Il mostro di Fi-Renzi.
Prima della chiusura feriale, avevamo lasciato questo Blog con il post dall’emblematico titolo “Matteo il cantastorie”. Oggi, al rientro, ritroviamo le solite renzianate nell’intervista pubblicata ieri da “Il Sole 24 Ore”.
Angela Merkel sta guidando la richiesta di un cambiamento delle regole, una revisione del trattato fondamentale che lega l\'Unione europea. Ma è allo tempo stesso troppo e troppo tardi? Il mercato ci suggerisce che il tempo sta davvero per scadere, e così vedremo le probabili conseguenze.
Occupazione: il grande inganno.
Quanto sono affidabili i dati sull’occupazione? Quanto sono utili i provvedimenti adottati dal Governo per favorire la crescita? Continuiamo a nutrire seri dubbi…
Lincontro Europeo Un Piano Senza DettagliHoro Capital
Esattamente, che cosa è accaduto in Europa? Il mercato ha reagito come se fosse arrivata la seconda delle soluzioni come la fine delle soluzioni. Nessun problema qui! La crisi del debito europeo è risolta! Ma se si guarda attentamente (è quasi sempre pericoloso quando si tratta di Europa) c\'è molto di più nella ripartenza del mercato, rispetto alla semplice euforia e sollievo. Quella che abbiamo visto è un\'involontaria conseguenza molto inquietante che tornerà a perseguitarci, come purtroppo ho scritto nel passato. Il dito punta verso i nostri vecchi amici derivati e i credit default swap. Questa settimana, mi sono ripreso da un influenza piuttosto brutta, sottoponiamo quindi ai raggi gamma e delta le questioni che possono esserci dietro il vero motivo della risposta del mercato, marciando inesorabilmente verso l\'Endgame.
L\'Europa rimane al centro dei mercati, ed è giusto così. Ma il quadro non è così chiaro come si vorrebbe. Diversi analisti tendono a dire che se solo questo problema potesse essere risolto, allora tutto questo avrebbe fine. Purtroppo, non è solo un problema ma sono tre che devono essere risolti, e nessuno di loro è semplice.
Matteo, il cantastorie.
Le tasse sulla casa... il livello della disoccupazione... la crescita dell'economia... il Matteo nazionale ce le va cantando a destra e a manca; naturale, dunque, l'immediato accoppiamento con i cantastorie di un tempo (forse) non del tutto passato.
Matteo, il cantastorie.
Le tasse sulla casa... il livello della disoccupazione... la crescita dell'economia... il Matteo nazionale ce le va cantando a destra e a manca; naturale, dunque, l'immediato accoppiamento con i cantastorie di un tempo (forse) non del tutto passato.
Che cosa ci può attendere dalla folle politica monetaria che la Fed sta mettendo in atto, dando essenzialmente fondi illimitati alle banche europee? Che cosa stanno vedendo che noi non conosciamo? E\' tutto questo un precursore dell\'ulteriore allentamento monetario della riunione straordinaria del FOMC della prossima settimana, che è stata esteso da Bernanke ad una sessione di due giorni? Possiamo chiamarla "Operation Twist?" O forse "Twist and Shout?"
Leconomia ai tempi_del_coronavirus-intervista_a_leconomia_ai_tempi_del_corona...IrinaBouros
Qual è a suo avviso il principale problema economico che ci troveremo di fronte a causa di questa crisi?
