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Omegna, 28 settembre ’07 
Giovani e spazi urbani: 
idee giovani per migliorare il 
“dentro la città” 
Incontro&confronto con la vice 
ministro per le politiche alla 
famiglia, On. Chiara Acciarini
CITTA’ E MODELLI EDUCATIVI 
Sul piano della qualità della vita nella città 
attuale è l’infanzia che paga il prezzo più alto 
rispetto a tutte le altre categorie di età. Per 
quanto riguarda la sicurezza e la libertà di 
muoversi a piedi nello spazio urbano le 
statistiche ci dicono che il rischio d’incidente 
risulta per i bambini fino a 10 anni ben cinque 
volte superiore a quello della fascia d’età 
compresa tra i 10 e i 60 anni. 
Inoltre l’inquinamento atmosferico provoca 
danni particolarmente gravi su organismi in fase 
di sviluppo, con conseguenze anche in 
prospettiva sullo stato di salute generale. 
Ma la vera emergenza è sul versante dei 
processi di socializzazione e delle capacità 
relazionali. Nel corso degli ultimi 25 anni il 
dominio dell’automobile ha progressivamente 
sottratto ogni spazio, ogni possibilità di 
autonomia nei giochi, nella mobilità e nelle 
relazioni interpersonali dei minori, cancellato 
ogni occasione di esplorazione, di esperienza e 
di avventura.. 
Dario Manuetti, Chiamare i giovani a 
cambiare la città 
Maggioni G. (a cura di), Cittadinanza dei 
bambini e costruzione sociale dell'infanzia, 
Quattroventi, Urbino, 1997
CITTA’ E MODELLI EDUCATIVI 
Gravissime sono le conseguenze nei primi anni di 
vita, quando la progressiva appropriazione fisica 
dello spazio coincide con il processo stesso di 
crescita e di socializzazione. 
Bambini barricati in casa, inchiodati davanti alla 
televisione, soli, bambini “gestiti” a ore da 
operatori specializzati nelle attività strutturate del 
consumo formativo, sportivo e di tempo libero, 
attività tutte direttamente mutuate dai modelli 
adulti e di fatto imposte ai bambini. 
Sono queste le situazioni che caratterizzano 
diffusamente la attuale condizione infantile, nella 
quale è quasi del tutto scomparsa la dimensione 
del gruppo amicale di vicinato, fondamentale sul 
piano relazionale e ludico e per la progressiva 
assunzione di autonomia rispetto all’ambiente 
familiare. 
Dario Manuetti, Chiamare i giovani a cambiare la città 
Maggioni G. (a cura di), Cittadinanza dei bambini e 
costruzione sociale dell'infanzia, Quattroventi, Urbino, 
1997.
Analisi della realtà rispetto al tema giovani e spazi urbani: 
da più di vent’anni l’ambiente quotidiano di vita e di formazione dei 
più giovani al di fuori della scuola è costituito da: 
• uno spazio urbano impraticabile senza la protezione e 
l’assistenza degli adulti, 
• un ambiente familiare iperprotettivo e deresponsabilizzante, 
• attività, servizi, impianti specializzati e rigidamente programmati 
offerti dai poteri locali e da operatori privati, 
paure, insicurezze ed ansie sembra 
siano i sentimenti dominanti nelle 
città, mentre il concetto di “comunità” 
sembra sia venuto meno 
29 Agosto, 2006 - 7 omicidi in 17 giorni 
Brescia, una cciittttàà cchhee hhaa ppaauurraa
Françoise Dolto, psicanalista infantile francese, afferma 
che a partire dagli otto anni si può chiedere ad un 
bambino cosa voglia fare per la sua città, aiutarlo a 
definire un progetto concreto di azione e a porlo in essere 
(es. CCR, in Italia dal 1995, ben 555 esperienze, 60 in 
Piemonte) 
Gli adolescenti sono in genere vissuti come un problema, 
talvolta come un pericolo per la città. Il fatto è che gli 
adolescenti non hanno voce, come i bambini, ma 
cominciano ad avere comportamenti rilevanti nei confronti 
degli spazi urbani e della vita urbana e non di rado sono 
comportamenti negativi che suscitano preoccupazione ed 
allarme sociale. Anche nei loro confronti è possibile avanzare 
una proposta di responsabilità e di partecipazione che li 
avvicini al ruolo adulto in termini concreti e visibili (es. CAG, 
circa 350 in Lombardia, 530 in Italia). 
La Dolto propone forme di remunerazione economica 
a partire dai 15-16 anni per prestazioni assimilabili ai 
lavori di utilità collettiva, come fondamento di un 
“contratto” formativo ben più solido di quello che ha 
legato gli adolescenti al mondo scolastico.
La “Convenzione internazionale sui 
diritti dell’infanzia”, adottata 
dall’ONU il 20 novembre 1989, 
formalizza il concetto di 
“cittadinanza dei minori”, cresciuto 
di pari passo con l’aggravarsi delle 
problematiche urbane e la crisi 
generalizzata dei modelli di vita 
comunitaria producendo numerose e 
originali esperienze partecipative.
In Italia, la Regione Piemonte recepisce questa nuova sensibilità, con 
il sostegno a progetti miranti a coinvolgere i giovani nell’azione di 
progettazione di spazi urbani loro dedicati (L. r. 16/95), che afferma: 
Giovani e spazi urbani: azioni che mirano a coinvolgere i giovani nelle politiche di 
trasformazione e riqualificazione urbana (PRU, PRIU, e Contratti di quartiere), 
rivolte ai quartieri periferici o di edilizia popolare, integrando la progettazione e la 
trasformazione urbanistica con iniziative di carattere sociale, culturale ed 
economico; 
Finalità: favorire la partecipazione dei giovani a programmi di concertazione per la 
creazione di spazi urbani, politiche dell’abitazione e dell’ambiente urbano.
