New economy: nuove opportunità o nuove disuguaglianze? Il lavoro cambia o scompare? In un convegno a Biella, a confronto i punti di vista di industrie, ACLI e Caritas
Si parla con sempre maggiore frequenza di Industria 4.0 eppure, al di là di vaghe affermazioni di come cambierà e sarà tutto più bello, ben poco viene detto su quali passi compiere per muoversi da un presente conosciuto ad un futuro non ancora molto ben chiaro.
Si avverte la necessità di capire quali tecnologie 4.0, ed in quale misura, possono essere inserite nei processi aziendali industriali.
Soprattutto occorre comprendere quali processi trarranno giovamento da questi inserimenti e quali invece non cambieranno più di tanto le loro performances.
In questi anni il mondo industriale ha conosciuto ed adottato gli strumenti WCM, la cui applicazione si può riassumere nella ricerca di costi e nella loro trasformazione in opportunità di miglioramento. WCM ha linee guida chiare, un orizzonte di applicazione preciso, un’analisi Costi/Benefici semplice ed immediata.
Industria 4.0 non è altrettanto chiara, non è semplice stendere l’analisi costi/benefici, non è chiaro l’esatto perimetro all’interno del quale muoversi.
Per questo motivo ho messo a punto uno strumento di analisi e lavoro con il quale compiere un assessment di tutti i processi aziendali, valutandoli secondo il tipo di tecnologia in uso e individuandone gli specifici benefici che il passaggio a tecnologie 4.0 potrebbero garantire.
Per entrare con consapevolezza e beneficio nel mondo 4.0 occorre avere chiaro lo stato dei propri processi: non è detto che chi non è ancora 4.0 sia già compiutamente 3.0: ho incontrato aziende che avevano parte dei processi automatizzati (3.0), parte meccanizzati (2.0) e parte ancora con preponderante gestione manuale (1.0).
Si può quindi intuire che passare da 3.0 a 4.0 sia diverso che passare da 2.0 a 4.0: diverso in termini di costi, di sforzo, di opportunità, di risultato finale.
Occorre quindi comprendere bene (descrivere + misurare) il presente per valutare e decidere ancora meglio quali strumenti 4.0 introdurre nella propria azienda.
In questo senso si muove la mia attività di consulente e docente.
In ordine di tempo l’ultima realtà in cui ho introdotto il mio metodo è stata IVECO Brescia, dove il management ha acquisito uno strumento di lavoro con il quale passare dall’analisi Costi/Benefici in chiave WCM alla progettazione di interventi mirati in ottica 4.0 con evidenza immediata dei cambiamenti da apportare ai processi e dei benefici che la totalità dell’azienda ne può ricavare.
L’Expo di Milano con 140 Paesi iscritti ha raggiunto il record di partecipazione della manifestazione. È la prima grande esposizione ibrida che vuole connettere la realtà sostenibile di “natura, cultura, cibo ed energia” con le ormai mature tecnologie di prossimità orientate al dialogo tra umano e il mondo Internet of Things (IoT). E l’attenzione in rete verso l’evento segna nell’ultimo bimestre 2013 un +77% rispetto al bimestre precedente.
Presentazione di Paolo Ferri, docente di Tecnologie didattiche e Teoria e tecnica dei nuovi media presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Milano Bicocca
Manifattura Milano è il programma del Comune di Milano per la promozione della manifattura in città.
L’obiettivo del programma è rendere Milano un ecosistema abilitante per la nascita, l’insediamento e la crescita di imprese operanti nel campo della manifattura digitale e del nuovo artigianato per creare nuova occupazione, rigenerare le periferie e promuovere la coesione sociale.
Il programma Manifattura Milano è stato presentato allo Smart City Expo 2017 di Barcellona, a Le Giornate di Bertinoro 2017, alla conferenza internazionale Serv Des 2018 e al Fabcity Summit 2018 di Parigi.
Presentazione mostrata a Trento il 21 novembre 2014 al corso "Progettare la scuola nell'era digitale"
La traccia del progetto di rigenerazione creativa di Bassano come modello esportabile di rigenerazione urbana guidata dal sapere. La presentazione insiste su due forze guida del progetto: la crescita delle capacità delle risorse umane ed il ruolo dei processi accelerati di innovazione. Il risultato è un metodo di progettazione basato su:
una piattaforma collaborativa cui partecipano la pubblica amministrazione, le imprese, la ricerca;
una infrastruttura in cloud capace di alimentare data base per ottimizzare sia l'organizzazione sociale, sia il rinnovo della produzione;
una produzione continua di elaborazioni creative: i progetti, per alimentare la coesione sociale, la produzione di beni e servizi, la resilienza.
