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TEORIA DELLA TETTONICA A ZOLLE
ALFRED WEGENER (nel 1912) e JOHN T. WILSON (nel 1963 “ La deriva dei continenti” )

Il Salento è parte integrante del sistema complesso delle placche litiche della Terra, che, secondo la teoria della
“TETTONICA A ZOLLE”, elaborata da WEGENER nel 1912 e completata da WILSON nel 1963, si spostano con una
velocità' di 2 - 10 cm. l'anno.
Il loro moto varia da DISTENSIVO a COMPRESSIVO, a TRASCORRENTE.
Ne conseguono movimenti tettonici, sismici, orogenetici, vulcanici, franosi di superficie e sottomarini, i quali
provocano terremoti, tsunami, frane, faglie, eruzioni vulcaniche.
Sono tutti fenomeni naturali che derivano dall'attività del pianeta, ma che si rivelano distruttivi quando coinvolgono
l'ambiente organizzato dagli esseri viventi che lo abitano, insediati spesso proprio nei luoghi ad alto rischio .
GEO-DINAMICA DELLE ZOLLE
LA COMPRESSIONE DELLA ZOLLA AFRICANA VERSO LA ZOLLA EUROPEA.

La ZOLLA AFRICANA, nella sua deriva verso nord, comprime la ZOLLA EUROASIATICA .

La ZOLLA ADRIATICA, un tempo appartenuta alla ZOLLA AFRICANA, insinuandosi nella zolla
europea, fu causa dell'orogenesi delle Catene delle Alpi e degli Appennini.
COMPORTAMENTO CINEMATICO DELLA ZOLLA ADRIATICA
TARDO MIOCENE (6-7 MILIONI DI ANNI FA):
- Distacco della Zolla Adriatica, propaggine nord della Zolla Africana, per la compressione
esercitata verso ovest dall'Arabia contro il sistema anatolico-egeo.
- Inversione del moto di rotazione della zolla adriatica: da antioraria ad oraria, con polo
collocato nel Bacino Pannonico settentrionale.

Da 2 MILIONI DI ANNI :
moto antiorario della Zolla Adriatica, con polo nel mar Ligure, a causa della sutura della sua
subduzione al di sotto della Catena Appenninica.
.
INTERAZIONE GEODINAMICA DELLE ZOLLE: AFRICANA, EUROPEA E ADRIATICA
La Zolla Africana e la Zolla Adriatica comprimono la Zolla Europea, creando vasti fronti
di subduzione, dove si verificano frequenti terremoti.

La Puglia appartiene per intero alla zolla adriatica e per questo , secondo la teoria della
tettonica a zolle risulta essere un territorio stabile e quindi a basso rischio sismico.
ITALIA: MAPPE INGV
PERICOLOSITA' SISMICA
Nella mappa INGV il grado di pericolosità sismica della penisola pugliese risulta bassissimo.
Ciò deriva dalla sua appartenenza alla ZOLLA ADRIATICA, che segue una dinamica di
movimento indipendente dal resto della penisola italica, appartenente alla ZOLLA EUROPEA.
CARTINA LITOLOGICA DELL'ITALIA: la Puglia appartiene alla placca adriatica ed è separata
dall'Italia per mezzo della Fossa Bradanica.

CARTINA DELLA PLACCA ADRIATICA MERIDIONALE SOLCATA DA FAGLIE ORIZZONTALI:
La placca adriatica è spinta verso nord dalla placca africana, a cui un tempo è appartenuta.
La sua azione corrisponde ad un moto di compressione sui due fronti Appenninico e Dinarico.
La Puglia si estende dalla Faglia delle Tremiti (a nord) e la Faglia Sud-Salentina (a sud).
Il Salento si estende tra la Faglia Nord Salentina e la faglia Sud Salentina.
SALENTO: EVOLUZIONE GEOLOGICA E MOVIMENTI TETTONICI E SISMICI
La penisola salentina ha subito molte trasformazioni durante le ere geologiche passate.

Secondo gli studi di M. Tozzi et alii (1998), nel Tardo Miocene, quando la Placca Adriatica si staccò dalla Placca
Africana e invertì la sua rotazione in senso orario, la penisola salentina subì un movimento obliquo in rotazione di 25
gradi, che la separò dalle Murge con una frattura compresa tra il Golfo di Taranto e il porto di Brindisi, al livello delle
Faglia Nord-Salento, che assunse caratteristiche di dorsale.

Il Salento ha attraversato anche fasi in cui era un arcipelago costituito da isole corrispondenti alle sue Serre, con
caratteristiche carsiche .
I depositi marini terrazzati, non permeabili, fino alla fine del Pleistocene costituivano il fondo marino di acque poco
profonde, come indicano molte paleo-coste interne al territorio.

