2. ORIGINI DEL CANTO CRISTIANO
• Eredità tradizione ebraica
• Somiglianza tra i canti (cantillazione,
jubilus, esecuzione salmi)
• Repertori locali: gallicano, mozarabico,
canto ambrosiano – unico superstite
• Pochi manoscritti; uno di fine sec. IX, gli altri
sec. XI o posteriori
• notazione propria, diversa da quella delle altre
Chiese occidentali, a base di nota romboidale
• Aeterne Rerum Conditor
3. Notazione
ambrosiana
Credo in unum Deum
Patrem omnipotentem
factorem coeli et terrae
Visibilium omnium
et invisibilium
et in unum Dominum
O quam suavis es domine
4. CERIMONIE DELLA LITURGIA
Celebrazione eucaristica (messa) e Uffici delle Ore.
• Messa : Ordinarium Missae e Proprium Missae.
• Ordinarium Missae (parti ordinarie): Kyrie eleison (preghiera
lianica), Gloria in excelsis Deo (inno angelico), Credo in unum
Deum (o Simbolo) , Sanctus e Agnus Dei.
• Proprium Missae (parti mobili, mutavano a seconda del calendario
liturgico): l'Introito, il Graduale, l'Alleluja, l'Offertorio e il Communio.
• Uffici delle Ore
• erano otto ed erano distribuiti nelle diverse parti del giorno
(mattutino, vespro,..).
• celebrati solo all'interno delle comunità monastiche tranne i Vespri
(lettura dei Salmi intercalati da antifone, Magnificat, un inno e le
litanie)
5. ORIGINI DEL GREGORIANO
• prende il nome da Papa Gregorio I Magno
(ca.540 – 604; codici dal IX sec.)
• omogenizzazione tra canti delle varie Chiese, in
realtà durò molti secoli.
• canto gregoriano = monodia liturgica cristiana in
lingua latina, molto semplice dal punto di vista
metrico e melodico
• altre denominazioni: romana cantilena, cantus
planus (canto piano), canto mensurato, canto
latino o ecclesiastico.
• Schola Cantorum monasteriali: canti a memoria,
dato che non era diffusa la notazione musicale
6. • Tre stili del canto ecclesiastico : l'accentus, il concentus, e i melismi
(e i vocalizzi).
• L'accentus, dalla cantillazione ebraica, è una sorta di lettura sillabica
intonata.
• Il concentus, o canto spiegato, era il più comune e poteva essere sillabico
o semisillabico.
• I melismi e i vocalizzi (sillaba su più note) infine, fiorivano parole come
alleluja.
• Lettura dei salmi, in tre modi
• nella salmodia responsoriale (il solista leggeva un versetto e l'assemblea
lo ripeteva), nella
• salmodia allelujatica (dopo ogni versetto letto dal solista l'assemblea
rispondeva alleluja), nella
• salmodia antifonica (i versetti venivano eseguiti in modo alternato dal
solista e dall'assemblea).
• Tra il IX e il X sec. nacquero due nuove forme di canto sacro: la
sequenza e il tropo.
• Sequenza: aggiunta sillabica di un testo in prosa ai vocalizzi allelujatici
(prima del vangelo) – victimae paschali
• Tropo: sostituzione con testi sillabici dei melismi di alcuni canti della messa
(Kyrie e Introito)
7. GUIDO D’AREZZO (992 – 1050)
• Inventa un sistema
mnemonico ("mano
guidoniana") per intonare
correttamente la scala
• Solmisazione: pratica di
identificazione dei gradi di
una scala musicale per
mezzo di lettere (il nome
deriva dalle note sol, mi).
• Gli si attribuisce l’invenzione
del tetragramma
8. • Guido ricorse alla solmisazione quando ricavò le
sillabe dell'esacordo, cioè la serie dei sei suoni
consecutivi della scala diatonica (ut, re, mi, fa,
sol, la).
• I nomi delle note dell'esacordo furono tratti dalle
sillabe dei primi 6 emistichi di un inno dedicato a
san Giovanni, la cui intonazione corrispondeva
alla successione tono-tono-semitono-tono-tono
• essi non indicavano l'altezza assoluta dei suoni,
bensì soltanto la posizione relativa all'interno
dell'esacordo: mi-fa designano sempre il
semitono e ut la nota iniziale
9. PAOLO DIACONO
(720-799)
Autore Historia Langobardorum ,
molti testi in prosa e in versi,
tra cui un inno a san Giovanni (in saffiche minori)
UT queant laxis REsonare fibris
MIra gestorum FAmuli tuorum,
SOLve polluti LAbii reatum,
Sancte Iohannes.
Affinché possano con libere voci cantare le meraviglie delle tue azioni i servi,
cancella il peccato del labbro contaminato, o san Giovanni.
10. • Il nome della nota Si non si deve a
Guido D'Arezzo, ma fu aggiunto solo
nel XVI secolo
• il canto gregoriano, e la musica
medievale in genere, non
prevedevano l'uso della sensibile,
cioè del settimo grado della scala.
• Il nome della settima nota della scala
diatonica fu tratto dalle iniziali delle
due parole che compongono l’adonio
Sancte Iohannes
11.
12. Ut queant laxis Resonare fibris
Mira gestorum Famuli tuorum
Solve polluti Labii reatum
Sancte Iohannes
Nuntius celso veniens Olympo
te patri magnum fore nasciturum,
nomen et vitae seriem gerendae
ordine promit.
Ille promissi dubius superni
perdidit promptae modulos loquelae;
sed reformasti genitus peremptae
organa vocis.
Ventris abstruso positus cubili
senseras regem thalamo manentem,
hinc parens nati meritis uterque
abdita pandit.
Antra deserti teneris sub annis
civium turmas fugiens, petisti,
ne levi saltim maculare vitam
famine posses.
Praebuit hirtum tegimen camelus,
artubus sacris strofium bidentis,
cui latex haustum, sociata pastum
mella locustis.
.
Caeteri tantum cecinere vatum
corde praesago iubar adfuturum;
tu quidem mundi scelus auferentem
indice prodis Non fuit vasti spatium per orbis
sanctior quisquam genitus Iohanne,
qui nefas saecli meruit lavantem
tingere limphis.
O nimis felix meritique celsi
nesciens labem nivei pudoris,
prepotens martyr heremique cultor,
maxime vatum!
Serta ter denis alios coronant
aucta crementis, duplicata quosdam;
trina centeno cumulata fructu
te, sacer, ornant.
Nunc potens nostri meritis opimis
pectoris duros lapides repelle
asperum planans iter, et reflexos
dirige calles,
ut pius mundi sator et redemptor
mentibus pulsa luvione puris
rite dignetur veniens sacratos
ponere gressus.
Laudibus cives celebrant superni
te, deus simplex pariterque trine,
supplices ac nos veniam precamur:
parce redemptis!
13. ATTUALIZZAZIONE
•Coro de monjes del
Monasterio Bendectino de
Santo Domingo de Silos
•Gregorian - Masters Of Chant
• Live Kreuzenstein Castle 2007
Brothers in Arms (Mark Knopfler)
• Greensleeves (trad.)