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#WCOARome – I Commercialisti si danno l’arrivederci in Australia, nel 2018
Giovedì 13, si è conclusa (così come era iniziata) con il saluto del Presidente Nazionale dell’Ordine
dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili italiani, Gerardo Longobardi, la XIX edizione del
Congresso Mondiale dei Commercialisti, svoltasi, per la prima volta, a Roma, nella bellissima
struttura del Parco della Musica. A esser precisi, la mattina del 14, era prevista una coda di tipo
“cattolico”, con il ricevimento dei congressisti in udienza privata da Papa Francesco. Peraltro, tale
ulteriore appuntamento, da un punto di vista tecnico, nulla ha a che vedere con gli importanti
temi professionali trattati presso l’Auditorum; tanto meno, con quelli – assai rilevanti – di
carattere etico, contrariamente a quanto riportato, nell’articolo di venerdì, dal giornalista del Sole
24 Ore, Alessandro Galimberti, il quale è evidentemente del tutto scevro di cultura filosofica e
delle correlate nozioni in materia di etica e morale. Semplicemente, a quanto pare, la visita al Papa
è ormai diventata una consuetudine, allorquando Roma ospiti qualunque tipo di rilevante evento
internazionale, con importanti delegazioni provenienti da tutto il mondo; e i commercialisti non
hanno voluto fare eccezione alla regola.
Il World Congress Of Accountants, come d’abitudine patrocinato dall’IFAC (International
Federation of Accountants), a cui hanno aderito 179 organismi internazionali rappresentativi della
professione, è stato organizzato sulla base di tre sezioni plenarie comuni (una per ciascuna
giornata congressuale) e una serie di sessioni parallele, le quali hanno avuto luogo, in
contemporanea, nelle diverse sale della struttura, suddivise in 5 macro aree di interesse.
1. INFORMATIVA FINANZIARIA E APPROCCIO INTEGRATO – Migliorare accountability e
processi decisionali: Società quotate, PMI, enti non profit ed enti pubblici devono tutti
confrontarsi con la definizione di un sistema di reporting e con le scelte tecnico-operative
che ne discendono; il dibattito ha riguardato gli obblighi previsti per le PMI nei diversi
ordinamenti, lo sviluppo del pensiero integrato e ha offerto una panoramica aggiornata
sull’adozione degli IFRS e degli IPSAS a livello globale.
Gli argomenti trattati sono stati i seguenti:
L’evoluzione dell’informativa finanziaria nelle società non quotate;
Convergenza sugli IFRS – Coerenza e comparabilità a livello globale;
L’informativa finanziaria negli enti non profit;
La contabilità del settore pubblico e il passaggio alla contabilità economico-patrimoniale;
Sostenibilità della spesa pubblica e informativa sulla performance degli enti del settore
pubblico;
Reporting integrato: le sfide e le opportunità;
Le nuove direttive contabili europee del 2013: prospettive e criticità.
2. SERVIZI DI ASSURANCE DELL’INFORMATIVA AZIENDALE – La funzione dell’informativa di
bilancio in relazione ad aspettative crescenti: A fronte delle aspettative sempre più
complesse dei diversi utilizzatori dell’informativa economico-finanziaria, quali sono i pilastri
di una revisione legale di qualità e quali i trend a livello mondiale? Si è discusso della
richiesta di nuovi servizi di attestazione da parte delle PMI, del nuovo modello di relazione
di revisione e delle esigenze cui risponde, nonché del ruolo degli organi di controllo e audit-
committee nei vari ordinamenti.
Nel dettaglio, si è parlato in merito a:
Il valore aggiunto dei servizi di attestazione e verifica (assurance) per l’informativa
finanziaria delle PMI;
I pilastri di una revisione contabile di qualità;
Il nuovo modello della relazione di revisione – più informazioni e più chiarezza;
Il rischio di fallimento negli istituti finanziari – la limitazione del rischio e la vigilanza
prudenziale;
L’audit committee: un elemento cardine della governance nell’interesse pubblico.
