"Sulle tracce di Victimula, un 'percorso romano' nel basso Biellese", di Simo...Simona C. Perolo
La 'Settimana archeologica' propone un viaggio nel passato, tra cultura celtica e romanizzazione, che parte dalla Bessa, aurifodina romana, per toccare la necropoli di Cerrione, e la zona archeologica di Salussola.
'Guerrieri ma non solo: l'altra faccia dei Celti', di Simona PeroloSimona C. Perolo
Vino, banchetti, gioielli: la mostra 'Galati vincenti', al Museo del territorio biellese, rivela il lato nascosto nei nostri 'barbari' antenati, venuti dal Nord
"Sulle tracce di Victimula, un 'percorso romano' nel basso Biellese", di Simo...Simona C. Perolo
La 'Settimana archeologica' propone un viaggio nel passato, tra cultura celtica e romanizzazione, che parte dalla Bessa, aurifodina romana, per toccare la necropoli di Cerrione, e la zona archeologica di Salussola.
'Guerrieri ma non solo: l'altra faccia dei Celti', di Simona PeroloSimona C. Perolo
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Sabato 2 marzo 2013 alle ore 18.30 nella sala delle riunioni '' Antonio Buscaino '' dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32 si è volto il settimanale incontro previsto dal XXVII Corso di cultura; relatrice della serata la Prof.ssa Lina Novara.
ATTPT - Agostino Pepoli, uomo e collezionistasiciliambiente
Sabato 8 novembre 2014 alle ore 18.30 nella sala delle riunioni dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32, con la partecipazione di un numeroso pubblico di soci, di ospiti e di simpatizzanti si è tenuto il settimanale incontro previsto dal calendario del XXVIII Corso di cultura per l'anno 2014.
L'ospite della sera, Prof.ssa Lina Novara, storico dell'Arte e Presidente dell'Associazione '' Amici del Museo Pepoli '' è stata accolta dal Presidente e dai presenti con cordialità ed affettuosità perchè ben nota a tutti per avere partecipato alle attività dell'Associazione fin dalla sua fondazione.
Giovanna Perini Folesani parla di Raffaello come designer ante
https://mooc.uniurb.it/raffaello
Didattica universitaria aperta dell'Università di Urbino, in collaborazione con Accademia Raffaello, Galleria nazionale delle Marche, Città di Urbino e RAI Cultura.
Canale Telegram https://t.me/s/raffaello2020
Sabato 2 marzo 2013 alle ore 18.30 nella sala delle riunioni '' Antonio Buscaino '' dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32 si è volto il settimanale incontro previsto dal XXVII Corso di cultura; relatrice della serata la Prof.ssa Lina Novara.
ATTPT - Agostino Pepoli, uomo e collezionistasiciliambiente
Sabato 8 novembre 2014 alle ore 18.30 nella sala delle riunioni dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32, con la partecipazione di un numeroso pubblico di soci, di ospiti e di simpatizzanti si è tenuto il settimanale incontro previsto dal calendario del XXVIII Corso di cultura per l'anno 2014.
L'ospite della sera, Prof.ssa Lina Novara, storico dell'Arte e Presidente dell'Associazione '' Amici del Museo Pepoli '' è stata accolta dal Presidente e dai presenti con cordialità ed affettuosità perchè ben nota a tutti per avere partecipato alle attività dell'Associazione fin dalla sua fondazione.
Giovanna Perini Folesani parla di Raffaello come designer ante
https://mooc.uniurb.it/raffaello
Didattica universitaria aperta dell'Università di Urbino, in collaborazione con Accademia Raffaello, Galleria nazionale delle Marche, Città di Urbino e RAI Cultura.
Canale Telegram https://t.me/s/raffaello2020
Apertura gratuita per i residenti dei Musei Civici il 4/8/2019mauvet52
Ingresso gratuito nei Musei Civici per i residenti a Roma e nella Città Metropolitana per la prima domenica del mese di agosto. L’iniziativa è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.
