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Emozionalità e Stili di Significato Personale alla luce di un sistema AI
Gli Stili di Significato Personale alla luce degli eventi emotivi registrati dai pazienti ed elaborati
da una Rete Neurale Artificiale
Storia di un progetto iniziato quasi per gioco, attraverso una direttrice che dalla esperienza vissuta
e lo strutturarsi della temporalità nella vita di persone incontrate in psicoterapia, è arrivata
all’incontro con i sistemi simbolici e la AI.
Gino Martorelli
Considerazioni preliminari
Dal tempo della fisica alla temporalità della vita vissuta
Dal racconto di sé alle tracce di sé
Per gli esseri umani ogni istante è un evento, ogni istante ha un significato all’interno di una traiettoria di vita. Nella esperienza del vivere,
diversamente dalla temporalità della fisica o da quella segnata dall’orologio, l’istante non è mai un istante neutro. Per l’essere umano
ogni istante è un evento irripetibile, sempre tacitamente sospeso in una tensione tra ciò che è stato e ciò che sarà, tra un già e un non
ancora.
L’esperienza del vivere, del sentire e dell’agire, passa per il corpo e si articola in una temporalità finita. Mettere a tema il tempo vissuto
significa dunque mettere a tema il tempo incarnato, il corpo come Leibe. Questa temporalità finita e incarnata in questo tempo viene
portata al dire poiché l’uomo è un “animale che possiede la parola” – zóon logòn échon – secondo la locuzione con cui Aristotele, nella
Politica, definisce l’uomo. Ogni accesso al conoscere è quindi un accesso storico e socialmente mediato.
La temporalità di questo conoscere si manifesta diversamente, in relazione al modo, al tempo e alla posizione esistenziale di ciascuno
nell’orizzonte delle proprie possibilità d’essere. Il presente di ciascuno è sempre dato in una situazione tesa tra le possibilità dell’esistere e
il tempo di vita sedimentato. Il significato di un evento della vita vissuta non è mai chiuso, compiuto, finito, riconducibile al momento e
all’atto che la persona compie, ma è sempre collocato nella tensione tra la memoria e l’aspettativa. In questa prospettiva ogni momento
della nostra vita è, dunque, profondamente storico.
Il fatto che l’esperienza umana sia strutturata secondo la temporalità può essere colto anche attraverso sistemi simbolici.
Per l’essere umano i sistemi simbolici sono prevalentemente – non esclusivamente – legati a quelli della parola, dell’arte, della
musica. Nell’uomo, in particolare, la vita arriva alla parola e rende possibile il racconto di sé: l’afferrarsi nella riconfigurazione
dell’agire e del sentire.
Una efficace riconfigurazione del sentire e dell’agire, fondamentale
per un autentico riconoscimento di sé, dipende dalla qualità e
dalla profondità dell’accesso ai propri vissuti. Una parte non
trascurabile del lavoro di psicoterapia passa dunque attraverso lo
sviluppo di un migliore accesso ai diversi piani della esperienza, di
una migliore consapevolezza circa le esperienze emotive vissute
nei diversi contesti di vita. Questo processo può essere facilitato e
sviluppato in diversi modi. Oltre al lavoro ermeneuticamente
orientato durante i colloqui, un aspetto importante riguarda
l’attenzione posta dal paziente, nel corso della sua vita quotidiana,
agli eventi emotivi vissuti nei suoi diversi contesti di vita.
Particolarmente significativi sono gli eventi nei quali accade di perdere stabilità emotiva, di incontrare difficoltà nella comprensione di ciò
che accade, di riconoscersi nella esperienza in corso riportando le emozioni nella vita e recuperando la naturale motilità della esistenza. Il
riconoscimento di sé è qui concepito come un movimento che esplicita la dialettica incessante e irrisolvibile tra sé, l’altro e il mondo.
Articolazione continua della dialettica tra estraneità e appartenenza, possesso e spossessamento di sé.
[1]
[2]
Il movimento verso il recupero dei tratti fondamentali della vita vissuta – faktischen Leben – può essere facilitato attraverso diverse
indicazioni di metodo. Una di queste è data dall’auto-osservazione: cogliere l’esperienza in atto in modo diretto, nei suoi diversi aspetti e
nei diversi contesti di vita, prima ancora di elaborare una qualunque spiegazione. Accade spesso che questa indicazione venga intesa
come il compito di tenere un diario personale nel quale annotare di tutto, in modo molto confuso, attraverso una raccolta di spiegazioni
fondate su arbitrarie teorie (religiose, scientifiche, psicologiche, politiche…) distanti dal reale sentire ed agire. Non di rado, quindi, dopo i
[ ]
contesto :
posizione emotiva :
pensieri :
azioni :
dove e con chi ti trovi?
che effetto ti fa? come ti senti?
quali pensieri accompagnano l'esperienza emotiva in atto?
come ti riposizioni, cosa ne fai del tuo sentire?
l'oscillazione emotiva nella coppia rabbia-tristezza indica la situazione di lutto (perdita di una condizione a fondamento della propria esistenza);
la coppia incapacità-insicurezza, insieme all'aumento del senso di vulnerabilità, entrambe non tematizzate dalla persona, indica la nuova
posizione emotiva a partire dalla quale si apre al mondo dopo la perdita;
la paura, il bisogno di controllo, la scarsa consapevlezza emotiva e l'impossibilità di prevedere tutte le possibili conseguenze aperte dai contesti,
porta all'attacco di panico
la perdita (senso della situazione perduta);
la conseguente chiusura/riduzione delle proprie possibilità d'essere;
la posizione emotiva e il bisogno di controllo;
la riapertura di nuove possibilità d'essere
Analisi Dati - Obiettivi, risultati attesi e primi riscontri
primi colloqui, occorre aiutare il paziente ad assumere e sviluppare una prospettiva che, attraverso la testimonianza a sé , consenta di
accedere agli eventi in modo più diretto e autentico.
[3]
Un modo per organizzare questo lavoro si fonda sulla osservazione di alcuni movimenti essenziali:
Per facilitare l’acquisizione di una prospettiva verso il
recupero della motilità fondamentale della vita –
Grundbewegtheit – e lo sviluppo di una migliore
consapevolezza emotiva, oltre al lavoro gestito nei colloqui,
ho sviluppato un’applicazione accessibile attraverso diversi
dispositivi che consente la registrazione delle esperienze
emotive vissute. L’essenzialità dei movimenti di
consapevolezza orientata ai diversi aspetti della esperienza
in corso, ha facilitato nel tempo lo sviluppo di una migliore
sensibilità e l’accesso alla rete di significati pre-riflessivi.
Lo storico delle tracce contesto-emotive che nel tempo si è sedimentato, rappresentato in diverse modalità grafiche e testuali, ha
facilitato lo sviluppo di una prospettiva storica a quella identità tacitamente considerata come solida e immutabile. Integrare lo storico
degli eventi emotivi vissuti dal paziente, tra un incontro e l’altro, con il lavoro fatto durante i colloqui, ha facilitato l’accesso al suo stile
emozionale, al suo modo di perdere o di mantenere stabilità emotiva nei diversi contesti di vita e al suo modo di riposizionarsi, ogni volta,
a partire dalla esperienza emotiva in corso e dalla sua capacità di portarla alla parola. Di seguito un esempio del sistema di
visualizzazione dinamica delle tracce contesto-emotive. Nella rappresentazione grafica che segue, ad esempio, è stata ricostruita dal
sistema – a posteriori – la dinamica degli attacchi di panico di un paziente alla luce delle sue esperienze emotive registrate nel tempo
[carica la mappa dinamica]
Le connessioni tra i nodi (emozioni e contesti) sono tanto più nette e
scure quanto più alta è l’attivazione e la frequenza dell’evento emotivo.