Il terremoto di M. 3.1 della scala Richter del 27 giugno 2011 nel Canale dì Otranto indica che all'interno della
geodinamica che interessa il contesto tettonico cui appartiene, il Salento non è comunque esente da movimenti
tettonici e sismici, che interessano soprattutto il fondale marino.
SALENTO: FENOMENI CARSICI
La penisola salentina è interessata dal fenomeno del carsismo
poiché le rocce calcarenitiche si sgretolano e si sciolgono
sotto l'azione dell'acqua, creando grotte e voragini ai limiti
dei depositi marini terrazzati, come quella aperta solo
qualche anno fa in un terreno agricolo coltivato di Surano.

PREVENZIONE : individuare luoghi a rischio carsico
per prevenire crolli improvvisi di aree abitate o di terreni
agricoli frequentati.
FENOMENI CARSICI

 Inghiottitoi , detti “vore”, assorbono le acque meteoriche o quelle dei solchi idrici di
superficie che scorrono sui depositi marini terrazzati, i quali fino alla fine del Pleistocene
costituivano il fondo marino di acque poco profonde, che separavano le rocce carsiche delle
Serre o Murge Salentine.

PREVENZIONE: apporre avvisi di non frequenza delle grotte di smaltimento acque
meteoriche nei periodi di piogge intense.
FENOMENI DI ALLAGAMENTO
Interessano le aree della penisola salentina in cui la superficie è composta dai depositi
marini terrazzati pleistocenici, che per la loro scarsa permeabilità non assorbono le
acque meteoriche.
FENOMENI DI ALLAGAMENTO
Interessano le aree della Penisola Salentina la cui superficie è composta dai depositi marini
terrazzati pleistocenici, che per la loro natura di scarsa permeabilità non assorbono le acque
meteoriche. I solchi artificiali che incanalano le acque verso le vore trovano spesso
impedimento allo smaltimento delle acque, poiché gli inghiottitoi naturali vengono ostruiti dai
detriti o dai rifiuti.

PREVENZIONE: controllare l'efficienza delle vore di smaltimento delle
acque per prevenirne l'ostruzione.
FENOMENI DI CROLLI COSTIERI
L'attività carsica costiera, congiunta con l'azione marina ed eolica,      provocano l'erosione
delle rocce costiere e i crolli in mare di massi lungo le coste a falesia.

PREVENZIONE: controllo delle coste e recinzione delle aree a rischio.
MOVIMENTI RECENTI E PASSATI
- 7 ottobre 2007: frana in mare sulla costa adriatica di Torre Ruggeri.
- Area costiera ionica di Nardò: mesopiega, fenomeno paleo-
geologico di deformazione duttile dovuto a compressione per movimenti
orizzontali e obliqui.
FENOMENI STORICI DISTRUTTIVI
TRA IL SEC.XV E IL SEC.XVIII: 3 TSUNAM I
- Gli studi condotti dai geologi MASTRONUZZI & SANSO' (2000-2004)
e Alii (2007) dimostrano che la costa pugliese è stata investita da
tre tsunami nel periodo compreso tra il sec. XV e il sec. XVIII.
GARGANO: 1627.
SALENTO: 1456 - 1743
- Nel SALENTO vi sono tracce visibili nei grossi massi di calcareniti pleistoceniche depositati
sulla costa sulla costa ionica di TORRE SQUILLACE (terremoto con tsunami nel 1456 ?) e
sulla costa adriatica di TORRE SANT'EMILIANO (terremoto con tsunami nel 1743).
COSTA ADRIATICA, TORRE SANT'EMILIANO:
onde alte fino a 11 metri il 20 febbraio 1743 trasportarono
            massi pesanti fino a 80 tonnellate.
         (Escursione SpeloTrekkingSalento in foto di Ezio Sarcinella)
COSTA ADRIATICA, TORRE SANT'EMILIANO 1743:
onde alte anche fino a 11 metri trasportarono massi
            pesanti fino a 80 tonnellate.
                 (Foto di Ezio Sarcinella)
COSTA IONICA DI TORRE SQUILLACE colpita dal
                 maremoto del 1456 (?)
Nello stesso anno vi fu un terremoto devastante di M. 6.5 o 7, che colpì Irpinia,
                             Beneventano, Maiella
                              (Foto di Ezio Sarcinella)
COSTA IONICA DI TORRE SQUILLACE
Massi depositati da onde di tsunami che colpì il Salento nel sec. XV
(Foto di Ezio Sarcinella)

PREVENZIONE: SISTEM I DI ALLARME TSUNAM I E M ISURAZIONE DELL'ENERGIA IN HERZ
SEGUENDO LA TEORIA DELLA GEODINAM ICA RISPONDENTE AL MODELLO DELLE CELLE
GEOMORFOLOGICHE ELABORATO DA MARISA GRANDE.
TEORIA DELLE “CELLE GEOMORFOLOGICHE” PRESENTATA DA

MARISA GRANDE ALLA CONFERENZA NAZIONALE di “GEOMITOLOGIA” 2010

   DELL' ISPRA (ISTITUTO SUPERIORE PER LA RICERCA AMBIENTALE)

                             Configurazione del territorio secondo celle
                             geomorfologiche circolari, modulari e frattali.
                             Interazione delle celle su precisi modelli geometrici
                             riferibile alla simbologia della geometria sacra.