Quando si progetta (o ri-progetta) una città o un quartiere, ma anche una 
piazza, un parco, una strada, la sfida è di prendere in considerazione il punto di 
vista dei giovani, che richiedono, frequentano e “abitano” da sempre gli spazi 
della città. 
Se le esigenze dei giovani nella progettazione degli spazi urbani non sono tenute 
in forte considerazione e se, soprattutto, non si pensa alle conseguenze che su di 
loro avranno le scelte che le Amministrazioni stanno facendo, si rischia che passi 
l’uguaglianza tra qualità della vita e qualità di servizi e infrastrutture. Questa è 
una frontiera importante: bisognerebbe parlare prima di tutto di città vivibili 
(non solo efficienti o sicure), posti in cui la dimensione umana e relazionale è 
tenuta in forte considerazione, e poi di “città educative”, con all’interno luoghi in 
cui si dia parola ai giovani, che li interpelli, li stimoli, li renda protagonisti. 
Le esigenze dei giovani vanno tenute in considerazione proprio nel momento in 
cui si progetta la città, altrimenti non rimane che ricercare a posteriori soluzioni 
temporanee e di ripiego.
Urbanisti ed architetti, in collegamento 
con responsabili ed operatori 
dell’infanzia, hanno realizzato la 
sistemazione di aree urbane, e talvolta di 
interi quartieri, prendendo in 
considerazione la vita quotidiana e le 
esigenze dei bambini, hanno inoltre 
progettato strutture specifiche in cui 
sviluppare progetti educativi innovativi: 
scuole aperte alle attività educative 
extrascolastiche e di animazione, centri 
per le attività ludiche e di tempo libero, 
ecc. 
Si è tentato di far partecipare i 
bambini alla stessa pianificazione 
urbanistica e alla progettazione di 
spazi pubblici specifici: verde, aree per 
il gioco, vie e piazze sistemate secondo 
le esigenze della sicurezza e della 
moderazione del traffico,...
Un nuovo protagonismo pubblico a 
livello nazionale si annuncia nel 1996 col 
“Piano d’azione del Governo italiano per 
l’infanzia e l’adolescenza” e col progetto 
“Città sostenibili delle bambine e dei 
bambini” del Ministero dell’Ambiente. La 
legge che concretizza il Piano 
(“Disposizioni per la promozione di 
diritti e di opportunità per l’infanzia e 
l’adolescenza”, 28 agosto 1997, n. 285) 
pone le prime basi per una politica 
nazionale in materia di partecipazione, 
tutela dei diritti, qualità della vita dei 
minori, con un esplicito riferimento ai 
problemi dello spazio urbano e della 
mobilità sicura ed autonoma dei più 
giovani.
Con programmi a scala regionale si sostengono, potenziano e 
diffondono le iniziative assunte dalle realtà locali in direzione di “una 
città a misura delle bambine e dei bambini” (e quindi davvero di 
tutti!), favorendo: 
- “... interventi che facilitano l’uso del tempo e degli spazi urbani e 
naturali, rimuovono ostacoli nella mobilità... 
- “ misure volte a promuovere la partecipazione dei bambini e degli 
adolescenti alla vita della comunità locale...”
Le azioni di attivazione sociale mirano ad un 
duplice prodotto: da un lato la qualità urbana, 
dall’altro nuove forme di aggregazione 
sociale “di vicinato”. Queste, poco 
strutturate ma presenti in forma capillare, 
quotidiana e concreta negli stessi ambienti di 
vita dei giovani e degli adolescenti, 
funzionano spontaneamente come agenzie di 
prevenzione (primaria) su molte cause del 
disagio urbano, più e meglio delle tradizionali 
forme associative specializzate.
Le forme e gli strumenti normalmente impiegati per coinvolgere 
attivamente le diverse categorie di cittadini, sono diversi: 
- campagne di sensibilizzazione su singoli temi, 
- animazione di strada, azioni dimostrative di pulizia e 
manutenzione del verde, cantieri di lavoro per adolescenti e 
giovani, 
- progettazione partecipata di interventi di qualificazione urbana. 
- sistemazione di spazi pubblici e collettivi-residenziali con 
l’intervento degli abitanti. 
La scuola è il luogo privilegiato da cui partono le iniziative che 
coinvolgono i più giovani e, attraverso loro, l’intera comunità 
locale.
Come? 
1. emersione dei bisogni (incontri, gruppi, questionari, ecc) 
2. progetto di massima 
3. simulazione 
4. progetto esecutivo 
5. coinvolgimento nella gestione 
Il muro legale
Il coinvolgimento nella gestione avviene 
attraverso: 
- interventi di pulizia e giardinaggio, 
- restauro e verniciatura dell’arredo urbano e 
delle attrezzature di gioco esistenti, 
- realizzazione di murales e pitture 
pavimentali, 
- costruzione di fioriere, tavoli e panche, 
semplici attrezzi di gioco in legno, nel 
rispetto delle norme di sicurezza per le 
dotazioni degli spazi pubblici, 
- organizzazione di momenti di gioco e di 
festa. 
Azioni “di strada” e comunicazione 
sociale (tecnica del prima e dopo con mostre 
fotografiche, poi eventi, incontri, es 
Alessandria) 
I Cantieri di lavoro sugli spazi urbani per 
adolescenti tra i 15 e i 18 anni, (tra le 100 e 
le 200 ore di lavoro), di Città possibile, 
Torino 
Lo skatepark autocostruito e 
regolamentato
Buone prassi di politiche giovanili (da giovani x i giovani): 
Alessandria: Qualunquarte (i territori possono rigenerarsi e rinascere 
nei tentativi dei ragazzi di prendere parola e realizzare presenza. I 
giovani sono una pluralità che manifesta una domanda di soggettività e di 
espressione da riconosce ed aiutare a mettersi alla prova e consolidarsi). 
