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POLITECNICO DI MILANO
Scuola di Architettura e Società
Corso Laurea Triennale in Architettura e Produzione Edilizia
I CONTENITORI DELL’ECONOMIA
COLLABORATIVA
Analisi dimensionale, funzionale e gestionale
Tesi di: Relatore:
Veronica Castellani Dott. Andrea Poltronieri
matricola Correlatrice:
777625 Arch. Cristiana Francesca Giordano
ANNO ACCADEMICO 2013 - 2014
I Contenitori dell’economia collaborativa.
2
I Contenitori dell’economia collaborativa.
3
«In passato eravamo quello che possedevamo;
ora sei quello che condividi»
Charles Leadbeater
I Contenitori dell’economia collaborativa.
4
I Contenitori dell’economia collaborativa.
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Indice
Introduzione ......................................................................................................................7
1 Tipologia di contenitori dell’economia collaborativa..................................................9
1.1 Introduzione all’economia collaborativa ......................................................9
1.2 Spazi coworking: un luogo in cui il lavoro si unisce alla condivisione.........11
1.3 Talent Garden: un luogo in cui i “talenti” si riuniscono per far nascere
nuove idee .................................................................................................................16
1.3.1 TAG.........................................................................................................17
1.3.2 Impact Hub.............................................................................................19
1.4 Fab Lab: un luogo in cui ognuno ha la possibilità di concretizzare le proprie
idee .....................................................................................................................22
2 Ambito e metodologia della ricerca ..........................................................................27
2.1 Obiettivi della ricerca ..................................................................................27
2.2 Ambito dell’indagine...................................................................................28
2.3 Metodologia di ricerca ................................................................................29
2.4 Strumenti utilizzati......................................................................................31
3 Ricerca e analisi dei differenti contenitori di collaborazione....................................43
3.1 Analisi della collocazione geografica degli spazi all'interno del territorio
nazionale....................................................................................................................45
3.2 Analisi dei contesti urbani, degli edifici e delle distribuzioni interne degli
spazi .....................................................................................................................58
3.3 Analisi delle funzioni e dei servizi offerti all'interno degli spazi .................91
3.4 Analisi delle modalità di gestione degli spazi............................................114
Conclusioni.....................................................................................................................131
Appendice......................................................................................................................133
Indice delle immagini, tavole e grafici...........................................................................147
Immagini..................................................................................................................147
Tabelle ...................................................................................................................147
Grafici ...................................................................................................................150
Bibliografia e sitografia..................................................................................................155
I Contenitori dell’economia collaborativa.
6
I Contenitori dell’economia collaborativa.
7
Introduzione
La ricerca svolta all’interno dell’elaborato ha lo scopo di analizzare la diffusione dei
contenitori dell’economia collaborativa all’interno del territorio nazionale e gli aspetti
dimensionali, funzionali e gestionali di questi spazi.
In particolare sono approfondite le caratteristiche degli spazi Coworking, ossia luoghi
in cui il lavoro si unisce agli aspetti di condivisione, apertura e comunità; Talent
Garden, evoluzione del coworking, dove i “talenti” creano comunità con l’obiettivo di
far nascere nuove idee; e Fab Lab, veri laboratori di fabbricazione volti a sviluppare
idee e progetti utilizzando attrezzature tecnologiche innovative e accessibili.
L’interesse nei confronti dei contenitori dell’economia collaborativa è nato durante la
partecipazione all’inaugurazione dello spazio Fab Lab “Ideas” di Monza (MI) ed
aumentato grazie alla partecipazione al “Festival della Cooperazione” e al “Corso di
design dei servizi e co-progettazione per l’impresa sociale e culturale” tenutesi a
Mantova. Queste esperienze mi hanno permesso di ottenere maggiori conoscenze
teoriche e pratiche riguardanti l’economia collaborativa e i relativi contenitori, oltre ad
incuriosirmi e a spingermi ad approfondire l’argomento nei confronti di aspetti che
risultano tuttora poco conosciuti e che, nel corso dell’elaborato, sono analizzati.
Segue, quindi, un percorso che fornisce all’interno del primo capitolo le conoscenze
teoriche dell’economia collaborativa e delle tipologie di spazi selezionati, presentando,
anche, alcuni esempi italiani particolarmente interessanti e significativi. Il percorso
prosegue, successivamente, nel secondo capitolo in cui sono introdotti gli obiettivi, gli
ambiti, la metodologia e gli strumenti utilizzati all’interno della ricerca che comprende
l’analisi di 422 spazi Coworking, Talent Garden e Fab Lab italiani. Terminando, infine,
con la rielaborazione e l’analisi degli interessanti e numerosi risultati ottenuti.
I Contenitori dell’economia collaborativa.
8
I Contenitori dell’economia collaborativa.
9
1 Tipologia di contenitori dell’economia collaborativa
1.1 Introduzione all’economia collaborativa
Il tema della ricerca ruota attorno al più vasto mondo dell’economia collaborativa,
risulta perciò necessario inserire una breve introduzione per fornire le conoscenze
essenziali che la riguardano, ai fini di comprendere l’analisi dei contenitori trattati
successivamente.
L’economia collaborativa manca ancora di una definizione ufficiale, tuttavia, è possibile
affermare con certezza che si tratta di una economia che propone il riuso e la
condivisione di beni, servizi e spazi sottoutilizzati, preferendo la condivisione di un
bene o servizio per soddisfare un bisogno alla sua proprietà.
Si tratta di un mondo molto ampio e in continua espansione in cui prendono parte
diversi fenomeni. Come afferma Marta Mainieri, scrittrice di “Collaboriamo!”, “queste
piattaforme non propongono soltanto un nuovo modello di consumo, ma anche un
modo alternativo di muoversi (carsharing), di prestare (crowdfunding) di lavorare
(coworking), di imparare, di viaggiare, di stare insieme, di mangiare e quindi di
vivere”1
. Nonostante le differenze di scopi tra questi servizi, ciò che li accomuna è il
principio della collaborazione, che permette di raggiungere tre grandi benefici:
- economico, perché riusando, affittando, condividendo, prestando e vendendo
risulta possibile, oltre a risparmiare, anche guadagnare;
- ambientale, perché il riuso e il riciclo riducono l’impatto dei consumi
sull’ambiente e gli sprechi, dando una “seconda vita” e rimettendo in circolo
beni ancora sfruttabili;
- sociale, perché la condivisione incoraggia l’incontro tra le persone,
incoraggiando anche il formarsi di comunità.
Questi servizi, oltre a prediligere la soddisfazione di un bisogno piuttosto che la
proprietà di un bene per soddisfarlo, puntano allo scambio al posto dell’acquisto;
promuovono il servizio al posto del prodotto, la fiducia reciproca tra sconosciuti, la
collaborazione e la filiera corta. Le caratteristiche che li accomunano sono:
- la promozione dello sfruttamento delle risorse;
- la presenza di una azienda sotto forma di piattaforma abilitante, che ha lo
scopo di mettere in comunicazione la domanda con la risposta;
1
Tratto da “Marta Mainieri: Ho inventato (e scritto) Collaboriamo!, per riunire tutti i servizi collaborativi
italiani”, 28 marzo 2013, scritto da Marta Mainieri per “Che Futuro!”,
http://www.chefuturo.it/2013/03/marta-mainieri-da-mamma-ad-autrice-e-startupper-ho-creato-
collaboriamo-per-riunire-tutti-i-servizi-collaborativi-in-italia/
I Contenitori dell’economia collaborativa.
10
- le persone, a cui appartengono gli asset, ovvero i beni e le competenze che
generano valore per le piattaforme;
- la collaborazione e il valore sociale, al centro del rapporto fra pari;
- la tecnologia digitale come supporto necessario che facilita il trasferimento e
l’elaborazione della conoscenza tra soggetti.
Secondo Owyang, analista industriale esperto del fenomeno, “l’economia collaborativa
è un fenomeno che consente alle persone di ottenere in modo efficiente ciò di cui hanno
bisogno gli uni dagli altri. Se si guarda da vicino, la folla sta diventando come una
società: auto-finanziamento, progettazione, produzione, e la condivisione di ciò che le
persone hanno già.”2
Figura 1 Il funzionamento dell'economia collaborativa (Owyang, 2013)
Si tratta, quindi, di un fenomeno socio economico statunitense nato all’interno del
mondo digitale e che, progressivamente, si sta adattando alla vita reale, in cui la
diffusione degli smartphone, con conseguente facilità di accesso alla rete e alle
informazioni; la crisi economica, che ha spinto le persone ad un consumo
maggiormente ponderato; e la disillusione generale dei consumatori, hanno generato
una dirompente ed irrefrenabile espansione dal 2008, anno in cui, parallelamente negli
Stati Uniti, si verificò il crollo economico e il caso “Lehman Brothers”.
In un futuro, come scritto all’interno di Wikinomics da Don Tapscott ed Anthony D.
Williams: “Assisteremo all’affermazione di un’economia di tipo completamente diverso,
2
Tratto da “Economia collaborativa: un fenomeno in forte espansione, di cosa si tratta?”, 25 luglio 2014,
a cura di Erica Venditti per “Credit Village”, http://www.creditvillage.it/notizie/economia-collaborativa-
un-fenomeno-forte-espansione-di-cosa-si-tratta
I Contenitori dell’economia collaborativa.
11
in cui le aziende coesisteranno con milioni di produttori autonomi che entreranno in
contatto e si dedicheranno alla co-creazione di valore all’interno di reti a maglie larghe.
Noi la chiamiamo: economia collaborativa”.
Attualmente in Italia si sta verificando, di anno in anno, un costante aumento di
fenomeni appartenenti all’economia collaborativa e di iniziative per capire di cosa si
tratta e la loro attuale diffusione, tuttavia, non esiste ancora una regolamentazione e
un supporto per il loro sviluppo, essendo conosciuta solamente da pochi anni.
I luoghi in cui è possibile lavorare condividendo lo stesso ambiente con altri lavoratori,
sono i “protagonisti” di questo elaborato. In particolare, sono stati selezionati gli spazi
Coworking, Talent Garden e Fab Lab, in cui i principi di condivisione, collaborazione e di
creazione di una comunità risultano essere alla base della loro filosofia. La presenza di
questi principi permette di inserire queste tipologie di spazi all’interno del vasto
numero servizi nati dall’economia collaborativa.
1.2 Spazi coworking: un luogo in cui il lavoro si unisce alla condivisione
Il termine “coworking” venne utilizzato per la prima volta da Bernie DeKoven nel 19953
ad indicare non tanto uno spazio fisico quanto una risorsa web in grado di mettere in
condivisione diversi servizi online per più professionisti attraverso un’unica interfaccia.
Successivamente fu ripreso nel 20054
da Brad Neuberg, un programmatore della Bay
Area, per definire non un semplice luogo in cui lavorare, ma uno spazio fisico nel quale
i lavoratori potessero condividere i valori di comunità, collaborazione, apertura,
accessibilità e sostenibilità.
Figura 2 L'idea di coworking (Project your space)
Da questa definizione nacque il primo spazio coworking: l’Hat Factory di San Francisco
diede così il via ad un nuovo stile di lavoro basato sull’interazione e la comunione degli
spazi tra diversi utenti.
3
http://whatis.techtarget.com/definition/coworking
4
http://whatiscoworking.com/
I Contenitori dell’economia collaborativa.
12
L’ex fabbrica di cappelli, rifunzionalizzata per lo scopo, non era un semplice ufficio, ma
comprendeva, oltre alle postazioni di lavoro, diversi servizi tra cui una cucina, una zona
relax e un grande tavolo per circa dieci persone.
Con il passare degli anni le funzioni all’interno di questo spazio aumentarono in base
alle necessità riscontrate dai fruitori: furono migliorati gli spazi esistenti e inserite sale
riunioni, aree eventi ed altro. Questi cambiamenti portarono a delineare un modello di
spazio coworking applicabile ad altre realtà territoriali.
Il coworking non è solo uno spazio fisico, ma è considerato un vero e proprio stile di
lavoro orientato alla condivisione di un ambiente, mantenendo, nonostante ciò,
un’attività indipendente tra gli utenti.
Figura 3 Coworking (Wonderthirties)
A differenza del tipico ambiente d’ufficio, coloro che lavorano in uno spazio coworking
spesso sono dipendenti di diverse aziende o liberi professionisti che trovano in questi
spazi la perfetta unione tra le comodità del lavorare a casa e le caratteristiche positive
del lavoro tradizionale in ufficio.
I “coworkers”, cioè coloro che lavorano all’interno degli spazi coworking, sono
solitamente freelance che hanno sperimentato il lavoro da casa, con le conseguenti
distrazioni derivanti da tale ambiente, o liberi professionisti che hanno viaggiato
frequentemente. Entrambe le condizioni portano il lavoratore ad operare in un relativo
isolamento dovuto alla mancanza di relazioni con altri colleghi, perciò lo scopo degli
spazi coworking è diventato in questo caso il raduno sociale, offrendo la possibilità di
affittare, per periodi di tempo più o meno flessibili, scrivanie, tavoli di lavoro o sale. In
questo modo è possibile sia lavorare indipendentemente sia condividere uno spazio e
dei valori, scoprendo le dinamiche che si possono creare lavorando a contatto con
altre persone.
I Contenitori dell’economia collaborativa.
13
È importante, però, non confondere questi spazi con altre modalità di lavoro, come gli
acceleratori di affari, gli incubatori di impresa e le suite per dirigenti. Tali spazi sono
infatti focalizzati sul profitto piuttosto che sulla comunità e mancano dell’aspetto
fondamentale del processo sociale, collaborativo e informale. Il coworking si inserisce
in un contesto che si trova a metà tra i due mondi casa e ufficio, ma è da queste realtà
e da altre tipologie lavorative analoghe che si ispira dal punto di vista logistico, sociale
e di interazione tra gli individui, delineandosi come fenomeno unico e innovativo nel
suo genere.
Negli ultimi anni il numero di spazi coworking è cresciuto in maniera esponenziale,
partendo dagli Stati Uniti per poi arrivare in Europa e nel resto del mondo, diventando
una sorta di rivoluzione e coinvolgimento globale. Nello specifico dell’Europa, il
fenomeno si è inizialmente diffuso nelle grandi capitali come Berlino, Londra e Parigi, e
solo successivamente è approdato in Italia dove, da qualche anno ad oggi, ha iniziato a
guadagnarsi un maggiore interesse ed una espansione sempre più ampia.
Figura 4 Evoluzione degli spazi Coworking dal 2012 al 2013 (Deskmag)
Diverse sono le realtà più o meno consolidate nel territorio nazionale: un esempio è la
rete Coworking Project by COWO® nata da un’idea di Laura Coppola e Massimo Carraro
che hanno deciso di trasformare i loro uffici a Milano in spazi coworking il 1° Aprile del
2008 e che ora, dopo aver formulato un programma di affiliazione, radunano in un
unico network 111 spazi coworking in 63 città italiane, permettendo a possibili
coworkers di individuare gli spazi più vicini aumentando la visibilità di quelli ancora
poco conosciuti.
I Contenitori dell’economia collaborativa.
14
Figura 5 Spazi COWO (COWO)
Esistono anche coworking non associati a delle reti e operanti sostanzialmente come
realtà singole in grado di offrire servizi mirati ad un target mirato di persone: un
esempio è Piano C5
, lanciato a Milano nel dicembre 2012 come realtà di coworking e di
servizi per le donne (e per papà con bimbi al seguito), e successivamente trasformato
in un insieme innovativo di soluzioni volto a facilitare e migliorare il rapporto donne/
lavoro attraverso la creazione di una community e di risorse e servizi specifici (“servizi
salvatempo”, formazione, momenti di incontro, spazi di relax, convenzioni con il
quartiere, etc.).
Figura 6 Pianta Spazio Piano C
L’interesse verso tali spazi è in aumento non solo nel mondo dei coworkers, ma anche
in quello dei media, che li definiscono come spazi di lavoro comune a basso prezzo
soffermandosi solo sull’aspetto economico e tralasciando erroneamente i valori di
condivisione, collaborazione e comunità che stanno alla base di questi spazi.
Ovviamente le questioni economiche sono centrali ed è perciò importante cercare di
trasformare questi spazi in facilitatori della crescita economica, soprattutto in questo
periodo di crisi in cui serve aumentare anche il guadagno. Ciò diventa possibile se alla
condivisione di spazi, idee e relazioni, si aggiunge anche quella di servizi commerciali e
5
tratto dal sito di Piano C, http://www.pianoc.it/media/
I Contenitori dell’economia collaborativa.
15
di consulenza: sono infatti sempre più numerosi gli spazi che offrono servizi volti a
sostenere le piccole start up che nascono o scelgono di lavorare all’interno di questi
luoghi(ad esempio reti commerciali, avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro ed
esperti di bandi e finanziamenti), facendo diventare gli spazi coworking il volano per un
nuovo sviluppo socio-economico del Paese e lo snodo di un cambiamento sociale e
culturale, ponendosi come doppia alternativa positiva e propositiva.
Infatti per i sempre più numerosi lavoratori autonomi, con spesso esigue possibilità di
investimenti iniziali, la possibilità di frequentare uno spazio di lavoro flessibile nei costi
e nei servizi rappresenta un modo per poter sviluppare passo dopo passo la propria
attività, potendo utilizzare di volta in volta solo gli spazi e le attrezzature strettamente
indispensabili.
La precarietà e il largo uso di tempo determinato hanno provocato in Italia l’aumento
di nuove ditte individuali, il “popolo delle partite IVA”, le quali necessitano di forte
duttilità operativa, soprattutto all’inizio dell’attività quando l’utilizzo di una postazione
lavoro o sporadicamente di una sala riunioni risultano servizi più che sufficienti. Tutto
ciò che serve inoltre è un computer portatile, un cervello e una buona rete internet. Gli
spazi coworking rappresentano pertanto la soluzione anche per tutti quei
professionisti obbligati a spostarsi da una città all’altra che quindi necessiterebbero di
un ufficio in ogni luogo di lavoro, caso assai improbabile per gli enormi costi, o
lavorerebbero in una camera d’albergo piuttosto che al tavolino di un bar, con tutti gli
scompensi del caso. Tali spazi danno infatti la possibilità, in questo caso, di affittare
una scrivania a giorni e prenotare da una città all’altra sfruttando il network per
sondare eventuali disponibilità, riuscendo così a garantirsi un luogo di lavoro e tutti i
servizi allegati.
Figura 7 Riadattamento degli spazi da uffici a spazio coworking (Steelcase, 2009)
Infine è necessario soffermarsi sulle comunità che si formano all’interno degli spazi
coworking e che creano al loro interno delle atmosfere rilassate e informali,
tipicamente casalinghe, basate sulla socialità e la condivisione. Naturalmente, la
I Contenitori dell’economia collaborativa.
16
socialità e la condivisione di idee sono solo una parte di ciò che rende attraente questi
spazi, unitamente al vantaggio di condividere con il resto dei membri i costi di elementi
essenziali per il lavoro, quali la connessione a internet, i servizi di telefonia, le forniture
per ufficio e l’affitto.
In conclusione, sempre più persone scelgono gli spazi coworking poiché, oltre a
rappresentare una grande alternativa per i lavoratori autonomi, tali realtà si stanno
dimostrando anche una soluzione sostenibile per gli imprenditori e i liberi
professionisti che cercano di costruire una rete di collaborazione accettando e
condividendo i valori di apertura, comunità, accessibilità e sostenibilità, senza per
questo sentirsi in competizione con gli altri coworkers e creando di conseguenza posti
e modi migliori di lavorare.
Inoltre la possibilità di accedere ad un luogo informale nel quale convivono differenti
personalità, con i profili professionali più disparati permette di entrare in contatto con
competenze e nuove conoscenze, che possono, talvolta, generare nuove opportunità
di business.
1.3 Talent Garden: un luogo in cui i “talenti” si riuniscono per far
nascere nuove idee
Recentemente gli spazi coworking si sono evoluti in nuove tipologie, denominati Talent
Garden, che intendono tali spazi non solo come semplici contenitori in cui lavorare in
condivisione, ma piuttosto come luoghi in cui far nascere e crescere nuove idee.
Lo scopo principale è infatti quello di sviluppare le idee al loro interno, evolvibili in
nuove start up o progetti grazie alla collaborazione tra i membri. In ogni rete di Talent
Garden, i membri accedono spesso tramite un colloquio o una selezione effettuata per
garantire e favorire una maggiore condivisione: infatti coloro che desiderano accedere
ad un Talent Garden vengono direttamente selezionati dai membri dello spazio.
Questa scelta da un lato può sembrare negativa, ma dall’altro favorisce ed assicura la
presenza di persone che appartengono ad uno stesso ambito di lavoro/interessi, quindi
in grado di confrontarsi e interagire con il resto dei membri, o ad un ambito
complementare, e quindi possono generare stimoli o relazioni interessanti all’interno
del gruppo.
Una ulteriore caratteristica di questi spazi è la scelta di un ambito o tema
caratterizzante, come ad esempio l’ambito digitale, del web o delle comunicazioni,
oppure un ambito sociale o artistico. La scelta di un tema permette ai possibili
interessati di identificare lo spazio come luogo ideale in cui sviluppare e dare maggiore
risalto alle proprie idee e di individuare molto più facilmente possibili coworkers o
imprese interessate al progetto.
I Contenitori dell’economia collaborativa.
17
All’interno di questi spazi viene posta particolare attenzione alla cura degli interni volti
a creare un ambiente accattivante, sostenibile e stimolante per i fruitori. Gli arredi
scelti spesso provengono da materiali o oggetti riciclati e riutilizzati, oltre al mondo del
design. Essendo lo scopo dei Talent Garden la creazione di nuove idee, particolare
importanza viene data alle aree indirizzate alla comunità, come quelle relax o di ristoro
in cui si crea maggiormente il clima rilassato ideale per la condivisione di esperienze,
bisogni ed idee.
Per comprendere meglio i Talent Garden è necessario approfondire ulteriormente
alcuni degli aspetti sopra indicati, come i motivi che hanno spinto alla creazione di
questi spazi, il loro percorso e i “talenti” che vi accedono. Per questo scopo vengono di
seguito trattate due reti esemplificative di questa nuova tipologia di spazi, entrambe
nate recentemente, ma perfettamente inserite all’interno del nostro territorio: la
prima rete trattata è “TAG”, una rete di spazi interessante per l’origine e l’ambito di
sviluppo delle idee; la seconda rete è “Impact Hub” il cui ambito è totalmente
differente rispetto al primo caso, ma ugualmente interessante, inoltre la sua diffusione
a livello internazionale merita una particolare attenzione.
Figura 8 Impact Hub Amsterdam (Impact Hub)
1.3.1 TAG
“TAG” (Talent Garden) è un network di coworking “made in Italy”, fondato a Brescia
nel Dicembre 2011 dalla mente di Davide Dattoli e dal coinvolgimento di alcune piccole
imprese che hanno finanziato il progetto nato dalla necessità di lavorare insieme ad
altre persone simili e stimolanti.
Viene definito come un “Passion Working Space”, cioè un ecosistema di menti brillanti
e creative, piene di entusiasmo, passione, coraggio e fantasia, che trovano in questo
spazio la possibilità di dare vita a nuove idee, creando un metaforico “giardino di
talenti” le cui sedi possono essere considerate come grandi contenitori di scambio.
La filosofia alla base di questi spazi contenenti i talenti selezionati è che, in un mercato
di dimensioni globali, la vera concorrenza sia rappresentata dalle grandi aziende
internazionali e non dal “vicino di scrivania”, con cui è possibile invece creare una
partnership per sviluppare nuove idee.
I Contenitori dell’economia collaborativa.
18
Il modello TAG mira non solo a condividere gli spazi di lavoro, ma a raccogliere,
attraverso attività formative e comunicative (eventi, corsi di formazione, workshop e
iniziative), tutto ciò che nasce all’interno di un territorio con l’obiettivo di svilupparlo
tra persone con interessi simili nel mondo del web, del digitale e della comunicazione.
La collaborazione e la condivisione sono gli stimoli che permettono ai diversi membri di
TAG di “contaminarsi” generando così un confronto continuo volto a far crescere
rapidamente idee e professionalità.
TAG rappresenta uno dei primi “franchising dell'innovazione”,ovvero una catena di
spazi nata con l’obiettivo di diffondersi nelle città secondarie italiane per dare una
maggiore possibilità ai talenti delle città meno conosciute. In seguito a un
cambiamento di pensiero, furono aperte due nuove sedi TAG all’interno di due grandi
città del Nord d’Italia, Milano e Torino; ampliando ulteriormente la rete nazionale (in
continuo aumento) e incrementando la visibilità del progetto.
Dal territorio nazionale, che attualmente conta nove sedi (Brescia, Bergamo, Cosenza,
Genova, Milano, Torino, Padova, Pisa, Pordenone), il modello TAG è stato esportato
nell’ambiente internazionale che attualmente conta tre sedi estere (New York, Kaunas,
Differdange).