Le emozioni messe in evidenza dal sistema (cerchiate) sono quelle che
connettono almeno tre contesti e indicano un modo integrale di sentirsi,
di andare incontro al mondo.
La dinamica degli scompensi è stata recuperata e gestita nel corso dei
colloqui seguendo la prospettiva post-razionalista orientata dalla
tradizione fenomenologico-ermeneutica , a prescindere dallo schema
emergente dalle tracce emotive registrate. La rappresentazione grafica
delle dinamiche emozionali, avvenuta a posteriori, ha evidenziato
quanto già emerso nel corso della relazione stessa.
[4]
La dinamica messa in evidenza dalla rete è la seguente:
La situazione è rientrata mettendo a tema:
Il lavoro di psicoterapia è stato portato avanti seguendo le direttrici del metodo fenomenologico-ermeneutico, lavorando sulle esperienze
di vita portate alla parola nel corso dei colloqui, verso il recupero del senso e del significato delle esperienze emotive vissute. Quanto alle
tracce contesto-emotive registrate dai pazienti, nel tempo si sono sedimentati nel data base molti dati relativi agli eventi emotivi vissuti.
I data set, in questo studio, sono parte di una descrizione dinamica di diverse modalità di agire e sentire, di natura emotiva, sempre
passibili di cambiamento nel tempo perché espressione di una persona viva. L’obiettivo fondamentale non è fare “labeling” – come
accade con alcuni sistemi di AI – ma giungere ad una comprensione il più possibile globale della persona, e dei suoi modi di
emozionarsi, che tenga conto, al tempo stesso, della complessità ma anche della unicità di ogni vita vissuta. La direttrice
fondamentale resta quella indicata dal modello post-razionalista orientato dalla prospettiva ermeneutico-fenomenologica,
secondo un approccio multidimensionale, e supportato dall’utilizzo di un repertorio integrato di strumenti e metodologie al servizio
della vita.
Prima esplorazione delle tracce emotive sedimentate nel DB tramite #AI
I domini emotivi Inward ed Outward alla luce di una Artificial Neural Network
Nella prospettiva post-razionalista vengono distinti due
diversi domini emotivi: inwardness e outwardness. I due
domini rappresentano diverse modalità di emozionarsi, di
articolare la propria esperienza vissuta, di spiegarla e di
riconoscerla (o non riconoscerla) come propria. Ciascuno
dei due domini è poi ulteriormente articolato in due stili, per
un totale di quattro Stili di Significato Personale. L’analisi
delle tracce emotive sedimentate vuole esplorare che tipo di
relazione esiste tra i quattro Stili di Significato Personale,
valutati attraverso il questionario Q-OSP , e i reali eventi
emotivi registrati dai pazienti nei loro diversi contesti di vita.
[5]
[6]
L’attesa è di vedere apparire, nei dati sedimentati, dei pattern
emotivi coerenti con il modello post-razionalista, in relazione
a ciascuno dei quattro Stili di Significato Personale. Sul
versante Inward ci si aspetta di veder esaltati pattern
emotivi composti prevalentemente da emozioni basiche
(rabbia, paura, tristezza, disgusto), da un senso di Sé
orientato verso una maggiore autonomia e da un
prevalente senso interno di riferimento. Sul versante Outward
l’attesa è di veder esaltati pattern emotivi caratterizzati da
emozioni più cognitive e relazionali, più orientate alla
negoziazione di un senso di Sé socialmente condiviso e
dipendente dai contesti di immersione.
Tra gli obiettivi della elaborazione ho quindi curato
particolarmente l’analisi delle relazioni tra le diverse
dimensioni in gioco e la verifica della esistenza di specifici e
ricorrenti pattern di attivazione emotiva sottesi agli eventi
registrati dai pazienti insieme alle dimensioni individuate dal
questionario sugli Stili di Significato Personale.
In un primo momento le analisi si sono concentrate sul
calcolo di alcuni indici statistici e sullo sviluppo di diverse
modalità di visualizzazione grafica dei dati. Qui a sinistra, ad
esempio, è riportato il diagramma di Sankey delle
correlazioni tra i quattro Stili di Significato Personale e le
dimensioni degli altri questionari. Nella schermata è
evidenziato l’indice di correlazione tra la dimensione DAP-
prone e la scala Sensibilità Interpersonale del Symptom
Checklist – 90. Le connessioni in rosso indicano valori di
correlazione negativi, quelle in blue indicano valori di
correlazione positiva. Lo spessore del link è proporzionale
all’entità del coefficiente. Disponibili altre visualizzazioni
grafiche presso questo link: Operazioni sul DB.
Nel grafico seguente è invece rappresentato quanto ciascun contesto contribuisce alla attivazione delle emozioni in tutto il campione. I
link in rosso indicano le connessioni con emozioni di base, quelli in blue indicano connessioni con le emozioni non basiche. Il sistema,
applicato come supporto e monitoraggio nel lavoro clinico, consente di focalizzare le analisi su una singola persona, su coppie o gruppi
di persone fino ad includere un intero campione di riferimento. Lo spessore del link è proporzionale alla frequenza di attivazione della
emozione nel contesto considerato. Interessante notare il Vuoto tra le emozioni non basiche più attivate:
Dopo una prima ricognizione statistica, per esplorare meglio le relazioni dinamiche tra le dimensioni e le tracce emotive, ho impiegato
una Rete Neurale Artificiale. In particolare, mi sono orientato verso una specifica famiglia di Reti Neurali Artificiali conosciute come
Recirculation Neural Networks (RC) note in letteratura per la loro capacità di ricostruire relazioni non lineari tra le molte variabili. La
versione impiegata in questo studio segue un’architettura e un algoritmo modificati rispetto alle RC originali (Hinton, 1988).
[7]
[8]
Architettura delle Rete Neurale Artificiale
Equazioni di trasferimento dei segnali nella Rete Neurale Artificiale
Algoritmo di aggiornamento per la matrice di pesi sinaptici Wi,j
Avevo già lavorato, molti anni fa, con questo tipo di sistemi. In diverse sperimentazioni le Recirculation Neural Networks si sono rivelate
molto efficaci nella ricostruzione di scenari evolutivi, soprattutto se applicate in contesti con molte variabili in relazione complessa e non
lineare. La loro logica di funzionamento è abbastanza semplice: si tratta di Reti Neurali Artificiali che tendono a massimizzare l’attivazione
di N variabili (nodi della rete), nel rispetto dei vincoli interni ed esterni di un sistema. I vincoli interni sono dati dalla matrice delle connessioni
sinaptiche della rete. I vincoli esterni sono dati dai valori di attivazione imposti dall’esterno.
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Particolarmente interessante è il processo dinamico sequenziale attraverso il quale questi sistemi tendono a realizzare il loro equilibrio
dinamico mettendo in risalto le dinamiche temporali in base alle quali le variabili si influenzano a vicenda nella competizione verso la
massima attivazione. Non è questo il contesto nel quale entrare nella matematica e nella fisica a fondamento di questa particolare
famiglia di Reti Neurali Artificiali. Rimando alla letteratura specifica per eventuali approfondimenti.
[8]
Compilato di nuovo il codice scritto verso la seconda metà degli anni ’90, ho impiegato la rete neurale in diverse sessioni di training.
L’obiettivo di ogni sessione di “apprendimento” è stato il riconoscimento degli eventi emotivi dei pazienti più i profili ricavati dalle
dimensioni di alcuni questionari (tra questi il Symptom Checklist-90, il Q-OSP sulle Organizzazioni di Significato Personale ed altri). In alcune
sessioni sperimentali di apprendimento – non considerate in queste note – sono stati presentati in input alla Rete Neurale Artificiale degli
insiemi di variabili diversi, composti, oltre che dagli eventi emotivi registrati, anche dalle informazioni sui contesti della esperienza vissuta e
dai risultati di altri questionari compilati dai pazienti.