Fuori dal carrello: Urban & street culture: raduno in spazi informali cittadini di 
espressioni rap, break dance, writing, ragazzi uniti da un modo eterogeneo di stare 
insieme tra musica, danza, arti visive, in un “giorno ed una notte” 
Mostre in luoghi dismessi ed abbandonati (i “rimossi” della città) 
ProposAL associazione per la rivalutaione dei beni artistici e la cultura locale, 
promuovere iniziative artistiche per incentivare l’interesse e la partecipazione alla 
vita sociale alessandrina (es. Resta Domiciliari – Arte a domicilio, cioè mostre ed 
installazioni in abitazioni private che si aprono al pubblico)
Buone prassi di politiche giovanili : 
Alessandria: Qualunquarte 
Officine Marcovaldo è un progetto che coinvolge un gruppo informale di energie, 
entusiasmi e competenze che confluiscono in un progetto urgano che punta a 
rendere più attraente la città, più gradevole la nebbia, più piacevoli le attese degli 
autobus, più interessanti le aiuole e i vicoli, più stuzzicante la segnaletica stradale, 
più vivi gli angoli delle strade.
Buone prassi: 
Milano: promozione culturale ed espressiva con 20 spazi comunali 
di creatività e La fabbrica del vapore (17 organizzazioni 
giovanili). Ed Esterni (v. www.esterni.org). 
Esterni 
Napoli: progetto “Città dei giovani”: riqualifica spazio urbano per favorire il pieno 
sviluppo della personalità del giovani sul piano culturale e sociale, offrendo, in un unico 
contenitore, servizi e informazioni, spazi evento, luoghi per il tempo libero e la cultura, 
spazi per l’ospitalità e l’accoglienza. 
Roma: spazi urbani recuperati ad hoc per i giovani, favorendo poi la nascita di imprese 
(es. nuovo cinema Aquila, progetto periferie) 
Torino: 10 Spazi per i giovani: centri To&Tu, Murarte: spazi per i graffiti sui muri della 
città
Buone prassi: 
ci sono iniziative legate all’abitare la città in generale, che si propongono un 
utilizzo diverso degli spazi urbani in senso lato. Ma anche iniziative che 
promuovono la costituzione di spazi specifici per i giovani, i cosiddetti 
centri di aggregazione giovanile. 
Milano, eventi di Esterni
Buone prassi: Il colore della 
speranza, Tirana 
Edi Rama, sindaco di Tirana, è un pittore: un 
artista che fa politica in un Paese difficile e in 
una città che sta crescendo a vista d’occhio. 
Ha deciso di "colorare" la vita dei cittadini 
della capitale albanese per restituirgli la voglia 
di sognare. 
"Appena eletto avevo un budget ridicolo, le 
casse del municipio erano vuote. Avevo i soldi 
per riparare un solo chilometro di strada. 
Avrei speso tutto e per i cittadini che non 
vivono in quella strada non sarebbe cambiato 
nulla" . 
Cosi' ha deciso di utilizzare lo scarso budget a 
disposizione per un'iniziativa a favore di tutta 
la città anzichè di una sola via. Rama, eletto 
sindaco nel 2000, è uno degli artisti albanesi 
più conosciuti ed ha esposto le sue opere alla 
Biennale di Venezia del 1997. 
Ha ordinato di ridipingere le facciate dei 
palazzi della città, edifici vecchi e nuovi, 
condomini d’epoca e recenti a tinte vivaci, con 
schemi geometrici e allo stesso tempo 
imprevedibili.
Buone prassi: Il colore della 
speranza, Tirana 
Edi Rama ha raccolto consensi in tutto il 
mondo, i mass media hanno cominciato a 
parlare di Tirana in un modo diverso, non più 
necessariamente legato alla violenza, alla 
povertà o alla emigrazione. 
“Volevo svegliare i cervelli della gente di 
Tirana, dare una scossa a tutta la comunità. 
Era difficile rianimare un corpo agonizzante. 
Dopo la morte della speranza che aveva 
colpito la popolazione albanese regnava il 
cinismo, l’indifferenza. Ci voleva una scossa, 
un segnale che rivitalizzasse le anime”. 
Secondo alcuni Rama ha mal investito quel 
poco di denaro che c'era, trascurando 
interventi strutturali fondamentali come la 
rete idrica ed elettrica, ma il sindaco si 
difende: 
"...A Tirana c’è bisogno di tutto. Sono riuscito, 
grazie al lavoro psicologico sui cittadini, a far 
passare un piano di tassazione molto duro 
che, adesso, mi da la possibilità di lavorare..." 
Da considerare l'aumento del valore 
patrimoniale degli edifici nel quartiere
Buone prassi: Spazioper. 
Quando un parco rinasce 
cantiere culturale giovanile 
[Animazione Sociale n°3/06] 
Gli elementi da tenere in 
considerazione per la progettazione di 
spazi come questi sono i giovani 
(coinvolgimento, bisogni, passioni, 
voglie), i tempi (orari, giorno/notte), il 
concetto di luogo (vs non luogo), di 
partecipazione attiva e capitale sociale, 
le risorse (in Trentino non meno di 
400.000 euro) ed il concetto di 
moltiplicatore di risorse (passioni, 
energie, relazioni, coinvolgimenti), le 
attrezzature, le proposte e le attenzioni 
alla comunità (es. anziani, mamme e 
bambini, ecc), rapporti con la 
committenza (paure, fantasmi, vs 
potenzialità), sicurezza.
Buone prassi: Spazioper. 
La riqualifica di un’area urbana, un progetto di partecipazione e 
imprenditoria giovanile, un moltiplicatore di risorse 
Per le Politiche giovanili le risorse dei Comuni sono lo 
0,09% delle uscite correnti…In Finanziaria ’06 sono stati 
stanziati 130 milioni di euro (lo 0,39% del valore 
complessivo dell’intera Manovra fiscale, 33,4 miliardi di 
euro). Una rotatoria equivale a dieci anni di spesa media 
per i giovani di un Comune italiano di medie dimensioni.
