2. • Spesso il silenzio rappresenta la miglior
risposta agli eventi che travolgono
l’uomo e di fronte a un video del
genere è infatti difficile parlare. Eppure
è necessario farlo, è necessario non
rimanere in silenzio perché non sia
dimenticato l’orrore dell’uomo al suo
simile.
3. E la memoria di Auschwitz non finirà mai. Il
ricordo di quella realtà che fu assolutamente
infame, assolutamente malvagia, e che ha segnato
il XX secolo per sempre, non deve mai finire.
Molti lo ricorderanno come Olocausto, altri come
Shoah, ma tutti devono e dovranno sapere che
cosa è stato l'eccidio sistematico da parte dei
nazisti di circa sei milioni di ebrei, uomini, donne e
bambini, e non solo ebrei, per i quali Auschwitz è
divenuto il tragico simbolo. “Molti piansero,
allora, e ancora oggi udiamo l'eco del loro
lamento”, ha detto Giovanni Paolo II, ma il loro
gemito non morirà con loro. Esso si alza potente,
agonizzante, va dritto al cuore e dice: “Non
dimenticateci!”
5. • Tocca alle nuove generazioni far sì che la
memoria della Shoah non si perda. E’ necessario
che dopo di noi si sappia di quanta barbarie è
stato capace l’uomo, della sofferenza e
dell’umiliazione subita da milioni di uomini,
donne e bambini, privati della loro condizione,
privati della loro dignità, privati della loro
essenza. In particolare ai ragazzi vuole andare il
pensiero oggi, ai tanti bambini, ai tanti
adolescenti che sono rimasti tali per sempre,
proprio come le scarpette rosse.
6.
7. • Erano bambini e giovani carichi di speranza ma la
loro vita fu spenta dalle mani assassine di
famigerati dottori assoldati dai nazisti per nuovi
esperimenti.
• …atrocità compiute nei campi di
concentramento, dai lavori forzati alle camere a
gas, ai forni crematori, alla morte di
bambini…”colpevoli” solo di aver desiderato le
loro madri.
8.
9. • Nei campi di concentramento entrarono intere
famiglie con bambini ebrei destinati allo
sterminio. Solo chi nel momento della selezione
dichiarasse di avere più di quindici anni, poteva
sperare di "salvarsi", inserendosi nel campo
come forza lavoro, mentre gli altri venivano
condotti insieme alle loro madri nelle camere a
gas. Tutti coloro che non erano in grado di
lavorare, ammalati, disabili, venivano considerati
"vite indegne di essere vissute" e condotti subito
alla morte. Questi campi, però, servivano anche
alle industrie farmaceutiche per testare nuovi
farmaci, per trovare dei fondamenti scientifici,
che dimostrassero la superiorità della razza
ariana.
12. • Ma non fu questo il motivo che spinse il medico tedesco
Kurt Heissmeyer a compiere uno dei peggiori crimini
nel “grande crimine” che fu la shoah. Aspirava a
diventare docente universitario e per poter raggiungere
il suo obiettivo, aveva bisogno di produrre un lavoro
che venisse presentato ad una commissione d'esame.
Per questo studiò la tubercolosi mediante i suoi
esperimenti segreti servendosi di prigionieri di guerra
russi sani , ma il suo primo tentativo fu un fallimento.
13. Fu allora che venne in suo aiuto un
altro medico, il dottor Mengele,
l’angelo della morte…
14. • Una fredda mattina di novembre del 1944
si presentò nella baracca 11 del campo di
Auschwitz-Birkenau; doveva scegliere
venti bambini da sottoporre agli
esperimenti e perciò li trasse in inganno
dicendo:
• “Chi vuole vedere la mamma faccia
un passo avanti…”.
15.
16. I bambini, allora, caduti in trappola,
viaggiarono alla volta della Germania in
un normale treno passeggeri e il 29
novembre 1944, giunsero a Neuengame.
Al loro arrivo gli internati cercarono
subito di aiutarli, e visto che il natale si
stava avvicinando, prepararono dei dolci
in loro onore. Il 9 gennaio 1945 iniziarono
gli esperimenti. Ai bimbi vennero
introdotti i bacilli della TBC, perchè i
medici potessero raccogliere gli anticorpi e
preparare un vaccino. Dopo circa due mesi
i venti bambini vennero operati: furono
asportate loro le ghiandole linfatiche e
dopo essere state studiate, l'esperimento fu
dichiarato nullo.
18. • Arrivò subito dopo in Germania l'avvertimento che le
truppe alleate inglesi si stavano avvicinando e che i bimbi
dovevano sparire, come ogni traccia relativa agli
esperimenti. I bambini furono fatti salire su un camion,
diretti verso il centro di Amburgo in una scuola ormai
abbandonata. Qui vennero portati in una cantina, fatti
svestire e dopo che fu loro somministrata una dose di
morfina, ancora in stato di incoscienza, furono impiccati
con ganci appesi al muro. Tra loro, anche un bambino
italiano: Sergio de Simone.
19.
20. In quella scuola ogni anno, il 20
aprile, viene celebrato "Il Giorno
del Ricordo". Nel giardino di rose
bianche della scuola è stata posta
una lapide dove si legge:
22. Miei cari genitori,
se il cielo fosse carta e tutti i mari del mondo inchiostro, non potrei
descrivervi le mie sofferenze e tutto ciò che vedo intorno a me.
Il campo si trova in una radura. Sin dal mattino ci cacciano al lavoro nella
foresta. I miei piedi sanguinano perché ci hanno portato via le scarpe…
Tutto il giorno lavoriamo quasi senza mangiare e la notte dormiamo sulla
terra (ci hanno portato via anche i nostri mantelli).
Ogni notte soldati ubriachi vengono a picchiarci con bastoni di legno e il mio
corpo è pieno di lividi come un pezzo di legno bruciacchiato. Alle volte ci
gettano qualche carota cruda, una barbabietola, ed è una vergogna: ci si
batte per averne un pezzetto e persino qualche foglia.
L’altro giorno due ragazzi sono scappati, allora ci hanno messo in fila e ogni
quinto della fila veniva fucilato… Io non ero il quinto, ma so che non uscirò
vivo di qui. Dico addio a tutti, cara mamma, caro papà, mie sorelle e miei
fratelli, e piango…