I principali tipi di rocce, la loro origine, il loro aspetto, descritti da un giovanissimo appassionato scalatore. Le foto sono dell'autore, Elio C., 1^ liceo musicale, anno scolastico 2014/15.
I principali tipi di rocce, la loro origine, il loro aspetto, descritti da un giovanissimo appassionato scalatore. Le foto sono dell'autore, Elio C., 1^ liceo musicale, anno scolastico 2014/15.
E5. (Metacompetenza): saper affrontare situazioni problematiche che comportano l’acquisizione di competenze specifiche (E1-E4) e la capacità di correlarle fra loro e con le competenze A-B-C-D-F.
7. Movida nella barriera corallina
(da una funzione alla sua inversa, II parte)
Classi indicative per le quali è adatto:
4-5 primaria,1-2 secondaria
Dall'amido alla pizza passando per il non food Gravità Zero
Walter Caputo e Luigina Pugno, autori del libro "La Pizza al Microscopio" presentano l'opera edita da Gribaudo-Feltrinelli al Festival della Scienza di Genova.
http://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/la-scienza-nella-pizza/
La crisi di salinità del Messiniano e le evaporiti sicilianeSalvatore Stira
In questa presentazione sono descritti i meccanismi e le conseguenze della crisi di salinità del Messiniano. Inoltre sono descritte le evaporiti siciliane.
Andrea baucon, corso di paleoecologia lezione 9 - coste roccioseAndrea Baucon
The slides are part of the "Palaeoecology: methods and applications" course taught by Andrea Baucon at the University of Genoa.
OVERVIEW
The activities are aimed at providing practical and theoretical tools to reconstruct the depositional environment based on the paleontological aspects (fossils, ichnofossils) of sedimentary successions. The teaching program follows a paleoecological transect from continental environments to abyssal plains, passing through deserts and coral reefs. For each depositional environment, the characteristic paleoecological properties are discussed, illustrating how to recognize, describe and interpret them.
LEARNING OUTCOMES
The student will acquire the ability to reconstruct the depositional environment based on the paleontological aspects (fossils, icnofossils) of a sedimentary succession.
SYLLABUS / CONTENT
1. PALEOENVIRONMENTAL TOOLS: the paleoecological investigation; taphonomy applied to environmental reconstruction; ichnofacies; ichnofabric; facies analysis; technical-scientific reports;
2. CONTINENTAL ENVIRONMENTS: paleoecology and paleoenvironments of desert, lake, river, alluvial plain, glacial and volcanoclastic settings;
3. SHALLOW MARINE ENVIRONMENTS: paleoecology and palaeoenvironments of beach, tidal plain, lagoon, strandplain, chenier plain, rocky coast, shelf, and carbonatic settings;
4. TRANSITIONAL ENVIRONMENTS: paleoecology and paleoenvironments of estuarine and deltaic settings;
5. DEEP MARINE ENVIRONMENTS: paleoecology and paleoenvironments of slope and abyssal plain settings;
Fieldwork activity: paleoecological analysis of fossil-bearing sedimentary successions
AIMS AND LEARNING OUTCOMES
The student will be able to:
• Define the ecological characteristics of a fossil association and their paleoenvironmental implications;
• Recognize, classify and interpret the main ichnofossils present in marine, transitional and continental sedimentary successions;
• Integrate paleontological and sedimentological information;
• Interpret the depositional environment of a sedimentary succession, based on both outcrop and core data;
• Compile summary documents such as technical-scientific reports and graphic representations of paleoenvironments
presentazione realizzata dal geologo Daniele Cinti, ricercatore presso l'INGV, nell'abito del progetto eTwinning "Nous et le tremblement de terre" 2016-17
2016 Environmental Technologies: Fundamentals in Biosphere Knowledge. Soil, S...Luca Marescotti
2016 Environmental Technologies: Fundaqmentals in Biosphere Knowledge. Soil, Support and Feeding - Tecnologie ambientali: le basi nella conoscenza della biosfera. Il suolo, sostegno e nutrizione
E5. (Metacompetenza): saper affrontare situazioni problematiche che comportano l’acquisizione di competenze specifiche (E1-E4) e la capacità di correlarle fra loro e con le competenze A-B-C-D-F.
