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http://scuola.latteriavaltellina.it/progetti/luva-dalla-terra-alla-tavola/
Progetto per la creazione di una strategia di marketing legata alla realizzazione di un network per le cantine vitivinicole del Rosso Conero.
Un progetto firmato dall'agenzia di marketing e Comunicazione di Ancona Tangherlini. www.tangherlini.it
Cosa comporta l’allevamento biologico e quali garanzie offre al consumatore?
Il metodo è sicuramente più impegnativo rispetto all’allevamento di tipo industriale.
Con il biologico abbiamo la completa rintracciabilità del prodotto a tutela del consumatore. Dal
momento in cui nasce il pesce fino a quando viene fornito al consumatore. Tramite un codice, il
consumatore può sapere dove il pesce è stato pescato, quando è stato pescato, cosa ha mangiato…ecc.
Insomma si conosce tutta la filiera e viene garantito il controllo totale del prodotto (vedi disciplinare
bio); infatti i certificatori puntano molto sulla tracciabilità del pesce per garantire la qualità e la
sicurezza alimentare. Ad esempio, ogni volta che sorge un problema di natura alimentare si fa fatica a
conoscerne le cause e poi scatta la psicosa collettiva; il caso più ecclatante è stato quello del batterio
killer.
Ma quali sono i principali pilastri dell’allevamento bio del pesce?
E’ semplice, come il contadino semina il grano, così l’allevatore semina il pesce. Non si può andare a
catturarlo in mare perché si danneggia
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Un progetto firmato dall'agenzia di marketing e Comunicazione di Ancona Tangherlini. www.tangherlini.it
Cosa comporta l’allevamento biologico e quali garanzie offre al consumatore?
Il metodo è sicuramente più impegnativo rispetto all’allevamento di tipo industriale.
Con il biologico abbiamo la completa rintracciabilità del prodotto a tutela del consumatore. Dal
momento in cui nasce il pesce fino a quando viene fornito al consumatore. Tramite un codice, il
consumatore può sapere dove il pesce è stato pescato, quando è stato pescato, cosa ha mangiato…ecc.
Insomma si conosce tutta la filiera e viene garantito il controllo totale del prodotto (vedi disciplinare
bio); infatti i certificatori puntano molto sulla tracciabilità del pesce per garantire la qualità e la
sicurezza alimentare. Ad esempio, ogni volta che sorge un problema di natura alimentare si fa fatica a
conoscerne le cause e poi scatta la psicosa collettiva; il caso più ecclatante è stato quello del batterio
killer.
Ma quali sono i principali pilastri dell’allevamento bio del pesce?
E’ semplice, come il contadino semina il grano, così l’allevatore semina il pesce. Non si può andare a
catturarlo in mare perché si danneggia
Similar to Biodiversità dell’Isola di Gorgona: una nuova varietà di olivo per la ricchezza del territorio (20)
Old wheat germplasms: culitivation, use and nutritional propertiesBiocentro Pertusati
Stefano Benedettelli PhD. - Professor at the Faculty of Agriculture, University of Florence, Italy - explains the value of old italian wheat varieties, their adaptation to sustainable agricultural systems and their outstanding nutritional properties.
Local varieties of vegetable crops from Livorno province (Tuscany, Italy)Biocentro Pertusati
Mario Macchia PhD. - Full Professor at the faculty of Agriculture, University of Pisa, Italy - presents four local varieties of vegetables found in Livorno territory, and the challenge of protecting them and improving their sustainable use.
Local varieties of vegetable crops from Livorno province (Tuscany, Italy)
Biodiversità dell’Isola di Gorgona: una nuova varietà di olivo per la ricchezza del territorio
1. Biodiversità dell’Isola di Gorgona:
una nuova varietà di olivo per la
ricchezza del territorio
Francesco Presti
Dott. Agronomo
Consulente Casa di Reclusione Gorgona Isola
MINISTERO della GIUSTIZIA
CASA di RECLUSIONE GORGONA
ISOLA - LIVORNO
2. CENNI STORICI SULL’ISOLA di GORGONA
Prime colonizzazioni in epoche remotissime:
• Tracce di presenza etrusca;
• Resti di insediamenti romani;
• Presenza delle comunità monastiche:
- Benedettini (fino al 14° secolo)
- Certosini (dal 14° al 18° secolo)
• Il presidio dei Medici (1777- Pietro Leopoldo I)
• 1869 fondazione della Colonia Agricola Penale
• Dal 1998 Gorgona è parte del Parco Nazionale
Arcipelago Toscano.
