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DALLA CADUTA
DELL’IMPERO OTTOMANO
ALLA NASCITA DI ISRAELE
© Patrizia Fabbri - 2010
Impero Ottomano
 Struttura piramidale della società:
 sultano
 piccolo gruppo di dirigenti al vertice
 massa di sudditi di differenti razze, etnie e religioni
organizzati sulla base di comunità religiose (millet)
 Caratterizzata da:
 capillare organizzazione burocratica per la
riscossione delle tasse
 forte istituzione militare
 autonomia organizzativa delle diverse millet dal
punto di vista sociale, economico e religioso, purché
“fedeli” al sultano
Dal 1453 si definisce e consolida una struttura
statuale e un’organizzazione della società che
rimangono il fondamento dell’Impero fino agli inizi
del XIX secolo
© Patrizia Fabbri - 2010
La Palestina
sotto l’Impero Ottomano
© Patrizia Fabbri - 2010
Nazionalismo arabo
 Il Movimento dei Giovani Turchi
inizialmente favorevole alla
decentralizzazione dell’impero alimenta le
aspirazioni nazionaliste arabe, dopo la
presa del potere nel 1908 ha una svolta
autoritaria e “turchizzante” dello
Stato
 Il nazionalismo arabo, seppur movimento
complesso e articolato che coinvolge le
popolazioni colte arabe e musulmane
dall’Afghanistan al Marocco, nell’Impero
Ottomano si manifesta
sostanzialmente in chiave anti turca
© Patrizia Fabbri - 2010
“Nazionalismo” ebraico
 70 d.C. diaspora ebraica; il Cristianesimo accusa gli ebrei di
“deicidio” (fino al 1962)
 Per secoli gli ebrei rappresentano, in occasione di epidemie,
carestie ecc., il capro espiatorio ideale
 Gli ebrei si riuniscono in microcosmi: fortissimo legame tra
attività della comunità e religione
 1800: intensificarsi di persecuzioni contro gli ebrei in
tutta Europa
 Seconda metà 1800: nasce il Sionismo, movimento
articolato con differenti elaborazioni (politico, socialista,
spirituale ecc.)
 A partire dalla fine del 1800 ha inizio il processo migratorio
di ebrei verso la Palestina (caratteristiche molto diverse delle
differenti aliot)
© Patrizia Fabbri - 2010
Promesse e spartizione
tra le potenze
 Esigenza di aprire un terzo fronte di guerra per
contrastare il rischio di armistizio tra Russia e
Imperi Centrali in seguito alla Rivoluzione
Russa:l’Inghilterra sostiene la rivolta araba di
Feisal Hussein contro l’Impero Ottomano
promettendo l’autonomia agli arabi (1916)
 Per cercare il sostegno dei capitalisti ebrei
d’Europa e indurre i rivoluzionari russi, tra i quali
ci sono numerosi ebrei, a continuare la guerra,
l’Inghilterra promette la costituzione di un
“focolare ebraico” in Palestina (Dichiarazione
Balfour - 1917)
 Francia e Inghilterra siglano un accordo
segreto per la spartizione dell’area al termine
del conflitto mondiale (accordi Sykes-Picot -
1916)
© Patrizia Fabbri - 2010
Il Vicino Oriente
dopo la I guerra mondiale
© Patrizia Fabbri - 2010
Ebrei e palestinesi sotto mandato
britannico: come cambia la società
 La società araba in Palestina: grandi latifondisti che si
disinteressano delle terre lavorate dai contadini (fellah)
 A seguito delle persecuzioni in Europa e del diffondersi del
sionismo si intensificano i movimenti migratori di
ebrei verso la Palestina (diversificazione delle “aliot”).
 Acquisto di terre dai latifondisti arabi da parte degli ebrei
ed estromissione dei fellah: progressivo impoverimento
della popolazione araba
 La comunità ebraica in Palestina (Yishuv) dà vita a quelle
istituzioni che rappresenteranno l’embrione del futuro
stato di Israele
 Histadrut – sindacato a base etnica (infrastruttura economica)
 Haganà – forza di difesa ebraica (esercito)
 Agenzia ebraica – organizzazione politica
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Ebrei e palestinesi sotto mandato
britannico: come cambia la società
Arabi Ebrei TOTALE
1856 480.000 96% 20.000 4% 500.000
1914 604.000 87% 85.000 13% 689.000
1929 836.000 84% 156.000 16% 992.000
1939 1.055.000 70% 445.000 30% 1.500.000
1947 1.237.000 67% 608.000 33% 1.845.000
© Patrizia Fabbri - 2010
Ebrei e palestinesi sotto mandato
britannico: i primi scontri
 L’Inghilterra è continuamente in bilico, a seconda degli
interessi tattici, tra appoggio e freno al progetto
sionista
 L’estromissione dei contadini arabi dalle terre
acquistate dagli ebrei aumenta l’impoverimento dei
primi e iniziano i primi attacchi alle colonie ebraiche
(1920-1921)
 Rivolta in tutta la Palestina della popolazione
araba contro gli ebrei che viene duramente repressa
dall’Inghilterra e la leadership araba decapitata; quella
che rimane cerca l’alleanza con i nazisti (1936-1939)
 Gruppi ebraici compiono attentati terroristici (bombe
nei mercati, negli hotel ecc.) contro la popolazione
araba, ma soprattutto contro la potenza
mandataria (fino al 1939)
© Patrizia Fabbri - 2010
Nascita dello Stato di Israele
e Nakba palestinese
 20 novembre 1947
La Risoluzione 181 dell’ONU
spartisce l’area in due stati,
uno arabo e uno ebraico,
con l’internazionalizzazione
della zona di Gerusalemme
Territorio
Popolazione
araba
 %
Arabi
Popolazione
ebraica
 %
Ebrei
Popolazione
Totale
Stato Arabo 725.000 99% 10.000 1% 735.000
Stato Ebraico 407.000 45% 498.000 55% 905.000
Zona Internazionale 105.000 51% 100.000 49% 205.000
Totale 1.237.000 67% 608.000 33% 1.845.000
© Patrizia Fabbri - 2010
Nascita dello Stato di Israele
e Nakba palestinese
 La Risoluzione viene accettata dalle