7. Movida nella barriera corallina
(da una funzione alla sua inversa, II parte)
Classi indicative per le quali è adatto:
4-5 primaria,1-2 secondaria
Dall'amido alla pizza passando per il non food Gravità Zero
Walter Caputo e Luigina Pugno, autori del libro "La Pizza al Microscopio" presentano l'opera edita da Gribaudo-Feltrinelli al Festival della Scienza di Genova.
http://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/la-scienza-nella-pizza/
La crisi di salinità del Messiniano e le evaporiti sicilianeSalvatore Stira
In questa presentazione sono descritti i meccanismi e le conseguenze della crisi di salinità del Messiniano. Inoltre sono descritte le evaporiti siciliane.
Andrea baucon, corso di paleoecologia lezione 9 - coste roccioseAndrea Baucon
The slides are part of the "Palaeoecology: methods and applications" course taught by Andrea Baucon at the University of Genoa.
OVERVIEW
The activities are aimed at providing practical and theoretical tools to reconstruct the depositional environment based on the paleontological aspects (fossils, ichnofossils) of sedimentary successions. The teaching program follows a paleoecological transect from continental environments to abyssal plains, passing through deserts and coral reefs. For each depositional environment, the characteristic paleoecological properties are discussed, illustrating how to recognize, describe and interpret them.
LEARNING OUTCOMES
The student will acquire the ability to reconstruct the depositional environment based on the paleontological aspects (fossils, icnofossils) of a sedimentary succession.
SYLLABUS / CONTENT
1. PALEOENVIRONMENTAL TOOLS: the paleoecological investigation; taphonomy applied to environmental reconstruction; ichnofacies; ichnofabric; facies analysis; technical-scientific reports;
2. CONTINENTAL ENVIRONMENTS: paleoecology and paleoenvironments of desert, lake, river, alluvial plain, glacial and volcanoclastic settings;
3. SHALLOW MARINE ENVIRONMENTS: paleoecology and palaeoenvironments of beach, tidal plain, lagoon, strandplain, chenier plain, rocky coast, shelf, and carbonatic settings;
4. TRANSITIONAL ENVIRONMENTS: paleoecology and paleoenvironments of estuarine and deltaic settings;
5. DEEP MARINE ENVIRONMENTS: paleoecology and paleoenvironments of slope and abyssal plain settings;
Fieldwork activity: paleoecological analysis of fossil-bearing sedimentary successions
AIMS AND LEARNING OUTCOMES
The student will be able to:
• Define the ecological characteristics of a fossil association and their paleoenvironmental implications;
• Recognize, classify and interpret the main ichnofossils present in marine, transitional and continental sedimentary successions;
• Integrate paleontological and sedimentological information;
• Interpret the depositional environment of a sedimentary succession, based on both outcrop and core data;
• Compile summary documents such as technical-scientific reports and graphic representations of paleoenvironments
presentazione realizzata dal geologo Daniele Cinti, ricercatore presso l'INGV, nell'abito del progetto eTwinning "Nous et le tremblement de terre" 2016-17
2016 Environmental Technologies: Fundamentals in Biosphere Knowledge. Soil, S...Luca Marescotti
2016 Environmental Technologies: Fundaqmentals in Biosphere Knowledge. Soil, Support and Feeding - Tecnologie ambientali: le basi nella conoscenza della biosfera. Il suolo, sostegno e nutrizione
I celenterati, o cnidari, rappresentano un phylum marino poco evoluto dal punto di vista della complessità morfologica. Le specie presenti risultano essere prive di scheletro con una locomozione perlopiù passiva dettata dalle correnti marine. Una caratteristica peculiare dei celenterati è data dalla differente morfologia che varia in base alla fase della loro vita; la forma, difatti, varia in base al ciclo vitale e riproduttivo che è di tipo metagenico.