                             I centri corrispondono a luoghi di forte conduzione
                             magnetica di flussi provenienti dall'interno della terra.
                             Le circonferenze concentriche rappresentano le aree a
                             maggiore rischio di manifestazioni geodinamiche,
                             tettoniche e sismiche, essendo composte da minerali a
                             minore conduzione magnetica, più friabili e rinnovabili
                             attraverso le faglie periferiche.

                             PREVENZIONE storica: gli antichi geomanti
                             impiegavano megaliti e metalli a buona conduzione
                             magnetica per modulare i flussi dell'elettromagnetismo,
                             causa di fenomeni distruttivi.

                             PREVENZIONE ATTUALE POSSIBILE:
                             Impiego di trasformatori di armoniche e di accumulatori
                             di energia.
LINEE DI FAGLIA CHE SOLCANO LA PENISOLA SALENTINA
                                       - FAGLIE NNW-SSE
     Una serie di faglie, prevalentemente di contatto e scorrenti, solcano la penisola con
                   andamento parallelo alla direzione delle Murge Salentine.
  La loro direzione è tale da poterle collegare in gruppi convergenti in punti, come quello di
  Santa Cesarea Terme, nel quale convergono tanto un gruppo di faglie terresti (Monteroni-
  Martano, Serra di Martignano,Serra di Monte Vergine, Melendugno, Cerfignano) quanto un
                          gruppo di faglie marine del Canale d'Otranto.
    Pertanto le aree interessate dalle faglie, ma soprattutto quelle comprese nelle aree di
            collegamento tra loro, possono ritenersi a “ rischio tettonico e simico”
PREVENZIONE: monitorare con test in herz (così come fa Stefano delle Rose) l'attività
vibrazionale che interessa i centri di celle geomorfologiche circolari che configurano il Salento
                             (secondo il modello di Marisa Grande)
PUGLIA:CARTINA DELLE FAGLIE ORIZZONTALI TRASCORRENTI         DELLA PLACCA SUD-ADRIATICA, COMPRESA
TRA LA FOSSA BRADANICA (FRONTE DELLA CATENA APPENNINICA) AD OVEST E IL FRONTE DELLA CATENA
DINARICA AD EST.
L'ATTIVITA' E LA MANIFESTAZIONE GEODINAMICA DELLE FAGLIE E' CORRELATA ALLA QUANTITA' DI ENERGIA
EMESSA DAI CENTRI DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE CHE SI ESPANDONO E CHE INTERAGISCONO TRA LORO
COME TUTTI I SISTEMI COMPLESSI IN STATO DI EQUILIBRIO DINAMICO-PRECARIO