CANTIERE CULTURALE GIOVANILE 
L'Aurora è uno spazio comunale affidato dall’ 
Assessorato alle politiche giovanili di Rozzano alla 
cooperativa Sunrise per offrire ai giovani del 
territorio un luogo d’incontro dove sviluppare 
socialità e cultura che li coinvolga attivamente 
attraverso corsi, progetti sociali, iniziative e offra 
loro spettacoli e concerti di alto livello a prezzi 
contenuti. All’Aurora si può trovare: 
-una sala da oltre 200 posti con divanetti e tavoli e 
luci e con anche un ampio giardino, 
- un palco (8x4m) attrezzato con un impianto audio 
di ultima generazione, 
- un cocktail bar professionale. 
Qui, oltre ad eventi, si possono organizzare riunioni, 
matrimoni battesimi, feste, eventi, spettacoli e 
serate per promuovere associazioni umanitarie e di 
volontariato (previa approvazione della Dir Artistica). 
Ci sono anche tre sale prova e uno studio di 
registrazione con regia audio professionale, che 
possono essere utilizzati a prezzi modici da tutti e 
convenzionati per i cittadini di Rozzano; inoltre è 
attiva una scuola di musica con corsi di vario genere. 
C’è anche la disponibilità di una sala, con capienza di 
15/20 persone, che può essere affittata a singoli, 
gruppi, associazioni per incontri, riunioni, ecc. che 
siano comunque in linea con i criteri etici dell’Aurora. 
Lo Spazio Aurora è un posto dove socialità e 
divertimento si toccano. Per fare cultura e 
crescere…ogni giorno. 
Festa Della Birra 
BIRRA AD 1 EURO Tutta la Sera 
Ore 23.00 Live Dei City Rockers (Band Tributo a Vasco) 
Ore 0.00 Filtro Dj-sey commerciale revival
Il Circolo Culturale OFICINA DI 
BUENAVENTURA è un’Associazione di Promozione 
Sociale nata nell’agosto del 1999 partendo dalla 
constatazione che nel territorio di Castelfranco 
Veneto – zona centrale tra le province di TV, VE, PD 
e VI– non esistevano spazi di aggregazione e 
confronto, luoghi in cui incontrarsi, comunicare, 
confrontarsi. 
La realizzazione del progetto “Oficina di 
Buenaventura” è una risposta ai “non-luoghi” di 
incontro, alla mancanza di occasioni, per incontri ed 
attività interculturali ed intergenerazionali, alla 
continua evoluzione della realtà locale: una 
proposta alle esigenze sentite da molti e alle quali 
le istituzioni non hanno saputo dare risposta. 
Il 31 luglio del 1999 alcuni sognatori con tante idee 
e pochi quattrini entrarono nei locali che sarebbero 
diventati la sede di Oficina di Buenaventura… uno 
spazio di 600 mq interni e 400 mq esterni, 
totalmente autogestito e autofinanziato, che 
permette a persone con idee diverse, di incontrarsi, 
confrontarsi, discutere, crescere. 
Oggi i soci sono oltre 3.000 (con una mailing list di 
10.000 iscritti) e le iniziative realizzate più di 700. 
Oggi alcune amministrazioni concedono spazi comunali in uso ad 
associazioni, e per i loro soci e, solitamente, poco sfruttati 
rispetto ad una apertura settimanale completa (anche perché si 
basano spesso sul volontariato)
Buone prassi: 
I centri di aggregazione giovanile possono essere di più tipologie, a seconda 
della loro “vocazione principale” e cioè: 
- educativo/promozionale (es. laboratori) 
- sostegno (si rivolge a target specifici, centro diurno) 
- formativo valoriale (formazione etico-sociale) 
- artistico/creativo/musicale 
- polifunzionale (varietà e articolazione di molte funzioni, in rete). 
Torino, 
L'Isola che non c'è 
e Centro del 
Protagonismo 
Giovanile di Strada
Centro di aggregazione giovanile “Atelier”, 
uno spazio per... 
Incontrarsi 
Parlarsi 
Confrontarsi 
Discutere 
Divertirsi 
Costruire 
Viaggiare 
Ideare 
... E tutto quello che la tua fantasia sa inventare!!!
Centro di aggregazione giovanile “Atelier”, 
uno spazio per... 
" E per quelli che… 
L’Atelier non lo conosco 
Lo conosco ma sono timida 
L’ho visto da fuori ma non ci sono mai entrato 
Ma chi sono ‘sti educatori?! 
Ma che si fa? Che è? 
Ma mi si nota di più se non vengo, se vengo e 
sto in disparte o se vengo e… " 
…Insomma, per tutti quelli che ancora non 
sono passati di qua…CHE ASPETTATE A 
FARE UN SALTO???…così, tanto per 
provare a vedere se ci si diverte o se si becca 
qualcuno di nuovo. 
L’Atelier è aperto per tutti i ragazzi e le 
ragazze dagli 11 ai 18 anni
BARYCENTRO: esercizio 
pubblico all’interno di uno 
spazio polifunzionale a Costa 
Masnaga, che ospita un centro 
sociale, un centro culturale, un 
centro diurno ed uno spazio 
dedicato all’arte. Lo spazio è 
aperto dal martedì alla 
domenica, dalle 11 alle 24, è 
gestito dalla coop. soc La linea 
dell’arco e ci lavorano due 
educatrici ed un barista 
professionista.
Per approfondire Giovani possibili. C’è un salto da fare 
nelle politiche giovanili. Innovativo e radicale. Si può 
tradurre in una domanda di fondo: come i giovani di oggi 
possono contribuire a costruire un nuovo welfare di 
comunità? O, detto in altri termini, come togliere ai 
giovani l’etichetta del disagio e del problema, restituendo 
loro il ruolo di cittadini attivi? 
Il rovesciamento dell’approccio non è immediato né facile. 
Queste pagine suggeriscono di partire da un viaggio nella 
penisola italiana alla ricerca delle più stimolanti buone 
pratiche che stanno già sperimentando inediti servizi per 
adolescenti. 
