rinforzare i miglioramenti
È importante che l’alunno ottenga risultati positivi
FEEDBACK INFORMAZIONALEFEEDBACK INFORMAZIONALE
PRINCIPI GUIDAPRINCIPI GUIDA
FEEDBACK INFORMAZIONALEFEEDBACK INFORMAZIONALE
Flessibilità comportamentale
=
Insegnare alternative comportamentali da
aggiungere al proprio repertorio di abilità
IL RINFORZAMENTO:IL RINFORZAMENTO:
Condizione necessaria ma non sufficienteCondizione necessaria ma non sufficiente
L’evoluzione del comportamento è più stabile e duratura
MA
Affinché il r. risulti efficace i comportamenti da
rinforzare devono comparire con una certa
frequenza ed essere sufficientemente adeguati
LA GENERALIZZAZIONELA GENERALIZZAZIONE
• CONTESTO, MATERIALE DIDATTICO
E PERSONALE EDUCATIVO
• SISTEMI DI RINFORZAMENTO
• SOVRAPPRENDIMENTO, RIPASSO ED
ISTRUZIONI DIRETTE
GENERALIZZAZIONEGENERALIZZAZIONE
LA COMPONENTE PIU’ IMPORTAMENTE
DELL’APPRENDIMENTO STRUTTURATO
ESERCIZI A CASA
• Gradualità = prima più semplici, poi via via
più complessi e impegnativi
AMBIENTE FISICOAMBIENTE FISICO
REGOLA DEGLI
ELEMENTI IDENTICI
CONTESTO, MATERIALE DIDATTICO ECONTESTO, MATERIALE DIDATTICO E
PERSONALE EDUCATIVOPERSONALE EDUCATIVO
• Impartire le istruzioni in ambienti naturali
• Contesto più simile possibile al contesto naturale
• Accorgimenti che aumentino la somiglianza tra
contesto educativo e naturale
• Raccomandare ad insegnanti, genitori e pari di
rinforzare ogni abilità impiegata correttamente
• Insegnare le abilità in diversi contesti attraverso
la simulazione di ruoli
SISTEMI DI RINFORZAMENTOSISTEMI DI RINFORZAMENTO
• Erogare il r. immediatamente dopo
l’azione desiderata
• Elargire il r. con programma intermittente
• Ridurre la frequenza con cui viene
rinforzato il comportamento
• Erogare r. naturali
SOVRAPPRENDIMENTO, RIPASSOSOVRAPPRENDIMENTO, RIPASSO
ED ISTRUZIONI DIRETTEED ISTRUZIONI DIRETTE
• Ottenere il sovrapprendimento attraverso
l’esercizio, le simulazioni, compiti a casa
• Sottrarre sistematicamente le istruzioni ed
un eventuale ripasso
• Istruzioni dirette
• Fornire occasioni
COMPITI A CASACOMPITI A CASA
SCHEDA ESERCIZI PER CASA
Studente…………….. Data…………….
Abilità.…………………………………….
Passi: 1
2
3
4
Con chi?
Quando?
Cosa è accaduto?
Come ho fatto?
Perché?
MODALITA’ DI VALUTAZIONE PERMODALITA’ DI VALUTAZIONE PER
LA FORMAZIONE DEI GRUPPILA FORMAZIONE DEI GRUPPI
Tecniche per selezionare gli studenti e le
abilità sociali specifiche da potenziare, in
modo da suddividere i diversi studenti in
gruppi per progettare un insegnamento
individualizzato
• Ad insegnanti e/o operatori sociali
• Genitori
• Bambini stessi
MODALITA’ DI VALUTAZIONE PERMODALITA’ DI VALUTAZIONE PER
LA FORMAZIONE DEI GRUPPILA FORMAZIONE DEI GRUPPI
• Interviste (per bambini o adulti)
• Questionari (auto o etero-valutazioni)
• Osservazioni (dal vivo o per analogia)
• Scale di valutazione comportamentale
• Rilevazioni sociometriche (classifiche e
valutazioni dei pari)
MODALITA’ DI VALUTAZIONE PERMODALITA’ DI VALUTAZIONE PER
LA FORMAZIONE DEI GRUPPILA FORMAZIONE DEI GRUPPI
PER LO STUDENTE
“Mi riesce facile ascoltare quando
qualcuno mi sta parlando?”
“Quando ne ho bisogno so chiedere
aiuto?”
“Ringrazio chiunque mi abbia fatto
un piacere?”
PER GLI INSEGNANTI
ASCOLTARE: lo studente sembra
ascoltare quando qualcuno parla
o si sforza di capire cosa viene
detto?
CHIEDERE AIUTO: lo studente
capisce quando ha bisogno di
aiuto e sa poi chiedere aiuto in
modo garbato?
RINGRAZIARE: lo studente
ringrazia gli altri per essere stato
aiutato o perché gli è stato fatto
un favore?
SITUAZIONE PROBLEMATICA:
…………………………………………
SCHEDA DI VALUTAZIONE DELLESCHEDA DI VALUTAZIONE DELLE
ABILITA’ SOCIALIABILITA’ SOCIALI
1 2 3 4 5
Quasi
mai
Raram
ente
Ogni
tanto
Spesso Quasi
sempre
TABELLA RIASSUNTIVA DELLETABELLA RIASSUNTIVA DELLE
ABILITA’ SOCIALIABILITA’ SOCIALI
PER LA VALUTAZIONE PRE E POST…PER LA VALUTAZIONE PRE E POST…
• SCHEDA RICAPITOLATIVA
DEI PROGRESSI
• SCHEDA DI PADRONANZA
DELLE ABILITA’
LA FORMAZIONE DI UN GRUPPO DILA FORMAZIONE DI UN GRUPPO DI
APPRENDIMENTO STRUTTURATOAPPRENDIMENTO STRUTTURATO
GRUPPI RISTRETTI
Omogeneità dei deficit
5-8 alunni
2 insegnanti-capigruppo
dirigere osservare
il role playing
GRUPPI NUMEROSI
Intera classe
Prevenzione
Sottogruppi
Osservazione per tutti
I CONDUTTORI DEL GRUPPOI CONDUTTORI DEL GRUPPO
DUPLICE COMPITO
CONDUZIONE OSSERVAZIONE
ABILITA’
GENERALI SPECIFICHE
Entusiasmo, sensibilità,
empatia, abilità di comunicare
Conoscere il programma,
saper guidare e programmare il role playng,
fungere da modello, fornire esempi,
erogare rinforzo, affrontare i problemi di gruppo
PARTECIPAZIONE DEIPARTECIPAZIONE DEI
GENITORIGENITORI
• È importante coinvolgerli dall’inizio per
sostenere la GENERALIZZAZIONE
• Attraverso:
– Una lettera di consenso informato
– il diario di casa
– Un’udienza scolastica
REGOLEREGOLE
1. POCHE E CHIARE
–Stare composti
–Prestare ascolto
–Rispettare i turni
2. PARTECIPAZIONE DEGLI ALUNNI
3. CONCRETE NON ASTRATTE
4. CARTELLONE
5. RIPASSO
PROMEMORIA DI REGOLE DI GRUPPOPROMEMORIA DI REGOLE DI GRUPPO
∗ Aspetta il tuo turno prima di parlare
∗ Ascolta gli altri (guardali, non ridere,
non parlare)
∗ Se sei irritato puoi allontanarti dal
gruppo
∗ Stai composto
∗ Ricordati di lasciar fuori dalla classe i
giocattoli
STRATEGIE DIDATTICHESTRATEGIE DIDATTICHE
PER FACILITARE LA PARTECIPAZIONE E
PREVENIRE COMPORTAMENTI-PROBLEMA
1. Passare frequentemente da un’attività all’altra
2. Evitare la noia non prolungando l’attività
3. “Presenza”: consapevolezza del comportam.
4. Creare un’atmosfera di gruppo positiva:
• Diversitrsi…imparando!
FREQUENZA E DURATA DELLEFREQUENZA E DURATA DELLE
SESSIONISESSIONI
• 3 VOLTE A SETTIMANA
• 20-40 MINUTI
• ALLA FINE DI OGNI GIORNO, 10 MIN
PER TRASCRIVERE LE ATTIVITA’
SCHEDA DI CONTROLLO SULLE OPERAZIONI DISCHEDA DI CONTROLLO SULLE OPERAZIONI DI
PREPARAZIONE DEL GRUPPOPREPARAZIONE DEL GRUPPO
L’aula è preparata (sedie, lavagna, tabellone)
L’ora e la durata sono programmate
I capigruppo conoscono il programma
I genitori e altri conoscono obiettivi e tecniche
Teacher skill checklist per ogni alunno
Student skill checklist per ogni alunno
Regole del gruppo stabilite
Programma di rinforzo stabilito e spiegato agli
alunni
Menu’ di rinforzatoriMenu’ di rinforzatori
OGGETTI
Cibo (dolci, pop corn)
Matite,
carta,
adesivi,
giornalini,
note positive al preside
ATTIVITA’
Lavorare al PC
Usare i colori
Temperare le matite
Dipingere
Fare un intervallo
Sentire la musica
Usare il cronometro
COME MOTIVARE GLI ALUNNICOME MOTIVARE GLI ALUNNI
• Dove e quando si terrà il gruppo (luogo
speciale!)
• Scegliere le abilità da potenziare tenendo
conto delle preferenze degli alunni
• Le prime = assicurano miglior successo
• Rinforzare gli alunni ogni volta che l’abilità
viene impiegata
FORMULAZIONE DEI PASSIFORMULAZIONE DEI PASSI
COMPORTAMENTALICOMPORTAMENTALI
• Indicare il nome dell’abilità
• Aiutare gli alunni a formulare i passi
• Tabellone
SESSIONE INTRODUTTIVASESSIONE INTRODUTTIVA
Per incoraggiare alunni a partecipare alle attività di gruppo
e spiegare obiettivi
1. PRESENTAZIONI dei conduttori e partecipanti
2. Illustrare le ABILITA’ SOCIALI
3. Spiegare le procedure (modeling, role plaiyng,
feedback, generalizzazione)
4. Definire regole del gruppo (PROMEMORIA)
5. Spiegare il SISTEMA DI RINFORZO (menù)
E’ IMPORTANTE COINVOLGERE I RAGAZZI
SESSIONE INIZIALESESSIONE INIZIALE
• RIPASSARE REGOLE (PROMEMORIA)
• RIPASSARE SISTEMA DI RINFORZO
• COMPILARE UNA LISTA DELLE
ABILITA’
• RIPASSARE LE PROCEDURE DI
APPRENDIMENTO DELLE ABILITA’
• SCOMPORRE L’ABILITA’ IN DIVERSI
PASSI PER RENDERLA PIU’ FACILE
• PASSARE ALLA PRIMA ABILITA’
SESSIONI SUCCESSIVESESSIONI SUCCESSIVE
• COMMENTO DEGLI ESERCIZI A CASA
• PRESENTARE NUOVA ABILITA’
• FORMULARE I PASSI
• MODELING
• DISCUSSIONE DEL MODELING
• ROLE PLAYING
• FEEDBACK INFORMAZIONALE
• COMPITI A CASA (GENERALIZZAZIONE)
LE ABILITA’ SOCIALILE ABILITA’ SOCIALI
5 SEZIONI5 SEZIONI
• Abilità prerequisite per la vita di classe
• Abilità per fare o mantenere amicizie
• Abilità di gestione delle emozioni
• Abilità per controllare l’aggressività
• Abilità per gestire lo stress
LA SCELTA DELLE ABILITA’LA SCELTA DELLE ABILITA’
• OBIETTIVO = favorire lo sviluppo globale
del ragazzo e soddisfare i suoi bisogni
• Abilità importanti per genitori e insegnanti
• Una disposizione favorevole da parte di
genitori, insegnanti e compagni
incrementa la probabilità che tali abilità
verranno rinforzate nella vita reale
SEQUENZA DELLE ABILITA’SEQUENZA DELLE ABILITA’
• Sempre raccordate con i bisogni
immediati dei ragazzi
• Scegliere prima quelle che danno una
maggior probabilità di successo (amicizie,
vita di classe ecc.)
STIMOLI PITTOGRAFICI PER ISTIMOLI PITTOGRAFICI PER I
PIU’ PICCOLIPIU’ PICCOLI
GUARDA NEGLI OCCHI
ASCOLTA
FERMATI E PENSA
PASSI COMPORTAMENTALIPASSI COMPORTAMENTALI
• Ciascuna abilità viene scomposta mediante
TASK ANALYSIS in precisi PASSI
COMPORTAMENTALI
• PRIMO PASSO = controllare impulsi, bloccare la
reazione istintiva alla situazione conflittuale
(contare fino a 5, fare 3 respiri…)
• PENSARE AD ALTA VOCE anche i passi che
vengono formulati solo mentalmente (ad es.
“pensa alle alternative”)
1° sezione:1° sezione:
Abilità prerequisite per la vita di classeAbilità prerequisite per la vita di classe
• Ascoltare
• Chiedere aiuto
• Ringraziare
• Portare l’occorrente per la lezione
• Seguire le istruzioni
• Portare a termine un compito
• Partecipare alla conversazione
• Aiutare un adulto
• Rivolgere domande
• Ignorare le distrazioni
• Correggere gli errori
• Decidere cosa fare
• Fissare un obiettivo
Abilità prerequisite per la vita inAbilità prerequisite per la vita in
classeclasse
• PORTARE A TERMINE UN COMPITO
PASSI SPUNTI PER LA
DISCUSSIONE
1. Chiediti: “ho finito il mio
lavoro?”
Esercitarsi a rivedere tutte le
parti del compito
2. Controlla tutte le domande
per esserne sicuro
Ricordare agli alunni di
completare le parti lasciate in
sospeso
3. Quando sei certo di aver
terminato, consegna
Rispettare le regole della
classe per la consegna
4. Dì a te stesso “benissimo!
Ho finito!”
Analizzare varie
autoricompense
2° sezione:2° sezione:
Abilità per fare o mantenere amicizieAbilità per fare o mantenere amicizie
• Presentarsi agli altri
• Avviare una conversazione
• Concludere una conversazione
• Partecipare
• Osservare le regole del gioco
• Chiedere un favore
• Fare un complimento
• Accettare un complimento
• Proporre un’idea
• Condividere
• Chiedere scusa
Abilità per fare o mantenereAbilità per fare o mantenere
amicizieamicizie
• CHIEDERE SCUSA
PASSI SPUNTI PER LA DISCUSSIONE
1. Chiediti: ”devo chiedere scusa
per quello che ho fatto?”
Spiegare che a volte si fanno cose
di cui ci si pente e chieder scusa ci
fa sentir meglio e che è importante
essere sinceri
2. Valuta le scelte possibili:
a. Chiedere scusa a voce
b. Scrivere un biglietto
Spiegare quando è opportuno
usare una delle due forme
3. Scegli il momento e il luogo
opportuno
Spiegare come si sceglie luogo e
momento opportuni
4. Agisci con sincerità in base alla
scelta fatta
Spiegare linguaggio del corpo e
mimica che esprimono sincerità
3° sezione:3° sezione:
Abilità di gestione delle emozioniAbilità di gestione delle emozioni
• Conoscere le proprie emozioni
• Comunicare le proprie emozioni
• Cogliere le emozioni altrui
• Capire le emozioni altrui
• Mostrare sensibilità verso gli altri
• Controllare la propria collera
• Affrontare la collera degli altri
• Esprimere affetto
• Affrontare la paura
• Ricompensarsi
Abilità di gestione delle emozioniAbilità di gestione delle emozioni
• CONTROLLARE LA PROPRIA COLLERA
PASSI SPUNTI PER LA DISCUSSIONE
1. FERMATI UN ATTIMO E
CONTA FINO A 10
Spiegare che è importante
concedersi il tempo necessario per
calmarsi e riflettere
2. Valuta le scelte possibili
a) dire al tuo interlocutore il
motivo perché sei arrabbiato
b) uscire un momento
c) fare un esercizio di
rilassamento
Spiegare come comunicarlo alla
persona in modo che non si
arrabbi a sua volta
Gli alunni chiederanno
all’insegnante di poter uscire un
po’ (2-3 minuti)
Gli alunni dovrebbero conoscere
tecniche di rilassamento
3. Metti in pratica la scelta fatta Se la scelta non funziona, l’alunno
dovrebbe tentarne un’altra
4° sezione:4° sezione:
Abilità per controllare l’aggressivitàAbilità per controllare l’aggressività
• Dar prova di autocontrollo
• Chiedere un’autorizzazione
• Reagire alle provocazioni
• Evitare i guai
• Non lasciarsi coinvolgere nei litigi
• Problem solving
• Accettare le conseguenze
• Affrontare le accuse
• Trovare un accordo
Abilità per controllare l’aggressivitàAbilità per controllare l’aggressività
• REAGIRE ALLE PROVOCAZIONI
PASSI SPUNTI PER LA DISCUSSIONE
1. Fermati un attimo e conta fino a
cinque
Spiegare che questa tecnica può
aiutare l’alunno a mantenere
l’autocontrollo
2. Valuta le scelte possibili
a) ignorare la provocazione
b) spiegare che cosa stai
provando in maniera educata
e gentile
c) dare un motivo perché la
persona smetta di provocare
Sottolineare che ignorare la
provocazione per poco tempo non
sempre funziona e si dovrà
probabilmente perseverare in tale
atteggiamento (es. allontananarsi)
Se l’altro non smette si potrà suggerire
all’alunno di riferirlo all’insegnante ecc
3. Metti in pratica la scelta fatta Se la scelta non funziona, l’alunno
dovrebbe tentarne un’altra
5° sezione:5° sezione:
Abilità per gestire lo stressAbilità per gestire lo stress
• Affrontare la noia
• Individuare la causa di un problema
• Fare una rimostranza
• Affrontare una rimostranza
• Saper perdere
• Avere spirito sportivo
• Affrontare l’esclusione
• Affrontare l’imbarazzo
• Affrontare l’insuccesso
• Accettare un rifiuto
• Opporre un rifiuto
• Rilassarsi
• Affrontare la pressione del gruppo
• Resistere al desiderio di prendere cose altrui
• Prendere una decisione
• Essere sinceri
Abilità per gestire lo stressAbilità per gestire lo stress
• SAPER PERDERE
PASSI SPUNTI PER LA DISCUSSIONE
1. Dì a te stesso. “Qualcuno deve
pur perdere, e non è così grave se
non ho vinto”
Memorizzando questa affermazione
l’alunno potrà controllare meglio i propri
impulsi
2. Valuta le scelte possibili
a) offrire il tuo aiuto a qualcuno
b) fare qualcosa che ti piace
c) fare un esercizio di
rilassamento
Proporre la propria collaborazione a
insegnanti o genitori.
Gli alunni dovrebbero fare un elenco
delle attività piacevoli
Gli alunni dovrebbero aver appreso le
tecniche di rilassamento
3. Metti in pratica la scelta fatta Se la scelta non funziona, l’alunno
dovrebbe tentarne un’altra
– Incentivare la consapevolezza del linguaggio del corpo proprio e
altrui
– Scambio dei ruoli (per sviluppare empatia e gestire ansia)
– Insegnamento diretto della generalizzazione (gestione della classe)
– Modeling naturale dell’insegnante
– Contrattazione delle contingenze (obiettivo e ricompensa vengono
CONTRATTATE)
– Automonitoraggio (schede)
– Monitoraggio dell’insegnante
– Sostegno esterno e rinforzo naturale (preparare il terreno)
– Diario di casa sull’esercizio delle abilità
– Autoricompensa
– Stimoli, segnali esterni (verbali, schede e poster promemoria)
– Giochi sulle abilità sociali
– Tabella dell’attività della settimana (disegni e premi)
– Cartellina delle abilità sociali
– Videotapes
STRATEGIE PER UNSTRATEGIE PER UN
APPRENDIMENTO EFFICACEAPPRENDIMENTO EFFICACE
Grazie per la vostraGrazie per la vostra
attenzione.attenzione.
TECNICHE PER LA GESTIONE DEITECNICHE PER LA GESTIONE DEI
PROBLEMI DEL COMPORTAMENTOPROBLEMI DEL COMPORTAMENTO
1. Tecniche didattiche per prevenzione
– Preparare programma e orario
– Definire regole
– Predisporre ambiente favorevole
– Definire i limiti del comportamento
dell’alunno
– Prompting (aiuto o suggerimento)
– semplificazione
TECNICHE PER LA GESTIONE DEITECNICHE PER LA GESTIONE DEI
PROBLEMI DEL COMPORTAMENTOPROBLEMI DEL COMPORTAMENTO
2. Tecniche per la gestione dei comportamenti lievi
– Ignorare sistematicamente e rinforzo
contemporaneo per comp. appropriato
– Controllo del comp. Tramite VICINANZA
– Bloccare il comp. Tramite SEGNALI
– Risvegliare l’interesse
– Scaricare la tensione con l’umorismo
– Ristrutturare il programma previsto
– Eliminare fonti di distrazione
– Riferimento ai valori del bambino
– Allontanamento tattico (Fargli fare una pausa)
– Valutazione obiettiva dei fatti
TECNICHE PER LA GESTIONE DEITECNICHE PER LA GESTIONE DEI
PROBLEMI DEL COMPORTAMENTOPROBLEMI DEL COMPORTAMENTO
3. Tecniche di modificazione del
comportamento
=
IL RINFORZO POSITIVO
• SOCIALE (elogio, approvazione, attenzione)
– Verbale e non verbale
• MATERIALE (ricompense concrete: MENU’)
• SIMBOLICO (attestato, gettoni)
• DI GRUPPO (ricompensa a tutti)
TECNICHE PER LA GESTIONE DEITECNICHE PER LA GESTIONE DEI
PROBLEMI DEL COMPORTAMENTOPROBLEMI DEL COMPORTAMENTO
3. Tecniche di modificazione del
comportamento
=
IL MODELLAGGIO (Shaping)
• Nelle prime lezioni si rinforzano anche
comp. imprecisi e approssimativi
TECNICHE PER LA GESTIONE DEITECNICHE PER LA GESTIONE DEI
PROBLEMI DEL COMPORTAMENTOPROBLEMI DEL COMPORTAMENTO
3. Tecniche di modificazione del comportamento
=
PIANI EDUCATIVI INDIVIDUALIZZATI
Fase 1: identificare comportamento-bersaglio da modificare
Fase 2: individuare comportamento adeguato-incompatibile
con quello bersaglio
Fase 3: Raccogliere dati di linea di base
Fase 4: Scegliere un rinforzo adeguato (esame delle
preferenze)
Fase 5: Stabile la frequenza di erogazione del rinforzo
(continuo vs intermittente)
Fase 6: Controllare l’andamento delle modificazioni
comportamentali
TECNICHE PER LA GESTIONE DEITECNICHE PER LA GESTIONE DEI
PROBLEMI DEL COMPORTAMENTOPROBLEMI DEL COMPORTAMENTO
3. Tecniche di modificazione del comportamento
=
L’ESTINZIONE
Il principio è opposto a quello del rinforzo.
Se un comp. non viene più rinforzato, si attenuerà
gradualmente in frequenza, intensità, durata
poiché non esiste più una motivazione valida
per attivarlo
Prima che una risposta si estingua è possibile che
si intensifichi temporaneamente in frequenza
(picco precedente l’estinzione)
TECNICHE PER LA GESTIONE DEITECNICHE PER LA GESTIONE DEI
PROBLEMI DEL COMPORTAMENTOPROBLEMI DEL COMPORTAMENTO
3. Tecniche di modificazione del comportamento
=
LA SOSPENZIONE DEL RINFORZO (TIME OUT)
È una tecnica di estinzione, con la quale si
allontana il ragazzo da vari tipi di rinforzo
positivo nel momento in cui altre forme di
estinzione più blande non sortiscono effetti. Si
usa solo in casi estremi, poiché con questo
metodo si allontana dall’ambiente di
apprendimento (luogo isolato)
TECNICHE PER LA GESTIONE DEITECNICHE PER LA GESTIONE DEI
PROBLEMI DEL COMPORTAMENTOPROBLEMI DEL COMPORTAMENTO
4. Tecniche relazionali
Creare e mantenere un rapporto positivo
insegnate-alunno costituisce l’elemento
fondamentale per ottenere una
modificazione del comportamento
dell’alunno
• Incoraggiamento empatico
• Ridurre la sensazione di minaccia
(incoraggiare!)
IL PERCHE’IL PERCHE’
L’analisi funzionaleL’analisi funzionale
• Attribuire VALORE al comportamento
problema
• Stabilire l’ALLEANZA con la funzione
svolta dal comportamento problema
• Il comportamento problema, per quanto
dannoso, strano o controproducente ha un
valore funzionale per il soggetto
• Vantaggio solo a breve termine, poiché a
lungo termine produce gravi danni
IL PERCHE’IL PERCHE’
L’analisi funzionaleL’analisi funzionale
• Accettiamo la funzione, perché legittima
• Ma non la forma perché problematica
• Aiutiamo la persona a manifestare la
funzione con forme positive di
comportamento
IL PERCHE’IL PERCHE’
L’analisi funzionaleL’analisi funzionale
• TUTTI I COMPORTAMENTI HANNO UN
FINE
• Valutare e interpretare le funzioni svolte
dal comportamento problema
Es. “Rubare per ottenere oggetto
desiderato”
“Piangere per attirare attenzione
dell’insegnante preferita”
Punto chiave dell’alleanzaPunto chiave dell’alleanza
psicoeducativapsicoeducativa
La convinzione che ogni comportamento
svolga una sua funzione ci spinge ad
affinare i nostri strumenti di lettura delle
dinamiche che avvengono nella situazione
portando rispetto per le motivazioni del
soggetto
Punto chiave dell’alleanzaPunto chiave dell’alleanza
psicoeducativapsicoeducativa
• Alleandoci con la funzione valorizziamo le
intenzioni del soggetto e queste sono la
sua parte più profonda, più vicina alle sue
motivazioni e ai suoi bisogni
Punto chiave dell’alleanzaPunto chiave dell’alleanza
psicoeducativapsicoeducativa
• Le funzioni sono tutte positive e accettabili?
• No … le alleanze pericolose!
• (Il bambino che aggredendo evita la
riabilitazione)
• Stabilire che un comportamento è funzionale ad
un soggetto non equivale a giustificarlo (un
bimbo che urla per attirare l’attenzione)
• interventi sul soggetto e le sue abilità
comunicative e sul contesto: responsività e
ascolto
• È necessario ricercare funzioni attuali,
presenti nelle varie situazioni del soggetto
• L’AF osserva e valuta la CIRCOLARITA’ DELLE
INTERAZIONI, delle comunicazioni e delle
azioni-reazioni che coinvolgono il comp. probl.
quello degli altri e il livello di stimolazione che il
sogg. produce
ANTECENDENTI
COMP. PROBL
EFFETTI
CONSEGUENZE