Dati utilizzati:
[0] 1225 eventi emotivi hanno fornito i pattern di training
[1] ciascun pattern è stato costruito impiegando 49 variabili (nodi della rete) composte da:
[2] 32 emozioni
[3] valori delle scale dei questionari (SCL-90 + Q-OSP)
Terminata la fase di training, quando la rete non effettuava più errori nel riconoscimento dei pattern di input, è stato possibile passare alla
fase di recall. Nella fase di recall questi sistemi possono essere sollecitati vincolando alcuni nodi in input della rete per osservare
l’evoluzione dinamica dell’intero sistema rappresentato dalla rete neurale verso punti di equilibrio. Ciascuno stato di equilibrio finale, a
partire dalle sollecitazioni iniziali, dipende dalle relazioni tra tutte le variabili del sistema, ricostruite nella fase di training e fissate nella
matrice delle connessioni tra i nodi, cioè nella matrice dei pesi sinaptici della rete neurale.
Nella fase di recall ho sollecitato la rete neurale vincolando i valori di alcune variabili per osservare l’evoluzione dinamica di tutte le altre
variabili, ottenendo ogni volta uno scenario complessivo risultato della relazione non lineare tra tutte le variabili del sistema.
Vorrei qui accennare brevemente alcune riflessioni che aiutino a considerare il presente lavoro in una prospettiva non riduzionista.
Negli ultimi anni stiamo assistendo a una vera e propria renaissance della Artificial Intelligence, sempre più accompagnata da un
entusiasmo e da una narrativa surreali generati, di volta in volta, da interessi di mercato, dalla incompetenza fino alla pura fantasia. Il
risultato è una tendenza ad “umanizzare” le macchine, una prospettiva nella quale, pur scrivendo codice, non mi riconosco. Al di là di
considerazioni tecniche, filosofiche ed epistemologiche, mi limito a far notare qui che a rendere “intelligenti” gli algoritmi e i sistemi AI -
sempre più impiegati nella previsione dei nostri movimenti online - sono le abitudini, le ridondanze, la povertà di mondo, la prevedibilità
dei comportamenti che, nei dispositivi e nei social network, si allontanano dalla vita sempre nuova e nell’atto di compiersi per diventare
ripetizione, invarianza, sintomo. Senza un qualche tipo di invarianza, semplice o complessa che sia, nessun algoritmo può apprendere.
Ciò che un algoritmo può portare alla luce della vita, dunque, rischia di essere solo ciò che meno la rappresenta. Essere consapevoli di
questa situazione è fondamentale per portare avanti delle indagini evitando di perdersi in conclusioni e scenari arbitrari. Sempre nell’atto
di compiersi, evento irripetibile, vivere è ri-trovarsi e ri-conoscersi nella de-coincidenza. Gli algoritmi, non importa se di tipo classico,
adattivo o della nuova AI, rischiano di cogliere l’essere umano e la vita solo, per così dire, nei suoi sintomi.
Per aiutare il lettore non esperto ad afferrare meglio il senso di questa prospettiva, lo invito qui a riflettere sui risultati ottenuti in una
esperienza realizzata molti anni fa con reti neurali artificiali. I dettagli del lavoro sono reperibili presso slideshare a questo link.
Verso la metà degli anni ’90, nell’ambito di alcuni lavori sperimentali realizzati presso l’ECONA, progettai una rete neurale per osservarne il
comportamento nel riconoscere un segnale quasi periodico – tra ordine e chaos – generato da un’altra rete neurale, e prevederne le
iterazioni al tempo t+1 e t+2 - le due mappe di Poincaré del video). Come si può intuire dalla sessione riportata nel video, la rete fatica non
poco ad “apprendere” quando il segnale si sposta dall’ordine al chaos. Nella sessione registrata il segnale è a metà strada, tra ordine e
chaos. La rete riesce a riconoscere il segnale al tempo t, predice il t+1 ma fatica a prevedere la dinamica al tempo t+2. Non riesce più ad
“afferrare” il segnale quando la rete neurale secondaria che lo genera (non visibile nel video) si porta su dinamiche più caotiche, poco
importa quanto profonda è la rete, quale algoritmo di aggiornamento dei pesi o architettura viene impiegata. Non esistono prodigi nella
AI, la vita è sempre altrove.
RC Neural Network
Prima esplorazione dei dati impiegando una Rete Neurale Artificiale
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Nella fase di training la rete neurale artificiale viene sollecitata a riconoscere pattern di attivazione emotiva: 2071 eventi emotivi registrati dai
pazienti, nei loro contesti di immersione, mentre erano vissuti. Ad ogni presentazione l’algoritmo di apprendimento corregge la matrice dei pesi
sinaptici in relazione all’errore generato in output. La fase di training si considera conclusa quando il sistema della rete neurale artificiale
riproduce i pattern presentati in input con una tolleranza di errore data.
Nella fase di recall la rete neurale artificiale può essere “interrogata”. L’interrogazione avviene vincolando l’attivazione di una o più variabili in
input e sollecitando il sistema a generare l’attivazione dinamica di tutte le altre variabili in relazione con le variabili vincolate. Il sistema
Nella mia prospettiva, dunque, le Reti Neurali Artificiali sono dei sistemi fisico-matematici particolarmente efficaci in alcune analisi
complesse dei dati [8], o nella ricostruzione di dinamiche non lineari. Volendo comunque dare una descrizione che faciliti la
comprensione per chi non ha dimestichezza con questi sistemi, si può immaginare la fase di training come una fase nella quale la Rete
Neurale Artificiale “apprende” a “riconoscere” le caratteristiche del suo mondo di immersione (i dati e le relazioni tra loro). La fase di recall
può essere vista invece come una fase nella quale è possibile fare delle “domande” alla Rete Neurale Artificiale (i vincoli imposti ad alcune
variabili) forzandola a dare delle “risposte” (gli equilibri dinamici trovati) frutto della fase di “apprendimento”.
Le “domande” possono essere di qualunque tipo. Si può ad esempio “chiedere” alla rete neurale di ricostruire il modo di emozionarsi, i
pattern emotivi più ricorrenti nello stile tendente ai disturbi alimentari DAP, o nello stile tendente ai disturbi Ossessivi OSS, vincolando i valori
delle rispettive variabili e lanciando la rete a trovare un equilibrio dinamico con tutte le altre variabili libere del sistema. Otterremo così uno
scenario emozionale dato dai valori di tutte le altre variabili nella forma di un pattern emozionale specifico e dei valori delle scale dei
questionari somministrati.
Riporto di seguito, a titolo di esempio, due videoregistrazioni, un piccolo estratto di una sessione di training e di una successiva fase di
“interrogazione” della rete neurale impiegata per l’elaborazione dei dati. Seguono, in fondo, le schermate relative ad alcune interrogazioni
effettuate sulla rete neurale in seguito alla fase di addestramento.
raggiunge un equilibrio dinamico mostrando le relazioni non lineari tra tutte le variabili. Nel caso specifico, la rete neurale ricostruisce pattern di
attivazione emotiva coerenti con quanto osservato nella pratica clinica in relazione agli Stili di Significato Personale e lo fa a partire dagli eventi
emotivi realmente vissuti e registrati quotidianamente dai pazienti attraverso i loro smartphone o nell’area riservata della piattaforma online.
Sollecitazione dei pattern emotivi relativi agli Stili del versante Inward
Con una sollecitazione delle emozioni basiche [Rabbia, Paura, Tristezza e Disgusto] la rete neurale ha restituito uno scenario che indica lo Stile di
Significato Personale tendente ai disturbi depressivi [DEP-prone] come quello più attivato. Il resto del pattern emotivo ricostruito dal sistema, come
risposta alla sollecitazione data dai vincoli, indica l’Insufficienza, la Vergogna e l'Imbarazzo. Tra le scale del SCL-90, quella relativa alla presenza di
sintomi depressivi, risulta tra le più attivate. L'Annullamento e la Cura (verso sé) in questo contesto indica il senso a volte devastante di solitudine e
l'autonomia nella cura di sé. La Vergogna è spesso vissuta con un senso di non amabilità.