Progetto di allestimento di due sale presso "Palazzo Altemps"Ilaria Trombì
Ilaria Trombì
ATELIER DI DESIGN IV
C.d.L. in Disegno Industriale
Facoltà di Architettura, Università La Sapienza
a.a. 2013-2014
Allestimento per l'esposizione delle "Stele daune"
La Madonna della Colletta, da rito di luce e festa religiosa: il rapporto tra...Landexplorer
Dopo aver analizzato il turismo e la sua antropologia, si analizza la Festa Triennale della Madonna della Colletta di Luzzogno. Dagli aspetti più spettacolari a quelli più peculiari. Come la festa riesce ad attrarre migliori di persone in poche ore e come muta il rapporto tra la comunità ospitante ed il turista, in spazi comuni ma con esigenze divergenti. Il tema è stato pubblicato nel libro "Mobilità culturale e spazi ospitali", stampato dalla SIAA (Società Italiana di Antropologia Applicata) nel dicembre 2018.
"I trekkers stranieri salvano la stagione", di Simona PeroloSimona C. Perolo
Anche in alta quota, il turismo è sempre più 'mordi e fuggi'. Sulle montagne biellesi, i rifugi sopravvivono grazie agli stranieri. Gli italiani sono pochi, e vanno di fretta.
"Il lavoro 4.0: luci e ombre della rivoluzione digitale" di Simona PeroloSimona C. Perolo
New economy: nuove opportunità o nuove disuguaglianze? Il lavoro cambia o scompare? In un convegno a Biella, a confronto i punti di vista di industrie, ACLI e Caritas
It's my life: immaginare il futuro nell'ex Lanificio SellaSimona C. Perolo
A Biella, evento dedicato ai giovani, organizzato da Bi Young e Officine Lavoro. Università e aziende si presentano al territorio, con trenta manager a parlare del futuro del territorio. E un motivational speech di Pietro Sella invita a guardare con ottimismo alla rivoluzione digitale.
"Parco Burcina, il mistero delle antenne" di Simona PeroloSimona C. Perolo
Il parco vince una battaglia durata vent'anni: saranno finalmente rimosse le antenne sulla cima del Brich Burcina. Originariamente utilizzate per ponti radio di pubblica utilità, da tempo sono utilizzate da operatori privati.
"Parco Burcina, il mistero delle antenne" di Simona Perolo
Museo degli acquasantini e Museo delle migrazioni di Pettinengo
1. 28 | Eco di Biella | LUNEDÌ 19 AGOSTO 2019VIAGGIO NEGLI ECOMUSEI BIELLESI
MUSEO DEGLI ACQUASANTINI DI PETTINENGO/17
I benedetin e l’acqua sacra
Le mille forme della devozione
C
Entrato solo tre anni
fa nella Rete Mu-
seale Biellese, Pet-
tinengo ha recuperato in fret-
ta: vanta infatti tre cellule
ecomuseali, diversissime tra
di loro, ciascuna con una
storia di tutto rispetto alle
spalle, legata a realtà as-
sociative attive e radicate sul
territorio: il Musa, realizzato
dal DocBi; il Museo del-
l’Infanzia, promosso dall’as-
sociazione Piccola Fata; e il
Museo delle Migrazioni, al-
lestito dal circolo culturale Su
Nuraghe.
Partiamo dal Musa: il nome
già promette bene, e sta per
‘Museo della Sacralità del-
l’acqua e degli acquasantini’.
Allestito nel 2017 nel sei-
centesco Oratorio di San
Rocco, nel centro storico di
Pettinengo, il museo ospita
una straordinaria - e pro-
babilmente unica nel suo ge-
nere - collezione di acqua-
santini, le acquasantiere ‘do-
mestiche’ che un tempo si
usava appendere accanto al
letto. Simbolo di devozione
popolare, i benedetin - come
erano anche chiamati - sono
stati diffusi per secoli nelle
case dell’Europa cattolica:
piccoli tabernacoli casalin-
ghi, con una cuvette per
contenere l’acqua benedetta,
sormontata da un’immagine
sacra, in genere raffigurante
crocifissi, madonne, santi
protettori, angeli custodi.