Il principale problema economico nel breve termine sarà un calo drammatico nella produzione. Stiamo osservando un calo della produzione economica annuale del 30-40 per cento per molti Paesi industrializzati. Sono dimensioni che non abbiamo mai vissuto prima e non c’è da sorprendersi che le industrie chiudano. Se l’industria non produce, il livello di debito del settore privato aumenterà e il debito del settore pubblico salirà a un livello insostenibile, a meno che non mettiamo in atto una sorta di grande piano di cancellazione del debito, o monetizzazione a livello macro, a livello micro. Mario Draghi parlava di un deleveraging (una riduzione della leva finanziaria, ndr) del settore privato che è estremamente importante. Anche il settore pubblico potrebbe farlo, se però viene supportato dalla Banca Centrale, in modo da poterne uscire con un modo molto diverso di pensare la politica economica rispetto a come abbiamo fatto in passato, con le norme sul deficit al 3%. Tutto questo non è più possibile, non solo per quest’anno, non può continuare a causa di questa crisi e delle precedenti crisi irrisolte. Ho sempre sostenuto che la crisi dell’Eurozona non è mai stata correttamente risolta: abbiamo imposto l’austerità, ma non ha aiutato.
Nel mio libro Endgame, scritto con il mio co-autore Jonathan Tepper, ho dedicato un capitolo ai problemi che la Spagna stava affrontando. Era per noi evidente, mentre scrivevamo alla fine del 2010, che per la Spagna non era davvero facile trovare una via d\'uscita. Alla fine, sarebbe arrivato un fiume di miseria e lacrime.
Angela Merkel sta guidando la richiesta di un cambiamento delle regole, una revisione del trattato fondamentale che lega l\'Unione europea. Ma è allo tempo stesso troppo e troppo tardi? Il mercato ci suggerisce che il tempo sta davvero per scadere, e così vedremo le probabili conseguenze.
Occupazione: il grande inganno.
Quanto sono affidabili i dati sull’occupazione? Quanto sono utili i provvedimenti adottati dal Governo per favorire la crescita? Continuiamo a nutrire seri dubbi…
Lincontro Europeo Un Piano Senza DettagliHoro Capital
Esattamente, che cosa è accaduto in Europa? Il mercato ha reagito come se fosse arrivata la seconda delle soluzioni come la fine delle soluzioni. Nessun problema qui! La crisi del debito europeo è risolta! Ma se si guarda attentamente (è quasi sempre pericoloso quando si tratta di Europa) c\'è molto di più nella ripartenza del mercato, rispetto alla semplice euforia e sollievo. Quella che abbiamo visto è un\'involontaria conseguenza molto inquietante che tornerà a perseguitarci, come purtroppo ho scritto nel passato. Il dito punta verso i nostri vecchi amici derivati e i credit default swap. Questa settimana, mi sono ripreso da un influenza piuttosto brutta, sottoponiamo quindi ai raggi gamma e delta le questioni che possono esserci dietro il vero motivo della risposta del mercato, marciando inesorabilmente verso l\'Endgame.
L\'Europa rimane al centro dei mercati, ed è giusto così. Ma il quadro non è così chiaro come si vorrebbe. Diversi analisti tendono a dire che se solo questo problema potesse essere risolto, allora tutto questo avrebbe fine. Purtroppo, non è solo un problema ma sono tre che devono essere risolti, e nessuno di loro è semplice.
Matteo, il cantastorie.
Le tasse sulla casa... il livello della disoccupazione... la crescita dell'economia... il Matteo nazionale ce le va cantando a destra e a manca; naturale, dunque, l'immediato accoppiamento con i cantastorie di un tempo (forse) non del tutto passato.
Matteo, il cantastorie.
Le tasse sulla casa... il livello della disoccupazione... la crescita dell'economia... il Matteo nazionale ce le va cantando a destra e a manca; naturale, dunque, l'immediato accoppiamento con i cantastorie di un tempo (forse) non del tutto passato.
Che cosa ci può attendere dalla folle politica monetaria che la Fed sta mettendo in atto, dando essenzialmente fondi illimitati alle banche europee? Che cosa stanno vedendo che noi non conosciamo? E\' tutto questo un precursore dell\'ulteriore allentamento monetario della riunione straordinaria del FOMC della prossima settimana, che è stata esteso da Bernanke ad una sessione di due giorni? Possiamo chiamarla "Operation Twist?" O forse "Twist and Shout?"
