Sexting & Cyberbullismo sono stati gli argomenti principali del corso di due giorni a Lecce con la Dott.ssa Roberta Bruzzone psicologa forense e criminologa.
"Oltre gli stereotipi di Genere - verso nuove relazioni di diagnosi e cura", quaderno ad uso delle professioni di cura ideato dall'assessora alle Pari Opportunità del Comune di Ferrara e realizzato con il contributo delle realtà sanitarie, istituzionali e associative del territorio
Sexting & Cyberbullismo sono stati gli argomenti principali del corso di due giorni a Lecce con la Dott.ssa Roberta Bruzzone psicologa forense e criminologa.
"Oltre gli stereotipi di Genere - verso nuove relazioni di diagnosi e cura", quaderno ad uso delle professioni di cura ideato dall'assessora alle Pari Opportunità del Comune di Ferrara e realizzato con il contributo delle realtà sanitarie, istituzionali e associative del territorio
Ogni anno, in Italia, più di 120 donne vengono uccise da uomini che conoscevano e che spesso dicevano di amarle. Per definire queste morti oggi si parla di femminicidio; nel 2013 è stata approvata una legge nazionale che porta questo nome. Ma quanto il quadro normativo italiano è efficace nel contrastare il fenomeno? Come ha risposto il nostro legislatore ai numerosi obblighi imposti a livello internazionale?
Giunto alla VII edizione, ha coinvolto, lo scorso anno, 1000 scuole. Il “Joyce” aderisce per la prima volta con due classi seconde (A e E) del Liceo delle Scienze Umane.
La proposta educativa Unicef, “L’albero dei diritti”, sostenuta dal MIUR, comprende percorsi sull’inclusione e sulle pari opportunità di bambini e adolescenti.
La violenza di genere non ha passaporto, non ha residenza, né fede religiosa: la violenza contro le donne è una manifestazione delle relazioni di potere storicamente disuguali tra uomini e donne e produce danni e sofferenze fisiche, sessuali e/o psicologiche, ivi compresa la minaccia di tali atti, la coercizione e la privazione arbitraria di qualunque forma di libertà, fino ad arrivare al furto irreparabile della vita stessa.
It is current prevailing situation in different places of Nepal. People have blind faith on this issue in present context of Nepal because of lack of understandings and education.
Slides della lezione "Le donne e la politica in Sudamerica". Università degli Studi di Padova (Italia), Corso di aggiornamento professionale (2011/2012), Studi Latinoamericani. 20/10/2012. Lic. Leticia Carro Zanella
Ogni anno, in Italia, più di 120 donne vengono uccise da uomini che conoscevano e che spesso dicevano di amarle. Per definire queste morti oggi si parla di femminicidio; nel 2013 è stata approvata una legge nazionale che porta questo nome. Ma quanto il quadro normativo italiano è efficace nel contrastare il fenomeno? Come ha risposto il nostro legislatore ai numerosi obblighi imposti a livello internazionale?
Giunto alla VII edizione, ha coinvolto, lo scorso anno, 1000 scuole. Il “Joyce” aderisce per la prima volta con due classi seconde (A e E) del Liceo delle Scienze Umane.
La proposta educativa Unicef, “L’albero dei diritti”, sostenuta dal MIUR, comprende percorsi sull’inclusione e sulle pari opportunità di bambini e adolescenti.
La violenza di genere non ha passaporto, non ha residenza, né fede religiosa: la violenza contro le donne è una manifestazione delle relazioni di potere storicamente disuguali tra uomini e donne e produce danni e sofferenze fisiche, sessuali e/o psicologiche, ivi compresa la minaccia di tali atti, la coercizione e la privazione arbitraria di qualunque forma di libertà, fino ad arrivare al furto irreparabile della vita stessa.
It is current prevailing situation in different places of Nepal. People have blind faith on this issue in present context of Nepal because of lack of understandings and education.
Slides della lezione "Le donne e la politica in Sudamerica". Università degli Studi di Padova (Italia), Corso di aggiornamento professionale (2011/2012), Studi Latinoamericani. 20/10/2012. Lic. Leticia Carro Zanella
A dieci anno dall'inizio del mandato di Hugo Chávez, uscito vincitore dal referendum costituzionale del 14 febbraio scorso, a che punto sono i diritti delle donne e la lotta per l'emancipazione.
“La rivoluzione deve attuarsi sia in piazza che dentro casa”. Questo il motto delle donne femministe argentine negli anni '70. E' lo stesso motto che riprende oggi Maria Santini, la coordinatrice della prima ‘Casa Abrigo’ costruita in Venezuela. In spagnolo ‘Abrigo’ significa letteralmente casa ‘riparo’ o ‘cappotto’. Le donne che subiscono la violenza domestica lì trovano rifugio. Lì viene data loro la possibilità di costruirsi una nuova vita lontana dal marito.
