Buone azioni per rispettare la Terra. Energia, effetto serra, cambiamenti climatici, innalzamento dei mari e ispessimento delle foglie: effetti sulla vita!
Buone azioni per rispettare la Terra. Energia, effetto serra, cambiamenti climatici, innalzamento dei mari e ispessimento delle foglie: effetti sulla vita!
E' ormai noto come il carbone sia il combustibile fossile più pericoloso per l'ambiente e la salute; anche le ultime tecnologie (impropriamente chiamate "carbone pulito") non sono altro che una foglia di fico messa sopra i devastanti effetti che la combustione del carbone ha sul clima e sulla salute umana. Il carbone è sempre il combustibile che emette più CO2 per unità bruciata (rispetto a petrolio e gas naturale), insieme a tutta una serie di elementi tossici che minano pesantemente la salute (dal particolato fine e ultrafine, mercurio, ossidi di zolfo, etc...) che, come orami dimostra una serie sterminata di studi, causano svariate patologie.▶▶bit.ly/stopcarbonedossier
CRISI ECOLOGICA E SOCIALE - UN FUTURO SOSTENIBILE IN EUROPA? M. Morosini, ...morosini1952
Come ospitare degnamente 9-10 miliardi di abitanti della Terra, quanti arriveremo a essere nel 2050, senza stravolgere gli equilibri ecologici su cui si fondano l’alimentazione, il benessere e l’intera economia? Il progetto «Futuro sostenibile» da cui è scaturito un rapporto 1 del Wuppertal Institut 2 (cfr la scheda a p. XXX) vuole dare una risposta a questa domanda drammatica, offrendo un’opportunità di condurre anche in Italia una campagna per una svolta del nostro Paese verso la sostenibilità sociale ed ecologica secondo criteri d’equità globale. In questo momento storico il conflitto tra ecologia e giustizia palesa la sostenibilità come vero programma di sopravvivenza, perché la drammatica alternativa è tra la sostenibilità o l’autodistruzione. Lungi dal servire solo alla protezione dei panda e delle balene, l’ecologia è l’unica opzione per garantire sulla Terra il diritto d’ospitalità a un numero crescente di esseri umani. «Dobbiamo portare davanti agli occhi dell’opinione pubblica due ingiustizie: che i beni di questo mondo siano ripartiti in modo così sproporzionato e che quest’iniqua distribuzione non venga modificata». Quando nel 1958 il cardinale Joseph Frings pronunciò queste parole nel discorso di fondazione di Misereor, l’organizzazione tedesca cattolica per la cooperazione allo sviluppo che finanziò lo studio del 1996, forse non immaginava che 50 anni dopo i numeri di miliardari e di malnutriti nonché il grado di disuguaglianza che li separa avrebbero raggiunto record storici su un pianeta che già oggi potrebbe nutrire tutti i suoi abitanti. Fedele a quella consegna del 1958, lo scienziato tedesco Wolfgang Sachs Sachs, curatore del progetto, documenta l’evoluzione globale di povertà e ricchezza, constata l’inadeguatezza di molte ricette di sviluppo e conclude che «voler mitigare la povertà senza mitigare la ricchezza è ipocrisia» 3. Quel fuoco d’artificio di risorse che l’Europa brucia non è ripetibile nel mondo, non di certo con un numero crescente d’esseri umani. I due patrimoni che permisero l’ascesa dell’Europa non sono più a disposizione all’infinito: i combustibili fossili destabilizzano il clima e vanno esaurendosi, e per le materie prime biotiche 4 non sono più disponibili colonie oltreoceano. È questa la tragedia attuale: l’immaginario dei Paesi emergenti s’ispira alla civiltà euroatlantica, ma i mezzi per la sua realizzazione non sono più a disposizione. I ceti dei consumatori globali nel Nord e nel Sud, degli imprenditori e degli investitori sono chiamati a cedere alla natura e a chi sta peggio nel mondo una parte del loro potere in termini di capitale e confort. Se non lo faranno, resterà ben poco di ciò che ora rende la loro posizione così desiderabile. Il vero problema non è se vi sono risorse sufficienti, ma a chi sono destinate e per che cosa esse sono ripartite quando diventano scarse. Una politica ambientale che non si occupi anche di politica sociale non avrà successo.
