Invecchiamento attivo: associazione Agora' in Opera Immacolat Concezione Onlustommaso bisagno
Slide presentate dal direttore generale di Opera Immacolata Concezione Fabio Toso al convegno Uneba sull'invecchiamento di Rimini a settembre 2019 www.uneba.org/tag/convegno-rimini
Breve presentazione del presidio tematico in ambito culturale di RENA. Le slide riassumono il percorso fatto fino nei primi mesi (settembre-novembre 2014) e propongono un'ipotesi di lavoro, frutto degli input e delle sollecitazioni ricevuti nel corso di alcuni appuntamenti a cui si è preso parte questo autunno.
Invecchiamento attivo: associazione Agora' in Opera Immacolat Concezione Onlustommaso bisagno
Slide presentate dal direttore generale di Opera Immacolata Concezione Fabio Toso al convegno Uneba sull'invecchiamento di Rimini a settembre 2019 www.uneba.org/tag/convegno-rimini
Breve presentazione del presidio tematico in ambito culturale di RENA. Le slide riassumono il percorso fatto fino nei primi mesi (settembre-novembre 2014) e propongono un'ipotesi di lavoro, frutto degli input e delle sollecitazioni ricevuti nel corso di alcuni appuntamenti a cui si è preso parte questo autunno.
Milano: Informazione, IG e qualità delle politiche giovanile. Palazzo delle S...Giovanni Campagnoli
ANCITEL LOMBARDIA
Fondo Sociale Europeo
INFORMAZIONE E QUALITA’ NELLE POLITICHE GIOVANILI
Milano, Palazzo delle Stelline, 2 FEBBRAIO ‘06
Prof. Giovanni Campagnoli
Vedogiovane – politiche giovanili.it
giovanni campagnoli (2007), Le 11 ipotesi della partecipazione giovanili, ParmaGiovanni Campagnoli
Comune di Parma
Spazi, modalità, strumenti e significati della partecipazione giovanile. Le 11 ipotesi della partecipazione giovanile.
giovanni campagnoli
giovanni campagnoli (2007), Orientamenti, direzioni strategiche ed ipotesi so...Giovanni Campagnoli
Coordinamento Regionale piemontese e Valle d’Aosta degli Informagiovani
Orientamenti, direzioni strategiche ed ipotesi sottostanti allo sviluppo e gestione degli IG: un confronto tra modelli
Torino, 11 ottobre ‘07
giovanni campagnoli
giovanni campagnoli (2006-08), Attese dei giovani e missione educativa e form...Giovanni Campagnoli
Torino, 28 febbraio ‘08 Centro Don Bosco, Valdocco
CONVEGNO NAZIONALE PER I DIRETTORI DEI CENTRI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE DELLA FEDERAZIONE SALESIANA CNOS-FAP
“Come rispondere alle attese dei giovani e garantire la missione educativa e formativa dei Centri di Formazione Professionali Salesiani”
giovanni campagnoli
giovanni campagnoli (2006/08), L'esperienza del Centro giovani Spazioper (Bor...Giovanni Campagnoli
SPAZIOPER: se un parco abbandonato rinasce cantiere culturale giovanile
Napoli, Fermo, Bologna, Rozzano
giovanni campagnoli (2006/08), L'esperienza del Centro giovani Spazioper (Borgomanero, No)
Esperienze di concertazione sulle politiche giovanili nelle province di Manto...Giovanni Campagnoli
Esperienze di Dialogo strutturato tra giovani e istituzioni, rispetto alla partecipazione alla concertazione dei piani giovani territoriali nei territori novaresi, vco e mantovani.
"We Neet You" intende valorizzare risorse e competenze di 50 giovani tra i 18 e i 25 anni che non studiano e non lavorano, i cosiddetti "neet", acronimo per "not (engaged) in education, employment or training", offrendo loro conoscenze e strumenti per inserirsi nel mondo del lavoro e vivere esperienze pratiche in ambito multimediale, teatrale, artistico-artigianale e di progettazione digitale.
La Oficina de Imaginación Cívica de la Fondazione Innovazione Urbana (en Bologna) tiene la misión de activar procesos de escucha, colaboración, participación y co-diseño de proyectos y políticas públicas de la ciudad, con especial atención a la regeneración de espacios y bienes urbanos comunes. Lo hace a través de un equipo multidisciplinar estable en cada uno de los seis distritos de la ciudad. Este equipo conoce las problemáticas y las prioridades de los vecinos y vecinas, a la vez que facilita el proceso de escucha y co-creación utilizando herramientas distintas según las necesidades.
Presentazione realizzata da Marialuisa Damini del Kit "Zero Poverty - Agisci Ora - Percorsi di educazione contro la povertà e l'esclusione sociale" (Caritas in collaborazione con Cem Mondialità, edito da Città Nuova)
giovanni campagnoli (2007), Giovani e spazi urbani: idee giovani per migliora...Giovanni Campagnoli
Comune di Omegna (Vb)
Giovani e spazi urbani: idee giovani per migliorare il “dentro la città”
Incontro&confronto con la vice ministro per le politiche alla famiglia, On. Chiara Acciarini
28 settembre 2009
giovanni campagnoli
Opuscolo riepilogativo del progetto "Social Enterprise for Better Life"Associazione Uniamoci
Opuscolo riepilogativo dello scambio giovanile "Social Enterprise for Better Life - SEBL" organizzato a Palermo nel mese di Maggio 2014 dall'Associazione Uniamoci Onlus, col sostegno finanziario della Commissione Europea nell'ambito del Programma Gioventù in Azione.
L'opuscolo contiene una breve descrizione del progetto e delle sue attività con un approfondimento sui principali risultati ottenuti.
