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Ambiti di applicazione dell’epidemiologia statistica
1. Studio dei fenomeni epidemici
2. Ricostruzione della storia naturale delle malattie e
della loro diffusione
3. Identificazione dei fattori di rischio e di quelli protettivi
4. Valutazione degli interventi sanitari preventivi, diagnostici
e terapeutici
5. Indicazioni per la definizione delle priorità in sanità
pubblica
6. Determinazione di parametri per la valutazione di
efficacia, efficienza e qualità dei servizi sanitari
7. Valutazioni tecniche per la soluzione di problemi legali
epidemiologia statistica
evento
descrizione
RAPPORTI, PROPORZIONI,
FREQUENZE, TASSI.
LE MISURE
DI PREVALENZA E DI INCIDENZA
Come si misura l’evento?
• rapporti
• proporzioni
• frequenze
• tassi
• odds
bambini con asma
mamme fumatrici
RAPPORTO:
Qualsiasi numero (numeratore)
diviso un altro qualsiasi numero
(denominatore).
Bambini
con cardiopatie congenite
mamme di età >ai 35 anni
Num e den. non necessariamente
per conteggio e non necessariamente
stesse unità di misura
Classe dei rapporti statistici
indicatori che risultano
dal rapporto
di due dati statistici
Confrontare l’intensità di un fenomeno registrato
in luoghi e tempi diversi eliminando
l’effetto di eventuali circostanze differenziatrici
PROPORZIONE (rapporto di composizione)
Particolare rapporto dove il numeratore
è parte del denominatore.
numeratore
numero di individui che
hanno in comune un
particolare evento o una
determinata caratteristica,
cioè una frequenza
denominatore
numero totale di individui
in cui l’evento potrebbe
essersi verificato.
Esempio:
la proporzione di neonati maschi
N. neonati di sesso maschile
N. totale delle nascite
N.bambini con pervietà del dotto di Botallo
N. di bambini con cardiopatia congenita
Distribuzione per valori puntuali
Distribuzioni per intervalli
Frequenze assolute = consistenza
numerica dei soggetti con la
caratteristica X (classi)
Distribuzioni di frequenze assolute = non confrontabili
Frequenze relative = descrivono
il peso delle classi sul totale
delle osservazioni
Frequenze percentuali =
frequenza relativa per 100
FREQUENZA RELATIVA E PERCENTUALE
utili per confrontare serie di dati
che contengono numeri diversi di
osservazioni.
Numero di osservazioni per intervallo
Numero di tutte le osservazioni
100
ζƒi = 1
FREQUENZE CUMULATE
Raggruppamento del numero totale di
osservazioni che hanno un valore inferiore o
uguale al limite superiore dell’intervallo stesso.
frequenze dell’intervallo specifico
frequenze di tutti gli intervalli precedenti.
utili per confrontare serie di dati che
contengono numeri diversi di osservazioni.
DISTRIBUZIONI DI FREQUENZA
è il primo passo dell’utilizzo di misure in
epidemiologia; è il modo più conveniente
per riassumere e presentare i dati.
Si costituisce raggruppando le n unità in un certo
numero di classi predeterminate secondo k modi
del carattere osservato (modalità): l’i-esima classe
è individuata dal numero n1 di unità statistiche
che a essa appartengono (frequenza assoluta)e
dalla modalità espressa da queste ultime per i= 1,
…..k..
Modalità di sintesi e di trattamento
delle osservazioni:
TABELLE
DISTRIBUZIONI
DI FREQUENZA
istogrammi
poligoni di frequenza
diagrammi a dispersione
diagrammi lineari
DISTRIBUZIONI DI FREQUENZA:
criteri di applicazione
•il numero delle classi dovrebbe oscillare
generalmente tra 10 e 20;
•i limiti di ciascuna classe devono essere in accordo
con l’accuratezza con cui sono stati misurati i dati
originali;
•è consigliabile scegliere intervalli di uguale
ampiezza per facilitare i calcoli;
• intervalli di classe mutuamente esclusivi;
•evitare intervalli aperti su uno dei due lati;
•è essenziale la determinazione del punto
medio di ciascuna classe per i calcoli ulteriori
da eseguirsi sui dati di una distribuzione di
frequenza.