Si parla con sempre maggiore frequenza di Industria 4.0 eppure, al di là di vaghe affermazioni di come cambierà e sarà tutto più bello, ben poco viene detto su quali passi compiere per muoversi da un presente conosciuto ad un futuro non ancora molto ben chiaro.
Si avverte la necessità di capire quali tecnologie 4.0, ed in quale misura, possono essere inserite nei processi aziendali industriali.
Soprattutto occorre comprendere quali processi trarranno giovamento da questi inserimenti e quali invece non cambieranno più di tanto le loro performances.
In questi anni il mondo industriale ha conosciuto ed adottato gli strumenti WCM, la cui applicazione si può riassumere nella ricerca di costi e nella loro trasformazione in opportunità di miglioramento. WCM ha linee guida chiare, un orizzonte di applicazione preciso, un’analisi Costi/Benefici semplice ed immediata.
Industria 4.0 non è altrettanto chiara, non è semplice stendere l’analisi costi/benefici, non è chiaro l’esatto perimetro all’interno del quale muoversi.
Per questo motivo ho messo a punto uno strumento di analisi e lavoro con il quale compiere un assessment di tutti i processi aziendali, valutandoli secondo il tipo di tecnologia in uso e individuandone gli specifici benefici che il passaggio a tecnologie 4.0 potrebbero garantire.
Per entrare con consapevolezza e beneficio nel mondo 4.0 occorre avere chiaro lo stato dei propri processi: non è detto che chi non è ancora 4.0 sia già compiutamente 3.0: ho incontrato aziende che avevano parte dei processi automatizzati (3.0), parte meccanizzati (2.0) e parte ancora con preponderante gestione manuale (1.0).
Si può quindi intuire che passare da 3.0 a 4.0 sia diverso che passare da 2.0 a 4.0: diverso in termini di costi, di sforzo, di opportunità, di risultato finale.
Occorre quindi comprendere bene (descrivere + misurare) il presente per valutare e decidere ancora meglio quali strumenti 4.0 introdurre nella propria azienda.
In questo senso si muove la mia attività di consulente e docente.
In ordine di tempo l’ultima realtà in cui ho introdotto il mio metodo è stata IVECO Brescia, dove il management ha acquisito uno strumento di lavoro con il quale passare dall’analisi Costi/Benefici in chiave WCM alla progettazione di interventi mirati in ottica 4.0 con evidenza immediata dei cambiamenti da apportare ai processi e dei benefici che la totalità dell’azienda ne può ricavare.
L’Expo di Milano con 140 Paesi iscritti ha raggiunto il record di partecipazione della manifestazione. È la prima grande esposizione ibrida che vuole connettere la realtà sostenibile di “natura, cultura, cibo ed energia” con le ormai mature tecnologie di prossimità orientate al dialogo tra umano e il mondo Internet of Things (IoT). E l’attenzione in rete verso l’evento segna nell’ultimo bimestre 2013 un +77% rispetto al bimestre precedente.
Presentazione di Paolo Ferri, docente di Tecnologie didattiche e Teoria e tecnica dei nuovi media presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Milano Bicocca
Manifattura Milano è il programma del Comune di Milano per la promozione della manifattura in città.
L’obiettivo del programma è rendere Milano un ecosistema abilitante per la nascita, l’insediamento e la crescita di imprese operanti nel campo della manifattura digitale e del nuovo artigianato per creare nuova occupazione, rigenerare le periferie e promuovere la coesione sociale.
Il programma Manifattura Milano è stato presentato allo Smart City Expo 2017 di Barcellona, a Le Giornate di Bertinoro 2017, alla conferenza internazionale Serv Des 2018 e al Fabcity Summit 2018 di Parigi.