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Stile di Organizzazione Personale tendende ai Disturbi Fobici
In questa schermata, l’attivazione della costellazione emotiva Anticipazione-Paura-Invasività e delle scale DEP e FOB del SCL-90 attiva nella rete
neurale uno scenario coerente con lo Stile di Significato Personale tendente ai disturbi fobici [FOB-prone].
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La fase di esplorazione non è ancora conclusa. Sto lanciando diverse sessioni di training della rete neurale artificialeimpiegando pattern
di input composti dalle 30 o 40 emozioni e da altri gruppi di variabili forniti dalle scale di diversi questionari (strategie di coping, alessitimia,
stili relazionali e di attaccamento…) e dai meta-contesti emotivi degli eventi (famiglia, lavoro, relazione di coppia etc…).
I risultati delle analisi fin qui osservati sembrano già molto interessanti. La rete neurale ha sempre intercettato le relazioni non lineari tra gli
eventi emotivi registrati dai pazienti e i due versanti del dominio emotivo inward ed outward, articolati secondo gli stili di significato
personale, mettendo in relazione aspetti teorici del modello post-razionalista con eventi emotivi realmente vissuti dai pazienti nel tempo
e registrati attraverso diversi dispositivi mentre erano vissuti.
Di seguito riporto delle schermate di esempio nelle quali si possono osservare le ricostruzioni dinamiche di alcuni pattern emotivi da
parte della rete neurale artificiale in seguito alla sollecitazione esterna di alcune variabili del sistema.
Sollecitazione dei pattern emotivi relativi alle Organizzazioni del versante Outward
Ricostruzione dei pattern emotivi dello Stile OSS-prone
Nelle schermate successive la rete neurale è sollecitata con vincoli che attivano invece gli Stili di Significato Personale relativi al versante Outward.
Nella prima schermata, la sollecitazione della costellazione emotiva Insicurezza-Anticipazione-Colpa-Ambivalenza nella rete neurale artificiale
attiva prevalentemente lo Stile di Significato Personale tendente ai disurbi ossessivi [OSS-prone]. Significativa la risposta della rete nell'attivare gli
stati emotivi legati al Disprezzo e la Sorpresa. Il Disprezzo è direttamente legato alla valutazione delle situazioni e dell'altro in relazione a principi
astratti e valori assoluti rispetto ai quali segue il giudizio. La Sorpresa è conseguente allo smarrimento quando i profili di mondo elicitati non sono più
comprensibili secondo regole e criteri astratti, i punti di riferimento rigidi non tornano più come efficaci nel recuperare una stabilità emotiva ed
orientare la persona nel contesto di immersione.
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Lo scenario contesto-emotivo restituito dalla rete neurale in risposta al pattern emotivo di input è perfettamente in sintonia con le
dinamiche degli eventi contesto-emotivi registrati da un paziente ossessivo seguito in terapia e riportate nella immagine che segue.
La mappa contesto-emotiva è stata generata dal sistema, indipendentemente dal lavoro effettuato in psicoterapia, elaborando le
tracce emotive registrate nel tempo dal paziente nei suoi quotidiani contesti di vita:
click to enlarge
Il network contesto-emotivo mette in evidenza le
emozioni più attivate dai diversi contesti nel paziente. Lo
stato emotivo più elicitato, sia per intensità che per
frequenza, è quello dell'anticipazione cognitiva. Le
esperienze emotive, avvertite spesso in modo vago e
indifferenziato, non riescono a riorientare e sono gestite
reattivamente attraverso l'anticipazione continua di
eventi e azioni come tentativo di riposizionarsi e di
recuperare un controllo. Questo modo di generare vita
diventa presto inefficace e fonte di frustrazione,
soprattutto nelle situazioni ad elevata complessità. Le
difficoltà nel recuperare un controllo nella situazione
alimentano ulteriori astrazioni, una dinamica in abisso
che porta facilmente all'attivazione del repertorio
sintomatologico delle ossessioni, compulsioni, rituali etc...
L'anticipazione cognitiva, uno stato quasi permanente in
queste persone, porta allo scollamento progressivo tra il
piano dell'astrazione e quello della vita vissuta - il sentire
e l'agire - alla perdita di consapevolezza sulle dinamiche
intercorrenti, vissute in modo passivo, pensate in modo
non più integrato (underinclusion).
Sollecitazione dei pattern emotivi relativi alle Organizzazioni del versante Outward
Ricostruzione dei pattern emotivi dello Stile DAP-prone
La costellazione emotiva Vuoto-Invasività-Ambivalenza-Insicurezza sollecita nella rete neurale l'attivazione preferenziale dello Stile di Significato
Personale tendende ai disturbi alimentari psicogeni[DAP-prone] accompagnati da altre emozioni tipicamente legate alla relazione con l'altro
(Invidia, Gelosia, Compassione...)
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Una delle tante conseguenze di questa situazione è l'inefficacia dei movimenti di riposizionamento e l'attivazione di emozioni di sorpresa,
incapacità, rabbia, paura e tristezza. Il fallimento dei tentativi di riposizionamento, sempre in qualche modo imperfetti rispetto alle
anticipazioni cognitive astratte, sono a fondamento della deriva depressiva spesso osservata in queste persone (Typus Melancholicus di
Tellenbach : attaccamento all’ordine, perfezionismo, attenzione alla regola, difficoltà nei contatti emozionali, distanza all'intimità...).
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Note
[1] Arciero, Bondolfi,, Mazzola, “The Foundations of Phenomenological Psychotherapy”, 2019 – Springer
Giampiero Arciero, Guido Bondolfi “Sé identità e stili di personalità” (Boringhieri 2012)
[2] Paul Ricoeur, “Percorsi del riconoscimento”, Raffaello Cortina Ed.
[3] Angelo Bruno, “L’ermeneutica della testimonianza in Paul Ricœur”, Mimesis 2012
[4] Vincenzo Costa, “Psicologia fenomenologica. Forme dell’esperienza e strutture della mente”, Ed. Morcelliana, 2018.
[5] Guidano, V.F. (1987). Complexity of the Self, Guilford, New York (Trad. It.: “La complessità del Sé”, Bollati Boringhieri, Torino, 1988)
Guidano, V.F. (1991). The Self in process, Guilford, New York (Trad. It.: “Il Sé nel suo divenire”, Bollati Boringhieri, Torino, 1992)
[6] A. Picardi, G. Mannino, “Le organizzazioni di significato personale: verso una validazione empirica.”, Rivista di psichiatria, 2001, 36, 4
[7] Hinton G.E, McClelland J.L, 1988, “Learning Representation by Recirculation”, Proceedings of IEEE Conference on Neural Information Processing Systems, November.
[8] M. Buscema, “Constraint Satisfaction Neural Networks”
[9] Eliano Pessa, “Statistica con le reti neurali. Un’introduzione”, Di Renzo Editore, 2004
Questi sono solo alcuni esempi delle analisi condotte, nelle diverse fasi di training e di recall. Le analisi fin qui svolte e i risultati ottenuti non
hanno alcuna pretesa di completezza né di fornire una qualche validazione del modello e della prospettiva post-razionalista. Tanto più
che i dati sedimentati sono stati raccolti a partire da un campione di riferimento certamente non rappresentativo (un totale di 50 persone
in psicoterapia) e con obiettivi di monitoraggio clinico, molto diversi dunque da uno studio sperimentale orientato alla validazione di un
modello. Continuerò comunque ad integrare le analisi man mano che i dati si sedimenteranno nel DB ed il campione di riferimento
crescerà per quantità e qualità.