Corso On line «Futuro del pianeta, cambiamenti climatici, cibo, educazione all'ambiente, mitigazione ed adattamento
Seminario online UNIMORE nell'ambito delle iniziative per EXPO 2015
Sono usciti due recentissimi studi (IEA e IRENA) sulla maggiore resilienza alla pandemia dei sistemi a rete alimentati da rinnovabili anziché da fonti fossili e sulle prospettive della decarbonizzazione. In base ai dati forniti dai due centri studi, queste slides forniscono ampia documentazione in particolare sui vantaggi climatici e occupazionali delle rinnovabili rispetto alle fonti fossili. Per i riferimenti ai link di IEA e IRENA e al caso di Civitavecchia v. https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/11/14/energia-rinnovabili-il-covid-19-non-ne-ferma-la-crescita-due-studi-ci-spiegano-perche/6002910/ .
Il carbone non serve all'Italia: il nostro paese, con una potenza installata che già supera i 106 GW, a fronte di una punta massima della domanda di circa 57 GW, ha una sovraccapacità di produzione di energia elettrica tale da costringere le centrali a funzionare a scartamento ridotto. Non abbiamo quindi alcun bisogno di investire in impianti a carbone.
E' ormai noto come il carbone sia il combustibile fossile più pericoloso per l'ambiente e la salute; anche le ultime tecnologie (impropriamente chiamate "carbone pulito") non sono altro che una foglia di fico messa sopra i devastanti effetti che la combustione del carbone ha sul clima e sulla salute umana. Il carbone è sempre il combustibile che emette più CO2 per unità bruciata (rispetto a petrolio e gas naturale), insieme a tutta una serie di elementi tossici che minano pesantemente la salute (dal particolato fine e ultrafine, mercurio, ossidi di zolfo, etc...) che, come orami dimostra una serie sterminata di studi, causano svariate patologie.▶▶bit.ly/stopcarbonedossier
CRISI ECOLOGICA E SOCIALE - UN FUTURO SOSTENIBILE IN EUROPA? M. Morosini, ...morosini1952
Come ospitare degnamente 9-10 miliardi di abitanti della Terra, quanti arriveremo a essere nel 2050, senza stravolgere gli equilibri ecologici su cui si fondano l’alimentazione, il benessere e l’intera economia? Il progetto «Futuro sostenibile» da cui è scaturito un rapporto 1 del Wuppertal Institut 2 (cfr la scheda a p. XXX) vuole dare una risposta a questa domanda drammatica, offrendo un’opportunità di condurre anche in Italia una campagna per una svolta del nostro Paese verso la sostenibilità sociale ed ecologica secondo criteri d’equità globale. In questo momento storico il conflitto tra ecologia e giustizia palesa la sostenibilità come vero programma di sopravvivenza, perché la drammatica alternativa è tra la sostenibilità o l’autodistruzione. Lungi dal servire solo alla protezione dei panda e delle balene, l’ecologia è l’unica opzione per garantire sulla Terra il diritto d’ospitalità a un numero crescente di esseri umani. «Dobbiamo portare davanti agli occhi dell’opinione pubblica due ingiustizie: che i beni di questo mondo siano ripartiti in modo così sproporzionato e che quest’iniqua distribuzione non venga modificata». Quando nel 1958 il cardinale Joseph Frings pronunciò queste parole nel discorso di fondazione di Misereor, l’organizzazione tedesca cattolica per la cooperazione allo sviluppo che finanziò lo studio del 1996, forse non immaginava che 50 anni dopo i numeri di miliardari e di malnutriti nonché il grado di disuguaglianza che li separa avrebbero raggiunto record storici su un pianeta che già oggi potrebbe nutrire tutti i suoi abitanti. Fedele a quella consegna del 1958, lo scienziato tedesco Wolfgang Sachs Sachs, curatore del progetto, documenta l’evoluzione globale di povertà e