2. Semplificare un testo letterario
Storia della collana Parimenti
La scelta del testo, spesso non l’originale, ma un
testo già ridotto
La lettura della struttura del testo (ordine del
racconto, anticipazione dei personaggi,
presentazioni, titoli…)
L’accessibilità delle frasi e delle parole
3.
4. Semplificare Dracula
1 diario di Jonathan Harker - maggio
2 diario di Jonathan Harker - maggio
3 diario di Jonathan Harker - giugno
4 diario di Jonathan Harker - giugno
5 diario di Jonathan Harker -
luglio/agosto
6 diario di Mina Murray - agosto
7 diario di Mina Murray - agosto
8 diario di John Seward - settembre
9 diario di John Seward - settembre
10 diario di John Seward - settembre
11 diario di Mina Murray – settembre
12 diario di Mina Murray - settembre
13 diario di John Seward - settembre
14 diario di John Seward - settembre
15 diario di John Seward - settembre
16 diario di John Seward - ottobre
17 diario di John Seward - ottobre
18 diario di John Seward - ottobre
19 diario di John Seward - ottobre
20 resoconto Van Helsing - novembre
21 diario di Mina Murray – novembre
5. Semplificare Dracula
Dal diario di Jonathan Harker
(maggio-giugno)
Dal diario di Mina Murray
(agosto)
Dal diario del dottor John Seward
(settembre –ottobre)
La fine di Dracula
(dal diario di Mina Murray)
6.
7. Semplificare Il mio Afghanistan
INDICE
Prefazione dell’Editore 7
Il viaggio
Ricordi 11
Riflessioni
Il mio Afghanistan 39
Talebani 45
Azara e pashtun 47
La religione dei padri 51
Riflessioni prima del ritorno 57
Il ritorno
Genitori 63
Ancora in viaggio 67
• Rendersi conto delle varie parti e
delle proporzioni
• Individuare i nuclei più importanti,
più riusciti
• Tagliare le parti a cui si può
rinunciare
• Ricostruire la storia
• Raggiungere le battute cui si punto
ripassando più volte il testo
• Modificare la frasi e le parole
difficili rimasti (più volte)
• Confronto con un collega
8.
9.
10. Il rifiuto
Quando m'imbatto in una bella ragazza e la prego: «Sii gentile, vieni con
me» e lei mi passa dinanzi muta, intende dire:
«Non sei un duca dal nome altisonante, né un massiccio americano con
la corporatura indiana, gli occhi dritti, la pelle massaggiata dall'aria dei
prati e dei fiumi che li traversano, tu non hai percorso i grandi laghi, di
cui ignoro persino l'ubicazione. Quindi, perché dovrei venire con te io,
che sono una bella ragazza?».
«Dimentichi che non percorri la strada dondolando con grossi sobbalzi in
un'automobile, non vedo neppure i signori della tua corte, stretti nei loro
abiti, seguirti formando un semicerchio esatto e mormorando benedizioni
su di te; il tuo seno è ben sistemato nel corsetto, ma le tue gambe e i
fianchi si prendono la rivincita per quella continenza; indossi un abito di
taffetà a pieghe, come piaceva a tutti noi lo scorso autunno, eppure
sorridi — con questo pericolo mortale in corpo — ogni tanto».
«Lo so, abbiamo ragione entrambi e per non restare convinti in maniera
irrefutabile, ciascuno di noi — non ti pare? dovrà tornarsene a casa da
solo».
Franz Kafka, tratto dal volume di racconti “Contemplazioni” del 1913