Milano: Informazione, IG e qualità delle politiche giovanile. Palazzo delle S...Giovanni Campagnoli
ANCITEL LOMBARDIA
Fondo Sociale Europeo
INFORMAZIONE E QUALITA’ NELLE POLITICHE GIOVANILI
Milano, Palazzo delle Stelline, 2 FEBBRAIO ‘06
Prof. Giovanni Campagnoli
Vedogiovane – politiche giovanili.it
giovanni campagnoli (2007), Le 11 ipotesi della partecipazione giovanili, ParmaGiovanni Campagnoli
Comune di Parma
Spazi, modalità, strumenti e significati della partecipazione giovanile. Le 11 ipotesi della partecipazione giovanile.
giovanni campagnoli
giovanni campagnoli (2007), Orientamenti, direzioni strategiche ed ipotesi so...Giovanni Campagnoli
Coordinamento Regionale piemontese e Valle d’Aosta degli Informagiovani
Orientamenti, direzioni strategiche ed ipotesi sottostanti allo sviluppo e gestione degli IG: un confronto tra modelli
Torino, 11 ottobre ‘07
giovanni campagnoli
giovanni campagnoli (2006-08), Attese dei giovani e missione educativa e form...Giovanni Campagnoli
Torino, 28 febbraio ‘08 Centro Don Bosco, Valdocco
CONVEGNO NAZIONALE PER I DIRETTORI DEI CENTRI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE DELLA FEDERAZIONE SALESIANA CNOS-FAP
“Come rispondere alle attese dei giovani e garantire la missione educativa e formativa dei Centri di Formazione Professionali Salesiani”
giovanni campagnoli
giovanni campagnoli (2006/08), L'esperienza del Centro giovani Spazioper (Bor...Giovanni Campagnoli
SPAZIOPER: se un parco abbandonato rinasce cantiere culturale giovanile
Napoli, Fermo, Bologna, Rozzano
giovanni campagnoli (2006/08), L'esperienza del Centro giovani Spazioper (Borgomanero, No)
Esperienze di concertazione sulle politiche giovanili nelle province di Manto...Giovanni Campagnoli
Esperienze di Dialogo strutturato tra giovani e istituzioni, rispetto alla partecipazione alla concertazione dei piani giovani territoriali nei territori novaresi, vco e mantovani.
"We Neet You" intende valorizzare risorse e competenze di 50 giovani tra i 18 e i 25 anni che non studiano e non lavorano, i cosiddetti "neet", acronimo per "not (engaged) in education, employment or training", offrendo loro conoscenze e strumenti per inserirsi nel mondo del lavoro e vivere esperienze pratiche in ambito multimediale, teatrale, artistico-artigianale e di progettazione digitale.
La Oficina de Imaginación Cívica de la Fondazione Innovazione Urbana (en Bologna) tiene la misión de activar procesos de escucha, colaboración, participación y co-diseño de proyectos y políticas públicas de la ciudad, con especial atención a la regeneración de espacios y bienes urbanos comunes. Lo hace a través de un equipo multidisciplinar estable en cada uno de los seis distritos de la ciudad. Este equipo conoce las problemáticas y las prioridades de los vecinos y vecinas, a la vez que facilita el proceso de escucha y co-creación utilizando herramientas distintas según las necesidades.
Presentazione realizzata da Marialuisa Damini del Kit "Zero Poverty - Agisci Ora - Percorsi di educazione contro la povertà e l'esclusione sociale" (Caritas in collaborazione con Cem Mondialità, edito da Città Nuova)
giovanni campagnoli (2007), Giovani e spazi urbani: idee giovani per migliora...Giovanni Campagnoli
Comune di Omegna (Vb)
Giovani e spazi urbani: idee giovani per migliorare il “dentro la città”
Incontro&confronto con la vice ministro per le politiche alla famiglia, On. Chiara Acciarini
28 settembre 2009
giovanni campagnoli
Opuscolo riepilogativo del progetto "Social Enterprise for Better Life"Associazione Uniamoci
Opuscolo riepilogativo dello scambio giovanile "Social Enterprise for Better Life - SEBL" organizzato a Palermo nel mese di Maggio 2014 dall'Associazione Uniamoci Onlus, col sostegno finanziario della Commissione Europea nell'ambito del Programma Gioventù in Azione.
L'opuscolo contiene una breve descrizione del progetto e delle sue attività con un approfondimento sui principali risultati ottenuti.
Dopo la dichiarazione del Ministro Poletti (“Giovani in fuga? Alcuni è meglio non averli tra i piedi”, 19 dic. 2016), si approfondisce il tema del rapporto tra istituzioni e giovani, che nel corso degli anni ha registrato parecchie dichiarazioni dei politici con riscontri negativi tra le nuove generazioni, a partire dai “Bamboccioni”
dell’allora Ministro Padoa Schioppa (2007). Questa relazione di fiducia/sfiducia viene misurata dalla capacità della politica di risolvere problemi delle nuove generazioni e dall’attenzione - anche mediatica - della classe dirigente nei confronti dei giovani. Giovanni Campagnoli, 19 dic. 2016.
Project management per la cultura (novembre / dicembre 2015)Giovanni Campagnoli
Quattro incontri di Hangar Piemonte (www.hangarpiemonte.it) rivolti ad operatori / innovatori culturali, sui seguenti argomenti:
Dal sogno al progetto il passaggio dal desiderio acceso da un’idea, alla formalizzazione
La pianificazione strategica delle attività culturali e lo sviluppo di nuovi prodotti culturali
L’organizzazione delle attività culturali
Project management e riuso/rigenerazione di spazi vuoti
Gli incontri sono stati curati da Giovanni Campagnoli.
(2012), Linee guida europee in materia di gioventù, TrentoGiovanni Campagnoli
Provincia Autonoma di Trento, Assessorato alle Politiche giovanili
Trento, 20 settembre 2012
incontro con referenti tecnici e politici delle politiche giovanili, La stagione del biancospino
giovanni campagnoli
(2010), L'evoluzione dei compiti ed il ruolo delle Politiche giovanili in Ita...Giovanni Campagnoli
FORUM NAZIONALE GIOVANI - MINISTERO GIOVENTU'
ROMA, 16 DICEMBRE 2010
Sede del Parlamento Europeo
Quali (in)efficienze per le politiche giovanili in Italia
giovanni campagnoli, L'evoluzione dei compiti ed il ruolo delle Politiche giovanili in Italia
Giovanni Campagnoli: Politiche pubbliche per adolescenti e giovani in Italia (Verbania, 27 ottobre 2001)
1. COME NOI NESSUNO MAI
Nuovi adolescenti fra scuola e
società civile
Convegno di formazione,
Verbania 26 e 27 ottobre 2001
Provincia di Verbania
Comune di Verbania
Contorno Viola
2. LE POLITICHE PER ADOLESCENTI E GIOVANI
La diffusione dei progetti
I Progetti: un tentativo di
descrizione
La questione della
rappresentanza giovanile
Dai progetti giovani ai
progetti adolescenti
Dai progetti giovani ai
progetti di prevenzione
Dai progetti giovani alle politiche
giovanili a livello nazionale
Le politiche delle Regioni
in materia di giovani
La legge 285/97
Che altro?…
Nella scuola
Presentazione
In concreto i Progetti
Bibliografia
I progetti: quali caratteristiche
3. A partire dagli anni ‘70, sono
state molte le iniziative rivolte ai
giovani da parte del tessuto
associativo (sportivo, culturale,
ricreativo, educativo, che ha
costituito e costituisce tuttora,
un riferimento significativo) e
della Chiesa cattolica con le
strutture parrocchiali e le
molteplici attività formative e
ricreative.
