5. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
5
Premessa: dalla diaspora
al mandato inglese
La Diaspora indica la dispersione nel
mondo degli Ebrei avvenuta a
partire dal 70 d.C. (conquista di
Gerusalemme) e dal 135 d.C.
(soffocamento dei moti ebrei per
l’indipendenza).
A partire dalla conquista romana, la
Palestina fu sempre in mani
straniere:
Bizantini (IV sec. d.C.-636)
Arabi (636-1099)
Crociati (1099-1291)
Mamelucchi (1291-1517)
Ottomani (1517-1917)
Inglesi (1917-1948)
6. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
6
Alla fine del XIX sec., in Palestina
vivevano circa 45.000 Ebrei a
fronte di 450.000 Palestinesi; nel
resto del mondo, pur integrati, gli
Ebrei costituirono una “nazione
nelle nazioni”.
Il giornalista Theodore Hertzl,
inviato a Parigi nel 1894, dopo
avere osservato e descritto
l’antisemitismo che ormai
dominava l’Europa, scrisse un
libro, Lo stato ebraico, che
conteneva un vero e proprio
progetto di creazione di uno stato
ebreo in Palestina.
7. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
7
Nacque così il Sionismo*,
l’ideologia secondo cui gli Ebrei
avevano il diritto di
riappropriarsi delle terre che
erano appartenute ai loro avi.
T.Herzl (1860-1904)
8. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
8
Dal 1897 al 1948 giunsero in Palestina
650.000 Ebrei.
Nello stesso periodo, le conquiste
francesi della Tunisia, del Marocco,
dell’Algeria, quelle inglesi dell’Egitto
e del Sudan, quella italiana della
Libia, favorirono la nascita di un
movimento ideologico affine al
Sionismo: il Nazionalismo arabo, che
fu alla base della ribellione araba
contro gli Ottomani durante la Prima
Guerra Mondiale.
Questa ventata nazionalista fu frustrata
dai trattati successivi alla guerra: la
Cis-* e la Transgiordania furono
affidate ad un Mandato Britannico
che causò una serie di violenti
tumulti degli Arabi contro gli
immigrati Ebrei, a tutti gli effetti
degli Occidentali in terra islamica.
10. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
10
La nascita della
questione palestinese
Fino al 1948 furono un milione i profughi
palestinesi costretti a lasciare le loro
case e a rifugiarsi nei paesi confinanti
per l’arrivo in massa degli Ebrei.
Questi, a loro volta, erano scampati alla
peggiore mostruosità della storia: il
genocidio nei campi di sterminio. Il
risarcimento della comunità
internazionale (la concessione di una
patria) faceva degli Ebrei degli ex
oppressi che nel contesto specifico
diventavano degli oppressori.
⇓
11. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
11
Dunque:
- gli Ebrei chiedevano all’ONU di
esercitare il proprio diritto a tornare
in quella che era stata la loro patria;
- i Palestinesi chiedevano di rimanere in
quella che da tempo immemorabile
era la loro terra.
Nessuna delle due comunità era
disposta ad essere governata
dall’altra, né a condividere lo stesso
spazio. La contesa avveniva
nell’ambito della spartizione del
globo tra USA e URSS: dietro a
Israele c’era l’America, dietro i paesi
arabi la Russia.
Gli Ebrei ritenevano che il problema
sarebbe stato risolto dall’integrazione
dei Palestinesi nei paesi confinanti.
MA COSI’ NON FU:
12. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
12
i rifugiati vennero lasciati nei campi
profughi in condizioni spaventose
proprio perché servissero da mezzo
di pressione contro gli Ebrei. Tutti i
finanziamenti e gli aiuti dei paesi
arabi nei confronti dei Palestinesi
non vennero elargiti per migliorare le
condizioni di vita, ma nella
prospettiva di una guerra contro gli
Ebrei ed il loro definitivo
allontanamento.
Le diplomazie internazionali furono
incapaci di risolvere il problema,
anche perché tra le due parti non si
volle scendere a compromessi:
13. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
13
Secondo gli
Israeliani, toccava
agli Arabi
risolvere il
problema dei
profughi loro
connazionali,
mentre essi
avevano il diritto
a conservare la
biblica Terra
Promessa.