organizzazioni ebraiche e respinta dagli arabi
 Le tre fasi del conflitto tra arabi ed ebrei:
 dic 47-mar 48: primi attacchi alle colonie ebraiche:
l’Haganà risponde limitatamente; Irgun e Lehi
compiono raid contro arabi
 apr-mag 48: adozione del piano Dalet da parte dei
dirigenti sionisti; attacco e sistematica distruzione
dei villaggi arabi; immediata occupazione da parte
degli ebrei delle case e dei terreni arabi
 mag 48-gen 49: entrano in conflitto ufficialmente i
paesi arabi con l’ingresso di truppe regolari in
Israele; sconfitta degli arabi e firma degli armistizi
© Patrizia Fabbri - 2010
Nascita dello Stato di Israele
e Nakba palestinese
 Situazione al termine del conflitto:
 Israele occupa il 50% in più di quanto era
stato assegnato allo stato ebraico:711.000
arabi-palestinesi sono definitivamente
estromessi dal territorio del nuovo stato;
156.000 arabi rimangono e diventeranno
cittadini israeliani
 La Cisgiordania passa sotto il controllo della
Transgiordania che in seguito la annetterà:
Regno di Giordania
 La striscia di Gaza viene occupata dall’Egitto
 Differenti aspettative e prospettive di
arabi ed ebrei:
 Gli ebrei sanno che si stanno giocando il tutto
per tutto
 Gli arabi di Palestina confidano nel sostegno dei
“fratelli” arani
© Patrizia Fabbri - 2010
I PRIMI 20 ANNI DI ISRAELE
© Patrizia Fabbri - 2010
Società israeliana
 Fase di normalizzazione interna e
consolidamento delle istituzioni; crescita
economica
 Consistente immigrazione alimentata anche
dai 758.000/866.000 ebrei che lasciarono o
furono cacciati dai paesi arabi nei primi 10 anni
dopo il conflitto
 Legge del ritorno (1950) e Legge della
nazionalità (1952): caratterizzazione etnica dello
Stato di Israele
 Contraddizioni: diritto pubblico basato su principi
moderni; diritto privato largamente basato su
principi religiosi
© Patrizia Fabbri - 2010
Ruolo di Israele nel contesto
internazionale
 Fino alla II guerra mondiale la
Palestina è strategica per Inghilterra
e Francia (controllo rotte verso
Oriente)
 Dopo la II guerra mondiale entrano
in gioco gli USA: determinante per
contrastare l’influenza sovietica
nell’area
© Patrizia Fabbri - 2010
Società palestinese
 711.000 palestinesi vivono nei campi
profughi di Siria, Libano, Giordania, Gaza
(consapevolezza di una nazionalità
palestinese distinta da quella araba)
 Questione palestinese diventa la carta da
giocare dai diversi paesi arabi a fini
interni e di leadership nel mondo arabo
 Leadership palestinese fortemente
succube dei paesi arabi anche dopo la
nascita dell’OLP (1964)
© Patrizia Fabbri - 2010
1967: la guerra
dei 6 giorni
 Contesto di continuo attrito da
Israele e paesi confinanti
 Progetto israeliano di deviazione
delle acque del Giordano (1958)
 Contro-progetto arabo (1964)
 Nasce al Fatah: sabotaggi a
infrastrutture israeliane
 Nasser chiude il golfo di Aqaba alle
navi israeliane 22.5.67)
 Israele attacca Egitto, Siria e
Giordania (5.6.67)
 Dopo 6 giorni la geografia politica
dell’area cambia radicalmente
© Patrizia Fabbri - 2010
DALLA GUERRA DEI 6 GIORNI
ALLA PRIMA INTIFADA
© Patrizia Fabbri - 2010
La nascita di un “non stato”
 Palestinesi e israeliani iniziano a
“relazionarsi”: migliaia di palestinesi dei
Territori Occupati vanno a lavorare in Israele
 Totale dipendenza dell’economia dei TO da
Israele
 Nascita delle prime università palestinesi:
formazione di una leadership culturale e
politica all’interno dei TO
 Al controllo militare israeliano nei TO si affiancano
gli insediamenti dei coloni
 Insediamento delle prime associazioni
islamiche di sostegno alla popolazione
palestinese, appoggiate da Israele in chiave anti
OLP (meglio la religione della politica)© Patrizia Fabbri - 2010
Emancipazione dell’Olp
dalla tutela araba
 L’OLP si affranca dalla “tutela” araba: leadership
di Yasser Arafat (1967) e successiva scelta della
via terroristica alla lotta di liberazione
(dirottamenti aerei e attentati all’esterno di
Israele)
 La consistente presenza di palestinesi in Giordania
mette in pericolo il regime di Hussein: Settembre
Nero (1970)
 Guerra dello Yom Kippur e conseguente pace tra
Israele ed Egitto (1973 – 1979)
 L’OLP è ammessa all’ONU in qualità di osservatore
(1974): riconoscimento del ruolo di
rappresentante del popolo palestinese
© Patrizia Fabbri - 2010
Emarginazione dell’OLP
 I palestinesi superstiti del Settembre Nero giordano si
rifugiano in Libano che si uniscono a quelli già presenti
e assumono un ruolo determinante nella guerra civile
che sconvolge il Libano dal 1975 al 1977
 Attacchi palestinesi dal Libano verso Israele
 Invasione del Libano da parte di Israele (giugno 1982)
 Evacuazione dei guerriglieri dell’OLP dal Libano con
destinazione Tunisi
 Massacri di Sabra e Shatila (settembre 1982)
 L’OLP è totalmente emarginato dal confronto
internazionale
© Patrizia Fabbri - 2010
La prima intifada
 Indifferenza dei regimi arabi, che in gran parte
hanno normalizzato le loro relazioni con Israele, per la
causa palestinese
 Intensificarsi del processo di colonizzazione dei
TO con pesanti impatti sulla popolazione
 Aumentato livello di scolarizzazione e di
“autocoscienza” dei palestinesi “interni”
 Dicembre 1987: scoppia l’Intifada. Movimento
spontaneo e non coordinato che coinvolge gran parte
della popolazione palestinese. Violenta repressione
israeliana che solleva le proteste della comunità
internazionale.