Presentazione
Cosa c’è stato
4. Quello che è mancato è lo
sviluppo organico di un
insieme di opportunità di
incontro, svago, cultura,
partecipazione attivato e
realizzato direttamente da
istituzioni pubbliche, non
vincolato dall’adesione ad
associazioni od organizza-zioni
di qualsiasi tipo
Presentazione
5. Vi è stato una sorta di rigetto nei
confronti di ”forti” azioni politico
- formative rivolte ai giovani.
Il passaggio alla vita adulta e
professionale, così come l’edu-cazione
alla democrazia ed alla
partecipazione sociale, sono state
così affidate alla famiglia ed alla
scuola, da un lato e, dall’altro, ai
soggetti “associativi” (partiti,
associazioni, sindacati) operanti
nella società civile.
Presentazione
6. Ogni Amministrazione locale in
questo ambito ha dovuto procedere
“navigando a vista”, in quanto non
era ben definito un quadro
normativo determinato sia a livello
nazionale che regionale, a parte i
protocolli di intesa dell’ANCI su
lavoro e su Informagiovani.
Lo sviluppo di una progettualità è
avvenuto più su basi di sensibilità,
che per riferimenti normativi certi.
Presentazione
7. Gli Enti locali hanno di fatto
adempiuto ad un obbligo che
in altri Paesi è delegato al
governo centrale, dove la
“questione giovanile” è
considerata fra i compiti
istituzionali fondamentali
dello Stato, e dove gli Enti
locali contribuiscono alla sua
determinazione attraverso
indicazioni e strumenti offerti
dallo Stato.
Presentazione
8. Cosa è stato prodotto
Le iniziative che dalla metà degli
anni ’70 (grazie anche al nuovo
quadro competenze che nel 1977
sono state delegate dallo Stato alle
Regioni ed ai Comuni) hanno
cominciato a susseguirsi (il primo
progetto Giovani è del Comune di
Torino, nel ‘77), hanno prodotto:
• il “Centro di incontro per
giovani”,
• l’Informagiovani,
• la Consulta o Forum giovanile.
Più difficile è stata l’elaborazione di
politiche nazionali per infanzia e
giovani.
Presentazione
9. La diffusione dei progetti giovani
Dopo l’esperienza di Torino
altri hanno seguito
l’esempio ed hanno attivato,
Progetti giovani. Per diversi
anni si è trattato di
amministrazioni comunali,
collocate prevalentemente
nel Nord e di entità medio
grande. Successivamente
l’esempio è seguito anche
da molte altre città e di
dimensioni demografiche
medie.
I primi 10 progetti giovani:
Torino, Bologna, Forlì, Modena,
Reggio Emilia, Livorno, Voghera,
Ravenna, Perugia, Terni.
10. La diffusione dei progetti giovani
Le ricerche sulla presenza di Progetti Giovani
ANNO ENTE CAMPIONE RISULTATI
1984 ANCI 267 Comuni con
più di 30.000
abitanti
41%
1992 G.Abele
M.Interni
1.038 Comuni con
più di 10.000
abitanti
58%
1996 A.Aster 214 Comuni 43%
11. La diffusione dei progetti giovani
Le ricerche sulla presenza di Progetti Giovani
La loro distribuzione territoriale è a
“macchia di leopardo”: vi è un
miglioramento per l’Italia meridionale
ed una situazione di stabilità per il
Centro. Si evidenzia anche un
aumento di investimento nei Comuni
piccoli.
Gli interventi sono in aree molto
problematiche sotto il profilo
sociale, per cui riguardano
prevenzione (promozione di attività
educative e informative sulle droghe) e
nell’apertura di strutture di
animazione e di socializzazione
12. I progetti: un tentativo di descrizione
Il Progetto giovani è stato
essenzialmente un modo di
pensare, delle amministrazioni
locali, alle iniziative rivolte ai
giovani (spesso innovative),
operando per obiettivi e centrando
l’azione sul coordinamento e sull’
integrazione di tutte le risorse
interne ed esterne alla pubblica
amministrazione, soprattutto
davanti a bisogni nuovi.
13. I progetti: un tentativo di descrizione
Così, quasi ovunque, il
“Progetto” è stato pensato
come strumento, e non fine.
Le realtà in cui nascono
rendono ardua l’identificazione
di precise tipologie, in quanto
si tratta di un’esperienza
spesso creativa ed originale
a forte carattere di localismo.
Il Progetto valorizza l’
amministratore: infatti è in
grado di progettare chi è in
possesso degli strumenti e
ha la cultura della previsione.
14. I progetti: un tentativo di descrizione
APPROCCIO TIPOLOGIA
PROGETTI
PRODOTTI RISULTATI ATTESI
giovani =
soggetti deboli
Assistenzialistico servizi ed interventi
interessanti ed
adeguati
Giovani = fruitori
giovani =
persone
conflittuali
luoghi “protetti” per far
esprimere ed agire il
conflitto
“nuove” forme di
autorganizzazione
Nuove modalità di
confronto tra società e
giovani
giovani =
persone poco
integrate
socialmente
Intervento per sop-perire
al minor peso
socializzante di fami-glia,
scuola e lavoro
creazione di spazi a
forte caratterizzazi-one
educativa e
formativa
Possibilità di esprime-re
modelli di comporta-mento
diversi da quelli
della società
Giovani = sog-getti
desidero-si
comunicare
con gli adulti
Ricerca di spazi
comunicativi
Spazi per vivere
esperienze e per
sviluppare “nuove”
modalità espressive
Sviluppo di analisi tra
generazioni diverse
Le tipologie di Progetti Giovani
15. In concreto i Progetti…
In concreto i Progetti sono tante esperienze diverse…
Ogni Progetto costituisce una
storia a sé, anche sul versante
delle iniziative concrete. Per
praticità di descrizione si
segue una divisione in settori
che può apparire artificiosa:
• l’informazione,
• la socializzazione e la cultura,
• la formazione ed il lavoro,
• l’emarginazione ed il disagio.
16. In concreto i Progetti…
L’Informazione
Nella società odierna i giovani si
trovano, per assurdo, a
sperimentare due tipi di
difficoltà: la mancanza di
informazioni per scegliere e
l’abbondanza di informazioni. In
ogni caso ciò genera
disorientamento e difficoltà
nell’assunzione delle scelte.