Secondo gli Arabi,
gli Israeliani
erano una potenza
colonizzatrice,
simile ai Francesi
in Algeria, che
doveva essere
semplicemente
cacciata via con
ogni mezzo.
14. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
14
Il comportamento inglese fu
sostanzialmente ambiguo (doc:
Dichiarazione Balfour): da un lato si
permise agli Ebrei di immigrare
senza limitazione di numero (almeno
fino al 1939); contemporaneamente si
prospettò ai Palestinesi la
costituzione di un loro stato entro
dieci anni.
Incapaci di affrontare la situazione
dopo la Seconda Guerra Mondiale e
il grande afflusso di Ebrei a seguito
della Shoah, gli Inglesi
abbandonarono la zona e affidarono
la questione palestinese all’ONU, che
con la risoluzione 181 (doc.) del 29
novembre 1947 propose il seguente
piano di spartizione:
16. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
16
La proclamazione
di indipendenza di Israele
Mentre continuano le violenze e gli
assalti militari da una parte e
dall’altra, e ben 250.000 arabi
emigrano nei paesi confinanti, il
14 maggio 1948 Israele proclama la
propria indipendenza e si costituisce
come stato sovrano.
La reazione dei paesi arabi confinanti è
immediata: il giorno successivo tra
Israele e paesi Arabi scoppia la
prima delle quattro guerre che
contrapporranno il nuovo stato
ebraico ai paesi confinanti (Egitto,
Giordania, Siria, Libano, Arabia) e
limitrofi (Iraq).
17. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
17
Ben Gurion, “padre” dello
stato di Israele e primo
ministro dal ‘49 al ‘53
Ben Gurion, “padre” dello
stato di Israele e primo
ministro dal ‘49 al ‘53
19. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
19
Le guerre arabo-israeliane
(1948-1973)
La Guerra di Indipendenza Israeliana
(maggio’48-primavera ‘49)
Il giorno dopo la proclamazione di
indipendenza, Egitto, Libano, Siria,
Giordania, Iraq attaccano Israele: la
Lega Araba dispone di un esercito
efficiente che inizialmente conquista
Gerusalemme e Tel Aviv;
successivamente, anche a causa della
divisione interna della Lega Araba,
Israele riguadagna i territori perduti
e aumenta la propria estensione di un
terzo rispetto al piano ONU.
La conferenza di Rodi sancisce un
armistizio, non una pace.
20. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
20
Israele e la Palestina dopo la
guerra di indipendenza (‘49)
21. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
21
Negli anni successivi Israele consolidò
le proprie strutture istituzionali, fu
ammesso all’ONU, varò la
cosiddetta Legge del Ritorno (1950),
ricevette un sostanzioso indennizzo
dalla Germania sotto forma di
forniture industriali.
Contemporaneamente, l’Occidente
simpatizzava per gli Arabi, sia per
le condizioni dei profughi
palestinesi, sia per l’intenzione di
Israele di spostare a Gerusalemme
la propria capitale; inoltre, i paesi
ospitanti si rifiutarono di integrare
e conferire la cittadinanza ai
profughi, sebbene correligionari.
A questo punto, la questione
palestinese subì una svolta di
carattere internazionale:
22. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
22
L’URSS di Stalin riprese la politica
antisemita e antisionista (interessato
anche all’espansione nella zona)
appoggiando il Presidente dell’Egitto
Nasser, che non faceva mistero delle
proprie mire espansioniste in medio
Oriente.
Nasser, antioccidentalista e
filosovietico, nel luglio 1956
nazionalizzò il Canale di Suez,
sottraendo di fatto all’Inghilterra e
alla Francia il controllo economico
della regione.
Si costituì così una coalizione tra
Inghilterra, Francia e Israele che
sfociò nell’ottobre 1956 nella
23. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
23
Il colonnello Gemal A.
Nasser, presidente
dell’Egitto dal 1954 al 1970.
Fu considerato la guida
dell’emancipazione
antimperialista dei paesi
arabi.
Il colonnello Gemal A.
Nasser, presidente
dell’Egitto dal 1954 al 1970.