 La questione palestinese torna ad assumere un ruolo
primario nello scacchiere medio-orientale
© Patrizia Fabbri - 2010
DAGLI ACCORDI DI OSLO
ALLA SECONDA INTIFADA
© Patrizia Fabbri - 2010
Verso gli accordi di Oslo
 Dissoluzione Unione Sovietica:
 Cambiamento equilibri politici mondiali
 Grande afflusso di ebrei russi in Israele (circa 1,1 milioni)
 1° guerra del Golfo
 Quasi tutti i paesi arabi si alleano con gli Usa (nonostante
l’OLP appoggi Saddam, gli Usa non possono giustificare il
disinteresse per la questione palestinese)
 Vasto movimento di opinione in Israele che reclama la
fine delle ostilità con i palestinesi (Peace Now, refusnik)
 1991 Conferenza di Madrid con delegazioni israeliana e
palestinese (personalità dei TO, no OLP)
 Con la mediazione norvegese iniziano incontri segreti
tra israeliani e palestinesi (anche dell’OLP) che
porteranno, nel 1993 alla firma degli Accordi di Oslo
© Patrizia Fabbri - 2010
Accordi di Oslo: cosa dicono
 Ritiro di Israele da parti della Cisgiordania e della strisci di Gaza
 Diritto di autogoverno dei palestinesi in tali aree: creazione
dell’Autorità Nazionale Palestinese
 Governo ad interim dell’ANP per 5 anni durante il quale doveva
essere negoziato l’accordo permanente
 Fino a tale accordo, i TO sarebbero stati suddivisi in 3 zone:
 Zona A (grandi città): pieno controllo ANP
 Zona B (maggioranza dei villaggi palestinesi): controllo civile
palestinese e controllo israeliano per la sicurezza
 Zona C (insediamenti dei coloni e altre “zone di sicurezza”) sotto il
pieno controllo israeliano
 Israele si impegna a sospendere la costruzione di nuovi
insediamenti nei TO
 Israele riconosce l’OLP quale rappresentante del popolo
palestinese; l’OLP riconosce il diritto a esistere dello stato di
Israele e rinuncia al terrorismo
© Patrizia Fabbri - 2010
Accordi di Oslo: cosa non dicono
Le questioni più critiche vengono deliberatamente escluse
dagli accordi e lasciate in sospeso (diversamente non si
sarebbe giunti ad alcun accordo):
 Status di Gerusalemme
 Destino dei rifugiati palestinesi
 Smantellamento degli insediamenti israeliani nell’area
 Azioni da intraprendere per garantire la sicurezza
 Definizione precisa dei confini
 Gestione delle risorse idriche
© Patrizia Fabbri - 2010
Dopo gli accordi di Oslo
 Ritorno nei TO di 100mila palestinesi: contrapposizione tra
“esterni” (esuli di Tunisi) e “interni” (la classe politica che
nel frattempo si è formata nei TO)
 Gli ebrei russi vanno a sostituire i lavoratori palestinesi
“giornalieri” all’interno di Israele: brusco abbassamento
del livello di vita nei TO (dal 1992 al 1996 la
disoccupazione passa dal 3% al 28% e il reddito pro-capite è
sceso del 37%)
 Gli insediamenti dei coloni crescono a un ritmo mai
raggiunto negli anni precedenti (281.000 nel 1993; 387.000
nel 2000)
 Hamas e Jihad inaugurano la stagione degli attentati suicidi
in Israele (dal 1994 al 2000, 242 uccisi)
 Chiusura dei TO con ulteriore impatto sull’economia dei palestinesi
 L’opinione pubblica israeliana inizia a mettere in discussione il
processo di pace
© Patrizia Fabbri - 2010
Verso il fallimento degli accordi
 Crescente appoggio della popolazione palestinese,
soprattutto a Gaza, ad Hamas per le politiche sociali
intraprese
 Costante perdita di fiducia della popolazione
palestinese nell’ANP impastoiata nel consolidamento
del potere
 1995 incontro di Taba (Oslo II): estensione del controllo
dell’ANP sulle principali città Cisgiordane (problema di
Hebron, assassinio di Rabin)
 1996 vittoria del Likud di Netanyahu; interruzione del
processo di pace
 1999 tornano al governo i laburisti di Barak, ripresa del
processo in un clima di reciproca sfiducia (mentre il livello
di vita nei TO continua a peggiorare e proseguono gli
attentati suicidi in Israele)© Patrizia Fabbri - 2010
Verso il fallimento degli accordi
 Maggio 2000 – Israele si ritira definitivamente dal
Libano: il ritiro viene interpretato come una vittoria di
Hezbollah (e quindi della lotta armata)
 Luglio 2000 – vertice di Camp David
 Israele:
 accetta di mettere in discussione la propria sovranità totale su
Gerusalemme (ma non capitale dei due stati
 Propone la restituzione dell’88% dei TO
 Accetta il rimpatrio di 10.000 profughi palestinesi
 Rifiuta il ritiro ai confini antecedenti la guerra del 1967
 Rifiuta lo smantellamento di parte degli insediamenti
 Rifiuta il rientro di tutti i rifugiati palestinesi
 Pretende il mantenimento del controllo di alcune aree a garanzia
della propria sicurezza
 Arafat:
 Non accetta che Gerusalemme sia capitale di Israele e non dello
stato palestinese
 Pretende il riconoscimento dei diritto al ritorno di tutti i profughi
palestinesi
 Pretende l’applicazione delle risoluzioni ONU che chiedono il ritorno
ai confini precedenti il conflitto del 1967© Patrizia Fabbri - 2010
La seconda Intifada
 Settembre 2000 – Ariel Sharon compie la famosa