A differenza degli spazi coworking, all’interno degli spazi TAG si riscontra una maggiore
interazione tra i partecipanti grazie anche all’introduzione di una selezione dei fruitori:
infatti solo coloro che si occupano di Web, Digitale e Comunicazione hanno la
possibilità di usufruire della rete e dei servizi di TAG. Queste limitazioni, che possono
inizialmente assumere una valenza negativa, permettono invece l’incontro di persone
con competenze simili, favorendo e facilitando lo scambio delle sinergie, l’instaurarsi di
un’atmosfera piacevole, la condivisione e la creatività.
Nel caso dei TAG, i principali coworkers sono freelance, startup e sempre più spesso
anche piccole agenzie. Come nello spazio coworking, anche in questo caso TAGdiventa
l'ufficio di chi lavorava a casa o in un piccolo ufficio, offrendo loro uno spazio comune
che permette di affrontare spese minori, ma sopratutto di collaborare continuamente
e proficuamente con altre piccole e medie realtà dello stesso territorio, facilitando,
inoltre, la visibilità a livello giornalistico o, nel caso di una startup, l’ottenimento di
finanziamenti.
Ciò che caratterizza TAG dagli altri spazi coworking è: la cura degli ambienti, studiati
per essere allo stesso tempo accattivanti, creativi e funzionali; la specificità di un
particolare ambito di lavoro e la selezione di coworkers che lavorano nell’ambito del
Digitale, del Web e della Comunicazione; la possibilità, per una azienda che entra in
questi spazi, di essere completamente autonoma nel continuare la propria attività e di
collaborare e sviluppare nuovi progetti con persone che si occupano dello stesso
ambito in un luogo che crea un naturale e continuo scambio di idee e competenze.
I Contenitori dell’economia collaborativa.
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Figura 9 Spazi TAG Milano
1.3.2 Impact Hub
La rete “Impact Hub” è nata a Londra nel 2005 con la necessità di creare uno spazio di
lavoro condiviso per persone con idee volte a migliorare il mondo. Nel corso di questi
ultimi anni, attraverso la collaborazione, l'imprenditoria e l'innovazione, la rete di
Impact Hub si è espansa fino a diventare una rete mondiale di oltre 7000 membri,
presente in tutti e sei continenti.
Figura 10 Impact Hub (Impact Hub)
Gli spazi Impact Hub si collocano a metà tra la rete territoriale, l’incubatore per start
up a impatto sociale, le persone che vogliono trasformare le proprie idee in realtà ad
impatto, e uno spazio unico dove lavorare e ospitare eventi d'ispirazione.
La prima sede, tuttora in funzione, è stata aperta nel centro di Londra all'inizio del
2005, è situata all'ultimo piano di un vecchio magazzino, ed incarna lo spirito
imprenditoriale di base. La particolarità di questo spazio è l’essere stato costruito da
zero con l’obiettivo di fornire un ambiente collaborativo in cui le persone potessero
lavorare, incontrarsi e imparare all'interno di una struttura modulare. Anche nelle sedi
di Impact Hub, come in quelle Talent Garden, gli spazi interni sono studiati con cura
per creare ambienti stimolanti, ecosostenibili e dallo stile moderno, al fine di
incuriosire, ispirare e aumentare la creatività dei fruitori. Gli interni sono infatti,
caratterizzati da tavoli a forma di foglia per garantire una maggiore flessibilità dello
spazio, una camera semi-aperta di incontro per organizzare seminari, una biblioteca
isolata e una cucina comune tale da ospitare anche piccole riunioni durante il pranzo o
il caffè. Non essendoci posti di lavoro assegnati, gli utenti si siedono accanto a utenti
diversi ogni volta che accedono.
I Contenitori dell’economia collaborativa.
20
In Italia Impact Hub è approdato per la prima volta a Milano nel 2010 e attualmente
conta sette sedi italiane e una sessantina presenti in tutto il mondo. Negli Impact Hub
vi accedono diversi tipi di membri accomunati dal desiderio di avere un impatto
positivo nella società: imprenditori e operatori del non-profit, liberi professionisti e
giovani studenti, creativi ed esperti d’informatica. Impact Hub è rivolto perciò a tutti
coloro che hanno un'idea, un progetto o una startup ad alto impatto sociale e
ambientale.
Figura 11 Pianta Spazio Impact Hub Milano
Pertanto, Impact Hub non è solo un semplice laboratorio, ma una rete globale di
persone, luoghi e programmi, un incubatore di imprese che offre ai soci un luogo
unico di risorse, ispirazione e opportunità di collaborazione, perché solo stimolando le
relazioni tra creativi, impegnati e focalizzati su uno scopo comune, la società può
evolversi e migliorare. Sono luoghi di ispirazione volti alla nascita di idee innovative,
allo sviluppo di relazioni utili e di opportunità di mercato per chi ha fiducia nel valore
delle relazioni, nello scambio delle informazioni e delle risorse, nell’importanza del
lavoro altrui.
Da una valutazione del 2012 risulta che più di 400 nuove imprese sono state avviate da
membri di Impact Hub, mentre le iniziative in corso hanno creato più di 1.500 nuovi
posti di lavoro e le soluzioni generate in molti campi diversi della loro attività.
L’appartenere ad una comunità solidale stimola i membri a intraprendere azioni
positive e a creare impatto positivo.
I Contenitori dell’economia collaborativa.
21
Chi usa questi spazi ha in comune la speciale sensibilità per l’innovazione sociale, lo
spirito imprenditoriale e la convinzione che lavorare all’interno di un network sia più
produttivo ed entusiasmante piuttosto che in solitudine. I vantaggi di questi spazi sono
numerosi: il lavoro in un ambiente innovativo, stimolante e internazionale; il contatto
con persone che condividono la voglia di dar vita a progetti ad alto impatto sociale e
ambientale; la possibilità di accedere a informazioni, bandi, percorsi di formazione,
opportunità legate all’innovazione sociale.
Un Impact Hub si caratterizza per tre componenti distinti: in primo luogo, si tratta di
una vivace comunità composta da persone appassionate e imprenditoriali che
condividono l'intenzione di portare un cambiamento positivo e agire come pari nello
sviluppo delle loro iniziative; in secondo luogo, è una fonte di ispirazione che fornisce
contenuti significativi attraverso eventi stimolanti, laboratori di innovazione, spazi di
apprendimento e di incubazione, programmi e conversazioni agevolate; in terzo luogo,
è uno spazio fisico che offre un'infrastruttura flessibile e altamente funzionale per
lavorare, incontrarsi, imparare e condividere. La magia avviene nel momento in cui
questi tre elementi di connessione sono portati alla vita attraverso l'arte di ospitare.
Inoltre Impact Hub si impegna ad offrire un programma di formazione stimolante per
ospitare e ispirare una comunità di imprenditori, pensatori, creativi, costruttori di
comunità, investitori, politici, sviluppatori, artisti e molti altri al fine di condividere e
collaborare.
Figura 12 Spazio Impact Hub Milano
La differenza tra Impact Hub e Talent Garden consiste sostanzialmente nel focus
sociale del primo e in quello digitale del secondo. Si tratta dunque di due realtà
completamente diverse che, per questa ragione, collaborano molto spesso facendo
rete in maniera allargata. Secondo Davide Dattoli, fondatore di “TAG-Talent Garden”
“è vitale che questi ecosistemi nascano e crescano anche nelle stesse città, perché si
rivolgono a pubblici differenti, e dunque è auspicabile che ne esistano diversi,
focalizzati su temi diversi6
.”
6
“Talent Garden: intervista a Davide Dattoli”, 1 agosto 2014, a cura di Matteo Troia in “Così parlo il
byte”, http://www.matteotroia.it/talent-garden-il-giardino-dei-talenti/
I Contenitori dell’economia collaborativa.
22
1.4 Fab Lab: un luogo in cui ognuno ha la possibilità di concretizzare le
proprie idee
Il nome FabLab deriva dall’abbreviazione del termine inglese “Fabrication Laboratory”
ed è un vero e proprio laboratorio aperto al pubblico ed è equipaggiato con macchine
per la fabbricazione digitale e non. È un luogo dove chiunque può accedere ed
utilizzare le attrezzature i software con l’assistenza di un personale formato in grado di
trasformare qualsiasi idea in un prototipo o prodotto.
FabLab è una idea americana nata nel 2001 al MIT, dove il prof. Neil Gershenfeld, con
un finanziamento aprì il “Center for Bits and Atoms” (CBA) ed un corso chiamato
"Come fare (quasi) qualsiasi cosa". Ipotizzando all’interno del corso il passaggio dal
personal computer al personal fabricator, cioè di una macchina in grado di creare
qualsiasi oggetto/prototipo tramite una rappresentazione digitale prima e una
realizzazione dopo, e la possibilità di auto prodursi.
Il FabLab è perciò un luogo dove è possibile creare oggetti fisici, utilizzando la
rappresentazione digitale e successivamente le macchine adeguate. Inoltre, attraverso
corsi, workshop ed eventi, fornisce, a basso costo di produzione e in modo
personalizzato, conoscenze, competenze, materiali avanzati e strumenti tecnologici a
chi desidera creare qualcosa di nuovo e su misura, siano essi imprenditori, studenti,
artisti, artigiani e piccole imprese.
Figura 13 Il meccanismo dei Fab Lab (Francesco Bombardi)
I Contenitori dell’economia collaborativa.
23
Questi laboratori nascono con l’obiettivo di non limitarsi alla creazione di piccoli
prodotti di consumo non ancora ideati, ma di sviluppare anche grandi stampanti
portatili in grado di creare anche edifici o ponti utilizzando il calcestruzzo.
Figura 14 I vantaggi degli spazi FabLab
All’interno del progetto è stata creata una rete internazionale dei FabLab che si fonda
su un insieme definito di macchine e strumenti di lavoro in grado di realizzare in
maniera flessibile e semi-automatica un’ampia gamma di oggetti e lavorazioni. Inoltre
è una rete condivisa che permette di inviare oggetti digitali via internet in modo da
poterli fabbricare e materializzare fedelmente in tutto il mondo: ad esempio, un
oggetto prodotto/nato a Boston può essere riprodotto ugualmente a Mosca.
Attualmente i laboratori esistenti sono 4177
dislocati in tutto il mondo e in continuo
aumento.
7
aggiornamento del 06.12.2014 secondo FabLab Foundation, http://www.fabfoundation.org/fab-labs/
I Contenitori dell’economia collaborativa.
24
Figura 15 Mappa degli spazi Fab Lab presenti a livello mondiale. [dal sito di FabLab Foundation]
Un numero rilevante di questi spazi sono italiani e in particolare i FabLab attivi, in fase
di progettazione o prossimi all’apertura, sono 51. Tra questi vi sono diversi esempi
interessanti per fattori differenti come gli anni di attività, la dimensione degli spazi o i
servizi a disposizione. Un esempio è FabLab Torino, il primo FabLab aperto in Italia, che
inserito in Officine Arduino e Toolbox Torino, è posto all’interno del capoluogo
piemontese in una ex fabbrica di 9000 m² recuperata e rifunzionalizzata.
La particolarità di questo spazio, aperto nel 2012, è un’associazione di volontari molto
varia: ingegneri, architetti, studenti e appassionati che promuovono l’open hardware e
l’open source in Italia, progettano e realizzano liberamente i loro oggetti diventando
dei veri e propri “makers”.
Essendo collocati all’interno di Toolbox, l’offerta di servizi e spazi è particolarmente
completa e varia.All’interno di Toolbox e FabLab Torino è possibile infatti trovare:
- openspace per l’attività di coworking;
- aree eventi per conferenze, presentazioni, mostre ed altro;
- sale riunioni;
- aree relax e ristoro;
- laboratorio attrezzato con stampanti 3D, laser cutter, vinyl plotter cutter, fresa
CNC, fresa di precisione, banco falegnameria, oltre ai vari strumenti per la
costruzione di prototipi e Arduino.
I Contenitori dell’economia collaborativa.
25
L’unione di uno spazio coworking con uno FabLab ha avuto riscontri positivi da parte
della popolazione e in particolar modo dei giovani, che in questi spazi vedono
l’opportunità di riuscire a lavorare "creando".
Un ulteriore esempio italiano “appena nato” e in evoluzione è lo spazio FabLab MUSE,
ricavato all’interno dell’omonimo Museo delle Scienze di Trento. Il MUSE “si prefigge di
creare consapevolezza sul patrimonio naturale e sull’impegno etico nella
conservazione della natura e dell’ambiente; cogliere il rapporto tra locale e globale, a
partire dai fattori ambientali; favorire un approccio informale, ludico, partecipato, in
prima persona, con la scienza e le sue applicazioni tecnologiche” 8
.
All’interno dell’openspace è possibile trovare:
- Stampanti 3D;
- Laser cutter;
- Banco falegnameria;
- Fresa CNC;
- Fresa di precisione;
- Vinyl plotter cutter;
- Arduino & co.
Anche grazie alla sua particolare collocazione, lo scopo del MUSE è pertanto quello di
avvicinare educando, tramite attività didattiche, e assistendo i visitatori del museo e i
curiosi di tutte l’età nella scoperta delle macchine prendendo confidenza con queste
nuove attrezzature; e diffondendo un approccio open source alla produzione di
processi e di conoscenza in generale. Inoltre, il laboratorio è utilizzato per sviluppare
strumentazioni, esposizioni e attività per il museo stesso.
Grazie a questi esempi italiani si può confermare non solo che i FabLab sono luoghi di
incontro e condivisione tra persone con diverse formazioni volti a concepire progetti
innovativi, ma che soprattutto sono luoghi in cui conoscere, informarsi e acquisire una
formazione tecnica, grazie alla presenza di corsi, workshop ed eventi a disposizione di
aziende, privati, scuole, designer, grafici, informatici, artigiani tradizionali,
makers, imprenditori e tutti coloro che desiderano trasformare le proprie idee in nuovi
prodotti e prototipi.
La filosofia di questi spazi è quella di condividere idee e sviluppo tecnologico
sostenibile per portare innovazione e conoscenza tecnologica nel territorio in cui il
singolo laboratorio opera.
8
“Menichinelli: oggi apre il FabLab Trento, all’interno del nuovo MUSE”, 27 luglio 2014, a cura di
Massimo Menichinelli in “Che Futuro!”, http://www.chefuturo.it/2013/07/menichinelli-apre-fablab-
trento/
I Contenitori dell’economia collaborativa.
26
In futuro i FabLab offriranno laboratori in grado di autoriprodursi, rendendo più
economica la loro riproduzione, e consentiranno di avere un personal fabricator in
ogni casa cambiando drasticamente la cultura usa e getta di oggi, poichè, per ogni
apparecchio o giocattolo fatto in casa sarebbero possibili, in caso di guasto o rottura,
lo smontaggio, la ricostruzione o il riciclo dei suoi materiali.
I FabLab devono condividere strumenti e processi e garantire l’accesso diffuso ai
moderni mezzi per l’invenzione comprendono che solitamente consistono in:
- una stampante 3D;
- un lasercutter controllato da computer;
- una fresatrice a controllo numerico;
- un signcutter, per produrre maschere di stampa, circuiti flessibili e antenne;
- una fresatrice di precisione per fare stampi tridimensionali e circuiti a montaggio
superficiale;
- un software di programmazione per processori a basso costo ad alta velocità
incorporato.
Ma non sono sufficienti gli strumenti per creare un FabLab, l'idea è che tutti i
laboratori possano condividere conoscenze, disegni e collaborare reciprocamente: ogni
laboratorio deve partecipare alla rete globale senza isolarsi, ma facendo parte di una
comunità di condivisione di conoscenze globale.
In conclusione, un FabLab è una piattaforma di prototipazione tecnica per
l'innovazione, l’apprendimento e l'invenzione volto a fornire uno stimolo per
l'imprenditoria locale, il mondo del lavoro e gli istituti cognitivi: sono infatti sempre più
adottati dalle scuole come piattaforme di progettazione per ottenere dall’esperienza
una profonda conoscenza del processo di progettazione e innovazione attraverso l’uso
delle macchine e dei materiali,. Grazie a questi laboratori ognuno può creare un
oggetto semplificando e snellendo il processo di trasformazione di un’idea in un
prodotto., Come afferma Gershenfeld, "se chiunque può fare qualsiasi cosa, ovunque,
cambia radicalmente il significato di business9
": infatti garantire ai destinatari la
possibilità di crearsi, in modo rapido, semplice ed economico, l'articolo desiderato,
consente sia di ottenere la realizzazione personale sia di soddisfare un bisogno unico,
spesso non considerato dai grandi produttori commerciali.
9
tratto da “The Fab Life”, 13 agosto 2008, a cura di Andy Greenberg per “Forbes”,
http://www.forbes.com/2008/08/13/diy-innovation-gershenfeld-tech-egang08-
cx_ag_0813gershenfeld.html
I Contenitori dell’economia collaborativa.
27
2 Ambito e metodologia della ricerca
2.1 Obiettivi della ricerca
L’aumento crescente dei “contenitori dell’economia collaborativa”, ossia degli spazi in
cui ospitare attività lavorative basate sulla condivisione e sulla collaborazione, e la
scarsa conoscenza dei loro aspetti progettuali e gestionali a livello nazionale, fa
emergere la necessità di effettuare una ricerca volta a conoscere la situazione attuale e
approfondire gli aspetti ancora poco conosciuti di tali spazi. L’attività di ricerca mira
pertanto a restituire una serie d’informazioni utili non solo alla conoscenza, ma anche
alla progettazione di tali tipologie di spazi, individuando gli aspetti fondamentali da
non trascurare durante la fase di progettazione e costruzione dei diversi “contenitori”.
Determinato l’obiettivo generale dell’attività di ricerca, sono stati individuati sei
obiettivi specifici necessari per l’approfondimento degli aspetti dimensionali, funzionali
e gestionali attualmente poco noti di tali spazi:
1. conoscenza del numero di spazi attualmente attivi all’interno del territorio
nazionale per capire l’attuale di diffusione di questi luoghi di condivisione e
quale tipologia tra Spazi Coworking, Talent Garden e Fab Lab sia maggiormente
diffusa;
2. conoscenza della distribuzione geografica degli spazi attivi attualmente nel
territorio nazionale attraverso localizzazione e mappatura degli stessi in base
alla tipologia di appartenenza (Spazi coworking, Talent Garden e Fab Lab);
3. conoscenza delle caratteristiche dell’area e nello specifico delle tipologie di
edifici in cui gli spazi sono collocati, in modo tale da individuare le tipologie
maggiormente utilizzate, conoscere le loro dimensioni e il numero di utenti in
grado di ospitare;
4. approfondimento degli aspetti riguardanti gli spazi interni per conoscere come
questi sono strutturati e capire le relazioni che si creano tra tali spazi interni e
le diverse tipologie “contenitori”, di aree e di funzioni a disposizione di coloro
che vi accedono;
5. conoscenza delle funzioni e dei servizi messi a disposizione dai diversi
“contenitori” analizzati, come ad esempio servizi di consulenza e formazione,
connessioni internet, scrivanie e poltrone, forni microonde, stampanti,
proiettori, giochi, riviste, lasercutter, frese, stampanti 3D, macchine da cucire
ed altri strumenti di lavoro;
6. analisi delle modalità di gestione degli spazi selezionati al fine di conoscere la
presenza di eventuali costi di abbonamenti o di una membership, la possibilità
di affittare gli spazi e di accedervi gratuitamente, oltre alla partecipazione
all’interno di una rete e della tipologia di gestione.
I Contenitori dell’economia collaborativa.
28
2.2 Ambito dell’indagine
Considerato che l’obiettivo della ricerca è quello di analizzare in maniera più
approfondita i “contenitori dell’economia collaborativa”, i quali cambiano
significativamente l’ambiente lavorativo e il modo di affrontare il lavoro come si è visto
nel capitolo precedente, e vista la varietà di tipologie di tali spazi, l’ambito della ricerca
è stato ristretto alle seguenti tipologie specifiche:
- Spazi coworking, ossia luoghi in cui il lavoro si unisce agli aspetti di condivisione,
apertura e comunità insieme ad altri coworkers;
- Talent Garden, evoluzione del coworking, dove i “talenti” creano comunità con
l’obiettivo di far nascere nuove idee in ambiti preventivamente selezionati come,
per esempio, il sociale e il digitale;
- Fab Lab, laboratori di fabbricazione volti a sviluppare idee e progetti utilizzando
attrezzature tecnologiche innovative e accessibili.
Le motivazioni che hanno condotto alla restrizione del campo di indagine sono
riscontrabili:
- nella recente presenza all’interno del territorio nazionale di tali tipologie di spazi
che pur essendo ancora poco noti rappresentano già una valida alternativa ai
luoghi di lavoro più tradizionali;
- nell’ampio consenso riscosso da tali tipologie di spazi nei diversi lavoratori
italiani, in quanto rispondono a problemi diffusi come, ad esempio, il relativo
isolamento e le frequenti distrazioni affrontate da coloro che sono costretti a
lavorare a casa;
- nell’aumento cospicuo in Italia nel corso di pochi anni di queste tre tipologie di
spazi, con la conseguente necessità di capire gli aspetti e le dinamiche
fondamentali ad essi legati.
Inoltre particolare la ricerca è limitata al solo territorio italiano a causa della:
- tempistica a disposizione per l’analisi, poiché l’elevato numero di spazi presenti
in tutto il mondo non consente di considerare la totalità dei casi attivi visto che
solo a livello nazionale sono stati individuati circa cinquecento casi;
- necessità di capire l’attuale situazione di sviluppo in Italia, senza “contaminare”
le informazioni con casi stranieri, che modificherebbero i risultati della ricerca;
- necessità di fornire indicazioni progettuali maggiormente specifiche e facilmente
adattabili alla situazione italiana per supportare coloro che devono progettare in
Italia Spazi coworking, Talent Garden e Fab Lab.
Durante a fase di selezione dei casi studio, si è riscontrato che l’importanza del
“contenitore” non dipende dalla sua dimensione fisica; infatti anche le piccole realtà
contengono informazioni utili per la conoscenza e la progettazione di tali realtà.
I Contenitori dell’economia collaborativa.
29
Considerato pertanto che ogni caso analizzato fornisce informazioni non trascurabili, si
è scelto di non inserire limitazioni relativamente alle dimensioni degli spazi selezionati,
consentendo così l’analisi di tutti i “contenitori” attivi in Italia al fine di:
- conoscere l’attuale diffusione di questi spazi anche in rapporto alle
caratteristiche dimensionali in modo da ottenere una mappatura reale e
affidabile di tutti i casi attivi in Italia senza precluderne alcuno;
- ottenere dei risultati dalla ricerca volti a formulare indicazioni progettuali utili
per qualsiasi dimensione del “contenitore” disponibile per l’inserimento di Spazi
coworking, Talent Garden e Fab Lab.
In conclusione la ricerca effettuata analizza i nuovi spazi lavorativi attivi nel territorio
italiano senza porre alcun vincolo di tipo dimensionale e individua tra i prioritari
“contenitori dell’economia collaborativa” gli Spazi coworking, Talent Garden e Fab Lab.
2.3 Metodologia di ricerca
La fase di analisi è stata suddivisa in quattro macro-settori:
 Studio della localizzazione degli spazi – Lo scopo è quello di analizzare la
collocazione e la distribuzione delle tre tipologie di spazi all’interno del territorio
nazionale, individuandone la posizione geografica, la regione e il luogo in cui ogni
spazio è collocato;
 Studio dimensionale – Questo macro-gruppo analizza le caratteristiche dell’area
territoriale e dell’edificio in cui gli spazi sono collocati, le loro dimensioni (mq), le
capacità di utenti minime-massime e la disposizione interna degli spazi;
 Studio funzionale – Il terzo macro-gruppo analizza gli aspetti funzionali da
approfondire ponendo attenzione alle funzioni e ai servizi a disposizione degli
utenti;
 Studio dei modelli di gestione – Quest’ultimo macro-gruppo analizza le modalità
di gestione degli spazi, concentrandosi sui costi di abbonamento annui che un
utente deve versare per utilizzare lo spazio, l’appartenenza ad una rete, la
possibilità di affittare uno spazio per eventi o alla possibilità di accedere allo
spazio liberamente o tramite adesione a una membership.
Per comprendere meglio come si sia svolta l’analisi delle tipologie selezionate (Spazi
coworking, Talent garden e Fab lab) e la successiva rielaborazione dei dati funzionali
all’ottenimento di indicazioni progettuali, è possibile suddividere la ricerca in un
percorso caratterizzato da diverse fasi:
1. Preparazione del materiale – Questa prima fase è volta ad individuare gli
obiettivi e l’ambito della ricerca, a selezionare i casi studio da inserire in un primo
I Contenitori dell’economia collaborativa.