Fu considerato la guida
dell’emancipazione
antimperialista dei paesi
arabi.
24. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
24
Guerra del Sinai
(29 ottobre-5 novembre 1956)
Il generale Moshè Dayan, coadiuvato da
un giovanissimo Ariel Sharon, dilaga
nel giro di pochi giorni fino al Mar
Rosso, catturando uomini e mezzi
egiziani. Nel giro di diciotto giorni la
guerra termina con un bilancio
positivo per Israele, che ottiene il
porto di Eilath sul Mar Rosso, il
permesso di transito per navi e merci
dirette a Israele sul canale di Suez, la
presenza di forze ONU a Gaza e sul
Sinai.
Israele non allarga il proprio territorio,
ma da questo momento verrà
considerato dagli Arabi come
l’avamposto dell’imperialismo
occidentale.
25. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
25
E i Palestinesi?
Nel 1965 nasce l’OLP*, forza politica e
organizzativa che si prefigge il
compito di dare voce pubblica
all’entità palestinese e combattere con
ogni mezzo Israele. Costituita da
varie anime, l’OLP trova in Yasser
Arafat, leader del movimento Al-
Fatah, il proprio capo carismatico.
Sono gli anni del conflitto vietnamita e
del diffondersi del movimento
antimperialista: Nasser e Arafat
assunsero un ruolo come quello di
Castro e Ho-Chi-Minh, e la
contrapposizione al sionismo divenne
una vera lotta di liberazione,
paragonabile a quella appena
conclusa in Algeria (1962).
26. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
26
Verso un nuovo conflitto
Nel 1966 URSS, Siria ed Egitto strinsero un
patto politico-militare in funzione
antisraeliana e antioccidentale;
contemporaneamente, dalle Alture del
Golan (confine siriaco-israeliano) i
Palestinesi entravano in Israele per
compiere raid e attentati: Israele
rispondeva bombardando il confine;
Papa Giovanni XXIII aprì il dialogo con
il mondo ebraico abbandonando la
tradizionale accusa del deicidio; a seguito
del golpe dei colonnelli in Grecia (1967),
l’URSS convinse Nasser a porre il blocco
navale sul golfo di Aqaba, strangolando
così Israele da un punto di visto
economico e diplomatico; con l’Egitto e la
Siria si schierarono la Giordania e l’Iraq:
27. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
27
La guerra dei Sei Giorni
(5-10 giugno 1967)
Una delle guerre più studiate della storia,
per la rapidità tattico-strategica con cui
Israele sconfisse i nemici:
nel giro di una mattinata Israele,
attaccando di sorpresa, distrusse a terra
tutti gli aerei egiziani, siriani e giordani;
nelle operazioni di terra, durate quattro
giorni, Israele conquistò il Sinai fino al
canale di Suez, la Giudea e la Samaria
fino al Giordano, Gerusalemme (che era
per metà israeliana e per metà giordana)
fino al Muro del Pianto e le Alture del
Golan.
Israele perse 700 uomini contro i 15.000
degli avversari; Capo di Stato Maggiore
era Isaac Rabin.
28. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
28
Moshè Dayan, capo di Stato
Maggiore dal ‘53, ministro
della difesa, protagonista
indiscusso della guerra del
‘67.
Moshè Dayan, capo di Stato
Maggiore dal ‘53, ministro
della difesa, protagonista
indiscusso della guerra del
‘67.
31. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
31
A cavallo degli anni ‘70 vanno registrati
alcuni fatti rilevanti:
- 1970, il Settembre Nero: Re Hussein di
Giordania, preoccupato dalla presenza
dei Feddajin dell’OLP nel proprio
territorio, scatena la caccia al
Palestinese: 10.000 morti;
- Nasser muore e gli succede Sadat, il cui
programma è ripristinare l’economia
dell’Egitto e preparare una guerra di
sorpresa a Israele;
- gli USA stanziano fondi a favore di
Israele, mentre l’URSS arma l’Egitto;
- Golda Meir, nuovo primo ministro
d’Israele, allontana dal governo la destra
e si dichiara favorevole al dialogo con gli
Arabi;
- in Israele iniziano nella società civile i
primi dissensi nei confronti della politica
anti-palestinese
32. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
32
Golda Meir. Ambasciatrice a Mosca, fu ministro
degli Esteri dal ‘56 al ‘66 e primo ministro dal
‘69 al ‘74. Si dimise a seguito della guerra del
Kippur.