Il lavoro clinico con i pazienti continuerà invece ad essere improntato su una pratica che mette in primo piano la fatticità della vita, la
consapevolezza circa gli eventi emotivi vissuti, la riconfigurazione del sentire e dell’agire attraverso il racconto di sé nel corso dei colloqui,
il recupero di senso e significato verso l’apertura di nuove possibilità d’essere.
Emozionalità e stili di significato personale alla luce di un sistema ai

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  • 1. Emozionalità e Stili di Significato Personale alla luce di un sistema AI Gli Stili di Significato Personale alla luce degli eventi emotivi registrati dai pazienti ed elaborati da una Rete Neurale Artificiale Storia di un progetto iniziato quasi per gioco, attraverso una direttrice che dalla esperienza vissuta e lo strutturarsi della temporalità nella vita di persone incontrate in psicoterapia, è arrivata all’incontro con i sistemi simbolici e la AI. Gino Martorelli Considerazioni preliminari Dal tempo della fisica alla temporalità della vita vissuta Dal racconto di sé alle tracce di sé Per gli esseri umani ogni istante è un evento, ogni istante ha un significato all’interno di una traiettoria di vita. Nella esperienza del vivere, diversamente dalla temporalità della fisica o da quella segnata dall’orologio, l’istante non è mai un istante neutro. Per l’essere umano ogni istante è un evento irripetibile, sempre tacitamente sospeso in una tensione tra ciò che è stato e ciò che sarà, tra un già e un non ancora. L’esperienza del vivere, del sentire e dell’agire, passa per il corpo e si articola in una temporalità finita. Mettere a tema il tempo vissuto significa dunque mettere a tema il tempo incarnato, il corpo come Leibe. Questa temporalità finita e incarnata in questo tempo viene portata al dire poiché l’uomo è un “animale che possiede la parola” – zóon logòn échon – secondo la locuzione con cui Aristotele, nella Politica, definisce l’uomo. Ogni accesso al conoscere è quindi un accesso storico e socialmente mediato. La temporalità di questo conoscere si manifesta diversamente, in relazione al modo, al tempo e alla posizione esistenziale di ciascuno nell’orizzonte delle proprie possibilità d’essere. Il presente di ciascuno è sempre dato in una situazione tesa tra le possibilità dell’esistere e il tempo di vita sedimentato. Il significato di un evento della vita vissuta non è mai chiuso, compiuto, finito, riconducibile al momento e all’atto che la persona compie, ma è sempre collocato nella tensione tra la memoria e l’aspettativa. In questa prospettiva ogni momento della nostra vita è, dunque, profondamente storico. Il fatto che l’esperienza umana sia strutturata secondo la temporalità può essere colto anche attraverso sistemi simbolici. Per l’essere umano i sistemi simbolici sono prevalentemente – non esclusivamente – legati a quelli della parola, dell’arte, della musica. Nell’uomo, in particolare, la vita arriva alla parola e rende possibile il racconto di sé: l’afferrarsi nella riconfigurazione dell’agire e del sentire. Una efficace riconfigurazione del sentire e dell’agire, fondamentale per un autentico riconoscimento di sé, dipende dalla qualità e dalla profondità dell’accesso ai propri vissuti. Una parte non trascurabile del lavoro di psicoterapia passa dunque attraverso lo sviluppo di un migliore accesso ai diversi piani della esperienza, di una migliore consapevolezza circa le esperienze emotive vissute nei diversi contesti di vita. Questo processo può essere facilitato e sviluppato in diversi modi. Oltre al lavoro ermeneuticamente orientato durante i colloqui, un aspetto importante riguarda l’attenzione posta dal paziente, nel corso della sua vita quotidiana, agli eventi emotivi vissuti nei suoi diversi contesti di vita. Particolarmente significativi sono gli eventi nei quali accade di perdere stabilità emotiva, di incontrare difficoltà nella comprensione di ciò che accade, di riconoscersi nella esperienza in corso riportando le emozioni nella vita e recuperando la naturale motilità della esistenza. Il riconoscimento di sé è qui concepito come un movimento che esplicita la dialettica incessante e irrisolvibile tra sé, l’altro e il mondo. Articolazione continua della dialettica tra estraneità e appartenenza, possesso e spossessamento di sé. [1] [2] Il movimento verso il recupero dei tratti fondamentali della vita vissuta – faktischen Leben – può essere facilitato attraverso diverse indicazioni di metodo. Una di queste è data dall’auto-osservazione: cogliere l’esperienza in atto in modo diretto, nei suoi diversi aspetti e nei diversi contesti di vita, prima ancora di elaborare una qualunque spiegazione. Accade spesso che questa indicazione venga intesa come il compito di tenere un diario personale nel quale annotare di tutto, in modo molto confuso, attraverso una raccolta di spiegazioni fondate su arbitrarie teorie (religiose, scientifiche, psicologiche, politiche…) distanti dal reale sentire ed agire. Non di rado, quindi, dopo i [ ]
  • 2. contesto : posizione emotiva : pensieri : azioni : dove e con chi ti trovi? che effetto ti fa? come ti senti? quali pensieri accompagnano l'esperienza emotiva in atto? come ti riposizioni, cosa ne fai del tuo sentire? l'oscillazione emotiva nella coppia rabbia-tristezza indica la situazione di lutto (perdita di una condizione a fondamento della propria esistenza); la coppia incapacità-insicurezza, insieme all'aumento del senso di vulnerabilità, entrambe non tematizzate dalla persona, indica la nuova posizione emotiva a partire dalla quale si apre al mondo dopo la perdita; la paura, il bisogno di controllo, la scarsa consapevlezza emotiva e l'impossibilità di prevedere tutte le possibili conseguenze aperte dai contesti, porta all'attacco di panico la perdita (senso della situazione perduta); la conseguente chiusura/riduzione delle proprie possibilità d'essere; la posizione emotiva e il bisogno di controllo; la riapertura di nuove possibilità d'essere Analisi Dati - Obiettivi, risultati attesi e primi riscontri primi colloqui, occorre aiutare il paziente ad assumere e sviluppare una prospettiva che, attraverso la testimonianza a sé , consenta di accedere agli eventi in modo più diretto e autentico. [3] Un modo per organizzare questo lavoro si fonda sulla osservazione di alcuni movimenti essenziali: Per facilitare l’acquisizione di una prospettiva verso il recupero della motilità fondamentale della vita – Grundbewegtheit – e lo sviluppo di una migliore consapevolezza emotiva, oltre al lavoro gestito nei colloqui, ho sviluppato un’applicazione accessibile attraverso diversi dispositivi che consente la registrazione delle esperienze emotive vissute. L’essenzialità dei movimenti di consapevolezza orientata ai diversi aspetti della esperienza in corso, ha facilitato nel tempo lo sviluppo di una migliore sensibilità e l’accesso alla rete di significati pre-riflessivi. Lo storico delle tracce contesto-emotive che nel tempo si è sedimentato, rappresentato in diverse modalità grafiche e testuali, ha facilitato lo sviluppo di una prospettiva storica a quella identità tacitamente considerata come solida e immutabile. Integrare lo storico degli eventi emotivi vissuti dal paziente, tra un incontro e l’altro, con il lavoro fatto durante i colloqui, ha facilitato l’accesso al suo stile emozionale, al suo modo di perdere o di mantenere stabilità emotiva nei diversi contesti di vita e al suo modo di riposizionarsi, ogni volta, a partire dalla esperienza emotiva in corso e dalla sua capacità di portarla alla parola. Di seguito un esempio del sistema di visualizzazione dinamica delle tracce contesto-emotive. Nella rappresentazione grafica che segue, ad esempio, è stata ricostruita dal sistema – a posteriori – la dinamica degli attacchi di panico di un paziente alla luce delle sue esperienze emotive registrate nel tempo [carica la mappa dinamica] Le connessioni tra i nodi (emozioni e contesti) sono tanto più nette e scure quanto più alta è l’attivazione e la frequenza dell’evento emotivo. Le emozioni messe in evidenza dal sistema (cerchiate) sono quelle che connettono almeno tre contesti e indicano un modo integrale di sentirsi, di andare incontro al mondo. La dinamica degli scompensi è stata recuperata e gestita nel corso dei colloqui seguendo la prospettiva post-razionalista orientata dalla tradizione fenomenologico-ermeneutica , a prescindere dallo schema emergente dalle tracce emotive registrate. La rappresentazione grafica delle dinamiche emozionali, avvenuta a posteriori, ha evidenziato quanto già emerso nel corso della relazione stessa. [4] La dinamica messa in evidenza dalla rete è la seguente: La situazione è rientrata mettendo a tema: Il lavoro di psicoterapia è stato portato avanti seguendo le direttrici del metodo fenomenologico-ermeneutico, lavorando sulle esperienze di vita portate alla parola nel corso dei colloqui, verso il recupero del senso e del significato delle esperienze emotive vissute. Quanto alle tracce contesto-emotive registrate dai pazienti, nel tempo si sono sedimentati nel data base molti dati relativi agli eventi emotivi vissuti. I data set, in questo studio, sono parte di una descrizione dinamica di diverse modalità di agire e sentire, di natura emotiva, sempre passibili di cambiamento nel tempo perché espressione di una persona viva. L’obiettivo fondamentale non è fare “labeling” – come accade con alcuni sistemi di AI – ma giungere ad una comprensione il più possibile globale della persona, e dei suoi modi di emozionarsi, che tenga conto, al tempo stesso, della complessità ma anche della unicità di ogni vita vissuta. La direttrice fondamentale resta quella indicata dal modello post-razionalista orientato dalla prospettiva ermeneutico-fenomenologica, secondo un approccio multidimensionale, e supportato dall’utilizzo di un repertorio integrato di strumenti e metodologie al servizio della vita.