Recenti aggiornamenti degli studi condotti da MANTOVANI et Alii (2010) hanno elaborato dati basati sulla TEORIA
DETERMINISTICA, che stabilisce correlazioni tra movimenti sismici distanti tra loro, individuando i precursori
ricorrenti in alcune aree ad alto rischio sismico.
PREVISIONE E PREVENZIONE: Comparazione di dati basati sulle teorie:
-TETTONICA A ZOLLE
-DETERMINISTICA
-STATISTICA
-CELLE GEOMORFOLOGICHE
CELLE GEOMORFOLOGICHE DELL'ALTA PUGLIA
CELLE GEOMORFOLOGICHE E
CELLE GEODETICHE DI ORIGINE MEGALITICA DEL
                SALENTO
SUD SALENTO: CARTINA LITOLOGICA
configurazione del territorio secondo centri di espansione energetica che creano celle
geomorfologiche circolari interagenti tra loro.
 I centri corrispondono a luoghi di forte conduzione magnetica, le cui onde
di flusso erano rese coerenti anche con l'apporto delle specchie megalitiche.
Le circonferenze concentriche, imbrigliate in una rete “a tela di ragno” di menhir e dolmen,
rappresentano le aree a maggiore rischio di manifestazioni geodinamiche, tettoniche e
sismiche, essendo composte da minerali a minore conduzione magnetica, più friabili e
rinnovabili attraverso le faglie.
IL MODELLO MODULARE DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE CIRCOLARI di
                                     MARISA GRANDE
                             conferma la collocazione della
                  SORGENTE DEL TERREMOTO DEL 20 FEBBRAIO 1743,
ipotizzata con modelli matematici e simulazioni numeriche nello “Studio preliminare” delle
                        Università di Bologna, Bari e del Salento,
                                       presentato al
              26° Convegno Nazionale GNGTS, Roma- 13-15 novembre 2007.
IL MODELLO MODULARE DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE CIRCOLARI di
                             MARISA GRANDE
   CONFERMA LA COLLOCAZIONE DELLE SORGENTI DEI TERREMOTI IN PUGLIA
                   del 1627, del 1731, del 1889, del 1743
ipotizzata, con modelli matematici e simulazioni numeriche, nello “Studio preliminare” delle
  Università di Bologna, Bari e del Salento, presentato al 26° Convegno Nazionale GNGTS,
                                Roma- 13-15 novembre 2007.
IL MODELLO MODULARE E FRATTALE DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE
                   CIRCOLARI E A “TELA DI RAGNO” di
                             MARISA GRANDE
   CONFERMA LA COLLOCAZIONE DELLE SORGENTI DEI TERREMOTI IN PUGLIA
                   del 1627, del 1731, del 1889, del 1743
ipotizzata, con modelli matematici e simulazioni numeriche, nello “Studio preliminare” delle
 Università di Bologna, Bari e del Salento, presentato al 26° Convegno Nazionale GNGTS,
                                Roma- 13-15 novembre 2007.
ATTIVITA' DI PREVENZIONE DELL'ASSOCIAZIONE
                     “SPORT&TOUR”:
 MONITORARE, CON TEST IN HERZ, I CENTRI DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE CHE
   INTERAGISCONO CON LA LORO ENERGIA IN ESPANSIONE SUL TERRITORIO DA
     SALVAGUARARE, UTILIZZANDO IL MODELLO MODULARE DELLE CELLE
GEOMORFOLOGICHE CIRCOLARI AD “ARMONICA SEI”, CHE INDICA LA DINAMICA DI
  CIRCOLAZIONE DELL'ENERGIA SISMICA ALLE DIVERSE SCALE GEOGRAFICHE.
COMPARAZIONE IN AREA MEDITERRANEA -SU CARTINE SISMICHE INGV- TRA LA TEORIA
DELLA TETTONICA A ZOLLE e la TEORIA DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE

Il modello ad “armonica sei” , che indica la dinamica con la quale si sviluppano i terremoti
SECONDO LA TEORIA DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE coincide con la TEORIA DELLA
TETTONICA A ZOLLE, in quanto le faglie si collocano nelle aree periferiche delle celle, anche
alle diverse scale dimensionali.
COMPARAZIONE IN AREA EUROASIATICA
                                -SU CARTINE SISMICHE INGV-
                     TRA LA TEORIA DELLA TETTONICA A ZOLLE e la
                       TEORIA DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE
Il modello ad “armonica sei” , che indica la dinamica con la quale si sviluppano i terremoti
                SECONDO LA TEORIA DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE
                   coincide con la TEORIA DELLA TETTONICA A ZOLLE
              in quanto le faglie si collocano nelle aree periferiche delle celle
                               alle diverse scale dimensionali.
COMPARAZIONE IN AREA MONDIALE SU CARTINE SISMICHE INGV- TRA LA TEORIA DELLA
TETTONICA A ZOLLE e la TEORIA DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE

Il modello ad “armonica sei” , che indica la dinamica con la quale si sviluppano i terremoti
SECONDO LA TEORIA DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE coincide con la TEORIA DELLA
TETTONICA A ZOLLE, in quanto le faglie si collocano nelle aree periferiche delle celle alle
diverse scale dimensionali.
IL MODELLO, APPLICATO ALLA “CINTURA DI FUOCO” DEL PACIFICO GIUSTIFICA ANCHE I
PIU' FORTI TERREMOTI DI QUESTI ULTIMI ANNI, COMPRESI GLI TSUNAMI IN INDONESIA
NEL 2004 E IN GIAPPONE NEL 2011.
COMPARAZIONE IN AREA MONDIALE SU CARTINE SISMICHE INGV- TRA LA TEORIA DELLA
TETTONICA A ZOLLE e la TEORIA DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE

Il modello ad “armonica sei” e a ”tela di ragno”, che indica la dinamica con la quale si
sviluppano i terremoti SECONDO LA TEORIA DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE coincide
con la TEORIA DELLA TETTONICA A ZOLLE, in quanto le faglie si collocano nelle aree
periferiche delle celle, anche alle diverse scale dimensionali.