30
database e a predisporre i materiali utili all’analisi dei casi studio, ossia una
tabella in formato excel e un questionario da inviare ai responsabili di ogni spazio
tramite comunicazione e-mail;
2. Studio degli spazi – In questa fase sono state raccolte le informazioni relative ai
casi selezionati ottenute attraverso l’invio dei questionari precedentemente
predisposti e la consultazione delle informazioni fornite in rete ottenute
principalmente dai seguenti canali:
 siti internet personali, molti spazi possiedono un sito internet dedicato;
 motori di ricerca degli spazi (es. www.coworkingfor.com);
 social network, oltre a siti internet dedicati, molti spazi possiedono una pagina
all’interno di social network (es. “Facebook”);
 articoli web, all’interno di siti internet di riviste e giornali (es. “Wired” o “Che
Futuro!”);
 blog personali;
 piattaforme web non riferite agli spazi analizzati (Google Maps).
3. Inserimento dei dati – In seguito allo studio degli spazi e alle risposte dei
questionari ricevuti dai responsabili di questi, le informazioni sono state inserite
all’interno del database in formato excel creato nella prima fase della ricerca;
4. Integrazione dei dati – Terminato l’inserimento delle informazioni ottenute dalla
fase di studio, i dati sono strati rielaborati al fine di poterli utilizzare in modo più
appropriato nella fase successiva, raggruppando pertanto alcune informazioni
quantitative (dimensione in mq, costi, etc.) riportate all’interno del database in
range specifici per semplificare i dati e riordinare i casi studio in maniera logica;
5. Rielaborazione dei dati – Le informazioni contenute nel database di ricerca sono
state rielaborate mediante tabelle pivot opportunamente studiate e catalogate
per una più facile restituzione e consultazione degli esiti ottenuti (le tabelle sono
state inserite all’interno di un elenco riportante la posizione all’interno del file, il
gruppo di appartenenza, il numero della tabella, il titolo, i dati incrociati e la
tipologia di valore utilizzata);
6. Restituzione delle informazioni ricavate – In seguito alla fase di rielaborazione
dei dati, sono stati estrapolati i risultati ottenuti riportati attraverso sia testi sia
grafici e tabelle.
La ricerca si conclude fornendo dei risultati traducibili successivamente nelle
indicazioni conclusive dell’elaborato.
All’interno di queste fasi sono risultati fondamentali l’utilizzo di più strumenti come
fogli di calcolo elettronico Excel, tabelle pivot, grafici.
I Contenitori dell’economia collaborativa.
31
2.4 Strumenti utilizzati
Per effettuare la ricerca è risultato necessario utilizzare una serie di strumenti
suddivisibili principalmente in due tipologie:
1. Strumenti finalizzati alla raccolta dei dati, ossia il database iniziale per
l’inserimento dei dati e il questionario inviato tramite e-mail ai responsabili degli
spazi;
2. Strumenti finalizzati all’analisi dei dati, ovvero le tabelle pivot ed i grafici utilizzati
per la lettura dei risultati.
Di seguito si descrivono tali strumenti.
A. Foglio di calcolo elettronico Excel
Il principale strumento utilizzato per la ricerca è il foglio di calcolo elettronico excel per
contenere il database di analisi degli spazi e le tabelle e grafici di rielaborazione dei
dati raccolti. Un "foglio di calcolo" è una tabella costituita da un insieme di celle,
organizzate in righe e colonne, atte a memorizzare dati ed effettuare operazioni
matematiche.
B. Il database
Il database è stato predisposto suddividendo le colonne della tabella in sei macro-
gruppi:
1. Nome caso studio – Si tratta della prima colonna della tabella e contiene il nome
dello spazio analizzato nel database.
2. Localizzazione – Questo dato è suddiviso in quattro voci, una per ogni variabile
descrittiva relativa alla localizzazione territoriale e tipologica degli spazi, necessarie
a capire dove sono situati geograficamente, in che regione e città si trovano e a
quale tipologia di “contenitore dell’economia collaborativa” appartengono. I sotto
gruppi sono così disposti:
- Tipologia di spazi – Indica se il caso studio sia uno Spazio coworking, Talent
Garden, Fab Lab; inoltre è stata inserita una ulteriore tipologia mista di spazi,
emersa durante la fase di studio dei casi, denominata Spazi Coworking e Fab Lab,
ossia casi contenenti sia uno Spazio coworking sia un laboratorio Fab Lab;
- Luogo – Indica la città dove lo spazio è inserito, molte grandi città contengono
più spazi appartenenti anche a diverse tipologie di “contenitori”;
- Regione –la regione italiana in cui lo spazio analizzato è situato, tale
informazione è necessaria per comprendere la distribuzione degli spazi
all’interno della regione e capire eventuali differenze;
- Localizzazione geografica – Questa informazione è stata inserita durante la fase
di rielaborazione dei dati e indica la localizzazione dello spazio rispetto alle tre
zone dell’Italia, comunemente indicate come Nord (Regioni settentrionali italiane
quali Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto,
I Contenitori dell’economia collaborativa.
32
Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia), Centro (Regioni centrali italiane, quali
Lazio, Abruzzo, Umbria e Toscana) e Sud (Regioni meridionali e isole, quali
Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna).
Queste prime categorie risultano necessarie per analizzare la diffusione attuale degli
spazi all’interno del territorio nazionale.
3. Dimensioni e spazi – Questo macro-gruppo riporta ulteriori venti sotto-gruppi che
contengono le variabili descrittive per analizzare l’area e l’edificio in cui lo spazio è
collocato, con un’ulteriore approfondimento relativo alle disposizioni interne degli
spazi.
- Tipologia area – Questa variabile descrive l’area in cui è collocato lo spazio
indicando essa se sia centro storico (CS), zona residenziale (ZR), zona
commerciale e di servizi (ZC), zona industriale (ZI); Nel corso dell’analisi degli
spazi è risultato necessario introdurre anche delle zone miste per indicare la
compresenza di due tipologie di aree, ossia zona mista residenziale e
commerciale (ZR/C), zona mista industriale e commerciale (ZI/C), zona mista
residenziale/industriale (ZR/I);
- Tipologia edilizia – Questa variabile descrive la tipologia di edificio in cui è
collocato lo spazio che può essere ospitato in un edificio residenziale (ER),
edificio commerciale o per servizi (EC), edificio industriale (EI); Come nel caso
dell’analisi della tipologia di area, nel corso dello studio è emersa la necessità di
introdurre delle tipologie di edificio misto, ossia edificio misto residenziale e
commerciale (ER/C), edificio commerciale e industriale (EC/I);
- Tipologia di intervento – Questa variabile descrive la tipologia di intervento
caratterizzante l’edificio ospitante lo spazio con possibile scelta tra Ex novo (EN),
ossia costruzione di un edificio con lo scopo di inserire uno Spazio coworking/
Talent Garden/Fab Lab, o recupero edilizio, rifunzionalizzazione, riadattamento
(R) dell’edificio per inserire uno Spazio coworking/ Talent Garden/Fab Lab;
- Dimensioni (mq) – Indica i metri quadri occupati dallo spazio all’interno
dell’edificio;
- Range Dimensioni (mq) – Durante la fase di rielaborazione dei dati è risultato
necessario introdurre i seguenti range per le “Dimensioni (mq)”, ossia la
dimensione in mq che occupa ogni spazio all’interno dell’edificio, riportati nella
tabella sottostante;
Range
Dimensioni (mq)
Spiegazione
< 250 mq Spazi le cui dimensioni sono inferiori ai 250 mq di superficie.
tra 250 e 499 mq
Spazi le cui dimensioni sono comprese tra i 250 mq e i 499 mq di
superficie.
tra 500 e 1000 mq
Spazi le cui dimensioni sono comprese tra i 500 mq e i 1000 mq
di superficie.
I Contenitori dell’economia collaborativa.
33
> 1000 mq Spazi le cui dimensioni superano i 1000 mq di superficie.
- Capacità persone minima – Indica il numero massimo di persone ospitabili dalla
struttura per attività di Spazi coworking/Talent Garden/Fab Lab;
- Range Capacità di persone minimo – Anche la variabile descrittiva “Capacità
persone minima” ha richiesto nella fase di rielaborazione dei dati, l’inserimento
di range, riportati nella tabella sottostante, per facilitare la lettura dei dati
inseriti al suo interno poiché la presenza di numerosi dati differenti non
permetteva il corretto utilizzo dell’informazione fornita;
Range Capacità
persone minima
Spiegazione
Tra 1 e 10
Il numero di persone massimo che lo spazio può contenere se
utilizzato per attività di Spazi coworking, Talent Garden e Fab Lab
è compreso tra 1 persona e 10 persone.
Tra 11 e 20
Il numero di persone massimo che lo spazio può contenere se
utilizzato per attività di Spazi coworking, Talent Garden e Fab Lab
è compreso tra 11 persona e 20 persone.
Tra 21 e 30
Il numero di persone massimo che lo spazio può contenere se
utilizzato per attività di Spazi coworking, Talent Garden e Fab Lab
è compreso tra 21 persona e 30 persone.
Tra 31 e 40
Il numero di persone massimo che lo spazio può contenere se
utilizzato per attività di Spazi coworking, Talent Garden e Fab Lab
è compreso tra 31 persona e 40 persone.
Tra 41 e 50
Il numero di persone massimo che lo spazio può contenere se
utilizzato per attività di Spazi coworking, Talent Garden e Fab Lab
è compreso tra 41 persona e 50 persone.
> 50
Il numero di persone massimo che lo spazio può contenere se
utilizzato per attività di Spazi coworking, Talent Garden e Fab Lab
è superiore a 50 persone.
- Capacità persone massima – Indica il numero massimo di persone ospitabili in
caso di organizzazione di eventi, corsi, presentazioni o workshop all’interno della
struttura;
- Range Capacità di persone massimo – Nella fase di rielaborazione dei dati sono
stati inseriti range specifici per suddividere la capacità di persone minima nelle
dieci fasce indicate nella tabella seguente;
Range Capacità
persone massima
Spiegazione
Tra 1 e 10
Il numero di persone massimo che lo spazio può contenere se
utilizzato per eventi, corsi, presentazioni o workshop è compreso
tra 1 persona e 10 persone.
Tra 11 e 20 Il numero di persone massimo che lo spazio può contenere se
I Contenitori dell’economia collaborativa.
34
utilizzato per eventi, corsi, presentazioni o workshop è compreso
tra 11 persona e 20 persone.
Tra 21 e 30
Il numero di persone massimo che lo spazio può contenere se
utilizzato per eventi, corsi, presentazioni o workshop è compreso
tra 21 persona e 30 persone.
Tra 31 e 40
Il numero di persone massimo che lo spazio può contenere se
utilizzato per eventi, corsi, presentazioni o workshop è compreso
tra 31 persona e 40 persone.
Tra 41 e 50
Il numero di persone massimo che lo spazio può contenere se
utilizzato per eventi, corsi, presentazioni o workshop è compreso
tra 41 persona e 50 persone.
> 50
Il numero di persone massimo che lo spazio può contenere se
utilizzato per eventi, corsi, presentazioni o workshop è superiore
a 50 persone.
Le seguenti undici variabili descrittive sono necessari per conoscere la disposizione
interna degli spazi:
- Ingresso reception – Spazio attraverso il quale si accede a uno o più ambienti o
luoghi determinati;
- Openspace – Presenza di un ampio spazio aperto all’interno dell’edificio;
- Sala studio – Presenza di sale o uffici autonomi;
- Sala Riunioni – Presenza all’interno dello spazio di una o più sale adibite
unicamente per riunioni;
- Sala congressi e presentazioni – Presenza di ampie sale adibite a luoghi per
eventi, corsi, presentazioni e congressi, talvolta coincide con gli spazi openspace
adattati per la tipologia di evento;
- Cucina – Ambiente riservato e attrezzato per la preparazione e la cottura dei cibi;
- Area ristoro – Presenza di un’area a disposizione degli utenti con distributori
automatici, forno a microonde, frigo, macchina per il caffè e tavoli;
- Area relax – Presenza di un’area dedicata allo svago, caratterizzata spesso dalla
presenza di divani, poltrone, tavolini, giochi, riviste ed altro;
- Spazio esterno – Presenza di un’area esterna fruibile;
- Laboratorio – Presenza di un’area adibita a laboratorio, con all’interno macchine
e attrezzature per la creazione di progetti;
- Altro – Presenza di spazi che si differenziano da quelli sopra indicati (es. sala
registrazione, spazi per telefonare, sale di posa ed altro).
4. Funzioni e Servizi – All’interno di questo macro-gruppo sono inseriti ventiquattro
sotto-gruppi che contengono le variabili descrittive per analizzare le funzioni e i
servizi disponibili per gli utenti.
Le prime quattordici variabili descrittive si riferiscono ai servizi e ai materiali
usufruibili all’interno degli spazi:
- Energia elettrica, riscaldamento e pulizia;
I Contenitori dell’economia collaborativa.
35
- Internet - wi fi;
- Scrivania e sedia – Disponibilità di usufruire di scrivanie o tavoli, sedie, sgabelli o
poltrone in cui lavorare;
- Armadietto/Libreria personale – Possibilità di usufruire di uno spazio deposito
personale;
- Segreteria – Possibilità di usufruire del servizio di segreteria o presenza di un
servizio di accoglienza;
- Servizio catering – Possibilità di usufruire di un servizio catering se necessario;
- Forno a microonde, frigorifero, distributori automatici – Presenza all’interno di
un area ristoro dei dispositivi necessari alla conservazione, alla cottura e
all’acquisto di cibo e bevande;
- Area relax – Arredo e dispositivi per lo svago (es. divani, giochi, poltrone tavoli,
ecc.);
- Biblioteca – Raccolta di libri per lettura, studio o consultazione;
- Assistenza – Presenza, all’interno dello spazio, di personale con lo scopo di -
assistere, in caso di necessità, coloro che usufruiscono del servizio;
- Consulenze – Possibilità di usufruire di un servizio di consulenza con
professionisti (es. commercialista, avvocato, ecc.);
- Formazione – Possibilità di partecipare a corsi di formazione, workshop,
presentazioni ed eventi;
- Stampanti, fax e scanner;
- Proiettore e televisori;
Le restanti dieci variabili descrittive si riferiscono in modo più specifico alle possibili
attrezzature presenti all’interno di un laboratorio:
- E-Lab – Laboratorio elettronico ovvero, all’interno dello spazio sono a
disposizione attrezzature dedicate;
- Stampante 3D – Stampante che permette una riproduzione reale di un modello
3D realizzato con un software di modellazione;
- Laser cutter – Macchina che utilizza il taglio laser per tagliare fogli di materiali;
- Arduino & co – Scheda elettronica di piccole dimensioni utile per creare
rapidamente prototipi, piccoli dispositivi e molti altri piccoli oggetti;
- Banco falegnameria – Attrezzatura per la lavorazione del legno;
- Fresa cnc – Macchina usata per la lavorazione in forme complesse di un
materiale, in particolare le fresatrici CNC sono dotate di sistemi automatici per la
sostituzione degli utensili, in grado di rendere interamente automatizzato il
processo produttivo, permettendo di arrivare dal materiale grezzo ad un pezzo
finito anche senza l’intervento umano, ottenendo una lavorazione veloce ed
economica;
- Vinyl plotter cutter: – Plotter in cui il pennino o la testina di stampa sono
rimpiazzati da una lama pivotante per intagliare, solitamente, disegni, scritte e
forme su vinile adesivo, spesso colorato; Sono molto usati nella grafica
I Contenitori dell’economia collaborativa.
36
pubblicitaria, nell'insegnistica e nella comunicazione e possono sagomare anche
materiali rifrangenti o termotrasferibili, che vengono successivamente trasferiti
sugli oggetti;
- Macchina da cucire o attrezzatura per il cucito;
- Strumenti vari –Comprendono tutte le attrezzature non elencate, come ad
esempio l’attrezzatura fotografica, la fresa di precisione, l’attrezzatura per la
lavorazione dei metalli ed altro;
- Altro – Comprende tutti i servizi o funzioni non elencate precedentemente, come
ad esempio IP dedicato, Domiciliazione fiscale, Telefono VOIP con numero fisso
dedicato ed altro.
5. Modalità di gestione – Questo settore ospita le seguenti dieci variabili descrittive
utili ad analizzare le modalità di gestione degli spazi, la presenza o meno di una rete
a cui aderiscono, la presenza di una eventuale membreship per l’utilizzo degli spazi,
il costo minimo e massimo di un abbonamento che un utente deve affrontare per
l’utilizzo annuo dello spazio e dei servzi messi a disposizione, la possibilità di
accedere liberamente allo spazio, la possibilità di affittare gli interi spazi:
- Tipologia di gestione – Serve per conoscere se lo spazio è gestito da una rete
privata/Persona (PV) o direttamente da un ente pubblico (PU);
- Tipologia di rete – Indica se lo spazio analizzato appartiene ad una rete comune
di spazi (es. TAG, Cowo, FabLab, Impact Hub, Multiverso, ecc.);
- Membership – Indica lapresenza o necessità di associarsi per poter usufruire
dello spazio;
- Abbonamento minimo annuo – Indica il costo minimo che un utente deve
affrontare annualmente per abbonarsi o diventare membro e poter, dunque,
utilizzare gli spazi;
- Range abbonamento minimo annuo – Nella fase di rielaborazione dei dati sono
stati inseriti i range specifici per facilitare la lettura dei dati inseriti al suo interno,
che suddividono perciò l’abbonamento minimo annuo in sette fasce riportate
nella tabella seguente;
Range
Abbonamento
minimo annuo
Spiegazione
< 1000 €/anno
Il costo minimo che un utente deve sostenere per usufruire degli
spazi e dei servizi forniti durante l’anno è inferiore ai 1000
€/anno.
Tra 1000 e 2000
€/anno
Il costo minimo che un utente deve sostenere per usufruire degli
spazi e dei servizi forniti durante l’anno è compreso tra i 1000 e i
2000 €/anno.
Tra 2001 e 3000 Il costo minimo che un utente deve sostenere per usufruire degli
I Contenitori dell’economia collaborativa.
37
€/anno spazi e dei servizi forniti durante l’anno è compreso tra i 2001 e i
3000 €/anno.
Tra 3001 e 4000
€/anno
Il costo minimo che un utente deve sostenere per usufruire degli
spazi e dei servizi forniti durante l’anno è compreso tra i 3001 e i
4000 €/anno.
Tra 4001 e 5000
€/anno
Il costo minimo che un utente deve sostenere per usufruire degli
spazi e dei servizi forniti durante l’anno è compreso tra i 4001 e i
5000 €/anno.
Tra 5001 e 6000
€/anno
Il costo minimo che un utente deve sostenere per usufruire degli
spazi e dei servizi forniti durante l’anno è compreso tra i 5001 e i
6000 €/anno.
> 6000 €/anno
Il costo minimo che un utente deve sostenere per usufruire degli
spazi e dei servizi forniti durante l’anno supera i 6000 €/anno.
- Abbonamento massimo annuo – Indica il costo massimo che un utente deve
affrontare annualmente per abbonarsi o diventare membro e poter, dunque,
utilizzare gli spazi;
- Range abbonamento massimo annuo – Nella fase di rielaborazione dei dati sono
stati inseriti i range specifici per facilitare la lettura dei dati inseriti al suo interno,
che suddividono perciò l’abbonamento massimo annuo in sette fasce riportate
nella tabella seguente;
Range
Abbonamento
massimo annuo
Spiegazione
< 1000 €/anno
Il costo massimo che un utente deve sostenere per usufruire
degli spazi e dei servizi forniti durante l’anno è inferiore ai 1000
€/anno.
Tra 1000 e 2000
€/anno
Il costo massimo che un utente deve sostenere per usufruire
degli spazi e dei servizi forniti durante l’anno è compreso tra i
1000 e i 2000 €/anno.
Tra 2001 e 3000
€/anno
Il costo massimo che un utente deve sostenere per usufruire
degli spazi e dei servizi forniti durante l’anno è compresa tra i
2001 e i 3000 €/anno.
Tra 3001 e 4000
€/anno
Il costo massimo che un utente deve sostenere per usufruire
degli spazi e dei servizi forniti durante l’anno è compreso tra i
3001 e i 4000 €/anno.
Tra 4001 e 5000
€/anno
Il costo massimo che un utente deve sostenere per usufruire
degli spazi e dei servizi forniti durante l’anno è compreso tra i
4001 e i 5000 €/anno.
Tra 5001 e 6000
€/anno
Il costo massimo che un utente deve sostenere per usufruire
degli spazi e dei servizi forniti durante l’anno è compreso tra i
5001 e i 6000 €/anno.
I Contenitori dell’economia collaborativa.
38
> 6000 €/anno
Il costo massimo che un utente deve sostenere per usufruire
degli spazi e dei servizi forniti durante l’anno supera i 6000
€/anno.
- Pagamento in base all’utilizzo – Indica la possibilità unica di utilizzo di un
servizio, attrezzature e macchine solo attraverso un pagamento orario;
- Accesso libero – Indica la possibilità di accedere liberamente allo spazio (es. in
caso di eventi aperti, in giorni stabiliti, ecc.);
- Affitto spazi – Indica la possibilità di affittare lo spazio per organizzare eventi,
corsi, workshop, presentazioni, congressi, ecc.
6. Altre informazioni – Questo settore riporta le seguenti informazioni aggiuntive utili
ai fini dell’analisi:
- Sito – Sito internet da cui sono state tratte le informazioni dello spazio inserite
nel database;
- Indirizzo;
- Collegamento – Presenza di eventuali collegamenti da inserire;
- Altro – Distinzione della tipologia di analisi effettuata, ovvero distinzione tra dati
inseriti provenienti da i questionari risposti o analisi in rete.
C. Questionario in formato Excel
Il questionario per lo studio degli Spazi Coworking, Talent Garden e Fab Lab è stato
allegato ad una e-mail da inviare ai responsabili degli spazi. L’e-mail, scritta durante la
fase di preparazione del materiale di studio presenta una prima parte iniziale di
presentazione personale e una successiva riportante il motivo della richiesta inviata,
con la relativa spiegazione degli obiettivi della ricerca e dei contatti per eventuali
informazioni aggiuntive unite ai saluti.
Durante la fase di studio degli spazi, insieme alle e-mail precedentemente descritte,
sono stati inviati dei questionari con lo scopo di velocizzare il processo di analisi degli
spazi. Tali questionari sono stati spediti in allegato alla e-mail sopra descritta ai
responsabili degli spazi. Il questionario, costruito durante la fase di preparazione del
materiale di studio, riporta dei quesiti necessari per effettuare l’analisi dimensionale,
funzionale e gestionale degli spazi Coworking, Talent Garden e Fab Lab. Per facilitare la
trasposizione dei dati di risposta all’interno del database di ricerca, il questionario è
stato inserito all’interno di un file in formato excel, composto da cinque colonne:
- Indica i quattro settori in cui sono suddivisi i quesiti (Tipologia spazi, Dimensione
e spazi, Funzioni e servizi e Modalità di gestione);
- Indica le “Variabili”, in cui sono indicati 53 variabili descrittive di analisi;
- Riporta la “Domanda estesa”, in cui sono scritti 50 quesiti per esteso con lo scopo
di spiegare in modo più dettagliato per evitare fraintendimenti o incomprensioni;
- Serve per l’inserimento delle “Risposte” derivanti dalle domande della
precedente colonna;
I Contenitori dell’economia collaborativa.
39
- Questa voce, chiamata “Altro”, è a disposizione dello spazio intervistato in caso
di aggiunta di informazioni.
I 50 quesiti sono suddivisi nei seguenti quattro settori, per facilitare l’individuazione e
il successivo inserimento nella tabella di analisi:
1. Tipologia spazi – Una domanda per capire la tipologia di “contenitore
dell’economia collaborativa” a cui appartiene lo spazio indicato con possibilità di
scelta tra Coworking, Talent Garden e Fab Lab;
2. Dimensione e spazi – Diciannove domande relative alla localizzazione dello
spazio, alle caratteristiche dell’area in cui è collocato, alle caratteristiche
dell’edificio in sui lo spazio è inserito, alle dimensioni, alla capacità di utenti e alle
disposizioni interne degli spazi, con l’eventuale richiesta di prendere visione di
eventuali planimetrie per capire la distribuzione interna degli spazi; Le domande
chiedono dati relativi a Luogo, Tipologia area, Tipologia edilizia, Tipologia di
intervento, Dimensioni (mq), Capacità utenti minima e massima, Presenza di
Ingresso reception, Openspace, Sala studio/ ufficio, Sala riunioni, Sala congressi e
presentazioni, Cucina, Area ristoro, Spazio relax, Spazio esterno, Laboratorio;
3. Funzioni e servizi – Ventiquattro domande relative alle funzioni e servizi forniti
all’interno dello spazio come Energia elettrica, riscaldamento e pulizie; Internet e
Wi- fi; Scrivania e sedia; Segreteria; Servizio catering; Forno a microonde,
Frigorifero e distributori automatici; Area relax; Biblioteca; Assistenza;
Consulenza; Formazione; Stampanti, fax e scanner; Proiettore e televisori; E-Lab;
Stampante 3D; Laser cutter; Arduino & Co; Banco falegnameria; Fresatrice CNC;
Vinyl poltter cutter; Macchina da cucire; Strumenti vari; Altro;
4. Modelli di gestione – Sei domande relative alla modalità di gestione riguardanti
la tipologia di gestione, la presenza di una rete di cui lo spazio fa parte, la
necessità di aderire ad una membership, il costo minimo e massimo di un
abbonamento annuo che un utente deve versare per usufruire dello spazio e dei
servizi, la presenza di pagamento in base solo all’utilizzo orario dello
spazio/servizio/macchina, la presenza di accesso libero e la possibilità di affittare
gli spazi.
