MASTER UNIVERSITARIO DI I°LIVELLO
“MARKETING INTELLIGENCE E TECNICHE DI MERCATO PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE - Modulo 5 - Marketing
“Best Practices negli Enti Non Profit“
A cura di Vincenzo Giarmoleo
Master Marketing Enti Non Profit Piepoli 7/8/9 Aprile 2010
1. Aprile 2010 Modulo 5 - Marketing “Best Practices negli Enti Non Profit“ A cura di Vincenzo Giarmoleo MASTER UNIVERSITARIO DI I°LIVELLO “MARKETING INTELLIGENCE E TECNICHE DI MERCATO PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE” 1
2. Best Practices negli Enti Non Profit L’avv. Vincenzo Giarmoleo è studioso dei problemi giuridici del non profit. Ha pubblicato numerosi studi in Riviste specializzate del settore e, per CEDAM, il libro “Attività commerciale ed enti non-profit”. E’ consigliere d’amministrazione, con delega al bilancio e agli affari legali, della Fondazione “Vincenzo Agnesi” - Museo Nazionale delle Paste Alimentari di Roma
3.
4. L’esercitazione pratica, con questionario, verterà sulla assimilazione delle nozioni impartite e sulle differenze tra i vari tipi civilistici del non profit
27. Marketing degli Enti Non Profit Marketing non profit Marketing filantropico Marketing sociale Marketing pubblico Le aree di studio inerenti il marketing non profit
28. Cliente Organizzazione non profit Beni o servizi Pagamento Donatore Fra cliente e donatore si crea spesso una frattura Doppio sistema delle organizzazioni non profit
46. IMMAGINE E REPUTAZIONE somma di caratteristiche distintive dell’organizzazione, legata alla capacità di gestire nel breve termine le percezioni dei suoi interlocutori IMMAGINE integrazione dell’immagine con gli effettivi comportamenti dell’azienda; fa parte integrante dell’identità dell’organizzazione e appartiene a una logica di gestione a lungo termine REPUTAZIONE
47. STRATEGIA DI COMUNICAZIONE Analisi dello scenario Definizione degli obiettivi Analisi dei pubblici di riferimento (segmentazione) Definizione del contenuto della comunicazione Scelta degli strumenti e dei canali Definizione dei tempi e delle risorse Misurazione dei risultati
49. Strumento raccolta A Oneri/Proventi = X Strumento raccolta B Oneri/Proventi =Y Tot Oneri/Tot Proventi = Indice di efficienza della raccolta fondi Strumento raccolta C Oneri/Proventi =Z Efficienza relativa degli strumenti di raccolta fondi
76. Bilancio Sociale: il modello AA1000 INCLUSIVITA’ AMBITO E NATURA DEL PROCESSO GESTIONE DEL DOCUMENTO SU BASE CONTINUATIVA SIGNIFICATIVITA’ DELLE INFORMAZIONI VERIFICA ESTERNA DELLA QUALITA’ INTEGRAZIONE NEI SISTEMI DI GESTIONE COMPLETEZZA RILEVANZA ACCESSIBILITA’ MIGLIORAMENTO CONTINUO REGOLARITA’ E TEMPESTIVITA’ QUALITA’ DELLA INFORMAZIONE
81. Forte integrazione con i sistemi gestionali d’impresaPianificazione Raccolta di informazioni Verifica e comunicazione Integrazione nei sistemi Coinvolgimento degli stakeholder Il principio fondamentale è “rendere conto” ACCOUNTABILITY 1000 (AA 1000)
83. Il ciclo del bilancio sociale 6: Miglioramento INIZIO CICLO SUCCESSIVO 1: Preparazione e programmazione 5: Comunicazione 2: Analisi e modellizzazione 4: Redazione e Validazione 3: Raccolta dei dati
95. L’IMPRESA SOCIALMENTE RESPONSABILE “In linea generale, un’impresa può essere considerata socialmente responsabile quando si fa carico degli effetti che il suo comportamento produce nei confronti di tutti gli stakeholders” (F. Vermiglio, 2003)