ricchezza, constata l’inadeguatezza di molte ricette di sviluppo e conclude che «voler mitigare la povertà senza mitigare la ricchezza è ipocrisia» 3. Quel fuoco d’artificio di risorse che l’Europa brucia non è ripetibile nel mondo, non di certo con un numero crescente d’esseri umani. I due patrimoni che permisero l’ascesa dell’Europa non sono più a disposizione all’infinito: i combustibili fossili destabilizzano il clima e vanno esaurendosi, e per le materie prime biotiche 4 non sono più disponibili colonie oltreoceano. È questa la tragedia attuale: l’immaginario dei Paesi emergenti s’ispira alla civiltà euroatlantica, ma i mezzi per la sua realizzazione non sono più a disposizione. I ceti dei consumatori globali nel Nord e nel Sud, degli imprenditori e degli investitori sono chiamati a cedere alla natura e a chi sta peggio nel mondo una parte del loro potere in termini di capitale e confort. Se non lo faranno, resterà ben poco di ciò che ora rende la loro posizione così desiderabile. Il vero problema non è se vi sono risorse sufficienti, ma a chi sono destinate e per che cosa esse sono ripartite quando diventano scarse. Una politica ambientale che non si occupi anche di politica sociale non avrà successo.
Corso On line «Futuro del pianeta, cambiamenti climatici, cibo, educazione all'ambiente, mitigazione ed adattamento
Seminario online UNIMORE nell'ambito delle iniziative per EXPO 2015
Sono usciti due recentissimi studi (IEA e IRENA) sulla maggiore resilienza alla pandemia dei sistemi a rete alimentati da rinnovabili anziché da fonti fossili e sulle prospettive della decarbonizzazione. In base ai dati forniti dai due centri studi, queste slides forniscono ampia documentazione in particolare sui vantaggi climatici e occupazionali delle rinnovabili rispetto alle fonti fossili. Per i riferimenti ai link di IEA e IRENA e al caso di Civitavecchia v. https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/11/14/energia-rinnovabili-il-covid-19-non-ne-ferma-la-crescita-due-studi-ci-spiegano-perche/6002910/ .
Il carbone non serve all'Italia: il nostro paese, con una potenza installata che già supera i 106 GW, a fronte di una punta massima della domanda di circa 57 GW, ha una sovraccapacità di produzione di energia elettrica tale da costringere le centrali a funzionare a scartamento ridotto. Non abbiamo quindi alcun bisogno di investire in impianti a carbone.
Analisi critiche e operative delle proposte progettuali a livello istituziona...Chayn Italia
la seconda parte su un laboratorio pedagogico-didattico tenuto da me per l'Università degli Studi di Catania al fine di educare/formare al tema della sostenibilità ambientale e come coinvolgere gli studenti dalla scuola dell'infanzia alle secondarie
25 settembre 2001 – 16 settembre 2021: Il peso delle variazioni climatiche ne...Luca Lombroso
l Museo della Bilancia giovedì 16 settembre 2021 dalle 18,30 alle 20,00 in modalità mista (in presenza con prenotazione obbligatoria e diretta streaming) Il peso delle variazioni climatiche negli ultimi 20 anni conferenza di Luca Lombroso meteorologo AMPRO, Osservatorio Geofisico UNIMORE e divulgatore ambientale.
Iniziativa nell'ambito di ALL4CLIMATE - Italy 2021, iniziativa nell'ambito della pre-COP di Milano e COP26 del Regno Unito.
Un'occasione per riprendere ed aggiornare i dati presentati esattamente 20 anni fa nell’ambito di due appuntamenti al museo sui cambiamenti climatici a scala globale e locale, con particolare attenzione alla provincia modenese.
Una breve introduzione sull’esperienza educativa del museo sottolinea l’importanza dei dati scientifici come elemento necessario per avvicinarsi al tema del cambiamento climatico.