Presentazione mostrata a Trento il 21 novembre 2014 al corso "Progettare la scuola nell'era digitale"
La traccia del progetto di rigenerazione creativa di Bassano come modello esportabile di rigenerazione urbana guidata dal sapere. La presentazione insiste su due forze guida del progetto: la crescita delle capacità delle risorse umane ed il ruolo dei processi accelerati di innovazione. Il risultato è un metodo di progettazione basato su:
una piattaforma collaborativa cui partecipano la pubblica amministrazione, le imprese, la ricerca;
una infrastruttura in cloud capace di alimentare data base per ottimizzare sia l'organizzazione sociale, sia il rinnovo della produzione;
una produzione continua di elaborazioni creative: i progetti, per alimentare la coesione sociale, la produzione di beni e servizi, la resilienza.
Napoli 28 e 29 novembre 2013. Nata nel 2009, TechnologyBIZ al Sud è la più importante iniziativa multidisciplinare su tecnologie e innovazione. Focalizzata su quelle idee che hanno il potere di cambiare le abitudini dei territori, TBIZ raduna una ampia rete di idee, persone, iniziative che condividono l’urgenza di coltivare la Cultura dell'Innovazione e, partendo dalle eccellenze, promuovere un ecosistema territoriale competitivo impresa-ricerca-istituzione che guardi al mercato globale. TechnologyBIZ è animata da una comunità di oltre tremila tra imprenditori, ricercatori, professionisti, rappresentanti delle Istituzioni locali.
Manifattura Milano, le linee guida per lo sviluppo della manifattura 4.0.
Il provvedimento si pone l’obiettivo di rendere Milano un ‘laboratorio delle traiettorie di sviluppo del Paese’, volto a creare sul territorio un ecosistema favorevole all’insediamento, alla crescita e allo sviluppo di imprese e start-up attive nel campo della manifattura digitale e del nuovo artigianato 4.0. Una quarta rivoluzione industriale caratterizzata da una progettazione e consumo di vicinato con un basso impatto ambientale e una produzione sempre più custom-made, grazie all’impiego di nuove tecnologie quali stampanti 3D, realtà aumentata, internet delle cose, che si uniscono e così amplificano la competenza e maestria artigianale.
Manifattura Milano. Azioni per lo sviluppo della manifattura digitale in cittàDavide Agazzi
Il piano ha pone l’obiettivo di rendere Milano un ‘laboratorio delle traiettorie di sviluppo del Paese’, volto a creare sul territorio un ecosistema favorevole all’insediamento, alla crescita e allo sviluppo di imprese e start-up attive nel campo della manifattura digitale e del nuovo artigianato 4.0. Una quarta rivoluzione industriale caratterizzata da una progettazione e consumo di vicinato con un basso impatto ambientale e una produzione sempre più custom-made, grazie all’impiego di nuove tecnologie quali stampanti 3D, realtà aumentata, internet delle cose, che si uniscono e così amplificano la competenza e maestria artigianale.
Technology Hub: dove l’innovazione tecnologica incontra l’impresaTechnology Hub
Tecnology Hub è un evento che nasce per supportare la crescita delle imprese in questo contesto. Un progetto ideato per essere un vero e proprio momento di interscambio formativo e commerciale del mercato oltre che un’occasione trasversale che raccoglie in un unico evento tutti i comparti dell’innovazione innescando un vero e proprio ‘contagio’ tecnologico da cui derivare soluzioni più efficaci per il business.
Technology Hub: dove l’innovazione tecnologica incontra l’impresaTechnology Hub
Tecnology Hub è un evento che nasce per supportare la crescita delle imprese in questo contesto. Un progetto ideato per essere un vero e proprio momento di interscambio formativo e commerciale del mercato oltre che un’occasione trasversale che raccoglie in un unico evento tutti i comparti dell’innovazione innescando un vero e proprio ‘contagio’ tecnologico da cui derivare soluzioni più efficaci per il business.
Di Aldo Geuna
Lo sviluppo delle tecnologie digitali porterà ad una contrazione dell’occupazione oppure sorgeranno nuove ed inedite possibilità di lavoro? È un tradizionale dilemma che ha sempre accompagnato l’accelerazione tecnologica. Oggi, però, l’impatto di questa rivoluzione sta destabilizzando il mercato del lavoro e rischia di spaccare il mondo del lavoro tra “vincenti” e “perdenti” della modernizzazione. Non si tratta di discutere, allora, solo di innovazione tecnologica ma anche dell’innovazione sociale necessaria per realizzare una società più giusta ed equa. Quale ruolo può giocare lo Stato nei processi di innovazione? È molto diffusa la tesi che siano le imprese private i principali motori dell’innovazione imprenditoriale. È sempre o prevalentemente così? L’attore pubblico, a livello sia centrale che locale, quali politiche può promuovere per generare innovazione tecnologica e sociale?