3. ETICA, LEGALITÀ E RESPONSABILITÀ D’IMPRESA – Commercialisti e imprese alla ricerca del
giusto equilibrio: Una delle sfide quotidiane per i commercialisti è destreggiarsi tra gli
obblighi di riservatezza, l’insieme delle responsabilità e la costante tutela dell’interesse
pubblico; intanto le imprese esplorano nuovi modelli di business, alla ricerca di un
bilanciamento tra valori di redditività e di corporate social responsibility; un tema di forte
attualità che ricomprende i recenti sviluppi nei codici deontologici a livello internazionale,
le normative e i meccanismi di vigilanza approntati all’indomani della crisi, la sostenibilità e
la responsabilità sociale, nonché, in particolare, le questioni di equità fiscale.
Gli argomenti dibattuti sono stati:
Valori sociali e redditività nella pianificazione strategica: un connubio possibile;
Il ruolo del commercialista nella lotta alla corruzione e alle frodi – costi e benefici;
Finanza etica e sviluppo del settore bancario;
Il Codice deontologico: punto di riferimento per la professione;
La cooperazione internazionale e il raccordo tra sistemi fiscali per una maggiore equità e
crescita;
CleanGovBiz – Il piano OCSE per la lotta alla corruzione.
4. FORMAZIONE E SVILUPPO DELLE CAPACITÀ (CAPACITY BUILDING) – Nuovi strumenti per
nuove esigenze: L’innovazione tecnologica e normativa, con un impiego sempre maggiore
di social media, cloud computing, prestazioni professionali da remoto e XBRL, sta
modificando le metodologie e le modalità organizzative necessarie ai professionisti per
affermare la loro presenza sul mercato globale; si sono esaminate le nuove forme di
networking, le nuove tecnologie e i sistemi di mobilità, in un contesto sempre più
integrato.
Nelle sessioni congressuali di riferimento, si è discusso di:
Competenze del revisore legale nella prospettiva degli International Education Standard;
Miglioramento continuo della qualità, convergenza ed evoluzione negli International
Education Standard;
The New Generation – La tecnologia e il futuro della funzione finanziaria;
Modelli di avvio e sviluppo di un’architettura istituzionale per gli ordini professionali nelle
economie emergenti;
I piccoli e medi studi professionali verso il 2020;
OMC, qualifiche professionali e mobilità;
Darwinismo digitale: rischi e opportunità del cambiamento tecnologico.
5. CONSULENZA AZIENDALE – Competenze, sfide, sinergie e innovazione: Il commercialista è il
consulente di fiducia delle imprese (e in particolare di quelle di piccole e medie dimensioni)
in termini di soluzioni gestionali, governance, crescita e sviluppo di nuove strategie di
mercato, sostenibilità e attenzione alle esigenze di cittadini e consumatori; il congresso ha
offerto una panoramica su quali siano, in un mondo sempre più globalizzato, le nuove
competenze richieste ai commercialisti e le sfide che si trovano ad affrontare al fianco delle
PMI, tra cui le difficoltà nell’accesso al credito e l’internazionalizzazione.
In tale ultima macro area, i relatori hanno trattato i seguenti aspetti:
Il contributo dei piccoli e medi studi professionali alla crescita e all’internazionalizzazione;
Sviluppo delle competenze dell’esperto di valutazione a livello globale;
Come facilitare l’accesso al credito per le PMI;
Verso una maggiore inclusività - Valori, innovazione e performance aziendale;
Il caso del Made in Italy;
I principi internazionali per la professione: best practice e strumenti per una traduzione di
qualità.
Il congresso, che ha visto la presenza di autorevoli relatori di indiscusso livello internazionale e
analizzato innumerevoli casistiche, ha definitivamente acclarato:
- La necessità di fornire consulenza strategica internazionale alla clientela, crescendo ed
espandendosi mutualmente con la stessa, e definendo il proprio mercato come avente
carattere globale, evitando di continuare a ragionare in termini nazionali: siamo tutti
cittadini del mondo;
- L’indispensabile quotidiana e costante utilizzazione della tecnologia, dei social network
professionali (con continua condivisione di notizie, casi e discussioni), e l’imprescindibile
obbligo di fare rete;
- L’etica come principio assoluto di comportamento, anche qui però vista in maniera globale
e non locale, e, di conseguenza, comune a tutti i piccoli e medi studi professionali e
imprese del mondo;
- L’armonizzazione, di pari passo, delle normative contabili e fiscali tra i vari Paesi, onde
consentire certezza operativa e attrarre sempre maggiori investimenti;
- La rilevanza delle analisi contabili e delle connesse revisioni in un’ottica anche di valore
aggiunto ai progetti finanziari e imprenditoriali gestiti dalle aziende in tutto il mondo.