“passeggiata” sulla Spianata delle Moschee: è la miccia che fa
scoppiare la seconda Intifada
 La rivolta popolare viene subito coordinata dalle forze di
sicurezza dell’ANP, alleate per l’occasione con Hamas
 Febbraio 2001 in Israele Sharon vince le elezioni
 Prosegue la strategia degli attentati suicidi di Hamas e delle
Brigate dei Martiri al Aqsa (al Fatah)
 Marzo-aprile 2002: operazione “scudo difensivo”. Barriera da
Gerusalemme a Jenin e occupazione delle principali città
cisgiordane (assedio Moqada, chiesa Natività)
 2003 nuovo piano di pace. “Road map” (Usa, Russia, UE, Onu)
che ha la stessa debolezza di Oslo e non sortisce nulla
© Patrizia Fabbri - 2010
La seconda Intifada
© Patrizia Fabbri - 2010
Palestinesi e israeliani uccisi dal 29 settembre 2000 al 26 dicembre 2008 totale *
Palestinesi uccisi nei Territori Occupati dalle forze armate israeliane 4.792 952
Palestinesi uccisi nei Territori Occupati dai "coloni" israeliani 45
Palestinesi uccisi dall'esercito israeliano all'interno di Israele 69 3
Palestinesi uccisi da civili israeliani all'interno di Israele 2
TOTALE PALESTINESI UCCISI 4.908 955
Civili israeliani uccisi nei Territori Occupati dai palestinesi
(inclusa Gerusalemme Est) 237 39
Soldati israeliani uccisi nei Territori Occupati dai palestinesi 245
Civili israeliani uccisi in Israele dai palestinesi 490 84
Soldati israeliani uccisi in Israele dai palestinesi 90
TOTALE ISRAELIANI UCCISI 1.062 123
DALLA SECONDA INTIFADA
ALL’ATTACCO A GAZA
© Patrizia Fabbri - 2010
La società israeliana
 Marzo 2006: nelle elezioni
anticipate vince il partito Kadima
 Luglio - settembre 2006: disastrosa
guerra in Libano
© Patrizia Fabbri - 2010
La “guerra civile” palestinese
2005
 nelle elezioni municipali Hamas ottiene la maggioranza nelle
principali città palestinesi
 “piano di disimpegno” di Sharon. Gaza diventa la roccaforte di
Hamas
2006
 Elezioni del Consiglio Nazionale Palestinese
 Hamas ottiene la maggioranza assoluta dei seggi
 presidenza ANP al Fatah; governo Hamas
 Usa, UE e paesi arabi: sanzioni e sospensione aiuti finché Hamas non
riconosce Israele e rinuncia lotta armata
 Hamas riceve aiuti dall’Iran
 Stallo e costanze frizione tra Hamas e al Fatah. Abu Mazen
convoca elezioni anticipate: scontro aperto tra Hamas e al Fatah
2007
 Hamas conquista tutte le postazioni di al Fatah a Gaza
 Al Fatah attacca Hamas in Cisgiordania
 ANP “governa sulla Cisgiordania e Hamas su Gaza
© Patrizia Fabbri - 2010
Operazione “Piombo fuso”
 La striscia di Gaza viene “sigillata”. 1,5 milioni di persone
rinchiuse in 360 km2: grave emergenza umanitaria
 Hamas continua il lancio di missili sulle cittadine
israeliane di frontiera
 19.6.2008: concordata “tregua” di 6 mesi per:
alleggerire l’assedio di Gaza, interrompere il lancio di
missili
 27.12.2008: inizia l’operazione “piombo fuso”
 Bombardamento di Gaza e attacco via terra
 Utilizzo armi non convenzionali (bombe al fosforo bianco)
 Caduti palestinesi: 1.438, di cui 304 sotto i 15 anni; 580,
secondo Israele, erano membri attivi di Hamas
 Caduti israeliani: 13, di cui civili 3
 Al termine del conflitto (17 gennaio) sono 80.000 i
palestinesi rimasti senza casa
© Patrizia Fabbri - 2010
Vittime dicembre 1987 – gennaio 2009
Palestinesi Israeliani
totale * totale *
Dal 9 dicembre 1987
al 31 dicembre 1993
1.204 254 179 5
Dal 1° gennaio 1994
al 28 dicembre 2000
345 60 242 13
Dal 29 settembre 2000
al 26 dicembre 2008
4.908 955 1.062 123
Dal 27 dicembre 2008
al 17 gennaio 2009
1.438 304 13
TOTALE
7.895 1.573 1.496 141
* di cui minori sotto i 17 anni
Palestinesi uccisi nel conflitto tra Hamas e al Fatah 594
Cittadini stranieri uccisi dai palestinesi
(in Israele e nei TO) 54
Cittadini stranieri uccisi dagli israeliani (nei TO) 10
Approfondimenti
 www.ochaopt.org (Office for the Coordination of the
Humanitarian Affairs dell’Onu)
 www.un.org/unrwa/ (UN Relief and Works Agency
for Palestine Refugees in the Near Est)
 http://icrc.org/web/eng/siteeng0.nsf/html/Palestine!Open
(Croce Rossa Internazionale in Palestina)
 www.btselem.org (Israeli Information Centrer for
Human Rights in the Occupied Territories)
 www.fmep.org (Foundation fot Middle East Peace)
© Patrizia Fabbri - 2010
Grazie
© Patrizia Fabbri - 2010
Contatti:
info@patriziafabbri.it

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Israeliani e Palestinesi - le fasi del conflitto

  • 1. DALLA CADUTA DELL’IMPERO OTTOMANO ALLA NASCITA DI ISRAELE © Patrizia Fabbri - 2010
  • 2. Impero Ottomano  Struttura piramidale della società:  sultano  piccolo gruppo di dirigenti al vertice  massa di sudditi di differenti razze, etnie e religioni organizzati sulla base di comunità religiose (millet)  Caratterizzata da:  capillare organizzazione burocratica per la riscossione delle tasse  forte istituzione militare  autonomia organizzativa delle diverse millet dal punto di vista sociale, economico e religioso, purché “fedeli” al sultano Dal 1453 si definisce e consolida una struttura statuale e un’organizzazione della società che rimangono il fondamento dell’Impero fino agli inizi del XIX secolo © Patrizia Fabbri - 2010