DISTRIBUZIONI DI FREQUENZA:
criteri di applicazione
CONFINI DI UNA CLASSE
limite superiore dell’intervallo di una classe
limite inferiore dell’intervallo della classe più alta
immediatamente seguente
2
AMPIEZZA DELL’INTERVALLO DI UNA
CLASSE
Confine superiore
confine inferiore di una classe
VALORE CENTRALE DI UNA CLASSE
limiti superiori di una classe
limiti inferiori
2
Modalità di sintesi e di trattamento
delle osservazioni:
TABELLE
DISTRIBUZIONI
DI FREQUENZA
istogrammi
poligoni di frequenza
diagrammi a dispersione
diagrammi lineari
ISTOGRAMMI
Le distribuzioni di frequenza possono essere rappresentate
graficamente mediante gli istogrammi.
Un istogramma consiste di un insieme di
rettangoli aventi:
•base sull’asse orizzontale con centro sul valore centrale e
lunghezza uguale all’ampiezza della classe;
•aree proporzionali alla frequenza delle classi
Osservazione:
Se le classi sono di uguale ampiezza, l’altezza dei rettangoli
è proporzionale alla frequenza delle classi,
120 140 160 1800,0
2,5
5,0
7,5
10,0
12,5
Frequenza
POLIGONO DI FREQUENZA
utilizza i due stessi assi dell’istogramma
Sono posti dei punti anche sull’asse orizzontale nel
punto medio degli intervalli che immediatamente
precedono o seguono gli intervalli che contengono le
osservazioni
è costruito ponendo un punto al centro di ciascun
intervallo così che l’altezza del punto sia uguale alla
frequenza o alla frequenza relativa associata
all’intervallo
I punti sono, poi, uniti tra loro con delle linee rette
100 120 140 160 180
0,0
2,5
5,0
7,5
10,0
12,5
15,0
Frequenza
POLIGONO DI FREQUENZA
utilizza un singolo asse orizzontale per illustrare la
posizione relativa di ciascuna osservazione
•consente di non perdere alcuna
informazione (ogni osservazione è
rappresentata individualmente)
•la lettura del grafico può risultare
complessa se numerose osservazioni
sono molto vicine.
DIAGRAMMI A DISPERSIONE
Il diagramma a punti è utilizzato per illustrare
la relazione tra due diverse misure continue.
DIAGRAMMI A DISPERSIONE
ogni punto del grafico rappresenta una
coppia di valori
esistono:
 Diagrammi ad una dimensione
 Diagrammi a due dimensioni (diagrammi a punti)
2 3 4 5 6
2
3
4
5
6
7
f(x)
x
DIAGRAMMI A DISPERSIONE
DIAGRAMMI LINEARI
illustra la relazione tra quantità continue
Ciascun punto sul grafico rappresenta
una coppia di valori (come per il d. a
punti);
in questo caso però, ciascun valore sull’asse
x può avere un’unica misurazione
corrispondente sull’asse y.
1 2 3 4 5 6 7
0
2
4
6
8
f(x)
(x)
DIAGRAMMA LINEARI
bambini con asma
mamme fumatrici
RAPPORTO:
Qualsiasi numero (numeratore)
diviso un altro qualsiasi numero
(denominatore).