A questo punto, prima di chiudere questa sintesi tecnica del congresso, pare corretto
abbandonare le questioni squisitamente professionali e fornire – per così dire – anche qualche
breve nota di “cronaca”.
Innanzitutto, un doveroso plauso agli organizzatori, alle prese con oltre 5.000 partecipanti, oltre a
espositori, autorità etc., tutti costantemente “rifocillati” dalle fatiche congressuali con cibi e
bevande in grande abbondanza e di elevata qualità (come si conviene allo stile italiano), nonché
super omaggiati di gadget utilissimi (in linea con le innovazioni tecnologiche).
Ciò premesso, inutile nascondere che qualche pecca c’è stata: le “Questions Section by APP” non
hanno certo funzionato come un orologio svizzero, e anche il flusso dei partecipanti poteva essere
meglio gestito, specie durante le pause, in cui risultava vietato, senza alcuna valida ragione,
abbreviare il lungo obbligatorio tragitto, per poter uscire temporaneamente dalla struttura
congressuale, causando inutili perdite di tempo. Gli steward e le hostess imponevano – pur con la
massima gentilezza – innumerevoli vincoli e divieti, a parere di chi scrive, giustificati solo in parte.
In ogni caso, eccetto queste “pinzillacchere”, un congresso, sì, faticoso, ma pure assai piacevole, di
grande interesse ed elevatissimo valore culturale, oltre che, certamente, molto ben riuscito nel
complesso.
Dobbiamo, peraltro, con vivo rammarico, riconoscere che la frequentazione dei colleghi italiani è
stata abbastanza deludente: considerato che si trattava dell’evento più importante per la nostra
categoria e che si svolgeva per la prima volta in Italia, era lecito attendersi di registrare
un’affluenza molto più corposa. Ad abundantiam, poi, nemmeno la partecipazione al dibattito
durante le varie sessioni (perlomeno, in quelle in cui eravamo presenti – difettando del dono
dell’ubiquità, non siamo in grado di fornire un dato esaustivo al riguardo), è stata tutt’altro che
attiva: fatta eccezione per chi scrive, le domande ai relatori sono state rivolte esclusivamente da
colleghi stranieri (tante, anche dai commercialisti provenienti dai Paesi africani). Per altro verso,
tutti – o quasi – i congressisti che seguivano la presentazione delle varie relazioni con l’ausilio delle
cuffie per la traduzione simultanea dall’inglese all’italiano, erano – ovviamente – nostri
connazionali. Circostanza, questa, davvero negativa; e non tanto per motivazioni di cultura
generale, quanto per evidenti ragioni di carattere professionale.
Siamo in un congresso ad ascoltare come i nostri piccoli e medi studi professionali dovrebbero
crescere e internazionalizzarsi di pari passo con i rispettivi clienti (piccole e medie imprese), cui
dobbiamo fornire consulenza strategica internazionale e, contestualmente, seguire nel
proseguimento del rapporto fiduciario all’estero. Ebbene, non solo riesce difficile ipotizzare di
offrire tale consulenza di alta gamma, senza avere nemmeno una basilare conoscenza dell’inglese;
ma, ciò che appare più grave, è far prendere coscienza ai nostri colleghi stranieri di detto indubbio
vantaggio di cui godono nei nostri confronti, laddove occorrerà avere a che fare con clienti che
mirano a sviluppare operazioni e progetti internazionali.
Unica magra consolazione per tutti gli italiani dotati di cuffie, la vista del viceministro delle Finanze
della Cina (anch’egli con le cuffie), il quale leggeva la sua relazione in cinese, con tanto di
interprete personale a latere, che provvedeva alla traduzione (capitolo dopo capitolo), tra la noia
generale e, soprattutto, dando dimostrazione di estrema maleducazione nei riguardi degli altri
relatori della medesima sessione, ai quali usurpava inopinatamente il tempo per loro previsto,
nell’agenda organizzativa.