PREVENZIONE: MONITORAGGIO DELLE AREE SORGENTI DELL'ENERGIA SISMICA, COME I CENTRI DELLE
CELLE GEOMORFOLOGICHE COLLOCATI SULLA DORSALE ATLANTICA (CON RILEVAZIONE IN HERZ)
DALLA CUI ESPANSIONE DERIVANO TERREMOTI E VULCANISMO.
Marisa Grande - Geodinamiche e rischi del territorio salentino

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Marisa Grande - Geodinamiche e rischi del territorio salentino

  • 1.
  • 2. TEORIA DELLA TETTONICA A ZOLLE ALFRED WEGENER (nel 1912) e JOHN T. WILSON (nel 1963 “ La deriva dei continenti” ) Il Salento è parte integrante del sistema complesso delle placche litiche della Terra, che, secondo la teoria della “TETTONICA A ZOLLE”, elaborata da WEGENER nel 1912 e completata da WILSON nel 1963, si spostano con una velocità' di 2 - 10 cm. l'anno. Il loro moto varia da DISTENSIVO a COMPRESSIVO, a TRASCORRENTE. Ne conseguono movimenti tettonici, sismici, orogenetici, vulcanici, franosi di superficie e sottomarini, i quali provocano terremoti, tsunami, frane, faglie, eruzioni vulcaniche. Sono tutti fenomeni naturali che derivano dall'attività del pianeta, ma che si rivelano distruttivi quando coinvolgono l'ambiente organizzato dagli esseri viventi che lo abitano, insediati spesso proprio nei luoghi ad alto rischio .
  • 3. GEO-DINAMICA DELLE ZOLLE LA COMPRESSIONE DELLA ZOLLA AFRICANA VERSO LA ZOLLA EUROPEA. La ZOLLA AFRICANA, nella sua deriva verso nord, comprime la ZOLLA EUROASIATICA . La ZOLLA ADRIATICA, un tempo appartenuta alla ZOLLA AFRICANA, insinuandosi nella zolla europea, fu causa dell'orogenesi delle Catene delle Alpi e degli Appennini.
  • 4. COMPORTAMENTO CINEMATICO DELLA ZOLLA ADRIATICA TARDO MIOCENE (6-7 MILIONI DI ANNI FA): - Distacco della Zolla Adriatica, propaggine nord della Zolla Africana, per la compressione esercitata verso ovest dall'Arabia contro il sistema anatolico-egeo. - Inversione del moto di rotazione della zolla adriatica: da antioraria ad oraria, con polo collocato nel Bacino Pannonico settentrionale. Da 2 MILIONI DI ANNI : moto antiorario della Zolla Adriatica, con polo nel mar Ligure, a causa della sutura della sua subduzione al di sotto della Catena Appenninica. .
  • 5. INTERAZIONE GEODINAMICA DELLE ZOLLE: AFRICANA, EUROPEA E ADRIATICA La Zolla Africana e la Zolla Adriatica comprimono la Zolla Europea, creando vasti fronti di subduzione, dove si verificano frequenti terremoti. La Puglia appartiene per intero alla zolla adriatica e per questo , secondo la teoria della tettonica a zolle risulta essere un territorio stabile e quindi a basso rischio sismico.
  • 6. ITALIA: MAPPE INGV PERICOLOSITA' SISMICA Nella mappa INGV il grado di pericolosità sismica della penisola pugliese risulta bassissimo. Ciò deriva dalla sua appartenenza alla ZOLLA ADRIATICA, che segue una dinamica di movimento indipendente dal resto della penisola italica, appartenente alla ZOLLA EUROPEA.
  • 7. CARTINA LITOLOGICA DELL'ITALIA: la Puglia appartiene alla placca adriatica ed è separata dall'Italia per mezzo della Fossa Bradanica. CARTINA DELLA PLACCA ADRIATICA MERIDIONALE SOLCATA DA FAGLIE ORIZZONTALI: La placca adriatica è spinta verso nord dalla placca africana, a cui un tempo è appartenuta. La sua azione corrisponde ad un moto di compressione sui due fronti Appenninico e Dinarico. La Puglia si estende dalla Faglia delle Tremiti (a nord) e la Faglia Sud-Salentina (a sud). Il Salento si estende tra la Faglia Nord Salentina e la faglia Sud Salentina.