Per aumentare il possesso di
informazioni adeguate e tarate
sulle proprie esigenze si sono
attivati i Centri di informazione
per giovani (il primo a Torino
nel 1982)
17. In concreto i Progetti…
L’Informazione: le tipologie di Centri Informativi
Contenuti
informativi
erogati
Centri generalisti:
informazioni su più
settori di interesse
giovanile
Centri specialistici: coprono un solo
settore informativo, in genere
orientamento scolastico e inserimento
lavorativo
Pubblico di
riferimento
Centri generalisti:
considerano destinatari
tutti i giovani indistinta-mente
Centri specialistici: si rivolgono ad
alcuni giovani in specifico, ad
esempio, le donne, i disoccupati, gli
studenti.
Tipo di funzioni
esercitate
Funzione di
informazione pura
Funzione di consulenza, esercitata
attraverso colloqui, su questioni di
natura più complessa e delicata (ad
esempio, problemi legali così come
difficoltà sociali e personali) o su
questioni rispetto alle quali la sola
messa a disposizione di informazioni
non risulta efficace (creazione di
imprese).
Ritorna
18. In concreto i Progetti…
La socializzazione e la cultura
E’ questo uno dei settori
maggiormente sviluppati e
risponde a due considerazioni:
• i giovani dispongono di spazi
ridotti per costruire esperienze di
socializzazione “orizzontale” al di
fuori della scuola e delle
esperienze di tipo associativo
• sono scarse e sovente
inadeguate le azioni di supporto,
valorizzazione e diffusione delle
iniziative culturali che vedono i
giovani direttamente protagonisti.
19. In concreto i Progetti…
La socializzazione e la cultura: gli spazi
I servizi presenti nei Centri di incontro o socializzazione
I servizi a porta aperta - Si rivolgono alla generalità dei giovani, centrati
sull’offerta di specifiche iniziative quali corsi (di vario
genere), incontri - dibattiti, opportunità di incontro…
I servizi a porta chiusa - Si rivolgono a giovani, singoli ma preferenzialmente
in gruppo, che si rivolgono al Centro di servizi
proponendo richieste particolari sia per interessi che
per destinatari. In tal caso il Centro mette a
disposizione locali, strumenti (es. il centro stampa,
strumenti video e/o musicali, teatrali, sale-prova
musicali) per una gestione dell’iniziativa che assume
quasi i caratteri dell’autogestione seppure per tempi
limitati.
I servizi a porta
semiaperta
- Si rivolgono alla generalità dei giovani ma con
criteri di accesso maggiormente definiti (es.
gruppi classe al mattino, gruppi di adolescenti al
pomeriggio, ad accesso libero o riservato ed alla
sera ad accesso regolato come luogo di incontro e
progettazione a gruppi informali).
20. In concreto i Progetti…
La socializzazione e la cultura: le azioni di supporto
Azioni di supporto sono:
gli scambi giovanili: opportunità di
scambio “alla pari” tra gruppi di
giovani di città diverse, sia italiane
che estere, finalizzati alla
conoscenza reciproca ed alla
conoscenza di usi, culture,
esperienze giovanili di altri contesti
culturali.
turismo giovanile “alternativo”:si
tratta di opportunità di viaggi in Italia
e all’estero per lo studio della lingua
o per l’apprendimento di particolari
pratiche sportive o per la
sperimentazione di esperienze
professionali.
21. In concreto i Progetti… La socializzazione e la cultura: le azioni di supporto
Il supporto e la diffusione della
produzione di cultura, si concretizzano in:
• organizzazione di concerti, rassegne
teatrali, mostre, ecc.;
• organizzazione di iniziative a supporto
dei giovani artisti (es. GAI, banche-dati,
strumenti informativi quali video, riviste,
volumi, ecc); l’utilizzo di radio e tv locali,
la realizzazione di Ufficio stampa per
iniziative di presentazione pubblica;
• organizzazione di iniziative di
formazione, scambi tra giovani artisti
• predisposizione di strumentazione ed
attrezzature a disposizione di gruppi e
singoli per lo sviluppo delle capacità
artistiche e culturali.
22. La socializzazione e la cultura In concreto i Progetti…
Promozione delle esperienze di tipo
associativo presenti nel territorio e lo
sviluppo di nuove forme associative,
ha portato a:
• ricerche sulle tipologie di associazioni;
• alla costruzione di albi e banche-dati;
• alla messa a disposizione di sedi,
strumenti, consulenza;
• al coinvolgimento in progetti operativi;
• alla predisposizione di percorsi
formativi.
Con le associazioni sportive si è
sviluppato l’affidamento degli impianti,
l’organizzazione di manifestazioni, lo
sviluppo dello sport nella scuola e sul
territorio…
Ritorna
23. In concreto i Progetti…
La lotta alla disoccupazione
ha portato a politiche di
orientamento scolastico e
professionale e a politiche
d’inserimento nel mercato
del lavoro in senso stretto.
24. In concreto i Progetti…
Nel 1987, nel convegno promosso
dall’ANCI su giovani e lavoro, è stata
ufficializzata la nascita dei CILO
(Centri di iniziativa locale per
l’occupazione).
Nel 1987 e nel 1989 sono stati
sottoscritti due accordi tra Ministero,
Regioni, ANCI, UPI, UNCEM per la
promozione e costituzione dei CILO
su scala regionale (i primi in Lazio e
Piemonte, nel ’91).
25. In concreto i Progetti…
Le attività, i servizi ed i progetti dei CILO
Orientamento scolastico,
universitario, professionale,
occupazionale
Monitoraggio delle potenzialità economiche
del territorio, funzioni di sportello informativo,
colloqui individuali di sostegno, attività di
orientamento per piccoli gruppi, gestione di
strumenti informatici e diagnostici, giornate di
studio, incontri con operatori del mondo
economico e docenti universitari, esposizioni,
ecc.
Formazione e la riqualifica-zione
professionale
Corsi per giovani laureati e diplomati, per
dipendenti in mobilità, in cassa integrazione,
in cerca di nuova occupazione.
Attività di Job ed Enterprise
creation
Attività a supporto di chi ha interesse alla
creazione di nuove imprese, per aiutare a
comprendere il significato di impresa, gli
aspetti amministrativi ed organizzativi, il
mercato, l’organizzazione del lavoro ecc.
26. In concreto i Progetti…
Con il “decreto Montecchi”, 469/97
per la riforma dei “Servizi
all’impiego”, attraverso il concorso
delle diverse istituzioni e dei vari attori
sociali, si privilegia il ruolo regionale e
provinciale e degli enti locali, per
attivare iniziative per un sistema
efficace ed efficiente e più rispondente
alle esigenze dei disoccupati e delle
imprese, proprio a livello locale.