Bambini
con cardiopatie congenite
mamme di età >ai 35 anni
Num e den. non necessariamente
per conteggio e non necessariamente
stesse unità di misura
Rapporto di coesistenza (quoziente sempre non
negativo)
=
Confronto di 2 gruppi di uno stesso insieme
Esempio: n di maschi nati con cardiopatia
n.di femmine nate con cardiopatia
Misura la proporzione numerica tra i 2 sessi
Descrive la dimensione relativa
del fenomeno del gruppo dei
maschi vs le femmine
Rapporto di derivazione
=
Il denominatore costituisce il presupposto fenomenico
della grandezza posta al numeratore
Esempio: n. di nati vivi in un anno
consistenza della popolazione in
quell’istante dell’anno considerato
Tasso generico di natalità
Se il den. si riferisce ad un sottoinsieme limitato
(età, sesso, stato civile )
=
Tassi specifici di natalità
Tasso di mortalità per infarto:
n. morti
# anni-persona di
ipercolesterolemia
TASSO:
Nella misura espressa dal tasso è
necessariamente presente il tempo
Esempio
TASSO DI INCIDENZA
misura la presenza di nuovi casi di malattia
n. di nuovi casi in un periodo di tempo x 10k
Popolazione totale
dove k rappresenta
un’utile potenza
(2, 3, 5 o 6)
per il tasso di incidenza
annuale, il periodo di
tempo è un anno
n. di nuovi casi in un periodo di tempo x 10k
N° anni-persona * di esposizione nello stesso periodo
Se si hanno maggiori informazioni :
* Somma di ogni esposizione individuale
INCIDENZA CUMULATIVA
n° DI NUOVI CASI NEL TEMPO T
--------------------------------------------
N° DI PERSONE ALL’ INIZIO DEL PERIODO
x k
SU 8 PERSONE 4 SVILUPPANO LA MALATTIA NEL
PERIODO T, IL TASSO DI INCIDENZA = 50%
(incidenza cumulativa o incidence risk)
se sono malattie di breve durata che si possono ripetere
(influenza), in questo caso il valore si riferisce al numero
di episodi e non ai soggetti ammalati (1 soggetto si puo’
ammalare piu’ volte)
Casi diagnosticati di cancro dei polmoni,
stima anni-persona di esposizione
e tassi di incidenza specifici per età- Inghilterra 1979
Età
(anni)
Casi
recentemente
diagnosticati
Stima anni-
persona di
esposizione
Tasso/
100.000
<25 9 9561.7 0.1
25 65 3140.0 2.1
35 498 3000.2 16.6
45 2723 3019.0 90.2
55 8311 2765.7 300.5
65 8933 1703.6 524.4
75 3258 714.3 456.1
TOT 23797 23904.5 99.6
Incidenza cumulativa
Relazione tra la probabilità di morire e tasso di mortalità
qt = e-mt
Esempio: probabilità che un uomo di 25 anni
sviluppi ca polmonare prima dei 75 anni
TASSO DI PREVALENZA
misura la diffusione di una malattia
o di una caratteristica in una
popolazione:
•in un istante di tempo
(prevalenza puntuale)
•contando il numero di casi per un
certo periodo di tempo
(prevalenza periodale).
Tasso di prevalenza puntuale:
# di persone con la malattia in un istante nel tempo x 10k
Popolazione totale in quell’istante
è semplicemente la proporzione
della popolazione che ha la
malattia.
Esempio: la prevalenza del morbillo durante
un’epidemia è il 15% in un determinato giorno
se, in quel giorno, il 15% della popolazione
infantile ha il morbillo.
n. totale di malattie in un periodo di tempo x 10k
n. anni-persona di esposizione al rischio in quel periodo
Tasso di prevalenza periodale
Se:
• il numeratore è il numero di episodi di
malattia, il tasso di prevalenza periodale è un
tasso di incidenza.
• il denominatore è il numero di persone nella
popolazione, il tasso di prevalenza periodale è
il numero medio di episodi di malattia per
persona durante quel periodo di tempo.
Tasso di letalità
proporzione di persone con una malattia la
cui morte è causata dalla malattia stessa
TASSO SPECIFICO
si riferisce soltanto ad una specifica parte della
popolazione
parti specifiche della popolazione
possono essere:
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il tasso cambia in relazione al fattore specifico:
il tasso di incidenza per il cancro al polmone aumenta
da praticamente zero tra i giovani maschi fino a d un
massimo di oltre 500 per 100000 per anno nella fascia
di età 65-74 anni.