  • 3. La Palestina sotto l’Impero Ottomano © Patrizia Fabbri - 2010
  • 4. Nazionalismo arabo  Il Movimento dei Giovani Turchi inizialmente favorevole alla decentralizzazione dell’impero alimenta le aspirazioni nazionaliste arabe, dopo la presa del potere nel 1908 ha una svolta autoritaria e “turchizzante” dello Stato  Il nazionalismo arabo, seppur movimento complesso e articolato che coinvolge le popolazioni colte arabe e musulmane dall’Afghanistan al Marocco, nell’Impero Ottomano si manifesta sostanzialmente in chiave anti turca © Patrizia Fabbri - 2010
  • 5. “Nazionalismo” ebraico  70 d.C. diaspora ebraica; il Cristianesimo accusa gli ebrei di “deicidio” (fino al 1962)  Per secoli gli ebrei rappresentano, in occasione di epidemie, carestie ecc., il capro espiatorio ideale  Gli ebrei si riuniscono in microcosmi: fortissimo legame tra attività della comunità e religione  1800: intensificarsi di persecuzioni contro gli ebrei in tutta Europa  Seconda metà 1800: nasce il Sionismo, movimento articolato con differenti elaborazioni (politico, socialista, spirituale ecc.)  A partire dalla fine del 1800 ha inizio il processo migratorio di ebrei verso la Palestina (caratteristiche molto diverse delle differenti aliot) © Patrizia Fabbri - 2010
  • 6. Promesse e spartizione tra le potenze  Esigenza di aprire un terzo fronte di guerra per contrastare il rischio di armistizio tra Russia e Imperi Centrali in seguito alla Rivoluzione Russa:l’Inghilterra sostiene la rivolta araba di Feisal Hussein contro l’Impero Ottomano promettendo l’autonomia agli arabi (1916)  Per cercare il sostegno dei capitalisti ebrei d’Europa e indurre i rivoluzionari russi, tra i quali ci sono numerosi ebrei, a continuare la guerra, l’Inghilterra promette la costituzione di un “focolare ebraico” in Palestina (Dichiarazione Balfour - 1917)  Francia e Inghilterra siglano un accordo segreto per la spartizione dell’area al termine del conflitto mondiale (accordi Sykes-Picot - 1916) © Patrizia Fabbri - 2010
  • 7. Il Vicino Oriente dopo la I guerra mondiale © Patrizia Fabbri - 2010
  • 8. Ebrei e palestinesi sotto mandato britannico: come cambia la società  La società araba in Palestina: grandi latifondisti che si disinteressano delle terre lavorate dai contadini (fellah)  A seguito delle persecuzioni in Europa e del diffondersi del sionismo si intensificano i movimenti migratori di ebrei verso la Palestina (diversificazione delle “aliot”).  Acquisto di terre dai latifondisti arabi da parte degli ebrei ed estromissione dei fellah: progressivo impoverimento della popolazione araba  La comunità ebraica in Palestina (Yishuv) dà vita a quelle istituzioni che rappresenteranno l’embrione del futuro stato di Israele  Histadrut – sindacato a base etnica (infrastruttura economica)  Haganà – forza di difesa ebraica (esercito)  Agenzia ebraica – organizzazione politica © Patrizia Fabbri - 2010
  • 9. Ebrei e palestinesi sotto mandato britannico: come cambia la società Arabi Ebrei TOTALE 1856 480.000 96% 20.000 4% 500.000 1914 604.000 87% 85.000 13% 689.000 1929 836.000 84% 156.000 16% 992.000 1939 1.055.000 70% 445.000 30% 1.500.000 1947 1.237.000 67% 608.000 33% 1.845.000 © Patrizia Fabbri - 2010
  • 10. Ebrei e palestinesi sotto mandato britannico: i primi scontri  L’Inghilterra è continuamente in bilico, a seconda degli interessi tattici, tra appoggio e freno al progetto sionista  L’estromissione dei contadini arabi dalle terre acquistate dagli ebrei aumenta l’impoverimento dei primi e iniziano i primi attacchi alle colonie ebraiche (1920-1921)  Rivolta in tutta la Palestina della popolazione araba contro gli ebrei che viene duramente repressa dall’Inghilterra e la leadership araba decapitata; quella che rimane cerca l’alleanza con i nazisti (1936-1939)  Gruppi ebraici compiono attentati terroristici (bombe nei mercati, negli hotel ecc.) contro la popolazione araba, ma soprattutto contro la potenza mandataria (fino al 1939) © Patrizia Fabbri - 2010
  • 11. Nascita dello Stato di Israele e Nakba palestinese  20 novembre 1947 La Risoluzione 181 dell’ONU spartisce l’area in due stati, uno arabo e uno ebraico, con l’internazionalizzazione della zona di Gerusalemme Territorio Popolazione araba  % Arabi Popolazione ebraica  % Ebrei Popolazione Totale Stato Arabo 725.000 99% 10.000 1% 735.000 Stato Ebraico 407.000 45% 498.000 55% 905.000 Zona Internazionale 105.000 51% 100.000 49% 205.000 Totale 1.237.000 67% 608.000 33% 1.845.000 © Patrizia Fabbri - 2010