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Wcoa rome 2014

  • 1. #WCOARome – I Commercialisti si danno l’arrivederci in Australia, nel 2018 Giovedì 13, si è conclusa (così come era iniziata) con il saluto del Presidente Nazionale dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili italiani, Gerardo Longobardi, la XIX edizione del Congresso Mondiale dei Commercialisti, svoltasi, per la prima volta, a Roma, nella bellissima struttura del Parco della Musica. A esser precisi, la mattina del 14, era prevista una coda di tipo “cattolico”, con il ricevimento dei congressisti in udienza privata da Papa Francesco. Peraltro, tale ulteriore appuntamento, da un punto di vista tecnico, nulla ha a che vedere con gli importanti temi professionali trattati presso l’Auditorum; tanto meno, con quelli – assai rilevanti – di carattere etico, contrariamente a quanto riportato, nell’articolo di venerdì, dal giornalista del Sole 24 Ore, Alessandro Galimberti, il quale è evidentemente del tutto scevro di cultura filosofica e delle correlate nozioni in materia di etica e morale. Semplicemente, a quanto pare, la visita al Papa è ormai diventata una consuetudine, allorquando Roma ospiti qualunque tipo di rilevante evento internazionale, con importanti delegazioni provenienti da tutto il mondo; e i commercialisti non hanno voluto fare eccezione alla regola. Il World Congress Of Accountants, come d’abitudine patrocinato dall’IFAC (International Federation of Accountants), a cui hanno aderito 179 organismi internazionali rappresentativi della professione, è stato organizzato sulla base di tre sezioni plenarie comuni (una per ciascuna giornata congressuale) e una serie di sessioni parallele, le quali hanno avuto luogo, in contemporanea, nelle diverse sale della struttura, suddivise in 5 macro aree di interesse. 1. INFORMATIVA FINANZIARIA E APPROCCIO INTEGRATO – Migliorare accountability e processi decisionali: Società quotate, PMI, enti non profit ed enti pubblici devono tutti confrontarsi con la definizione di un sistema di reporting e con le scelte tecnico-operative che ne discendono; il dibattito ha riguardato gli obblighi previsti per le PMI nei diversi ordinamenti, lo sviluppo del pensiero integrato e ha offerto una panoramica aggiornata sull’adozione degli IFRS e degli IPSAS a livello globale. Gli argomenti trattati sono stati i seguenti: L’evoluzione dell’informativa finanziaria nelle società non quotate; Convergenza sugli IFRS – Coerenza e comparabilità a livello globale; L’informativa finanziaria negli enti non profit; La contabilità del settore pubblico e il passaggio alla contabilità economico-patrimoniale; Sostenibilità della spesa pubblica e informativa sulla performance degli enti del settore pubblico; Reporting integrato: le sfide e le opportunità; Le nuove direttive contabili europee del 2013: prospettive e criticità. 2. SERVIZI DI ASSURANCE DELL’INFORMATIVA AZIENDALE – La funzione dell’informativa di bilancio in relazione ad aspettative crescenti: A fronte delle aspettative sempre più complesse dei diversi utilizzatori dell’informativa economico-finanziaria, quali sono i pilastri di una revisione legale di qualità e quali i trend a livello mondiale? Si è discusso della richiesta di nuovi servizi di attestazione da parte delle PMI, del nuovo modello di relazione
  • 2. di revisione e delle esigenze cui risponde, nonché del ruolo degli organi di controllo e audit- committee nei vari ordinamenti. Nel dettaglio, si è parlato in merito a: Il valore aggiunto dei servizi di attestazione e verifica (assurance) per l’informativa finanziaria delle PMI; I pilastri di una revisione contabile di qualità; Il nuovo modello della relazione di revisione – più informazioni e più chiarezza; Il rischio di fallimento negli istituti finanziari – la limitazione del rischio e la vigilanza prudenziale; L’audit committee: un elemento cardine della governance nell’interesse pubblico. 3. ETICA, LEGALITÀ E RESPONSABILITÀ D’IMPRESA – Commercialisti e imprese alla ricerca del giusto equilibrio: Una delle sfide quotidiane per i commercialisti è destreggiarsi tra gli obblighi di riservatezza, l’insieme delle responsabilità e la costante tutela dell’interesse pubblico; intanto le imprese esplorano nuovi modelli di business, alla ricerca di un bilanciamento tra valori di redditività e di corporate social responsibility; un tema di forte attualità che ricomprende i recenti sviluppi nei codici deontologici a livello internazionale, le normative e i meccanismi di vigilanza approntati all’indomani della crisi, la sostenibilità e la responsabilità sociale, nonché, in particolare, le questioni di equità fiscale. Gli argomenti dibattuti sono stati: Valori sociali e redditività nella pianificazione strategica: un connubio possibile; Il ruolo del commercialista nella lotta alla corruzione e alle frodi – costi e benefici; Finanza etica e sviluppo del settore bancario; Il Codice deontologico: punto di riferimento per la professione; La cooperazione internazionale e il raccordo tra sistemi fiscali per una maggiore equità e crescita; CleanGovBiz – Il piano OCSE per la lotta alla corruzione. 