  • 8. SALENTO: EVOLUZIONE GEOLOGICA E MOVIMENTI TETTONICI E SISMICI La penisola salentina ha subito molte trasformazioni durante le ere geologiche passate. Secondo gli studi di M. Tozzi et alii (1998), nel Tardo Miocene, quando la Placca Adriatica si staccò dalla Placca Africana e invertì la sua rotazione in senso orario, la penisola salentina subì un movimento obliquo in rotazione di 25 gradi, che la separò dalle Murge con una frattura compresa tra il Golfo di Taranto e il porto di Brindisi, al livello delle Faglia Nord-Salento, che assunse caratteristiche di dorsale. Il Salento ha attraversato anche fasi in cui era un arcipelago costituito da isole corrispondenti alle sue Serre, con caratteristiche carsiche . I depositi marini terrazzati, non permeabili, fino alla fine del Pleistocene costituivano il fondo marino di acque poco profonde, come indicano molte paleo-coste interne al territorio. Il terremoto di M. 3.1 della scala Richter del 27 giugno 2011 nel Canale dì Otranto indica che all'interno della geodinamica che interessa il contesto tettonico cui appartiene, il Salento non è comunque esente da movimenti tettonici e sismici, che interessano soprattutto il fondale marino.
  • 9. SALENTO: FENOMENI CARSICI La penisola salentina è interessata dal fenomeno del carsismo poiché le rocce calcarenitiche si sgretolano e si sciolgono sotto l'azione dell'acqua, creando grotte e voragini ai limiti dei depositi marini terrazzati, come quella aperta solo qualche anno fa in un terreno agricolo coltivato di Surano. PREVENZIONE : individuare luoghi a rischio carsico per prevenire crolli improvvisi di aree abitate o di terreni agricoli frequentati.
  • 10. FENOMENI CARSICI Inghiottitoi , detti “vore”, assorbono le acque meteoriche o quelle dei solchi idrici di superficie che scorrono sui depositi marini terrazzati, i quali fino alla fine del Pleistocene costituivano il fondo marino di acque poco profonde, che separavano le rocce carsiche delle Serre o Murge Salentine. PREVENZIONE: apporre avvisi di non frequenza delle grotte di smaltimento acque meteoriche nei periodi di piogge intense.
  • 11. FENOMENI DI ALLAGAMENTO Interessano le aree della penisola salentina in cui la superficie è composta dai depositi marini terrazzati pleistocenici, che per la loro scarsa permeabilità non assorbono le acque meteoriche.
  • 12. FENOMENI DI ALLAGAMENTO Interessano le aree della Penisola Salentina la cui superficie è composta dai depositi marini terrazzati pleistocenici, che per la loro natura di scarsa permeabilità non assorbono le acque meteoriche. I solchi artificiali che incanalano le acque verso le vore trovano spesso impedimento allo smaltimento delle acque, poiché gli inghiottitoi naturali vengono ostruiti dai detriti o dai rifiuti. PREVENZIONE: controllare l'efficienza delle vore di smaltimento delle acque per prevenirne l'ostruzione.
  • 13. FENOMENI DI CROLLI COSTIERI L'attività carsica costiera, congiunta con l'azione marina ed eolica, provocano l'erosione delle rocce costiere e i crolli in mare di massi lungo le coste a falesia. PREVENZIONE: controllo delle coste e recinzione delle aree a rischio.
  • 14. MOVIMENTI RECENTI E PASSATI - 7 ottobre 2007: frana in mare sulla costa adriatica di Torre Ruggeri. - Area costiera ionica di Nardò: mesopiega, fenomeno paleo- geologico di deformazione duttile dovuto a compressione per movimenti orizzontali e obliqui.
  • 15. FENOMENI STORICI DISTRUTTIVI TRA IL SEC.XV E IL SEC.XVIII: 3 TSUNAM I - Gli studi condotti dai geologi MASTRONUZZI & SANSO' (2000-2004) e Alii (2007) dimostrano che la costa pugliese è stata investita da tre tsunami nel periodo compreso tra il sec. XV e il sec. XVIII. GARGANO: 1627. SALENTO: 1456 - 1743 - Nel SALENTO vi sono tracce visibili nei grossi massi di calcareniti pleistoceniche depositati sulla costa sulla costa ionica di TORRE SQUILLACE (terremoto con tsunami nel 1456 ?) e sulla costa adriatica di TORRE SANT'EMILIANO (terremoto con tsunami nel 1743).
  • 16. COSTA ADRIATICA, TORRE SANT'EMILIANO: onde alte fino a 11 metri il 20 febbraio 1743 trasportarono massi pesanti fino a 80 tonnellate. (Escursione SpeloTrekkingSalento in foto di Ezio Sarcinella)
  • 17. COSTA ADRIATICA, TORRE SANT'EMILIANO 1743: onde alte anche fino a 11 metri trasportarono massi pesanti fino a 80 tonnellate. (Foto di Ezio Sarcinella)
  • 18. COSTA IONICA DI TORRE SQUILLACE colpita dal maremoto del 1456 (?) Nello stesso anno vi fu un terremoto devastante di M. 6.5 o 7, che colpì Irpinia, Beneventano, Maiella (Foto di Ezio Sarcinella)