Partecipazione in presenza a numero chiuso, prenotazione consigliata scrivendo a didattica@museodellabilancia.it
Diretta Youtube https://www.youtube.com/watch?v=Z_7nwaoCSfE
Tesla Revolution 2016 - Rinnovabili e mobilità elettrica: le sfide per il futuroTesla Club Italy
Marco Giunti, Membro di Giunta di assoRinnovabili
Le emissioni legate alla produzione di energia da fonti fossili come petrolio, carbone e gas provocano danni al clima e alla salute umana. In particolare, si può distinguere tra emissioni di gas (come, ad esempio, la CO2), che sono i principali responsabili del riscaldamento climatico discusso alla recente Conferenza Internazionale sul Clima di Parigi, ed emissioni di gas (come, ad esempio, le polveri sottili), che rappresentano un grave problema sanitario soprattutto nelle città. L’ultimo report dell’Agenzia Europea dell’Ambiente è allarmante: l’Italia vanta purtroppo il triste primato europeo di 84.000 morti premature all'anno dovute all’inquinamento atmosferico! Come reagire? Siccome circa 1/3 dei consumi energetici è legato ai trasporti, sviluppare e diffondere la mobilità elettrica è certamente un’opportunità. Favorire quindi l’elettrificazione dei consumi energetici grazie a auto elettriche, pompe di calore e piastre a induzione, investire in energie rinnovabili, costruire abitazioni sostenibili, sono le principali risposte.
Analysis about life on Earth and its criticalities: population growth, lack of resources, environmental pollution, land degradation, disposal of consumed resources and spread of epidemics.
Il capitale naturale - Gianfranco BolognaWWF ITALIA
Intervento del Direttore scientifico del WWF italia Gianfranco Bologna sul tema del capitale naturale e sulle politiche Europee di introduzione della misurazione.
Intervento di Daniela Patrucco al convegno di La SpeziaWWF ITALIA
Intervento di Daniela Patrucco, portavoce del Comitato SpeziaViaDalCarbone e Vice Pres. della Cooperativa Retenergie, che darà conto dell’evoluzione della situazione spezzina.
Il Campus Universitario di Savona come modello di distretto energetico intell...WWF ITALIA
Intervento di Stefano Bracco, del Campus Universitario Savona, alla giornata di studio “Proposte green per l’economia e il lavoro in Liguria. Il futuro non è dei combustibili fossili” organizzata da Greenpeace, Legambiente, WWF, SI’ Rinnovanili NO nucleare, ARCI, Coordinamento Free e CNA.
Prevenzione e adattamento in Liguria (Carlo Malgarotto, Presidente Ordine dei...WWF ITALIA
Intervento di Carlo Malgarotto, Presidente Ordine dei Geologi Regione Liguria, alla giornata di studio “Proposte green per l’economia e il lavoro in Liguria. Il futuro non è dei combustibili fossili” organizzata da Greenpeace, Legambiente, WWF, SI’ Rinnovanili NO nucleare, ARCI, Coordinamento Free e CNA.
Casabita: un progetto di rigenerazione per il patrimonio edilizio della Ligur...WWF ITALIA
Intervento di Luca Mazzari, di CNA Genova, alla giornata di studio “Proposte green per l’economia e il lavoro in Liguria. Il futuro non è dei combustibili fossili” organizzata da Greenpeace, Legambiente, WWF, SI’ Rinnovanili NO nucleare, ARCI, Coordinamento Free e CNA.
Oltre la Apea: modelli eco-innovativi e infrastrutture produttive per la Gree...WWF ITALIA
Intervento di Mario Zambrini, di Ambiente Italia, alla giornata di studio “Proposte green per l’economia e il lavoro in Liguria. Il futuro non è dei combustibili fossili” organizzata da Greenpeace, Legambiente, WWF, SI’ Rinnovanili NO nucleare, ARCI, Coordinamento Free e CNA.