  • 12. Nascita dello Stato di Israele e Nakba palestinese  La Risoluzione viene accettata dalle organizzazioni ebraiche e respinta dagli arabi  Le tre fasi del conflitto tra arabi ed ebrei:  dic 47-mar 48: primi attacchi alle colonie ebraiche: l’Haganà risponde limitatamente; Irgun e Lehi compiono raid contro arabi  apr-mag 48: adozione del piano Dalet da parte dei dirigenti sionisti; attacco e sistematica distruzione dei villaggi arabi; immediata occupazione da parte degli ebrei delle case e dei terreni arabi  mag 48-gen 49: entrano in conflitto ufficialmente i paesi arabi con l’ingresso di truppe regolari in Israele; sconfitta degli arabi e firma degli armistizi © Patrizia Fabbri - 2010
  • 13. Nascita dello Stato di Israele e Nakba palestinese  Situazione al termine del conflitto:  Israele occupa il 50% in più di quanto era stato assegnato allo stato ebraico:711.000 arabi-palestinesi sono definitivamente estromessi dal territorio del nuovo stato; 156.000 arabi rimangono e diventeranno cittadini israeliani  La Cisgiordania passa sotto il controllo della Transgiordania che in seguito la annetterà: Regno di Giordania  La striscia di Gaza viene occupata dall’Egitto  Differenti aspettative e prospettive di arabi ed ebrei:  Gli ebrei sanno che si stanno giocando il tutto per tutto  Gli arabi di Palestina confidano nel sostegno dei “fratelli” arani © Patrizia Fabbri - 2010
  • 14. I PRIMI 20 ANNI DI ISRAELE © Patrizia Fabbri - 2010
  • 15. Società israeliana  Fase di normalizzazione interna e consolidamento delle istituzioni; crescita economica  Consistente immigrazione alimentata anche dai 758.000/866.000 ebrei che lasciarono o furono cacciati dai paesi arabi nei primi 10 anni dopo il conflitto  Legge del ritorno (1950) e Legge della nazionalità (1952): caratterizzazione etnica dello Stato di Israele  Contraddizioni: diritto pubblico basato su principi moderni; diritto privato largamente basato su principi religiosi © Patrizia Fabbri - 2010
  • 16. Ruolo di Israele nel contesto internazionale  Fino alla II guerra mondiale la Palestina è strategica per Inghilterra e Francia (controllo rotte verso Oriente)  Dopo la II guerra mondiale entrano in gioco gli USA: determinante per contrastare l’influenza sovietica nell’area © Patrizia Fabbri - 2010
  • 17. Società palestinese  711.000 palestinesi vivono nei campi profughi di Siria, Libano, Giordania, Gaza (consapevolezza di una nazionalità palestinese distinta da quella araba)  Questione palestinese diventa la carta da giocare dai diversi paesi arabi a fini interni e di leadership nel mondo arabo  Leadership palestinese fortemente succube dei paesi arabi anche dopo la nascita dell’OLP (1964) © Patrizia Fabbri - 2010
  • 18. 1967: la guerra dei 6 giorni  Contesto di continuo attrito da Israele e paesi confinanti  Progetto israeliano di deviazione delle acque del Giordano (1958)  Contro-progetto arabo (1964)  Nasce al Fatah: sabotaggi a infrastrutture israeliane  Nasser chiude il golfo di Aqaba alle navi israeliane 22.5.67)  Israele attacca Egitto, Siria e Giordania (5.6.67)  Dopo 6 giorni la geografia politica dell’area cambia radicalmente © Patrizia Fabbri - 2010
  • 19. DALLA GUERRA DEI 6 GIORNI ALLA PRIMA INTIFADA © Patrizia Fabbri - 2010
  • 20. La nascita di un “non stato”  Palestinesi e israeliani iniziano a “relazionarsi”: migliaia di palestinesi dei Territori Occupati vanno a lavorare in Israele  Totale dipendenza dell’economia dei TO da Israele  Nascita delle prime università palestinesi: formazione di una leadership culturale e politica all’interno dei TO  Al controllo militare israeliano nei TO si affiancano gli insediamenti dei coloni  Insediamento delle prime associazioni islamiche di sostegno alla popolazione palestinese, appoggiate da Israele in chiave anti OLP (meglio la religione della politica)© Patrizia Fabbri - 2010
  • 21. Emancipazione dell’Olp dalla tutela araba  L’OLP si affranca dalla “tutela” araba: leadership di Yasser Arafat (1967) e successiva scelta della via terroristica alla lotta di liberazione (dirottamenti aerei e attentati all’esterno di Israele)  La consistente presenza di palestinesi in Giordania mette in pericolo il regime di Hussein: Settembre Nero (1970)  Guerra dello Yom Kippur e conseguente pace tra Israele ed Egitto (1973 – 1979)  L’OLP è ammessa all’ONU in qualità di osservatore (1974): riconoscimento del ruolo di rappresentante del popolo palestinese © Patrizia Fabbri - 2010
  • 22. Emarginazione dell’OLP  I palestinesi superstiti del Settembre Nero giordano si rifugiano in Libano che si uniscono a quelli già presenti e assumono un ruolo determinante nella guerra civile che sconvolge il Libano dal 1975 al 1977  Attacchi palestinesi dal Libano verso Israele  Invasione del Libano da parte di Israele (giugno 1982)  Evacuazione dei guerriglieri dell’OLP dal Libano con destinazione Tunisi  Massacri di Sabra e Shatila (settembre 1982)  L’OLP è totalmente emarginato dal confronto internazionale © Patrizia Fabbri - 2010