Lezione_Movimenti femminili, diritti, partiti politici e donne al potere in A...leticiaczanella
Lezione: "Movimenti femminili, diritti, partiti politici e donne al potere in America Latina". Corso di aggiornamento professionale in Studi Latinoamericani e dei Caraibi. Università degli Studi di Padova. A.A. 2013/2014
Dott.ssa Leticia Carro Zanella
Lezione "Movimenti femminili, diritti, partiti politici e donne al potere in ...leticiaczanella
Venerdì 29 aprile 2016 ore 15.00, presso l’Aula Comune di Via del Santo, 28. Università degli Studi di Padova. “Movimenti femminili, diritti, partiti politici e donne al potere in America Latina”. Dott.ssa. Leticia Carro Zanella
Il mio contributo nasce dall’osservazione di quanto accade in Italia con metodo scientifico.
Ringrazio Istituto Piepoli-Common Grounds- Iassp per aver messo a disposizione materiale di ricerca utile a tal fine
Dall’ultimo rapporto Svimez il Sud è a rischio desertificazione umana e industriale, dove si continua a emigrare (116mila abitanti nel solo 2013), non fare figli (continuano nel 2013 a esserci più morti che nati), impoverirsi (+40% di famiglie povere nell’ultimo anno) perché manca il lavoro (al Sud perso l’80% dei posti di lavoro nazionali tra il primo trimestre del 2013 e del 2014)
Le 4 emergenze fondamentali su cui intervenire con 4 categorie di azioni concrete e immediatamente cantierabili sono:
1. Un programma di lotta e prevenzione alla povertà nel Mezzogiorno, che tra il 2013 e 2012 nel Mezzogiorno è passata dal 9,8 al 12,6%.
2. Un programma chiaro e periodicamente monitorabile di azioni di contrasto del lavoro nero e lavoro irregolare soprattutto femminile (Lo Svimez ha parlato di segregazione femminile in posti poco qualificati), che nel Mezzogiorno continua a essere altissimo e rende il Sud l’area meno reattiva agli interventi di contrasto dell’irregolarità. La Calabria a tal proposito guida il gruppo delle regioni con i livelli di irregolarità più alti, con una diffusione che ha superato il 27%
3. Investimenti di rigenerazione urbana e housing sociale con strumenti di finanza agevolata per rispondere all’emergenza casa in Italia: dal 2008 al 2012, sono aumentate del 7% le famiglie in stato di “deprivazione materiale severa”, cioè che non riescono, ad esempio, a pagare l’affitto o il mutuo. La quota di famiglie investite da una condizione di disagio abitativo per problemi economici o di sovraffolamento nel 2004 è stata stimata al 15,5% delle famiglie, corrispondenti, in termini assoluti, a 3,3 milioni. Nel mezzogiorno aumenta l’incidenza del disagio.
4. Programmi di informazione, formazione e sensibilizzazione per rispondere all’emergenza violenza, problema ancora più controverso nel Sud dove nella quasi totalità dei casi le violenze non sono denunciate.
Donne e doppia discriminazione @Isabella ippoliti [Cluster srl]WUD Milan
Questo tema tratta di un argomento che è ancora poco conosciuto e dibattuto nel nostro paese nonostante le tantissime denunce di migliaia di donne e ragazze con disabilità che vivono situazioni di discriminazione, ogni giorno, in ogni aspetto della loro vita, la salute, il lavoro, lo studio, la sessualità e il riconoscimento della propria femminilità. La discriminazione multipla che le donne con disabilità subiscono e vivono quotidianamente è molto difficile da contrastare, perché non dipende solo da stereotipi e pregiudizi culturali ma anche dall’inadeguatezza dei servizi del territorio che a volte sono inaccessibili. Perché siamo abituati a lavorare per settori e per ambiti delimitati non abbiamo una visione sistemica, ogni persona è unica e ha bisogno di un ascolto differente. Questo talk ci vuole far riflettere in modo profondo sul tema della violenza di genere delle donne con disabilità, e sull’enorme sforzo che come prassi e ricerca con l’aiuto delle istituzioni pubbliche del mondo dell’associazionismo va ancora molto presidiato e sviluppato per dare sempre più voce e consapevolezza ad un tema ancora molto poco conosciuto.
La giornata mondiale contro la violenza sulle donne è stata indetta nel 1999 dall’ONU ed ogni anno torna per ricordarci che le donne sono sempre più vittime di maltrattamenti, abusi e violenze.