I 650 pezzi esposti sono i più
rappresentativi della collezio-
ne - ancora più ampia -
raccolta in quarant’anni di
ricerche da Sergio Trivero,
giornalista e bibliotecario vis-
suto a Pettinengo, che a lun-
go ha studiato la devozione
popolare nel Biellese insieme
al canonico Angelo Stefano
Bessone. L’origine della col-
lezione è raccontata dallo
stesso studioso nel ponderoso
volume ‘Cento Quaranta
Quattromila Segnati’, che
studia e cataloga minuzio-
samente i pezzi raccolti: “L’i-
dea di raccogliere acquasan-
tini è nata quarant’anni fa in
una casa biellese, staccando
dalla camera della nonna
quelli pendenti vicino al letto,
già in disuso, e aggiungen-
dovi il regalo della prima
comunione...”.
Ai primi pezzi se ne sono
aggiunti oltre 800 - spesso
donati da amici o acquistati
nel mercato antiquario - che
documentano la grande va-
rietà di forme in cui questo
oggetto devozionale è stato
interpretato attraverso i secoli
e i luoghi. Nel museo, i pezzi
sono suddivisi in base ai
materiali - argento, ceramica,
vetro, metallo, legno, pietra,
albastro, plastica e perfino
stoffa… - ma le varianti sono
infinite e talvolta sorpren-
denti: ci sono benedetin pre-
ziosi o umili, di fattura ar-
tigianale o fatti in serie, sobri
o elaborati fino al kitsch. E
non poteva mancare una se-
zione tematica dedicata alla
madonna di Oropa: dai pezzi
più antichi in ceramica con
l’effigie dipinta a mano, fino
a quelli venduti, dalla metà
dell’Ottocento, come souve-
nir nei negozi del santuario.
Ogni sezione riserva qualche
chicca. Ci sono acquasantini
in filigrana d’argento o in
vetro di Murano; quelli de-
licatissimi soffiati ad Altare
(presso Savona) nel ‘700 e
quelli eseguiti dal mastro ve-
traio Raffaele Bormioli a fine
anni Novanta; quelli in por-
cellana prodotti dalla Ri-
chard Ginori e le terrecotte
uscite dalle fornaci di Ca-
stellamonte; quelli in ala-
bastro o pietra nera fino a
quelli realizzati dalle donne
in casa, con lana o stoffa
ricamata.
La collezione, dopo la scom-
parsa del suo autore nel 2011,
viene ereditata da don Bes-
sone, che nel 2016 la dona al
DocBi Centro Studi Biellesi.
E l’associazione decide di
renderla pubblica, proprio
nel luogo dove è nata e
cresciuta: così, grazie alla
collaborazione con la Par-
rocchia e il Comune di Pet-
tinengo - che hanno rispet-
tivamente concesso in co-
modato e restaurato l’Ora-
torio - e con le associazioni
del territorio - Pacefuturo,
Piccola Fata, Pro loco - nasce
il Musa. Un progetto ancora
in divenire, che continua ad
accogliere donazioni e che -
come racconta il video che
accompagna la visita - col-
lega la collezione con il tema
dell’acqua, simbolo religioso
per eccellenza ma anche ele-
mento centrale e identitario
per il territorio biellese.
l Simona Perolo
IL MUSEO Il Museo degli acquasantini durante l’inaugu-
razione e, sopra, uno dei pezzi più pregiati della collezione
Non sono solo gli umani a migrare,
alla ricerca di condizioni di vita mi-
gliori: migrano gli animali, migrano le
idee, i simboli, le culture, e migrano
perfino le rocce, insieme ai popoli che
le utilizzano.