Da non trascurare poi l’importanza
delle nuove leggi sull’imprenditoria
giovanile, anche nell’ambito di
misure europee e di quelle del
“Parco progetti”. Ritorna
27. In concreto i Progetti…
Le condizioni di
emarginazione sociale e di
disagio dei giovani sono
state sin dall’avvio delle
esperienze dei Progetti uno
dei punti di riferimento: molti
Progetti avevano ed hanno
proprio tra gli obiettivi la
prevenzione ed il recupero
degli stati di emarginazione
di disagio.
28. In concreto i Progetti…
Il coinvolgimento dei Servizi sociali ha permesso di dare vita a:
• attività di tempo libero di tipo educativo e di recupero sociale,
• interventi con singoli o gruppi di adolescenti a rischio di
devianza,
• programmi di orientamento e formazione professionale,
• strutture residenziali alternative al ricovero di istituto,
• inserimenti guidati in associazioni sportive e culturali,
• interventi di supporto all’attuazione della semilibertà,
• interventi protetti in aziende, anche di giovani ex - detenuti
• attività culturali, di animazione, formazione negli istituti di pena
minorili.
29. In concreto i Progetti…
Nell’area della prevenzione i
Progetti hanno espresso
orientamenti culturali e dato
vita a prassi operative
estremamente diversificate in
quanto:
• non esiste un orientamento
condiviso sulla prevenzione,
• le azioni sono strettamente
correlate ai punti di vista
(molteplici) relativi al disagio, alla
devianza alla tossicodipendenza,
alla prevenzione.
30. In concreto i Progetti…
Attivazione di proces-si
di comunicazione
Creazione di luoghi / sportelli / centri di informazione (dentro e fuori la scuola,
es. CIC e Centro di ascolto, consultorio) per accrescere opportunità per
inserimento sociale; l’attivazione di percorsi informativi sul problema
tossicodipendenza; l’attivazione di specifici studi e ricerche, attività di
animazione espressiva sui temi della comunicazione verbale e non verbale
Attivazione di proces-si
educativi
La creazione di una rete di centri di aggregazione, per adolescenti per far
vivere esperienze di relazione significativa tra adolescenti e adulti
educatori; le iniziative attivate in collaborazione con la scuola per l’avvio di
percorsi didattici-educativi nel territorio (laboratori, centri); le iniziative
finalizzate all’orientamento scolastico e professionale e quelle volte a
proporre corsi/momenti di educazione alla salute; l’impegno volto alla
promozione dell’associazionismo e della partecipazione (CCR).
Attivazione di proces-si
di animazione
Avvio di “normali” attività di animazione volte a favorire l’espressione e la
comunicazione tra giovani e adulti, e tra giovani ed istituzioni intorno ai temi del
disagio sociale e giovanile; le attività di “animazione di strada”; le attività
globalmente rivolte a favorire la partecipazione dei singoli e dei gruppi (informali
e non) alla vita di comunità (quartiere), le situazioni di cambiamento (relazionale,
lavorativo), lo sviluppo del senso di comunità per far sì che la stessa comunità
possa massimizzare l’integrazione fra persone ed ambiente; le attività per un
uso del tempo libero più significativo e costruttivo: feste, campeggi, centri
estivi, sport;
Attivazione di inter-venti
su soggetti/
gruppi a rischio e su
fattori di rischio
Attivazione di ricerche su giovani e disagio (per fotografare la quota di mondo
giovanile già esposto ad alcool, droghe, delinquenza), a cui seguono percorsi
operativi differenti quali l’attivazione di specifiche iniziative educative rivolte
globalmente agli adolescenti, considerati in quanto tali soggetti a rischio; la
messa in atto di interventi denominati “educativa territoriale” o “di strada” che
permette l’aggancio, da parte di educatori, di soggetti in situazioni di disagio
laddove normalmente vivono; interventi - centri di ascolto psicologico
(counselling) per adolescenti in situazione di disagio. Ritorna
31. La questione della rappresentanza giovanile
Nella maggior parte dei casi
l’assessore a cui è stato affidato il
compito di coordinare il Progetto
è stato l’assessore ai servizi
sociali, con il compito di svilup-pare
anche la rappresentanza
giovanile nel Comune.
In realtà le Consulte o Forum
delle associazioni (esperienze per
lo più fallimentari), sono collocate
prevalentemente nel nord, così
come i Consigli Comunali dei
Ragazzi (C.C.R.).
32. La questione della rappresentanza giovanile
Le associazioni giovanili sono
molto presenti nella gestione dei
Progetti degli Enti locali rivolti a
giovani e adolescenti.
Sono coinvolte in modo esclusivo
o compartecipato con operatori
pubblici ed altre agenzie (in
particolare cooperative di
animatori o educatori) nella
quasi totalità delle iniziative
previste nei Progetti.
33. La questione della rappresentanza giovanile
Verso l’Ente locale, le
associazioni giovanili
sviluppano due tipi di
atteggiamenti: autonomia (le
associazioni storiche, es.
ARCI, AGESCI, Azione
cattolica, ecc., che possono
vedere il Progetto come un
temibile “concorrente”, in un
regime di “monopolio”) e
dipendenza (associazioni più
recenti, in genere circoscritte
sia per tema che per area
territoriale).
34. Dai progetti giovani ai progetti adolescenti
Intorno alla metà degli anni ottanta
si sono evidenziate critiche in ordine
alla efficacia dei Progetti giovani
rispetto alla loro capacità e notevole
difficoltà di avvicinare anche gli
adolescenti, comprendendone i
bisogni ed offrendo interventi
adeguati e specifici. Difficoltà che il
CENSIS esprimeva in termini molto
precisi di “rimozione culturale ed
istituzionale dell’adolescenza”.
CENSIS, Adolescenti:
condizioni di vita e
qualità delle relazioni
educative, Ministero
dell'Interno, Roma
1985.
35. Dai progetti giovani ai progetti adolescenti
Il volume “Progetto adolescenti.
Orientamenti e proposte
metodologiche” edito dalla Direzione
generale servizi civili del Ministero
dell’Interno, definisce “Progetto
adolescenti un insieme di idee ed
interventi, rivolto a tutti gli adolescenti,
finalizzato ad obiettivi di promozione
culturale, prevenzione e socializzazione
degli adolescenti, organizzati secondo le
coordinate di un progetto, realizzato
attraverso la mobilitazione dei servizi e
delle risorse presenti nel territorio,
caratterizzato da una chiara e precisa
intenzionalità pedagogica”.
36. Dai progetti giovani ai progetti adolescenti
Dalla ricerca effettuata dal Gruppo Abele
nel 1992 emerge che il 39 % dei
Comuni contattati(prevalentemente nel
nord) dichiarava di avere un Progetto
adolescenti. La prevalenza dei Progetti
riguarda:
• l’ambito scolastico - formativo,
• la promozione dell’aggregazione
• la prevenzione del disagio.