Ma mai come quest’anno la giornata mondiale contro la violenza sulle donne è cruciale per dire basta a questo fenomeno di cui sentiamo sempre più parlare: non passa giorno in cui non leggiamo sui giornali la parola ‘femminicidio’, il tremendo epilogo di storie che nella maggior parte dei casi nascono proprio da atti di violenza. Solo in Italia, 1 donna su 3 ne è vittima; Si registrano 74.000 stupri all’anno, tra tentati e consumati: questo comporta una media di 200 al giorno; 7 casi di violenza su 10 avvengono fra le mura domestiche per opera del partner o dell’ex partner. Solo l’1% di questi alla fine viene condannato. Si tratta di fenomeni in crescita, che spesso nascono tra le mura di casa e vedono come protagonisti perdono e negazione. “Non lo farà più”, “era molto nervoso”, “è stata colpa mia, lui non voleva farlo”, sono frasi che le donne dicono per ovviare al problema, per non vedere, per convincersi che non si sono sbagliate su quella persona; ma vanno al di là dell’ingenuità e sono spesso dette per cercare di salvare la famiglia, non far sì che i figli si allontanino dal padre perché, dopotutto, è pur sempre il padre. Ma non è così: un uomo che ci ama, e che ama la sua famiglia, non ci mette le mani addosso: ed anche il più piccolo atto di violenza, se riconosciuto, è cruciale al fine di evitare una tragedia.
2. Sul fronte dell’educazione sono stati fatti progressi, benché
lenti ed irregolari, dell’alfabetizzazione delle donne adulte
rispetto agli uomini in tutto il mondo. Ma le donne sono
ancora nettamente in svantaggio: ben due terzi degli
analfabeti nel mondo, 774 milioni, sono donne. Questo
rapporto è rimasto inalterato negli ultimi due decenni e il
divario è presente nella maggior parte delle regioni del
mondo.
Sul fronte del lavoro, le donne sono più occupate degli
uomini, 52% contro 48%. Ma il numero di donne che
occupa posti di potere è sensibilmente inferiore. Sebbene
negli anni le donne siano entrate in settori di lavoro
tradizionalmente a prevalenza maschile, il loro livello di
rappresentanza in impieghi caratterizzati da status, potere e
autorità è significativamente minore rispetto agli uomini. Ci
sono relativamente poche donne tra i legislatori, alti
funzionari e dirigenti.
3.
4. FEMMINISMO
Le statistiche indicano che la violenza contro le donne è un
fenomeno universale e che le forme di violenza sono ad ampio
spettro: fisica, sessuale, psicologica ed economica. Con l’aggravante
che gli episodi di violenza accadono sia in casa che fuori. Il problema
della mutilazione genitale femminile è in diminuzione, ma ancora
drammaticamente presente nei paesi meno sviluppati.
Negli anni, in Italia e in tutto il mondo, è stata costruita un’aura
negativa intorno al termine femminismo, eppure l’accesso alle pari
opportunità per la donna resta una chimera planetaria. E’ il caso,
quindi, di continuare a riflettere, discutere e divulgare le tematiche
inerenti alla condizione della donna. Donna che, oggi, è sfruttata,
sottopagata, discriminata sessualmente e oggetto di stalking. Una
donna che torna dalla maternità sconta una severissima penalità sul
lavoro. La donna subisce violenza, il suo corpo è usato come veicolo
di marketing e come merce di scambio per il potere.
5.
6. CARICO SOCIALE
Il carico sociale è invece in gran parte sulle spalle delle donne, che si
ritrovano a lavorare più degli uomini e contemporaneamente a dover
sopportare la maggior parte delle responsabilità per la casa: la cura dei
bambini e degli altri membri della famiglia.
In tutte le regioni del mondo
le donne spendono almeno il doppio del tempo, rispetto agli uomini, in lavoro
domestico non retribuito. La differenza di ore dedicate alla cura della casa:
in Italia un uomo dedica in media 2 ore al giorno alle faccende domestiche
contro le 6 di una donna, uno scarto che ci colloca come fanalino di coda in
Europa e al livello del Pakistan.
In politica le donne scontano ancor più lo squilibrio tra i sessi, che persiste
in tutto il mondo. Le donne continuano ad essere sottorappresentate nei
parlamenti nazionali, dove in media solo il 17 per cento dei posti è occupato
da donne. Meno di un ministro su cinque e meno di un capo di stato su dieci
è donna.
9. La parità di genere è uno degli Obiettivi di sviluppo del
Millennio. Anche se negli ultimi anni ci sono stati dei
significativi progressi, c’è ancora tanto da fare,
specialmente nei Paesi più poveri del mondo. Ad
esempio in Africa ogni giorno alle donne vengono
sistematicamente negati i loro diritti fondamentali.
VIOLENZA: Abusi sessuali e violenze in generale sono
all’ordine del giorno nei Paesi più poveri dell’Africa. Le
donne subiscono violenza sia in ambiente domestico sia
nella società. In alcuni di questi Paesi il codice civile
non prevede il reato di stupro. La situazione peggiora
nei Paesi che sono martoriati dalla guerra civile o dai
conflitti religiosi.