4. FORMAZIONE E SVILUPPO DELLE CAPACITÀ (CAPACITY BUILDING) – Nuovi strumenti per nuove esigenze: L’innovazione tecnologica e normativa, con un impiego sempre maggiore di social media, cloud computing, prestazioni professionali da remoto e XBRL, sta modificando le metodologie e le modalità organizzative necessarie ai professionisti per affermare la loro presenza sul mercato globale; si sono esaminate le nuove forme di networking, le nuove tecnologie e i sistemi di mobilità, in un contesto sempre più integrato. Nelle sessioni congressuali di riferimento, si è discusso di: Competenze del revisore legale nella prospettiva degli International Education Standard; Miglioramento continuo della qualità, convergenza ed evoluzione negli International Education Standard; The New Generation – La tecnologia e il futuro della funzione finanziaria; Modelli di avvio e sviluppo di un’architettura istituzionale per gli ordini professionali nelle economie emergenti; I piccoli e medi studi professionali verso il 2020; OMC, qualifiche professionali e mobilità;
  • 3. Darwinismo digitale: rischi e opportunità del cambiamento tecnologico. 5. CONSULENZA AZIENDALE – Competenze, sfide, sinergie e innovazione: Il commercialista è il consulente di fiducia delle imprese (e in particolare di quelle di piccole e medie dimensioni) in termini di soluzioni gestionali, governance, crescita e sviluppo di nuove strategie di mercato, sostenibilità e attenzione alle esigenze di cittadini e consumatori; il congresso ha offerto una panoramica su quali siano, in un mondo sempre più globalizzato, le nuove competenze richieste ai commercialisti e le sfide che si trovano ad affrontare al fianco delle PMI, tra cui le difficoltà nell’accesso al credito e l’internazionalizzazione. In tale ultima macro area, i relatori hanno trattato i seguenti aspetti: Il contributo dei piccoli e medi studi professionali alla crescita e all’internazionalizzazione; Sviluppo delle competenze dell’esperto di valutazione a livello globale; Come facilitare l’accesso al credito per le PMI; Verso una maggiore inclusività - Valori, innovazione e performance aziendale; Il caso del Made in Italy; I principi internazionali per la professione: best practice e strumenti per una traduzione di qualità. Il congresso, che ha visto la presenza di autorevoli relatori di indiscusso livello internazionale e analizzato innumerevoli casistiche, ha definitivamente acclarato: - La necessità di fornire consulenza strategica internazionale alla clientela, crescendo ed espandendosi mutualmente con la stessa, e definendo il proprio mercato come avente carattere globale, evitando di continuare a ragionare in termini nazionali: siamo tutti cittadini del mondo; - L’indispensabile quotidiana e costante utilizzazione della tecnologia, dei social network professionali (con continua condivisione di notizie, casi e discussioni), e l’imprescindibile obbligo di fare rete; - L’etica come principio assoluto di comportamento, anche qui però vista in maniera globale e non locale, e, di conseguenza, comune a tutti i piccoli e medi studi professionali e imprese del mondo; - L’armonizzazione, di pari passo, delle normative contabili e fiscali tra i vari Paesi, onde consentire certezza operativa e attrarre sempre maggiori investimenti; - La rilevanza delle analisi contabili e delle connesse revisioni in un’ottica anche di valore aggiunto ai progetti finanziari e imprenditoriali gestiti dalle aziende in tutto il mondo. A questo punto, prima di chiudere questa sintesi tecnica del congresso, pare corretto abbandonare le questioni squisitamente professionali e fornire – per così dire – anche qualche breve nota di “cronaca”. Innanzitutto, un doveroso plauso agli organizzatori, alle prese con oltre 5.000 partecipanti, oltre a espositori, autorità etc., tutti costantemente “rifocillati” dalle fatiche congressuali con cibi e bevande in grande abbondanza e di elevata qualità (come si conviene allo stile italiano), nonché super omaggiati di gadget utilissimi (in linea con le innovazioni tecnologiche).