  • 3. Prima esplorazione delle tracce emotive sedimentate nel DB tramite #AI I domini emotivi Inward ed Outward alla luce di una Artificial Neural Network Nella prospettiva post-razionalista vengono distinti due diversi domini emotivi: inwardness e outwardness. I due domini rappresentano diverse modalità di emozionarsi, di articolare la propria esperienza vissuta, di spiegarla e di riconoscerla (o non riconoscerla) come propria. Ciascuno dei due domini è poi ulteriormente articolato in due stili, per un totale di quattro Stili di Significato Personale. L’analisi delle tracce emotive sedimentate vuole esplorare che tipo di relazione esiste tra i quattro Stili di Significato Personale, valutati attraverso il questionario Q-OSP , e i reali eventi emotivi registrati dai pazienti nei loro diversi contesti di vita. [5] [6] L’attesa è di vedere apparire, nei dati sedimentati, dei pattern emotivi coerenti con il modello post-razionalista, in relazione a ciascuno dei quattro Stili di Significato Personale. Sul versante Inward ci si aspetta di veder esaltati pattern emotivi composti prevalentemente da emozioni basiche (rabbia, paura, tristezza, disgusto), da un senso di Sé orientato verso una maggiore autonomia e da un prevalente senso interno di riferimento. Sul versante Outward l’attesa è di veder esaltati pattern emotivi caratterizzati da emozioni più cognitive e relazionali, più orientate alla negoziazione di un senso di Sé socialmente condiviso e dipendente dai contesti di immersione. Tra gli obiettivi della elaborazione ho quindi curato particolarmente l’analisi delle relazioni tra le diverse dimensioni in gioco e la verifica della esistenza di specifici e ricorrenti pattern di attivazione emotiva sottesi agli eventi registrati dai pazienti insieme alle dimensioni individuate dal questionario sugli Stili di Significato Personale. In un primo momento le analisi si sono concentrate sul calcolo di alcuni indici statistici e sullo sviluppo di diverse modalità di visualizzazione grafica dei dati. Qui a sinistra, ad esempio, è riportato il diagramma di Sankey delle correlazioni tra i quattro Stili di Significato Personale e le dimensioni degli altri questionari. Nella schermata è evidenziato l’indice di correlazione tra la dimensione DAP- prone e la scala Sensibilità Interpersonale del Symptom Checklist – 90. Le connessioni in rosso indicano valori di correlazione negativi, quelle in blue indicano valori di correlazione positiva. Lo spessore del link è proporzionale all’entità del coefficiente. Disponibili altre visualizzazioni grafiche presso questo link: Operazioni sul DB. Nel grafico seguente è invece rappresentato quanto ciascun contesto contribuisce alla attivazione delle emozioni in tutto il campione. I link in rosso indicano le connessioni con emozioni di base, quelli in blue indicano connessioni con le emozioni non basiche. Il sistema, applicato come supporto e monitoraggio nel lavoro clinico, consente di focalizzare le analisi su una singola persona, su coppie o gruppi di persone fino ad includere un intero campione di riferimento. Lo spessore del link è proporzionale alla frequenza di attivazione della emozione nel contesto considerato. Interessante notare il Vuoto tra le emozioni non basiche più attivate: Dopo una prima ricognizione statistica, per esplorare meglio le relazioni dinamiche tra le dimensioni e le tracce emotive, ho impiegato una Rete Neurale Artificiale. In particolare, mi sono orientato verso una specifica famiglia di Reti Neurali Artificiali conosciute come Recirculation Neural Networks (RC) note in letteratura per la loro capacità di ricostruire relazioni non lineari tra le molte variabili. La versione impiegata in questo studio segue un’architettura e un algoritmo modificati rispetto alle RC originali (Hinton, 1988). [7] [8]
  • 4. Architettura delle Rete Neurale Artificiale Equazioni di trasferimento dei segnali nella Rete Neurale Artificiale Algoritmo di aggiornamento per la matrice di pesi sinaptici Wi,j Avevo già lavorato, molti anni fa, con questo tipo di sistemi. In diverse sperimentazioni le Recirculation Neural Networks si sono rivelate molto efficaci nella ricostruzione di scenari evolutivi, soprattutto se applicate in contesti con molte variabili in relazione complessa e non lineare. La loro logica di funzionamento è abbastanza semplice: si tratta di Reti Neurali Artificiali che tendono a massimizzare l’attivazione di N variabili (nodi della rete), nel rispetto dei vincoli interni ed esterni di un sistema. I vincoli interni sono dati dalla matrice delle connessioni sinaptiche della rete. I vincoli esterni sono dati dai valori di attivazione imposti dall’esterno.