La presente invenzione riguarda un metodo per riguarda riprodurre colonie di Antozoi da colonie preesistenti in ambiente marino naturale o controllato, mediante insediamento spontaneo, ottenendo giovani colonie di corallo rosso (recruits) trasferibili in un altro ambiente marino naturale o controllato.
12. Argomenti trattati :
Evoluzione del Mar
Mediterraneo
Studio dei litorali
Formazione e cambiamenti del Mar
Mediterraneo dalle origini fino ai nostri
giorni.
Sabbia
Rocce
Coste
13. Evoluzione del Mar
Mediterraneo
Periodo Cretaceo: 65
milioni di anni fa.
Inizio processo di disgregazione
delle masse continentali; nasce
l’oceano Atlantico e le
Americhe si allontanano
progressivamente dal resto dei
blocchi continentali.
Inizia la storia moderna del
Mediterraneo che si stacca
dell’Oceano Altantico a causa
di un proseguimento della
spinta della zolla africana.
Neogene
da 23,03 a 2,588
milioni di anni fa
Ingressioni marine minori
formano laghi sul bacino
padano.
Il Mediterraneo diventa un
golfo dell’Atlantico; è collegato
ad esso da due varchi: a Nord
Spagna e Portogallo, a Sud in rif
oceanico del Marocco.
Miocene
1°epoca del
Neogene
Pliocene
2°epoca del
Neogene Le acque dell’Atlantico
regrediscono. Iniziano le grandi
oscillazioni climatiche globali
che condizionano la flora e la
fauna del mar Mediterraneo,
Oggi.
E’ un mare quasi completamente
chiuso circondato da terre (Europa –
Asia – Africa) . E’ collegato all’Oceano
Atlantico e all’Oceano Idiano grazie a
due stretti: Stretto di Gibilterra e
Canale di Suez.
14. La composizione della sabbia.
Sabbia = roccia sedimentaria clastica frantumata proveniente
dall’erosione di altre rocce tra le quali l’arenaria (roccia sedimentaria).
Struttura : è formata da granuli di dimensione comprese tra i 2 e gli
0,063 mm.
Forme : nel momento in cui si deposita, la sabbia dà origine a tipiche
forme.
SPIAGGIA se l’agente
di trasporto è il moto
ondoso
DUNA se viene
trasportata dal vento
BARRA se trasportata
dalla corrente marina
15. La formazione della sabbia.
Avviene nel corso di un lungo tempo, può formarsi
attraverso tre meccanismi :
Per erosione di rocce persistenti di qualunque natura.
Per precipitazione chimica da acque ipersaline.
Per accumulo di scheletri e gusci di organismi, come le
conchiglie .
Questi meccanismi portano alla formazione di
diversi tipi di sabbia:
Sabbia silicea Sabbia calcarea
Sabbia micacea
Sabbia
glauconitica
16. Classificazione della sabbia.
In base ai minerali che contengono si suddividono in
SABBIE CHIARE composte da quarzo e feldspati .
SABBIE SCURE composte da magnetite,
ematite, egranato.
In base alla dimensione dei loro granelli si suddividono
in
SABBIE FINI
SABBIE MEDIE
SABBIE GROSSOLANE
In base al colore con la quale essa si presenta
NERA vicino ad un vulcano
BIANCO ROSATA nei pressi di una barriera
corallina
BIANCHISSIMA Caraibi, Seychelles e Mar Rosso
17. Cosa si ricava dalla sabbia.
Dalle sabbie SILICATE si ricava SILICIO utilizzato per la fabbricazione di:
CEMENTO MATTONI VETRO CIRCUITI INTEGRATI
Utilizzi della sabbia.
Sabbie QUARZOSE si usano come ABRASIVI.
Sabbie composte da MINERALI si usano per la produzione di FILTRI
D’ACQUA.
In EDILIZIA e nel RESTAURO si usa la sabbiatura per pulire.