Come si sta trasformando l’economia per fare a meno dei combustibili fossili ...WWF ITALIA
Intervento di G.B. Zorzoli, Coordinamento Free a “Proposte green per l’economia e il lavoro in Liguria. Il futuro non è dei combustibili fossili” giornata di studio organizzata da Greenpeace, Legambiente, WWF, SI’ Rinnovanili NO nucleare, ARCI, Coordinamento Free e CNA.
Quaderno didattico WWF la Natura del Cibo WWF ITALIA
utilizzare Expo per mettere in comune le conoscenze per affrontare le sfide del tema “nutrire il pianeta, energia per la vita”, stimolando il dibattito sulle tematiche dell’alimentazione, la dieta, il consumo delle risorse, gli sprechi, l’agricoltura e i sistemi di produzione;
attivare la società civile per riflettere sulla questione principale dell’EXPO2015: come garantire a tutti e per il lungo periodo l’accesso equo a un’alimentazione sufficiente, di qualità, sana e sostenibile;
incoraggiare il dialogo sulle tematiche dell’EXPO2015 profondamente legate ad alcuni obiettivi principali del Millennio fissati dall’ONU, in particolare la lotta contro la fame e le modalità di garantire un futuro equo al Pianeta, , aggiornandolo ai nuovi Sustainable Development Goals (SDGs) che saranno approvati dall’Assembela generale delle Nazioni Unite nel settembre 2015 e che caratterizzeranno l’intera agenda globale dello sviluppo dopo il 2015 ;
promuovere l’importanza di una transizione verso un modello economico più sostenibile e più efficiente nel modo di consumare le risorse;
educare alla sostenibilità dell'alimentazione, sviluppando nel cittadino/consumatore una maggior consapevolezza dei nessi causali esistenti tra il proprio stile di vita, le proprie scelte di consumo alimentare (e gli sprechi a questo connessi), l’ambiente e il futuro. La parola chiave sarà la “connessione” tra: locale e globale, tra natura, cultura e tecnologia, tra personale e sociale, tra ambiente e salute.
Foreste che proteggono, foreste da proteggereWWF ITALIA
Come illustrato nel dossier WWF Italia ‘Foreste che proteggono, foreste da difendere’, pubblicato a chiusura della campagna foreste, l’80% della diversità biologica terrestre del Pianeta è custodito nelle foreste, ambienti la cui difesa è cruciale non solo per 1,6 miliardi di persone che dipendono direttamente da questi per cibo, farmaci ed altri risorse vitali, ma anche per chi vive lontano, a migliaia di chilometri, dalle foreste.
In collaborazione con il Ministero dell’Ambiente, della tutela del Territorio e del Mare e UNEP il programma ambiente delle Nazioni Unite.
Dal carbone alle rinnovabili: la necessità di un nuovo paradigma energetico (Massimiliano Varriale – WWF Ricerche e Progetti)
1. Dal carbone alle rinnovabili:
la necessità di un nuovo paradigma
energetico
Brindisi, 16 dicembre 2014
Massimiliano Varriale
Consulente energetico WWF Ricerche e Progetti
2. Proviamo a inquadrare la questione:
le dimensioni del problema
energetico - ambientale
3. "UN PIANETA IN AFFANNO"
Acqua, Cibo, Energia.
La Terra mostra
gli inequivocabili segni di un’insostenibile
impronta umana.
4. Cosa dice la comunità scientifica:
il “Millennium Ecosystem Assessment”
Vivere al di sopra dei nostri mezzi…
Patrimonio naturale e benessere umano
sono a rischio!
5. - Il numero delle specie presenti sul pianeta è in declino.
L’intervento umano ha causato un incremento del tasso di
estinzione delle specie fino a 1.000 volte superiore al naturale
tasso di estinzione.
- Dal 1960 al 2000 la domanda per i servizi degli ecosistemi si
è accresciuta significativamente perché la popolazione umana è
passata dai 3 a oltre 6 miliardi e l’economia globale è
incrementata di sei volte.
6. 1. popolazione umana
•Oggi, secondo il Population Reference Bureau
(http://www.prb.org/), abbiamo già superato i 7,2 miliardi.