  • 19. COSTA IONICA DI TORRE SQUILLACE Massi depositati da onde di tsunami che colpì il Salento nel sec. XV (Foto di Ezio Sarcinella) PREVENZIONE: SISTEM I DI ALLARME TSUNAM I E M ISURAZIONE DELL'ENERGIA IN HERZ SEGUENDO LA TEORIA DELLA GEODINAM ICA RISPONDENTE AL MODELLO DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE ELABORATO DA MARISA GRANDE.
  • 20. TEORIA DELLE “CELLE GEOMORFOLOGICHE” PRESENTATA DA MARISA GRANDE ALLA CONFERENZA NAZIONALE di “GEOMITOLOGIA” 2010 DELL' ISPRA (ISTITUTO SUPERIORE PER LA RICERCA AMBIENTALE) Configurazione del territorio secondo celle geomorfologiche circolari, modulari e frattali. Interazione delle celle su precisi modelli geometrici riferibile alla simbologia della geometria sacra. I centri corrispondono a luoghi di forte conduzione magnetica di flussi provenienti dall'interno della terra. Le circonferenze concentriche rappresentano le aree a maggiore rischio di manifestazioni geodinamiche, tettoniche e sismiche, essendo composte da minerali a minore conduzione magnetica, più friabili e rinnovabili attraverso le faglie periferiche. PREVENZIONE storica: gli antichi geomanti impiegavano megaliti e metalli a buona conduzione magnetica per modulare i flussi dell'elettromagnetismo, causa di fenomeni distruttivi. PREVENZIONE ATTUALE POSSIBILE: Impiego di trasformatori di armoniche e di accumulatori di energia.
  • 21. LINEE DI FAGLIA CHE SOLCANO LA PENISOLA SALENTINA - FAGLIE NNW-SSE Una serie di faglie, prevalentemente di contatto e scorrenti, solcano la penisola con andamento parallelo alla direzione delle Murge Salentine. La loro direzione è tale da poterle collegare in gruppi convergenti in punti, come quello di Santa Cesarea Terme, nel quale convergono tanto un gruppo di faglie terresti (Monteroni- Martano, Serra di Martignano,Serra di Monte Vergine, Melendugno, Cerfignano) quanto un gruppo di faglie marine del Canale d'Otranto. Pertanto le aree interessate dalle faglie, ma soprattutto quelle comprese nelle aree di collegamento tra loro, possono ritenersi a “ rischio tettonico e simico” PREVENZIONE: monitorare con test in herz (così come fa Stefano delle Rose) l'attività vibrazionale che interessa i centri di celle geomorfologiche circolari che configurano il Salento (secondo il modello di Marisa Grande)
  • 22. PUGLIA:CARTINA DELLE FAGLIE ORIZZONTALI TRASCORRENTI DELLA PLACCA SUD-ADRIATICA, COMPRESA TRA LA FOSSA BRADANICA (FRONTE DELLA CATENA APPENNINICA) AD OVEST E IL FRONTE DELLA CATENA DINARICA AD EST. L'ATTIVITA' E LA MANIFESTAZIONE GEODINAMICA DELLE FAGLIE E' CORRELATA ALLA QUANTITA' DI ENERGIA EMESSA DAI CENTRI DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE CHE SI ESPANDONO E CHE INTERAGISCONO TRA LORO COME TUTTI I SISTEMI COMPLESSI IN STATO DI EQUILIBRIO DINAMICO-PRECARIO Recenti aggiornamenti degli studi condotti da MANTOVANI et Alii (2010) hanno elaborato dati basati sulla TEORIA DETERMINISTICA, che stabilisce correlazioni tra movimenti sismici distanti tra loro, individuando i precursori ricorrenti in alcune aree ad alto rischio sismico. PREVISIONE E PREVENZIONE: Comparazione di dati basati sulle teorie: -TETTONICA A ZOLLE -DETERMINISTICA -STATISTICA -CELLE GEOMORFOLOGICHE
  • 24. CELLE GEOMORFOLOGICHE E CELLE GEODETICHE DI ORIGINE MEGALITICA DEL SALENTO
  • 25. SUD SALENTO: CARTINA LITOLOGICA configurazione del territorio secondo centri di espansione energetica che creano celle geomorfologiche circolari interagenti tra loro. I centri corrispondono a luoghi di forte conduzione magnetica, le cui onde di flusso erano rese coerenti anche con l'apporto delle specchie megalitiche. Le circonferenze concentriche, imbrigliate in una rete “a tela di ragno” di menhir e dolmen, rappresentano le aree a maggiore rischio di manifestazioni geodinamiche, tettoniche e sismiche, essendo composte da minerali a minore conduzione magnetica, più friabili e rinnovabili attraverso le faglie.