Il punto di osservazione, densissimo di dati e di preziosi 
spunti, offerto dalla effervescente rete del Consorzio Gino 
Matterelli, consente di mettere a fuoco sia i nodi critici che 
le intuizioni emerse dal lavoro quotidiano della 
cooperazione sociale in collaborazione con le istituzioni, gli 
enti e le associazioni presenti in ogni territorio. 
Incrociando progetti, interventi concreti ed esperienze 
consolidate è possibile fotografare, per la prima volta nel 
nostro paese, il nucleo essenziale di temi generatori 
attorno ai quali si stanno sviluppando le risposte creative 
accomunate dall’obiettivo di sprigionare una nuova 
soggettività giovanile. 
L’innovazione sociale sul campo si trasforma così in 
laboratorio aperto di esperienze di vita da cui trarre 
l’elaborazione per un nuovo modello di comunità.

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giovanni campagnoli (2007), Giovani e spazi urbani: idee giovani per migliorare il “dentro la città”, Omegna (Vb)

  • 1. Omegna, 28 settembre ’07 Giovani e spazi urbani: idee giovani per migliorare il “dentro la città” Incontro&confronto con la vice ministro per le politiche alla famiglia, On. Chiara Acciarini
  • 2. CITTA’ E MODELLI EDUCATIVI Sul piano della qualità della vita nella città attuale è l’infanzia che paga il prezzo più alto rispetto a tutte le altre categorie di età. Per quanto riguarda la sicurezza e la libertà di muoversi a piedi nello spazio urbano le statistiche ci dicono che il rischio d’incidente risulta per i bambini fino a 10 anni ben cinque volte superiore a quello della fascia d’età compresa tra i 10 e i 60 anni. Inoltre l’inquinamento atmosferico provoca danni particolarmente gravi su organismi in fase di sviluppo, con conseguenze anche in prospettiva sullo stato di salute generale. Ma la vera emergenza è sul versante dei processi di socializzazione e delle capacità relazionali. Nel corso degli ultimi 25 anni il dominio dell’automobile ha progressivamente sottratto ogni spazio, ogni possibilità di autonomia nei giochi, nella mobilità e nelle relazioni interpersonali dei minori, cancellato ogni occasione di esplorazione, di esperienza e di avventura.. Dario Manuetti, Chiamare i giovani a cambiare la città Maggioni G. (a cura di), Cittadinanza dei bambini e costruzione sociale dell'infanzia, Quattroventi, Urbino, 1997
  • 3. CITTA’ E MODELLI EDUCATIVI Gravissime sono le conseguenze nei primi anni di vita, quando la progressiva appropriazione fisica dello spazio coincide con il processo stesso di crescita e di socializzazione. Bambini barricati in casa, inchiodati davanti alla televisione, soli, bambini “gestiti” a ore da operatori specializzati nelle attività strutturate del consumo formativo, sportivo e di tempo libero, attività tutte direttamente mutuate dai modelli adulti e di fatto imposte ai bambini. Sono queste le situazioni che caratterizzano diffusamente la attuale condizione infantile, nella quale è quasi del tutto scomparsa la dimensione del gruppo amicale di vicinato, fondamentale sul piano relazionale e ludico e per la progressiva assunzione di autonomia rispetto all’ambiente familiare. Dario Manuetti, Chiamare i giovani a cambiare la città Maggioni G. (a cura di), Cittadinanza dei bambini e costruzione sociale dell'infanzia, Quattroventi, Urbino, 1997.
  • 4. Analisi della realtà rispetto al tema giovani e spazi urbani: da più di vent’anni l’ambiente quotidiano di vita e di formazione dei più giovani al di fuori della scuola è costituito da: • uno spazio urbano impraticabile senza la protezione e l’assistenza degli adulti, • un ambiente familiare iperprotettivo e deresponsabilizzante, • attività, servizi, impianti specializzati e rigidamente programmati offerti dai poteri locali e da operatori privati, paure, insicurezze ed ansie sembra siano i sentimenti dominanti nelle città, mentre il concetto di “comunità” sembra sia venuto meno 29 Agosto, 2006 - 7 omicidi in 17 giorni Brescia, una cciittttàà cchhee hhaa ppaauurraa
  • 5. Françoise Dolto, psicanalista infantile francese, afferma che a partire dagli otto anni si può chiedere ad un bambino cosa voglia fare per la sua città, aiutarlo a definire un progetto concreto di azione e a porlo in essere (es. CCR, in Italia dal 1995, ben 555 esperienze, 60 in Piemonte) Gli adolescenti sono in genere vissuti come un problema, talvolta come un pericolo per la città. Il fatto è che gli adolescenti non hanno voce, come i bambini, ma cominciano ad avere comportamenti rilevanti nei confronti degli spazi urbani e della vita urbana e non di rado sono comportamenti negativi che suscitano preoccupazione ed allarme sociale. Anche nei loro confronti è possibile avanzare una proposta di responsabilità e di partecipazione che li avvicini al ruolo adulto in termini concreti e visibili (es. CAG, circa 350 in Lombardia, 530 in Italia). La Dolto propone forme di remunerazione economica a partire dai 15-16 anni per prestazioni assimilabili ai lavori di utilità collettiva, come fondamento di un “contratto” formativo ben più solido di quello che ha legato gli adolescenti al mondo scolastico.
  • 6. La “Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia”, adottata dall’ONU il 20 novembre 1989, formalizza il concetto di “cittadinanza dei minori”, cresciuto di pari passo con l’aggravarsi delle problematiche urbane e la crisi generalizzata dei modelli di vita comunitaria producendo numerose e originali esperienze partecipative.