Golda Meir. Ambasciatrice a Mosca, fu ministro
degli Esteri dal ‘56 al ‘66 e primo ministro dal
‘69 al ‘74. Si dimise a seguito della guerra del
Kippur.
33. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
33
La guerra del Kippur
(6-22 ottobre 1973)
Contemporanea e simile a quella
musulmana del Ramadan, la festa del
Kippur (espiazione) è una delle feste più
importanti dell’ebraismo.
Attaccati di sorpresa dall’esercito siriaco-
egiziano, gli Israeliani subiscono
l’iniziativa degli avversari, favoriti anche
dal ponte aereo sovietico; dopo sette
giorni di empasse, Israele si riorganizza e
sconfigge nuovamente la Siria sul Golan e
l’Egitto nel Sinai; Sharon è addirittura
pronto ad attraversare il Canale di Suez
ma viene fermato dall’ONU su pressioni
di USA e URSS.
Israele ha perduto il mito dell’imbattibilità,
ma conserva inalterato il proprio
territorio, che verrà restituito all’Egitto
dopo gli accordi di Camp David del 1979.
34. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
34
I protagonisti di Camp David: da sinistra, il
presidente egiziano Sadat, il presidente
degli U.S.A. Carter (Nobel per la Pace
2002), il primo ministro israeliano Begin.
I protagonisti di Camp David: da sinistra, il
presidente egiziano Sadat, il presidente
degli U.S.A. Carter (Nobel per la Pace
2002), il primo ministro israeliano Begin.
36. Breve storia della
questione israelo-
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36
Dal dopo-Kippur al Libano
Negli anni ‘70 la destra (il Likud) vince le
elezioni: i cosiddetti Territori Occupati
(Cisgiordania e Gaza) vengono
considerati a tutti gli effetti terre
israeliane: così, il governo aiuta e
finanzia la costruzione di insediamenti di
coloni israeliani e l’avvio di imprese
economiche in territori a maggioranza
palestinese; per proteggere i coloni, la
presenza militare israeliana aumenta,
generando malcontento e numerosi atti
terroristici.
Nel 1980 Gerusalemme viene proclamata
unilateralmente “capitale indivisibile” di
Israele;
nel 1981 le alture del Golan vengono
annesse, con il pretesto che da lì partono
le incursioni palestinesi contro Israele.
37. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
37
La campagna del Libano
Fatta la pace con l’Egitto, Israele spostò
il centro della propria “politica di
sicurezza” al Nord:occupato il Golan,
l’altro obiettivo israeliano era il
Libano, dove erano attive le basi
dell’OLP. Dopo una serie di attentati
e incursioni terroristiche palestinesi,
il 6 giugno 1982 Begin iniziò
l’operazione Pace in Galilea, di fatto
la quinta guerra di Israele.
Nelle intenzioni di Begin e Sharon,
doveva trattarsi di un’operazione di
polizia, volta ad occupare una fascia
di confine di 40 Km per tutelare le
popolazioni della Galilea, esposte agli
attacchi dei feddayin. Invece:
38. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
38
già il 14 giugno gli Israeliani stavano
assediando Beirut ovest, sede del
quartiere generale dell’OLP.
L’attacco israeliano si inseriva in una
situazione già caotica: il Libano era
dilaniato da una guerra civile tra le
diverse etnie e componenti religiose
(cristiano-maroniti, drusi, sciiti,
sunniti); gli stessi Siriani erano
intervenuti (1976) con il pretesto
della pace ma avevano bombardato i
quartieri cristiani della capitale
(1978).
Con l’intervento degli Israeliani i
Palestinesi fuggirono nei paesi
confinanti, da dove furono rimandati
nei campi profughi di Beirut.
39. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
39
A seguito del massacro di Sabra e
Chatila (settembre 1982), e della
corresponsabilità di Sharon nel
massacro, l’opinione pubblica
mondiale e parte di quella israeliana
condannarono la politica aggressiva
di Begin; dopo l’arrivo in Libano
della forza internazionale di pace
(USA, Francia, Italia), Israele si
ritirò dal Libano nel maggio 1983.
Nel frattempo, però, 140.000 Palestinesi
dovettero stabilirsi in Libano sotto il
controllo siriano: l’esasperazione
palestinese favorì l’esplodere del
terrorismo internazionale.
40. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
40
Nella notte tra il 17 e 18
settembre 1982, i
falangisti cristiani libanesi
penetrarono nel campo
profughi di S. e C. e
massacrarono centinaia
di profughi con il tacito
consenso dei militari
israeliani che avrebbero
dovuto controllare
militarmente la zona.
Nella notte tra il 17 e 18
settembre 1982, i
falangisti cristiani libanesi
penetrarono nel campo
profughi di S. e C. e
massacrarono centinaia
di profughi con il tacito
consenso dei militari
israeliani che avrebbero
dovuto controllare
militarmente la zona.
41. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
41
Ariel Sharon, ex primo ministro. Contribuì
al successo israeliano durante la guerra
del Kippur; ministro della difesa dal 1981
al 1983, fu costretto a dimettersi per le
sue responsabilità nei massacri in Libano
(per cui è attualmente imputato presso un
Tribunale Internazionale). E’ da sempre
contrario alla restituzione dei Territori
occupati; da due anni è in coma.
Ariel Sharon, ex primo ministro. Contribuì
al successo israeliano durante la guerra
del Kippur; ministro della difesa dal 1981
al 1983, fu costretto a dimettersi per le
sue responsabilità nei massacri in Libano
(per cui è attualmente imputato presso un
Tribunale Internazionale). E’ da sempre
contrario alla restituzione dei Territori
occupati; da due anni è in coma.
42. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
42
Il terrorismo
Il terrorismo mediorientale, a
differenza di tutti gli altri fenomeni
similari, ha un raggio planetario,
colpendo indistintamente tutti gli
obiettivi considerati “sionisti”: dopo
Israele al primo posto tra i paesi
colpiti c’è l’Italia, seguono la Francia,
la Germania, la Grecia, la Gran
Bretagna.
Le tipologie dell’Internazionale del
terrorismo panarabo sono due:
1) un movimento antioccidentale,
antimodernista e antisecolare, che
trae ispirazione dal khomeinismo;
2) un movimento antioccidentale che si
oppone al post-colonialismo
occidentale e teorizza il riscatto del
mondo arabo dalla subordinazione
all’Occidente.
43. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
43
La differenza tra il rivoluzionario e il
terrorista risiede nella ragione della lotta.
Colui che lotta per una causa giusta, colui
che lotta per ottenere la liberazione del suo
Paese, colui che lotta contro l’invasione e
contro lo sfruttamento, come contro la
colonizzazione, non può mai essere
definito un terrorista. (Y.Arafat all’ONU,
1974)
44. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
44
Le organizzazioni
terroristiche
Hamas (Ardore):
movimento di
resistenza islamica
sorto a Gaza nel 1988.
Opera in concorrenza
con l’OLP e, oltre ad
affermare che la
Palestina è sacra
proprietà islamica,
teorizza un acceso
antisemitismo e rifiuta
qualsiasi soluzione
negoziata della pace;
fondendo religione e
politica, Hamas critica
ogni ipotesi di uno
stato palestinese laico e
democratico. E’ oggi
molto seguito nei
Territori.
Hezbollah (Partito di
Dio): fondato dalle
Guardie della
Rivoluzione Iraniana
e con sede in Libano,
ha lo scopo di
promuovere la
nascita di uno stato
islamico come in
Iran. Contrario agli
accordi israelo-
palestinesi, ha come
obiettivo la
costituzione di una
repubblica pan-
islamica guidata dal
clero. Recentemente
si è avvicinato ad
Hamas.
45. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
45
Abu Nidal
Organization: creato
nel 1974 da una
scissione da Fatah.