  • 26. IL MODELLO MODULARE DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE CIRCOLARI di MARISA GRANDE conferma la collocazione della SORGENTE DEL TERREMOTO DEL 20 FEBBRAIO 1743, ipotizzata con modelli matematici e simulazioni numeriche nello “Studio preliminare” delle Università di Bologna, Bari e del Salento, presentato al 26° Convegno Nazionale GNGTS, Roma- 13-15 novembre 2007.
  • 27. IL MODELLO MODULARE DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE CIRCOLARI di MARISA GRANDE CONFERMA LA COLLOCAZIONE DELLE SORGENTI DEI TERREMOTI IN PUGLIA del 1627, del 1731, del 1889, del 1743 ipotizzata, con modelli matematici e simulazioni numeriche, nello “Studio preliminare” delle Università di Bologna, Bari e del Salento, presentato al 26° Convegno Nazionale GNGTS, Roma- 13-15 novembre 2007.
  • 28. IL MODELLO MODULARE E FRATTALE DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE CIRCOLARI E A “TELA DI RAGNO” di MARISA GRANDE CONFERMA LA COLLOCAZIONE DELLE SORGENTI DEI TERREMOTI IN PUGLIA del 1627, del 1731, del 1889, del 1743 ipotizzata, con modelli matematici e simulazioni numeriche, nello “Studio preliminare” delle Università di Bologna, Bari e del Salento, presentato al 26° Convegno Nazionale GNGTS, Roma- 13-15 novembre 2007.
  • 29. ATTIVITA' DI PREVENZIONE DELL'ASSOCIAZIONE “SPORT&TOUR”: MONITORARE, CON TEST IN HERZ, I CENTRI DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE CHE INTERAGISCONO CON LA LORO ENERGIA IN ESPANSIONE SUL TERRITORIO DA SALVAGUARARE, UTILIZZANDO IL MODELLO MODULARE DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE CIRCOLARI AD “ARMONICA SEI”, CHE INDICA LA DINAMICA DI CIRCOLAZIONE DELL'ENERGIA SISMICA ALLE DIVERSE SCALE GEOGRAFICHE.
  • 30. COMPARAZIONE IN AREA MEDITERRANEA -SU CARTINE SISMICHE INGV- TRA LA TEORIA DELLA TETTONICA A ZOLLE e la TEORIA DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE Il modello ad “armonica sei” , che indica la dinamica con la quale si sviluppano i terremoti SECONDO LA TEORIA DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE coincide con la TEORIA DELLA TETTONICA A ZOLLE, in quanto le faglie si collocano nelle aree periferiche delle celle, anche alle diverse scale dimensionali.
  • 31. COMPARAZIONE IN AREA EUROASIATICA -SU CARTINE SISMICHE INGV- TRA LA TEORIA DELLA TETTONICA A ZOLLE e la TEORIA DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE Il modello ad “armonica sei” , che indica la dinamica con la quale si sviluppano i terremoti SECONDO LA TEORIA DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE coincide con la TEORIA DELLA TETTONICA A ZOLLE in quanto le faglie si collocano nelle aree periferiche delle celle alle diverse scale dimensionali.
  • 32. COMPARAZIONE IN AREA MONDIALE SU CARTINE SISMICHE INGV- TRA LA TEORIA DELLA TETTONICA A ZOLLE e la TEORIA DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE Il modello ad “armonica sei” , che indica la dinamica con la quale si sviluppano i terremoti SECONDO LA TEORIA DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE coincide con la TEORIA DELLA TETTONICA A ZOLLE, in quanto le faglie si collocano nelle aree periferiche delle celle alle diverse scale dimensionali. IL MODELLO, APPLICATO ALLA “CINTURA DI FUOCO” DEL PACIFICO GIUSTIFICA ANCHE I PIU' FORTI TERREMOTI DI QUESTI ULTIMI ANNI, COMPRESI GLI TSUNAMI IN INDONESIA NEL 2004 E IN GIAPPONE NEL 2011.
  • 33. COMPARAZIONE IN AREA MONDIALE SU CARTINE SISMICHE INGV- TRA LA TEORIA DELLA TETTONICA A ZOLLE e la TEORIA DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE Il modello ad “armonica sei” e a ”tela di ragno”, che indica la dinamica con la quale si sviluppano i terremoti SECONDO LA TEORIA DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE coincide con la TEORIA DELLA TETTONICA A ZOLLE, in quanto le faglie si collocano nelle aree periferiche delle celle, anche alle diverse scale dimensionali. PREVENZIONE: MONITORAGGIO DELLE AREE SORGENTI DELL'ENERGIA SISMICA, COME I CENTRI DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE COLLOCATI SULLA DORSALE ATLANTICA (CON RILEVAZIONE IN HERZ) DALLA CUI ESPANSIONE DERIVANO TERREMOTI E VULCANISMO.