  • 7. In Italia, la Regione Piemonte recepisce questa nuova sensibilità, con il sostegno a progetti miranti a coinvolgere i giovani nell’azione di progettazione di spazi urbani loro dedicati (L. r. 16/95), che afferma: Giovani e spazi urbani: azioni che mirano a coinvolgere i giovani nelle politiche di trasformazione e riqualificazione urbana (PRU, PRIU, e Contratti di quartiere), rivolte ai quartieri periferici o di edilizia popolare, integrando la progettazione e la trasformazione urbanistica con iniziative di carattere sociale, culturale ed economico; Finalità: favorire la partecipazione dei giovani a programmi di concertazione per la creazione di spazi urbani, politiche dell’abitazione e dell’ambiente urbano.
  • 8. Quando si progetta (o ri-progetta) una città o un quartiere, ma anche una piazza, un parco, una strada, la sfida è di prendere in considerazione il punto di vista dei giovani, che richiedono, frequentano e “abitano” da sempre gli spazi della città. Se le esigenze dei giovani nella progettazione degli spazi urbani non sono tenute in forte considerazione e se, soprattutto, non si pensa alle conseguenze che su di loro avranno le scelte che le Amministrazioni stanno facendo, si rischia che passi l’uguaglianza tra qualità della vita e qualità di servizi e infrastrutture. Questa è una frontiera importante: bisognerebbe parlare prima di tutto di città vivibili (non solo efficienti o sicure), posti in cui la dimensione umana e relazionale è tenuta in forte considerazione, e poi di “città educative”, con all’interno luoghi in cui si dia parola ai giovani, che li interpelli, li stimoli, li renda protagonisti. Le esigenze dei giovani vanno tenute in considerazione proprio nel momento in cui si progetta la città, altrimenti non rimane che ricercare a posteriori soluzioni temporanee e di ripiego.
  • 9. Urbanisti ed architetti, in collegamento con responsabili ed operatori dell’infanzia, hanno realizzato la sistemazione di aree urbane, e talvolta di interi quartieri, prendendo in considerazione la vita quotidiana e le esigenze dei bambini, hanno inoltre progettato strutture specifiche in cui sviluppare progetti educativi innovativi: scuole aperte alle attività educative extrascolastiche e di animazione, centri per le attività ludiche e di tempo libero, ecc. Si è tentato di far partecipare i bambini alla stessa pianificazione urbanistica e alla progettazione di spazi pubblici specifici: verde, aree per il gioco, vie e piazze sistemate secondo le esigenze della sicurezza e della moderazione del traffico,...
  • 10. Un nuovo protagonismo pubblico a livello nazionale si annuncia nel 1996 col “Piano d’azione del Governo italiano per l’infanzia e l’adolescenza” e col progetto “Città sostenibili delle bambine e dei bambini” del Ministero dell’Ambiente. La legge che concretizza il Piano (“Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza”, 28 agosto 1997, n. 285) pone le prime basi per una politica nazionale in materia di partecipazione, tutela dei diritti, qualità della vita dei minori, con un esplicito riferimento ai problemi dello spazio urbano e della mobilità sicura ed autonoma dei più giovani.
  • 11. Con programmi a scala regionale si sostengono, potenziano e diffondono le iniziative assunte dalle realtà locali in direzione di “una città a misura delle bambine e dei bambini” (e quindi davvero di tutti!), favorendo: - “... interventi che facilitano l’uso del tempo e degli spazi urbani e naturali, rimuovono ostacoli nella mobilità... - “ misure volte a promuovere la partecipazione dei bambini e degli adolescenti alla vita della comunità locale...”
  • 12. Le azioni di attivazione sociale mirano ad un duplice prodotto: da un lato la qualità urbana, dall’altro nuove forme di aggregazione sociale “di vicinato”. Queste, poco strutturate ma presenti in forma capillare, quotidiana e concreta negli stessi ambienti di vita dei giovani e degli adolescenti, funzionano spontaneamente come agenzie di prevenzione (primaria) su molte cause del disagio urbano, più e meglio delle tradizionali forme associative specializzate.
  • 13. Le forme e gli strumenti normalmente impiegati per coinvolgere attivamente le diverse categorie di cittadini, sono diversi: - campagne di sensibilizzazione su singoli temi, - animazione di strada, azioni dimostrative di pulizia e manutenzione del verde, cantieri di lavoro per adolescenti e giovani, - progettazione partecipata di interventi di qualificazione urbana. - sistemazione di spazi pubblici e collettivi-residenziali con l’intervento degli abitanti. La scuola è il luogo privilegiato da cui partono le iniziative che coinvolgono i più giovani e, attraverso loro, l’intera comunità locale.
  • 14. Come? 1. emersione dei bisogni (incontri, gruppi, questionari, ecc) 2. progetto di massima 3. simulazione 4. progetto esecutivo 5. coinvolgimento nella gestione Il muro legale
  • 15. Il coinvolgimento nella gestione avviene attraverso: - interventi di pulizia e giardinaggio, - restauro e verniciatura dell’arredo urbano e delle attrezzature di gioco esistenti, - realizzazione di murales e pitture pavimentali, - costruzione di fioriere, tavoli e panche, semplici attrezzi di gioco in legno, nel rispetto delle norme di sicurezza per le dotazioni degli spazi pubblici, - organizzazione di momenti di gioco e di festa. Azioni “di strada” e comunicazione sociale (tecnica del prima e dopo con mostre fotografiche, poi eventi, incontri, es Alessandria) I Cantieri di lavoro sugli spazi urbani per adolescenti tra i 15 e i 18 anni, (tra le 100 e le 200 ore di lavoro), di Città possibile, Torino Lo skatepark autocostruito e regolamentato
  • 16. Buone prassi di politiche giovanili (da giovani x i giovani): Alessandria: Qualunquarte (i territori possono rigenerarsi e rinascere nei tentativi dei ragazzi di prendere parola e realizzare presenza. I giovani sono una pluralità che manifesta una domanda di soggettività e di espressione da riconosce ed aiutare a mettersi alla prova e consolidarsi). Fuori dal carrello: Urban & street culture: raduno in spazi informali cittadini di espressioni rap, break dance, writing, ragazzi uniti da un modo eterogeneo di stare insieme tra musica, danza, arti visive, in un “giorno ed una notte” Mostre in luoghi dismessi ed abbandonati (i “rimossi” della città) ProposAL associazione per la rivalutaione dei beni artistici e la cultura locale, promuovere iniziative artistiche per incentivare l’interesse e la partecipazione alla vita sociale alessandrina (es. Resta Domiciliari – Arte a domicilio, cioè mostre ed installazioni in abitazioni private che si aprono al pubblico)
  • 17. Buone prassi di politiche giovanili : Alessandria: Qualunquarte Officine Marcovaldo è un progetto che coinvolge un gruppo informale di energie, entusiasmi e competenze che confluiscono in un progetto urgano che punta a rendere più attraente la città, più gradevole la nebbia, più piacevoli le attese degli autobus, più interessanti le aiuole e i vicoli, più stuzzicante la segnaletica stradale, più vivi gli angoli delle strade.