18. Le rocce.
Differenza tra minerale e roccia:
- I minerali sono elementi semplici o
composti che a volte si presentano come
cristalli;
- Le rocce sono aggregati di minerali
diversi, nelle quali si possono trovare
anche dei fossili.
Come si formano le rocce:
- Si formano partendo da uno dei minerali più
diffusi, il quarzo, che è composto da silicio e
ossigeno;
- - il granito è una roccia formato da un
miscuglio di cristalli di quarzo, fedelspato e
biotite
Come si formano i minerali:
- I processi che portano alla formazione
dei minerali, sono tre: solidificazione,
deposizione e sublimazione.
I minerali si dividono in:
Basalto, olivina, ossidiana ,
ortoclasio, biotite
SILICATI
Rosa del deserto,
gesso SOLFATICalcio, magnesio, siderite
CARBONATI
19. La costa.
Costa = la linea di confine tra la terra emersa e l’acqua di un mare.
Coste alte: Piu’ o meno frastagliate
e in genere a picco sul mare
valloni nelle coste dalmate
dell’alto Adriatico
Promontorio del Gargano ( tratto di
costa con rilievi che sporge sul mare)
Coste basse: Possono essere sabbiose, a ciottoli o
rocciose. Costituiscono la maggior parte dei litorali del
Mar Mediterraneo.
In generale hanno un andamento rettilineo e degradano
in acque poco profonde. Spesso presentano DUNE,
cumuli di sabbia portati dal vento.
Le coste del Mar Mediterraneo si dividono in:
20. Bibliografia:
- Testo di scienze «Natura avventura» casa editrice Paravia Pearson , di Gianfranco Bo e Silvia Dequino
- Testo di geografia « Terra nostra» classe 1° , casa editrice Mursia Scuola, di Luisa Morelli e Rosa Scelne
Sitografia:
- https://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_principale
22. La conchiglia è una struttura biologica rigida e dura che protegge e
sostiene gli animali dal corpo molle e senza scheletro appartenenti ai phyla
dei molluschi e dei brachiopodi.
Nei molluschi varia a seconda delle classi ed è composta da costituenti
inorganici come il carbonato di calcio e il fosfato di calcio che gli animali
estraggono dall’acqua di mare e che vengono integrati da sostanze
organiche.
La conchiglia contiene
l’animale come una sorta di
scatola durissima, compare
già nella larva e si accresce
per la regolare e periodica
aggiunta da nuovi tratti in
corrispondenza del suo
margine libero dove si
osservano numerose strie di
accrescimento.
23. La struttura della conchiglia varia notevolmente dai Poliplacofori a quella delle
altre classi e consente di detenere nei molluschi due linee evolutive:
Anfineuri (Poliplacofori e Solenogastri)
Conchiferi (tutte le altre classi)
24. ANFINEURI
La conchiglia è costituita da 2 strati, quello superiore fatto di conchiolina calcificata e
quello interno di solo carbonato di calcio.
CONCHIFERI
Nei Conchiferi, la conchiglia è costituita da 3 strati fondamentali:
• periostraco, strato esterno, di aspetto corneo costituito da conchiolina (un complesso di
proteine che è diverso dal collagene e dalla cheratina) secreta da ghiandole situate ai
margini del mantello e che viene deposta al margine via via che la conchiglia si accresce
I due strati sottostanti formano l'ostraco:
• strato prismatico, intermedio e spesso formato da più strati secondari, anch'esso secreto
dal margine del mantello: è costituito da prismi di carbonato di calcio circondati da una
membranucola di conchiolina;
• strato interno o madreperlaceo, che viene secreto da tutta la superficie del mantello ed è
formato da lamelle parallele di carbonato di calcio.
Questo schema, però, può presentare numerose varianti ed il materiale calcareo può
essere, a seconda della specie, aragonite o calcite o entrambi.
25. Per fitoplancton si intende l’insieme degli organismi autotrofi, fotosintetizanti
presenti nel plancton ovvero da quegli organismi in grado di sintetizzare sostanze
organiche a partire dalle sostanze inorganiche disciolte, utilizzando la radiazione
solare come fonte di energia. Il fitoplancton si trova alla base della catena alimentare
grande maggioranza degli ecosistemi acquatici. Il fitoplancton produce inoltre la
metà dell’ossigeno totale prodotto dagli organismi vegetali della Terra.