I Contenitori dell’economia collaborativa.
40
Il questionario inviato si configura, quindi, secondo l’aspetto complessivo seguente:
Figura 16 Questionario d'analisi degli spazi
VARIABILI
I Contenitori dell’economia collaborativa.
41
D. Le Tabelle pivot
All’ interno del foglio di calcolo elettronico e in seguito alla compilazione del database,
per rielaborare i dati inseriti e ottenere informazioni utili relative alle tipologie di Spazi
coworking, Talent Garden e Fab Lab, sono state utilizzate le tabelle pivot per incrociare
i dati proveniente dallo studio dei casi. La tabella pivot è uno strumento analitico e di
“reporting” necessario alla creazione di tabelle riassuntive. All’interno della ricerca,
l’utilizzo di queste tabelle risponde alla necessità di organizzare dati complessi tramite
la scelta dei campi e degli elementi che devono comporla. Il vantaggio dell’utilizzo di
queste tabelle è la possibilità di inserire un numero molto elevato di variabili (dette
anche “caratteristiche”). La tabella pivot è divisa in quattro aree:
- Colonna – Area in alto a destra contenente i dati che saranno utilizzati come
etichette per le colonne della tabella;
- Riga – Area in basso a sinistra contenente i dati che saranno utilizzati come
etichette per le righe della tabella;
- Valori – Area in basso a destra contenente da riepilogare nella tabella tramite la
selezione di specifiche funzioni matematiche;
- Filtri Rapporto – Area in alto a sinistra chiamata contenente l’elemento (filtro)
posto sulla terza dimensione, cioè visualizzato in un’area esterna alla tabella.
Le operazioni ammesse sui campi di delle tabelle pivot sono di tipo matematico-
statistico: conta valori, somma, differenza, prodotto, varianza, deviazione standard.
Una tabella pivot presenta un layout molto flessibile, che può essere facilmente
modificato per visualizzare differentemente i dati, mentre non è modificabile il valore
delle celle dell'area dati e nelle intestazioni di riga o colonna.
E. I Grafici
Nell’ultima fase della ricerca, ossia quella di lettura delle informazioni ricavate dalla
rielaborazione dei dati del database, è stato necessario utilizzare grafici volti a
migliorare la leggibilità dei risultati. Sono stati utilizzati principalmente le seguenti due
tipologie di grafici:
- Istogramma – È la rappresentazione grafica di una distribuzione in classi di un
carattere continuo ed è costituito da rettangoli adiacenti le cui basi sono
allineate su un asse orientato e dotato di unità di misura; Ogni rettangolo ha
base di lunghezza pari all'ampiezza della corrispondente classe, mentre l'altezza
è calcolata come densità di frequenza (rapporto fra la frequenza assoluta
associata alla classe e l'ampiezza della classe); L'area della superficie di ogni
rettangolo coincide con la frequenza associata alla classe cui il rettangolo si
riferisce e la somma delle aree dei rettangoli è uguale alla somma delle
frequenze dei valori appartenenti alle varie classi;
I Contenitori dell’economia collaborativa.
42
Figura 17 Esempio di istogramma
- Grafico a torta – Il diagramma circolare (o “grafico a torta”) è un metodo
utilizzato in statistica descrittiva per rappresentazioni grafiche di variabili
quantitative misurate su classi di categorie (valori nominali) al fine di evitare di
stabilire, anche involontariamente, un ordine che non esiste nelle categorie (cosa
che accadrebbe utilizzando un istogramma); Il diagramma circolare viene
costruito dividendo un cerchio in spicchi le cui ampiezze angolari sono
proporzionali alle classi di frequenza, mentre le aree sono proporzionali alle
frequenze.
Figura 18 Esempio di grafico a torta
0
2
4
6
8
10
ESEMPIO 1 ESEMPIO 2 ESEMPIO 3 ESEMPIO 4
ESEMPIO - ISTOGRAMMA
VALORE
ESEMPIO - GRAFICO A TORTA
ESEMPIO 1
ESEMPIO 2
ESEMPIO 3
ESEMPIO 4
I Contenitori dell’economia collaborativa.
43
3 Ricerca e analisi dei differenti contenitori di collaborazione
Il seguente capitolo riporta i risultati ottenuti in merito all’analisi della collocazione
geografica, degli aspetti dimensionali, funzionali e gestionali dei contenitori
dell’economia collaborativa selezionati nell’ambito della ricerca.
Tali risultati sono stati suddivisi in base ai quattro aspetti analizzati e agli obiettivi di
ricerca a cui rispondono:
- Analisi della collocazione geografica in cui sono riportati i risultati che per
mettono di conoscere l’attuale diffusione degli spazi all’interno del territorio
nazionale;
- Analisi dimensionale e del contesto dove sono collocati gli spazi, in cui sono
riportati i risultati che permettono di conoscere in quali tipologie di aree e di
edifici gli spazi sono maggiormente collocati, le loro dimensioni e le disposizioni
interne;
- Analisi funzionale e dei servizi, in cui sono inseriti i risultati che rispondono alle
necessità di conoscere l’offerta delle diverse tipologie di spazi;
- Analisi delle modalità di gestione, in cui sono inseriti i risultati che forniscono
informazioni riguardanti le modalità di gestione, i costi di abbonamento, la
presenza di membership, accesso libero e affitto degli spazi.
Essendo molto numerose le informazioni emerse dalla rielaborazione dei dati, i risultati
inseriti all’interno del capitolo non comprendono la totalità delle informazioni ricavate,
ma sono frutto di una selezione con lo scopo di approfondire i risultati che forniscono
risposte di rilievo attinenti ai fini della ricerca. L’elenco completo delle tabelle e dei
grafici è inserito all’interno dell’appendice al termine del presente elaborato.
I risultati riportati derivano dall’analisi di 422 contenitori dell’economia collaborativa
attivi in Italia. Non avendo imposto selezioni di tipo dimensionale, ma avendo
analizzato tutti gli spazi Coworking, Talent Garden e Fab Lab è possibile confrontare il
grado di diffusione all’interno del nostro territorio per ogni tipologia di spazio.
Tipologia di spazio Valore Assoluto Valore %
Coworking 354 83,89%
Coworking e Fab Lab 6 1,42%
Talent Garden 16 3,79%
Fab Lab 46 10,90%
Totale 422 100,00%
Tabella 1 Suddivisione dei casi studio secondo la tipologia di spazi di appartenenza
La tabella sopra riportata rappresenta i casi analizzati suddivisi per tipologia di spazio,
ovvero Coworking, Talent Garden e Fab Lab. Inoltre durante la fase di studio delle
I Contenitori dell’economia collaborativa.
44
realtà attive nel nostro territorio, è stato necessario introdurre un’ulteriore tipologia
che unisce le caratteristiche e le funzionalità degli spazi coworking con quelle dei
laboratori Fab Lab: gli spazi Coworking e Fab Lab. Il motivo principale di questa scelta è
l’importanza all’interno del territorio dei casi studio che appartengono a questa
categoria.
Pertanto è possibile notare che, tra i 422 casi studi, il 84% dei casi analizzati sono spazi
coworking. Ciò dimostra che all’interno del territorio nazionale gli spazi maggiormente
presenti e sviluppati appartengono a questa tipologia rispetto alle restanti analizzate.
Un notevole distacco separa gli spazi coworking dagli spazi Fab Lab, Talent Garden e
Coworking e Fab Lab che sommati insieme rappresentano solamente il restante 16%
degli spazi analizzati.
Grafico 1 Suddivisione dei casi studio secondo la tipologia di spazi di appartenenza
Come descritto all’interno del capitolo descrivente la metodologia della ricerca, i dati
inseriti all’interno del database nella fase di ricerca degli spazi, provengono da due
tipologie di analisi differenti. Una parte degli spazi selezionati sono stati analizzati
attraverso l’uso delle informazioni presenti in rete, mentre le restanti informazioni
sono state ottenute grazie alle risposte ricevute dai questionari inviati ai responsabili
degli stessi spazi.
Casi studio
Valore Analisi in rete Analisi questionario Tot. spazi
Assoluto 380 42 422
% 90% 10% 100%
Tabella 2 Rappresentazione dei casi studio suddivisi per tipologia di analisi
Al termine della fase di studio, gli spazi analizzati ricoprono il 90% degli spazi inseriti
nel database, mentre il restante 10% di spazi contengono informazioni ottenute dai
questionari inviati.
354
6
16
46
0 100 200 300 400
Coworking
Coworking e Fab Lab
Talent Garden
Fab Lab
Coworking Coworking e Fab Lab Talent Garden Fab Lab
I Contenitori dell’economia collaborativa.
45
3.1 Analisi della collocazione geografica degli spazi all'interno del
territorio nazionale
Questa sezione approfondisce il tema della collocazione geografica e della
distribuzione degli spazi all’interno del territorio italiano. I risultati ottenuti hanno lo
scopo di analizzare e conoscere l’attuale diffusione e collocazione dei diversi spazi e
nello specifico delle regioni, fornendo una sorta di “mappatura dello stato di fatto”.
Distribuzione geografica dei contenitori dell’economia collaborativa analizzati
Suddividendo il territorio nazionale in tre aree geografiche, (Nord, Centro e Sud), gli
spazi risultano distribuiti come evidenzia la tabella riportata di seguito:
Localizzazione geografica Valore Assoluto Valore %
Nord 273 64,69%
Centro 103 24,41%
Sud 46 10,90%
Totale complessivo 422 100,00%
Tabella 3 Analisi della collocazione geografica degli spazi
Dei 422 spazi analizzati è possibile constatare che la diffusione dei contenitori
dell’economia collaborativa non è omogenea all’interno del territorio nazionale, bensì,
questi spazi sono maggiormente presenti nel nord Italia rispetto al sud Italia e alle isole
(Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia). Il centro Italia
(Abruzzo, Marche, Lazio, Toscana e Umbria) contengono circa un quarto degli spazi
attivi, rispetto al 65% degli spazi attivi nel nord Italia (Emilia Romagna, Friuli Venezia
Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta e Veneto). È
quindi possibile ipotizzare che la diffusione degli spazi proceda dalla parte
settentrionale della nazione verso quella meridionale.
Grafico 2 Analisi della collocazione degli spazi Grafico 3 Suddivisione degli spazi secondo
collocazione geografica
Distribuzione geografica delle differenti tipologie di spazi
Approfondendo le tipologie di contenitori selezionatirispetto alla localizzazione
geografica, si è notata la disomogeneità notevole della distribuzione dei diversi spazi.
273
103
46
0
100
200
300
Nord Centro Sud
Nord Centro Sud
65%
24% 11%
Nord Centro Sud
I Contenitori dell’economia collaborativa.
46
La tabella sotto riporta la diffusione in percentuale degli spazi analizzati all’interno del
territorio nazionale suddivisa nelle tre aree geografiche Nord, Centro e Sud.
Collocazione
geografica
Coworking Talent Garden
Coworking
e Fab Lab
Fab Lab Totale
Nord 65,82% 62,50% 66,67% 56,52% 64,69%
Centro 24,86% 18,75% 33,33% 21,74% 24,41%
Sud 9,32% 18,75% 0,00% 21,74% 10,90%
Totale 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00%
Tabella 4 Analisi della tipologia di spazi secondo la collocazione geografica
In particolare, nel caso degli spazi Coworking, la percentuale degli spazi attivi relativa
alla zona geografica Nord raddoppia rispetto alla somma delle percentuali relative agli
spazi presenti nel Centro e nel Sud Italia. Lo stesso rapporto si nota dal confronto della
percentuale relativa agli spazi coworking attivi nel centro Italia, rispetto a quelli attivi
nel Sud.
Grafico 4 Analisi della tipologia di spazi secondo la collocazione geografica
Continuando ad analizzare le diverse tipologie di contenitori, gli spazi Fab Lab sono
distribuiti all’interno delle aree geografiche in maniera più omogenea, raddoppiando di
numero nel Nord Italia (26 spazi nel Nord Italia in confronto ai rispettivi 10 spazi
presenti nel Centro e nel Sud Italia). Analogamente, anche la diffusione degli spazi
Talent Garden all’interno delle aree geografiche Nord, Centro e Sud si presenta in
egual numero nel Centro e Sud Italia, raddoppiando nel Nord Italia.
I grafici che seguono rappresentano in percentuale la distribuzione geografica delle
diverse tipologie di spazi all’interno delle aree Nord, Centro Sud.
233
88
33
4 2
26
10 1010 3 3
Nord Centro Sud
Coworking Coworking e Fab Lab Fab Lab Talent Garden
I Contenitori dell’economia collaborativa.
47
Grafico 5 Suddivisione degli spazi Coworking secondo
la collocazione geografica
Grafico 6 Suddivisione degli spazi Talent Garden
secondo la collocazione geografica
Grafico 7 Suddivisione degli spazi Coworking e FabLab
secondo la collocazione geografica
Grafico 8 Suddivisione degli spazi FabLab secondo la
collocazione geografica
LEGENDA
Nord
Centro
Sud
Distribuzione dei contenitori dell’economia collaborativa analizzati nella ricerca
all’interno delle regioni italiane
Dall’analisi della diffusione degli spazi rispetto alle aree geografiche, risulta necessario,
al fine di ottenere una analisi maggiormente dettagliata sulla diffusione dei contenitori
dell’economia collaborativa, approfondire ulteriormente la collocazione degli spazi,
passando alle regioni italiane.
66%
25%
9%
SPAZI COWORKING
62%
19%
19%
SPAZI TALENT GARDEN
67%
33%
0%
SPAZI COWORKING E FABLAB
56%
22%
22%
SPAZI FABLAB
I Contenitori dell’economia collaborativa.
48
La tabella che segue riporta, in valore assoluto e in percentuale, la suddivisione degli
spazi analizzati all’interno delle venti regioni.
Collocazione geografica e
regionale
Valore Assoluto Valore Percentuale
Nord 273 64,69%
Emilia Romagna 37 8,77%
Friuli Venezia Giulia 5 1,18%
Liguria 16 3,79%
Lombardia 131 31,04%
Piemonte 38 9,00%
Trentino Alto Adige 9 2,13%
Valle d'Aosta 1 0,24%
Veneto 36 8,53%
Centro 103 24,41%
Abruzzo 4 0,95%
Lazio 43 10,19%
Marche 13 3,08%
Toscana 37 8,77%
Umbria 6 1,42%
Sud 46 10,90%
Basilicata 3 0,71%
Calabria 4 0,95%
Campania 13 3,08%
Molise 1 0,24%
Puglia 8 1,90%
Sardegna 3 0,71%
Sicilia 14 3,32%
Totale spazi 422 100,00%
Tabella 5 Analisi della collocazione geografica e regionale dei casi studio
Come si evince dalla tabella, la distribuzione degli spazi all’interno delle singole regioni
risulta disomogenea. Infatti il 31% degli spazi attivi su tutto il territorio è situato
all’interno della regione Lombardia, che si differenzia notevolmente dalle restanti
regioni, classificandosi come regione in cui sono maggiormente diffusi i contenitori per
l’economia collaborativa. Seguono le regioni Lazio, Piemonte, Toscana, Emilia
Romagna e Veneto; le restanti regioni presentano percentuali minori di spazi attivi
rispetto al territorio nazionale.
I Contenitori dell’economia collaborativa.
49
Grafico 9 Rappresentazione della collocazione regionale degli spazi analizzati
Attraverso l’analisi della diffusione degli spazi all’interno delle singole regioni italiane
risulta possibile inserire queste ultime all’interno di cinque categorie, suddividendole
in base al numero degli spazi attivi al loro interno:
1. Regioni che presentano un unico spazio attivo al loro interno;
2. Regioni che contengono un massimo di 5 spazi attivi;
3. Regioni che contengono un numero di spazi attivi inferiore ai 20;
4. Regioni che contengono al loro interno un massimo di 45 spazi attivi;
5. Regioni in cui sono attivi più di 45 spazi per l’economia collaborativa.
In seguito viene riportata la carta politica dell’Italia suddivisa nelle rispettive 20
regioni, che rappresenta la dislocazione delle le cinque categorie precedentemente
descritte. Le regioni italiane presentano diverse colorazioni in base alla categoria di
appartenenza, con una colorazione più scura per le aree in cui sono attivi un
numero maggiore di spazi e più chiara all’interno delle regioni in cui sono attivi un
numero minore di spazi.
37
5
16
131
38
9
1
36
4
43
13
37
6
3
4
13
1
8
3
14
0 20 40 60 80 100 120 140
I Contenitori dell’economia collaborativa.
50
Figura 19 Analisi della diffusione degli spazi a livello regionale
I risultati ottenuti dalla suddivisione attraverso il numero di contenitori per l’economia
collaborativa mostrano:
- due regioni sono collocate all’interno della prima categoria e sono: Valle d’Aosta
e Molise;
- sei regioni si collocano all’interno della seconda categoria e sono: Friuli Venezia
Giulia, Umbria, Abruzzo, Basilicata, Calabria e Sardegna;
- sei regioni si collocano all’interno della terza categoria e sono: Trentino Alto
Adige, Liguria, Marche, Campania, Puglia e Sicilia;
- cinque regioni si collocano all’interno della quarta categoria e sono: Piemonte,
Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Lazio;
- una regione si colloca all’interno dell’ultima categoria: la Lombardia.
Per analizzare la distribuzione degli spazi all’interno delle regioni e capire se questa
è omogenea o disomogenea, è stata creata un’ulteriore rappresentazione
geografica dell’Italia. Nella prima fase sono state localizzate tutte le 422 realtà
all’interno di ogni città, al termine di questa operazione si sono delineate delle aree
in vi è una concentrazione maggiore, minore o del tutto assente di spazi.
LEGENDA
1 spazio
Da 2 a 5 spazi
Da 6 a 19 spazi
Da 20 a 45 spazi
Spazi > di 45
I Contenitori dell’economia collaborativa.
51
Figura 20 Diffusione dei contenitori per l'economia collaborativa all'interno del territorio nazionale
Dalla rappresentazione risulta una distribuzione disomogenea all’interno delle singole
regioni. Un esempio è la Lombardia che presenta una distribuzione degli spazi
particolarmente concentrata nella zona di Milano e Brescia e un’assenza di spazi nella
parte nord-est della regione. Al contrario della Lombardia, la regione Toscana presenta
una maggiore concentrazione di spazi al nord e una totale assenza di spazi nella parte
meridionale della regione. La diffusione degli spazi nelle regioni Sardegna e Sicilia è
pressoché analoga, infatti, entrambe le regioni sviluppano gli spazi agli estremi
opposti. Si può notare, inoltre che la diffusione degli spazi da nord verso sud segue una
ipotetica linea a forma di “Z”, partendo dal Piemonte, Liguria, Lombardia e Veneto, si
I Contenitori dell’economia collaborativa.
52
passa all’Emilia Romagna e Toscana arrivando alle Marche, da qui si attraversa il centro
Italia arrivando in Lazio fino a scendere in Campania ed infine in Puglia.
Distribuzione delle differenti tipologie di spazi all’interno delle regioni d’Italia
Risulta necessario per comprendere l’analisi della distribuzione a livello nazionale delle
diverse tipologie di contenitori dell’economia collaborativa, approfondire la loro
distribuzione all’interno delle singole regioni.
Collocazione
geografica e
regionale
Coworking Talent Garden
Coworking e
Fab Lab
Fab Lab Totale
% V % V % V % V % V
Nord 65,8% 233 62,50% 10 66,67% 4 56,52% 26 64,69% 273
Emilia
Romagna 9,60% 34 0,00% 16,67% 1 4,35% 2 8,77% 37
Friuli Venezia
Giulia 0,85% 3 6,25% 1 0,00% 2,17% 1 1,18% 5
Liguria 3,67% 13 6,25% 1 0,00% 4,35% 2 3,79% 16
Lombardia 32,49% 115 25,00% 4 0,00% 26,09% 12 31,04% 131
Piemonte 9,04% 32 6,25% 1 16,67% 1 8,70% 4 9,00% 38
Trentino Alto
Adige 1,41% 5 12,50% 2 0,00% 4,35% 2 2,13% 9
Valle d'Aosta 0,00% 0,00% 0,00% 2,17% 1 0,24% 1
Veneto 8,76% 31 6,25% 1 33,33% 2 4,35% 2 8,53% 36
Centro 24,86% 88 18,75% 3 33,33% 2 21,74% 10 24,41% 103
Abruzzo 1,13% 4 0,00% 0,00% 0,00% 0,95% 4
Lazio 10,45% 37 6,25% 1 33,33% 2 6,52% 3 10,19% 43
Marche 3,11% 11 0,00% 0,00% 4,35% 2 3,08% 13
Toscana 9,04% 32 12,50% 2 0,00% 6,52% 3 8,77% 37
Umbria 1,13% 4 0,00% 0,00% 4,35% 2 1,42% 6
Sud 9,32% 33 18,75% 3 0,00% 21,74% 10 10,90% 46
Basilicata 0,56% 2 0,00% 0,00% 2,17% 1 0,71% 3
Calabria 0,85% 3 6,25% 1 0,00% 0,00% 0,95% 4
Campania 2,54% 9 0,00% 0,00% 8,70% 4 3,08% 13
Molise 0,28% 1 0,00% 0,00% 0,00% 0,24% 1
Puglia 1,98% 7 6,25% 1 0,00% 0,00% 1,90% 8
Sardegna 0,28% 1 0,00% 0,00% 4,35% 2 0,71% 3
Sicilia 2,82% 10 6,25% 1 0,00% 6,52% 3 3,32% 14
Totale 100,00% 354 100,00% 16 100,00% 6 100,00% 46 100,00% 422
Tabella 6 Analisi della collocazione delle tipologie di spazi a livello regionale
La tabella sopra riportata permette di analizzare come le differenti tipologie di spazi
(Coworking, Talent Garden, Coworking e Fab Lab e Fab Lab) sono distribuite, in
percentuale e in valore assoluto, all’interno delle singole regioni.
I Contenitori dell’economia collaborativa.
53
Per rendere maggiormente leggibili le informazioni presenti all’interno della tabella è
stato creato un grafico ad istogramma in cui sono state indicate all’interno di ogni
regione le tipologie di spazi per l’economia collaborativa presenti.
Grafico 10 Rappresentazione della dislocazione delle tipologie di spazi a livello regionale
Gli spazi Coworking, come si può notare dal grafico sopra riportato, presentano una
distribuzione disomogenea rispetto alle restanti tipologie. In particolar modo rispetto
agli spazi Fab Lab che presentano una distribuzione, oltre che omogenea, anche
proporzionata alle regioni.
In seguito sono stati creati dei grafici a torta per ogni regione, che rappresentano la
distribuzione in percentuale delle diverse tipologie di spazi contenuti al loro interno,
permettendo un’analisi specifica relativa ad ogni regione.
0
20
40
60
80
100
120
140
Coworking Coworking e Fab Lab Fab Lab Talent Garden
I Contenitori dell’economia collaborativa.
54
Regioni del Nord Italia
Grafico 11 Analisi delle tipologie di spazi all'interno
della regione Friuli Venezia Giulia
Grafico 12 Analisi delle tipologie di spazi all'interno
della regione Emilia Romagna
Grafico 13 Analisi delle tipologie di spazi all'interno
della regione Liguria
Grafico 14 Analisi delle tipologie di spazi all'interno
della regione Lombardia
Grafico 15 Analisi delle tipologie di spazi all'interno
della regione Piemonte
Grafico 16 Analisi delle tipologie di spazi all'interno
della regione Trentino Alto Adige
Grafico 17 Analisi delle tipologie di spazi all'interno
della regione Valle d'Aosta
Grafico 18 Analisi delle tipologie di spazi all'interno
della regione Veneto
LEGENDA Spazi Coworking
Spazi Talent Garden
Spazi Coworking e FabLab
Spazi FabLab
60%
0%
20%
20%
Friuli Venezia Giulia
92%
3%5%
0%
Emilia Romagna
81%
0%
13%
6%
Liguria
88%
0%
9%
3%
Lombardia
84%
3%
10%
3%
Piemonte
56%
0%
22%
22%
Trentino Alto Adige
0%
0%
100%
0%Valle d'Aosta
86%
5%
6%
3%
Veneto
I Contenitori dell’economia collaborativa.