More Related Content

What's hot

Piaget e vygotskij
Piaget e vygotskijPiaget e vygotskij
Piaget e vygotskijimartini
 
Lezione 14c
Lezione 14cLezione 14c
Lezione 14cimartini
 
Jean piaget
Jean piagetJean piaget
Jean piagetimartini
 
C93c27e3 916b-4290-b41a-b7535ed43fa4
C93c27e3 916b-4290-b41a-b7535ed43fa4C93c27e3 916b-4290-b41a-b7535ed43fa4
C93c27e3 916b-4290-b41a-b7535ed43fa4imartini
 
243 cap 6_schaffer_piaget_da_usare
243 cap 6_schaffer_piaget_da_usare243 cap 6_schaffer_piaget_da_usare
243 cap 6_schaffer_piaget_da_usareimartini
 
Pensiero 1
Pensiero 1Pensiero 1
Pensiero 1imartini
 
Griglia osservazione capacità
Griglia osservazione capacitàGriglia osservazione capacità
Griglia osservazione capacitàimartini
 

What's hot (8)

Piaget e vygotskij
Piaget e vygotskijPiaget e vygotskij
Piaget e vygotskij
 
Lezione 14c
Lezione 14cLezione 14c
Lezione 14c
 
Jean piaget
Jean piagetJean piaget
Jean piaget
 
Piaget
PiagetPiaget
Piaget
 
C93c27e3 916b-4290-b41a-b7535ed43fa4
C93c27e3 916b-4290-b41a-b7535ed43fa4C93c27e3 916b-4290-b41a-b7535ed43fa4
C93c27e3 916b-4290-b41a-b7535ed43fa4
 
243 cap 6_schaffer_piaget_da_usare
243 cap 6_schaffer_piaget_da_usare243 cap 6_schaffer_piaget_da_usare
243 cap 6_schaffer_piaget_da_usare
 
Pensiero 1
Pensiero 1Pensiero 1
Pensiero 1
 
Griglia osservazione capacità
Griglia osservazione capacitàGriglia osservazione capacità
Griglia osservazione capacità
 

Viewers also liked

Dott.ssa Delia Bellifemine: Il trattamento delle stereotipie vocali in due ba...
Dott.ssa Delia Bellifemine: Il trattamento delle stereotipie vocali in due ba...Dott.ssa Delia Bellifemine: Il trattamento delle stereotipie vocali in due ba...
Dott.ssa Delia Bellifemine: Il trattamento delle stereotipie vocali in due ba...Istituto Walden
 
Adhd strategie-educative-e-didattiche-dott.ssa-erica-menotti-aidai
Adhd strategie-educative-e-didattiche-dott.ssa-erica-menotti-aidaiAdhd strategie-educative-e-didattiche-dott.ssa-erica-menotti-aidai
Adhd strategie-educative-e-didattiche-dott.ssa-erica-menotti-aidaiimartini
 
Mutismo elettivo
Mutismo elettivo Mutismo elettivo
Mutismo elettivo imartini
 
Dott pincherle dott_fini
Dott pincherle dott_finiDott pincherle dott_fini
Dott pincherle dott_finiimartini
 
Introduzione ai supporti visivi nei Disturbi Pervasivi dello Sviluppo [di L. ...
Introduzione ai supporti visivi nei Disturbi Pervasivi dello Sviluppo [di L. ...Introduzione ai supporti visivi nei Disturbi Pervasivi dello Sviluppo [di L. ...
Introduzione ai supporti visivi nei Disturbi Pervasivi dello Sviluppo [di L. ...Maria Grazia Fiore
 
Con il TEACCCH ... imparo e comunico
Con il TEACCCH ...  imparo e comunicoCon il TEACCCH ...  imparo e comunico
Con il TEACCCH ... imparo e comunicodocenteada
 
I disturbi dello spettro autistico
I disturbi dello spettro autisticoI disturbi dello spettro autistico
I disturbi dello spettro autisticoPortale Autismo
 

Viewers also liked (10)

Adhd grada nf_2016
Adhd grada nf_2016Adhd grada nf_2016
Adhd grada nf_2016
 
Dott.ssa Delia Bellifemine: Il trattamento delle stereotipie vocali in due ba...
Dott.ssa Delia Bellifemine: Il trattamento delle stereotipie vocali in due ba...Dott.ssa Delia Bellifemine: Il trattamento delle stereotipie vocali in due ba...
Dott.ssa Delia Bellifemine: Il trattamento delle stereotipie vocali in due ba...
 
Adhd strategie-educative-e-didattiche-dott.ssa-erica-menotti-aidai
Adhd strategie-educative-e-didattiche-dott.ssa-erica-menotti-aidaiAdhd strategie-educative-e-didattiche-dott.ssa-erica-menotti-aidai
Adhd strategie-educative-e-didattiche-dott.ssa-erica-menotti-aidai
 
Mutismo elettivo
Mutismo elettivo Mutismo elettivo
Mutismo elettivo
 
Dott pincherle dott_fini
Dott pincherle dott_finiDott pincherle dott_fini
Dott pincherle dott_fini
 
Introduzione ai supporti visivi nei Disturbi Pervasivi dello Sviluppo [di L. ...
Introduzione ai supporti visivi nei Disturbi Pervasivi dello Sviluppo [di L. ...Introduzione ai supporti visivi nei Disturbi Pervasivi dello Sviluppo [di L. ...
Introduzione ai supporti visivi nei Disturbi Pervasivi dello Sviluppo [di L. ...
 