FITOPLANCTON
26. Lo zooplancton è una delle tre tipologie di plancton: è composto da organismi
animali non autonomi nel movimento su larga scala ma che si lasciano trasportare
dalla corrente; è costituito essenzialmente da copepodi, sifonofori, scifozoi, larve di
crostacei, di molluschi.
Microinvertebrati con un ruolo fondamentale nell’ecologia del mare.
Lo zooplancton si divide in tre fasce a seconda della grandezza:
- MESOZOOPLANCTON (crostacei);
- MACROZOOPLANCTON (chetognati,salpe…);
- MEGAPLANCTON (meduse);
Un’altra categoria è basata sul ciclo vitale degli organismi:
- OLOPLANCTON (quanto tutto il ciclo viene compiuto nel plancton);
- MEROPLANCTON (quando solo uno stadio è platonico).
Tra lo zooplancton sono presenti sia elementi erbivori che predatori. È alla base di
tutte le catene alimentari marine e forniscono alimento almeno a tutti i pesci.
ZOOPLANCTON
27. Sono una formazione tipica dei mari e oceani tropicali,composta da formazioni rocciose
sottomarine biogeniche costituite e accresciute dalla sedimentazione degli scheletri
calcarei dei coralli.
La sopravvivenza delle barriere coralline del Mediterraneo è messa a rischio dal riscaldamento globale e
dall’acificazione degli oceani con potenziali effetti negativi sugli ecosistemi marini e di conseguenza sulle
società umane.
LE BARRIERE CORALLINE
28. La barriera corallina Mediterranea
è profonda, inaccessibile ai subacquei ed ancora misteriosa.
Recente vi è stata la scoperta di una formazione di coralli bianchi vivi appartenenti alla
specie MADREPORA OCULATA a 500 metri di profondità nei fondali davanti Punte
Mesco alle cinque Terre.
29. I coralli bianchi possono essere paragonati a delle vere oasi nel deserto, in quanto offrono
riparo e alimentazione a molte specie. Si è stimato che i reef di coralli bianchi ospitano una
diversità biologica tre volte più elevata di quella dell’ambiente circostante. Fino ad ora erano
stati trovati solo nella fonia, nel canale della Sicilia e nell’Adriatico meridionale. La
scoperta dei coralli bianchi vivi nel Mar Ligure, offre un punto di partenza per ulteriori
indagini nell’area, e pone le basi per l’identificazione di appropriate misure di salvaguardia di
questi ecosistemi di elevata importanza scientifica ma molto delicati.
La ricerca sulla biodiversità profonda nel nostro mare deve continuare ed essere sostenuta.
Anche semplicemente diffondendo questo tipo di notizie. Grazie alla possibilità di indagare il
fondale a grandi profondità stiamo scoprendo sempre maggiori porzioni della nostra barriera
corallina. Da tempo si sapeva che, a grandi profondità lungo le nostre coste, sulle pareti in
discesa verso gli abissi erano presenti formazioni coralline: i coralli bianchi profondi del
Mediterraneo. I pescherecci, spesso, raccoglievano grandi ammassi morti di questi
madreporari. In passato si supponeva che ormai ci fossero solo tanatocenosi, un termine
scientifico per classificare le comunità di organismi oramai morti , relitti del passato. E invece,
solo una decina di anni fa , l’uso dei veicoli subacquei da ricerca ha permesso di scoprire che i
coralli bianchi sono vivi anche nel nostro Mediterraneo.
31. Il pesce è uno degli alimenti essenziali della dieta occidentale,
ma il suo consumo in Italia è al di sotto della media europea.
• La maggior parte del pesce consumato proviene da
allevamenti.
• L'effetto dei vari pesci sull'organismo varia come nel caso
del merluzzo che è ricco di proteine ma non di omega tre.