55
Regioni del Centro Italia
Grafico 19 Analisi delle tipologie di spazi all'interno
della regione Abruzzo
Grafico 20 Analisi delle tipologie di spazi all'interno
della regione Lazio
Grafico 21 Analisi delle tipologie di spazi all'interno
della regione Marche
Grafico 22 Analisi delle tipologie di spazi all'interno
della regione Toscana
Grafico 23 Analisi delle tipologie di spazi all'interno
della regione Umbria
LEGENDA Spazi Coworking
Spazi Talent Garden
Spazi Coworking e FabLab
Spazi FabLab
100%
0%
0%
0%
Abruzzo
86%
5%
7%
2%
Lazio
85%
0%
15%
0%Marche
87%
0%
8%
5%
Toscana
67%
0%
33%
0%Umbria
I contenitori dell'economia collaborativa.
I contenitori dell'economia collaborativa.
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I contenitori dell'economia collaborativa.

  • 1. POLITECNICO DI MILANO Scuola di Architettura e Società Corso Laurea Triennale in Architettura e Produzione Edilizia I CONTENITORI DELL’ECONOMIA COLLABORATIVA Analisi dimensionale, funzionale e gestionale Tesi di: Relatore: Veronica Castellani Dott. Andrea Poltronieri matricola Correlatrice: 777625 Arch. Cristiana Francesca Giordano ANNO ACCADEMICO 2013 - 2014
  • 2. I Contenitori dell’economia collaborativa. 2
  • 3. I Contenitori dell’economia collaborativa. 3 «In passato eravamo quello che possedevamo; ora sei quello che condividi» Charles Leadbeater
  • 4. I Contenitori dell’economia collaborativa. 4
  • 5. I Contenitori dell’economia collaborativa. 5 Indice Introduzione ......................................................................................................................7 1 Tipologia di contenitori dell’economia collaborativa..................................................9 1.1 Introduzione all’economia collaborativa ......................................................9 1.2 Spazi coworking: un luogo in cui il lavoro si unisce alla condivisione.........11 1.3 Talent Garden: un luogo in cui i “talenti” si riuniscono per far nascere nuove idee .................................................................................................................16 1.3.1 TAG.........................................................................................................17 1.3.2 Impact Hub.............................................................................................19 1.4 Fab Lab: un luogo in cui ognuno ha la possibilità di concretizzare le proprie idee .....................................................................................................................22 2 Ambito e metodologia della ricerca ..........................................................................27 2.1 Obiettivi della ricerca ..................................................................................27 2.2 Ambito dell’indagine...................................................................................28 2.3 Metodologia di ricerca ................................................................................29 2.4 Strumenti utilizzati......................................................................................31 3 Ricerca e analisi dei differenti contenitori di collaborazione....................................43 3.1 Analisi della collocazione geografica degli spazi all'interno del territorio nazionale....................................................................................................................45 3.2 Analisi dei contesti urbani, degli edifici e delle distribuzioni interne degli spazi .....................................................................................................................58 3.3 Analisi delle funzioni e dei servizi offerti all'interno degli spazi .................91 3.4 Analisi delle modalità di gestione degli spazi............................................114 Conclusioni.....................................................................................................................131 Appendice......................................................................................................................133 Indice delle immagini, tavole e grafici...........................................................................147 Immagini..................................................................................................................147 Tabelle ...................................................................................................................147 Grafici ...................................................................................................................150 Bibliografia e sitografia..................................................................................................155
  • 6. I Contenitori dell’economia collaborativa. 6
  • 7. I Contenitori dell’economia collaborativa. 7 Introduzione La ricerca svolta all’interno dell’elaborato ha lo scopo di analizzare la diffusione dei contenitori dell’economia collaborativa all’interno del territorio nazionale e gli aspetti dimensionali, funzionali e gestionali di questi spazi. In particolare sono approfondite le caratteristiche degli spazi Coworking, ossia luoghi in cui il lavoro si unisce agli aspetti di condivisione, apertura e comunità; Talent Garden, evoluzione del coworking, dove i “talenti” creano comunità con l’obiettivo di far nascere nuove idee; e Fab Lab, veri laboratori di fabbricazione volti a sviluppare idee e progetti utilizzando attrezzature tecnologiche innovative e accessibili. L’interesse nei confronti dei contenitori dell’economia collaborativa è nato durante la partecipazione all’inaugurazione dello spazio Fab Lab “Ideas” di Monza (MI) ed aumentato grazie alla partecipazione al “Festival della Cooperazione” e al “Corso di design dei servizi e co-progettazione per l’impresa sociale e culturale” tenutesi a Mantova. Queste esperienze mi hanno permesso di ottenere maggiori conoscenze teoriche e pratiche riguardanti l’economia collaborativa e i relativi contenitori, oltre ad incuriosirmi e a spingermi ad approfondire l’argomento nei confronti di aspetti che risultano tuttora poco conosciuti e che, nel corso dell’elaborato, sono analizzati. Segue, quindi, un percorso che fornisce all’interno del primo capitolo le conoscenze teoriche dell’economia collaborativa e delle tipologie di spazi selezionati, presentando, anche, alcuni esempi italiani particolarmente interessanti e significativi. Il percorso prosegue, successivamente, nel secondo capitolo in cui sono introdotti gli obiettivi, gli ambiti, la metodologia e gli strumenti utilizzati all’interno della ricerca che comprende l’analisi di 422 spazi Coworking, Talent Garden e Fab Lab italiani. Terminando, infine, con la rielaborazione e l’analisi degli interessanti e numerosi risultati ottenuti.
  • 8. I Contenitori dell’economia collaborativa. 8
  • 9. I Contenitori dell’economia collaborativa. 9 1 Tipologia di contenitori dell’economia collaborativa 1.1 Introduzione all’economia collaborativa Il tema della ricerca ruota attorno al più vasto mondo dell’economia collaborativa, risulta perciò necessario inserire una breve introduzione per fornire le conoscenze essenziali che la riguardano, ai fini di comprendere l’analisi dei contenitori trattati successivamente. L’economia collaborativa manca ancora di una definizione ufficiale, tuttavia, è possibile affermare con certezza che si tratta di una economia che propone il riuso e la condivisione di beni, servizi e spazi sottoutilizzati, preferendo la condivisione di un bene o servizio per soddisfare un bisogno alla sua proprietà. Si tratta di un mondo molto ampio e in continua espansione in cui prendono parte diversi fenomeni. Come afferma Marta Mainieri, scrittrice di “Collaboriamo!”, “queste piattaforme non propongono soltanto un nuovo modello di consumo, ma anche un modo alternativo di muoversi (carsharing), di prestare (crowdfunding) di lavorare (coworking), di imparare, di viaggiare, di stare insieme, di mangiare e quindi di vivere”1 . Nonostante le differenze di scopi tra questi servizi, ciò che li accomuna è il principio della collaborazione, che permette di raggiungere tre grandi benefici: - economico, perché riusando, affittando, condividendo, prestando e vendendo risulta possibile, oltre a risparmiare, anche guadagnare; - ambientale, perché il riuso e il riciclo riducono l’impatto dei consumi sull’ambiente e gli sprechi, dando una “seconda vita” e rimettendo in circolo beni ancora sfruttabili; - sociale, perché la condivisione incoraggia l’incontro tra le persone, incoraggiando anche il formarsi di comunità. Questi servizi, oltre a prediligere la soddisfazione di un bisogno piuttosto che la proprietà di un bene per soddisfarlo, puntano allo scambio al posto dell’acquisto; promuovono il servizio al posto del prodotto, la fiducia reciproca tra sconosciuti, la collaborazione e la filiera corta. Le caratteristiche che li accomunano sono: - la promozione dello sfruttamento delle risorse; - la presenza di una azienda sotto forma di piattaforma abilitante, che ha lo scopo di mettere in comunicazione la domanda con la risposta; 1 Tratto da “Marta Mainieri: Ho inventato (e scritto) Collaboriamo!, per riunire tutti i servizi collaborativi italiani”, 28 marzo 2013, scritto da Marta Mainieri per “Che Futuro!”, http://www.chefuturo.it/2013/03/marta-mainieri-da-mamma-ad-autrice-e-startupper-ho-creato- collaboriamo-per-riunire-tutti-i-servizi-collaborativi-in-italia/
  • 10. I Contenitori dell’economia collaborativa. 10 - le persone, a cui appartengono gli asset, ovvero i beni e le competenze che generano valore per le piattaforme; - la collaborazione e il valore sociale, al centro del rapporto fra pari; - la tecnologia digitale come supporto necessario che facilita il trasferimento e l’elaborazione della conoscenza tra soggetti. Secondo Owyang, analista industriale esperto del fenomeno, “l’economia collaborativa è un fenomeno che consente alle persone di ottenere in modo efficiente ciò di cui hanno bisogno gli uni dagli altri. Se si guarda da vicino, la folla sta diventando come una società: auto-finanziamento, progettazione, produzione, e la condivisione di ciò che le persone hanno già.”2 Figura 1 Il funzionamento dell'economia collaborativa (Owyang, 2013) Si tratta, quindi, di un fenomeno socio economico statunitense nato all’interno del mondo digitale e che, progressivamente, si sta adattando alla vita reale, in cui la diffusione degli smartphone, con conseguente facilità di accesso alla rete e alle informazioni; la crisi economica, che ha spinto le persone ad un consumo maggiormente ponderato; e la disillusione generale dei consumatori, hanno generato una dirompente ed irrefrenabile espansione dal 2008, anno in cui, parallelamente negli Stati Uniti, si verificò il crollo economico e il caso “Lehman Brothers”. In un futuro, come scritto all’interno di Wikinomics da Don Tapscott ed Anthony D. Williams: “Assisteremo all’affermazione di un’economia di tipo completamente diverso, 2 Tratto da “Economia collaborativa: un fenomeno in forte espansione, di cosa si tratta?”, 25 luglio 2014, a cura di Erica Venditti per “Credit Village”, http://www.creditvillage.it/notizie/economia-collaborativa- un-fenomeno-forte-espansione-di-cosa-si-tratta
  • 11. I Contenitori dell’economia collaborativa. 11 in cui le aziende coesisteranno con milioni di produttori autonomi che entreranno in contatto e si dedicheranno alla co-creazione di valore all’interno di reti a maglie larghe. Noi la chiamiamo: economia collaborativa”. Attualmente in Italia si sta verificando, di anno in anno, un costante aumento di fenomeni appartenenti all’economia collaborativa e di iniziative per capire di cosa si tratta e la loro attuale diffusione, tuttavia, non esiste ancora una regolamentazione e un supporto per il loro sviluppo, essendo conosciuta solamente da pochi anni. I luoghi in cui è possibile lavorare condividendo lo stesso ambiente con altri lavoratori, sono i “protagonisti” di questo elaborato. In particolare, sono stati selezionati gli spazi Coworking, Talent Garden e Fab Lab, in cui i principi di condivisione, collaborazione e di creazione di una comunità risultano essere alla base della loro filosofia. La presenza di questi principi permette di inserire queste tipologie di spazi all’interno del vasto numero servizi nati dall’economia collaborativa. 1.2 Spazi coworking: un luogo in cui il lavoro si unisce alla condivisione Il termine “coworking” venne utilizzato per la prima volta da Bernie DeKoven nel 19953 ad indicare non tanto uno spazio fisico quanto una risorsa web in grado di mettere in condivisione diversi servizi online per più professionisti attraverso un’unica interfaccia. Successivamente fu ripreso nel 20054 da Brad Neuberg, un programmatore della Bay Area, per definire non un semplice luogo in cui lavorare, ma uno spazio fisico nel quale i lavoratori potessero condividere i valori di comunità, collaborazione, apertura, accessibilità e sostenibilità. Figura 2 L'idea di coworking (Project your space) Da questa definizione nacque il primo spazio coworking: l’Hat Factory di San Francisco diede così il via ad un nuovo stile di lavoro basato sull’interazione e la comunione degli spazi tra diversi utenti. 3 http://whatis.techtarget.com/definition/coworking 4 http://whatiscoworking.com/
  • 12. I Contenitori dell’economia collaborativa. 12 L’ex fabbrica di cappelli, rifunzionalizzata per lo scopo, non era un semplice ufficio, ma comprendeva, oltre alle postazioni di lavoro, diversi servizi tra cui una cucina, una zona relax e un grande tavolo per circa dieci persone. Con il passare degli anni le funzioni all’interno di questo spazio aumentarono in base alle necessità riscontrate dai fruitori: furono migliorati gli spazi esistenti e inserite sale riunioni, aree eventi ed altro. Questi cambiamenti portarono a delineare un modello di spazio coworking applicabile ad altre realtà territoriali. Il coworking non è solo uno spazio fisico, ma è considerato un vero e proprio stile di lavoro orientato alla condivisione di un ambiente, mantenendo, nonostante ciò, un’attività indipendente tra gli utenti. Figura 3 Coworking (Wonderthirties) A differenza del tipico ambiente d’ufficio, coloro che lavorano in uno spazio coworking spesso sono dipendenti di diverse aziende o liberi professionisti che trovano in questi spazi la perfetta unione tra le comodità del lavorare a casa e le caratteristiche positive del lavoro tradizionale in ufficio. I “coworkers”, cioè coloro che lavorano all’interno degli spazi coworking, sono solitamente freelance che hanno sperimentato il lavoro da casa, con le conseguenti distrazioni derivanti da tale ambiente, o liberi professionisti che hanno viaggiato frequentemente. Entrambe le condizioni portano il lavoratore ad operare in un relativo isolamento dovuto alla mancanza di relazioni con altri colleghi, perciò lo scopo degli spazi coworking è diventato in questo caso il raduno sociale, offrendo la possibilità di affittare, per periodi di tempo più o meno flessibili, scrivanie, tavoli di lavoro o sale. In questo modo è possibile sia lavorare indipendentemente sia condividere uno spazio e dei valori, scoprendo le dinamiche che si possono creare lavorando a contatto con altre persone.
  • 13. I Contenitori dell’economia collaborativa. 13 È importante, però, non confondere questi spazi con altre modalità di lavoro, come gli acceleratori di affari, gli incubatori di impresa e le suite per dirigenti. Tali spazi sono infatti focalizzati sul profitto piuttosto che sulla comunità e mancano dell’aspetto fondamentale del processo sociale, collaborativo e informale. Il coworking si inserisce in un contesto che si trova a metà tra i due mondi casa e ufficio, ma è da queste realtà e da altre tipologie lavorative analoghe che si ispira dal punto di vista logistico, sociale e di interazione tra gli individui, delineandosi come fenomeno unico e innovativo nel suo genere. Negli ultimi anni il numero di spazi coworking è cresciuto in maniera esponenziale, partendo dagli Stati Uniti per poi arrivare in Europa e nel resto del mondo, diventando una sorta di rivoluzione e coinvolgimento globale. Nello specifico dell’Europa, il fenomeno si è inizialmente diffuso nelle grandi capitali come Berlino, Londra e Parigi, e solo successivamente è approdato in Italia dove, da qualche anno ad oggi, ha iniziato a guadagnarsi un maggiore interesse ed una espansione sempre più ampia. Figura 4 Evoluzione degli spazi Coworking dal 2012 al 2013 (Deskmag) Diverse sono le realtà più o meno consolidate nel territorio nazionale: un esempio è la rete Coworking Project by COWO® nata da un’idea di Laura Coppola e Massimo Carraro che hanno deciso di trasformare i loro uffici a Milano in spazi coworking il 1° Aprile del 2008 e che ora, dopo aver formulato un programma di affiliazione, radunano in un unico network 111 spazi coworking in 63 città italiane, permettendo a possibili coworkers di individuare gli spazi più vicini aumentando la visibilità di quelli ancora poco conosciuti.
  • 14. I Contenitori dell’economia collaborativa. 14 Figura 5 Spazi COWO (COWO) Esistono anche coworking non associati a delle reti e operanti sostanzialmente come realtà singole in grado di offrire servizi mirati ad un target mirato di persone: un esempio è Piano C5 , lanciato a Milano nel dicembre 2012 come realtà di coworking e di servizi per le donne (e per papà con bimbi al seguito), e successivamente trasformato in un insieme innovativo di soluzioni volto a facilitare e migliorare il rapporto donne/ lavoro attraverso la creazione di una community e di risorse e servizi specifici (“servizi salvatempo”, formazione, momenti di incontro, spazi di relax, convenzioni con il quartiere, etc.). Figura 6 Pianta Spazio Piano C L’interesse verso tali spazi è in aumento non solo nel mondo dei coworkers, ma anche in quello dei media, che li definiscono come spazi di lavoro comune a basso prezzo soffermandosi solo sull’aspetto economico e tralasciando erroneamente i valori di condivisione, collaborazione e comunità che stanno alla base di questi spazi. Ovviamente le questioni economiche sono centrali ed è perciò importante cercare di trasformare questi spazi in facilitatori della crescita economica, soprattutto in questo periodo di crisi in cui serve aumentare anche il guadagno. Ciò diventa possibile se alla condivisione di spazi, idee e relazioni, si aggiunge anche quella di servizi commerciali e 5 tratto dal sito di Piano C, http://www.pianoc.it/media/
  • 15. I Contenitori dell’economia collaborativa. 15 di consulenza: sono infatti sempre più numerosi gli spazi che offrono servizi volti a sostenere le piccole start up che nascono o scelgono di lavorare all’interno di questi luoghi(ad esempio reti commerciali, avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro ed esperti di bandi e finanziamenti), facendo diventare gli spazi coworking il volano per un nuovo sviluppo socio-economico del Paese e lo snodo di un cambiamento sociale e culturale, ponendosi come doppia alternativa positiva e propositiva. Infatti per i sempre più numerosi lavoratori autonomi, con spesso esigue possibilità di investimenti iniziali, la possibilità di frequentare uno spazio di lavoro flessibile nei costi e nei servizi rappresenta un modo per poter sviluppare passo dopo passo la propria attività, potendo utilizzare di volta in volta solo gli spazi e le attrezzature strettamente indispensabili. La precarietà e il largo uso di tempo determinato hanno provocato in Italia l’aumento di nuove ditte individuali, il “popolo delle partite IVA”, le quali necessitano di forte duttilità operativa, soprattutto all’inizio dell’attività quando l’utilizzo di una postazione lavoro o sporadicamente di una sala riunioni risultano servizi più che sufficienti. Tutto ciò che serve inoltre è un computer portatile, un cervello e una buona rete internet. Gli spazi coworking rappresentano pertanto la soluzione anche per tutti quei professionisti obbligati a spostarsi da una città all’altra che quindi necessiterebbero di un ufficio in ogni luogo di lavoro, caso assai improbabile per gli enormi costi, o lavorerebbero in una camera d’albergo piuttosto che al tavolino di un bar, con tutti gli scompensi del caso. Tali spazi danno infatti la possibilità, in questo caso, di affittare una scrivania a giorni e prenotare da una città all’altra sfruttando il network per sondare eventuali disponibilità, riuscendo così a garantirsi un luogo di lavoro e tutti i servizi allegati. Figura 7 Riadattamento degli spazi da uffici a spazio coworking (Steelcase, 2009) Infine è necessario soffermarsi sulle comunità che si formano all’interno degli spazi coworking e che creano al loro interno delle atmosfere rilassate e informali, tipicamente casalinghe, basate sulla socialità e la condivisione. Naturalmente, la
  • 16. I Contenitori dell’economia collaborativa. 16 socialità e la condivisione di idee sono solo una parte di ciò che rende attraente questi spazi, unitamente al vantaggio di condividere con il resto dei membri i costi di elementi essenziali per il lavoro, quali la connessione a internet, i servizi di telefonia, le forniture per ufficio e l’affitto. In conclusione, sempre più persone scelgono gli spazi coworking poiché, oltre a rappresentare una grande alternativa per i lavoratori autonomi, tali realtà si stanno dimostrando anche una soluzione sostenibile per gli imprenditori e i liberi professionisti che cercano di costruire una rete di collaborazione accettando e condividendo i valori di apertura, comunità, accessibilità e sostenibilità, senza per questo sentirsi in competizione con gli altri coworkers e creando di conseguenza posti e modi migliori di lavorare. Inoltre la possibilità di accedere ad un luogo informale nel quale convivono differenti personalità, con i profili professionali più disparati permette di entrare in contatto con competenze e nuove conoscenze, che possono, talvolta, generare nuove opportunità di business. 1.3 Talent Garden: un luogo in cui i “talenti” si riuniscono per far nascere nuove idee Recentemente gli spazi coworking si sono evoluti in nuove tipologie, denominati Talent Garden, che intendono tali spazi non solo come semplici contenitori in cui lavorare in condivisione, ma piuttosto come luoghi in cui far nascere e crescere nuove idee. Lo scopo principale è infatti quello di sviluppare le idee al loro interno, evolvibili in nuove start up o progetti grazie alla collaborazione tra i membri. In ogni rete di Talent Garden, i membri accedono spesso tramite un colloquio o una selezione effettuata per garantire e favorire una maggiore condivisione: infatti coloro che desiderano accedere ad un Talent Garden vengono direttamente selezionati dai membri dello spazio. Questa scelta da un lato può sembrare negativa, ma dall’altro favorisce ed assicura la presenza di persone che appartengono ad uno stesso ambito di lavoro/interessi, quindi in grado di confrontarsi e interagire con il resto dei membri, o ad un ambito complementare, e quindi possono generare stimoli o relazioni interessanti all’interno del gruppo. Una ulteriore caratteristica di questi spazi è la scelta di un ambito o tema caratterizzante, come ad esempio l’ambito digitale, del web o delle comunicazioni, oppure un ambito sociale o artistico. La scelta di un tema permette ai possibili interessati di identificare lo spazio come luogo ideale in cui sviluppare e dare maggiore risalto alle proprie idee e di individuare molto più facilmente possibili coworkers o imprese interessate al progetto.
  • 17. I Contenitori dell’economia collaborativa. 17 All’interno di questi spazi viene posta particolare attenzione alla cura degli interni volti a creare un ambiente accattivante, sostenibile e stimolante per i fruitori. Gli arredi scelti spesso provengono da materiali o oggetti riciclati e riutilizzati, oltre al mondo del design. Essendo lo scopo dei Talent Garden la creazione di nuove idee, particolare importanza viene data alle aree indirizzate alla comunità, come quelle relax o di ristoro in cui si crea maggiormente il clima rilassato ideale per la condivisione di esperienze, bisogni ed idee. Per comprendere meglio i Talent Garden è necessario approfondire ulteriormente alcuni degli aspetti sopra indicati, come i motivi che hanno spinto alla creazione di questi spazi, il loro percorso e i “talenti” che vi accedono. Per questo scopo vengono di seguito trattate due reti esemplificative di questa nuova tipologia di spazi, entrambe nate recentemente, ma perfettamente inserite all’interno del nostro territorio: la prima rete trattata è “TAG”, una rete di spazi interessante per l’origine e l’ambito di sviluppo delle idee; la seconda rete è “Impact Hub” il cui ambito è totalmente differente rispetto al primo caso, ma ugualmente interessante, inoltre la sua diffusione a livello internazionale merita una particolare attenzione. Figura 8 Impact Hub Amsterdam (Impact Hub) 1.3.1 TAG “TAG” (Talent Garden) è un network di coworking “made in Italy”, fondato a Brescia nel Dicembre 2011 dalla mente di Davide Dattoli e dal coinvolgimento di alcune piccole imprese che hanno finanziato il progetto nato dalla necessità di lavorare insieme ad altre persone simili e stimolanti. Viene definito come un “Passion Working Space”, cioè un ecosistema di menti brillanti e creative, piene di entusiasmo, passione, coraggio e fantasia, che trovano in questo spazio la possibilità di dare vita a nuove idee, creando un metaforico “giardino di talenti” le cui sedi possono essere considerate come grandi contenitori di scambio. La filosofia alla base di questi spazi contenenti i talenti selezionati è che, in un mercato di dimensioni globali, la vera concorrenza sia rappresentata dalle grandi aziende internazionali e non dal “vicino di scrivania”, con cui è possibile invece creare una partnership per sviluppare nuove idee.