L'agenda di Jacopo (ver. 1.0)
L'agenda di Jacopo (ver. 1.0)L'agenda di Jacopo (ver. 1.0)
L'agenda di Jacopo (ver. 1.0)
 
Con il TEACCCH ... imparo e comunico
Con il TEACCCH ...  imparo e comunicoCon il TEACCCH ...  imparo e comunico
Con il TEACCCH ... imparo e comunico
 
I disturbi dello spettro autistico
I disturbi dello spettro autisticoI disturbi dello spettro autistico
I disturbi dello spettro autistico
 
Le parole della maestra
Le parole della maestraLe parole della maestra
Le parole della maestra
 

Similar to notarnicola

Autismo Dr.ssa Villa 26 novembre 2013
Autismo Dr.ssa Villa 26 novembre 2013Autismo Dr.ssa Villa 26 novembre 2013
Autismo Dr.ssa Villa 26 novembre 2013CTI_Area_Ulss7
 
Problemi di comportamento e relazione di aiuto
Problemi di comportamento e relazione di aiutoProblemi di comportamento e relazione di aiuto
Problemi di comportamento e relazione di aiutoimartini
 
Sviluppo socio relazionale 1
Sviluppo socio relazionale 1Sviluppo socio relazionale 1
Sviluppo socio relazionale 1imartini
 
Centro risorse16 aprile 2009
Centro risorse16 aprile 2009Centro risorse16 aprile 2009
Centro risorse16 aprile 2009imartini
 
Dott.ssa Chiara Magaudda, dott.ssa Eleonora Mattei: L'intervento ABA in class...
Dott.ssa Chiara Magaudda, dott.ssa Eleonora Mattei: L'intervento ABA in class...Dott.ssa Chiara Magaudda, dott.ssa Eleonora Mattei: L'intervento ABA in class...
Dott.ssa Chiara Magaudda, dott.ssa Eleonora Mattei: L'intervento ABA in class...Istituto Walden
 
Centro risorse16 aprile 2009
Centro risorse16 aprile 2009Centro risorse16 aprile 2009
Centro risorse16 aprile 2009imartini
 
Modalità e tecniche dell'osservazione nell'ambiente scolastico ...
Modalità e tecniche dell'osservazione nell'ambiente scolastico ...Modalità e tecniche dell'osservazione nell'ambiente scolastico ...
Modalità e tecniche dell'osservazione nell'ambiente scolastico ...CTI_Area_Ulss7
 
Handicap corso gisser
Handicap corso gisserHandicap corso gisser
Handicap corso gisserimartini
 
Handicap corso gisser d
Handicap corso gisser dHandicap corso gisser d
Handicap corso gisser dimartini
 
Handicap corso gisser c
Handicap corso gisser cHandicap corso gisser c
Handicap corso gisser cimartini
 
Disturbo oppositivo provocatorio c
Disturbo oppositivo provocatorio cDisturbo oppositivo provocatorio c
Disturbo oppositivo provocatorio cimartini
 
Lavorare con il gruppo classe alla scuola elementare
Lavorare con il gruppo classe alla scuola elementareLavorare con il gruppo classe alla scuola elementare
Lavorare con il gruppo classe alla scuola elementareMariaSilviaGuglielmin
 
Rifiuto scolastico (dopo lez.cap.5)
Rifiuto scolastico (dopo lez.cap.5)Rifiuto scolastico (dopo lez.cap.5)
Rifiuto scolastico (dopo lez.cap.5)silvanamaio
 
Handicap corso gisser
Handicap corso gisserHandicap corso gisser
Handicap corso gisserimartini
 
La demotivazione degli studenti
La demotivazione degli studentiLa demotivazione degli studenti
La demotivazione degli studentiChiara Schiavi
 
Le bocce uno sport per tutte le abilità e tutte le culture
Le bocce uno sport per tutte le abilità e tutte le cultureLe bocce uno sport per tutte le abilità e tutte le culture
Le bocce uno sport per tutte le abilità e tutte le cultureBocceinToscana
 
Dsa (Conegliano 30 10 2014)
Dsa (Conegliano 30 10 2014)Dsa (Conegliano 30 10 2014)
Dsa (Conegliano 30 10 2014)CTI_Area_Ulss7
 

Similar to notarnicola (20)

Autismo Dr.ssa Villa 26 novembre 2013
Autismo Dr.ssa Villa 26 novembre 2013Autismo Dr.ssa Villa 26 novembre 2013
Autismo Dr.ssa Villa 26 novembre 2013
 
Problemi di comportamento e relazione di aiuto
Problemi di comportamento e relazione di aiutoProblemi di comportamento e relazione di aiuto
Problemi di comportamento e relazione di aiuto
 
Sviluppo socio relazionale 1
Sviluppo socio relazionale 1Sviluppo socio relazionale 1
Sviluppo socio relazionale 1
 
Centro risorse16 aprile 2009
Centro risorse16 aprile 2009Centro risorse16 aprile 2009
Centro risorse16 aprile 2009
 
Dott.ssa Chiara Magaudda, dott.ssa Eleonora Mattei: L'intervento ABA in class...
Dott.ssa Chiara Magaudda, dott.ssa Eleonora Mattei: L'intervento ABA in class...Dott.ssa Chiara Magaudda, dott.ssa Eleonora Mattei: L'intervento ABA in class...
Dott.ssa Chiara Magaudda, dott.ssa Eleonora Mattei: L'intervento ABA in class...
 
Centro risorse16 aprile 2009
Centro risorse16 aprile 2009Centro risorse16 aprile 2009
Centro risorse16 aprile 2009
 
Modalità e tecniche dell'osservazione nell'ambiente scolastico ...
Modalità e tecniche dell'osservazione nell'ambiente scolastico ...Modalità e tecniche dell'osservazione nell'ambiente scolastico ...
Modalità e tecniche dell'osservazione nell'ambiente scolastico ...
 
Handicap corso gisser
Handicap corso gisserHandicap corso gisser
Handicap corso gisser
 
Handicap corso gisser d
Handicap corso gisser dHandicap corso gisser d
Handicap corso gisser d
 
Handicap corso gisser c
Handicap corso gisser cHandicap corso gisser c
Handicap corso gisser c
 
Disturbo oppositivo provocatorio c
Disturbo oppositivo provocatorio cDisturbo oppositivo provocatorio c
Disturbo oppositivo provocatorio c
 
I comportamenti
I comportamentiI comportamenti
I comportamenti
 
Lavorare con il gruppo classe alla scuola elementare
Lavorare con il gruppo classe alla scuola elementareLavorare con il gruppo classe alla scuola elementare
Lavorare con il gruppo classe alla scuola elementare
 
Vygotskji
VygotskjiVygotskji
Vygotskji
 
Rifiuto scolastico (dopo lez.cap.5)
Rifiuto scolastico (dopo lez.cap.5)Rifiuto scolastico (dopo lez.cap.5)
Rifiuto scolastico (dopo lez.cap.5)
 
Handicap corso gisser
Handicap corso gisserHandicap corso gisser
Handicap corso gisser
 
La demotivazione degli studenti
La demotivazione degli studentiLa demotivazione degli studenti
La demotivazione degli studenti
 
Le bocce uno sport per tutte le abilità e tutte le culture
Le bocce uno sport per tutte le abilità e tutte le cultureLe bocce uno sport per tutte le abilità e tutte le culture
Le bocce uno sport per tutte le abilità e tutte le culture
 
Dsa (Conegliano 30 10 2014)
Dsa (Conegliano 30 10 2014)Dsa (Conegliano 30 10 2014)
Dsa (Conegliano 30 10 2014)
 
Ppt caso omar
Ppt caso omarPpt caso omar
Ppt caso omar
 

More from imartini

2 parliamo e discutiamo del bullismo
2 parliamo e discutiamo del bullismo2 parliamo e discutiamo del bullismo
2 parliamo e discutiamo del bullismoimartini
 
Scheda bambino
Scheda bambinoScheda bambino
Scheda bambinoimartini
 
Subitizing
SubitizingSubitizing
Subitizingimartini
 
intelligenza emotiva
intelligenza emotivaintelligenza emotiva
intelligenza emotivaimartini
 
Il quaderno delle_regole_di_matematica
Il quaderno delle_regole_di_matematicaIl quaderno delle_regole_di_matematica
Il quaderno delle_regole_di_matematicaimartini
 
comunicazione_non_verbale
 comunicazione_non_verbale comunicazione_non_verbale
comunicazione_non_verbaleimartini
 
osservazione fattoei di rischio dsa
osservazione fattoei  di rischio dsaosservazione fattoei  di rischio dsa
osservazione fattoei di rischio dsaimartini
 
Prerequisiti
Prerequisiti Prerequisiti
Prerequisiti imartini
 
Per sito-prerequisiti-letto-scrittura
Per sito-prerequisiti-letto-scrittura Per sito-prerequisiti-letto-scrittura
Per sito-prerequisiti-letto-scrittura imartini
 
Dispensa dsa
Dispensa  dsaDispensa  dsa
Dispensa dsaimartini
 
Dentro ai dsa n
Dentro ai dsa nDentro ai dsa n
Dentro ai dsa nimartini
 
stili di apprendimento
stili di apprendimentostili di apprendimento
stili di apprendimentoimartini
 
Dsa fasce eta
Dsa  fasce etaDsa  fasce eta
Dsa fasce etaimartini
 
Sviluppo percettivomotorio
Sviluppo percettivomotorio Sviluppo percettivomotorio
Sviluppo percettivomotorio imartini
 
prerequisiti della scrittura
prerequisiti della scritturaprerequisiti della scrittura
prerequisiti della scritturaimartini
 

More from imartini (20)

2 parliamo e discutiamo del bullismo
2 parliamo e discutiamo del bullismo2 parliamo e discutiamo del bullismo
2 parliamo e discutiamo del bullismo
 
Scheda bambino
Scheda bambinoScheda bambino
Scheda bambino
 
Subitizing
SubitizingSubitizing
Subitizing
 
intelligenza emotiva
intelligenza emotivaintelligenza emotiva
intelligenza emotiva
 
Il quaderno delle_regole_di_matematica
Il quaderno delle_regole_di_matematicaIl quaderno delle_regole_di_matematica
Il quaderno delle_regole_di_matematica
 
comunicazione_non_verbale
 comunicazione_non_verbale comunicazione_non_verbale
comunicazione_non_verbale
 