ISTRUZIONE: È uno degli ambiti dove le
disuguaglianze di genere si manifestano in maniera più
netta Una discriminazione che comincia fin da quando
sono ragazze o bambine. A loro infatti spesso tocca il
compito di restare a casa per aiutare nelle faccende
domestiche. Inoltre in molti casi sono le ragazze a dover
affrontare i lunghi cammini per procurare l’acqua per
tutta la famiglia.
AFRICA
10. AFRICA
LAVORO: spesso le donne non hanno il diritto
di lavorare. Anche quando viene loro
concesso, si tratta sempre di lavori
sottopagati, degradanti, senza diritti, nei quali
si ritrovano a svolgere delle mansioni di
secondo grado. Molte donne nella vita non
hanno altra possibilità che non siano i lavori
domestici.
MORTALITA’ MATERNA: all’Africa
subsahariana spetta un triste primato: quello
della mortalità materna. Qui, su ogni 100mila
nascite, si registrano 510 decessi. In
nessun’altra parte del mondo il problema della
mortalità materna si manifesta in forma così
grave.
Così stanno le cose per quanto riguarda i
diritti delle donne in Africa..
11. CANADA
Donne e ragazze indigene hanno una probabilità decisamente maggiore
rispetto ad altre donne e ragazze canadesi di sperimentare abusi, violenze e
soprusi in genere. Tra il 1997 e il 2000, il tasso di omicidi complessivo per le
donne aborigene è stato del 5,4 per 100.000, rispetto allo 0,8 per 100.000
per le donne non-aborigene: quasi sette volte superiore.
12. CANADA
Secondo le testimonianze delle vittime di violenza domestica e delle Onlus che
lavorano con loro, le donne e le ragazze indigene spesso non ottengono la
protezione offerta dalle politiche nazionali. Le donne che chiamano la polizia
per chiedere aiuto possono trovarsi incolpate per abuso, oppure non vengono
credute poiché trovate sotto l’uso di sostanze stupefacenti o di alcool, fino a
rischiare l’arresto per azioni compiute di legittima difesa.
Tra i loro più elementari diritti umani, le donne e le ragazze hanno il diritto
all’integrità fisica, alla sicurezza della persona e alla libertà dalla tortura e
dai trattamenti crudeli, inumani o degradanti.
Human Rights Watch si è prodigata e ha manifestato la sua più grande volontà
a sostenere le donne indigene vittime di questi soprusi. I casi sproporzionati di
violenza contro le donne e le giovani indigene, così come gli indicatori socio-
economici e il contesto storico che predispongono quelle stesse donne e
ragazze ad essere ad aumentato rischio di abusi da parte della polizia,
richiedono un esame di compimento del governo delle sue funzioni per
affrontare tale discriminazione.
13. MESSICO
La violenza sulle donne in Messico rimane un
problema molto serio, ricordiamo i casi noti
accaduti non solo a Ciudad Juarez, ma anche
in altri stati. Sebbene il Governo messicano
abbia fatto il possibile per combattere la
violenza sulle donne, questi sforzi devono
ancora registrare un impatto ancora maggiore
sul problema. Per voltare pagina
sull’argomento “violenza sulle donne”, il
Messico deve proporre una nuova cultura che
punti al rispetto del sesso femminile
attraverso una campagna di educazione ed
informazione contro la discriminazione
sessuale. Inoltre, è fondamentale che sia tolta
l’impunità a chi commette reati contro le
donne introducendo pene adeguate. Dato che
i problemi si verificano a livello locale, fino a
che il Messico non applicherà la legge
federale contro la violenza sulle donne, i suoi
sforzi saranno inutili.
14. RUSSIA
Le donne in Russia sono sempre state associate ad amore e premura. Questa
immagine dura da secoli, grazie alla loro capacità di lavorare in condizioni di parità con
gli uomini.
Durante le guerre che la Russia ha combattuto nella sua storia, le donne si occupavano
da sole della famiglia, mentre i mariti venivano uccisi sui campi di guerra.
La donna russa è conosciuta come la più ospitale del mondo. Se ti ospita a casa sua, ti
dà da mangiare come se tu non mangiassi da mesi.
15. I russi si trovano raramente a discutere dei diritti delle donne. Gli
uomini ne stanno lontani per ovvie ragioni e le donne temono di
essere tacciate di femminismo, una parola piuttosto dispregiativa nei
costumi russi. Non c’è da sorprendersi, quindi, se il combattere per la
parità dei sessi, nel senso occidentale, non abbia mai attecchito in
Russia. Ma tutto può avere una spiegazione storica.
Prima di tutto, la maggior parte dei russi è attaccata a vecchi valori
patriarcali: secondo una recente indagine dell’Istituto di Sociologia,
due terzi della popolazione propende per una mentalità tradizionale.
In secondo luogo, i diritti delle donne fecero grandi progressi grazie
ai bolscevichi che, per guadagnare consenso, proclamarono
l’uguaglianza dei sessi.