  • 4. Ciò premesso, inutile nascondere che qualche pecca c’è stata: le “Questions Section by APP” non hanno certo funzionato come un orologio svizzero, e anche il flusso dei partecipanti poteva essere meglio gestito, specie durante le pause, in cui risultava vietato, senza alcuna valida ragione, abbreviare il lungo obbligatorio tragitto, per poter uscire temporaneamente dalla struttura congressuale, causando inutili perdite di tempo. Gli steward e le hostess imponevano – pur con la massima gentilezza – innumerevoli vincoli e divieti, a parere di chi scrive, giustificati solo in parte. In ogni caso, eccetto queste “pinzillacchere”, un congresso, sì, faticoso, ma pure assai piacevole, di grande interesse ed elevatissimo valore culturale, oltre che, certamente, molto ben riuscito nel complesso. Dobbiamo, peraltro, con vivo rammarico, riconoscere che la frequentazione dei colleghi italiani è stata abbastanza deludente: considerato che si trattava dell’evento più importante per la nostra categoria e che si svolgeva per la prima volta in Italia, era lecito attendersi di registrare un’affluenza molto più corposa. Ad abundantiam, poi, nemmeno la partecipazione al dibattito durante le varie sessioni (perlomeno, in quelle in cui eravamo presenti – difettando del dono dell’ubiquità, non siamo in grado di fornire un dato esaustivo al riguardo), è stata tutt’altro che attiva: fatta eccezione per chi scrive, le domande ai relatori sono state rivolte esclusivamente da colleghi stranieri (tante, anche dai commercialisti provenienti dai Paesi africani). Per altro verso, tutti – o quasi – i congressisti che seguivano la presentazione delle varie relazioni con l’ausilio delle cuffie per la traduzione simultanea dall’inglese all’italiano, erano – ovviamente – nostri connazionali. Circostanza, questa, davvero negativa; e non tanto per motivazioni di cultura generale, quanto per evidenti ragioni di carattere professionale. Siamo in un congresso ad ascoltare come i nostri piccoli e medi studi professionali dovrebbero crescere e internazionalizzarsi di pari passo con i rispettivi clienti (piccole e medie imprese), cui dobbiamo fornire consulenza strategica internazionale e, contestualmente, seguire nel proseguimento del rapporto fiduciario all’estero. Ebbene, non solo riesce difficile ipotizzare di offrire tale consulenza di alta gamma, senza avere nemmeno una basilare conoscenza dell’inglese; ma, ciò che appare più grave, è far prendere coscienza ai nostri colleghi stranieri di detto indubbio vantaggio di cui godono nei nostri confronti, laddove occorrerà avere a che fare con clienti che mirano a sviluppare operazioni e progetti internazionali. Unica magra consolazione per tutti gli italiani dotati di cuffie, la vista del viceministro delle Finanze della Cina (anch’egli con le cuffie), il quale leggeva la sua relazione in cinese, con tanto di interprete personale a latere, che provvedeva alla traduzione (capitolo dopo capitolo), tra la noia generale e, soprattutto, dando dimostrazione di estrema maleducazione nei riguardi degli altri relatori della medesima sessione, ai quali usurpava inopinatamente il tempo per loro previsto, nell’agenda organizzativa.