Leconomia ai tempi_del_coronavirus-intervista_a_leconomia_ai_tempi_del_corona...IrinaBouros
Qual è a suo avviso il principale problema economico che ci troveremo di fronte a causa di questa crisi?
Il principale problema economico nel breve termine sarà un calo drammatico nella produzione. Stiamo osservando un calo della produzione economica annuale del 30-40 per cento per molti Paesi industrializzati. Sono dimensioni che non abbiamo mai vissuto prima e non c’è da sorprendersi che le industrie chiudano. Se l’industria non produce, il livello di debito del settore privato aumenterà e il debito del settore pubblico salirà a un livello insostenibile, a meno che non mettiamo in atto una sorta di grande piano di cancellazione del debito, o monetizzazione a livello macro, a livello micro. Mario Draghi parlava di un deleveraging (una riduzione della leva finanziaria, ndr) del settore privato che è estremamente importante. Anche il settore pubblico potrebbe farlo, se però viene supportato dalla Banca Centrale, in modo da poterne uscire con un modo molto diverso di pensare la politica economica rispetto a come abbiamo fatto in passato, con le norme sul deficit al 3%. Tutto questo non è più possibile, non solo per quest’anno, non può continuare a causa di questa crisi e delle precedenti crisi irrisolte. Ho sempre sostenuto che la crisi dell’Eurozona non è mai stata correttamente risolta: abbiamo imposto l’austerità, ma non ha aiutato.
Nel mio libro Endgame, scritto con il mio co-autore Jonathan Tepper, ho dedicato un capitolo ai problemi che la Spagna stava affrontando. Era per noi evidente, mentre scrivevamo alla fine del 2010, che per la Spagna non era davvero facile trovare una via d\'uscita. Alla fine, sarebbe arrivato un fiume di miseria e lacrime.
La necessità di fare un grosso cambiamentoHoro Capital
Il 5 marzo 2013 il Dow Jones Industrial Average ha stabilito un nuovo massimo storico, superando il precedente massimo pari a 14,165.50 che era stato raggiunto nell'ottobre del 2007. Solo il mercato azionario non sembra prendere atto che il mondo si trova oggi in una situazione ben diversa rispetto a 5 anni e mezzo fa. Molti investitori parlano di un mercato ribassista, ma intanto percorrono la strada rialzista. Questa apparente contraddizione è funzione della convinzione diffusa che la politica della banca centrale sia questa proveniente da Tokyo, Francoforte, Londra o Washington fornisce un efficace copertura alla volatilità consentendo così agli investitori di ignorare i problemi economici e finanziari sottostanti, che continuano intanto a cuocere a fuoco lento.
La prossima settimana potremo probabilmente vedere il Congresso passare un estensione del taglio "temporaneo" sull\'imposta sui salari, principalmente adottata come stimolo per l\'economia nel gennaio del 2011. Mentre scrivo, questa estensione è prevista solo per due mesi. Lasciamo da parte la politica e guardiamo alle implicazioni economiche della proroga, e poi andremo ad esaminare il deficit negli Stati Uniti. Questo darà luogo ad alcune riflessioni sull\'Europa e su che cosa dovrebbe accadere per un paese se lasciasse l\'euro.
Come promesso la scorsa settimana, punteremo il nostro sguardo verso l\'Europa e mediteremo su quello che c\'è in serbo per l\'Europa per quest\'anno e per i prossimi cinque anni. Cosa si legge a pagina 2? La "BCE rivede l\'accordo per redigere un patto fiscale." Sembra che ci siano troppe lacune, e che queste renderanno il documento privo di significato ... un po\' come il Trattato che hanno ora. Continuando la lettura apprendiamo ulteriormente che "la minaccia di default greco cresce e il prosieguo dei negoziati inizia a vacillare." Sembra che vi sia una mancanza di accordi su quanto debba essere il taglio sul debito per gli investitori, e i greci non vogliono garantire alcun debito futuro, nel caso in cui in futuro abbiano bisogno di fare ancora default. Ma vogliono €15 miliardi per mantenere la macchina del debito in funzione ancora per qualche altro mese.