Alcune delle poche garanzie di assistenza sociale provenienti dal
periodo sovietico sono relative alla maternità e alla figura del
bambino. Le donne russe hanno una delle percentuali di congedo
parentale più alta del mondo, di gran lunga superiore a quelle di
Europa e Stati Uniti. Inoltre, il governo russo concede benefici alle
donne madri proprio per frenare il calo demografico.
16. AMERICA LATINA
Nei paesi dell’America Latina è
gravemente radicato il maschilismo, e le
donne, in particolare quelle indigene,
sono continuamente vittime di violazioni
di diritti umani e di efferate violenze.
La condizione della donna è quanto mai
grave in Messico: recentemente è stato
stimato che negli ultimi 24 anni sono
state assassinate in Messico più di
34.000 donne e il numero di quelle
violentate può superare il milione per
anno.
Ogni giorno una donna, una ragazzina
o una bambina non fa ritorno a casa.
17. AMERICA LATINA
Un miliardo di persone nel mondo vivono in
situazione di estrema povertà: 700 milioni sono
donne. È un dato di fatto, eppure queste donne
contribuiscono in modo significativo con il loro
lavoro alla produzione. Nei paesi del Sud, per
esempio, le donne producono il 70% degli
alimenti. Il libero commercio, d'altra parte, ha una
predilezione speciale per il lavoro femminile. Nella
fabbriche tessili, di fatto, le donne rappresentano il
90% del totale della manodopera. La loro
situazione lavorativa è caratterizzata da salari
infimi e da lunghe giornate, di 12-14 ore. Ma anche
dalla sistematica violazione della loro dignità e dei
loro diritti. Possono addirittura essere costrette ad
assumere pillole anticoncezionali all'interno delle
stesse aziende senza aver dato il proprio
consenso.
18. Come anche in altri contesti mondiali, per quanto
riguarda la condizione della donna, negli Stati Uniti
l'estensione dei suoi diritti è il frutto di un lungo
processo storico ed è legato allo sviluppo di un attivo
movimento per l'avanzamento dei diritti. Dalla metà
dell'Ottocento una legge federale riconosce alle donne
sposate il diritto di mantenere la proprietà a proprio
nome. Si posero così anche le basi per un'effettiva
parità della donna nel rapporto matrimoniale. Nacquero
gruppi per la salvaguardia dei diritti delle donne;
ricordiamo in particolare il National Women Suffrage
Association, che mirava al riconoscimento del diritto di
voto. L'avanzamento dei diritti delle donne avviene
lentamente ma, nel 1963 l'Equal Pay Act riconosce il
diritto delle donne all'uguaglianza del trattamento
economico rispetto all'uomo per uguali prestazioni
economiche e il Civil Right Act del 1964 contiene
specifiche norme antidiscriminatorie delle donne sul
luogo di lavoro.
STATI UNITI
20. TEODOLINDA
• Teodolinda fu regina consorte dei Longobardi e
d'Italia dal 589 al 616. Reggente dal 616 al 624
durante la minorità del figlio Adaloaldo.Figlia del
duca dei Bavari, Teodolinda era una principessa
di stirpe regale, discendente per parte materna
della casata longobarda maggior portatrice del
"carisma" regale, i Letingi. Per suggellare
l'alleanza tra Bavari e Longobardi venne data in
sposa ad Autari, re dei Longobardi, asceso al
trono dopo una fase di assenza di potere regio.
Morto Autari, dopo solo un anno di nozze,
Teodolinda si risposò con Agilulfo, duca di Torino,
da cui ebbe un figlio, Adaloaldo, futuro re dei
Longobardi e il primo ad essere battezzato nella
fede cattolica. Teodolinda, infatti, essendo
cattolica, anche se aderente allo scisma dei Tre
Capitoli, rappresentò il primo stabile
collegamento tra i Longobardi ariani e la Chiesa di
Roma, grazie ai suoi rapporti amichevoli con papa
Gregorio MagnoDonna bella e intelligente, fu
molto amata dal suo popolo, che poté godere
durante il suo regno e quello di Agilulfo di anni
prosperi e fruttuosi.
21. • La regina fu una grande mecenate e fornì Monza
- la città da lei resa capitale estiva del Regno
longobardo - di una ricca basilica dedicata a san
Giovanni Battista, di un palazzo reale e di
numerosi oggetti d'arte, tra i quali molte reliquie.
Dopo la morte di Agilulfo (616) fu reggente per il
figlio Adaloaldo, ma quando questi venne
deposto da una congiura di corte - dopo dieci
anni di regno -la regina si ritirò a vita privata e
poco dopo morì. Fu sepolta con tutti gli onori
nella basilica di San Giovanni, ora duomo di
Monza, dove fu venerata dal popolo locale come
una santa. La sua figura, divenuta mitica, fu
amatissima e divenne il fulcro di numerose
leggende e storie popolari. La sua fama raggiunse
l'apice nel XV secolo quando gli Zavattari
affrescarono nel Duomo di Monza una celebre
serie di affreschi con le Storie della regina
Teodolinda, il più ampio ciclo italiano del Gotico
internazionale. Teodolinda è inoltre venerata
beata anche se la Chiesa non ne ha mai
confermato il culto.