Aldo Geuna è Professore Ordinario del Dipartimento di Economia e Statistica dell’Università di Torino. Si occupa di economia dell’innovazione e di organizzazione industriale ed è Fellow al Collegio Carlo Alberto di Torino. I suoi interessi di ricerca spaziano dall’economia e dalla politica economica alla crescita e allo sviluppo economico.
L’ambito principale di ricerca è l’analisi socio economica dell’università e i suoi legami con l’innovazione e lo sviluppo economico, sul tema il volume con F. Rossi L’università e il sistema economico, Il Mulino, Bologna, 2013.
IN CHARGE 2030 - Prof. Marcello Martinez - Come evolveranno le modalità di la...Alex Zanon
Quale sarà il futuro del lavoro? E qual è il "dark side" della trasformazione digitale? Quali scenari si prospettano per le organizzazioni?
La presentazione del Prof. Marcello Martinez, ordinario di Organizzazione Aziendale presso l'Università della Campania, utilizzata durante l'evento IN CHARGE 2030 organizzato da SCS Consulting al MAMbo di Bologna il 17 maggio 2017
Napoli 28 e 29 novembre 2013. Nata nel 2009, TechnologyBIZ al Sud è la più importante iniziativa multidisciplinare su tecnologie e innovazione. Focalizzata su quelle idee che hanno il potere di cambiare le abitudini dei territori, TBIZ raduna una ampia rete di idee, persone, iniziative che condividono l’urgenza di coltivare la Cultura dell'Innovazione e, partendo dalle eccellenze, promuovere un ecosistema territoriale competitivo impresa-ricerca-istituzione che guardi al mercato globale. TechnologyBIZ è animata da una comunità di oltre tremila tra imprenditori, ricercatori, professionisti, rappresentanti delle Istituzioni locali.
Manifattura Milano, le linee guida per lo sviluppo della manifattura 4.0.
Il provvedimento si pone l’obiettivo di rendere Milano un ‘laboratorio delle traiettorie di sviluppo del Paese’, volto a creare sul territorio un ecosistema favorevole all’insediamento, alla crescita e allo sviluppo di imprese e start-up attive nel campo della manifattura digitale e del nuovo artigianato 4.0. Una quarta rivoluzione industriale caratterizzata da una progettazione e consumo di vicinato con un basso impatto ambientale e una produzione sempre più custom-made, grazie all’impiego di nuove tecnologie quali stampanti 3D, realtà aumentata, internet delle cose, che si uniscono e così amplificano la competenza e maestria artigianale.
Manifattura Milano. Azioni per lo sviluppo della manifattura digitale in cittàDavide Agazzi
Il piano ha pone l’obiettivo di rendere Milano un ‘laboratorio delle traiettorie di sviluppo del Paese’, volto a creare sul territorio un ecosistema favorevole all’insediamento, alla crescita e allo sviluppo di imprese e start-up attive nel campo della manifattura digitale e del nuovo artigianato 4.0. Una quarta rivoluzione industriale caratterizzata da una progettazione e consumo di vicinato con un basso impatto ambientale e una produzione sempre più custom-made, grazie all’impiego di nuove tecnologie quali stampanti 3D, realtà aumentata, internet delle cose, che si uniscono e così amplificano la competenza e maestria artigianale.
Technology Hub: dove l’innovazione tecnologica incontra l’impresaTechnology Hub
Tecnology Hub è un evento che nasce per supportare la crescita delle imprese in questo contesto. Un progetto ideato per essere un vero e proprio momento di interscambio formativo e commerciale del mercato oltre che un’occasione trasversale che raccoglie in un unico evento tutti i comparti dell’innovazione innescando un vero e proprio ‘contagio’ tecnologico da cui derivare soluzioni più efficaci per il business.
Technology Hub: dove l’innovazione tecnologica incontra l’impresaTechnology Hub
Tecnology Hub è un evento che nasce per supportare la crescita delle imprese in questo contesto. Un progetto ideato per essere un vero e proprio momento di interscambio formativo e commerciale del mercato oltre che un’occasione trasversale che raccoglie in un unico evento tutti i comparti dell’innovazione innescando un vero e proprio ‘contagio’ tecnologico da cui derivare soluzioni più efficaci per il business.