  • 5. click to enlarge Particolarmente interessante è il processo dinamico sequenziale attraverso il quale questi sistemi tendono a realizzare il loro equilibrio dinamico mettendo in risalto le dinamiche temporali in base alle quali le variabili si influenzano a vicenda nella competizione verso la massima attivazione. Non è questo il contesto nel quale entrare nella matematica e nella fisica a fondamento di questa particolare famiglia di Reti Neurali Artificiali. Rimando alla letteratura specifica per eventuali approfondimenti. [8] Compilato di nuovo il codice scritto verso la seconda metà degli anni ’90, ho impiegato la rete neurale in diverse sessioni di training. L’obiettivo di ogni sessione di “apprendimento” è stato il riconoscimento degli eventi emotivi dei pazienti più i profili ricavati dalle dimensioni di alcuni questionari (tra questi il Symptom Checklist-90, il Q-OSP sulle Organizzazioni di Significato Personale ed altri). In alcune sessioni sperimentali di apprendimento – non considerate in queste note – sono stati presentati in input alla Rete Neurale Artificiale degli insiemi di variabili diversi, composti, oltre che dagli eventi emotivi registrati, anche dalle informazioni sui contesti della esperienza vissuta e dai risultati di altri questionari compilati dai pazienti. Dati utilizzati: [0] 1225 eventi emotivi hanno fornito i pattern di training [1] ciascun pattern è stato costruito impiegando 49 variabili (nodi della rete) composte da: [2] 32 emozioni [3] valori delle scale dei questionari (SCL-90 + Q-OSP) Terminata la fase di training, quando la rete non effettuava più errori nel riconoscimento dei pattern di input, è stato possibile passare alla fase di recall. Nella fase di recall questi sistemi possono essere sollecitati vincolando alcuni nodi in input della rete per osservare l’evoluzione dinamica dell’intero sistema rappresentato dalla rete neurale verso punti di equilibrio. Ciascuno stato di equilibrio finale, a partire dalle sollecitazioni iniziali, dipende dalle relazioni tra tutte le variabili del sistema, ricostruite nella fase di training e fissate nella matrice delle connessioni tra i nodi, cioè nella matrice dei pesi sinaptici della rete neurale. Nella fase di recall ho sollecitato la rete neurale vincolando i valori di alcune variabili per osservare l’evoluzione dinamica di tutte le altre variabili, ottenendo ogni volta uno scenario complessivo risultato della relazione non lineare tra tutte le variabili del sistema. Vorrei qui accennare brevemente alcune riflessioni che aiutino a considerare il presente lavoro in una prospettiva non riduzionista. Negli ultimi anni stiamo assistendo a una vera e propria renaissance della Artificial Intelligence, sempre più accompagnata da un entusiasmo e da una narrativa surreali generati, di volta in volta, da interessi di mercato, dalla incompetenza fino alla pura fantasia. Il risultato è una tendenza ad “umanizzare” le macchine, una prospettiva nella quale, pur scrivendo codice, non mi riconosco. Al di là di considerazioni tecniche, filosofiche ed epistemologiche, mi limito a far notare qui che a rendere “intelligenti” gli algoritmi e i sistemi AI - sempre più impiegati nella previsione dei nostri movimenti online - sono le abitudini, le ridondanze, la povertà di mondo, la prevedibilità dei comportamenti che, nei dispositivi e nei social network, si allontanano dalla vita sempre nuova e nell’atto di compiersi per diventare ripetizione, invarianza, sintomo. Senza un qualche tipo di invarianza, semplice o complessa che sia, nessun algoritmo può apprendere. Ciò che un algoritmo può portare alla luce della vita, dunque, rischia di essere solo ciò che meno la rappresenta. Essere consapevoli di questa situazione è fondamentale per portare avanti delle indagini evitando di perdersi in conclusioni e scenari arbitrari. Sempre nell’atto di compiersi, evento irripetibile, vivere è ri-trovarsi e ri-conoscersi nella de-coincidenza. Gli algoritmi, non importa se di tipo classico, adattivo o della nuova AI, rischiano di cogliere l’essere umano e la vita solo, per così dire, nei suoi sintomi. Per aiutare il lettore non esperto ad afferrare meglio il senso di questa prospettiva, lo invito qui a riflettere sui risultati ottenuti in una esperienza realizzata molti anni fa con reti neurali artificiali. I dettagli del lavoro sono reperibili presso slideshare a questo link. Verso la metà degli anni ’90, nell’ambito di alcuni lavori sperimentali realizzati presso l’ECONA, progettai una rete neurale per osservarne il comportamento nel riconoscere un segnale quasi periodico – tra ordine e chaos – generato da un’altra rete neurale, e prevederne le iterazioni al tempo t+1 e t+2 - le due mappe di Poincaré del video). Come si può intuire dalla sessione riportata nel video, la rete fatica non poco ad “apprendere” quando il segnale si sposta dall’ordine al chaos. Nella sessione registrata il segnale è a metà strada, tra ordine e chaos. La rete riesce a riconoscere il segnale al tempo t, predice il t+1 ma fatica a prevedere la dinamica al tempo t+2. Non riesce più ad “afferrare” il segnale quando la rete neurale secondaria che lo genera (non visibile nel video) si porta su dinamiche più caotiche, poco importa quanto profonda è la rete, quale algoritmo di aggiornamento dei pesi o architettura viene impiegata. Non esistono prodigi nella AI, la vita è sempre altrove.
  • 6. RC Neural Network Prima esplorazione dei dati impiegando una Rete Neurale Artificiale click to enlarge Nella fase di training la rete neurale artificiale viene sollecitata a riconoscere pattern di attivazione emotiva: 2071 eventi emotivi registrati dai pazienti, nei loro contesti di immersione, mentre erano vissuti. Ad ogni presentazione l’algoritmo di apprendimento corregge la matrice dei pesi sinaptici in relazione all’errore generato in output. La fase di training si considera conclusa quando il sistema della rete neurale artificiale riproduce i pattern presentati in input con una tolleranza di errore data. Nella fase di recall la rete neurale artificiale può essere “interrogata”. L’interrogazione avviene vincolando l’attivazione di una o più variabili in input e sollecitando il sistema a generare l’attivazione dinamica di tutte le altre variabili in relazione con le variabili vincolate. Il sistema Nella mia prospettiva, dunque, le Reti Neurali Artificiali sono dei sistemi fisico-matematici particolarmente efficaci in alcune analisi complesse dei dati [8], o nella ricostruzione di dinamiche non lineari. Volendo comunque dare una descrizione che faciliti la comprensione per chi non ha dimestichezza con questi sistemi, si può immaginare la fase di training come una fase nella quale la Rete Neurale Artificiale “apprende” a “riconoscere” le caratteristiche del suo mondo di immersione (i dati e le relazioni tra loro). La fase di recall può essere vista invece come una fase nella quale è possibile fare delle “domande” alla Rete Neurale Artificiale (i vincoli imposti ad alcune variabili) forzandola a dare delle “risposte” (gli equilibri dinamici trovati) frutto della fase di “apprendimento”. Le “domande” possono essere di qualunque tipo. Si può ad esempio “chiedere” alla rete neurale di ricostruire il modo di emozionarsi, i pattern emotivi più ricorrenti nello stile tendente ai disturbi alimentari DAP, o nello stile tendente ai disturbi Ossessivi OSS, vincolando i valori delle rispettive variabili e lanciando la rete a trovare un equilibrio dinamico con tutte le altre variabili libere del sistema. Otterremo così uno scenario emozionale dato dai valori di tutte le altre variabili nella forma di un pattern emozionale specifico e dei valori delle scale dei questionari somministrati. Riporto di seguito, a titolo di esempio, due videoregistrazioni, un piccolo estratto di una sessione di training e di una successiva fase di “interrogazione” della rete neurale impiegata per l’elaborazione dei dati. Seguono, in fondo, le schermate relative ad alcune interrogazioni effettuate sulla rete neurale in seguito alla fase di addestramento.