Adhd u
Adhd uAdhd u
Adhd u
 
DSA
DSADSA
DSA
 
osservazione fattoei di rischio dsa
osservazione fattoei  di rischio dsaosservazione fattoei  di rischio dsa
osservazione fattoei di rischio dsa
 
Prerequisiti
Prerequisiti Prerequisiti
Prerequisiti
 
Per sito-prerequisiti-letto-scrittura
Per sito-prerequisiti-letto-scrittura Per sito-prerequisiti-letto-scrittura
Per sito-prerequisiti-letto-scrittura
 
scrittura
scritturascrittura
scrittura
 
Dispensa dsa
Dispensa  dsaDispensa  dsa
Dispensa dsa
 
Dentro ai dsa n
Dentro ai dsa nDentro ai dsa n
Dentro ai dsa n
 
dislessia
dislessiadislessia
dislessia
 
stili di apprendimento
stili di apprendimentostili di apprendimento
stili di apprendimento
 
DSA
DSADSA
DSA
 
Dsa fasce eta
Dsa  fasce etaDsa  fasce eta
Dsa fasce eta
 
Sviluppo percettivomotorio
Sviluppo percettivomotorio Sviluppo percettivomotorio
Sviluppo percettivomotorio
 
prerequisiti della scrittura
prerequisiti della scritturaprerequisiti della scrittura
prerequisiti della scrittura
 