Di Aldo Geuna
Lo sviluppo delle tecnologie digitali porterà ad una contrazione dell’occupazione oppure sorgeranno nuove ed inedite possibilità di lavoro? È un tradizionale dilemma che ha sempre accompagnato l’accelerazione tecnologica. Oggi, però, l’impatto di questa rivoluzione sta destabilizzando il mercato del lavoro e rischia di spaccare il mondo del lavoro tra “vincenti” e “perdenti” della modernizzazione. Non si tratta di discutere, allora, solo di innovazione tecnologica ma anche dell’innovazione sociale necessaria per realizzare una società più giusta ed equa. Quale ruolo può giocare lo Stato nei processi di innovazione? È molto diffusa la tesi che siano le imprese private i principali motori dell’innovazione imprenditoriale. È sempre o prevalentemente così? L’attore pubblico, a livello sia centrale che locale, quali politiche può promuovere per generare innovazione tecnologica e sociale?
Aldo Geuna è Professore Ordinario del Dipartimento di Economia e Statistica dell’Università di Torino. Si occupa di economia dell’innovazione e di organizzazione industriale ed è Fellow al Collegio Carlo Alberto di Torino. I suoi interessi di ricerca spaziano dall’economia e dalla politica economica alla crescita e allo sviluppo economico.
L’ambito principale di ricerca è l’analisi socio economica dell’università e i suoi legami con l’innovazione e lo sviluppo economico, sul tema il volume con F. Rossi L’università e il sistema economico, Il Mulino, Bologna, 2013.
IN CHARGE 2030 - Prof. Marcello Martinez - Come evolveranno le modalità di la...Alex Zanon
Quale sarà il futuro del lavoro? E qual è il "dark side" della trasformazione digitale? Quali scenari si prospettano per le organizzazioni?
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Similar to "Il lavoro 4.0: luci e ombre della rivoluzione digitale" di Simona Perolo (20)
"Il lavoro 4.0: luci e ombre della rivoluzione digitale" di Simona Perolo
1. | 3LUNEDÌ 29 GENNAIO 2018 | Eco di Biella
LA SCHEDA
Industria 4.0: la fabbrica smart
Col termine ‘Industria 4.0’ - usato per la prima volta nel
2011, in una fiera di elettronica ad Hannover - si indica
un nuovo modello di produzione industriale del tutto
automatizzata e interconnessa, conseguenza del proces-
so di digitalizzazione in atto. Un modello che ci porterà
verso la ‘quarta rivoluzione industriale’, dopo le prime
tre che - nei secoli scorsi - hanno visto profonde trasfor-
mazione del sistema produttivo, legate alla disponibilità
di nuovi strumenti tecnologici o di nuove fonti energe-
tiche. La prima rivoluzione industriale, nella seconda
metà del 1700, ha riguardato prevalentemente il settore
tessile-metallurgico e ha visto l'introduzione della mac-
china a vapore; la seconda, avvenuta a partire dal
1870-1880, è avvenuta con l'introduzione dell'elettricità,
dei prodotti chimici e del petrolio; la terza, che ha preso
il via intorno al 1960-70, è nata dall'introduzione mas-
siccia dell'elettronica e dell'informatica nell'industria. La
fabbrica 4.0 è totalmente è profondamente smart, intel-
ligente: un mix di robotica, sensori, connessione in rete,
programmazione, Big Data (la capacità di raccogliere,
analizzare e utilizzare la mole di dati a disposizione) e
IoT(l’Internetdellecose,lapossibilitàdicollegareinrete
apparecchi che si scambiano informazioni). In Italia, il
termine è apparso ufficialmente nel 2016 con il Piano
Nazionale Industria 4.0 (successivamente ridefinito ‘Pia-
no Nazionale Impresa 4.0’), un insieme di misure volte a
favorire gli investimenti nel nuovo settore.
IL CONFRONTO Nell’incontro Acli la new economy ai raggi X
Rivoluzione4.0elavoro:lucieombre
Rondi: «Più opportunità, ma servono competenze». I dubbi di Rosati e don Perini
Una nuova economia, che
apre un mare di possibilità per
chi avrà le risorse, soprattutto
culturali, per coglierle. Ma gli
altri? Come governare questo
processo, affinché produca
sviluppo sostenibile e lavoro
dignitoso? Non rischia di es-
sere solo un modo per ridurre
i costi, a vantaggio di pochi e
producendo masse di ‘disoc-
cupati tecnologici’? Ci aspetta
un mondo migliore oppure
cresceranno le diseguaglianze
e la povertà?