22. CHIARA D’ASSISI
• Chiara d'Assisi è stata una religiosa italiana,
collaboratrice di Francesco d'Assisi e fondatrice
dell'ordine delle monache clarisse: fu canonizzata come
santa Chiara nel 1255 da Alessandro IV nella cattedrale
di Anagni. Il 17 febbraio 1958 fu dichiarata da Pio XII
santa patrona della televisione e delle
telecomunicazioni. Nata in un'agiata famiglia nobile di
Assisi,Chiara mostrò presto un carattere indipendente,
rifiutando il matrimonio scelto per lei dalla famiglia.Si
hanno poche informazioni sulla sua gioventù e sui suoi
studi. Si ritiene che abbia ricevuto la prima educazione
in casa, sulle buone maniere, i lavori manuali e
fondamenti di lettura e di grammatica, sufficienti per
poter parlare e scrivere in latino. Tramite i trovatori che
passavano dalla casa conobbe anche qualcosa dei
romanzi e della letteratura cavalleresca. Tramite i suoi
scritti e le storie pervenuteci, si può delineare una santa
capace di mettersi in relazione con papi, cardinali e
principesse (come Agnese di Boemia), esercitando un
notevole influsso su quanti ebbero a che fare con lei.
23. • Attraverso una testimone al processo di
canonizzazione possiamo sapere che “non
aveva studiato in lettere”. Non era dotta in
senso stretto, ma aveva una formazione
teologica di tutto rispetto, anche se non
accademica, come rivelano i suoi scritti.
Affascinata dalla predicazione di Francesco
d'Assisi, nella notte della domenica delle
Palme, il 28 marzo del 1211 o il 18 marzo
del 1212, quando aveva circa 18 anni, fuggì
da una porta secondaria della casa paterna,
situata nei pressi della cattedrale di Assisi,
per unirsi all'alba del 29 marzo 1211 o del
19 marzo 1212 a Francesco e ai primi frati
minori presso la chiesetta di Santa Maria
degli Angeli, già da allora comunemente
detta la Porziuncola. Qui Francesco le tagliò
i capelli e le fece indossare un saio; quindi
la condusse al monastero benedettino di
San Paolo delle Badesse presso Bastia
Umbra, per poi cercarle ricovero presso il
monastero di Sant'Angelo di Panzo, alle
pendici del Subasio, dove poco dopo fu
raggiunta da sua sorella, Agnese
24. ILDEGARDA
• Ildegarda di Bingen è stata una religiosa e naturalista tedesca. Benedettina, è
venerata come santa dalla Chiesa cattolica; nel 2012 è stata dichiarata dottore della
Chiesa da papa Benedetto XVI. Nella sua vita fu, inoltre, scrittrice, drammaturga,
poetessa, musicista e compositrice, filosofa, linguista, cosmologa, guaritrice,
naturalista, consigliera politica e profetessa. Nacque, ultima di dieci fratelli, a
Bermersheim vor der Höhe, vicino ad Alzey, nell'Assia-Renana, nell'estate del 1098,
un anno prima che i crociati conquistassero Gerusalemme. Le visioni di Ildegarda
sarebbero iniziate in tenera età e avrebbero contrassegnato tutta la sua esistenza.
All'età di otto anni, a causa della sua cagionevole salute, era stata messa nel
convento di Disibodenberg dai nobili genitori, Ildeberto e Matilda di Vendersheim,
dove fu educata da Jutta di Sponheim, giovane aristocratica ritiratasi in monastero.
Prese i voti tra il 1112 e il 1115 dalle mani del vescovo Ottone di Bamberga.
25. • Trasferitasi nel monastero di Rupertsberg, da
lei stessa fondato nel 1150, le cui rovine
furono rimosse nel 1857 per lasciare posto a
una ferrovia, si dice facesse vestire
sfarzosamente le consorelle, adornandole con
gioielli, per salutare con canti le festività
domenicali. Nella sua visione religiosa della
creazione, l'uomo rappresentava la divinità di
Dio, mentre la donna idealmente personificava
l'umanità di Gesù. Nel 1165 fonderà un altro
monastero, tuttora esistente e floridissimo
centro religioso-culturale, ad Eibingen, sul lato
opposto del Reno. Il monastero è visitabile, e
nella chiesa si possono ammirare gli affreschi
che ritraggono i momenti più salienti della vita
di Ildegarda e i segni straordinari che
accompagnarono il momento del suo trapasso,
avvenuto il 17 settembre 1179. Nell'arco di
una dozzina di anni, tra la fine del 1159 e il
1170, compì quattro viaggi pastorali,
predicando nelle cattedrali di Colonia, Treviri,
Liegi, Magonza, Metz e Würzburg.