• demografi delle Nazioni Unite 9,6 miliardi nel 2050 11
miliardi nel 2100
2. popolazione urbana
• 2008: la popolazione urbana ha sorpassato, per la prima volta
nella nostra storia, quella rurale (da 732 milioni di abitanti nel 1950
a 3,15 miliardi nel 2005). Nel 2014 la popolazione che vive in aree
urbane ha superato i 3.8 miliardi .
Tutto ciò a fronte di una continua crescita di:
7. Tutto ciò a fronte di una continua crescita di:
3. prodotto lordo globale (a fronte di grandi disuguaglianze nel PIL pro
capite)
• 1990 di 38 miliardi di dollari
• 2006 di 65 miliardi di dollari
Andare oltre il PIL
il PIL è un indicatore economico mal impiegato e totalmente
inadeguato a rappresentare il reale livello di benessere di un
Paese. Da anni è in atto un importante sforzo a livello
internazionale nel valutare i nuovi indicatori di benessere, di
performance economica, di progresso sociale e di sostenibilità.
8. Tutto ciò a fronte di una continua crescita di:
4. flussi di materia (biomassa, minerali, metalli e combustibili fossili)
• estrazione globale di risorse dagli ecosistemi
• 1980: 40 miliardi di tonnellate
• 2008: circa 60 miliardi di tonnellate (pari al peso di più di
41.000 edifici delle dimensioni dell’Empire State Building di
NY, ossia oltre 112 grattacieli ogni giorno!!!)
Oltre a questi 60 miliardi di tonnellate annue, impiegate nelle attività umane,
altri 40 miliardi di tonnellate di materiali sono estratti e rimossi dalla superficie
del suolo ma non sono direttamente usati nei processi produttivi. Quindi,
annualmente, le nostre società mobilitano 100 miliardi di tonnellate di risorse
naturali e materie prime.
9. Tutto ciò a fronte di una continua crescita di:
5. livelli di consumo
1,7-2,2 miliardi di persone stile di vita “consumistico”
A fronte di questa crescita del consumismo sussiste una consistente porzione
della popolazione mondiale che vive in condizioni di totale indigenza: oltre 2,8
miliardi di persone combattono per la sopravvivenza quotidiana avendo meno
dell’equivalente di 2 dollari al giorno, mentre, circa 1 miliardo di persone sono
ancora malnutrite e soffrono la fame.
10.
11. Crescere
non è sempre un bene…
La Terra ha dimensioni fisiche e risorse
“finite”: NON PUO’ SOSTENERE UNA
CRESCITA ILLIMITATA
della popolazione, dei consumi, dell’inquinamento
12.
13. P x A x T = Impact
Population
Affluence (Consumption)
Technology
14. Nel 2014 il WWF ha
presentato il suo biennale
bilancio sullo stato di salute
del pianeta denunziando,
tra le altre cose, il ritmo
impressionate con cui si
stanno degradando gli
ecosistemi naturali, un
ritmo senza precedenti
nella storia della specie
umana.
15. Attualmente, la nostra impronta ecologica globale supera la
capacità rigenerativa del Pianeta di oltre il 50%...
18. L’indice del Pianeta Vivente mostra un declino del 52% dal 1970 al
2010. In altre parole, il numero di vertebrati nel mondo in media si
è dimezzato negli ultimi 40 anni.
19. Se la nostra domanda di risorse sul Pianeta continuerà a crescere
alla stessa velocità, entro il 2050, avremo bisogno dell’equivalente
di “3 Pianeti” per mantenere i nostri attuali stili di vita.
20. Se tutti gli abitanti della Terra avessero lo stesso tenore
di vita del cittadino medio europeo già oggi l’umanità
avrebbe bisogno di 2,6 pianti per sostenersi.
21. Ma abbiamo un solo Pianeta.
La sua capacità di
sostenere un’immensa diversità di specie, fra
cui quella umana, è grande, ma comunque limitata.
22. Un modo diverso per descrivere
la piramide della sostenibilità.