Renzi e la rivoluzione copernicana.
Il premier, reduce da un inasprimento dell’imposizione fiscale, parla al congresso nazionale del suo partito, promettendo una rivoluzione copernicana in campo fiscale che produrrà una diminuzione generalizzata delle tasse.
Circolari e risoluzioni amministrative
La Cassazione ha recentemente ribadito il valore non vincolante delle circolari e delle risoluzioni emanate dall’Agenzia delle Entrate: nulla quaestio! Senonché, in un sistema giuridico/normativo come quello italiano, affrontare la crescente complessità concernente la quotidiana attuazione delle varie disposizioni di legge appare spesso un’impresa improba.
Pensieri sotto l’ombrellone: escapologia fiscale
Italiani, siate allegri: è arrivato il mago che vi svela i suoi segreti per riuscire, finalmente, a non pagare le tasse. C’è solo un piccolissimo, insignificante dettaglio da considerare: estote parati (anche voi, come fece lui) a fare un viaggetto in quel di Panama.
Lavoratori migranti: non tutti i mali vengono per nuocere?
La questione dei migranti è attualmente al primo posto fra le priorità che le forze politiche italiane e comunitarie devono affrontare e risolvere. I cittadini attendono risposte concrete con riferimento a una situazione che si va facendo ogni giorno più ardua, a partire dalle problematiche concernenti la pacifica convivenza di popoli così differenti fra loro, nel continente con la più alta densità mondiale.
America first
Trump conferma l’uscita degli Stati Uniti dall’accordo mondiale sul clima. Cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta e quali sono le implicazioni per il mondo del lavoro.
Aspetti critici del Patent Box
La mancata armonizzazione internazionale della normativa sul Patent Box e talune criticità presenti nelle disposizioni nazionali, creano non pochi problemi di carattere pratico. Per contro, sono proprio le lacune esistenti che possono, in determinati casi, prospettare talune buone opportunità internazionali d’investimento.
Il Flexible Benefit
Le aziende metalmeccaniche, a partire dal 1° giugno 2017, devono mettere a disposizione una serie di buoni spesa per il welfare dei dipendenti e dei loro familiari.
L’ipotesi di accordo di rinnovo del CCNL per le aziende metalmeccaniche e dell’installazione di impianti, datata 26.11.2016, ha varato un nuovo istituto contrattuale che prevede dei particolari contributi economici a favore dei lavoratori: il flexible benefit.
Lavoro dipendente svolto allestero da cittadini italianiPaolo Soro
Lavoro dipendente svolto all’estero da cittadini italiani
In questo periodo, i contribuenti sono come al solito alle prese con la compilazione della dichiarazione dei redditi e l’eventuale conseguente pagamento delle imposte. Non per tutti, però, la situazione appare chiara.
Ogni anno aumenta sempre di più il numero dei cittadini italiani che si reca all’estero per lavorare alle dipendenze di un datore di lavoro locale, ma, da un punto di vista prettamente fiscale, resta residente in patria. Orbene, per tali soggetti, spesso non è affatto facile comprendere quali siano gli adempimenti cui devono provvedere e, in generale, quali eventuali obblighi abbiano nei confronti del Fisco nazionale.
Dubai, IVA al via!
Il Ministero delle Finanze degli EAU pubblica le FAQ, confermando per il prossimo 1° gennaio il Via! alla nuova normativa emiratina in materia d’IVA.
Continua la campagna informativa del Governo degli Emirati Arabi Uniti in vista dell’introduzione dell’IVA, prevista per il 1° gennaio 2018: il portale istituzionale del Ministero delle Finanze emiratino, al riguardo, ha pubblicato le risposte ai primi quesiti.