Tasso di mortalità
infantile
n. di morti di età < 1 anno in un periodo x 1000
n. di nati vivi nello stesso periodo di tempo
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in una comunità
Tasso grezzo
di mortalità
n. di morti in 1 anno x 1000
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N. morti entro 7 gg di vita in un periodo di tempo x 1000
n. di nati vivi nello stesso periodo
Tasso di mortalità neonatale tardiva
N. di morti tra 8 e 28 gg di vita in un periodo di tempo x 1000
n. di nati vivi nello stesso periodo
Tasso di mortalità post-neonatale
N. morti tra 29 e 365 gg di vita in un periodo di tempo x 1000
n. di nati vivi nello stesso periodo
Tasso di natimortalità
N. di nati morti in un periodo di tempo x 1000
n. di nati (vivi e morti) nello stesso periodo
Tasso di mortalità perinatale
N. nati morti
+
morti neonatali precoci in un periodo di tempo x 1000
n. di nati (vivi e morti) nello stesso periodo
TAVOLE DI MORTALITA’
(life tables)
consentono oltre al calcolo dei tassi specifici di mortalità
per età , la valutazione della speranza di vita nelle varie età
quadro generale dello stato di salute della
popolazione (da 0 anni alla max raggiunta)
l’ abridged life table o tavola tronca considera fasce di età
quinquennali o decennali
x
Età (anni)
n
Intervalli
(anni)
lx
N.di vivi
ndx
N.di morti
npx
Prob.di vita
(x1000)
nqx
Prob.di morte
(x 1000)
ex
Speranza di
vita
(anni)
0 1 100.000 1.533 984.7 15.3 71.1
1 4 98.467 200 998.0 2.0 71.2
5 5 98.267 147 998.5 1.5 67.3
10 10 98.120 653 993.3 6.7 62.4
20 10 97.467 999 989.8 10.2 52.3
30 10 96.468 1.244 987.1 12.9 43.3
40 10 95.224 3.424 964.0 36.0 33.8
50 10 91.800 9.455 897.0 103.0 24.8
60 10 82.345 19270 766.0 234.0 17.0
70 10 63.075 31.897 494.3 505.7 10.5
80 10 31.178 25.794 172.7 827.3 5.9
90 - 5.384 5.384 0.0 1000.0 3.0
Tavola di mortalita’ riferita alla popolazione italiana(1981)
Tassi di fecondità
•Tasso grezzo di natalità
N di nati vivi in un anno x 1000
popolazione totale
•Tasso generale annuale di fecondità
N. di nati vivi in un anno
n. di donne di età compresa
tra 15-49 o 15-44 anni
x 1000
Tasso di fecondità totale
N. medio di bambini che una donna potrebbe avere
alla fine del suo periodo fertile
applicando i tassi attuali di fecondità
specifici per età
Non è un numero reale
(le donne non hanno tassi attuali di fertilità
in tutti gli stadi della vita riproduttiva)
Tassi specifici
Influenzati dalla struttura della popolazione
Tasso standardizzato
Metodo diretto Metodo indiretto
METODO DIRETTO
• Scegliere una popolazione di riferimento
(standard)
• Applicare i tassi specifici delle 2
popolazioni in esame
• Dopo aver ottenuto i casi attesi in ogni
gruppo di età
• Sommare tutti casi e dividerli per N
della popolazione standard
• Si ottengono cosi’ i 2 tassi
standardizzati utili per il confronto
Metodo indiretto
• Definire una popolazione di riferimento i cui tassi
specifici vengono usati come standard
• Si moltiplicano i tassi di riferimento X n individui in
ogni classe di età
• Si ottiene il gruppo di casi attesi per ogni gruppo di
età
• Sommatoria di tutti i casi osservati SIR*
Sommatoria di tutti i casi attesi
• SIR X Tasso grezzo nella popolazione standard
*Standardized Incidence Ratio
ODDS
Rapporto tra il numero di successi ed il numero di fallimenti
p
___________
1-p
Esempio: l’odds di una nascita di sesso maschile (o numeri di
neonati maschi per ogni neonata femmina)
Se si osserva la popolazione del 1991, risultano esserci 297976
maschi e 279631 femmine di età inferiore ad un anno.
