This document summarizes information about non-alcoholic fatty liver disease (NAFLD). It begins by defining NAFLD as a spectrum of liver disease ranging from simple fatty liver or steatosis to non-alcoholic steatohepatitis (NASH) and cirrhosis. It then discusses the global prevalence of NAFLD, key risk factors like obesity, diabetes, genetic factors, and demographic information. Mortality risks associated with NAFLD are also summarized, showing increased risks of death from liver-related causes and all-cause mortality correlated with fibrosis stage. The document concludes by noting NAFLD is now considered a systemic disease with potential extrahepatic manifestations affecting other organ systems.
US E-cigarette Summit: Taming the nicotine industrial complex
NAFDL: un approccio clinico multidisciplinare
1. NAFLD:unapproccioclinico
multidisciplinare
P.O. Orvieto, 18 novembre 2019
h 14:30, aula convegni p.-2
«Dimensione del problema: epidemiologia,
fattori genetici ed ambientali»
G. RALLI, Specialista in Medicina Interna
Medicina Generale P.O. Orvieto
4. What is
Non Alcoholic Fatty Liver Disease??
A Spectrum of Liver Disease
«Fatty Liver or Steatosis»
5. What is
Non Alcoholic Fatty Liver Disease??
A Spectrum of Liver Disease
Steatosis NASH Cirrhosis
«Fatty Liver or Steatosis»
Fat accumulates
in the liver
Fat plus
inflammation
and scarring
Scar tissue
replaces liver
cells
(Steatohepatitis)
6. Global Prevalence of NAFLD
In 2018, it is estimated that about 25% of the world population has NAFLD
Younossi et al. Hepatology 2019
7. NAFLD: Obesity
0
10
20
30
40
50
60
70
80
Obesity Obesity /
bariatric surgery
NAFLD lean
NAFLD%
0
10
20
30
40
50
60
70
25-30 30-35 40-45 45-50
NAFLD%
BMI (KG/M2)
Obesity independently led to 4-6 fold increased risk for developing NAFLD
Visceral obesity predicts significant fibrosis (F3-F4 Metavir score)
Lazo et Clark Semin Liver Dis 2008
Li et al Obes Rev 20016
54,2%
70,1%
15,3%
16,8%
8. NAFLD in Diabetes
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
T2DM T2DM / Obesity T2DM / MetS
NAFLD%
The prevalence of NASH in patients NAFLD/T2DM is estimated at 78%
The frequency of HCC is increased to 4-6 fold in the T2DM
Seto et al j Gastroenterol 2017
Li et al Obes Rev 20016
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
NAFLD / T2DM NAFLD / No T2DM
%
NASH F3-F4
51%
83% 81%
Prevalence NASH/Fibrosis
9. NAFLD role Gender and Age
Significant prevalence sex male (57,3%), peak was in aged 60-79 years
Age < 18 years old prevalence 4-6%, M/F ratio (2:1)
Alexander et al. BMC Medicine 2018
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
< 18 18-29 30-39 40-49 50-59 60-69 70-79 80-89 > 90
%
Health Search Data Base, Italy (N = 24,027)
Male Female
10. NAFLD: Ethnicity and Race
Browning et al. Hepatology 2004
0 10 20 30 40 50
Blacks
Whites
Hispanic
Pooled prevalence
24%
33%
45%
26%
NAFLD %
Prevalence of Hepatic Steatosis in an Urban Population in the
United States: Impact of Ethnicity (Dallas Heart Study)
14. C>GAAG TCA AT
PNPLA3 polimorphism I148M C>G
CG, GG (Genetic Variants)
CC (Wild type) Isoleucina
Methionina
CODON 148
Chromosome 22 I148Mc
Incresed with feeding
Expressede high level in fat and liver
Nonspecific lipase activity
ADIPONUTRIN
15. Dongiovanni et al. WJG 2013
PNPLA3:
Mechanism of Hepatic Fat Accumulation
16. PNPLA3 and NAFLD severity
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
African-Americans Hispanics
HEPATICTGCONTENENT(%)
II IM MM
PNPLA3 genetic variant has been associated with increased TG accumulation, fibrosis,
and predisposes to hepatocellular carcinoma
Romeo et al. Nat Genet 2008
Valenti et al. Plot One 2013
18. NAFLD: All-Cause Mortality
Cohort study of pts in Sweden with NAFLD (N = 229) followed for
a mean of 26.4 ± 5.6 yrs
Ekstedt et al . Hepatology 2015
Reference population
Pts fibrosis stage F0-F2
Pts fibrosis stage F3-F4
19. Ekstedt et al. Hepatology 2015
NAFLD: Mortality Liver-related
1,60x 2,52x 3,48x
6,40x
9,57x
16,69x
42.30x
0
10
20
30
40
50
60
F1 F2 F3 F4
MORTALITYRATERATIO
FIBROSIS STAGE
Overall Liver-related
Cohort study of pts in Sweden with NAFLD (N = 229) followed for
a mean of 26.4 ± 5.6 yrs
Cause liver-related death:
HCC (60%)
Cirrhosis (45%)
Others (5%)
20. New Liver Transplant Waitlist
Wong et al. Gastroenterology 2015
Data from United Network for Organ Sharing and Organ Procurement and
Transplantation Network registry since 2004 to 2013
NASH Is the Second Leading Etiology of Liver Disease Among Adults
Awaiting Liver Transplantation in the United States
In questa trattazione introduttiva parleremo di cos’è NAFLD, quali i fattori di rischio, quale la prognosi dei paziente che ne sono affetti, ed infine parleremo del perchè NAFLD è da considerarsi patologia sistemica e non di solo interesse EPATOLOGICO.
Iniziamo parlando di cos’è la NAFLD?
Con l’acronimo NAFLD «Non Alcoholic Fatty Liver Disease» si intende un ampio SPETTRO di alterazioni anatomo-patologiche epatiche, caratterizzate da INFILTRAZIONE LIPIDICA INTRA-EPATOCITARIA, da cui ne deriva il nome “Fatty Liver” o steatosi epatica.
Questo spettro di alterazioni anatomo-patologiche può variare dalla semplice STEATOSI in assenza di significativo danno tissutale, che ne rappresenta l’estremo relativamente benigno della sindrome, passando per una condizione intermedia definita NASH o steatoepatite caratterizzata da prevalente danno NECROTICO/INFIAMMATORIO e potenziale evoluzione sino alla cirrosi e all’epatocarcinoma.
La NAFLD è sempre una diagnosi di ESCLUSIONE… quindi vanno sempre esclusi un significativo introito alcolico ed altre cause di epatopatia ad impronta «steatosica» (Matteo Piciucchi).
Passiamo alle dimensioni del problema: iniziamo con dire che la REALE prevalenza della NAFLD non è nota, per la mancanza di TEST DIAGNOSTICI non INVASIVI alternativi alla BIOPSIA EPATICA, si stima comunque che ne sia affetta circa il 25% della popolazione generale (1 persona su 4)
Come possiamo notare le prevalenze maggiori di NAFLD sono state registrate in Medio Oriente e America Latina mentre le prevalenze più basse in Africa. L’Europa e l’America del Nord si attestano su valori intermedi compresi tra il 20 e 25%. Da una prima analisi di questi dati emerge una significativa distribuzione geografica ed inter-etnica di NAFLD (che approfondiremo successivamente)
Riguardo le possibili spiegazioni legate ad una così elevata e pressochè ubiquitaria diffusione di NAFLD, sono da ricercare nell’aumentata incidenza dei suoi principali fattori di rischi in particolare DIABETE MELLITO DI TIPO 2 e OBESITÀ.