L’isola ha conosciuto anche lunghi periodi di abbandono
per le frequenti incursioni di pirati e corsari. le attività
prevalenti degli abitanti sono state agricole, pastorali,
marittime.
3. 1869: avvio della Colonia Agricola Penale
Nel 1873 Angelo Biagio Biamonti - primo Direttore dell’Istituto -
scrive nel suo “CENNI STORICI, GEOLOGICI E BOTANICI
SULL’ISOLA DI GORGONA”:
Non pare che fin dai tempi più remoti fosse quest’ Isola stata
destinata per un luogo di correzione?
Già i Benedettini infatti usavano l’isola in tempi antichissimi come luogo di
espiazione per quegli appartenenti all’ordine che in qualche modo
trasgredivano le rigide regole dell’ordine.
Il Biamonti è stato storico, architetto, geologo, botanico, riporta
dati sulla meteorologia, progetta e realizza strade ed altre opere
edilizie; cerca di conciliare la non facile esistenza del carcere
con la comunità gorgonese dell’epoca.
UN SUO MERITO E’ STATO QUELLO DI AVER
TRASFORMATO LE CRITICITA’ IN RISORSE
4. GORGONA OGGI
Un complesso “organismo agricolo” di 225 ha di superficie totale suddiviso in macchia
mediterranea, bosco e coltivi;
- 40 ha a coltura: pascoli, seminativi, olivi, viti, ortaggi;
- Allevamenti bovini, suini, equini, avicoli, api, acquacoltura;
- Locali di trasformazione: caseificio, macelleria, cantina, frantoio, laboratorio smielatura,
laboratorio trasformazione ortaggi, forno per panificazione, pescheria.
- Certificazione biologica di tutta la tenuta agricola
- Ultima isola carcere in Italia
In un delicato equilibrio dinamico convivono uomini, piante
e animali, le attività lavorative costituiscono la base per il
percorso di espiazione della pena e il recupero delle
persone grazie ad una elevata qualità della vita detentiva.
L’isola è un concentrato di biodiversità vegetale (e umana):
oltre 500 specie censite concentrate in una ridottissima
superficie: un caso geologico-botanico unico.
5. LA BIANCA di GORGONA
Sono presenti sull’Isola circa 2000 piante di olivo, la
maggior parte di recente impianto (fine anni ’90).
Tutte le piante sono su terrazzamenti
Esiste poi un nucleo di circa 200 piante molto
vecchie, sono varietà note come leccino,
moraiolo, morcaio. Queste piante sono disposte
sugli antichi terrazzamenti realizzati dai monaci
certosini nel corso del 1700.
Fra queste ci sono circa 20 piante appartenenti alla
“Bianca di Gorgona”. In generale sono fra i viventi più
antichi presenti sull’isola. Mediamente le chiome
hanno un diametro di 10 m. Negli anni di carica
producono anche 70 80 kg/pianta.
6. LA BIANCA di GORGONA
L’oliva ha un
forma appuntita,
ha una
maturazione
molto uniforme e
precoce, all’inizio
di novembre
l’invaiatura è
quasi al 100%
L’origine è
ancora incerta,
sicuramente
portata dall’uomo
e poi propagata
Pianta madre di “Bianca di Gorgona”
sull’isola
7.
8. POSSIBILI PERCORSI di VALORIZZAZIONE
ALLARGARE LA COLTIVAZIONE TRAMITE ATTIVITA’
VIVAISTICA DA ATTUARE IN LOCO CON L’AUSILIO DI UN
SOGGETTO ESTERNO CHE ESEGUA IL PROGETTO CON
LA POPOLAZIONE DETENUTA.
PRODURRE UN OLIO MONOVARIETALE O A FORTE
PREVALENZA DI BIANCA DI GORGONA PER CREARE UN
PRODOTTO UNICO DAL FORTE VALORE SOCIALE.
REALIZZAZIONE DI UN “MARCHIO” CHE COMUNICHI IL
VALORE AGGIUNTO DI UNA PRODUZIONE DI NICCHIA MA
UNICA.
L’OLIO POTREBBE QUINDI RAPPRESENTARE UN
VETTORE PER COMUNICARE UN MODELLO DETENTIVO
DI ALTO LIVELLO E AL CONTEMPO PORTARE IN SE LA
BIODIVERSITA’ E IL CONTESTO STORICO / UMANO /
AMBIENTALE DI PROVENIENZA.
9. GRAZIE DELL’ATTENZIONE
FRANCESCO PRESTI
DOTTORE AGRONOMO
Tel : 333 1616327 mail : fffpresti@yahoo.it