26. MATILDE DI CANOSSA
• La Grancontessa Matilde di Canossa, o
Mathilde, o più correttamente Matilde
di Toscana (in latino: Mathildis, in
tedesco: Mathilde von Tuszien;
Mantova (?), marzo 1046 – Bondeno
di Roncore, 24 luglio 1115), fu
contessa, duchessa, marchesa e regina
medioevale. Matilde fu una potente
feudataria ed ardente sostenitrice del
papato nella lotta per le investiture;
personaggio di assoluto primo piano
in un'epoca in cui le donne erano
considerate di rango inferiore, arrivò a
dominare tutti i territori italici a nord
dello Stato Pontificio.
27. • Nel 1076 entrò in possesso di un vasto
territorio che comprendeva la Lombardia,
l'Emilia, la Romagna e – come duchessa /
marchionessa – la Toscana, e che aveva il
suo centro a Canossa, nell'Appennino
reggiano. Fra il 6 e l'11 maggio 1111 fu
incoronata con il titolo di Vicaria Imperiale-
Vice Regina d'Italia dall'imperatore Enrico
V, presso il Castello di Bianello (Quattro
Castella, Reggio Emilia). La Grancontessa
(magna comitissa) Matilde è certamente
una delle figure più importanti e
interessanti del Medioevo italiano: vissuta
in un periodo di continue battaglie, di
intrighi e scomuniche, seppe dimostrare
una forza straordinaria, sopportando
anche grandi dolori e umiliazioni e
mostrando un'innata attitudine al
comando. La sua fede nella Chiesa del suo
tempo le valse l'ammirazione e il profondo
amore di tutti i suoi sudditi.
28.
29. La figura della donna e il suo ruolo all’interno della
società, sono sempre stati determinanti nella storia
umana. Possiamo affermare, infatti, che tutte le tappe
fondamentali della nostra evoluzione e vita sono state
affiancate dalle donne. Da sempre la donna è riuscita
a ricoprire molti ambiti lavorativi fondamentali per la
società. Durante la storia la donna è riuscita ad avere
una posizione significativa in ambito culturale,
sociale, politico, scientifico, facendone emergere il
valore e la dignità che ha dovuto conquistare nel
corso dei secoli con molti sacrifici, umiliazioni e lotte.
31. Le prime donne, nell’epoca
preistorica, badavano
sostanzialmente al focolare
domestico, ai figli e alla raccolta di
erbe e radici commestibili; le
donne venivano picchiate e
trascinate per i capelli.
Alcuni millenni dopo, grazie alla
scoperta della possibilità di
intrecciare e lavorare le fibre
vegetali, le donne preistoriche,
misero a punto grazie a piccoli
bastoncini ed ossi forati, un
sistema rudimentale di cucito e
tessitura.
32. Le donne dei greci: ad Atene, la donna è
ignorante. L’uomo la considera un essere
inferiore. Le leggi definiscono incapace di fare
testamento, soggetta alla tutela del padre o del
marito.
Le donne dei romani: a Roma la condizione era
migliore, ma non tanto. Poiché la donna era
considerata “per sua natura irresponsabile”, era
condannata a vivere in uno stato di perpetua
minorità. Infatti i Romani consideravano l’infedeltà
di una donna come un delitto che il marito
oltraggiato poteva punire con la morte. Un ruolo
particolare, nell’età romana, rivestivano le
matrone. La matrona aveva grande importanza
nella vita della famiglia: era lei che si occupava
dell’educazione dei figli. Col volgere dei tempi, in
età imperiale, la figura della donna andò
modificandosi: cominciò sempre più a partecipare
a feste e banchetti, a cerimonie pubbliche e
33. Nell’età medievale, la donna è spesso ignorata
o disprezzata da teologi e filosofi, occupa in
parecchi casi una posizione veramente
influente nella vita politica, religiosa ed artistica.
Molto dipende dalla condizione sociale e
dell’ambiente: ma è certo che, al chiudersi del
Medioevo, si consolida definitivamente
quell’atteggiamento di ostilità e di oppressione
nei confronti della donna che dominerà poi tutte
le società europee dell’età moderna. Per tutto il
medioevo, le mogli dei re partecipano
attivamente alle principali decisioni politiche.
Nel Medioevo, la donna rimane in una
posizione di netta inferiorità. Nei secoli XII e XIII
nasce la cultura cortese, dove la donna inventa
l’amore moderno; si sviluppano i movimenti
religiosi non conformisti, sulla base di una larga
partecipazione femminile. Le donne di umili
condizioni lavorano nelle campagne, in città, in
molte botteghe e aziende; ma svolgono anche
lavori di tessitura e ricamo per la classe
signorile dominante.