Infatti non a caso la percentuale di pazienti NAFLD tra gli obesi sale ad oltre il 50%, raggiungendo addirittura il 70% dei pazienti sottoposti a chirurgia bariatrica… l’indice di massa corporea o BMI correla in maniera direttamente proporzione alla frequenza di NAFLD (all’aumentare del BMI aumenta la percentuale di NAFLD), ciò nonostante una quota di circa il 15% dei pazienti NAFLD è comunque normopeso a dimostrazione dell’eterogenea eziopatogenesi della malattia.
Quindi l’obesità aumenta il rischio di sviluppare NAFLD di circa 4-6 volte rispetto la popolazione generale, ed in particolare l’obesità viscerale è un forte predittore di danno epatico avanzato (nella scala Metavir F3-F4).
Passiamo ora ai numeri della NAFLD nel paziente diabetico…
La percentuale di NAFLD nei pazienti diabetici è di circa il 50%, e sale ad oltre l’80% nei pazienti affetti da cosiddetta «diabesità», percentuale analoga che si registra nei pazienti diabetici che soddisfano i criteri diagnostici per sindrome metabolica.
I pazienti diabetici sono a maggiore rischio per evoluzione sfavorevole di malattia: infatti circa il 78% di essi sviluppa un quadro di steatoepatite e presenta una maggior grado di fibrosi avanzata rispetto ai pazienti non diabetici. Inoltre il paziente diabetico presenta un aumentato rischio di sviluppare HCC di circa 4-6 volte superiore alla popolazione generale.
Passiamo adesso alla distribuzione di NAFLD in funzione di SESSO ed ETA’: questi i dati del database Health Search della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG), che mostrano una significativa prevalenza del sesso maschile di circa il 57% con picco di età intorno alla 7°-8° decade.
Analizzando l’andamento del grafico possiamo notare come il sesso femminile sia un fattore protettivo per NAFLD in età fertile, mentre nelle fasce di età adulto-avanzata le percentuali sono sovrapponibili a quelle del sesso maschile.
Altro dato significativo la prevalenza di NAFLD in età pediatrica stimata tra il 4-6%, anche in questo caso con netta prevalenza del sesso maschile.
A proposito della distribuzione inter-etnica di NAFLD (di cui abbiamo accennato in precedenza), vi mostro i dati di un importante studio di popolazione Statunitense il «Dallas Hearth Study» condotto su una coorte di pazienti «multietnica» (ispano-americani, americani di discendenza europea e afro-americani).
Lo studio ha documentato in maniera inequivocabile come la prevalenza di NAFLD fosse nettamente superiore tra gli ispano-americani rispetto ad afro-americani e agli americani di discendenza europea, dato confermato nonostante la correzione per i fattori di rischio per NAFLD (obesità e diabete).
L’interpretazione di questi dati ha posto nuovi interrogativi riguardo il possibile ruolo di fattori di rischio MISCONUSCIUTI legati a NAFLD.
Passiamo alla trattazione dei fattori di rischio legati a NAFLD
NAFLD è stata da sempre considerata la manifestazione EPATICA delle sindrome metabolica, ed è stato identificato alla base del meccanismo eziopatogenetico l’insulino-resistenza, a corollario i fattori di rischio cardiovacolari «tradizionali»… ma non BASTA… fattori di rischio «non tradizionali» come il microbioma intestinale (di cui vi accennerà Matteo Piciucchi) e fattori genetici di cui vi parlerò nella prossima slide possono aver un ruolo altrettanto importante nell’eziopatogenesi di NAFLD.
Non a caso un lungo elenco di polimorfismi genetici per lo più legati ai meccanismi di accumulo lipidico all’interno dell’epatocita, sono stati associati allo sviluppo di NFLD, tra i quali spicca per importanza il polimorfismo legato al gene PNPLA3.
Entrando nel dettaglio: il gene PNPLA3 localizzato nel cromosoma 22, codifica per una proteina denominata ADIPONUTRINA costituita da 481 AA,. L’adiponutrina svolge un’attività di fosfolipasi (legata al metabolismo TG), viene espressa a livello del tessuto adiposo ed epatico, ed è inducibile con l’introito calorico.