Molto attivo negli
anni '80 e '90, è
conosciuto in Italia
per l'attentato del 27
dicembre 1985 agli
aeroporti di
Fiumicino e Vienna:
16 morti. Entra ben
presto in conflitto
con Fatah, di cui non
approva le aperture
ad Israele, il nemico
da annientare.
Attualmente senza
seguito nei territori.
Fronte Democratico di
Liberazione della
Palestina: di origine
marxista-leninista,
supporta la nascita di
uno Stato palestinese
in un territorio
liberato da Israele.
Primo attentato di
rilievo, quello alla
scuola di Ma'alot:
uccise 27 persone (134 i
feriti). Molti sono
bambini. Nel maggio
'88, fra l'altro,
organizza un attentato
all'auto dell'attuale
premier israeliano
Ariel Sharon.
A lungo in aperto
contrasto con Fatah e
vicino all'opposizione
ad Arafat. Ultime
operazioni: 25 agosto
2001, 3 soldati uccisi,
nella Striscia di Gaza.
46. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
46
Fronte Popolare per la
Liberazione della
Palestina: di
ispirazione marxista
leninista, fondato da
George Habash. Non
ha riconosciuto gli
accordi di Oslo del
'93, allontanandosi
dall'OLP.
Attivissimo negli
anni '70, sia contro
obiettivi israeliani
che contro obiettivi
arabo-moderati.
Ultimo attentato di
rilievo: 17 ottobre
2001, assassinio del
ministro del Turismo
israeliano,
l'ultranazionalista
Rehavam Zeevi.
Jihad islamica:
nasce nel 1979-80
grazie all'iniziativa di
alcuni studenti
islamici in Egitto,
sulla scia del successo
della Rivoluzione
iraniana e sotto
l'influenza dei gruppi
radicali di
universitari egiziani.
Negli anni '80 il
gruppo si trasforma
in nucleo terrorista
attivo nei territori e
nella Striscia,
protagonista dell'
Intifada . A fine anni
'90, l'organizzazione
è protagonista di una
serie di attacchi
suicidi in Israele.
47. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
47
Fronte di Liberazione
della Palestina: nasce
in Libano nell'aprile
del'77. Il nuovo
gruppo ha come capo
Abu Abbas ma è
diviso al suo interno
in fazioni spesso in
conflitto fra loro: nel
1983-1984 si
distaccano altri
piccoli gruppi. Nel
novembre 1989 Abu
Abbas, eletto nel
comitato esecutivo
dell'OLP, traghetta il
FLP verso Fatah, di
cui sposa, di fatto,
l'analisi politica. Nell'
'85, Abu Abbas
diventa il terrorista
più noto al mondo,
con il dirottamento
della Achille Lauro.
Arafat prende le
distanze dall'attività
del FLP.
Tanzim:braccio armato
di Fatah, gioca un
ruolo determinante nel
salto di qualità
dell'Intifada 2000: dai
sassi ai mortai, alle
bombe. I Tanzim si
ritengono
l'avanguardia del
futuro Stato
palestinese, l'esercito
non ufficiale che può
accentuare la pressione
sui coloni e i civili
israeliani senza
compromettere troppo
Arafat e Fatah. Sono
gli eroi dell'Intifada,
l'esempio da seguire
per migliaia di
adolescenti dei
territori.Leader
riconosciuto, Marwan
Barghouti (agli arresti)
48. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
48
Il terrorismo senza confini
Luglio 1982: ristorante ebraico a Parigi (6
morti);
Ottobre 1982: sinagoga di Roma (1 morto);
Settembre 1985: Larnaca, tre israeliani
uccisi. Per ritorsione Israele bombarda il
quartiere dell’OLP a Tunisi: 40 morti;
Ottobre 1985: dirottamento della Achille
Lauro e uccisione di un anziano ebreo. I
dirottatori si arrendono alle autorità
egiziane e hanno il salvacondotto verso
Tunisi (episodio di Sigonella);
Dicembre 1985: attentato a Fiumicino (16
morti e 70 feriti);
Settembre 1986: a Karachi muoiono 18
persone, alla sinagoga di Istanbul 23.