notarnicola

  • 1. La promozione delle abilità sociali:La promozione delle abilità sociali: proposte di intervento nella scuolaproposte di intervento nella scuola Alessandra Notarnicola Dipartimento di Psicologia Università degli Studi di Bari E mail a.notarnicola@psico.uniba.it
  • 2. SKILLSTREAMINGSKILLSTREAMING == INTEGRABILITAREINTEGRABILITARE IL PROCESSO DI ABILITAZIONE, SVILUPPO DI COMPORTAMENTI, COSTITUISCE UN “SUPPORTO” ESSENZIALE AL PROCESSO PIU’ AMPIO DELL’INTEGRAZIONE SOCIALE
  • 3. La socialitàLa socialità Stare in rapporto costruttivo e reciprocamente gratificante con l’altro È l’indicatore critico, il vero specchio, della maturazione del carattere e della personalità globale del bambino • OPINIONE COMUNE: Il rapporto interpersonale si apprende ma non si insegna; si costruisce e si modella poco a poco grazie a continui processi di apprendimento
  • 4. Quando tutto funziona….Quando tutto funziona…. L’insegnante ha un ruolo indiretto interviene come ATTORE SOCIALE nel flusso delle relazioni della classe, in via incidentale, con un ATTEGGIAMENTO NON INVASIVO; DI ATTESA
  • 5. Ma quando qualcosa siMa quando qualcosa si inceppa?inceppa?
  • 6. I bambini “problema”I bambini “problema” Soggetti che, non possiedono un repertorio sufficiente di abilità sociali e affrontano i fatti normali della vita quotidiana con immaturità, aggressività o eccessiva remissività (Quay, 1979). I comportamenti disfunzionali • interferiscono con il benessere personale del soggetto e con lo sviluppo di soddisfacenti interazioni sociali • Sono emessi in quantità eccessiva
  • 7. Legge sull’educazione deiLegge sull’educazione dei ragazzi handicappatiragazzi handicappati 94/14294/142 “L’educazione dei ragazzi handicappati deve avvenire“L’educazione dei ragazzi handicappati deve avvenire contemporaneamente e nello stesso ambiente di quellacontemporaneamente e nello stesso ambiente di quella dei normodotati…”dei normodotati…” L’INSERIMENTO NON ASSICURA L’INTEGRAZIONE Un’ottima modalità per aumentare le probabilità che l’integrazione abbia successo è quella di insegnare direttamente agli alunni le cosiddette abilità sociali
  • 8. A chi si insegnano le abilitàA chi si insegnano le abilità sociali?sociali? Bambini normodotati con disturbo del comportamento (= trovano gratificazioni in comportamenti o ruoli disadattivi) Bambini/persone con handicap mentale (= difficoltà strutturali ad avviare gli apprendimenti sociali, carenza di abilità)
  • 9. Perché non tutti apprendono unPerché non tutti apprendono un comportamento sociale accettabile?comportamento sociale accettabile? 1. Lo studente non sa qual’è il comportamento giusto da emettere (mancanza di modelling o flessibilità comportamentale) 2. Egli lo sa, ma non ha mai provato ad emetterlo (mancanza di rinforzo) 3. Le sue condizioni emotive inibiscono l’emissione del comportamento desiderato
  • 10. COME?COME? Alcuni preferiscono esortare i propri alunni a “comportarsi bene”, anziché insegnare loro a stabilire una positiva interazione reciproca. È strano chiedere ad uno studente di leggere bene prima di avergli insegnato l’abilità necessaria per farlo (Morse, 1982)
  • 11. Come?Come? INTERVENIRE IN NEGATIVO: •vincoli, divieti •sollecitazioni moralistiche a “non fare” •“spogliare” autoritariamente di comportamenti disadattivi INTERVENIRE IN POSITIVO: • Offrire alternative comportamentali praticabili, con programmazione competente in modo che sia il bambino stesso a spogliarsene gradatamente da sé
  • 12. Perché insegnare le abilitàPerché insegnare le abilità sociali?sociali? • Facilita l’integrazione sociale • In età evolutiva, previene il disadattamento scolastico, la delinquenza e la non accettazione dei pari • In età adulta previene i problemi di adattamento • Rafforza lo sviluppo della personalità
  • 13. Chi dovrebbe insegnare le abilitàChi dovrebbe insegnare le abilità sociali?sociali? • Insegnanti curricolari e di sostegno • Operatori sociali • Psicologi • Consulenti didattici (pedagogisti)
  • 14. LA PROPOSTA METODOLOGICALA PROPOSTA METODOLOGICA DI McGINNIS E COLL.DI McGINNIS E COLL. • APPRENDIMENTO STRUTTURATO: METODO ATTIVO DI SOCIOTERAPIA EDUCATIVA
  • 15. L’APPRENDIMENTO STRUTTURATOL’APPRENDIMENTO STRUTTURATO Assunto di baseAssunto di base IL FARE = potere dirompente sul piano cognitivo l’apprendimento sociale si veicola tramite l’attività del soggetto, oltre che per mezzo di ristrutturazioni cognitive interne
  • 16. L’APPRENDIMENTO STRUTTURATOL’APPRENDIMENTO STRUTTURATO Modello psicoeducativo di tipo comportamentaleModello psicoeducativo di tipo comportamentale per l’insegnamento delle abilità socialiper l’insegnamento delle abilità sociali ARTICOLAZIONE IN 4 FASI • MODELING (cosa fare) • ROLEPLAYING (come fare) • FEEDBACK (perché farlo) • GENERALIZZAZIONE (quando farlo)
  • 17. IL MODELINGIL MODELING Apprendimento per imitazione = Cosa fare 1. L’apprendimento per osservazione 2. L’effetto di inibizione e disinibizione 3. L’effetto di facilitazione comportamentale Ottimo strumento per insegnare nuovi comportamenti
  • 18. IL MODELING:IL MODELING: FATTORI FONDAMENTALIFATTORI FONDAMENTALI • LE CARATTERISTICHE DEL MODELLO -esperto, di prestigio, ricompensato • MODALITA’ DI PRESENTAZIONE DEL MODELLO -modo chiaro, pochi dettagli, gradualità di difficoltà (fading), persone diverse • CARATTERISTICHE DELL’OSSERVATORE -Consapevole, simile, ricompensato
  • 19. IL MODELING:IL MODELING: LA LETTERATURALA LETTERATURA Efficace con bambini e adolescenti • Studi su Aggressività (Bandura et al., 1961) • Studi su Amicizia • Studi su Creatività • Studi su Condivisione
  • 20. IL MODELINGIL MODELING COSA FARE?COSA FARE? • SCENETTA DAL VIVO eseguita dai due conduttori • Illustrare i passi comportamentali (singoli comportamenti) che compongono un’abilità nella giusta sequenza • Attinenza con vita reale • Indicare su tabellone i passi • Presentare almeno 2 esempi per ogni abilità
  • 21. • Situazioni attinenti alla vita reale • Il modello è rinforzato • Tutti gli esempi portano a risultati positivi • Vanno riprodotti tutti i passi • Non presentare più di un’abilità alla volta PENSARE AD ALTA VOCE =PENSARE AD ALTA VOCE = MODELING VERBALEMODELING VERBALE IL MODELINGIL MODELING PRINCIPI GUIDAPRINCIPI GUIDA
  • 22. MODELING VERBALEMODELING VERBALE • è una NARRAZIONE, mette in luce il processo cognitivo che sottende l’esecuzione dell’abilità = PENSARE AD ALTA VOCE
  • 23. IL MODELING:IL MODELING: Condizione necessaria ma non sufficienteCondizione necessaria ma non sufficiente Dà risultati positivi solo a breve termine
  • 24. IL ROLE PLAYINGIL ROLE PLAYING La situazione in cui viene richiesto ad un individuo di simulare un ruolo (comportarsi in un certo modo) mai sostenuto in precedenza, oppure se il ruolo è già proprio, esercitarlo in circostanze diverse da quelle usuali (Mann, 1956) • Grande efficacia nel modificare in senso adattivo i comportamenti del soggetto
  • 25. IL ROLE PLAYINGIL ROLE PLAYING FATTORI FONDAMENTALIFATTORI FONDAMENTALI • La scelta dello studente di partecipare • Il suo coinvolgimento • La capacità di improvvisare • La presenza costante di una ricompensa dopo che l’azione è stata compiuta
  • 26. IL ROLE PLAYINGIL ROLE PLAYING LA LETTERATURALA LETTERATURA • ESPERIMENTO-TIPO: – DIFENDERE UNA CONVINZIONE • STUDI SU: • Frequenza scolastica • Abilità sociali • Accettazione dei bambini handicappati • ecc
  • 27. ROLE PLAYINGROLE PLAYING COME?COME? Dopo la presentazione del modello, avviare una discussione sul rapporto tra l’abilità osservata e ciò che succede nella vita quotidiana riferendosi al FUTURO Il role playing anziché riprodurre i fatti del passato deve cercare di rappresentare ipoteticamente la situazione futura
  • 28. • Attore (scelto dal conduttore o volontario) • Co-attore (scelto dall’attore) • Scena (ambiente fisico, fatti, umori, personaggi) • Osservatori (indizi percettivi, passi comportamentali • Conduttori ROLE PLAYINGROLE PLAYING COME?COME?
  • 29. • Un alunno descrive una situazione in cui può rilevarsi utile l’abilità (attore) • L’alunno sceglie un co-attore (simile alla persona con cui ha problemi) • Fornisce informazioni sulla situazione reale • Si ripassano i passi (Tabellone) • Pensare ad alta voce • Si definiscono le responsabilità di ogni partecipante • Un conduttore aiuta l’attore indicando i passi sul tabellone, l’altro osserva attore e partecipanti • Tutti gli alunni partecipano almeno una volta come attori • Un bambino non deve mai emettere comportamenti indesiderati nel role playing ROLE PLAYINGROLE PLAYING PRINCIPI GUIDAPRINCIPI GUIDA
  • 30. IL ROLE PLAYING:IL ROLE PLAYING: Condizione necessaria ma non sufficienteCondizione necessaria ma non sufficiente Dà risultati positivi solo a breve termine
  • 31. IL FEEDBACK INFORMAZIONALEIL FEEDBACK INFORMAZIONALE Far presente all’alunno quanto egli ha saputo correttamente simulare un certo ruolo e in che misura i comportamenti da lui emessi si sono avvicinati a quelli corretti presentati dal modello • RINFORZATORE = qualsiasi evento che aumenti la successiva probabilità di emissione di un dato comportamento
  • 32. FEEDBACK INFORMAZIONALEFEEDBACK INFORMAZIONALE PERCHE’?PERCHE’? Poiché l’A.S. è un approccio comportamentale il feedback deve riguardare comportamenti ben precisi • Ascoltare le reazioni del co-attore • Ascoltare i commenti degli osservatori • Ascoltare i conduttori • Commenti dell’attore SOLO CRITICHE COSTRUTTIVE E RINFORZI
  • 33. RINFORZATORERINFORZATORE 1. TANGIBILE O MATERIALE es. denaro 2. SOCIALE come la lode, l’approvazione 3. AUTORINFORZATORE autovalutazione Per avere efficacia il feedback informazionale dovrà comprendere tutti e tre i tipi di rinforzatore. Il r. materiale è la base sulla quale funzionano i livelli superiori di r. Lo scopo è quello di eliminare gradualmente quello tangibile e di mantenere costante quello sociale
  • 34. IL RINFORZAMENTOIL RINFORZAMENTO FATTORI FONDAMENTALIFATTORI FONDAMENTALI • Tipo di rinforzatore • Tempestività del rinforzamento • Rapporto tra rinforzatore e risposta • Qualità e quantità • Possibilità di rinforzamento • Rinforzamento intermittente (o parziale) Si otterranno dagli alunni le migliori prestazioni quando si daranno loro sufficienti occasioni di ricevere immediatamente il rinforzatore più gradito, in quantità sufficiente, in un rapporto di causalità con il comportamento da essi emesso e secondo un programma di rinformazamento intermittente
  • 35. SISTEMA DI RINFORZAMENTOSISTEMA DI RINFORZAMENTO • PROGRAMMA SISTEMATICO • TOKEN ECONOMY (gettoni SCAMO) – Per aver rispettato regole – Per aver partecipato attivamente – Per esercizi a casa – Per aver impiegato l’attività in altri contesti • PROGRAMMA DI RINF. INTERMITTENTE • EFFETTO-ONDA (> del rimprovero)