34. La concezione principale dell’epoca moderna che riguarda la
donna è quella del Rinascimento. Il Rinascimento è una
corrente artistica e letteraria che presenta una rivalutazione
dell’uomo nella storia. Esso si esprime nei vari campi della
cultura, dell’arte e delle scienze. La visione femminile che ne
deriva è in genere improntata alle esaltazioni poetiche, al rilievo
artistico basata sulla rappresentazione della sua bellezza.
Ufficialmente però, le arti figurative, così strettamente controllate
dalla Chiesa, non possono dare grande spazio alla
raffigurazione realistica della donna, considerata dalla visione
cristiana di allora essenzialmente come fonte di vizio.
35. Fin dall’antichità la storia della specie umana si è sviluppata attraverso l’affermazione di un
modello chiamato “patriarcale”, in base al quale la figura maschile prevaleva su quella
femminile. Lo sviluppo della storia basata sulla prevalenza del ruolo maschile ha portato il
mondo ad assumere il volto che oggi conosciamo. Ciò ha portato la donna ad una
condizione di inferiorità, per millenni e tutt’ora, soprattutto nei Paesi più arretrati.
Nel 1890 nascono negli Stati Uniti le prime associazioni femminili che lottano tenacemente
per ottenere il diritto di voto e la possibilità di partecipare alla vita politica. Il loro esempio
viene seguito anche in Gran Bretagna nel primo decennio del ‘900. Venivano chiamate
suffragette o “le furie criminali di Londra”.
Durante la I Guerra Mondiale nei Paesi impegnati nel conflitto le donne sostituiscono gli
uomini partiti per il fronte in tutte le professioni.
Dopo la guerra, in 21 nazioni fu concesso il diritto di voto alle donne. Nonostante questo, la
condizione delle donne peggiorò, principalmente in Italia, Spagna e Germania, dove
fascismo e nazionalismo ripresero molti aspetti della cultura maschilista. Il regime fascista fu
soprattutto maschilista: il tipo di donna italiana e fascista doveva essere una donna fedele e
una madre premurosa che si occupava principalmente dei lavori domestici.
Fortunatamente, oggi le donne che lavorano sono molto più che in passato, anche se il
principio di parità tra uomini e donne non corrisponde al raggiungimento di pari opportunità.
36. La Festa della Donna è un giorno di celebrazione per le conquiste sociali, politiche ed
economiche delle donne ed è una festività internazionale celebrata in diversi paesi del mondo
occidentale. Originariamente era una giornata di lotta nell’ambito delle associazioni femministe.
Tuttavia nel corso degli anni il vero significato di questa ricorrenza è andato un po’ sfumando,
lasciando il posto ad una ricorrenza caratterizzata anche da aspetti di carattere commerciale e
politico. Le origini della festa dell’8 marzo si fanno risalire al lontano 1908: pochi giorni prima di
questa data, a New York, le operaie dell’industria tessile Cotton scioperarono per protestare
contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. L’8 marzo il proprietario bloccò
tutte le porte della fabbrica per impedire agli operai di uscire. Nello stabilimento si sviluppò un
incendio e le 129 operaie prigioniere all’interno morirono arse dalle fiamme. Successivamente
questa data venne proposta come giornata di lotta internazionale in ricordo della tragedia e l’8
marzo assunse un’importanza mondiale, diventando, grazie alle associazioni femministe, il
simbolo dei maltrattamenti che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli, ma anche il
punto di partenza per il proprio riscatto.
37. In Italia inizia ad essere festeggiata prima dello scoppio della prima guerra
mondiale. La celebrazione viene però interrotta durante gli anni del fascismo
per poi riprendere durante la lotta di liberazione come giornata di mobilitazione
delle donne contro la guerra, l’occupazione tedesca e per le rivendicazioni dei
diritti femminili. La festa vera e propria fu organizzata solo nel 1946, e fu
proprio il 2 giugno di quell’anno che la donna italiana, per la prima volta nella
storia, poté partecipare in maniera attiva con il voto alla nascita della
Repubblica. Al tempo si cercava un fiore che potesse contraddistinguere la
giornata. Le donne scelsero quindi la mimosa: poco costosa e molto reperibile,
visto la fioritura dell’albero proprio all’inizio di marzo. Il fiore simbolo della festa
delle donne non è però adottato internazionalmente. La massima popolarità e
partecipazione l’8 marzo l’avrà negli anni ‘70, anni che segnano la
collaborazione dei movimenti femminili e femministi che, tra l’altro, operano
attivamente anche per la legge di parità, per i diritti al divorzio e all’aborto. Nel
dicembre 1977 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite proclamò l’8 marzo
come festa internazionale della donna. In questo modo riconobbe il ruolo della
donna negli sforzi di pace e ricordò l’urgenza di raggiungere una parità reale.
Questo excursus mostra come le donne nella storia si siano battute per
ottenere i propri diritti e le pari opportunità.