1. La proporzione dei maschi risulta 0.515 (#maschi/totale mf)
e l’odds di un maschio 1.066 a uno (#maschi/#femmine)
2. All’età di 35 ani la proporzione é 0.50 e l’odds é di uno a uno
3. All’età di 85 anni la proporzione é 0.324
e l’odds 0.479 a uno
Noi sappiamo che 1-p (ovvero 1-successi) = “q”
(fallimenti)
allora la proporzione di femmine a 85 anni é 1-0.324 =
0.676
e l’odds di una femmina a 85 anni é il reciproco
dell’odds di un maschio a 85 anni : 1-0.479 =2.09
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Epidemiologia e misure

  • 1. Ambiti di applicazione dell’epidemiologia statistica 1. Studio dei fenomeni epidemici 2. Ricostruzione della storia naturale delle malattie e della loro diffusione 3. Identificazione dei fattori di rischio e di quelli protettivi 4. Valutazione degli interventi sanitari preventivi, diagnostici e terapeutici 5. Indicazioni per la definizione delle priorità in sanità pubblica 6. Determinazione di parametri per la valutazione di efficacia, efficienza e qualità dei servizi sanitari 7. Valutazioni tecniche per la soluzione di problemi legali
  • 3. RAPPORTI, PROPORZIONI, FREQUENZE, TASSI. LE MISURE DI PREVALENZA E DI INCIDENZA
  • 4. Come si misura l’evento? • rapporti • proporzioni • frequenze • tassi • odds
  • 5. bambini con asma mamme fumatrici RAPPORTO: Qualsiasi numero (numeratore) diviso un altro qualsiasi numero (denominatore). Bambini con cardiopatie congenite mamme di età >ai 35 anni Num e den. non necessariamente per conteggio e non necessariamente stesse unità di misura
  • 6. Classe dei rapporti statistici indicatori che risultano dal rapporto di due dati statistici Confrontare l’intensità di un fenomeno registrato in luoghi e tempi diversi eliminando l’effetto di eventuali circostanze differenziatrici
  • 7. PROPORZIONE (rapporto di composizione) Particolare rapporto dove il numeratore è parte del denominatore. numeratore numero di individui che hanno in comune un particolare evento o una determinata caratteristica, cioè una frequenza denominatore numero totale di individui in cui l’evento potrebbe essersi verificato.
  • 8. Esempio: la proporzione di neonati maschi N. neonati di sesso maschile N. totale delle nascite N.bambini con pervietà del dotto di Botallo N. di bambini con cardiopatia congenita
  • 9. Distribuzione per valori puntuali Distribuzioni per intervalli Frequenze assolute = consistenza numerica dei soggetti con la caratteristica X (classi) Distribuzioni di frequenze assolute = non confrontabili Frequenze relative = descrivono il peso delle classi sul totale delle osservazioni Frequenze percentuali = frequenza relativa per 100
  • 10. FREQUENZA RELATIVA E PERCENTUALE utili per confrontare serie di dati che contengono numeri diversi di osservazioni. Numero di osservazioni per intervallo Numero di tutte le osservazioni 100 ζƒi = 1
  • 11. FREQUENZE CUMULATE Raggruppamento del numero totale di osservazioni che hanno un valore inferiore o uguale al limite superiore dell’intervallo stesso. frequenze dell’intervallo specifico frequenze di tutti gli intervalli precedenti. utili per confrontare serie di dati che contengono numeri diversi di osservazioni.
  • 12. DISTRIBUZIONI DI FREQUENZA è il primo passo dell’utilizzo di misure in epidemiologia; è il modo più conveniente per riassumere e presentare i dati. Si costituisce raggruppando le n unità in un certo numero di classi predeterminate secondo k modi del carattere osservato (modalità): l’i-esima classe è individuata dal numero n1 di unità statistiche che a essa appartengono (frequenza assoluta)e dalla modalità espressa da queste ultime per i= 1, …..k..