Inferiori le percentuali relative ad altri
settori (es. ricerche, sport, informazione,
devianza, tutela della salute).
Nel complesso vi è un numero rilevante
di Progetti articolati su diverse aree
d’intervento.
39. Dai progetti giovani ai progetti di prevenzione
DPR n. 309:
• art. 104: stabilisce le
responsabilità e le funzioni che il
sistema scolastico deve esercitare
nel campo della “promozione e
coordinamento, a livello nazionale,
delle attività di educazione ed
informazione”;
• art. 105: stabilisce le competenze a
livello provinciale in ordine alle
iniziative di educazione e di
prevenzione nella Scuola;
• art. 106: istituisce i CIC, Centri di
informazione e consulenza nelle
scuole medie superiori.
40. Dai progetti giovani ai progetti di prevenzione
• art. 107: istituisce Centri di formazione e di
informazione nell’ambito delle Forze armate;
• art. 108: indica le responsabilità delle Forze
armate per azioni di prevenzione ed
accertamenti sanitari;
• art. 113: indica le responsabilità degli Enti
locali per interventi di informazione e
prevenzione;
• art. 114: attribuisce ad Enti locali l’attuazione
di interventi di prevenzione dell’emarginazione
e delle cause locali di disagio familiare e
sociale che favoriscono il disadattamento dei
giovani e la dispersione scolastica;
• art. 127: istituzione del Fondo nazionale di
intervento per la lotta alla droga
41. Dai progetti giovani ai progetti di prevenzione
Attraverso il Fondo nazionale sono
state investite molte risorse, solo in
parte dedicate in senso stretto alla
prevenzione, in quanto su questo
Fondo vengono finanziati anche
progetti di reinserimento sociale, di
recupero strutture a fini terapeutico -
sociali (es. comunità).
Nel periodo 1990 – 1995 (sino al
momento del trasferimento delle
competenze e di parte fondi alle
Regioni) furono circa mille i
miliardi distribuiti dei quali circa la
metà erogati ad enti locali, in molti
casi per progetti di prevenzione (tra
cui i POLO, attivati in 70 città dagli
Enaip)
42. Dai progetti giovani ai progetti di prevenzione
Le due tendenze emerse negli anni:
• il progressivo aumento delle
risorse finanziarie per gli Enti
locali, triplicate nel corso di sei anni;
• la centralità del nord Italia (metà
delle risorse) ed, in esso, delle grandi
aree metropolitane.
Con il trasferimento alle Regioni
delle competenze connesse al Fondo
per la lotta alla droga, dal 1997 al
1999 sono messi a disposizione delle
Regioni altri 500 miliardi (su 800),
con cui si finanziano progetti che nel
41 % dei casi riguardano la
prevenzione primaria delle
dipendenze Ritorna
43. Dai progetti giovani ai progetti di prevenzione
La legge del 19 luglio 1991, n. 216 “Primi
interventi in favore dei minori soggetti a rischio
di coinvolgimento in attività criminose”, nasce
per dare attuazione a tutte le misure previste dal
nuovo Codice di procedura penale minorile del
1988. La legge apre spazi per la prevenzione
primaria, infatti prevede:
• l’attività di comunità di accoglienza dei minori
temporaneamente allontanati dall’ambito familiare;
• l’attuazione di interventi a sostegno delle
famiglie in particolare per l’assolvimento degli
obblighi scolastici;
• l’attività di centri di incontro e di iniziativa di
presenza sociale nei quartieri a rischio (anche
nelle scuole in orari extra didattici e nel periodo
estivo).
44. Dai progetti giovani ai progetti di prevenzione
La legge 216 è stata integrata dalla L. 465/94
che nel prorogare il Fondo, esplicita che le
considerazioni maggiori riguardano iniziative
che:
- prendano in esame contesti molto degradati;
- risolvano problematiche urgenti;
- realizzino progetti tali da incidere realmente
nelle situazioni considerate;
- attuino interventi polifunzionali anche
attraverso il lavoro integrato di professionalità e
organismi diversi (LAVORO DI RETE);
- contengano precise indicazioni su tempi,
modalità di realizzazione e fattibilità dei progetti.
45. Dai progetti giovani ai progetti di prevenzione
L’ammontare complessivo dei
finanziamenti erogati con la L. n.
216/91 è pari a quasi 250 miliardi in
sei anni.
La parte più consistente dei fondi sono
stati stanziati a favore di enti pubblici
territoriali, piuttosto che ad
associazioni e cooperative.
Nella distribuzione per macro aree
regionali della ripartizione dei fondi, a
differenza del DPR 309, è
maggiormente favorita l’area sud –
isole. Infatti all’area sud/isole nel 1995
va una dotazione pari al 76 % del
totale e, nel 1996, il 79 % del totale a
disposizione.
46. Dai progetti giovani ai progetti di prevenzione
Confronto tra punti di forza e debolezza della 309 e 216
Ritorna
Punti di forza Punti di debolezza
Incentivo negli Enti locali per la
messa a punto e l’avvio di Progetti di
prevenzione rivolti agli adolescenti
La preoccupante prospettiva
“crisiologica” finisce per
categorizzare ed etichettare i giovani
e gli adolescenti come soggetti a
rischio e non come i destinatari di
investimenti in vista delle prospettive
future della nostra società.
Unica possibilità, per l’Ente locale, di
dare continuità ad esperienze avviate
autonomamente da tempo o l’unica
possibilità di avviare iniziative verso
gli adolescenti.
Hanno generato, grazie a nuove e
maggiori risorse, attenzioni e
sensibilità
Forte centralizzazione della gestione
presso i Ministeri che ha avuto due
effetti:
1. rendere molto complesse le
sinergie tra i progetti approvati
2. rendere quasi impossibile il
compito di raccordo territoriale tra
esperienze della stessa regione i
47. Dai Progetti alle politiche giovanili nazionali
L'Italia è uno dei pochi Paesi della
U.E. in cui:
• non è ancora stata definita
una politica giovanile a livello
centrale;
• non c'è un'istituzione centrale di
coordinamento-indirizzo delle politiche
giovanili;
• non c’è una rappresentanza giovanile
nazionale ed europea;
• non c’è nessun Ministro per i giovani
(ma un Dipartimento);
• le competenze in materia sono
sempre state distribuite tra diversi
Ministeri (del lavoro e della previdenza
sociale, della pubblica istruzione,
dell'università e della ricerca scientifica e
tecnologica, degli affari esteri,
dell’Interno).