  • 7. raggiunge un equilibrio dinamico mostrando le relazioni non lineari tra tutte le variabili. Nel caso specifico, la rete neurale ricostruisce pattern di attivazione emotiva coerenti con quanto osservato nella pratica clinica in relazione agli Stili di Significato Personale e lo fa a partire dagli eventi emotivi realmente vissuti e registrati quotidianamente dai pazienti attraverso i loro smartphone o nell’area riservata della piattaforma online. Sollecitazione dei pattern emotivi relativi agli Stili del versante Inward Con una sollecitazione delle emozioni basiche [Rabbia, Paura, Tristezza e Disgusto] la rete neurale ha restituito uno scenario che indica lo Stile di Significato Personale tendente ai disturbi depressivi [DEP-prone] come quello più attivato. Il resto del pattern emotivo ricostruito dal sistema, come risposta alla sollecitazione data dai vincoli, indica l’Insufficienza, la Vergogna e l'Imbarazzo. Tra le scale del SCL-90, quella relativa alla presenza di sintomi depressivi, risulta tra le più attivate. L'Annullamento e la Cura (verso sé) in questo contesto indica il senso a volte devastante di solitudine e l'autonomia nella cura di sé. La Vergogna è spesso vissuta con un senso di non amabilità. click to enlarge Stile di Organizzazione Personale tendende ai Disturbi Fobici In questa schermata, l’attivazione della costellazione emotiva Anticipazione-Paura-Invasività e delle scale DEP e FOB del SCL-90 attiva nella rete neurale uno scenario coerente con lo Stile di Significato Personale tendente ai disturbi fobici [FOB-prone]. click to enlarge La fase di esplorazione non è ancora conclusa. Sto lanciando diverse sessioni di training della rete neurale artificialeimpiegando pattern di input composti dalle 30 o 40 emozioni e da altri gruppi di variabili forniti dalle scale di diversi questionari (strategie di coping, alessitimia, stili relazionali e di attaccamento…) e dai meta-contesti emotivi degli eventi (famiglia, lavoro, relazione di coppia etc…). I risultati delle analisi fin qui osservati sembrano già molto interessanti. La rete neurale ha sempre intercettato le relazioni non lineari tra gli eventi emotivi registrati dai pazienti e i due versanti del dominio emotivo inward ed outward, articolati secondo gli stili di significato personale, mettendo in relazione aspetti teorici del modello post-razionalista con eventi emotivi realmente vissuti dai pazienti nel tempo e registrati attraverso diversi dispositivi mentre erano vissuti. Di seguito riporto delle schermate di esempio nelle quali si possono osservare le ricostruzioni dinamiche di alcuni pattern emotivi da parte della rete neurale artificiale in seguito alla sollecitazione esterna di alcune variabili del sistema.
  • 8. Sollecitazione dei pattern emotivi relativi alle Organizzazioni del versante Outward Ricostruzione dei pattern emotivi dello Stile OSS-prone Nelle schermate successive la rete neurale è sollecitata con vincoli che attivano invece gli Stili di Significato Personale relativi al versante Outward. Nella prima schermata, la sollecitazione della costellazione emotiva Insicurezza-Anticipazione-Colpa-Ambivalenza nella rete neurale artificiale attiva prevalentemente lo Stile di Significato Personale tendente ai disurbi ossessivi [OSS-prone]. Significativa la risposta della rete nell'attivare gli stati emotivi legati al Disprezzo e la Sorpresa. Il Disprezzo è direttamente legato alla valutazione delle situazioni e dell'altro in relazione a principi astratti e valori assoluti rispetto ai quali segue il giudizio. La Sorpresa è conseguente allo smarrimento quando i profili di mondo elicitati non sono più comprensibili secondo regole e criteri astratti, i punti di riferimento rigidi non tornano più come efficaci nel recuperare una stabilità emotiva ed orientare la persona nel contesto di immersione. click to enlarge Lo scenario contesto-emotivo restituito dalla rete neurale in risposta al pattern emotivo di input è perfettamente in sintonia con le dinamiche degli eventi contesto-emotivi registrati da un paziente ossessivo seguito in terapia e riportate nella immagine che segue. La mappa contesto-emotiva è stata generata dal sistema, indipendentemente dal lavoro effettuato in psicoterapia, elaborando le tracce emotive registrate nel tempo dal paziente nei suoi quotidiani contesti di vita: click to enlarge Il network contesto-emotivo mette in evidenza le emozioni più attivate dai diversi contesti nel paziente. Lo stato emotivo più elicitato, sia per intensità che per frequenza, è quello dell'anticipazione cognitiva. Le esperienze emotive, avvertite spesso in modo vago e indifferenziato, non riescono a riorientare e sono gestite reattivamente attraverso l'anticipazione continua di eventi e azioni come tentativo di riposizionarsi e di recuperare un controllo. Questo modo di generare vita diventa presto inefficace e fonte di frustrazione, soprattutto nelle situazioni ad elevata complessità. Le difficoltà nel recuperare un controllo nella situazione alimentano ulteriori astrazioni, una dinamica in abisso che porta facilmente all'attivazione del repertorio sintomatologico delle ossessioni, compulsioni, rituali etc... L'anticipazione cognitiva, uno stato quasi permanente in queste persone, porta allo scollamento progressivo tra il piano dell'astrazione e quello della vita vissuta - il sentire e l'agire - alla perdita di consapevolezza sulle dinamiche intercorrenti, vissute in modo passivo, pensate in modo non più integrato (underinclusion). Sollecitazione dei pattern emotivi relativi alle Organizzazioni del versante Outward Ricostruzione dei pattern emotivi dello Stile DAP-prone La costellazione emotiva Vuoto-Invasività-Ambivalenza-Insicurezza sollecita nella rete neurale l'attivazione preferenziale dello Stile di Significato Personale tendende ai disturbi alimentari psicogeni[DAP-prone] accompagnati da altre emozioni tipicamente legate alla relazione con l'altro (Invidia, Gelosia, Compassione...) click to enlarge Una delle tante conseguenze di questa situazione è l'inefficacia dei movimenti di riposizionamento e l'attivazione di emozioni di sorpresa, incapacità, rabbia, paura e tristezza. Il fallimento dei tentativi di riposizionamento, sempre in qualche modo imperfetti rispetto alle anticipazioni cognitive astratte, sono a fondamento della deriva depressiva spesso osservata in queste persone (Typus Melancholicus di Tellenbach : attaccamento all’ordine, perfezionismo, attenzione alla regola, difficoltà nei contatti emozionali, distanza all'intimità...).
  • 9. click to enlarge Note [1] Arciero, Bondolfi,, Mazzola, “The Foundations of Phenomenological Psychotherapy”, 2019 – Springer Giampiero Arciero, Guido Bondolfi “Sé identità e stili di personalità” (Boringhieri 2012) [2] Paul Ricoeur, “Percorsi del riconoscimento”, Raffaello Cortina Ed. [3] Angelo Bruno, “L’ermeneutica della testimonianza in Paul Ricœur”, Mimesis 2012 [4] Vincenzo Costa, “Psicologia fenomenologica. Forme dell’esperienza e strutture della mente”, Ed. Morcelliana, 2018. [5] Guidano, V.F. (1987). Complexity of the Self, Guilford, New York (Trad. It.: “La complessità del Sé”, Bollati Boringhieri, Torino, 1988) Guidano, V.F. (1991). The Self in process, Guilford, New York (Trad. It.: “Il Sé nel suo divenire”, Bollati Boringhieri, Torino, 1992) [6] A. Picardi, G. Mannino, “Le organizzazioni di significato personale: verso una validazione empirica.”, Rivista di psichiatria, 2001, 36, 4 [7] Hinton G.E, McClelland J.L, 1988, “Learning Representation by Recirculation”, Proceedings of IEEE Conference on Neural Information Processing Systems, November. [8] M. Buscema, “Constraint Satisfaction Neural Networks” [9] Eliano Pessa, “Statistica con le reti neurali. Un’introduzione”, Di Renzo Editore, 2004 Questi sono solo alcuni esempi delle analisi condotte, nelle diverse fasi di training e di recall. Le analisi fin qui svolte e i risultati ottenuti non hanno alcuna pretesa di completezza né di fornire una qualche validazione del modello e della prospettiva post-razionalista. Tanto più che i dati sedimentati sono stati raccolti a partire da un campione di riferimento certamente non rappresentativo (un totale di 50 persone in psicoterapia) e con obiettivi di monitoraggio clinico, molto diversi dunque da uno studio sperimentale orientato alla validazione di un modello. Continuerò comunque ad integrare le analisi man mano che i dati si sedimenteranno nel DB ed il campione di riferimento crescerà per quantità e qualità. Il lavoro clinico con i pazienti continuerà invece ad essere improntato su una pratica che mette in primo piano la fatticità della vita, la consapevolezza circa gli eventi emotivi vissuti, la riconfigurazione del sentire e dell’agire attraverso il racconto di sé nel corso dei colloqui, il recupero di senso e significato verso l’apertura di nuove possibilità d’essere.