50. Breve storia della
questione israelo-
palestinese
50
Oslo, 13 settembre 1993: la storica stretta di
mano tra Rabin e Arafat, alla presenza di
Clinton. Sono stati appena firmati gli accordi
sulla autonomia palestinese; Israele e OLP si
riconoscono formalmente per la prima volta.
L’accordo verrà perfezionato due anni dopo
a Taba, in Egitto:
Oslo, 13 settembre 1993: la storica stretta di
mano tra Rabin e Arafat, alla presenza di
Clinton. Sono stati appena firmati gli accordi
sulla autonomia palestinese; Israele e OLP si
riconoscono formalmente per la prima volta.
L’accordo verrà perfezionato due anni dopo
a Taba, in Egitto:
Nell’Antichità si stima che la Palestina ospitasse tra 750.000 e 6.000.000 di abitanti, essendo indicato il numero di 2.500.000 per il 50 d. C. dalla maggior parte degli esperti. Nel II millennio a. C. era abitata da un insieme di popoli, o tribù, pagani (cananei, gebusei e altri) perennemente in lotta per il controllo di questa o quell’area. Verso la fine del millennio gli ebrei, o giudei, invasero la regione e vi si stabilirono; per gran parte dei mille anni seguenti essi costituirono la maggioranza della popolazione e governarono quasi tutto il paese. Il nocciolo dello Stato ebraico (a un certo punto ci furono due regni ebraici separati) era il già citato entroterra collinoso di Giudea, Samaria e Galilea. Per gran parte di quel periodo esso comprese una minoranza di filistei, e in seguito di pagani ellenistici o romanizzati concentrati nella pianura costiera in città come Cesarea, Giaffa, Ascalona e Gaza. Il periodo dell’indipendenza ebraica ebbe fine con l’invasione romana e la repressione di due ribellioni (la prima e seconda guerra giudaica) nel 66-73 e nel 132-135 d.C., conclusesi con l’esilio di quasi tutti gli ebrei.
Dopo una serie di altre invasioni da parte di persiani, arabi, crociati, mongoli, mamelucchi e (di nuovo) turchi, il paese all’inizio del XIX secolo, sotto il dominio imperiale ottomano contava tra 275.000 e 300.000 abitanti,
per il 90% arabi musulmani,
cui si aggiungevano
da 7.000 a 10.000 ebrei e
da 20 a 30.000 arabi cristiani.
Nel 1881, alla vigilia dell’immigrazione ebraico-sionista, la popolazione palestinese era di circa 457.000 persone:
400.000 arabi musulmani, 45.000 ebrei e 42.000 cristiani
(in gran parte greco-ortodossi).
Altre migliaia di ebrei risiedevano stabilmente in Palestina senza possedere la cittadinanza ottomana.
In tutto il resto del mondo l’antisemitismo, con i suoi pogroms e persecuzioni, aveva già una storia ormai più che millenaria.
La realtà quotidiana degli ebrei in Europa era una realtà di discriminazioni e continua insicurezza, interrotta da gravi episodi di sopruso e violenza (“profonda oltraggiosità della vita della Diaspora”). Le libertà fondamentali — viaggiare, scegliere dove risiedere, che mestiere fare e quale religione professare, esprimersi nella lingua dei progenitori — erano soggette a ogni sorta d’ingerenze statali. Le discriminazioni — compresa la proibizione di possedere terreni — impedivano a gran parte degli ebrei dell’est europeo di sfuggire all’indigenza ed elevarsi socialmente. A metà dell’est secolo XIX gli ebrei furono assoggettati a un brutale obbligo di leva venticinquennale, oltre al tentativo di convertirli al cristianesimo in speciali collegi militari. Perfino una commissione governativa russa definì nel 1888 la condizione degli ebrei come contraddistinta da “repressione, emarginazione politica, discriminazione e persecuzione”. L’impulso sionista nacque in questo clima.
Furono necessari, alla fine dell’Ottocento, i traumi successivi dei pogrom russi e dell’affare Dreyfus in Francia per preparare il terreno alla diffusione del sionismo.