Mamma, ho perso l’aereo!
L’Alitalia al redde rationem.
Nella simpatica commedia americana, record d’incassi al botteghino, il piccolo Macaulay Carson è un passeggero che perde l’aereo per ben due volte. Gli autori, nonostante il successo ottenuto in entrambe le occasioni, hanno ritenuto che non sarebbe stato più credibile fargli mancare il volo anche in una terza circostanza.
In Italia, invece, per la terza volta nel giro di nove anni (2008 – 2013 – 2017), il personale dell’Alitalia (e non solo) “perde l’aereo”.
Stabile organizzazione occulta, work in progress
Il Senato è al lavoro per cercare di regolamentare le Stabili Organizzazioni Occulte in Italia delle OTT. Occorre, però, capire l’utilità concreta di una normativa in conflitto con le disposizioni delle Convenzioni internazionali che, in caso di conflitto, prevalgono rispetto alla legge nazionale.
TTIP e TPP: Mettiamo un po’ d’ordine
Il Transatlantic Trade and Investment Partnership e il Trans Pacific Partnership hanno in comune solo una cosa: il fatto che sono entrambi due accordi di collaborazione (partnership) concernenti gli scambi commerciali internazionali… o forse c’è dell’altro?
Voluntary Disclosure Bis
La Voluntary Disclosure Bis (chiamata in gergo, Voluntary Disclosure 2.0) proposta dal governo consente, ora, la regolarizzazione anche di contanti e valori al portatore conservati in Italia.
Tra le misure contenute nel testo del Decreto Legge del 22 ottobre 2016 n. 193 (in vigore dal 24.10.2016), collegato alla Legge di Bilancio 2017, coordinato con la Legge di conversione 1° dicembre 2016, n. 225, pubblicata nella GU n. 282 del 02.12.2016 – Supplemento Ordinario n. 53, troviamo inserita anche la nuova procedura di Voluntary Disclosure (VD), letteralmente: rivelazione volontaria.
L’Unione fa la forza
La crisi che ha pesantemente colpito l’Europa nel 2008 non sembra ancora vedere un’effettiva ripresa generale. Il motivo, a nostro avviso, risiede nell’assenza di una reale unità di intenti all’interno dell’UE.
Framework fiscali internazionali
Senza andare a ipotizzare chissà quali complesse operazioni di fusione inversa transfrontaliera, analizziamo, di seguito, semplici strutture intra-UE ed extra-UE, sotto l’ottica della PMI che intende internazionalizzarsi.
Pianificazione fiscale internazionale
L’internazionalizzazione delle PMI, specie oggigiorno, si sviluppa obbligatoriamente attraverso un’attenta attività di pianificazione tributaria e previdenziale (prima ancora che economica e finanziaria), rispettosa dei principi concernenti l’abuso del diritto e l’elusione fiscale.
Pianificazione fiscale etica
E’ possibile sviluppare un’attività di pianificazione fiscale internazionale etica (che sia cioè improntata su condivisibili precetti morali)? A modesto parere di chi scrive, assolutamente sì! E, in questo contributi, si cercherà di fornirne adeguata dimostrazione logica.
Il Gruppo IVA
La Legge denominata “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019”, appena entrata in vigore, ha introdotto una nuova figura fiscale denominata “Gruppo IVA”, mediante l’inserimento del “Titolo V-bis Gruppo IVA” nel D.P.R 633/72.
Il distacco in italia di dipendenti stranieriPaolo Soro
Il distacco in Italia di dipendenti stranieri
Vediamo come cambiano le procedure del distacco in Italia di dipendenti stranieri, alla luce della normativa 2016 e della recentissima circolare interpretativa (N. 1/2017) dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro.