  • 18. I Contenitori dell’economia collaborativa. 18 Il modello TAG mira non solo a condividere gli spazi di lavoro, ma a raccogliere, attraverso attività formative e comunicative (eventi, corsi di formazione, workshop e iniziative), tutto ciò che nasce all’interno di un territorio con l’obiettivo di svilupparlo tra persone con interessi simili nel mondo del web, del digitale e della comunicazione. La collaborazione e la condivisione sono gli stimoli che permettono ai diversi membri di TAG di “contaminarsi” generando così un confronto continuo volto a far crescere rapidamente idee e professionalità. TAG rappresenta uno dei primi “franchising dell'innovazione”,ovvero una catena di spazi nata con l’obiettivo di diffondersi nelle città secondarie italiane per dare una maggiore possibilità ai talenti delle città meno conosciute. In seguito a un cambiamento di pensiero, furono aperte due nuove sedi TAG all’interno di due grandi città del Nord d’Italia, Milano e Torino; ampliando ulteriormente la rete nazionale (in continuo aumento) e incrementando la visibilità del progetto. Dal territorio nazionale, che attualmente conta nove sedi (Brescia, Bergamo, Cosenza, Genova, Milano, Torino, Padova, Pisa, Pordenone), il modello TAG è stato esportato nell’ambiente internazionale che attualmente conta tre sedi estere (New York, Kaunas, Differdange). A differenza degli spazi coworking, all’interno degli spazi TAG si riscontra una maggiore interazione tra i partecipanti grazie anche all’introduzione di una selezione dei fruitori: infatti solo coloro che si occupano di Web, Digitale e Comunicazione hanno la possibilità di usufruire della rete e dei servizi di TAG. Queste limitazioni, che possono inizialmente assumere una valenza negativa, permettono invece l’incontro di persone con competenze simili, favorendo e facilitando lo scambio delle sinergie, l’instaurarsi di un’atmosfera piacevole, la condivisione e la creatività. Nel caso dei TAG, i principali coworkers sono freelance, startup e sempre più spesso anche piccole agenzie. Come nello spazio coworking, anche in questo caso TAGdiventa l'ufficio di chi lavorava a casa o in un piccolo ufficio, offrendo loro uno spazio comune che permette di affrontare spese minori, ma sopratutto di collaborare continuamente e proficuamente con altre piccole e medie realtà dello stesso territorio, facilitando, inoltre, la visibilità a livello giornalistico o, nel caso di una startup, l’ottenimento di finanziamenti. Ciò che caratterizza TAG dagli altri spazi coworking è: la cura degli ambienti, studiati per essere allo stesso tempo accattivanti, creativi e funzionali; la specificità di un particolare ambito di lavoro e la selezione di coworkers che lavorano nell’ambito del Digitale, del Web e della Comunicazione; la possibilità, per una azienda che entra in questi spazi, di essere completamente autonoma nel continuare la propria attività e di collaborare e sviluppare nuovi progetti con persone che si occupano dello stesso ambito in un luogo che crea un naturale e continuo scambio di idee e competenze.
  • 19. I Contenitori dell’economia collaborativa. 19 Figura 9 Spazi TAG Milano 1.3.2 Impact Hub La rete “Impact Hub” è nata a Londra nel 2005 con la necessità di creare uno spazio di lavoro condiviso per persone con idee volte a migliorare il mondo. Nel corso di questi ultimi anni, attraverso la collaborazione, l'imprenditoria e l'innovazione, la rete di Impact Hub si è espansa fino a diventare una rete mondiale di oltre 7000 membri, presente in tutti e sei continenti. Figura 10 Impact Hub (Impact Hub) Gli spazi Impact Hub si collocano a metà tra la rete territoriale, l’incubatore per start up a impatto sociale, le persone che vogliono trasformare le proprie idee in realtà ad impatto, e uno spazio unico dove lavorare e ospitare eventi d'ispirazione. La prima sede, tuttora in funzione, è stata aperta nel centro di Londra all'inizio del 2005, è situata all'ultimo piano di un vecchio magazzino, ed incarna lo spirito imprenditoriale di base. La particolarità di questo spazio è l’essere stato costruito da zero con l’obiettivo di fornire un ambiente collaborativo in cui le persone potessero lavorare, incontrarsi e imparare all'interno di una struttura modulare. Anche nelle sedi di Impact Hub, come in quelle Talent Garden, gli spazi interni sono studiati con cura per creare ambienti stimolanti, ecosostenibili e dallo stile moderno, al fine di incuriosire, ispirare e aumentare la creatività dei fruitori. Gli interni sono infatti, caratterizzati da tavoli a forma di foglia per garantire una maggiore flessibilità dello spazio, una camera semi-aperta di incontro per organizzare seminari, una biblioteca isolata e una cucina comune tale da ospitare anche piccole riunioni durante il pranzo o il caffè. Non essendoci posti di lavoro assegnati, gli utenti si siedono accanto a utenti diversi ogni volta che accedono.
  • 20. I Contenitori dell’economia collaborativa. 20 In Italia Impact Hub è approdato per la prima volta a Milano nel 2010 e attualmente conta sette sedi italiane e una sessantina presenti in tutto il mondo. Negli Impact Hub vi accedono diversi tipi di membri accomunati dal desiderio di avere un impatto positivo nella società: imprenditori e operatori del non-profit, liberi professionisti e giovani studenti, creativi ed esperti d’informatica. Impact Hub è rivolto perciò a tutti coloro che hanno un'idea, un progetto o una startup ad alto impatto sociale e ambientale. Figura 11 Pianta Spazio Impact Hub Milano Pertanto, Impact Hub non è solo un semplice laboratorio, ma una rete globale di persone, luoghi e programmi, un incubatore di imprese che offre ai soci un luogo unico di risorse, ispirazione e opportunità di collaborazione, perché solo stimolando le relazioni tra creativi, impegnati e focalizzati su uno scopo comune, la società può evolversi e migliorare. Sono luoghi di ispirazione volti alla nascita di idee innovative, allo sviluppo di relazioni utili e di opportunità di mercato per chi ha fiducia nel valore delle relazioni, nello scambio delle informazioni e delle risorse, nell’importanza del lavoro altrui. Da una valutazione del 2012 risulta che più di 400 nuove imprese sono state avviate da membri di Impact Hub, mentre le iniziative in corso hanno creato più di 1.500 nuovi posti di lavoro e le soluzioni generate in molti campi diversi della loro attività. L’appartenere ad una comunità solidale stimola i membri a intraprendere azioni positive e a creare impatto positivo.
  • 21. I Contenitori dell’economia collaborativa. 21 Chi usa questi spazi ha in comune la speciale sensibilità per l’innovazione sociale, lo spirito imprenditoriale e la convinzione che lavorare all’interno di un network sia più produttivo ed entusiasmante piuttosto che in solitudine. I vantaggi di questi spazi sono numerosi: il lavoro in un ambiente innovativo, stimolante e internazionale; il contatto con persone che condividono la voglia di dar vita a progetti ad alto impatto sociale e ambientale; la possibilità di accedere a informazioni, bandi, percorsi di formazione, opportunità legate all’innovazione sociale. Un Impact Hub si caratterizza per tre componenti distinti: in primo luogo, si tratta di una vivace comunità composta da persone appassionate e imprenditoriali che condividono l'intenzione di portare un cambiamento positivo e agire come pari nello sviluppo delle loro iniziative; in secondo luogo, è una fonte di ispirazione che fornisce contenuti significativi attraverso eventi stimolanti, laboratori di innovazione, spazi di apprendimento e di incubazione, programmi e conversazioni agevolate; in terzo luogo, è uno spazio fisico che offre un'infrastruttura flessibile e altamente funzionale per lavorare, incontrarsi, imparare e condividere. La magia avviene nel momento in cui questi tre elementi di connessione sono portati alla vita attraverso l'arte di ospitare. Inoltre Impact Hub si impegna ad offrire un programma di formazione stimolante per ospitare e ispirare una comunità di imprenditori, pensatori, creativi, costruttori di comunità, investitori, politici, sviluppatori, artisti e molti altri al fine di condividere e collaborare. Figura 12 Spazio Impact Hub Milano La differenza tra Impact Hub e Talent Garden consiste sostanzialmente nel focus sociale del primo e in quello digitale del secondo. Si tratta dunque di due realtà completamente diverse che, per questa ragione, collaborano molto spesso facendo rete in maniera allargata. Secondo Davide Dattoli, fondatore di “TAG-Talent Garden” “è vitale che questi ecosistemi nascano e crescano anche nelle stesse città, perché si rivolgono a pubblici differenti, e dunque è auspicabile che ne esistano diversi, focalizzati su temi diversi6 .” 6 “Talent Garden: intervista a Davide Dattoli”, 1 agosto 2014, a cura di Matteo Troia in “Così parlo il byte”, http://www.matteotroia.it/talent-garden-il-giardino-dei-talenti/
  • 22. I Contenitori dell’economia collaborativa. 22 1.4 Fab Lab: un luogo in cui ognuno ha la possibilità di concretizzare le proprie idee Il nome FabLab deriva dall’abbreviazione del termine inglese “Fabrication Laboratory” ed è un vero e proprio laboratorio aperto al pubblico ed è equipaggiato con macchine per la fabbricazione digitale e non. È un luogo dove chiunque può accedere ed utilizzare le attrezzature i software con l’assistenza di un personale formato in grado di trasformare qualsiasi idea in un prototipo o prodotto. FabLab è una idea americana nata nel 2001 al MIT, dove il prof. Neil Gershenfeld, con un finanziamento aprì il “Center for Bits and Atoms” (CBA) ed un corso chiamato "Come fare (quasi) qualsiasi cosa". Ipotizzando all’interno del corso il passaggio dal personal computer al personal fabricator, cioè di una macchina in grado di creare qualsiasi oggetto/prototipo tramite una rappresentazione digitale prima e una realizzazione dopo, e la possibilità di auto prodursi. Il FabLab è perciò un luogo dove è possibile creare oggetti fisici, utilizzando la rappresentazione digitale e successivamente le macchine adeguate. Inoltre, attraverso corsi, workshop ed eventi, fornisce, a basso costo di produzione e in modo personalizzato, conoscenze, competenze, materiali avanzati e strumenti tecnologici a chi desidera creare qualcosa di nuovo e su misura, siano essi imprenditori, studenti, artisti, artigiani e piccole imprese. Figura 13 Il meccanismo dei Fab Lab (Francesco Bombardi)
  • 23. I Contenitori dell’economia collaborativa. 23 Questi laboratori nascono con l’obiettivo di non limitarsi alla creazione di piccoli prodotti di consumo non ancora ideati, ma di sviluppare anche grandi stampanti portatili in grado di creare anche edifici o ponti utilizzando il calcestruzzo. Figura 14 I vantaggi degli spazi FabLab All’interno del progetto è stata creata una rete internazionale dei FabLab che si fonda su un insieme definito di macchine e strumenti di lavoro in grado di realizzare in maniera flessibile e semi-automatica un’ampia gamma di oggetti e lavorazioni. Inoltre è una rete condivisa che permette di inviare oggetti digitali via internet in modo da poterli fabbricare e materializzare fedelmente in tutto il mondo: ad esempio, un oggetto prodotto/nato a Boston può essere riprodotto ugualmente a Mosca. Attualmente i laboratori esistenti sono 4177 dislocati in tutto il mondo e in continuo aumento. 7 aggiornamento del 06.12.2014 secondo FabLab Foundation, http://www.fabfoundation.org/fab-labs/
  • 24. I Contenitori dell’economia collaborativa. 24 Figura 15 Mappa degli spazi Fab Lab presenti a livello mondiale. [dal sito di FabLab Foundation] Un numero rilevante di questi spazi sono italiani e in particolare i FabLab attivi, in fase di progettazione o prossimi all’apertura, sono 51. Tra questi vi sono diversi esempi interessanti per fattori differenti come gli anni di attività, la dimensione degli spazi o i servizi a disposizione. Un esempio è FabLab Torino, il primo FabLab aperto in Italia, che inserito in Officine Arduino e Toolbox Torino, è posto all’interno del capoluogo piemontese in una ex fabbrica di 9000 m² recuperata e rifunzionalizzata. La particolarità di questo spazio, aperto nel 2012, è un’associazione di volontari molto varia: ingegneri, architetti, studenti e appassionati che promuovono l’open hardware e l’open source in Italia, progettano e realizzano liberamente i loro oggetti diventando dei veri e propri “makers”. Essendo collocati all’interno di Toolbox, l’offerta di servizi e spazi è particolarmente completa e varia.All’interno di Toolbox e FabLab Torino è possibile infatti trovare: - openspace per l’attività di coworking; - aree eventi per conferenze, presentazioni, mostre ed altro; - sale riunioni; - aree relax e ristoro; - laboratorio attrezzato con stampanti 3D, laser cutter, vinyl plotter cutter, fresa CNC, fresa di precisione, banco falegnameria, oltre ai vari strumenti per la costruzione di prototipi e Arduino.
  • 25. I Contenitori dell’economia collaborativa. 25 L’unione di uno spazio coworking con uno FabLab ha avuto riscontri positivi da parte della popolazione e in particolar modo dei giovani, che in questi spazi vedono l’opportunità di riuscire a lavorare "creando". Un ulteriore esempio italiano “appena nato” e in evoluzione è lo spazio FabLab MUSE, ricavato all’interno dell’omonimo Museo delle Scienze di Trento. Il MUSE “si prefigge di creare consapevolezza sul patrimonio naturale e sull’impegno etico nella conservazione della natura e dell’ambiente; cogliere il rapporto tra locale e globale, a partire dai fattori ambientali; favorire un approccio informale, ludico, partecipato, in prima persona, con la scienza e le sue applicazioni tecnologiche” 8 . All’interno dell’openspace è possibile trovare: - Stampanti 3D; - Laser cutter; - Banco falegnameria; - Fresa CNC; - Fresa di precisione; - Vinyl plotter cutter; - Arduino & co. Anche grazie alla sua particolare collocazione, lo scopo del MUSE è pertanto quello di avvicinare educando, tramite attività didattiche, e assistendo i visitatori del museo e i curiosi di tutte l’età nella scoperta delle macchine prendendo confidenza con queste nuove attrezzature; e diffondendo un approccio open source alla produzione di processi e di conoscenza in generale. Inoltre, il laboratorio è utilizzato per sviluppare strumentazioni, esposizioni e attività per il museo stesso. Grazie a questi esempi italiani si può confermare non solo che i FabLab sono luoghi di incontro e condivisione tra persone con diverse formazioni volti a concepire progetti innovativi, ma che soprattutto sono luoghi in cui conoscere, informarsi e acquisire una formazione tecnica, grazie alla presenza di corsi, workshop ed eventi a disposizione di aziende, privati, scuole, designer, grafici, informatici, artigiani tradizionali, makers, imprenditori e tutti coloro che desiderano trasformare le proprie idee in nuovi prodotti e prototipi. La filosofia di questi spazi è quella di condividere idee e sviluppo tecnologico sostenibile per portare innovazione e conoscenza tecnologica nel territorio in cui il singolo laboratorio opera. 8 “Menichinelli: oggi apre il FabLab Trento, all’interno del nuovo MUSE”, 27 luglio 2014, a cura di Massimo Menichinelli in “Che Futuro!”, http://www.chefuturo.it/2013/07/menichinelli-apre-fablab- trento/
  • 26. I Contenitori dell’economia collaborativa. 26 In futuro i FabLab offriranno laboratori in grado di autoriprodursi, rendendo più economica la loro riproduzione, e consentiranno di avere un personal fabricator in ogni casa cambiando drasticamente la cultura usa e getta di oggi, poichè, per ogni apparecchio o giocattolo fatto in casa sarebbero possibili, in caso di guasto o rottura, lo smontaggio, la ricostruzione o il riciclo dei suoi materiali. I FabLab devono condividere strumenti e processi e garantire l’accesso diffuso ai moderni mezzi per l’invenzione comprendono che solitamente consistono in: - una stampante 3D; - un lasercutter controllato da computer; - una fresatrice a controllo numerico; - un signcutter, per produrre maschere di stampa, circuiti flessibili e antenne; - una fresatrice di precisione per fare stampi tridimensionali e circuiti a montaggio superficiale; - un software di programmazione per processori a basso costo ad alta velocità incorporato. Ma non sono sufficienti gli strumenti per creare un FabLab, l'idea è che tutti i laboratori possano condividere conoscenze, disegni e collaborare reciprocamente: ogni laboratorio deve partecipare alla rete globale senza isolarsi, ma facendo parte di una comunità di condivisione di conoscenze globale. In conclusione, un FabLab è una piattaforma di prototipazione tecnica per l'innovazione, l’apprendimento e l'invenzione volto a fornire uno stimolo per l'imprenditoria locale, il mondo del lavoro e gli istituti cognitivi: sono infatti sempre più adottati dalle scuole come piattaforme di progettazione per ottenere dall’esperienza una profonda conoscenza del processo di progettazione e innovazione attraverso l’uso delle macchine e dei materiali,. Grazie a questi laboratori ognuno può creare un oggetto semplificando e snellendo il processo di trasformazione di un’idea in un prodotto., Come afferma Gershenfeld, "se chiunque può fare qualsiasi cosa, ovunque, cambia radicalmente il significato di business9 ": infatti garantire ai destinatari la possibilità di crearsi, in modo rapido, semplice ed economico, l'articolo desiderato, consente sia di ottenere la realizzazione personale sia di soddisfare un bisogno unico, spesso non considerato dai grandi produttori commerciali. 9 tratto da “The Fab Life”, 13 agosto 2008, a cura di Andy Greenberg per “Forbes”, http://www.forbes.com/2008/08/13/diy-innovation-gershenfeld-tech-egang08- cx_ag_0813gershenfeld.html
  • 27. I Contenitori dell’economia collaborativa. 27 2 Ambito e metodologia della ricerca 2.1 Obiettivi della ricerca L’aumento crescente dei “contenitori dell’economia collaborativa”, ossia degli spazi in cui ospitare attività lavorative basate sulla condivisione e sulla collaborazione, e la scarsa conoscenza dei loro aspetti progettuali e gestionali a livello nazionale, fa emergere la necessità di effettuare una ricerca volta a conoscere la situazione attuale e approfondire gli aspetti ancora poco conosciuti di tali spazi. L’attività di ricerca mira pertanto a restituire una serie d’informazioni utili non solo alla conoscenza, ma anche alla progettazione di tali tipologie di spazi, individuando gli aspetti fondamentali da non trascurare durante la fase di progettazione e costruzione dei diversi “contenitori”. Determinato l’obiettivo generale dell’attività di ricerca, sono stati individuati sei obiettivi specifici necessari per l’approfondimento degli aspetti dimensionali, funzionali e gestionali attualmente poco noti di tali spazi: 1. conoscenza del numero di spazi attualmente attivi all’interno del territorio nazionale per capire l’attuale di diffusione di questi luoghi di condivisione e quale tipologia tra Spazi Coworking, Talent Garden e Fab Lab sia maggiormente diffusa; 2. conoscenza della distribuzione geografica degli spazi attivi attualmente nel territorio nazionale attraverso localizzazione e mappatura degli stessi in base alla tipologia di appartenenza (Spazi coworking, Talent Garden e Fab Lab); 3. conoscenza delle caratteristiche dell’area e nello specifico delle tipologie di edifici in cui gli spazi sono collocati, in modo tale da individuare le tipologie maggiormente utilizzate, conoscere le loro dimensioni e il numero di utenti in grado di ospitare; 4. approfondimento degli aspetti riguardanti gli spazi interni per conoscere come questi sono strutturati e capire le relazioni che si creano tra tali spazi interni e le diverse tipologie “contenitori”, di aree e di funzioni a disposizione di coloro che vi accedono; 5. conoscenza delle funzioni e dei servizi messi a disposizione dai diversi “contenitori” analizzati, come ad esempio servizi di consulenza e formazione, connessioni internet, scrivanie e poltrone, forni microonde, stampanti, proiettori, giochi, riviste, lasercutter, frese, stampanti 3D, macchine da cucire ed altri strumenti di lavoro; 6. analisi delle modalità di gestione degli spazi selezionati al fine di conoscere la presenza di eventuali costi di abbonamenti o di una membership, la possibilità di affittare gli spazi e di accedervi gratuitamente, oltre alla partecipazione all’interno di una rete e della tipologia di gestione.
  • 28. I Contenitori dell’economia collaborativa. 28 2.2 Ambito dell’indagine Considerato che l’obiettivo della ricerca è quello di analizzare in maniera più approfondita i “contenitori dell’economia collaborativa”, i quali cambiano significativamente l’ambiente lavorativo e il modo di affrontare il lavoro come si è visto nel capitolo precedente, e vista la varietà di tipologie di tali spazi, l’ambito della ricerca è stato ristretto alle seguenti tipologie specifiche: - Spazi coworking, ossia luoghi in cui il lavoro si unisce agli aspetti di condivisione, apertura e comunità insieme ad altri coworkers; - Talent Garden, evoluzione del coworking, dove i “talenti” creano comunità con l’obiettivo di far nascere nuove idee in ambiti preventivamente selezionati come, per esempio, il sociale e il digitale; - Fab Lab, laboratori di fabbricazione volti a sviluppare idee e progetti utilizzando attrezzature tecnologiche innovative e accessibili. Le motivazioni che hanno condotto alla restrizione del campo di indagine sono riscontrabili: - nella recente presenza all’interno del territorio nazionale di tali tipologie di spazi che pur essendo ancora poco noti rappresentano già una valida alternativa ai luoghi di lavoro più tradizionali; - nell’ampio consenso riscosso da tali tipologie di spazi nei diversi lavoratori italiani, in quanto rispondono a problemi diffusi come, ad esempio, il relativo isolamento e le frequenti distrazioni affrontate da coloro che sono costretti a lavorare a casa; - nell’aumento cospicuo in Italia nel corso di pochi anni di queste tre tipologie di spazi, con la conseguente necessità di capire gli aspetti e le dinamiche fondamentali ad essi legati. Inoltre particolare la ricerca è limitata al solo territorio italiano a causa della: - tempistica a disposizione per l’analisi, poiché l’elevato numero di spazi presenti in tutto il mondo non consente di considerare la totalità dei casi attivi visto che solo a livello nazionale sono stati individuati circa cinquecento casi; - necessità di capire l’attuale situazione di sviluppo in Italia, senza “contaminare” le informazioni con casi stranieri, che modificherebbero i risultati della ricerca; - necessità di fornire indicazioni progettuali maggiormente specifiche e facilmente adattabili alla situazione italiana per supportare coloro che devono progettare in Italia Spazi coworking, Talent Garden e Fab Lab. Durante a fase di selezione dei casi studio, si è riscontrato che l’importanza del “contenitore” non dipende dalla sua dimensione fisica; infatti anche le piccole realtà contengono informazioni utili per la conoscenza e la progettazione di tali realtà.