48. Dai Progetti alle politiche giovanili nazionali
Così in Italia si sono attivati
interventi con caratteristiche
estremamente frazionate,
sviluppati a “macchia di
leopardo”, legate spesso solo
alla sensibilità e alla
disponibilità delle varie figure
politiche che hanno spinto ad
operare in questo settore. In
questo contesto di difficoltà,
molto di quello che si è riusciti a
fare, anche a livello nazionale, lo
si deve al Piemonte.
49. Dai Progetti alle politiche giovanili nazionali
La carenza di un quadro di riferimento
nazionale nonostante che:
il 1985 fosse l’Anno internazionale dei
giovani (con la proposta di legge del
Comitato Italiano per un Ministero od
un Dipartimento);
le due proposte di legge della
Commissione parlamentare d’inchiesta
istituita dal 1988 al 1991 (per Consigli
per la gioventù e Dipartimento);
il 14 giugno 1992: risoluzione ad agire
della Commissione della C.E.;
la proposta del Ministro Turco del 1997
per una legge quadro sulle politiche
giovanili con un’Agenzia nazionale
giovani ed un Piano triennale.
50. Dai Progetti alle politiche giovanili nazionali
PROSPETTIVE DI POLITICHE GIOVANILI PER IL 2000
Lettura
mondo
giovanile
Finalità
azione
politico
tecnica
Logica
progettuale
Aspetti di
peculiarità
Nodi
critici
Cittadinanza
risorsa per il
cambiamento
Negoziazione
dei conflitti e
degli interessi
Comunicazione
intergeneraziona-le
(patto per il
futuro)
Sviluppo poten-zialità
(es. nel
settore artistico e
culturale)
Connessione
strategie
Accordi di
programma
Riconoscimento
differenze
Ruolo promozio-nale
Enti locali
Progettualità di
comunità
Avvento
normative di
riforma P. A.
Logiche di
partnership
territoriale
Ruolo terzo
settore
Aumento di
giovani
stranieri
Necessità di
riconosce-re
la dimen-sione
di ge-nere
Famiglia
lunga
Riconosci-mento
politico?
51. Le politiche delle Regioni
Le iniziative regionali colmano la
lacuna istituzionale. Il fatto che siano
solo sette su venti le Regioni che
hanno ordinato la materia appare
essere un ulteriore motivo di
rafforzamento delle disuguaglianze
territoriali (nord/sud soprattutto)
peraltro già forti sul piano delle
disponibilità economiche, del
consolidamento di una cultura e di
una prassi nel campo dei servizi
sociali. -Veneto: L. n. 29 del 28 giugno 1988
-Campania: L. n. 14 del 25 agosto 1989,
-Valle d’Aosta: L. n. 11 del 17 marzo 1992,
-Piemonte: L. n. 16 del 13 febbraio 1995,
-Umbria: L. n. 27 del 1995,
-Emilia – Romagna: L. n. 21 del 1 luglio 1996,
-Marche: L. n. 2 del 9 gennaio 1997 a modifica della
L. n. 46 del 12 aprile 1995.
52. Le politiche delle Regioni
La Regione Piemonte è stata all’avanguardia
nell’attivare interventi finalizzati ai minori,
infatti:
1989: istituzione del Consiglio regionale dei
minori (L.r.55/89) che ha svolto una funzione
promozionale nei confronti degli enti locali,
della scuola e dell’associazionismo rispetto
alle esigenze ed ai bisogni dell’infanzia e
dell’adolescenza.
Il C.R.M. (dal ’93 al ’98) ha utilizzato la forma
del concorso a premi per incentivare,
riconoscere e valorizzare alcune esperienze
pilota in regione.
D.C.R. 308/91: normativa inerente la
Consulta giovanile e l’istituzione dell’albo
delle associazioni giovanili.
53. Le politiche delle Regioni
1995: approvazione della L.R. n. 16
“Coordinamento e sostegno delle
attività a favore dei giovani”, con cui
la Regione ha:
• adottato la “Carta per la
partecipazione dei giovani alla vita
comunale e regionale”, (approvata il
7/11/’90 dalla Sottocommissione della
Gioventù del Consiglio d’Europa),
armonizzando e coordinando gli
interventi con gli obiettivi da essa
indicati;
• promosso l’adozione e la relativa
attuazione da parte degli Enti locali
della Carta;
54. Le politiche delle Regioni
• si è impegnata ad elaborare un
Piano annuale degli interventi per
i giovani, indicando gli indirizzi e gli
obiettivi dell’azione regionale, i
progetti obiettivo ed i progetti pilota
e definendo i criteri per l’erogazione
dei contributi;
• ha istituito l’Osservatorio
permanente sulla condizione dei
giovani e la Consulta regionale
dei giovani.
55. Finalità L.R 16/95: favorire la realizzazione
di iniziative di E.E.L.L. ed
Associazionismo giovanile, coordinando
gli interventi diretti o indiretti nei campi
economico, sociale, culturale.
Settori:
• inserimento sociale e partecipazione
• disagio giovanile (interventi di
prevenzione primaria)
• mobilità giovanile con scambi fra Paesi
europei
• sviluppo della cooperazione,
dell’aggregazione, dell’associazionismo
nazionale e internazionale
• informazione e consulenza per i giovani
Le politiche delle Regioni
60. Interessante novità della 285 è il
“Piano d’Azione” del Governo
verso l’adolescenza. Il Piano
2000.2001 afferma le linee guida:
• Compito dello Stato e delle sue
articolazioni è promuovere il
protagonismo degli adolescenti;
• tutelare gli adolescenti;
• sostenere gli adolescenti che
fanno fatica.
La legge 285/97
61. La legge istituisce il Fondo
nazionale per l’infanzia e
l’adolescenza, che viene ripartito tra
le Regioni e le Province autonome
di Trento e di Bolzano ed una quota
pari al 30% é riservata ai Comuni di
Venezia, Milano, Torino, Genova,
Bologna, Firenze, Roma, Napoli,
Bari, Brindisi, Taranto, Reggio
Calabria, Catania, Palermo e
Cagliari.
Per il finanziamento del Fondo é
autorizzata la spesa di lire 117
miliardi per il 1997 e di lire 312
miliardi a decorrere dall’anno 1998.
La legge 285/97
62. I numeri essenziali della legge sono:
• circa 3.000 progetti presentati e
finanziati nel primo triennio;
• un totale fra i 9.000 e i 10.000
interventi attivati e realizzati;
• una stima fra il milione e 200 e il
milione e mezzo di bambini e
adolescenti direttamente coinvolti in
modo rilevante;
• 60% degli ambiti riguarda destinatari
tra i 12 e i 14 anni;
• l’età più “trascurata” è quella tra i 14
e i 17 anni (10% dei progetti);
• l’orizzonte di normalità riguarda l’82%
dei progetti.