Inaugurato nel 2017, il Museo delle
Migrazioni, Cammini e Storie di Po-
poli ha sede nella casa di una famiglia
biellese emigrata in Francia, donata
alla Regione Sardegna. Questa, a sua
volta, l’ha messa a disposizione del-
l’associazione Su Nuraghe, che vi ha
raccolto i segni della vivace presenza
sarda nel Biellese: documenti, testi-
monianze, oggetti. E anche arte, con
la statua “La madre dell’ucciso”, dello
scultore sardo Francesco Ciusa: un’o-
pera esposta alla Biennale di Venezia
del 1907 di cui erano note soltanto
copie in gesso e in bronzo, finché
proprio nel Biellese è stata rinvenuta
una versione in marmo, acquistata nel
1942 da Vittorio Buratti per arredare
Villa Malpenga e ora, dopo un re-
stauro, esposta nel piccolo museo.
Ma l’ambizione del progetto - cu-
rato da un comitato scientifico plu-
ridisciplinare - è quella di allargare lo
sguardo sul concetto stesso di mi-
grazione, sugli spostamenti che, in-
trecciandosi nello spazio e nel tempo,
danno luogo a una miriade di com-
binazioni e di richiami tra culture e
luoghi diversi. Ecco allora le storie
degli immigrati veneti, la comunità
più numerosa presente sul nostro ter-
ritorio, con un focus sulle tante donne
che arrivavano qui sole, per lavorare
nelle fabbriche o nei campi come
mondine. Poi gli impresari della Valle
Cervo, migrati in Sardegna per rea-
lizzare opere, di cui sono esposti foto e
strumenti topografici del primo ‘900.
E i migranti per eccellenza, i popoli
‘zingari’, giunti in Italia dall’India
intorno all’anno Mille.
E poi ci sono anche ‘altri’ migranti:
una sezione dedicata agli uccelli mi-
gratori che passano sui nostri territori;
una dedicata ai simboli, che ‘viag-
giano’ tra popoli e culture con ina-
spettate analogie; e perfino i minerali,
con una collezione di 600 campioni di
rocce sarde. Anch’esse talvolta mi-
grano: come l’ossidiana - la nerissima
perda crobina usata per i manufatti
arrivati fin qui con le migrazioni del
Neolitico - o la lignite del Sulcis, che
racconta le migrazioni forzate verso
Carbonia degli anni ’30.
l S.P.
SCHEDA
ALBUM DALL’ECOMUSEO
Sono650i“pezzi”espostidiunacollezioneunica
Nelle foto, alcuni esempi della grande varietà di materiali, forme, stili degli
acquasantini della collezione: il pezzo più pregiato, in filigrana d’argento,
proveniente da Genova (XVIII secolo) in basso accanto al titolo; il pezzo
più semplice, ottenuto saldando due pezzi di pluviale in lamiera; l’ac-
quasantiera appartenuta al vescovo di Biella monsignor Carlo Rossi; uno
dei numerosi esemplari in ceramica della collezione. A sinistra Giada,
operatrice museale, nella salla della singolare collezione.
INFO PRATICHE
DOVE: Oratorio San Roc-
co, via G.B. Maggia 6,
Pettinengo, Frazione Li-
vera
QUANDO: fino al 13 otto-
bre, 14.30-18.30 oppure su
appuntamento
INGRESSO: offerta libera
CONTATTI: Comune di
Pettinengo 015 8445035,
DocBi 015 31463, Pieran-
gelo Costa 347 6825122
WEB: www.docbi.it
FACEBOOK: @Musamuse-
oacquasantini
MUSEO DELLE MIGRAZIONI DI PETTINENGO/ 18
Un po’ di Sardegna ai piedi delle Alpi
MEMORIA MIGRANTE La valigia
dell’emigrante e, sopra, Silvia, oper-
atrice museale, che mostra alcuni
oggetti tipici di artigianato sardo
SCHEDA
INFO PRATICHE
DOVE: Via Fiume 12, Frazione Gurgo,
Pettinengo
QUANDO: fino al 13 ottobre, tutte le
domeniche dalle 15.00 alle 19.00 op-
pure su appuntamento
INGRESSO: libero
CONTATTI: Su Nuraghe: 015-34638 -
334-3452685 - info@sunuraghe.it
WEB: www.sunuraghe.it
FACEBOOK: @sunuraghebiella
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