  • 13. Modalità di sintesi e di trattamento delle osservazioni: TABELLE DISTRIBUZIONI DI FREQUENZA istogrammi poligoni di frequenza diagrammi a dispersione diagrammi lineari
  • 14. DISTRIBUZIONI DI FREQUENZA: criteri di applicazione •il numero delle classi dovrebbe oscillare generalmente tra 10 e 20; •i limiti di ciascuna classe devono essere in accordo con l’accuratezza con cui sono stati misurati i dati originali; •è consigliabile scegliere intervalli di uguale ampiezza per facilitare i calcoli;
  • 15. • intervalli di classe mutuamente esclusivi; •evitare intervalli aperti su uno dei due lati; •è essenziale la determinazione del punto medio di ciascuna classe per i calcoli ulteriori da eseguirsi sui dati di una distribuzione di frequenza. DISTRIBUZIONI DI FREQUENZA: criteri di applicazione
  • 16. CONFINI DI UNA CLASSE limite superiore dell’intervallo di una classe limite inferiore dell’intervallo della classe più alta immediatamente seguente 2
  • 17. AMPIEZZA DELL’INTERVALLO DI UNA CLASSE Confine superiore confine inferiore di una classe
  • 18. VALORE CENTRALE DI UNA CLASSE limiti superiori di una classe limiti inferiori 2
  • 19. Modalità di sintesi e di trattamento delle osservazioni: TABELLE DISTRIBUZIONI DI FREQUENZA istogrammi poligoni di frequenza diagrammi a dispersione diagrammi lineari
  • 20. ISTOGRAMMI Le distribuzioni di frequenza possono essere rappresentate graficamente mediante gli istogrammi. Un istogramma consiste di un insieme di rettangoli aventi: •base sull’asse orizzontale con centro sul valore centrale e lunghezza uguale all’ampiezza della classe; •aree proporzionali alla frequenza delle classi
  • 21. Osservazione: Se le classi sono di uguale ampiezza, l’altezza dei rettangoli è proporzionale alla frequenza delle classi, 120 140 160 1800,0 2,5 5,0 7,5 10,0 12,5 Frequenza
  • 22. POLIGONO DI FREQUENZA utilizza i due stessi assi dell’istogramma Sono posti dei punti anche sull’asse orizzontale nel punto medio degli intervalli che immediatamente precedono o seguono gli intervalli che contengono le osservazioni è costruito ponendo un punto al centro di ciascun intervallo così che l’altezza del punto sia uguale alla frequenza o alla frequenza relativa associata all’intervallo I punti sono, poi, uniti tra loro con delle linee rette
  • 23. 100 120 140 160 180 0,0 2,5 5,0 7,5 10,0 12,5 15,0 Frequenza POLIGONO DI FREQUENZA
  • 24. utilizza un singolo asse orizzontale per illustrare la posizione relativa di ciascuna osservazione •consente di non perdere alcuna informazione (ogni osservazione è rappresentata individualmente) •la lettura del grafico può risultare complessa se numerose osservazioni sono molto vicine. DIAGRAMMI A DISPERSIONE
  • 25. Il diagramma a punti è utilizzato per illustrare la relazione tra due diverse misure continue. DIAGRAMMI A DISPERSIONE ogni punto del grafico rappresenta una coppia di valori esistono:  Diagrammi ad una dimensione  Diagrammi a due dimensioni (diagrammi a punti)
  • 26. 2 3 4 5 6 2 3 4 5 6 7 f(x) x DIAGRAMMI A DISPERSIONE
  • 27. DIAGRAMMI LINEARI illustra la relazione tra quantità continue Ciascun punto sul grafico rappresenta una coppia di valori (come per il d. a punti); in questo caso però, ciascun valore sull’asse x può avere un’unica misurazione corrispondente sull’asse y.
  • 28. 1 2 3 4 5 6 7 0 2 4 6 8 f(x) (x) DIAGRAMMA LINEARI
  • 29. bambini con asma mamme fumatrici RAPPORTO: Qualsiasi numero (numeratore) diviso un altro qualsiasi numero (denominatore). Bambini con cardiopatie congenite mamme di età >ai 35 anni Num e den. non necessariamente per conteggio e non necessariamente stesse unità di misura