Questo il tema cruciale af-
frontato nell’incontro - orga-
nizzato dalle Acli di Biella
insieme a numerose realtà che
operano nel sociale – di ve-
nerdì scorso all’Itis, dal titolo
“Il lavoro nell'era dell'indu-
stria 4.0: rischi e opportuni-
tà”. A confronto punti di vista
assai diversi: quello delle im-
prese, rappresentate da Er-
manno Rondi, amministrato-
re delegato Incas e respon-
sabile per Confindustria na-
zionale del gruppo di lavoro
sulla formazione professiona-
le; quello delle Acli, Asso-
ciazioni Cristiane Lavoratori
Italiani, con il presidente na-
zionale Roberto Rossini; e
quello di don Giovanni Pe-
rini, direttore della Caritas di
Biella.
E’ ottimistica la visione di
Ermanno Rondi: la fabbrica
non può che adeguarsi alle
esigenze di un consumatore
che il web ha reso sempre più
evoluto e informato. Ci aspet-
ta dunque un futuro ipertec-
nologico, dove però – a fianco
delle competenze tecniche –
la cultura umanistica sarà
sempre più necessaria per af-
frontare complessità e cam-
biamento. Il lavoro non scom-
parirà ma cambierà radical-
mente: non più legato al tem-
po e allo spazio, orientato ai
risultati, relazionale e crea-
tivo, multitasking, Ict driven,
cioè guidato dallo sviluppo
tecnologico.
Il mondo del lavoro sarà sem-
pre più polarizzato: ricco di
opportunità inedite per chi di-
sporrà delle high skills, le
competenze elevate richieste
dal mercato, ma sempre più
difficile per la manodopera
poco qualificata, facilmente
sostituibile dalle macchine.
Un mercato del lavoro com-
plesso e contraddittorio, se-
condo Roberto Rossini: se da
un lato la digital economy ri-
chiede professionalità nuove e
qualificate, dall’altro necessi-
ta di servizi basati, al con-
trario, su manodopera dequa-
lificata e a basso costo.
L’e-commerce apre un mon-
do sfavillante di opportunità
(e di profitti, per alcuni) ma
avrà sempre bisogno di qual-
cuno che - in qualche parte del
mondo - produca i beni ven-
duti, spesso a condizioni inac-
cettabili. E, a valle, ci sarà
sempre un ‘ultimo miglio’ in
cui il prodotto viene mate-
rialmente consegnato al clien-
te. E’ il ‘lato B’ dell’economia
digitale, fatto di sfruttamento
vecchio e nuovo: come la gig
economy, l’economia dei ‘la-
voretti’ (gig in inglese signi-
fica ingaggio) nata attorno al-
le piattaforme digitali, da
Uber alle consegne dei pro-
dotti acquistati su Amazon, ai
riders che ci portano il cibo a
domicilio. Lavoro a chiama-
ta, iper-precario, sottopagato,
frammentato e individualiz-
zato, di fronte a cui concetti
come quello di ‘contratto col-
lettivo di lavoro’ perdono ogni
significato. Come tutelare
questi lavoratori, come far sì
che i benefici della rivoluzio-
ne digitale arrivino fino a lo-
ro?
E c’è un altro ‘lato oscuro’,
evidenziato da don Perini: l’e-
conomia digitale avrà forse
effetti positivi, ma ampie fa-
sce di popolazione, che non
hanno le capacità o le risorse
necessarie, o che semplice-
mente sono nate nel luogo
sbagliato, ne resteranno esclu-
si. «Non si sceglie dove si na-
sce, come si nasce. Ci sarà
sempre chi non ce la fa. Che
ne facciamo di loro? E allora
non basta innovare la produ-
zione, occorre trasformare la
società. Le diseguaglianze
producono conflitti e, se non
riusciamo a ridurle, non ci
sarà un mondo migliore. E’
vero, la storia non possiamo
fermarla: però possiamo cam-
biarla».
l Simona Perolo
I RELATORI Ermanno Rondi, il moderatore, don
Giovanni Perini e Roberto Rossini (Foto Sartini)
PRIMO PIANO