  • 23. La prima intifada  Indifferenza dei regimi arabi, che in gran parte hanno normalizzato le loro relazioni con Israele, per la causa palestinese  Intensificarsi del processo di colonizzazione dei TO con pesanti impatti sulla popolazione  Aumentato livello di scolarizzazione e di “autocoscienza” dei palestinesi “interni”  Dicembre 1987: scoppia l’Intifada. Movimento spontaneo e non coordinato che coinvolge gran parte della popolazione palestinese. Violenta repressione israeliana che solleva le proteste della comunità internazionale.  La questione palestinese torna ad assumere un ruolo primario nello scacchiere medio-orientale © Patrizia Fabbri - 2010
  • 24. DAGLI ACCORDI DI OSLO ALLA SECONDA INTIFADA © Patrizia Fabbri - 2010
  • 25. Verso gli accordi di Oslo  Dissoluzione Unione Sovietica:  Cambiamento equilibri politici mondiali  Grande afflusso di ebrei russi in Israele (circa 1,1 milioni)  1° guerra del Golfo  Quasi tutti i paesi arabi si alleano con gli Usa (nonostante l’OLP appoggi Saddam, gli Usa non possono giustificare il disinteresse per la questione palestinese)  Vasto movimento di opinione in Israele che reclama la fine delle ostilità con i palestinesi (Peace Now, refusnik)  1991 Conferenza di Madrid con delegazioni israeliana e palestinese (personalità dei TO, no OLP)  Con la mediazione norvegese iniziano incontri segreti tra israeliani e palestinesi (anche dell’OLP) che porteranno, nel 1993 alla firma degli Accordi di Oslo © Patrizia Fabbri - 2010
  • 26. Accordi di Oslo: cosa dicono  Ritiro di Israele da parti della Cisgiordania e della strisci di Gaza  Diritto di autogoverno dei palestinesi in tali aree: creazione dell’Autorità Nazionale Palestinese  Governo ad interim dell’ANP per 5 anni durante il quale doveva essere negoziato l’accordo permanente  Fino a tale accordo, i TO sarebbero stati suddivisi in 3 zone:  Zona A (grandi città): pieno controllo ANP  Zona B (maggioranza dei villaggi palestinesi): controllo civile palestinese e controllo israeliano per la sicurezza  Zona C (insediamenti dei coloni e altre “zone di sicurezza”) sotto il pieno controllo israeliano  Israele si impegna a sospendere la costruzione di nuovi insediamenti nei TO  Israele riconosce l’OLP quale rappresentante del popolo palestinese; l’OLP riconosce il diritto a esistere dello stato di Israele e rinuncia al terrorismo © Patrizia Fabbri - 2010
  • 27. Accordi di Oslo: cosa non dicono Le questioni più critiche vengono deliberatamente escluse dagli accordi e lasciate in sospeso (diversamente non si sarebbe giunti ad alcun accordo):  Status di Gerusalemme  Destino dei rifugiati palestinesi  Smantellamento degli insediamenti israeliani nell’area  Azioni da intraprendere per garantire la sicurezza  Definizione precisa dei confini  Gestione delle risorse idriche © Patrizia Fabbri - 2010
  • 28. Dopo gli accordi di Oslo  Ritorno nei TO di 100mila palestinesi: contrapposizione tra “esterni” (esuli di Tunisi) e “interni” (la classe politica che nel frattempo si è formata nei TO)  Gli ebrei russi vanno a sostituire i lavoratori palestinesi “giornalieri” all’interno di Israele: brusco abbassamento del livello di vita nei TO (dal 1992 al 1996 la disoccupazione passa dal 3% al 28% e il reddito pro-capite è sceso del 37%)  Gli insediamenti dei coloni crescono a un ritmo mai raggiunto negli anni precedenti (281.000 nel 1993; 387.000 nel 2000)  Hamas e Jihad inaugurano la stagione degli attentati suicidi in Israele (dal 1994 al 2000, 242 uccisi)  Chiusura dei TO con ulteriore impatto sull’economia dei palestinesi  L’opinione pubblica israeliana inizia a mettere in discussione il processo di pace © Patrizia Fabbri - 2010
  • 29. Verso il fallimento degli accordi  Crescente appoggio della popolazione palestinese, soprattutto a Gaza, ad Hamas per le politiche sociali intraprese  Costante perdita di fiducia della popolazione palestinese nell’ANP impastoiata nel consolidamento del potere  1995 incontro di Taba (Oslo II): estensione del controllo dell’ANP sulle principali città Cisgiordane (problema di Hebron, assassinio di Rabin)  1996 vittoria del Likud di Netanyahu; interruzione del processo di pace  1999 tornano al governo i laburisti di Barak, ripresa del processo in un clima di reciproca sfiducia (mentre il livello di vita nei TO continua a peggiorare e proseguono gli attentati suicidi in Israele)© Patrizia Fabbri - 2010
  • 30. Verso il fallimento degli accordi  Maggio 2000 – Israele si ritira definitivamente dal Libano: il ritiro viene interpretato come una vittoria di Hezbollah (e quindi della lotta armata)  Luglio 2000 – vertice di Camp David  Israele:  accetta di mettere in discussione la propria sovranità totale su Gerusalemme (ma non capitale dei due stati  Propone la restituzione dell’88% dei TO  Accetta il rimpatrio di 10.000 profughi palestinesi  Rifiuta il ritiro ai confini antecedenti la guerra del 1967  Rifiuta lo smantellamento di parte degli insediamenti  Rifiuta il rientro di tutti i rifugiati palestinesi  Pretende il mantenimento del controllo di alcune aree a garanzia della propria sicurezza  Arafat:  Non accetta che Gerusalemme sia capitale di Israele e non dello stato palestinese  Pretende il riconoscimento dei diritto al ritorno di tutti i profughi palestinesi  Pretende l’applicazione delle risoluzioni ONU che chiedono il ritorno ai confini precedenti il conflitto del 1967© Patrizia Fabbri - 2010