• Un'alimentazione ricca di pesce aiuta a prevenire malattie
cutanee o del sistema immunitario.
L'IMPORTANZA DEL
PESCE
NELL'ALIMENTAZIONE
32. Il pesce ha delle proprietà nutrizionali notevoli e molti sono i benefici che riesce
ad apportare.
E' ricco di proteine e di grassi insaturi, che sono ad alta concentrazione di
omega 3, molto importanti per garantire il benessere del nostro organismo.
PROPRIETA' NUTRIZIONALI
DEL PESCE
Inoltre
contribuisce allo
sviluppo
dell'intelligenza,
protegge la pelle
e allontana
l'asma.
33.
34. La composizione chimica del pesce è abbastanza simile a quella della carne,
soprattutto per quanto riguarda la ripartizione dei macronutrienti.
Le principali differenze riguardano:
- le caratteristiche delle proteine, responsabili della diversa consistenza
delle carni;
- la diversa qualità dei grassi, in particolare la presenza degli acidi grassi
polinsaturi, omega 3;
- la presenza di particolari sostanze responsabili della deperibilità dei
prodotti ittici e del loro odore peculiare.
COMPOSIZIONE CHIMICA DEL PESCE
35. I crostacei e i molluschi hanno caratteristiche leggermente
diverse da quelle degli altri pesci.
Le proteine sono presenti nella misura di 15-25% circa.
Rispetto agli animali a sangue caldo, i muscoli dei pesci si
differenziano principalmente per una minore quantità di
tessuto connettivo, costituito in prevalenza da collagene, che
gelatinizza a temperature inferiori.
36. I grassi possono oscillare tra lo 0,5 e il 22%.
In base al contenuto di grassi i pesci si suddividono in:
-grassi (>10%) cioè aringhe, sardine, sgombri, salmoni;
-semigrassi (6-10%) cioè triglie, coregoni, cefali, carpe, tonni,
storioni e spigole di allevamento;
-magri (<6%) cioè sarde, trote, dentici, orate, spigole selvatiche,
merluzzi, halibut, pesce gatto, pagello, calamari, cernie, seppie,
rombi, palombi, polpi e razze.
Gli unici pesci con una percentuale veramente alta di grassi sono le
anguille che ne contengono fino al 22%.
La carne del pesce, infatti, una volta cotta tende a sfaldarsi più
facilmente rispetto a quella degli animali terrestri.
Le fibre muscolari sono più corte e organizzate in lamine. Questa
caratteristica si distingue molto bene quando si puliscono i pesci
cucinati interi: i muscoli si dividono in lamine disposte in modo
parallelo.
37. DIETAMEDITERRANEA
Uno studio conferma l'importanza di assumere acidi grassi e
omega tre attraverso il consumo di pesce, di cui ne viene
suggerito il consumo due volte alla settimana.
39. L’INQUINAMENTO NEI MARI
ITALIANI
Con il termine inquinamento si intende
una modificazione delle caratteristiche
naturali di un ecosistema, causato da
attività umane, che provoca in genere
effetti negativi sulle risorse biologiche,
sulla salute umana, sulle attività marittime
e sulla qualità dell’ acqua.
40. L’eutrofizzazione è un processo che avviene in natura nell’acqua ,
provocato dall’aumento di fosforo e azoto.
Questo processo fa crescere in modo esponenziale le alghe le quali
assorbono l’ossigeno sottraendolo agli altri organismi marini.
41. Nel mediterraneo i porti commerciali italiani che rilasciano sostanze
chimiche inquinanti nel mare sono: Genova, Palermo e Napoli.
Questi porti rilasciano sostanze chimiche e tossiche che possono
provocare tumori.
Porto di Genova
42. I porti di Napoli e Palermo hanno degli scali
per lo stoccaggio del petrolio.
Porto di Napoli
43. Capita a volte che le petroliere puliscano le
cisterne direttamente in mare inquinando le
acque
Inquinamento da
petrolio
44. Logo ideato e realizzato da Gianluca Rizzi classe 2A