  • 30. Rapporto di coesistenza (quoziente sempre non negativo) = Confronto di 2 gruppi di uno stesso insieme Esempio: n di maschi nati con cardiopatia n.di femmine nate con cardiopatia Misura la proporzione numerica tra i 2 sessi Descrive la dimensione relativa del fenomeno del gruppo dei maschi vs le femmine
  • 31. Rapporto di derivazione = Il denominatore costituisce il presupposto fenomenico della grandezza posta al numeratore Esempio: n. di nati vivi in un anno consistenza della popolazione in quell’istante dell’anno considerato Tasso generico di natalità Se il den. si riferisce ad un sottoinsieme limitato (età, sesso, stato civile ) = Tassi specifici di natalità
  • 32. Tasso di mortalità per infarto: n. morti # anni-persona di ipercolesterolemia TASSO: Nella misura espressa dal tasso è necessariamente presente il tempo Esempio
  • 33. TASSO DI INCIDENZA misura la presenza di nuovi casi di malattia n. di nuovi casi in un periodo di tempo x 10k Popolazione totale dove k rappresenta un’utile potenza (2, 3, 5 o 6) per il tasso di incidenza annuale, il periodo di tempo è un anno
  • 34. n. di nuovi casi in un periodo di tempo x 10k N° anni-persona * di esposizione nello stesso periodo Se si hanno maggiori informazioni : * Somma di ogni esposizione individuale
  • 35. INCIDENZA CUMULATIVA n° DI NUOVI CASI NEL TEMPO T -------------------------------------------- N° DI PERSONE ALL’ INIZIO DEL PERIODO x k SU 8 PERSONE 4 SVILUPPANO LA MALATTIA NEL PERIODO T, IL TASSO DI INCIDENZA = 50% (incidenza cumulativa o incidence risk) se sono malattie di breve durata che si possono ripetere (influenza), in questo caso il valore si riferisce al numero di episodi e non ai soggetti ammalati (1 soggetto si puo’ ammalare piu’ volte)
  • 36. Casi diagnosticati di cancro dei polmoni, stima anni-persona di esposizione e tassi di incidenza specifici per età- Inghilterra 1979 Età (anni) Casi recentemente diagnosticati Stima anni- persona di esposizione Tasso/ 100.000 <25 9 9561.7 0.1 25 65 3140.0 2.1 35 498 3000.2 16.6 45 2723 3019.0 90.2 55 8311 2765.7 300.5 65 8933 1703.6 524.4 75 3258 714.3 456.1 TOT 23797 23904.5 99.6
  • 37. Incidenza cumulativa Relazione tra la probabilità di morire e tasso di mortalità qt = e-mt Esempio: probabilità che un uomo di 25 anni sviluppi ca polmonare prima dei 75 anni
  • 38. TASSO DI PREVALENZA misura la diffusione di una malattia o di una caratteristica in una popolazione: •in un istante di tempo (prevalenza puntuale) •contando il numero di casi per un certo periodo di tempo (prevalenza periodale).
  • 39. Tasso di prevalenza puntuale: # di persone con la malattia in un istante nel tempo x 10k Popolazione totale in quell’istante è semplicemente la proporzione della popolazione che ha la malattia. Esempio: la prevalenza del morbillo durante un’epidemia è il 15% in un determinato giorno se, in quel giorno, il 15% della popolazione infantile ha il morbillo.
  • 40. n. totale di malattie in un periodo di tempo x 10k n. anni-persona di esposizione al rischio in quel periodo Tasso di prevalenza periodale Se: • il numeratore è il numero di episodi di malattia, il tasso di prevalenza periodale è un tasso di incidenza. • il denominatore è il numero di persone nella popolazione, il tasso di prevalenza periodale è il numero medio di episodi di malattia per persona durante quel periodo di tempo.
  • 41. Tasso di letalità proporzione di persone con una malattia la cui morte è causata dalla malattia stessa
  • 42. TASSO SPECIFICO si riferisce soltanto ad una specifica parte della popolazione parti specifiche della popolazione possono essere: età, sesso e tipo di occupazione e etc. il tasso cambia in relazione al fattore specifico: il tasso di incidenza per il cancro al polmone aumenta da praticamente zero tra i giovani maschi fino a d un massimo di oltre 500 per 100000 per anno nella fascia di età 65-74 anni.