Di seguito si riporta una panoramica relativa ai più eclatanti casi di pianificazione fiscale aggressiva che hanno trovato spazio nelle principali testate giornalistiche mondiali, cercando di comprendere qual è il reale livello di elusione che i grossi gruppi multinazionali arrivano a conseguire.
1. Il mostro di Fi-Renzi
Prima della chiusura feriale, avevamo lasciato questo Blog con il post dall’emblematico titolo
“Matteo il cantastorie”. Oggi, al rientro, ritroviamo le solite renzianate nell’intervista pubblicata
ieri da “Il Sole 24 Ore”.
Uno dei vantaggi insiti nell’essere in ferie è quello di non doversi sciroppare (tal medicina, prima e
dopo i pasti) le quotidiane letture in materia fiscale o previdenziale cui siamo notoriamente
avvezzi e rotti, accontentandoci di fare quattro risate, tutti insieme sotto l’ombrellone, nel dare
giusto un’occhiata alle menate in tema di calcio-mercato. Una bella gara tra i giornalisti che la
sparano più grossa; ma pur sempre nulla se paragonate alle renzianate che erano pronte a darci il
bentornato al lavoro.
Il pistolero spara-balle più veloce del “West” dà l’ennesima emblematica dimostrazione delle sue
doti nell’intervista pubblicata ieri da “Il Sole 24 Ore”.
Prendiamola con filosofia e limitiamoci a fornire un rapido resoconto delle ulteriori vette delle Alpi
Fandonie raggiunte dal novello Pinocchio in cerca d’autore nel Belpaese di Bengodi.
In premessa, Matteo il cantastorie rassicura tutti coloro che, increduli, si preoccupano di
conoscere dove il Governo intenderà reperire le risorse finanziarie per dar corso alla millantata
rivoluzione copernicana del Fisco:
“Per la prima volta abbiamo ottenuto la possibilità di uno spazio della flessibilità del Patto di
Stabilità e Crescita di circa l'1%. Cercheremo di usare parte di quello”.
Il Patto di Stabilità e Crescita (PSC) è un insieme di regole volte a garantire che i Paesi dell’UE
perseguano una gestione corretta delle finanze pubbliche e coordinino le loro politiche di bilancio.
Alcune norme mirano a evitare che le politiche di bilancio vadano in direzioni potenzialmente
problematiche, mentre altre servono a correggere disavanzi di bilancio o livelli del debito pubblico
eccessivi. Il 13 gennaio del 2015, la Commissione ha emanato dei nuovi orientamenti sull’uso della
flessibilità nell’ambito del Patto, onde agevolare le riforme strutturali e gli investimenti che sono
indispensabili per stimolare la crescita e creare nuovi posti di lavoro in Europa, concedendo dei
margini anche a quei Paesi come l’Italia che non risultano essere tutt’ora all’interno dei parametri
PIL/Debito Pubblico originariamente fissati nel Patto. Detto in altri termini, la flessibilità serve a
non rendere così rigidi questi parametri, come – almeno in teoria – prevedevano le regole del
Patto prima del corrente 2015.
Personalmente, non penseremo ci sia un granché da vantarsi nel riconoscere di avere bisogno
della “flessibilità” (ossia, di una sorta di elemosina europea) per riuscire a intraprendere una
qualunque riforma interna. Ma Matteone, addirittura, si vanta di avere ottenuto un qualcosa “per
la prima volta” (certo, si tratta di una norma del 2015; prima, sarebbe stato alquanto improbabile),
lasciando oltre tutto intendere che questo “qualcosa” sia dipeso dai brillanti risultati ottenuti dal
suo Governo: “grazie al lavoro di tutti a partire da Padoan”.
2. Ciò detto, siccome quello che interessa è il risultato finale, passino pure le acclarate balle, purché
si faccia la fantomatica riforma atta a ridurre le tasse (questa, sì, sarebbe davvero la prima volta ed
ecco perché, scusateci, ma continuiamo a essere fortemente scettici).