  • 18. Buone prassi: Milano: promozione culturale ed espressiva con 20 spazi comunali di creatività e La fabbrica del vapore (17 organizzazioni giovanili). Ed Esterni (v. www.esterni.org). Esterni Napoli: progetto “Città dei giovani”: riqualifica spazio urbano per favorire il pieno sviluppo della personalità del giovani sul piano culturale e sociale, offrendo, in un unico contenitore, servizi e informazioni, spazi evento, luoghi per il tempo libero e la cultura, spazi per l’ospitalità e l’accoglienza. Roma: spazi urbani recuperati ad hoc per i giovani, favorendo poi la nascita di imprese (es. nuovo cinema Aquila, progetto periferie) Torino: 10 Spazi per i giovani: centri To&Tu, Murarte: spazi per i graffiti sui muri della città
  • 19. Buone prassi: ci sono iniziative legate all’abitare la città in generale, che si propongono un utilizzo diverso degli spazi urbani in senso lato. Ma anche iniziative che promuovono la costituzione di spazi specifici per i giovani, i cosiddetti centri di aggregazione giovanile. Milano, eventi di Esterni
  • 20. Buone prassi: Il colore della speranza, Tirana Edi Rama, sindaco di Tirana, è un pittore: un artista che fa politica in un Paese difficile e in una città che sta crescendo a vista d’occhio. Ha deciso di "colorare" la vita dei cittadini della capitale albanese per restituirgli la voglia di sognare. "Appena eletto avevo un budget ridicolo, le casse del municipio erano vuote. Avevo i soldi per riparare un solo chilometro di strada. Avrei speso tutto e per i cittadini che non vivono in quella strada non sarebbe cambiato nulla" . Cosi' ha deciso di utilizzare lo scarso budget a disposizione per un'iniziativa a favore di tutta la città anzichè di una sola via. Rama, eletto sindaco nel 2000, è uno degli artisti albanesi più conosciuti ed ha esposto le sue opere alla Biennale di Venezia del 1997. Ha ordinato di ridipingere le facciate dei palazzi della città, edifici vecchi e nuovi, condomini d’epoca e recenti a tinte vivaci, con schemi geometrici e allo stesso tempo imprevedibili.
  • 21. Buone prassi: Il colore della speranza, Tirana Edi Rama ha raccolto consensi in tutto il mondo, i mass media hanno cominciato a parlare di Tirana in un modo diverso, non più necessariamente legato alla violenza, alla povertà o alla emigrazione. “Volevo svegliare i cervelli della gente di Tirana, dare una scossa a tutta la comunità. Era difficile rianimare un corpo agonizzante. Dopo la morte della speranza che aveva colpito la popolazione albanese regnava il cinismo, l’indifferenza. Ci voleva una scossa, un segnale che rivitalizzasse le anime”. Secondo alcuni Rama ha mal investito quel poco di denaro che c'era, trascurando interventi strutturali fondamentali come la rete idrica ed elettrica, ma il sindaco si difende: "...A Tirana c’è bisogno di tutto. Sono riuscito, grazie al lavoro psicologico sui cittadini, a far passare un piano di tassazione molto duro che, adesso, mi da la possibilità di lavorare..." Da considerare l'aumento del valore patrimoniale degli edifici nel quartiere
  • 22. Buone prassi: Spazioper. Quando un parco rinasce cantiere culturale giovanile [Animazione Sociale n°3/06] Gli elementi da tenere in considerazione per la progettazione di spazi come questi sono i giovani (coinvolgimento, bisogni, passioni, voglie), i tempi (orari, giorno/notte), il concetto di luogo (vs non luogo), di partecipazione attiva e capitale sociale, le risorse (in Trentino non meno di 400.000 euro) ed il concetto di moltiplicatore di risorse (passioni, energie, relazioni, coinvolgimenti), le attrezzature, le proposte e le attenzioni alla comunità (es. anziani, mamme e bambini, ecc), rapporti con la committenza (paure, fantasmi, vs potenzialità), sicurezza.
  • 23. Buone prassi: Spazioper. La riqualifica di un’area urbana, un progetto di partecipazione e imprenditoria giovanile, un moltiplicatore di risorse Per le Politiche giovanili le risorse dei Comuni sono lo 0,09% delle uscite correnti…In Finanziaria ’06 sono stati stanziati 130 milioni di euro (lo 0,39% del valore complessivo dell’intera Manovra fiscale, 33,4 miliardi di euro). Una rotatoria equivale a dieci anni di spesa media per i giovani di un Comune italiano di medie dimensioni.