  • 36. 1. Erogare il rinforzo se son stati eseguiti tutti i passi 2. Erogare il rinforzo immediatamente dopo azione 3. Rinforzare co-attore per disponibilità 4. Garantire varie occasioni di role playing per garantire a tutti di esser rinforzati 5. Quantità del rinforzo=qualità dell’azione 6. Rinforzare i miglioramenti È importante che l’alunno ottenga risultati positivi FEEDBACK INFORMAZIONALEFEEDBACK INFORMAZIONALE PRINCIPI GUIDAPRINCIPI GUIDA
  • 37. FEEDBACK INFORMAZIONALEFEEDBACK INFORMAZIONALE Flessibilità comportamentale = Insegnare alternative comportamentali da aggiungere al proprio repertorio di abilità
  • 38. IL RINFORZAMENTO:IL RINFORZAMENTO: Condizione necessaria ma non sufficienteCondizione necessaria ma non sufficiente L’evoluzione del comportamento è più stabile e duratura MA Affinché il r. risulti efficace i comportamenti da rinforzare devono comparire con una certa frequenza ed essere sufficientemente adeguati
  • 39. LA GENERALIZZAZIONELA GENERALIZZAZIONE • CONTESTO, MATERIALE DIDATTICO E PERSONALE EDUCATIVO • SISTEMI DI RINFORZAMENTO • SOVRAPPRENDIMENTO, RIPASSO ED ISTRUZIONI DIRETTE
  • 40. GENERALIZZAZIONEGENERALIZZAZIONE LA COMPONENTE PIU’ IMPORTAMENTE DELL’APPRENDIMENTO STRUTTURATO ESERCIZI A CASA • Gradualità = prima più semplici, poi via via più complessi e impegnativi
  • 41. AMBIENTE FISICOAMBIENTE FISICO REGOLA DEGLI ELEMENTI IDENTICI
  • 42. CONTESTO, MATERIALE DIDATTICO ECONTESTO, MATERIALE DIDATTICO E PERSONALE EDUCATIVOPERSONALE EDUCATIVO • Impartire le istruzioni in ambienti naturali • Contesto più simile possibile al contesto naturale • Accorgimenti che aumentino la somiglianza tra contesto educativo e naturale • Raccomandare ad insegnanti, genitori e pari di rinforzare ogni abilità impiegata correttamente • Insegnare le abilità in diversi contesti attraverso la simulazione di ruoli
  • 43. SISTEMI DI RINFORZAMENTOSISTEMI DI RINFORZAMENTO • Erogare il r. immediatamente dopo l’azione desiderata • Elargire il r. con programma intermittente • Ridurre la frequenza con cui viene rinforzato il comportamento • Erogare r. naturali
  • 44. SOVRAPPRENDIMENTO, RIPASSOSOVRAPPRENDIMENTO, RIPASSO ED ISTRUZIONI DIRETTEED ISTRUZIONI DIRETTE • Ottenere il sovrapprendimento attraverso l’esercizio, le simulazioni, compiti a casa • Sottrarre sistematicamente le istruzioni ed un eventuale ripasso • Istruzioni dirette • Fornire occasioni
  • 45. COMPITI A CASACOMPITI A CASA SCHEDA ESERCIZI PER CASA Studente…………….. Data……………. Abilità.……………………………………. Passi: 1 2 3 4 Con chi? Quando? Cosa è accaduto? Come ho fatto? Perché?
  • 46. MODALITA’ DI VALUTAZIONE PERMODALITA’ DI VALUTAZIONE PER LA FORMAZIONE DEI GRUPPILA FORMAZIONE DEI GRUPPI Tecniche per selezionare gli studenti e le abilità sociali specifiche da potenziare, in modo da suddividere i diversi studenti in gruppi per progettare un insegnamento individualizzato
  • 47. • Ad insegnanti e/o operatori sociali • Genitori • Bambini stessi MODALITA’ DI VALUTAZIONE PERMODALITA’ DI VALUTAZIONE PER LA FORMAZIONE DEI GRUPPILA FORMAZIONE DEI GRUPPI
  • 48. • Interviste (per bambini o adulti) • Questionari (auto o etero-valutazioni) • Osservazioni (dal vivo o per analogia) • Scale di valutazione comportamentale • Rilevazioni sociometriche (classifiche e valutazioni dei pari) MODALITA’ DI VALUTAZIONE PERMODALITA’ DI VALUTAZIONE PER LA FORMAZIONE DEI GRUPPILA FORMAZIONE DEI GRUPPI
  • 49. PER LO STUDENTE “Mi riesce facile ascoltare quando qualcuno mi sta parlando?” “Quando ne ho bisogno so chiedere aiuto?” “Ringrazio chiunque mi abbia fatto un piacere?” PER GLI INSEGNANTI ASCOLTARE: lo studente sembra ascoltare quando qualcuno parla o si sforza di capire cosa viene detto? CHIEDERE AIUTO: lo studente capisce quando ha bisogno di aiuto e sa poi chiedere aiuto in modo garbato? RINGRAZIARE: lo studente ringrazia gli altri per essere stato aiutato o perché gli è stato fatto un favore? SITUAZIONE PROBLEMATICA: ………………………………………… SCHEDA DI VALUTAZIONE DELLESCHEDA DI VALUTAZIONE DELLE ABILITA’ SOCIALIABILITA’ SOCIALI 1 2 3 4 5 Quasi mai Raram ente Ogni tanto Spesso Quasi sempre
  • 50. TABELLA RIASSUNTIVA DELLETABELLA RIASSUNTIVA DELLE ABILITA’ SOCIALIABILITA’ SOCIALI
  • 51. PER LA VALUTAZIONE PRE E POST…PER LA VALUTAZIONE PRE E POST… • SCHEDA RICAPITOLATIVA DEI PROGRESSI • SCHEDA DI PADRONANZA DELLE ABILITA’
  • 52. LA FORMAZIONE DI UN GRUPPO DILA FORMAZIONE DI UN GRUPPO DI APPRENDIMENTO STRUTTURATOAPPRENDIMENTO STRUTTURATO GRUPPI RISTRETTI Omogeneità dei deficit 5-8 alunni 2 insegnanti-capigruppo dirigere osservare il role playing GRUPPI NUMEROSI Intera classe Prevenzione Sottogruppi Osservazione per tutti
  • 53. I CONDUTTORI DEL GRUPPOI CONDUTTORI DEL GRUPPO DUPLICE COMPITO CONDUZIONE OSSERVAZIONE ABILITA’ GENERALI SPECIFICHE Entusiasmo, sensibilità, empatia, abilità di comunicare Conoscere il programma, saper guidare e programmare il role playng, fungere da modello, fornire esempi, erogare rinforzo, affrontare i problemi di gruppo
  • 54. PARTECIPAZIONE DEIPARTECIPAZIONE DEI GENITORIGENITORI • È importante coinvolgerli dall’inizio per sostenere la GENERALIZZAZIONE • Attraverso: – Una lettera di consenso informato – il diario di casa – Un’udienza scolastica
  • 55. REGOLEREGOLE 1. POCHE E CHIARE –Stare composti –Prestare ascolto –Rispettare i turni 2. PARTECIPAZIONE DEGLI ALUNNI 3. CONCRETE NON ASTRATTE 4. CARTELLONE 5. RIPASSO
  • 56. PROMEMORIA DI REGOLE DI GRUPPOPROMEMORIA DI REGOLE DI GRUPPO ∗ Aspetta il tuo turno prima di parlare ∗ Ascolta gli altri (guardali, non ridere, non parlare) ∗ Se sei irritato puoi allontanarti dal gruppo ∗ Stai composto ∗ Ricordati di lasciar fuori dalla classe i giocattoli
  • 57. STRATEGIE DIDATTICHESTRATEGIE DIDATTICHE PER FACILITARE LA PARTECIPAZIONE E PREVENIRE COMPORTAMENTI-PROBLEMA 1. Passare frequentemente da un’attività all’altra 2. Evitare la noia non prolungando l’attività 3. “Presenza”: consapevolezza del comportam. 4. Creare un’atmosfera di gruppo positiva: • Diversitrsi…imparando!
  • 58. FREQUENZA E DURATA DELLEFREQUENZA E DURATA DELLE SESSIONISESSIONI • 3 VOLTE A SETTIMANA • 20-40 MINUTI • ALLA FINE DI OGNI GIORNO, 10 MIN PER TRASCRIVERE LE ATTIVITA’
  • 59. SCHEDA DI CONTROLLO SULLE OPERAZIONI DISCHEDA DI CONTROLLO SULLE OPERAZIONI DI PREPARAZIONE DEL GRUPPOPREPARAZIONE DEL GRUPPO L’aula è preparata (sedie, lavagna, tabellone) L’ora e la durata sono programmate I capigruppo conoscono il programma I genitori e altri conoscono obiettivi e tecniche Teacher skill checklist per ogni alunno Student skill checklist per ogni alunno Regole del gruppo stabilite Programma di rinforzo stabilito e spiegato agli alunni
  • 60. Menu’ di rinforzatoriMenu’ di rinforzatori OGGETTI Cibo (dolci, pop corn) Matite, carta, adesivi, giornalini, note positive al preside ATTIVITA’ Lavorare al PC Usare i colori Temperare le matite Dipingere Fare un intervallo Sentire la musica Usare il cronometro
  • 61. COME MOTIVARE GLI ALUNNICOME MOTIVARE GLI ALUNNI • Dove e quando si terrà il gruppo (luogo speciale!) • Scegliere le abilità da potenziare tenendo conto delle preferenze degli alunni • Le prime = assicurano miglior successo • Rinforzare gli alunni ogni volta che l’abilità viene impiegata
  • 62. FORMULAZIONE DEI PASSIFORMULAZIONE DEI PASSI COMPORTAMENTALICOMPORTAMENTALI • Indicare il nome dell’abilità • Aiutare gli alunni a formulare i passi • Tabellone
  • 63. SESSIONE INTRODUTTIVASESSIONE INTRODUTTIVA Per incoraggiare alunni a partecipare alle attività di gruppo e spiegare obiettivi 1. PRESENTAZIONI dei conduttori e partecipanti 2. Illustrare le ABILITA’ SOCIALI 3. Spiegare le procedure (modeling, role plaiyng, feedback, generalizzazione) 4. Definire regole del gruppo (PROMEMORIA) 5. Spiegare il SISTEMA DI RINFORZO (menù) E’ IMPORTANTE COINVOLGERE I RAGAZZI
  • 64. SESSIONE INIZIALESESSIONE INIZIALE • RIPASSARE REGOLE (PROMEMORIA) • RIPASSARE SISTEMA DI RINFORZO • COMPILARE UNA LISTA DELLE ABILITA’ • RIPASSARE LE PROCEDURE DI APPRENDIMENTO DELLE ABILITA’ • SCOMPORRE L’ABILITA’ IN DIVERSI PASSI PER RENDERLA PIU’ FACILE • PASSARE ALLA PRIMA ABILITA’
  • 65. SESSIONI SUCCESSIVESESSIONI SUCCESSIVE • COMMENTO DEGLI ESERCIZI A CASA • PRESENTARE NUOVA ABILITA’ • FORMULARE I PASSI • MODELING • DISCUSSIONE DEL MODELING • ROLE PLAYING • FEEDBACK INFORMAZIONALE • COMPITI A CASA (GENERALIZZAZIONE)
  • 66. LE ABILITA’ SOCIALILE ABILITA’ SOCIALI 5 SEZIONI5 SEZIONI • Abilità prerequisite per la vita di classe • Abilità per fare o mantenere amicizie • Abilità di gestione delle emozioni • Abilità per controllare l’aggressività • Abilità per gestire lo stress
  • 67. LA SCELTA DELLE ABILITA’LA SCELTA DELLE ABILITA’ • OBIETTIVO = favorire lo sviluppo globale del ragazzo e soddisfare i suoi bisogni • Abilità importanti per genitori e insegnanti • Una disposizione favorevole da parte di genitori, insegnanti e compagni incrementa la probabilità che tali abilità verranno rinforzate nella vita reale
  • 68. SEQUENZA DELLE ABILITA’SEQUENZA DELLE ABILITA’ • Sempre raccordate con i bisogni immediati dei ragazzi • Scegliere prima quelle che danno una maggior probabilità di successo (amicizie, vita di classe ecc.)
  • 69. STIMOLI PITTOGRAFICI PER ISTIMOLI PITTOGRAFICI PER I PIU’ PICCOLIPIU’ PICCOLI GUARDA NEGLI OCCHI ASCOLTA FERMATI E PENSA
  • 70. PASSI COMPORTAMENTALIPASSI COMPORTAMENTALI • Ciascuna abilità viene scomposta mediante TASK ANALYSIS in precisi PASSI COMPORTAMENTALI • PRIMO PASSO = controllare impulsi, bloccare la reazione istintiva alla situazione conflittuale (contare fino a 5, fare 3 respiri…) • PENSARE AD ALTA VOCE anche i passi che vengono formulati solo mentalmente (ad es. “pensa alle alternative”)
  • 71. 1° sezione:1° sezione: Abilità prerequisite per la vita di classeAbilità prerequisite per la vita di classe • Ascoltare • Chiedere aiuto • Ringraziare • Portare l’occorrente per la lezione • Seguire le istruzioni • Portare a termine un compito • Partecipare alla conversazione • Aiutare un adulto • Rivolgere domande • Ignorare le distrazioni • Correggere gli errori • Decidere cosa fare • Fissare un obiettivo
  • 72. Abilità prerequisite per la vita inAbilità prerequisite per la vita in classeclasse • PORTARE A TERMINE UN COMPITO PASSI SPUNTI PER LA DISCUSSIONE 1. Chiediti: “ho finito il mio lavoro?” Esercitarsi a rivedere tutte le parti del compito 2. Controlla tutte le domande per esserne sicuro Ricordare agli alunni di completare le parti lasciate in sospeso 3. Quando sei certo di aver terminato, consegna Rispettare le regole della classe per la consegna 4. Dì a te stesso “benissimo! Ho finito!” Analizzare varie autoricompense
  • 73. 2° sezione:2° sezione: Abilità per fare o mantenere amicizieAbilità per fare o mantenere amicizie • Presentarsi agli altri • Avviare una conversazione • Concludere una conversazione • Partecipare • Osservare le regole del gioco • Chiedere un favore • Fare un complimento • Accettare un complimento • Proporre un’idea • Condividere • Chiedere scusa