“Io le tasse le ho abbassate sul serio”, prosegue Renzi, “mi riferisco innanzitutto agli 80 euro. Chi
guadagna meno di 1.500 euro al mese se n'è accorto eccome”.
E qui concordiamo; se ne è accorto eccome in fase di conguaglio annuale: considerato che la legge
impone dei limiti minimi e massimi e degli obblighi di erogazione mensile, senza tener conto che
assai di frequente gli stipendi variano (e non di poco) da un mese all’altro, molti lavoratori si sono
visti decurtare, improvvisamente e tutte insieme, le svariate rate da 80 euro prima incassate
mensilmente. In pratica, in numerosissimi casi, la tredicesima del 2014 è stata completamente
assorbita dal conguaglio annuale. Immaginiamo che bel Natale abbiano trascorso grazie al “Pacco-
Renzi”.
Il problema è che, tanto per cambiare, la legge partorita è un vero e proprio aborto. Pertanto, le
conseguenze non possono che essere particolarmente dolorose per tutti. Ma, data la
“formazione” tributaria del nostro menestrello, sentirlo disquisire su argomenti indigeribili anche
per i c.d. addetti ai lavori, appare tanto azzardato quanto ridicolo.
“Abolire la tassa sulla prima casa significa mettere fine a un tormentone decennale. Lo aveva
proposto Berlusconi? Certo. Che male c'è? Questo approccio per cui se una cosa l'ha proposta
Berlusconi allora è sbagliata è figlio di una visione ideologica.”
No, purtroppo, sulla base di incontrovertibili dati empirici, non è tanto questione di ideologia,
quanto di dimostrata fanfaronata da propaganda elettorale: come la famigerata creazione di un
milione di posti di lavoro, il contratto sottoscritto con gli Italiani e via discorrendo. In tale modus
operandi, l’equazione [Berlusconi = Renzi], o quanto meno la proporzione [Berlusconi : 1.000.000
di posti di lavoro = Renzi : abbassamento tasse], dimostrano avere piena valenza matematica. E’ in
questo che c’è male; e tanto; non tiriamo in ballo pure l’ideologia; il Paese ha bisogno di fatti
concreti, non di mediocri cabarettisti da avanspettacolo.
La ciliegina sulla torta arriva con l’abituale presa per i fondelli del profanum vulgus:
“Cresciamo all'incirca come Francia e Germania: poco, ma finalmente come loro”.
Senonché lo 0,5% di 1.000 non è esattamente come lo 0,5% di 10. Anche questa è matematica,
evidentemente, un’altra materia particolarmente ostica per il premier. Se la nostra economia
fosse al livello in cui è quella della Germania, e crescesse dello 0,5%, saremmo tutti entusiasti,
considerata la situazione generale mondiale. Il problema è che noi siamo quasi a zero: crescere
dello 0,5% da tale livello, in gergo economico, significa essere in un periodo di stagnazione. Ma già,
pure questi argomenti potrebbero essere compresi solo da chi ha una minima infarinatura di
economia.
Dunque, riepilogando, dall’intervista emerge palesemente che Renzi non capisce praticamente
nulla di fisco, di matematica e di economia. La domanda sorge allora spontanea: di cosa capisce?
3. Proviamo ad azzardare: a nostro avviso sarebbe il migliore, per esempio, nell’andare in giro di
piazza in piazza, portando un carretto pieno di medicinali miracolosi da vendere al popolino; una
sorta di prodigiosa panacea che cura tutti i mali: dall’alluce valgo all’emorroidi. Una figura le cui
gesta restano ancora vivide nell’immaginario collettivo nonostante gli anni trascorsi.
Certo, a quei tempi, nessuno avrebbe mai potuto nemmeno lontanamente ipotizzare a quali
illustre e onorifiche cariche governative avrebbero potuto condurre certe mostruose competenze:
il mostro di Fi-Renzi