  • 24. CANTIERE CULTURALE GIOVANILE L'Aurora è uno spazio comunale affidato dall’ Assessorato alle politiche giovanili di Rozzano alla cooperativa Sunrise per offrire ai giovani del territorio un luogo d’incontro dove sviluppare socialità e cultura che li coinvolga attivamente attraverso corsi, progetti sociali, iniziative e offra loro spettacoli e concerti di alto livello a prezzi contenuti. All’Aurora si può trovare: -una sala da oltre 200 posti con divanetti e tavoli e luci e con anche un ampio giardino, - un palco (8x4m) attrezzato con un impianto audio di ultima generazione, - un cocktail bar professionale. Qui, oltre ad eventi, si possono organizzare riunioni, matrimoni battesimi, feste, eventi, spettacoli e serate per promuovere associazioni umanitarie e di volontariato (previa approvazione della Dir Artistica). Ci sono anche tre sale prova e uno studio di registrazione con regia audio professionale, che possono essere utilizzati a prezzi modici da tutti e convenzionati per i cittadini di Rozzano; inoltre è attiva una scuola di musica con corsi di vario genere. C’è anche la disponibilità di una sala, con capienza di 15/20 persone, che può essere affittata a singoli, gruppi, associazioni per incontri, riunioni, ecc. che siano comunque in linea con i criteri etici dell’Aurora. Lo Spazio Aurora è un posto dove socialità e divertimento si toccano. Per fare cultura e crescere…ogni giorno. Festa Della Birra BIRRA AD 1 EURO Tutta la Sera Ore 23.00 Live Dei City Rockers (Band Tributo a Vasco) Ore 0.00 Filtro Dj-sey commerciale revival
  • 25. Il Circolo Culturale OFICINA DI BUENAVENTURA è un’Associazione di Promozione Sociale nata nell’agosto del 1999 partendo dalla constatazione che nel territorio di Castelfranco Veneto – zona centrale tra le province di TV, VE, PD e VI– non esistevano spazi di aggregazione e confronto, luoghi in cui incontrarsi, comunicare, confrontarsi. La realizzazione del progetto “Oficina di Buenaventura” è una risposta ai “non-luoghi” di incontro, alla mancanza di occasioni, per incontri ed attività interculturali ed intergenerazionali, alla continua evoluzione della realtà locale: una proposta alle esigenze sentite da molti e alle quali le istituzioni non hanno saputo dare risposta. Il 31 luglio del 1999 alcuni sognatori con tante idee e pochi quattrini entrarono nei locali che sarebbero diventati la sede di Oficina di Buenaventura… uno spazio di 600 mq interni e 400 mq esterni, totalmente autogestito e autofinanziato, che permette a persone con idee diverse, di incontrarsi, confrontarsi, discutere, crescere. Oggi i soci sono oltre 3.000 (con una mailing list di 10.000 iscritti) e le iniziative realizzate più di 700. Oggi alcune amministrazioni concedono spazi comunali in uso ad associazioni, e per i loro soci e, solitamente, poco sfruttati rispetto ad una apertura settimanale completa (anche perché si basano spesso sul volontariato)
  • 26. Buone prassi: I centri di aggregazione giovanile possono essere di più tipologie, a seconda della loro “vocazione principale” e cioè: - educativo/promozionale (es. laboratori) - sostegno (si rivolge a target specifici, centro diurno) - formativo valoriale (formazione etico-sociale) - artistico/creativo/musicale - polifunzionale (varietà e articolazione di molte funzioni, in rete). Torino, L'Isola che non c'è e Centro del Protagonismo Giovanile di Strada
  • 27. Centro di aggregazione giovanile “Atelier”, uno spazio per... Incontrarsi Parlarsi Confrontarsi Discutere Divertirsi Costruire Viaggiare Ideare ... E tutto quello che la tua fantasia sa inventare!!!
  • 28. Centro di aggregazione giovanile “Atelier”, uno spazio per... " E per quelli che… L’Atelier non lo conosco Lo conosco ma sono timida L’ho visto da fuori ma non ci sono mai entrato Ma chi sono ‘sti educatori?! Ma che si fa? Che è? Ma mi si nota di più se non vengo, se vengo e sto in disparte o se vengo e… " …Insomma, per tutti quelli che ancora non sono passati di qua…CHE ASPETTATE A FARE UN SALTO???…così, tanto per provare a vedere se ci si diverte o se si becca qualcuno di nuovo. L’Atelier è aperto per tutti i ragazzi e le ragazze dagli 11 ai 18 anni
  • 29. BARYCENTRO: esercizio pubblico all’interno di uno spazio polifunzionale a Costa Masnaga, che ospita un centro sociale, un centro culturale, un centro diurno ed uno spazio dedicato all’arte. Lo spazio è aperto dal martedì alla domenica, dalle 11 alle 24, è gestito dalla coop. soc La linea dell’arco e ci lavorano due educatrici ed un barista professionista.
  • 30. Per approfondire Giovani possibili. C’è un salto da fare nelle politiche giovanili. Innovativo e radicale. Si può tradurre in una domanda di fondo: come i giovani di oggi possono contribuire a costruire un nuovo welfare di comunità? O, detto in altri termini, come togliere ai giovani l’etichetta del disagio e del problema, restituendo loro il ruolo di cittadini attivi? Il rovesciamento dell’approccio non è immediato né facile. Queste pagine suggeriscono di partire da un viaggio nella penisola italiana alla ricerca delle più stimolanti buone pratiche che stanno già sperimentando inediti servizi per adolescenti. Il punto di osservazione, densissimo di dati e di preziosi spunti, offerto dalla effervescente rete del Consorzio Gino Matterelli, consente di mettere a fuoco sia i nodi critici che le intuizioni emerse dal lavoro quotidiano della cooperazione sociale in collaborazione con le istituzioni, gli enti e le associazioni presenti in ogni territorio. Incrociando progetti, interventi concreti ed esperienze consolidate è possibile fotografare, per la prima volta nel nostro paese, il nucleo essenziale di temi generatori attorno ai quali si stanno sviluppando le risposte creative accomunate dall’obiettivo di sprigionare una nuova soggettività giovanile. L’innovazione sociale sul campo si trasforma così in laboratorio aperto di esperienze di vita da cui trarre l’elaborazione per un nuovo modello di comunità.