96. L’IMPRESA SOCIALMENTE RESPONSABILE “Il successo globale di un’impresa è in larga misura un bene pubblico, da cui scaturiscono beni collettivi cui tutti contribuiscono, che non possono essere suddivisi in pezzetti, ciascuno composto dalla ricompensa specifica di ogni persona, commisurata al contributo proprio di quella persona. E’ esattamente in questa connessione che motivazioni diverse dall’interesse egoistico assumono un ruolo fondamentale per la produttività.” (AmartyaSen, 1994)
97. I TRE “FILONI” DEGLI ANNI 80 Stakeholder Theory Business Ethics Corporate Social Performance individua i beneficiari e i meccanismi che l’impresa utilizza per ottenere o perdere la sua legittimazione sociale indaga la sfera etica delle imprese analizzando fini norme e principi che ne orientano la condotta introduce e definisce il concetto di performance relativa al comportamento socialmente responsabile
98. GRUPPI CON INTERESSI SPECIFICI GOVERNO MEDIA Stakeholder secondari PROPRIETARI INVESTITORI Stakeholder primari CLIENTI FORNITORI IMPRESA DIPENDENTI ASSOCIAZIONI COMUNITA’ SINDACATI STAKEHOLDERS THEORY
143. ampiezza del documento IDEE GUIDA CARTA DEI PRINCIPI MANIFESTO AZIENDALE CODICE DI COMPORTAMENTO SINTETICO CODICE DI COMPORTAMENTO ANALITICO 1. Valori/principi 2. Linee guida 1.Valori/principi 1. Valori/principi 2. Linee guida 3. Norme di comportamento I CODICI ETICI Finalità Favorire la diffusione all’interno dell’azienda di atteggiamenti/ comportamenti corretti Sostenere lo sviluppo e il consolidamento di una cultura aziendale forte e coesa Agevolare lo sviluppo dell’immagine aziendale presso i diversi interlocutori
151. Garanzia sulla catena dei fornitori/subappaltatoriCaratteristica distintiva: attestazione di un organismo di certificazione esterno ed indipendente, come forma di garanzia esterna del rispetto dei requisiti sociali
162. ACCREDITAMENTO PRESSO CLIENTI/ CONDIZIONE DI PARTECIPAZIONE A GARE CREDIBILITÀ PER LO SVILUPPO DI PARTNERSHIP ESTERNI DETERRENTE VERSO TERZI IMMAGINE AZIENDALE SVILUPPO CULTURA DI GRUPPO INTEGRITA’ DEI COLLABORATORI/ PREVENZIONE ILLECITI AZIENDALI INTERNI CULTURA FORTE (SENSO DI APPARTENENZA) CONDIVISIONE CULTURA INTEGRITÀ CONDOTTA SINTESI DEGLI OBIETTIVI
163.
164. Trasparenza dei processi produttivi, informazione sull’attività dell’azienda destinate ai clienti
166. Coinvolgimento di tutti gli stakeholderdi riferimento e impegno a favore della comunità come fattori di innovazione e miglioramento dell’immagine aziendale
172. Circa il 65% dei consumatori ritiene che le imprese debbano farsi carico dei problemi della società
173. Oltre il 90% dei consumatori ritiene necessario che le imprese vengano obbligate a rendere pubblico il loro modo di operare nei confronti dei dipendenti, dell'ambiente e dei consumatori
174. I consumatori nutrono un alto livello di fiducia nei confronti delle PMI (oltre il 65%), mentre banche e multinazionali registrano valori molto più bassi (circa il 30%)
177. CSR: CASI DIIMPRESE Callipo – descrizione impegno CSR Strumenti di gestione della CSR L’azienda è dotata di sistemi di gestione della qualità, della sicurezza, sociale e ambientale L’azienda compie azioni di CSR nei confronti di tutti gli stakeholderdi riferimento Iniziative in ambito CSR Performance economiche L’azienda registra una crescita del fatturato continua e pari all’8% tra il 2005 e il 2006
178. CASI DI CSR Il caso del Monte Paschi Criticità su cui si è deciso di intervenire Uso poco responsabile delle risorse idriche Un utilizzo più efficiente e responsabile delle risorse idriche inverte il trend negativo che ha caratterizzato il nostro paese negli ultimi anni