  • 29. I Contenitori dell’economia collaborativa. 29 Considerato pertanto che ogni caso analizzato fornisce informazioni non trascurabili, si è scelto di non inserire limitazioni relativamente alle dimensioni degli spazi selezionati, consentendo così l’analisi di tutti i “contenitori” attivi in Italia al fine di: - conoscere l’attuale diffusione di questi spazi anche in rapporto alle caratteristiche dimensionali in modo da ottenere una mappatura reale e affidabile di tutti i casi attivi in Italia senza precluderne alcuno; - ottenere dei risultati dalla ricerca volti a formulare indicazioni progettuali utili per qualsiasi dimensione del “contenitore” disponibile per l’inserimento di Spazi coworking, Talent Garden e Fab Lab. In conclusione la ricerca effettuata analizza i nuovi spazi lavorativi attivi nel territorio italiano senza porre alcun vincolo di tipo dimensionale e individua tra i prioritari “contenitori dell’economia collaborativa” gli Spazi coworking, Talent Garden e Fab Lab. 2.3 Metodologia di ricerca La fase di analisi è stata suddivisa in quattro macro-settori:  Studio della localizzazione degli spazi – Lo scopo è quello di analizzare la collocazione e la distribuzione delle tre tipologie di spazi all’interno del territorio nazionale, individuandone la posizione geografica, la regione e il luogo in cui ogni spazio è collocato;  Studio dimensionale – Questo macro-gruppo analizza le caratteristiche dell’area territoriale e dell’edificio in cui gli spazi sono collocati, le loro dimensioni (mq), le capacità di utenti minime-massime e la disposizione interna degli spazi;  Studio funzionale – Il terzo macro-gruppo analizza gli aspetti funzionali da approfondire ponendo attenzione alle funzioni e ai servizi a disposizione degli utenti;  Studio dei modelli di gestione – Quest’ultimo macro-gruppo analizza le modalità di gestione degli spazi, concentrandosi sui costi di abbonamento annui che un utente deve versare per utilizzare lo spazio, l’appartenenza ad una rete, la possibilità di affittare uno spazio per eventi o alla possibilità di accedere allo spazio liberamente o tramite adesione a una membership. Per comprendere meglio come si sia svolta l’analisi delle tipologie selezionate (Spazi coworking, Talent garden e Fab lab) e la successiva rielaborazione dei dati funzionali all’ottenimento di indicazioni progettuali, è possibile suddividere la ricerca in un percorso caratterizzato da diverse fasi: 1. Preparazione del materiale – Questa prima fase è volta ad individuare gli obiettivi e l’ambito della ricerca, a selezionare i casi studio da inserire in un primo
  • 30. I Contenitori dell’economia collaborativa. 30 database e a predisporre i materiali utili all’analisi dei casi studio, ossia una tabella in formato excel e un questionario da inviare ai responsabili di ogni spazio tramite comunicazione e-mail; 2. Studio degli spazi – In questa fase sono state raccolte le informazioni relative ai casi selezionati ottenute attraverso l’invio dei questionari precedentemente predisposti e la consultazione delle informazioni fornite in rete ottenute principalmente dai seguenti canali:  siti internet personali, molti spazi possiedono un sito internet dedicato;  motori di ricerca degli spazi (es. www.coworkingfor.com);  social network, oltre a siti internet dedicati, molti spazi possiedono una pagina all’interno di social network (es. “Facebook”);  articoli web, all’interno di siti internet di riviste e giornali (es. “Wired” o “Che Futuro!”);  blog personali;  piattaforme web non riferite agli spazi analizzati (Google Maps). 3. Inserimento dei dati – In seguito allo studio degli spazi e alle risposte dei questionari ricevuti dai responsabili di questi, le informazioni sono state inserite all’interno del database in formato excel creato nella prima fase della ricerca; 4. Integrazione dei dati – Terminato l’inserimento delle informazioni ottenute dalla fase di studio, i dati sono strati rielaborati al fine di poterli utilizzare in modo più appropriato nella fase successiva, raggruppando pertanto alcune informazioni quantitative (dimensione in mq, costi, etc.) riportate all’interno del database in range specifici per semplificare i dati e riordinare i casi studio in maniera logica; 5. Rielaborazione dei dati – Le informazioni contenute nel database di ricerca sono state rielaborate mediante tabelle pivot opportunamente studiate e catalogate per una più facile restituzione e consultazione degli esiti ottenuti (le tabelle sono state inserite all’interno di un elenco riportante la posizione all’interno del file, il gruppo di appartenenza, il numero della tabella, il titolo, i dati incrociati e la tipologia di valore utilizzata); 6. Restituzione delle informazioni ricavate – In seguito alla fase di rielaborazione dei dati, sono stati estrapolati i risultati ottenuti riportati attraverso sia testi sia grafici e tabelle. La ricerca si conclude fornendo dei risultati traducibili successivamente nelle indicazioni conclusive dell’elaborato. All’interno di queste fasi sono risultati fondamentali l’utilizzo di più strumenti come fogli di calcolo elettronico Excel, tabelle pivot, grafici.
  • 31. I Contenitori dell’economia collaborativa. 31 2.4 Strumenti utilizzati Per effettuare la ricerca è risultato necessario utilizzare una serie di strumenti suddivisibili principalmente in due tipologie: 1. Strumenti finalizzati alla raccolta dei dati, ossia il database iniziale per l’inserimento dei dati e il questionario inviato tramite e-mail ai responsabili degli spazi; 2. Strumenti finalizzati all’analisi dei dati, ovvero le tabelle pivot ed i grafici utilizzati per la lettura dei risultati. Di seguito si descrivono tali strumenti. A. Foglio di calcolo elettronico Excel Il principale strumento utilizzato per la ricerca è il foglio di calcolo elettronico excel per contenere il database di analisi degli spazi e le tabelle e grafici di rielaborazione dei dati raccolti. Un "foglio di calcolo" è una tabella costituita da un insieme di celle, organizzate in righe e colonne, atte a memorizzare dati ed effettuare operazioni matematiche. B. Il database Il database è stato predisposto suddividendo le colonne della tabella in sei macro- gruppi: 1. Nome caso studio – Si tratta della prima colonna della tabella e contiene il nome dello spazio analizzato nel database. 2. Localizzazione – Questo dato è suddiviso in quattro voci, una per ogni variabile descrittiva relativa alla localizzazione territoriale e tipologica degli spazi, necessarie a capire dove sono situati geograficamente, in che regione e città si trovano e a quale tipologia di “contenitore dell’economia collaborativa” appartengono. I sotto gruppi sono così disposti: - Tipologia di spazi – Indica se il caso studio sia uno Spazio coworking, Talent Garden, Fab Lab; inoltre è stata inserita una ulteriore tipologia mista di spazi, emersa durante la fase di studio dei casi, denominata Spazi Coworking e Fab Lab, ossia casi contenenti sia uno Spazio coworking sia un laboratorio Fab Lab; - Luogo – Indica la città dove lo spazio è inserito, molte grandi città contengono più spazi appartenenti anche a diverse tipologie di “contenitori”; - Regione –la regione italiana in cui lo spazio analizzato è situato, tale informazione è necessaria per comprendere la distribuzione degli spazi all’interno della regione e capire eventuali differenze; - Localizzazione geografica – Questa informazione è stata inserita durante la fase di rielaborazione dei dati e indica la localizzazione dello spazio rispetto alle tre zone dell’Italia, comunemente indicate come Nord (Regioni settentrionali italiane quali Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto,
  • 32. I Contenitori dell’economia collaborativa. 32 Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia), Centro (Regioni centrali italiane, quali Lazio, Abruzzo, Umbria e Toscana) e Sud (Regioni meridionali e isole, quali Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna). Queste prime categorie risultano necessarie per analizzare la diffusione attuale degli spazi all’interno del territorio nazionale. 3. Dimensioni e spazi – Questo macro-gruppo riporta ulteriori venti sotto-gruppi che contengono le variabili descrittive per analizzare l’area e l’edificio in cui lo spazio è collocato, con un’ulteriore approfondimento relativo alle disposizioni interne degli spazi. - Tipologia area – Questa variabile descrive l’area in cui è collocato lo spazio indicando essa se sia centro storico (CS), zona residenziale (ZR), zona commerciale e di servizi (ZC), zona industriale (ZI); Nel corso dell’analisi degli spazi è risultato necessario introdurre anche delle zone miste per indicare la compresenza di due tipologie di aree, ossia zona mista residenziale e commerciale (ZR/C), zona mista industriale e commerciale (ZI/C), zona mista residenziale/industriale (ZR/I); - Tipologia edilizia – Questa variabile descrive la tipologia di edificio in cui è collocato lo spazio che può essere ospitato in un edificio residenziale (ER), edificio commerciale o per servizi (EC), edificio industriale (EI); Come nel caso dell’analisi della tipologia di area, nel corso dello studio è emersa la necessità di introdurre delle tipologie di edificio misto, ossia edificio misto residenziale e commerciale (ER/C), edificio commerciale e industriale (EC/I); - Tipologia di intervento – Questa variabile descrive la tipologia di intervento caratterizzante l’edificio ospitante lo spazio con possibile scelta tra Ex novo (EN), ossia costruzione di un edificio con lo scopo di inserire uno Spazio coworking/ Talent Garden/Fab Lab, o recupero edilizio, rifunzionalizzazione, riadattamento (R) dell’edificio per inserire uno Spazio coworking/ Talent Garden/Fab Lab; - Dimensioni (mq) – Indica i metri quadri occupati dallo spazio all’interno dell’edificio; - Range Dimensioni (mq) – Durante la fase di rielaborazione dei dati è risultato necessario introdurre i seguenti range per le “Dimensioni (mq)”, ossia la dimensione in mq che occupa ogni spazio all’interno dell’edificio, riportati nella tabella sottostante; Range Dimensioni (mq) Spiegazione < 250 mq Spazi le cui dimensioni sono inferiori ai 250 mq di superficie. tra 250 e 499 mq Spazi le cui dimensioni sono comprese tra i 250 mq e i 499 mq di superficie. tra 500 e 1000 mq Spazi le cui dimensioni sono comprese tra i 500 mq e i 1000 mq di superficie.
  • 33. I Contenitori dell’economia collaborativa. 33 > 1000 mq Spazi le cui dimensioni superano i 1000 mq di superficie. - Capacità persone minima – Indica il numero massimo di persone ospitabili dalla struttura per attività di Spazi coworking/Talent Garden/Fab Lab; - Range Capacità di persone minimo – Anche la variabile descrittiva “Capacità persone minima” ha richiesto nella fase di rielaborazione dei dati, l’inserimento di range, riportati nella tabella sottostante, per facilitare la lettura dei dati inseriti al suo interno poiché la presenza di numerosi dati differenti non permetteva il corretto utilizzo dell’informazione fornita; Range Capacità persone minima Spiegazione Tra 1 e 10 Il numero di persone massimo che lo spazio può contenere se utilizzato per attività di Spazi coworking, Talent Garden e Fab Lab è compreso tra 1 persona e 10 persone. Tra 11 e 20 Il numero di persone massimo che lo spazio può contenere se utilizzato per attività di Spazi coworking, Talent Garden e Fab Lab è compreso tra 11 persona e 20 persone. Tra 21 e 30 Il numero di persone massimo che lo spazio può contenere se utilizzato per attività di Spazi coworking, Talent Garden e Fab Lab è compreso tra 21 persona e 30 persone. Tra 31 e 40 Il numero di persone massimo che lo spazio può contenere se utilizzato per attività di Spazi coworking, Talent Garden e Fab Lab è compreso tra 31 persona e 40 persone. Tra 41 e 50 Il numero di persone massimo che lo spazio può contenere se utilizzato per attività di Spazi coworking, Talent Garden e Fab Lab è compreso tra 41 persona e 50 persone. > 50 Il numero di persone massimo che lo spazio può contenere se utilizzato per attività di Spazi coworking, Talent Garden e Fab Lab è superiore a 50 persone. - Capacità persone massima – Indica il numero massimo di persone ospitabili in caso di organizzazione di eventi, corsi, presentazioni o workshop all’interno della struttura; - Range Capacità di persone massimo – Nella fase di rielaborazione dei dati sono stati inseriti range specifici per suddividere la capacità di persone minima nelle dieci fasce indicate nella tabella seguente; Range Capacità persone massima Spiegazione Tra 1 e 10 Il numero di persone massimo che lo spazio può contenere se utilizzato per eventi, corsi, presentazioni o workshop è compreso tra 1 persona e 10 persone. Tra 11 e 20 Il numero di persone massimo che lo spazio può contenere se
  • 34. I Contenitori dell’economia collaborativa. 34 utilizzato per eventi, corsi, presentazioni o workshop è compreso tra 11 persona e 20 persone. Tra 21 e 30 Il numero di persone massimo che lo spazio può contenere se utilizzato per eventi, corsi, presentazioni o workshop è compreso tra 21 persona e 30 persone. Tra 31 e 40 Il numero di persone massimo che lo spazio può contenere se utilizzato per eventi, corsi, presentazioni o workshop è compreso tra 31 persona e 40 persone. Tra 41 e 50 Il numero di persone massimo che lo spazio può contenere se utilizzato per eventi, corsi, presentazioni o workshop è compreso tra 41 persona e 50 persone. > 50 Il numero di persone massimo che lo spazio può contenere se utilizzato per eventi, corsi, presentazioni o workshop è superiore a 50 persone. Le seguenti undici variabili descrittive sono necessari per conoscere la disposizione interna degli spazi: - Ingresso reception – Spazio attraverso il quale si accede a uno o più ambienti o luoghi determinati; - Openspace – Presenza di un ampio spazio aperto all’interno dell’edificio; - Sala studio – Presenza di sale o uffici autonomi; - Sala Riunioni – Presenza all’interno dello spazio di una o più sale adibite unicamente per riunioni; - Sala congressi e presentazioni – Presenza di ampie sale adibite a luoghi per eventi, corsi, presentazioni e congressi, talvolta coincide con gli spazi openspace adattati per la tipologia di evento; - Cucina – Ambiente riservato e attrezzato per la preparazione e la cottura dei cibi; - Area ristoro – Presenza di un’area a disposizione degli utenti con distributori automatici, forno a microonde, frigo, macchina per il caffè e tavoli; - Area relax – Presenza di un’area dedicata allo svago, caratterizzata spesso dalla presenza di divani, poltrone, tavolini, giochi, riviste ed altro; - Spazio esterno – Presenza di un’area esterna fruibile; - Laboratorio – Presenza di un’area adibita a laboratorio, con all’interno macchine e attrezzature per la creazione di progetti; - Altro – Presenza di spazi che si differenziano da quelli sopra indicati (es. sala registrazione, spazi per telefonare, sale di posa ed altro). 4. Funzioni e Servizi – All’interno di questo macro-gruppo sono inseriti ventiquattro sotto-gruppi che contengono le variabili descrittive per analizzare le funzioni e i servizi disponibili per gli utenti. Le prime quattordici variabili descrittive si riferiscono ai servizi e ai materiali usufruibili all’interno degli spazi: - Energia elettrica, riscaldamento e pulizia;
  • 35. I Contenitori dell’economia collaborativa. 35 - Internet - wi fi; - Scrivania e sedia – Disponibilità di usufruire di scrivanie o tavoli, sedie, sgabelli o poltrone in cui lavorare; - Armadietto/Libreria personale – Possibilità di usufruire di uno spazio deposito personale; - Segreteria – Possibilità di usufruire del servizio di segreteria o presenza di un servizio di accoglienza; - Servizio catering – Possibilità di usufruire di un servizio catering se necessario; - Forno a microonde, frigorifero, distributori automatici – Presenza all’interno di un area ristoro dei dispositivi necessari alla conservazione, alla cottura e all’acquisto di cibo e bevande; - Area relax – Arredo e dispositivi per lo svago (es. divani, giochi, poltrone tavoli, ecc.); - Biblioteca – Raccolta di libri per lettura, studio o consultazione; - Assistenza – Presenza, all’interno dello spazio, di personale con lo scopo di - assistere, in caso di necessità, coloro che usufruiscono del servizio; - Consulenze – Possibilità di usufruire di un servizio di consulenza con professionisti (es. commercialista, avvocato, ecc.); - Formazione – Possibilità di partecipare a corsi di formazione, workshop, presentazioni ed eventi; - Stampanti, fax e scanner; - Proiettore e televisori; Le restanti dieci variabili descrittive si riferiscono in modo più specifico alle possibili attrezzature presenti all’interno di un laboratorio: - E-Lab – Laboratorio elettronico ovvero, all’interno dello spazio sono a disposizione attrezzature dedicate; - Stampante 3D – Stampante che permette una riproduzione reale di un modello 3D realizzato con un software di modellazione; - Laser cutter – Macchina che utilizza il taglio laser per tagliare fogli di materiali; - Arduino & co – Scheda elettronica di piccole dimensioni utile per creare rapidamente prototipi, piccoli dispositivi e molti altri piccoli oggetti; - Banco falegnameria – Attrezzatura per la lavorazione del legno; - Fresa cnc – Macchina usata per la lavorazione in forme complesse di un materiale, in particolare le fresatrici CNC sono dotate di sistemi automatici per la sostituzione degli utensili, in grado di rendere interamente automatizzato il processo produttivo, permettendo di arrivare dal materiale grezzo ad un pezzo finito anche senza l’intervento umano, ottenendo una lavorazione veloce ed economica; - Vinyl plotter cutter: – Plotter in cui il pennino o la testina di stampa sono rimpiazzati da una lama pivotante per intagliare, solitamente, disegni, scritte e forme su vinile adesivo, spesso colorato; Sono molto usati nella grafica
  • 36. I Contenitori dell’economia collaborativa. 36 pubblicitaria, nell'insegnistica e nella comunicazione e possono sagomare anche materiali rifrangenti o termotrasferibili, che vengono successivamente trasferiti sugli oggetti; - Macchina da cucire o attrezzatura per il cucito; - Strumenti vari –Comprendono tutte le attrezzature non elencate, come ad esempio l’attrezzatura fotografica, la fresa di precisione, l’attrezzatura per la lavorazione dei metalli ed altro; - Altro – Comprende tutti i servizi o funzioni non elencate precedentemente, come ad esempio IP dedicato, Domiciliazione fiscale, Telefono VOIP con numero fisso dedicato ed altro. 5. Modalità di gestione – Questo settore ospita le seguenti dieci variabili descrittive utili ad analizzare le modalità di gestione degli spazi, la presenza o meno di una rete a cui aderiscono, la presenza di una eventuale membreship per l’utilizzo degli spazi, il costo minimo e massimo di un abbonamento che un utente deve affrontare per l’utilizzo annuo dello spazio e dei servzi messi a disposizione, la possibilità di accedere liberamente allo spazio, la possibilità di affittare gli interi spazi: - Tipologia di gestione – Serve per conoscere se lo spazio è gestito da una rete privata/Persona (PV) o direttamente da un ente pubblico (PU); - Tipologia di rete – Indica se lo spazio analizzato appartiene ad una rete comune di spazi (es. TAG, Cowo, FabLab, Impact Hub, Multiverso, ecc.); - Membership – Indica lapresenza o necessità di associarsi per poter usufruire dello spazio; - Abbonamento minimo annuo – Indica il costo minimo che un utente deve affrontare annualmente per abbonarsi o diventare membro e poter, dunque, utilizzare gli spazi; - Range abbonamento minimo annuo – Nella fase di rielaborazione dei dati sono stati inseriti i range specifici per facilitare la lettura dei dati inseriti al suo interno, che suddividono perciò l’abbonamento minimo annuo in sette fasce riportate nella tabella seguente; Range Abbonamento minimo annuo Spiegazione < 1000 €/anno Il costo minimo che un utente deve sostenere per usufruire degli spazi e dei servizi forniti durante l’anno è inferiore ai 1000 €/anno. Tra 1000 e 2000 €/anno Il costo minimo che un utente deve sostenere per usufruire degli spazi e dei servizi forniti durante l’anno è compreso tra i 1000 e i 2000 €/anno. Tra 2001 e 3000 Il costo minimo che un utente deve sostenere per usufruire degli
  • 37. I Contenitori dell’economia collaborativa. 37 €/anno spazi e dei servizi forniti durante l’anno è compreso tra i 2001 e i 3000 €/anno. Tra 3001 e 4000 €/anno Il costo minimo che un utente deve sostenere per usufruire degli spazi e dei servizi forniti durante l’anno è compreso tra i 3001 e i 4000 €/anno. Tra 4001 e 5000 €/anno Il costo minimo che un utente deve sostenere per usufruire degli spazi e dei servizi forniti durante l’anno è compreso tra i 4001 e i 5000 €/anno. Tra 5001 e 6000 €/anno Il costo minimo che un utente deve sostenere per usufruire degli spazi e dei servizi forniti durante l’anno è compreso tra i 5001 e i 6000 €/anno. > 6000 €/anno Il costo minimo che un utente deve sostenere per usufruire degli spazi e dei servizi forniti durante l’anno supera i 6000 €/anno. - Abbonamento massimo annuo – Indica il costo massimo che un utente deve affrontare annualmente per abbonarsi o diventare membro e poter, dunque, utilizzare gli spazi; - Range abbonamento massimo annuo – Nella fase di rielaborazione dei dati sono stati inseriti i range specifici per facilitare la lettura dei dati inseriti al suo interno, che suddividono perciò l’abbonamento massimo annuo in sette fasce riportate nella tabella seguente; Range Abbonamento massimo annuo Spiegazione < 1000 €/anno Il costo massimo che un utente deve sostenere per usufruire degli spazi e dei servizi forniti durante l’anno è inferiore ai 1000 €/anno. Tra 1000 e 2000 €/anno Il costo massimo che un utente deve sostenere per usufruire degli spazi e dei servizi forniti durante l’anno è compreso tra i 1000 e i 2000 €/anno. Tra 2001 e 3000 €/anno Il costo massimo che un utente deve sostenere per usufruire degli spazi e dei servizi forniti durante l’anno è compresa tra i 2001 e i 3000 €/anno. Tra 3001 e 4000 €/anno Il costo massimo che un utente deve sostenere per usufruire degli spazi e dei servizi forniti durante l’anno è compreso tra i 3001 e i 4000 €/anno. Tra 4001 e 5000 €/anno Il costo massimo che un utente deve sostenere per usufruire degli spazi e dei servizi forniti durante l’anno è compreso tra i 4001 e i 5000 €/anno. Tra 5001 e 6000 €/anno Il costo massimo che un utente deve sostenere per usufruire degli spazi e dei servizi forniti durante l’anno è compreso tra i 5001 e i 6000 €/anno.
  • 38. I Contenitori dell’economia collaborativa. 38 > 6000 €/anno Il costo massimo che un utente deve sostenere per usufruire degli spazi e dei servizi forniti durante l’anno supera i 6000 €/anno. - Pagamento in base all’utilizzo – Indica la possibilità unica di utilizzo di un servizio, attrezzature e macchine solo attraverso un pagamento orario; - Accesso libero – Indica la possibilità di accedere liberamente allo spazio (es. in caso di eventi aperti, in giorni stabiliti, ecc.); - Affitto spazi – Indica la possibilità di affittare lo spazio per organizzare eventi, corsi, workshop, presentazioni, congressi, ecc. 6. Altre informazioni – Questo settore riporta le seguenti informazioni aggiuntive utili ai fini dell’analisi: - Sito – Sito internet da cui sono state tratte le informazioni dello spazio inserite nel database; - Indirizzo; - Collegamento – Presenza di eventuali collegamenti da inserire; - Altro – Distinzione della tipologia di analisi effettuata, ovvero distinzione tra dati inseriti provenienti da i questionari risposti o analisi in rete. C. Questionario in formato Excel Il questionario per lo studio degli Spazi Coworking, Talent Garden e Fab Lab è stato allegato ad una e-mail da inviare ai responsabili degli spazi. L’e-mail, scritta durante la fase di preparazione del materiale di studio presenta una prima parte iniziale di presentazione personale e una successiva riportante il motivo della richiesta inviata, con la relativa spiegazione degli obiettivi della ricerca e dei contatti per eventuali informazioni aggiuntive unite ai saluti. Durante la fase di studio degli spazi, insieme alle e-mail precedentemente descritte, sono stati inviati dei questionari con lo scopo di velocizzare il processo di analisi degli spazi. Tali questionari sono stati spediti in allegato alla e-mail sopra descritta ai responsabili degli spazi. Il questionario, costruito durante la fase di preparazione del materiale di studio, riporta dei quesiti necessari per effettuare l’analisi dimensionale, funzionale e gestionale degli spazi Coworking, Talent Garden e Fab Lab. Per facilitare la trasposizione dei dati di risposta all’interno del database di ricerca, il questionario è stato inserito all’interno di un file in formato excel, composto da cinque colonne: - Indica i quattro settori in cui sono suddivisi i quesiti (Tipologia spazi, Dimensione e spazi, Funzioni e servizi e Modalità di gestione); - Indica le “Variabili”, in cui sono indicati 53 variabili descrittive di analisi; - Riporta la “Domanda estesa”, in cui sono scritti 50 quesiti per esteso con lo scopo di spiegare in modo più dettagliato per evitare fraintendimenti o incomprensioni; - Serve per l’inserimento delle “Risposte” derivanti dalle domande della precedente colonna;
  • 39. I Contenitori dell’economia collaborativa. 39 - Questa voce, chiamata “Altro”, è a disposizione dello spazio intervistato in caso di aggiunta di informazioni. I 50 quesiti sono suddivisi nei seguenti quattro settori, per facilitare l’individuazione e il successivo inserimento nella tabella di analisi: 1. Tipologia spazi – Una domanda per capire la tipologia di “contenitore dell’economia collaborativa” a cui appartiene lo spazio indicato con possibilità di scelta tra Coworking, Talent Garden e Fab Lab; 2. Dimensione e spazi – Diciannove domande relative alla localizzazione dello spazio, alle caratteristiche dell’area in cui è collocato, alle caratteristiche dell’edificio in sui lo spazio è inserito, alle dimensioni, alla capacità di utenti e alle disposizioni interne degli spazi, con l’eventuale richiesta di prendere visione di eventuali planimetrie per capire la distribuzione interna degli spazi; Le domande chiedono dati relativi a Luogo, Tipologia area, Tipologia edilizia, Tipologia di intervento, Dimensioni (mq), Capacità utenti minima e massima, Presenza di Ingresso reception, Openspace, Sala studio/ ufficio, Sala riunioni, Sala congressi e presentazioni, Cucina, Area ristoro, Spazio relax, Spazio esterno, Laboratorio; 3. Funzioni e servizi – Ventiquattro domande relative alle funzioni e servizi forniti all’interno dello spazio come Energia elettrica, riscaldamento e pulizie; Internet e Wi- fi; Scrivania e sedia; Segreteria; Servizio catering; Forno a microonde, Frigorifero e distributori automatici; Area relax; Biblioteca; Assistenza; Consulenza; Formazione; Stampanti, fax e scanner; Proiettore e televisori; E-Lab; Stampante 3D; Laser cutter; Arduino & Co; Banco falegnameria; Fresatrice CNC; Vinyl poltter cutter; Macchina da cucire; Strumenti vari; Altro; 4. Modelli di gestione – Sei domande relative alla modalità di gestione riguardanti la tipologia di gestione, la presenza di una rete di cui lo spazio fa parte, la necessità di aderire ad una membership, il costo minimo e massimo di un abbonamento annuo che un utente deve versare per usufruire dello spazio e dei servizi, la presenza di pagamento in base solo all’utilizzo orario dello spazio/servizio/macchina, la presenza di accesso libero e la possibilità di affittare gli spazi.