  • 43. Tasso di mortalità infantile n. di morti di età < 1 anno in un periodo x 1000 n. di nati vivi nello stesso periodo di tempo È indicazione dello stato di vita in una comunità Tasso grezzo di mortalità n. di morti in 1 anno x 1000 Popolazione totale
  • 44. Tasso di mortalità neonatale precoce N. morti entro 7 gg di vita in un periodo di tempo x 1000 n. di nati vivi nello stesso periodo Tasso di mortalità neonatale tardiva N. di morti tra 8 e 28 gg di vita in un periodo di tempo x 1000 n. di nati vivi nello stesso periodo Tasso di mortalità post-neonatale N. morti tra 29 e 365 gg di vita in un periodo di tempo x 1000 n. di nati vivi nello stesso periodo
  • 45. Tasso di natimortalità N. di nati morti in un periodo di tempo x 1000 n. di nati (vivi e morti) nello stesso periodo Tasso di mortalità perinatale N. nati morti + morti neonatali precoci in un periodo di tempo x 1000 n. di nati (vivi e morti) nello stesso periodo
  • 46. TAVOLE DI MORTALITA’ (life tables) consentono oltre al calcolo dei tassi specifici di mortalità per età , la valutazione della speranza di vita nelle varie età quadro generale dello stato di salute della popolazione (da 0 anni alla max raggiunta) l’ abridged life table o tavola tronca considera fasce di età quinquennali o decennali
  • 47. x Età (anni) n Intervalli (anni) lx N.di vivi ndx N.di morti npx Prob.di vita (x1000) nqx Prob.di morte (x 1000) ex Speranza di vita (anni) 0 1 100.000 1.533 984.7 15.3 71.1 1 4 98.467 200 998.0 2.0 71.2 5 5 98.267 147 998.5 1.5 67.3 10 10 98.120 653 993.3 6.7 62.4 20 10 97.467 999 989.8 10.2 52.3 30 10 96.468 1.244 987.1 12.9 43.3 40 10 95.224 3.424 964.0 36.0 33.8 50 10 91.800 9.455 897.0 103.0 24.8 60 10 82.345 19270 766.0 234.0 17.0 70 10 63.075 31.897 494.3 505.7 10.5 80 10 31.178 25.794 172.7 827.3 5.9 90 - 5.384 5.384 0.0 1000.0 3.0 Tavola di mortalita’ riferita alla popolazione italiana(1981)
  • 48. Tassi di fecondità •Tasso grezzo di natalità N di nati vivi in un anno x 1000 popolazione totale •Tasso generale annuale di fecondità N. di nati vivi in un anno n. di donne di età compresa tra 15-49 o 15-44 anni x 1000
  • 49. Tasso di fecondità totale N. medio di bambini che una donna potrebbe avere alla fine del suo periodo fertile applicando i tassi attuali di fecondità specifici per età Non è un numero reale (le donne non hanno tassi attuali di fertilità in tutti gli stadi della vita riproduttiva)
  • 50. Tassi specifici Influenzati dalla struttura della popolazione Tasso standardizzato Metodo diretto Metodo indiretto
  • 51. METODO DIRETTO • Scegliere una popolazione di riferimento (standard) • Applicare i tassi specifici delle 2 popolazioni in esame • Dopo aver ottenuto i casi attesi in ogni gruppo di età • Sommare tutti casi e dividerli per N della popolazione standard • Si ottengono cosi’ i 2 tassi standardizzati utili per il confronto
  • 52. Metodo indiretto • Definire una popolazione di riferimento i cui tassi specifici vengono usati come standard • Si moltiplicano i tassi di riferimento X n individui in ogni classe di età • Si ottiene il gruppo di casi attesi per ogni gruppo di età • Sommatoria di tutti i casi osservati SIR* Sommatoria di tutti i casi attesi • SIR X Tasso grezzo nella popolazione standard *Standardized Incidence Ratio
  • 53. ODDS Rapporto tra il numero di successi ed il numero di fallimenti p ___________ 1-p Esempio: l’odds di una nascita di sesso maschile (o numeri di neonati maschi per ogni neonata femmina) Se si osserva la popolazione del 1991, risultano esserci 297976 maschi e 279631 femmine di età inferiore ad un anno.
  • 54. 1. La proporzione dei maschi risulta 0.515 (#maschi/totale mf) e l’odds di un maschio 1.066 a uno (#maschi/#femmine) 2. All’età di 35 ani la proporzione é 0.50 e l’odds é di uno a uno 3. All’età di 85 anni la proporzione é 0.324 e l’odds 0.479 a uno Noi sappiamo che 1-p (ovvero 1-successi) = “q” (fallimenti) allora la proporzione di femmine a 85 anni é 1-0.324 = 0.676 e l’odds di una femmina a 85 anni é il reciproco dell’odds di un maschio a 85 anni : 1-0.479 =2.09 Quindi ci sono 2.09 donne di 85 anni per ogni uomo