  • 74. Abilità per fare o mantenereAbilità per fare o mantenere amicizieamicizie • CHIEDERE SCUSA PASSI SPUNTI PER LA DISCUSSIONE 1. Chiediti: ”devo chiedere scusa per quello che ho fatto?” Spiegare che a volte si fanno cose di cui ci si pente e chieder scusa ci fa sentir meglio e che è importante essere sinceri 2. Valuta le scelte possibili: a. Chiedere scusa a voce b. Scrivere un biglietto Spiegare quando è opportuno usare una delle due forme 3. Scegli il momento e il luogo opportuno Spiegare come si sceglie luogo e momento opportuni 4. Agisci con sincerità in base alla scelta fatta Spiegare linguaggio del corpo e mimica che esprimono sincerità
  • 75. 3° sezione:3° sezione: Abilità di gestione delle emozioniAbilità di gestione delle emozioni • Conoscere le proprie emozioni • Comunicare le proprie emozioni • Cogliere le emozioni altrui • Capire le emozioni altrui • Mostrare sensibilità verso gli altri • Controllare la propria collera • Affrontare la collera degli altri • Esprimere affetto • Affrontare la paura • Ricompensarsi
  • 76. Abilità di gestione delle emozioniAbilità di gestione delle emozioni • CONTROLLARE LA PROPRIA COLLERA PASSI SPUNTI PER LA DISCUSSIONE 1. FERMATI UN ATTIMO E CONTA FINO A 10 Spiegare che è importante concedersi il tempo necessario per calmarsi e riflettere 2. Valuta le scelte possibili a) dire al tuo interlocutore il motivo perché sei arrabbiato b) uscire un momento c) fare un esercizio di rilassamento Spiegare come comunicarlo alla persona in modo che non si arrabbi a sua volta Gli alunni chiederanno all’insegnante di poter uscire un po’ (2-3 minuti) Gli alunni dovrebbero conoscere tecniche di rilassamento 3. Metti in pratica la scelta fatta Se la scelta non funziona, l’alunno dovrebbe tentarne un’altra
  • 77. 4° sezione:4° sezione: Abilità per controllare l’aggressivitàAbilità per controllare l’aggressività • Dar prova di autocontrollo • Chiedere un’autorizzazione • Reagire alle provocazioni • Evitare i guai • Non lasciarsi coinvolgere nei litigi • Problem solving • Accettare le conseguenze • Affrontare le accuse • Trovare un accordo
  • 78. Abilità per controllare l’aggressivitàAbilità per controllare l’aggressività • REAGIRE ALLE PROVOCAZIONI PASSI SPUNTI PER LA DISCUSSIONE 1. Fermati un attimo e conta fino a cinque Spiegare che questa tecnica può aiutare l’alunno a mantenere l’autocontrollo 2. Valuta le scelte possibili a) ignorare la provocazione b) spiegare che cosa stai provando in maniera educata e gentile c) dare un motivo perché la persona smetta di provocare Sottolineare che ignorare la provocazione per poco tempo non sempre funziona e si dovrà probabilmente perseverare in tale atteggiamento (es. allontananarsi) Se l’altro non smette si potrà suggerire all’alunno di riferirlo all’insegnante ecc 3. Metti in pratica la scelta fatta Se la scelta non funziona, l’alunno dovrebbe tentarne un’altra
  • 79. 5° sezione:5° sezione: Abilità per gestire lo stressAbilità per gestire lo stress • Affrontare la noia • Individuare la causa di un problema • Fare una rimostranza • Affrontare una rimostranza • Saper perdere • Avere spirito sportivo • Affrontare l’esclusione • Affrontare l’imbarazzo • Affrontare l’insuccesso • Accettare un rifiuto • Opporre un rifiuto • Rilassarsi • Affrontare la pressione del gruppo • Resistere al desiderio di prendere cose altrui • Prendere una decisione • Essere sinceri
  • 80. Abilità per gestire lo stressAbilità per gestire lo stress • SAPER PERDERE PASSI SPUNTI PER LA DISCUSSIONE 1. Dì a te stesso. “Qualcuno deve pur perdere, e non è così grave se non ho vinto” Memorizzando questa affermazione l’alunno potrà controllare meglio i propri impulsi 2. Valuta le scelte possibili a) offrire il tuo aiuto a qualcuno b) fare qualcosa che ti piace c) fare un esercizio di rilassamento Proporre la propria collaborazione a insegnanti o genitori. Gli alunni dovrebbero fare un elenco delle attività piacevoli Gli alunni dovrebbero aver appreso le tecniche di rilassamento 3. Metti in pratica la scelta fatta Se la scelta non funziona, l’alunno dovrebbe tentarne un’altra
  • 81. – Incentivare la consapevolezza del linguaggio del corpo proprio e altrui – Scambio dei ruoli (per sviluppare empatia e gestire ansia) – Insegnamento diretto della generalizzazione (gestione della classe) – Modeling naturale dell’insegnante – Contrattazione delle contingenze (obiettivo e ricompensa vengono CONTRATTATE) – Automonitoraggio (schede) – Monitoraggio dell’insegnante – Sostegno esterno e rinforzo naturale (preparare il terreno) – Diario di casa sull’esercizio delle abilità – Autoricompensa – Stimoli, segnali esterni (verbali, schede e poster promemoria) – Giochi sulle abilità sociali – Tabella dell’attività della settimana (disegni e premi) – Cartellina delle abilità sociali – Videotapes STRATEGIE PER UNSTRATEGIE PER UN APPRENDIMENTO EFFICACEAPPRENDIMENTO EFFICACE
  • 82. Grazie per la vostraGrazie per la vostra attenzione.attenzione.
  • 83. TECNICHE PER LA GESTIONE DEITECNICHE PER LA GESTIONE DEI PROBLEMI DEL COMPORTAMENTOPROBLEMI DEL COMPORTAMENTO 1. Tecniche didattiche per prevenzione – Preparare programma e orario – Definire regole – Predisporre ambiente favorevole – Definire i limiti del comportamento dell’alunno – Prompting (aiuto o suggerimento) – semplificazione
  • 84. TECNICHE PER LA GESTIONE DEITECNICHE PER LA GESTIONE DEI PROBLEMI DEL COMPORTAMENTOPROBLEMI DEL COMPORTAMENTO 2. Tecniche per la gestione dei comportamenti lievi – Ignorare sistematicamente e rinforzo contemporaneo per comp. appropriato – Controllo del comp. Tramite VICINANZA – Bloccare il comp. Tramite SEGNALI – Risvegliare l’interesse – Scaricare la tensione con l’umorismo – Ristrutturare il programma previsto – Eliminare fonti di distrazione – Riferimento ai valori del bambino – Allontanamento tattico (Fargli fare una pausa) – Valutazione obiettiva dei fatti
  • 85. TECNICHE PER LA GESTIONE DEITECNICHE PER LA GESTIONE DEI PROBLEMI DEL COMPORTAMENTOPROBLEMI DEL COMPORTAMENTO 3. Tecniche di modificazione del comportamento = IL RINFORZO POSITIVO • SOCIALE (elogio, approvazione, attenzione) – Verbale e non verbale • MATERIALE (ricompense concrete: MENU’) • SIMBOLICO (attestato, gettoni) • DI GRUPPO (ricompensa a tutti)
  • 86. TECNICHE PER LA GESTIONE DEITECNICHE PER LA GESTIONE DEI PROBLEMI DEL COMPORTAMENTOPROBLEMI DEL COMPORTAMENTO 3. Tecniche di modificazione del comportamento = IL MODELLAGGIO (Shaping) • Nelle prime lezioni si rinforzano anche comp. imprecisi e approssimativi
  • 87. TECNICHE PER LA GESTIONE DEITECNICHE PER LA GESTIONE DEI PROBLEMI DEL COMPORTAMENTOPROBLEMI DEL COMPORTAMENTO 3. Tecniche di modificazione del comportamento = PIANI EDUCATIVI INDIVIDUALIZZATI Fase 1: identificare comportamento-bersaglio da modificare Fase 2: individuare comportamento adeguato-incompatibile con quello bersaglio Fase 3: Raccogliere dati di linea di base Fase 4: Scegliere un rinforzo adeguato (esame delle preferenze) Fase 5: Stabile la frequenza di erogazione del rinforzo (continuo vs intermittente) Fase 6: Controllare l’andamento delle modificazioni comportamentali
  • 88. TECNICHE PER LA GESTIONE DEITECNICHE PER LA GESTIONE DEI PROBLEMI DEL COMPORTAMENTOPROBLEMI DEL COMPORTAMENTO 3. Tecniche di modificazione del comportamento = L’ESTINZIONE Il principio è opposto a quello del rinforzo. Se un comp. non viene più rinforzato, si attenuerà gradualmente in frequenza, intensità, durata poiché non esiste più una motivazione valida per attivarlo Prima che una risposta si estingua è possibile che si intensifichi temporaneamente in frequenza (picco precedente l’estinzione)
  • 89. TECNICHE PER LA GESTIONE DEITECNICHE PER LA GESTIONE DEI PROBLEMI DEL COMPORTAMENTOPROBLEMI DEL COMPORTAMENTO 3. Tecniche di modificazione del comportamento = LA SOSPENZIONE DEL RINFORZO (TIME OUT) È una tecnica di estinzione, con la quale si allontana il ragazzo da vari tipi di rinforzo positivo nel momento in cui altre forme di estinzione più blande non sortiscono effetti. Si usa solo in casi estremi, poiché con questo metodo si allontana dall’ambiente di apprendimento (luogo isolato)
  • 90. TECNICHE PER LA GESTIONE DEITECNICHE PER LA GESTIONE DEI PROBLEMI DEL COMPORTAMENTOPROBLEMI DEL COMPORTAMENTO 4. Tecniche relazionali Creare e mantenere un rapporto positivo insegnate-alunno costituisce l’elemento fondamentale per ottenere una modificazione del comportamento dell’alunno • Incoraggiamento empatico • Ridurre la sensazione di minaccia (incoraggiare!)
  • 91. IL PERCHE’IL PERCHE’ L’analisi funzionaleL’analisi funzionale • Attribuire VALORE al comportamento problema • Stabilire l’ALLEANZA con la funzione svolta dal comportamento problema • Il comportamento problema, per quanto dannoso, strano o controproducente ha un valore funzionale per il soggetto • Vantaggio solo a breve termine, poiché a lungo termine produce gravi danni
  • 92. IL PERCHE’IL PERCHE’ L’analisi funzionaleL’analisi funzionale • Accettiamo la funzione, perché legittima • Ma non la forma perché problematica • Aiutiamo la persona a manifestare la funzione con forme positive di comportamento
  • 93. IL PERCHE’IL PERCHE’ L’analisi funzionaleL’analisi funzionale • TUTTI I COMPORTAMENTI HANNO UN FINE • Valutare e interpretare le funzioni svolte dal comportamento problema Es. “Rubare per ottenere oggetto desiderato” “Piangere per attirare attenzione dell’insegnante preferita”
  • 94. Punto chiave dell’alleanzaPunto chiave dell’alleanza psicoeducativapsicoeducativa La convinzione che ogni comportamento svolga una sua funzione ci spinge ad affinare i nostri strumenti di lettura delle dinamiche che avvengono nella situazione portando rispetto per le motivazioni del soggetto
  • 95. Punto chiave dell’alleanzaPunto chiave dell’alleanza psicoeducativapsicoeducativa • Alleandoci con la funzione valorizziamo le intenzioni del soggetto e queste sono la sua parte più profonda, più vicina alle sue motivazioni e ai suoi bisogni
  • 96. Punto chiave dell’alleanzaPunto chiave dell’alleanza psicoeducativapsicoeducativa • Le funzioni sono tutte positive e accettabili? • No … le alleanze pericolose! • (Il bambino che aggredendo evita la riabilitazione) • Stabilire che un comportamento è funzionale ad un soggetto non equivale a giustificarlo (un bimbo che urla per attirare l’attenzione) • interventi sul soggetto e le sue abilità comunicative e sul contesto: responsività e ascolto
  • 97. • È necessario ricercare funzioni attuali, presenti nelle varie situazioni del soggetto
  • 98. • L’AF osserva e valuta la CIRCOLARITA’ DELLE INTERAZIONI, delle comunicazioni e delle azioni-reazioni che coinvolgono il comp. probl. quello degli altri e il livello di stimolazione che il sogg. produce ANTECENDENTI COMP. PROBL EFFETTI CONSEGUENZE