  • 31. La seconda Intifada  Settembre 2000 – Ariel Sharon compie la famosa “passeggiata” sulla Spianata delle Moschee: è la miccia che fa scoppiare la seconda Intifada  La rivolta popolare viene subito coordinata dalle forze di sicurezza dell’ANP, alleate per l’occasione con Hamas  Febbraio 2001 in Israele Sharon vince le elezioni  Prosegue la strategia degli attentati suicidi di Hamas e delle Brigate dei Martiri al Aqsa (al Fatah)  Marzo-aprile 2002: operazione “scudo difensivo”. Barriera da Gerusalemme a Jenin e occupazione delle principali città cisgiordane (assedio Moqada, chiesa Natività)  2003 nuovo piano di pace. “Road map” (Usa, Russia, UE, Onu) che ha la stessa debolezza di Oslo e non sortisce nulla © Patrizia Fabbri - 2010
  • 32. La seconda Intifada © Patrizia Fabbri - 2010 Palestinesi e israeliani uccisi dal 29 settembre 2000 al 26 dicembre 2008 totale * Palestinesi uccisi nei Territori Occupati dalle forze armate israeliane 4.792 952 Palestinesi uccisi nei Territori Occupati dai "coloni" israeliani 45 Palestinesi uccisi dall'esercito israeliano all'interno di Israele 69 3 Palestinesi uccisi da civili israeliani all'interno di Israele 2 TOTALE PALESTINESI UCCISI 4.908 955 Civili israeliani uccisi nei Territori Occupati dai palestinesi (inclusa Gerusalemme Est) 237 39 Soldati israeliani uccisi nei Territori Occupati dai palestinesi 245 Civili israeliani uccisi in Israele dai palestinesi 490 84 Soldati israeliani uccisi in Israele dai palestinesi 90 TOTALE ISRAELIANI UCCISI 1.062 123
  • 33. DALLA SECONDA INTIFADA ALL’ATTACCO A GAZA © Patrizia Fabbri - 2010
  • 34. La società israeliana  Marzo 2006: nelle elezioni anticipate vince il partito Kadima  Luglio - settembre 2006: disastrosa guerra in Libano © Patrizia Fabbri - 2010
  • 35. La “guerra civile” palestinese 2005  nelle elezioni municipali Hamas ottiene la maggioranza nelle principali città palestinesi  “piano di disimpegno” di Sharon. Gaza diventa la roccaforte di Hamas 2006  Elezioni del Consiglio Nazionale Palestinese  Hamas ottiene la maggioranza assoluta dei seggi  presidenza ANP al Fatah; governo Hamas  Usa, UE e paesi arabi: sanzioni e sospensione aiuti finché Hamas non riconosce Israele e rinuncia lotta armata  Hamas riceve aiuti dall’Iran  Stallo e costanze frizione tra Hamas e al Fatah. Abu Mazen convoca elezioni anticipate: scontro aperto tra Hamas e al Fatah 2007  Hamas conquista tutte le postazioni di al Fatah a Gaza  Al Fatah attacca Hamas in Cisgiordania  ANP “governa sulla Cisgiordania e Hamas su Gaza © Patrizia Fabbri - 2010
  • 36. Operazione “Piombo fuso”  La striscia di Gaza viene “sigillata”. 1,5 milioni di persone rinchiuse in 360 km2: grave emergenza umanitaria  Hamas continua il lancio di missili sulle cittadine israeliane di frontiera  19.6.2008: concordata “tregua” di 6 mesi per: alleggerire l’assedio di Gaza, interrompere il lancio di missili  27.12.2008: inizia l’operazione “piombo fuso”  Bombardamento di Gaza e attacco via terra  Utilizzo armi non convenzionali (bombe al fosforo bianco)  Caduti palestinesi: 1.438, di cui 304 sotto i 15 anni; 580, secondo Israele, erano membri attivi di Hamas  Caduti israeliani: 13, di cui civili 3  Al termine del conflitto (17 gennaio) sono 80.000 i palestinesi rimasti senza casa © Patrizia Fabbri - 2010
  • 37. Vittime dicembre 1987 – gennaio 2009 Palestinesi Israeliani totale * totale * Dal 9 dicembre 1987 al 31 dicembre 1993 1.204 254 179 5 Dal 1° gennaio 1994 al 28 dicembre 2000 345 60 242 13 Dal 29 settembre 2000 al 26 dicembre 2008 4.908 955 1.062 123 Dal 27 dicembre 2008 al 17 gennaio 2009 1.438 304 13 TOTALE 7.895 1.573 1.496 141 * di cui minori sotto i 17 anni Palestinesi uccisi nel conflitto tra Hamas e al Fatah 594 Cittadini stranieri uccisi dai palestinesi (in Israele e nei TO) 54 Cittadini stranieri uccisi dagli israeliani (nei TO) 10
  • 38. Approfondimenti  www.ochaopt.org (Office for the Coordination of the Humanitarian Affairs dell’Onu)  www.un.org/unrwa/ (UN Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near Est)  http://icrc.org/web/eng/siteeng0.nsf/html/Palestine!Open (Croce Rossa Internazionale in Palestina)  www.btselem.org (Israeli Information Centrer for Human Rights in the Occupied Territories)  www.fmep.org (Foundation fot Middle East Peace) © Patrizia Fabbri - 2010
  • 39. Grazie © Patrizia Fabbri - 2010 Contatti: info@patriziafabbri.it