La massiccia presenza degli immigrati ebrei in Palestina ebbe la conseguenza di ricompattare la disgregata società arabo-palestinese (divisa tra proprietari latifondisti e contadini poveri) attraverso il recupero e la valorizzazione dell’identità islamica in funzione antiebraica. Fino alla ribellione araba del 1936, l’avversione alla penetrazione ebraica in Palestina costituisce una vera e propria escalation di violenze da entrambe le parti.
Tutto ciò avviene nel contesto della spartizione dell’ex impero turco all’indomani della Prima Guerra Mondiale. Le potenze vincitrici (Inghilterra e Francia) ricevono un mandato dalla S.d.N. per il riordino e l’indipendenza dei territori ex ottomani.
La politica della G.B. nel proprio mandato (Trans- e Cisgiordania) fu quantomeno ambigua: promise infatti tanto ai palestinesi quanto agli ebrei degli insediamenti la creazione di due stati autonomi ed indipendenti. In realtà l’Inghilterra mantenne il consueto atteggiamento imperialista del divide et impera, considerando da un lato il territorio palestinese come una testa di ponte per la penetrazione occidentale in Medio Oriente (Balfour), dall’altro l’amicizia con gli arabi come un fattore fondamentale per le buone relazioni con i paesi mediterranei e del Mar Rosso.
La pressione ebraica (l’immigrazione) si fa più forte subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, tanto da costringere centinaia di migliaia di arabo-palestinesi ad abbandonare le proprie case: cos’era successo?
La Shoah (“l’immane potenza del negativo”) ridisegna i criteri politico-diplomatici e le categorie intellettuali: gli ebrei sopravvissuti (e tutti gli altri) non si fidano più del mondo e delle sue promesse: perché il male radicale non si ripeta è necessaria una patria per il popolo ebraico e, secondo un rapporto americano al presidente Truman, “sarebbe politicamente e moralmente inaccettabile impedire ciò.”
Il governo inglese, incapace di risolvere la situazione, decise di internazionalizzare il caso, sottoponendolo all’ONU. Costituita una Commissione ad hoc, il 29 novembre 1947 fu emanata la risoluzione 181 che propose la spartizione della Palestina:
1) uno stato ebraico;
2) uno stato arabo-palestinese;
3) amministrazione internazionale di Gerusalemme, città sacra per tre religioni
Le reazioni:
- gli arabi espressero immediatamente parere negativo alla costituzione di uno stato ebraico in terra palestinese, contro il quale si sentivano autorizzati ad usare la forza;
- i sionisti, pur evidenziando l’esiguità del territorio loro concesso, si mostrarono favorevoli;
- gli USA, nonostante le minacce arabe sulle forniture petrolifere, furono favorevoli (Israele come baluardo dell’Occidente);
- l’URSS, con grande sorpresa della comunità internazionale, fu favorevole (interessi strategici: allontanare gli Inglesi dalla regione)
Tappe del conflitto arabo-israeliano:
- Risoluzione dell’ONU del 1947: creazione di due Stati e Gerusalemme sotto l’ONU. Contrari a questa risoluzione: Egitto, Siria, Transgiordania, Iraq e Arabia Saudita.
- 14 maggio 1948: finisce il protettorato inglese e Israele proclama la nascita del suo Stato. La Lega araba dà vita alla prima «Guerra arabo-israeliana». Israele vince. Territori palestinesi vengono annessi all’Egitto e alla Transgiordania che diviene così Giordania.
- La cacciata dei palestinesi dalle proprie case, ricordata dai palestinesi come «la catastrofe», coincide con un esodo di 900.000 arabi nei campi profughi, dove vivono tutt’oggi.
- 1956: La guerra di Suez (Egitto contro Francia, Inghilterra e Israele).
- 1967: La guerra dei sei giorni.
- 1969-2004: Presidente dell’OLP è Yasser Arafat, Gli succede Abu Mazen.
- 1973: La guerra dello Yom Kippur.
- 1982: L’esercito israeliano comandato da Ariel Sharon invade il sud del Libano contro i missili ivi stanziati dall’OLP. I libanesi Hezbollah divengono nemici giurati di Israele.
- 1987: La prima «intifada» (o sassaiola di massa a mani nude dei palestinesi contro i fucili israeliani).