Editor's Notes

  1. E L’ACCETTAZIONE e le classi o l’insegnamento separati così come l’allontanamento dei soggetti con handicap dal gruppo degli alunni normali sono giustificati solo quando la natura o la gravità dell’handicap del soggetto siano tali da compromettere il processo di apprendimento nelle classi normali”
  2. Ogni abilità viene analizzata nelle varie componenti che la costituiscono, ossia nei diversi comportamenti (passi) che gli alunni dovranno apprendere. Questi ultimi avranno di fronte a sé delle persone (modelli) che forniranno un esempio del comportamento corretto. Essi dovranno quindi cercare di ripetere quanto hanno appena osservato (roleplaying) dopodichè riceveranno dai compagni o dagli insegnanti un feedback, ossia un rinforzatore informazionale dal quale potranno conoscere l’esito delle loro azioni. Questo potrà assumere la forma di una lode o di un segno di approvazione rivolti all’alunno, a mano a mano che questo riproduce correttamente il comportamento emesso dal modello. Sono previste in seguito diverse tecniche per aiutare il ragazzo a servirsi delle abilità apprese in altre situazioni di vita quotidiana (generalizzazione)
  3. Strumento educativo efficace sia con bambini che con adolescenti
  4. I RINFORZI DEVONO ESSERE MOLTO FR ALL’INIZIO E VIA VIA SOLO IN CERTE CIRCOSTANZE I GETTONI POSSONO ESSERE SCAMBIATI ALLA FINE DELLA GIORNATA CON ATTIVITA’ DESIDERATE
  5. Registrare o filmare
  6. Senza gli esercizi che facilitano la generalizzazione si rischia di compromettere l’utilità dell’intero programma
  7. CONFRONTANDO SISTEMATICAMENTE QUESTE DUE CATEGORIE DI INFORMAZIONI RACCOLTE ATTRAVERSO NUMEROSE OSSERVAZIONI SI POTRà FORMULARE UN’IPOTESI DELLE FUNZIONI SVOLTE DA QUEL COMPORTAMENTO PROBLEMA