La legge 285/97
63. La legge 285/97
Associazionismo e partecipazione (art. 6 e 7 della Legge
285/97) attraverso quattro tipologie di intervento
Attività Iniziative e azioni
Promozione di forme associative Iniziative di aggregazione, creazione
di forum, gruppi di riflessione sui
diritti civili, su tematiche ecologiche
Forme di conoscenza del territorio
sia architettonico, paesaggistico, che
storico-antropologico
Azioni di mappatura, esplorazione,
gioco, avventura, unità didattiche o
conferenze
Forme di progettazione partecipata Recupero o riqualificazione di aree
urbane, aree verdi, spazi
condominiali, cortili scolastici, percorsi
sicuri casa-scuola e percorsi ciclo-pedonali
Partecipazione per il governo della
città
Consigli comunali dei ragazzi o
Commissioni consiliari
64. La legge 285/97
Lotta al disagio di infanzia e adolescenza (600 progetti e
847 interventi).
Attività Destinatari
Aggregazione, animazione ed
educazione
Soggetti con disagio esplicito,
comportamento deviante o che
possono essere definiti “a rischio” di
devianza
Interventi d’ascolto e sostegno,
anche con supporti specialistici
Preadolescenti fragili o in difficoltà e
interventi di prevenzione e cura del
disagio psicologico
Assistenza domiciliare nei confronti,
lavoro di strada, educativa
territoriale
Minori a rischio di devianza
Interventi “misti” orientati alla lotta al
Trasversali alle macrotipologie
disagio e alla devianza identificate
65. Che altro?…
E’ arduo contabilizzare tutte le risorse e gli interventi destinate alle politiche
per infanzia, adolescenza e giovani.
Rispetto alle risorse la tabella fornisce una stima valida per le tre maggiori
leggi nazionali che hanno destinato risorse in materia in questi ultimi dieci
anni
LEGGI RISORSE (in miliardi)
D.P.R 309/90 1.800 circa
Legge 216/91 250 circa
Legge 285/97 1.053 circa
Totale 3.103 circa
66. Rispetto agli interventi, sembra che la “via italiana” Che altro?…
italiana alle politiche in materia di adolescenza e
giovani, sia la frammentazione. Si riportano i principali
interventi e le leggi più significative che delineano
questo quadro:
• Legge 331/00 “Nuove norme per l’istituzione del
servizio militare professionale”
• Legge 64/01: istituzione del servizio civile
femminile
• Legge 230/98: Nuove norme in materia di obiezione
di coscienza
• D.P.R. 249/98: "
Statuto delle studentesse e degli studenti della
scuola secondaria"
• Circolare 133/96 Ministero Pubblica Istruzione:
“
Apertura della scuola alle domande di tipo
educativo e culturale provenienti dal territorio”
• Legge 236/93: agevolazioni all’imprenditoria
giovanile
• Parità e riforma cicli scolastici e università
• I programmi europei
67. Il programma IG Students è rivolto a Nella scuola
studenti del penultimo anno e
universitari; consiste nella realizzazione e
gestione di imprese “in laboratorio”.
Arrivato alla IV edizione, ha visto tra il ’98
e ed il 2001, la partecipazione di:
64.000 studenti,
3.000 tutor e docenti di collegamento
3.000 imprese in laboratorio.
E’ un risultato importante se si pensa che
il rapporto “Investment in education”
dell’OCSE dice che meno dell’1% degli
studenti italiani tra i 15 ed i 19 anni anni
è coinvolto in una qualche forma di
occupazione, contro una media del
15,1%.
69. Nella scuola CIRCOLARE 133/96 MINISTERO
PUBBLICA ISTRUZIONE “APERTURA
DELLA SCUOLA ALLE DOMANDE DI
TIPO EDUCATIVO E CULTURALE
PROVENIENTI DAL TERRITORIO”
Per le associazioni giovanili (studentesche e non) si aprono
nuovi spazi: infatti questa circolare permette di entrare nelle
scuole in orario non scolastico per “starci”. Si tratta di uno
strumento giuridico che incentiva il processo di valorizzazione
del ruolo delle scuole come centri di vita culturale e sociale
aperti al territorio, volte a creare le condizioni più idonee per
favorire la qualità dei processi educativi.
La direttiva offre una risposta alla domanda degli studenti di un
loro più incisivo protagonismo nella vita scolastica, in
coerenza con le finalità istituzionali della scuola e nel rispetto
degli specifici ruoli di ciascuna delle componenti. Le singole
scuole possono accedere a fonti di finanziamento, nell’ambito
della propria autonomia, per promuovere iniziative
complementari e integrative dell’iter formativo degli allievi, per
creare occasioni e spazi di incontro da riservare loro, per
favorire l’apertura della scuola alle domande di tipo educativo e
culturale provenienti dal territorio, in coerenza con le finalità
formative istituzionali. Ritorna
70. Nella scuola
D.P.R. 249/98: "STATUTO DELLE
STUDENTESSE E DEGLI STUDENTI
DELLA SCUOLA SECONDARIA"
Lo Statuto ridefinisce la scuola prioritariamente
come "luogo di formazione e di educazione
mediante lo studio", riconducendo a questa
funzione essenziale tutti gli altri obiettivi e valori
propri della comunità scolastica: la crescita della
persona, lo sviluppo dell'autonomia individuale,
il raggiungimento di obiettivi culturali e
professionali.
Ispirandosi alla Convenzione internazionale
sui diritti dell'infanzia (0-18 anni nel
linguaggio giuridico internazionale), lo Statuto
individua i principi di un corretto rapporto fra
studenti e docenti, basato sulla pari dignità e
sulla distinzione di ruoli, sul rispetto reciproco e
sulla cooperazione volta alla realizzazione delle
finalità della scuola. Ritorn
a
71. I programmi europei
Ritorn
a
L’U.E. ha costituito il “Forum dei Giovani”, formato
dai rappresentanti dei Consigli Giovanili dei
singoli Stati.
Il Congresso Europeo delle autorità locali e
regionali ha adottato nel 1991 la “Carta per la
partecipazione dei giovani alla vita delle città e
delle regioni” che prevede 4 diversi tipi di
interventi :
Ø creazione di centri di informazione e banche dati
per i giovani;
Ø rappresentanza di giovani all’interno di
istituzioni locali e regionali;
Ø creazione di strutture di cogestione di progetti;
Ø creazione di strutture di consultazione.
I programmi inerenti i giovani sono: Socrates,
Comenius, Erasmus, Lingua e Gioventù (che
prevede scambi in Europa e Servizio di
volontariato Europeo)