  • 40. I Contenitori dell’economia collaborativa. 40 Il questionario inviato si configura, quindi, secondo l’aspetto complessivo seguente: Figura 16 Questionario d'analisi degli spazi VARIABILI
  • 41. I Contenitori dell’economia collaborativa. 41 D. Le Tabelle pivot All’ interno del foglio di calcolo elettronico e in seguito alla compilazione del database, per rielaborare i dati inseriti e ottenere informazioni utili relative alle tipologie di Spazi coworking, Talent Garden e Fab Lab, sono state utilizzate le tabelle pivot per incrociare i dati proveniente dallo studio dei casi. La tabella pivot è uno strumento analitico e di “reporting” necessario alla creazione di tabelle riassuntive. All’interno della ricerca, l’utilizzo di queste tabelle risponde alla necessità di organizzare dati complessi tramite la scelta dei campi e degli elementi che devono comporla. Il vantaggio dell’utilizzo di queste tabelle è la possibilità di inserire un numero molto elevato di variabili (dette anche “caratteristiche”). La tabella pivot è divisa in quattro aree: - Colonna – Area in alto a destra contenente i dati che saranno utilizzati come etichette per le colonne della tabella; - Riga – Area in basso a sinistra contenente i dati che saranno utilizzati come etichette per le righe della tabella; - Valori – Area in basso a destra contenente da riepilogare nella tabella tramite la selezione di specifiche funzioni matematiche; - Filtri Rapporto – Area in alto a sinistra chiamata contenente l’elemento (filtro) posto sulla terza dimensione, cioè visualizzato in un’area esterna alla tabella. Le operazioni ammesse sui campi di delle tabelle pivot sono di tipo matematico- statistico: conta valori, somma, differenza, prodotto, varianza, deviazione standard. Una tabella pivot presenta un layout molto flessibile, che può essere facilmente modificato per visualizzare differentemente i dati, mentre non è modificabile il valore delle celle dell'area dati e nelle intestazioni di riga o colonna. E. I Grafici Nell’ultima fase della ricerca, ossia quella di lettura delle informazioni ricavate dalla rielaborazione dei dati del database, è stato necessario utilizzare grafici volti a migliorare la leggibilità dei risultati. Sono stati utilizzati principalmente le seguenti due tipologie di grafici: - Istogramma – È la rappresentazione grafica di una distribuzione in classi di un carattere continuo ed è costituito da rettangoli adiacenti le cui basi sono allineate su un asse orientato e dotato di unità di misura; Ogni rettangolo ha base di lunghezza pari all'ampiezza della corrispondente classe, mentre l'altezza è calcolata come densità di frequenza (rapporto fra la frequenza assoluta associata alla classe e l'ampiezza della classe); L'area della superficie di ogni rettangolo coincide con la frequenza associata alla classe cui il rettangolo si riferisce e la somma delle aree dei rettangoli è uguale alla somma delle frequenze dei valori appartenenti alle varie classi;
  • 42. I Contenitori dell’economia collaborativa. 42 Figura 17 Esempio di istogramma - Grafico a torta – Il diagramma circolare (o “grafico a torta”) è un metodo utilizzato in statistica descrittiva per rappresentazioni grafiche di variabili quantitative misurate su classi di categorie (valori nominali) al fine di evitare di stabilire, anche involontariamente, un ordine che non esiste nelle categorie (cosa che accadrebbe utilizzando un istogramma); Il diagramma circolare viene costruito dividendo un cerchio in spicchi le cui ampiezze angolari sono proporzionali alle classi di frequenza, mentre le aree sono proporzionali alle frequenze. Figura 18 Esempio di grafico a torta 0 2 4 6 8 10 ESEMPIO 1 ESEMPIO 2 ESEMPIO 3 ESEMPIO 4 ESEMPIO - ISTOGRAMMA VALORE ESEMPIO - GRAFICO A TORTA ESEMPIO 1 ESEMPIO 2 ESEMPIO 3 ESEMPIO 4
  • 43. I Contenitori dell’economia collaborativa. 43 3 Ricerca e analisi dei differenti contenitori di collaborazione Il seguente capitolo riporta i risultati ottenuti in merito all’analisi della collocazione geografica, degli aspetti dimensionali, funzionali e gestionali dei contenitori dell’economia collaborativa selezionati nell’ambito della ricerca. Tali risultati sono stati suddivisi in base ai quattro aspetti analizzati e agli obiettivi di ricerca a cui rispondono: - Analisi della collocazione geografica in cui sono riportati i risultati che per mettono di conoscere l’attuale diffusione degli spazi all’interno del territorio nazionale; - Analisi dimensionale e del contesto dove sono collocati gli spazi, in cui sono riportati i risultati che permettono di conoscere in quali tipologie di aree e di edifici gli spazi sono maggiormente collocati, le loro dimensioni e le disposizioni interne; - Analisi funzionale e dei servizi, in cui sono inseriti i risultati che rispondono alle necessità di conoscere l’offerta delle diverse tipologie di spazi; - Analisi delle modalità di gestione, in cui sono inseriti i risultati che forniscono informazioni riguardanti le modalità di gestione, i costi di abbonamento, la presenza di membership, accesso libero e affitto degli spazi. Essendo molto numerose le informazioni emerse dalla rielaborazione dei dati, i risultati inseriti all’interno del capitolo non comprendono la totalità delle informazioni ricavate, ma sono frutto di una selezione con lo scopo di approfondire i risultati che forniscono risposte di rilievo attinenti ai fini della ricerca. L’elenco completo delle tabelle e dei grafici è inserito all’interno dell’appendice al termine del presente elaborato. I risultati riportati derivano dall’analisi di 422 contenitori dell’economia collaborativa attivi in Italia. Non avendo imposto selezioni di tipo dimensionale, ma avendo analizzato tutti gli spazi Coworking, Talent Garden e Fab Lab è possibile confrontare il grado di diffusione all’interno del nostro territorio per ogni tipologia di spazio. Tipologia di spazio Valore Assoluto Valore % Coworking 354 83,89% Coworking e Fab Lab 6 1,42% Talent Garden 16 3,79% Fab Lab 46 10,90% Totale 422 100,00% Tabella 1 Suddivisione dei casi studio secondo la tipologia di spazi di appartenenza La tabella sopra riportata rappresenta i casi analizzati suddivisi per tipologia di spazio, ovvero Coworking, Talent Garden e Fab Lab. Inoltre durante la fase di studio delle
  • 44. I Contenitori dell’economia collaborativa. 44 realtà attive nel nostro territorio, è stato necessario introdurre un’ulteriore tipologia che unisce le caratteristiche e le funzionalità degli spazi coworking con quelle dei laboratori Fab Lab: gli spazi Coworking e Fab Lab. Il motivo principale di questa scelta è l’importanza all’interno del territorio dei casi studio che appartengono a questa categoria. Pertanto è possibile notare che, tra i 422 casi studi, il 84% dei casi analizzati sono spazi coworking. Ciò dimostra che all’interno del territorio nazionale gli spazi maggiormente presenti e sviluppati appartengono a questa tipologia rispetto alle restanti analizzate. Un notevole distacco separa gli spazi coworking dagli spazi Fab Lab, Talent Garden e Coworking e Fab Lab che sommati insieme rappresentano solamente il restante 16% degli spazi analizzati. Grafico 1 Suddivisione dei casi studio secondo la tipologia di spazi di appartenenza Come descritto all’interno del capitolo descrivente la metodologia della ricerca, i dati inseriti all’interno del database nella fase di ricerca degli spazi, provengono da due tipologie di analisi differenti. Una parte degli spazi selezionati sono stati analizzati attraverso l’uso delle informazioni presenti in rete, mentre le restanti informazioni sono state ottenute grazie alle risposte ricevute dai questionari inviati ai responsabili degli stessi spazi. Casi studio Valore Analisi in rete Analisi questionario Tot. spazi Assoluto 380 42 422 % 90% 10% 100% Tabella 2 Rappresentazione dei casi studio suddivisi per tipologia di analisi Al termine della fase di studio, gli spazi analizzati ricoprono il 90% degli spazi inseriti nel database, mentre il restante 10% di spazi contengono informazioni ottenute dai questionari inviati. 354 6 16 46 0 100 200 300 400 Coworking Coworking e Fab Lab Talent Garden Fab Lab Coworking Coworking e Fab Lab Talent Garden Fab Lab
  • 45. I Contenitori dell’economia collaborativa. 45 3.1 Analisi della collocazione geografica degli spazi all'interno del territorio nazionale Questa sezione approfondisce il tema della collocazione geografica e della distribuzione degli spazi all’interno del territorio italiano. I risultati ottenuti hanno lo scopo di analizzare e conoscere l’attuale diffusione e collocazione dei diversi spazi e nello specifico delle regioni, fornendo una sorta di “mappatura dello stato di fatto”. Distribuzione geografica dei contenitori dell’economia collaborativa analizzati Suddividendo il territorio nazionale in tre aree geografiche, (Nord, Centro e Sud), gli spazi risultano distribuiti come evidenzia la tabella riportata di seguito: Localizzazione geografica Valore Assoluto Valore % Nord 273 64,69% Centro 103 24,41% Sud 46 10,90% Totale complessivo 422 100,00% Tabella 3 Analisi della collocazione geografica degli spazi Dei 422 spazi analizzati è possibile constatare che la diffusione dei contenitori dell’economia collaborativa non è omogenea all’interno del territorio nazionale, bensì, questi spazi sono maggiormente presenti nel nord Italia rispetto al sud Italia e alle isole (Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia). Il centro Italia (Abruzzo, Marche, Lazio, Toscana e Umbria) contengono circa un quarto degli spazi attivi, rispetto al 65% degli spazi attivi nel nord Italia (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta e Veneto). È quindi possibile ipotizzare che la diffusione degli spazi proceda dalla parte settentrionale della nazione verso quella meridionale. Grafico 2 Analisi della collocazione degli spazi Grafico 3 Suddivisione degli spazi secondo collocazione geografica Distribuzione geografica delle differenti tipologie di spazi Approfondendo le tipologie di contenitori selezionatirispetto alla localizzazione geografica, si è notata la disomogeneità notevole della distribuzione dei diversi spazi. 273 103 46 0 100 200 300 Nord Centro Sud Nord Centro Sud 65% 24% 11% Nord Centro Sud
  • 46. I Contenitori dell’economia collaborativa. 46 La tabella sotto riporta la diffusione in percentuale degli spazi analizzati all’interno del territorio nazionale suddivisa nelle tre aree geografiche Nord, Centro e Sud. Collocazione geografica Coworking Talent Garden Coworking e Fab Lab Fab Lab Totale Nord 65,82% 62,50% 66,67% 56,52% 64,69% Centro 24,86% 18,75% 33,33% 21,74% 24,41% Sud 9,32% 18,75% 0,00% 21,74% 10,90% Totale 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% Tabella 4 Analisi della tipologia di spazi secondo la collocazione geografica In particolare, nel caso degli spazi Coworking, la percentuale degli spazi attivi relativa alla zona geografica Nord raddoppia rispetto alla somma delle percentuali relative agli spazi presenti nel Centro e nel Sud Italia. Lo stesso rapporto si nota dal confronto della percentuale relativa agli spazi coworking attivi nel centro Italia, rispetto a quelli attivi nel Sud. Grafico 4 Analisi della tipologia di spazi secondo la collocazione geografica Continuando ad analizzare le diverse tipologie di contenitori, gli spazi Fab Lab sono distribuiti all’interno delle aree geografiche in maniera più omogenea, raddoppiando di numero nel Nord Italia (26 spazi nel Nord Italia in confronto ai rispettivi 10 spazi presenti nel Centro e nel Sud Italia). Analogamente, anche la diffusione degli spazi Talent Garden all’interno delle aree geografiche Nord, Centro e Sud si presenta in egual numero nel Centro e Sud Italia, raddoppiando nel Nord Italia. I grafici che seguono rappresentano in percentuale la distribuzione geografica delle diverse tipologie di spazi all’interno delle aree Nord, Centro Sud. 233 88 33 4 2 26 10 1010 3 3 Nord Centro Sud Coworking Coworking e Fab Lab Fab Lab Talent Garden
  • 47. I Contenitori dell’economia collaborativa. 47 Grafico 5 Suddivisione degli spazi Coworking secondo la collocazione geografica Grafico 6 Suddivisione degli spazi Talent Garden secondo la collocazione geografica Grafico 7 Suddivisione degli spazi Coworking e FabLab secondo la collocazione geografica Grafico 8 Suddivisione degli spazi FabLab secondo la collocazione geografica LEGENDA Nord Centro Sud Distribuzione dei contenitori dell’economia collaborativa analizzati nella ricerca all’interno delle regioni italiane Dall’analisi della diffusione degli spazi rispetto alle aree geografiche, risulta necessario, al fine di ottenere una analisi maggiormente dettagliata sulla diffusione dei contenitori dell’economia collaborativa, approfondire ulteriormente la collocazione degli spazi, passando alle regioni italiane. 66% 25% 9% SPAZI COWORKING 62% 19% 19% SPAZI TALENT GARDEN 67% 33% 0% SPAZI COWORKING E FABLAB 56% 22% 22% SPAZI FABLAB
  • 48. I Contenitori dell’economia collaborativa. 48 La tabella che segue riporta, in valore assoluto e in percentuale, la suddivisione degli spazi analizzati all’interno delle venti regioni. Collocazione geografica e regionale Valore Assoluto Valore Percentuale Nord 273 64,69% Emilia Romagna 37 8,77% Friuli Venezia Giulia 5 1,18% Liguria 16 3,79% Lombardia 131 31,04% Piemonte 38 9,00% Trentino Alto Adige 9 2,13% Valle d'Aosta 1 0,24% Veneto 36 8,53% Centro 103 24,41% Abruzzo 4 0,95% Lazio 43 10,19% Marche 13 3,08% Toscana 37 8,77% Umbria 6 1,42% Sud 46 10,90% Basilicata 3 0,71% Calabria 4 0,95% Campania 13 3,08% Molise 1 0,24% Puglia 8 1,90% Sardegna 3 0,71% Sicilia 14 3,32% Totale spazi 422 100,00% Tabella 5 Analisi della collocazione geografica e regionale dei casi studio Come si evince dalla tabella, la distribuzione degli spazi all’interno delle singole regioni risulta disomogenea. Infatti il 31% degli spazi attivi su tutto il territorio è situato all’interno della regione Lombardia, che si differenzia notevolmente dalle restanti regioni, classificandosi come regione in cui sono maggiormente diffusi i contenitori per l’economia collaborativa. Seguono le regioni Lazio, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna e Veneto; le restanti regioni presentano percentuali minori di spazi attivi rispetto al territorio nazionale.
  • 49. I Contenitori dell’economia collaborativa. 49 Grafico 9 Rappresentazione della collocazione regionale degli spazi analizzati Attraverso l’analisi della diffusione degli spazi all’interno delle singole regioni italiane risulta possibile inserire queste ultime all’interno di cinque categorie, suddividendole in base al numero degli spazi attivi al loro interno: 1. Regioni che presentano un unico spazio attivo al loro interno; 2. Regioni che contengono un massimo di 5 spazi attivi; 3. Regioni che contengono un numero di spazi attivi inferiore ai 20; 4. Regioni che contengono al loro interno un massimo di 45 spazi attivi; 5. Regioni in cui sono attivi più di 45 spazi per l’economia collaborativa. In seguito viene riportata la carta politica dell’Italia suddivisa nelle rispettive 20 regioni, che rappresenta la dislocazione delle le cinque categorie precedentemente descritte. Le regioni italiane presentano diverse colorazioni in base alla categoria di appartenenza, con una colorazione più scura per le aree in cui sono attivi un numero maggiore di spazi e più chiara all’interno delle regioni in cui sono attivi un numero minore di spazi. 37 5 16 131 38 9 1 36 4 43 13 37 6 3 4 13 1 8 3 14 0 20 40 60 80 100 120 140
  • 50. I Contenitori dell’economia collaborativa. 50 Figura 19 Analisi della diffusione degli spazi a livello regionale I risultati ottenuti dalla suddivisione attraverso il numero di contenitori per l’economia collaborativa mostrano: - due regioni sono collocate all’interno della prima categoria e sono: Valle d’Aosta e Molise; - sei regioni si collocano all’interno della seconda categoria e sono: Friuli Venezia Giulia, Umbria, Abruzzo, Basilicata, Calabria e Sardegna; - sei regioni si collocano all’interno della terza categoria e sono: Trentino Alto Adige, Liguria, Marche, Campania, Puglia e Sicilia; - cinque regioni si collocano all’interno della quarta categoria e sono: Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Lazio; - una regione si colloca all’interno dell’ultima categoria: la Lombardia. Per analizzare la distribuzione degli spazi all’interno delle regioni e capire se questa è omogenea o disomogenea, è stata creata un’ulteriore rappresentazione geografica dell’Italia. Nella prima fase sono state localizzate tutte le 422 realtà all’interno di ogni città, al termine di questa operazione si sono delineate delle aree in vi è una concentrazione maggiore, minore o del tutto assente di spazi. LEGENDA 1 spazio Da 2 a 5 spazi Da 6 a 19 spazi Da 20 a 45 spazi Spazi > di 45
  • 51. I Contenitori dell’economia collaborativa. 51 Figura 20 Diffusione dei contenitori per l'economia collaborativa all'interno del territorio nazionale Dalla rappresentazione risulta una distribuzione disomogenea all’interno delle singole regioni. Un esempio è la Lombardia che presenta una distribuzione degli spazi particolarmente concentrata nella zona di Milano e Brescia e un’assenza di spazi nella parte nord-est della regione. Al contrario della Lombardia, la regione Toscana presenta una maggiore concentrazione di spazi al nord e una totale assenza di spazi nella parte meridionale della regione. La diffusione degli spazi nelle regioni Sardegna e Sicilia è pressoché analoga, infatti, entrambe le regioni sviluppano gli spazi agli estremi opposti. Si può notare, inoltre che la diffusione degli spazi da nord verso sud segue una ipotetica linea a forma di “Z”, partendo dal Piemonte, Liguria, Lombardia e Veneto, si
  • 52. I Contenitori dell’economia collaborativa. 52 passa all’Emilia Romagna e Toscana arrivando alle Marche, da qui si attraversa il centro Italia arrivando in Lazio fino a scendere in Campania ed infine in Puglia. Distribuzione delle differenti tipologie di spazi all’interno delle regioni d’Italia Risulta necessario per comprendere l’analisi della distribuzione a livello nazionale delle diverse tipologie di contenitori dell’economia collaborativa, approfondire la loro distribuzione all’interno delle singole regioni. Collocazione geografica e regionale Coworking Talent Garden Coworking e Fab Lab Fab Lab Totale % V % V % V % V % V Nord 65,8% 233 62,50% 10 66,67% 4 56,52% 26 64,69% 273 Emilia Romagna 9,60% 34 0,00% 16,67% 1 4,35% 2 8,77% 37 Friuli Venezia Giulia 0,85% 3 6,25% 1 0,00% 2,17% 1 1,18% 5 Liguria 3,67% 13 6,25% 1 0,00% 4,35% 2 3,79% 16 Lombardia 32,49% 115 25,00% 4 0,00% 26,09% 12 31,04% 131 Piemonte 9,04% 32 6,25% 1 16,67% 1 8,70% 4 9,00% 38 Trentino Alto Adige 1,41% 5 12,50% 2 0,00% 4,35% 2 2,13% 9 Valle d'Aosta 0,00% 0,00% 0,00% 2,17% 1 0,24% 1 Veneto 8,76% 31 6,25% 1 33,33% 2 4,35% 2 8,53% 36 Centro 24,86% 88 18,75% 3 33,33% 2 21,74% 10 24,41% 103 Abruzzo 1,13% 4 0,00% 0,00% 0,00% 0,95% 4 Lazio 10,45% 37 6,25% 1 33,33% 2 6,52% 3 10,19% 43 Marche 3,11% 11 0,00% 0,00% 4,35% 2 3,08% 13 Toscana 9,04% 32 12,50% 2 0,00% 6,52% 3 8,77% 37 Umbria 1,13% 4 0,00% 0,00% 4,35% 2 1,42% 6 Sud 9,32% 33 18,75% 3 0,00% 21,74% 10 10,90% 46 Basilicata 0,56% 2 0,00% 0,00% 2,17% 1 0,71% 3 Calabria 0,85% 3 6,25% 1 0,00% 0,00% 0,95% 4 Campania 2,54% 9 0,00% 0,00% 8,70% 4 3,08% 13 Molise 0,28% 1 0,00% 0,00% 0,00% 0,24% 1 Puglia 1,98% 7 6,25% 1 0,00% 0,00% 1,90% 8 Sardegna 0,28% 1 0,00% 0,00% 4,35% 2 0,71% 3 Sicilia 2,82% 10 6,25% 1 0,00% 6,52% 3 3,32% 14 Totale 100,00% 354 100,00% 16 100,00% 6 100,00% 46 100,00% 422 Tabella 6 Analisi della collocazione delle tipologie di spazi a livello regionale La tabella sopra riportata permette di analizzare come le differenti tipologie di spazi (Coworking, Talent Garden, Coworking e Fab Lab e Fab Lab) sono distribuite, in percentuale e in valore assoluto, all’interno delle singole regioni.
  • 53. I Contenitori dell’economia collaborativa. 53 Per rendere maggiormente leggibili le informazioni presenti all’interno della tabella è stato creato un grafico ad istogramma in cui sono state indicate all’interno di ogni regione le tipologie di spazi per l’economia collaborativa presenti. Grafico 10 Rappresentazione della dislocazione delle tipologie di spazi a livello regionale Gli spazi Coworking, come si può notare dal grafico sopra riportato, presentano una distribuzione disomogenea rispetto alle restanti tipologie. In particolar modo rispetto agli spazi Fab Lab che presentano una distribuzione, oltre che omogenea, anche proporzionata alle regioni. In seguito sono stati creati dei grafici a torta per ogni regione, che rappresentano la distribuzione in percentuale delle diverse tipologie di spazi contenuti al loro interno, permettendo un’analisi specifica relativa ad ogni regione. 0 20 40 60 80 100 120 140 Coworking Coworking e Fab Lab Fab Lab Talent Garden
  • 54. I Contenitori dell’economia collaborativa. 54 Regioni del Nord Italia Grafico 11 Analisi delle tipologie di spazi all'interno della regione Friuli Venezia Giulia Grafico 12 Analisi delle tipologie di spazi all'interno della regione Emilia Romagna Grafico 13 Analisi delle tipologie di spazi all'interno della regione Liguria Grafico 14 Analisi delle tipologie di spazi all'interno della regione Lombardia Grafico 15 Analisi delle tipologie di spazi all'interno della regione Piemonte Grafico 16 Analisi delle tipologie di spazi all'interno della regione Trentino Alto Adige Grafico 17 Analisi delle tipologie di spazi all'interno della regione Valle d'Aosta Grafico 18 Analisi delle tipologie di spazi all'interno della regione Veneto LEGENDA Spazi Coworking Spazi Talent Garden Spazi Coworking e FabLab Spazi FabLab 60% 0% 20% 20% Friuli Venezia Giulia 92% 3%5% 0% Emilia Romagna 81% 0% 13% 6% Liguria 88% 0% 9% 3% Lombardia 84% 3% 10% 3% Piemonte 56% 0% 22% 22% Trentino Alto Adige 0% 0% 100% 0%Valle d'Aosta 86% 5% 6% 3% Veneto
  • 55. I Contenitori dell’economia collaborativa. 55 Regioni del Centro Italia Grafico 19 Analisi delle tipologie di spazi all'interno della regione Abruzzo Grafico 20 Analisi delle tipologie di spazi all'interno della regione Lazio Grafico 21 Analisi delle tipologie di spazi all'interno della regione Marche Grafico 22 Analisi delle tipologie di spazi all'interno della regione Toscana Grafico 23 Analisi delle tipologie di spazi all'interno della regione Umbria LEGENDA Spazi Coworking Spazi Talent Garden Spazi Coworking e FabLab Spazi FabLab 100% 0% 0% 0% Abruzzo 86% 5% 7% 2% Lazio 85% 0% 15% 0%Marche 87% 0% 8% 5% Toscana 67% 0% 33% 0%Umbria