L’adiponutrina presenta un domino variabile e un dominio altamente conservato quest’ultimo contenente il sito catalico della proteina stessa, ed è proprio in questo dominio a livello del codone 148 che una sostituzione nucleotidica determina la sostituzione amminoacidica di una Metionina al posto di una Isoleucina, da cui il nome del polimorfismo I148M.
Questa sostituzione amminoacidica (come possiamo notare nella figura di destra) determina una ridotta idrolisi dei trigliceridi da parte dell’enzima (adiponutrina) con conseguente accumulo e formazione di vescicole di macrosteatosi all’interno dell’epatocita.
Le ripercussioni cliniche di questo polimorfismo sono le seguenti: i soggetti eterozigoti ed omozigoti per la mutazione presentano un aumentato contenuto di lipidi intraepatocitario; il polimorfismo è risultato nettamente più frequente negli ispano-americani rispetto agli afro-americani e ciò può rendere spiegazione delle diversa distribuzione tra i diversi gruppi etnici; il polimorfismo si associa inoltre a maggior rischio di sviluppo di fibrosi epatica ed HCC (sull’utilità clinica dei marcatori genetici ne parlerà Paola Roselli).
Passiamo ai dati di mortalità legati a NAFLD
Prendendo spunto da uno studio di coorte Svedese condotto su 229 pz affetti da NAFLD si evince che la mortalità per tutte le cause nei pazienti con fibrosi iniziale o assente (F0-F2) è del tutto sovrapponibile alla mortalità della popolazione generale, mentre la sopravvivenza media dei pazienti con fibrosi avanzata (F3-F4) è nettamente inferiore alla sopravvivenza della popolazione generale… quindi la stadiazione della fibrosi epatica ad oggi è l’unico predittore affidabile di mortalità legata a NAFLD.
Passiamo ora ai dati di mortalità legata ad epatopatia… che come si evince da questo grafico (linea blu) la mortalità legate ad epatopatia subisce un aumento esponenziale negli stadi avanzati di fibrosi, in particolare la prima causa di decesso nei pz F3-F4 è rappresentata dall’insorgenza di epatocarcinoma a seguire dall’insufficienza epatica scompensata.
Questi i dati dal registro trapianti di fegato americano da cui si evince che la NAFLD/NASH è attualmente la seconda causa di trapianto epatico con un incremento del 170% dei casi. La prima causa attuale è rappresentata dalla cirrosi HCV-relata, anche se si stima che la recente introduzione dei nuovi farmaci antivirali e la progressione di NAFLD/NASH produrrà una rapida intersezione delle due curve.
Ed infine passiamo all’ultimo argomento e anche all’ultima slide sul perché NAFLD è da considerarsi una patologia sistemica di non esclusivo interesse EPATOLOGICO…
Intatto perché i pazienti NAFLD a parità di fattori di rischio cardiovascolari presentano: aumentata malattia coronarica, aumentata disfunzione ventricolare, aumentato spessore medio intimale della carotide che si traduce in aumenta mortalità cardiovascolare (legata ad aterosclerosi accelerata); intanto perché i pazienti NAFLD presentano un’aumentata incidenza di cancro del colon nell’uomo e del seno nella donna (oltre che di HCC); dubbia aumentata incidenza di calcolosi della colecisti; intanto perché i pazienti NAFLD presentano un’aumentata incidenza di insufficienza renale cronica (aterosclerosi accelerata); aumentata incidenza della sindrome dell’ovaio policistico; aumentata incidenza dell’OSAS nell’adulto e nel bambino (con particolare riferimento al contributo dei lavori del collega epatologo Valerio Nobili recentemente scomparso; intanto perché i pazienti NAFD presentano un’aumentata incidenza di artrite reumatoide sui quali meccanismi c’è ancora tutto da scrivere…