23. Anthropogenic Perturbation of the Global Carbon Cycle
Perturbation of the global carbon cycle caused by anthropogenic activities,
averaged globally for the decade 2004–2013 (GtCO2/yr)
Data: CDIAC/NOAA-ESRL/GCP
25. Le emissioni di carbonio, dovute all’utilizzo di combustibili fossili, sono passate dai
circa 2 miliardi di tonnellate annue nel 1955 a 7,9 miliardi del 2005, pari ad oltre 28,9
miliardi ti tonnellate di CO2
26. Nel 2013 le emissioni di carbonio hanno raggiunto 9,9 miliardi di
tonnellate, circa 36 miliardi di tonnellate di CO2.
27. Nel 2014 la concentrazione di CO2 ha superato 397 ppm,
oltre il 43% in più del livello preindustriale.
L’attuale concentrazione di CO2 è la più alta degli ultimi 800.000 anni
e probabilmente degli ultimi 2 milioni di anni!
28.
29.
30.
31. Dal 1880 al 2012 le temperature medie planetarie sono
aumentate di 0,85° C e se non si cambierà rotta potrebbero
arrivare a crescere tra i 2,6 e i 4,8°C entro la fine del secolo.
Il livello dei mari potrebbe arrivare ad alzarsi fino a 0,82
metri.
32. Il Climate and Energy Outlook
2014 del prestigioso
Massachussets Institute of
Technology fotografa
l’inadeguatezza delle politiche
finora messe in campo
contrastare il riscaldamento
globale.
E arriva a sostenere che se i
negoziati della COP 21 di Parigi
(nel 2015) non otterranno
risultati veramente adeguati si
andrà verso il disastro climatico:
entro il 2100 le temperature
planetarie potranno crescere dai
3,3 °C ai 5,6 °C. Altro che
obiettivo 2 °C
33. COSA FARE?
• MITIGAZIONE
Entro il 2020 ridurre le
emissioni di Anidride
Carbonica (CO2) del 25-40
e entro il 2050 di oltre
80%.
• ADATTAMENTO
• Garantire e aumentare
resistenza e resilienza degli
ecosistemi naturali
• Prevenire (in modo
sostenibile) gli impatti sulle
attività, sulla salute e sulle
vite umane.
36. Da “Population and Environment: A Journal of Interdisciplinary Studies”, Volume 16, Numero 4, Marzo
1995, pp. 301-19, 1995 Human Sciences Press, Inc.
Energia disponibile pro-capite 1860-2000
(mondo)
37.
38.
39. Sempre secondo i dati della
IEA, nel 2012 la produzione
idroelettrica ammontava a
3.756 miliardi di kWh (3.756
TWh) contro i 2.461 del
nucleare.
Quindi assai meno del 2% di
tutta l’energia (primaria)
usata.
43. Picchi di
produzione di
petrolio e gas
•Aumento del prezzo
•Crisi economica
•Instabilità politica
•Guerre per ottenerlo
Petrolio “facile” Petrolio “difficile”
Anni del picco
Pessimisti: 2005-2010
Ottimisti: 2035-2040
Proseguendo con un aumento annuo del 2% nel consumo di
energia, prima del 2050 avremo esaurito tutte le risorse
energetiche non rinnovabili (petrolio, gas, carbone e uranio)
Figura tratta dalla presentazione del Professor Vincenzo Balzani del Dipartimento di Chimica dell’Università di Bolgna
46. Dimensione dei giacimenti petroliferi scoperti 1930-2000:
Un inesorabile declino!
Fonte:
C. Campbell,
ASPO
47. “…I PROBLEMI NON POSSONO ESSERE RISOLTI
DALLO STESSO ATTEGGIAMENTO MENTALE CHE
LI HA CREATI…”
Albert Einstein
48. Vere e finte soluzioni al
problema energetico e climatico
49. Sicuramente tra le finte soluzioni c’è
quella nucleare…
Non serve a migliorare la sicurezza energetica
Non è utile nella lotta ai cambiamenti climatici
Non è una risorsa illimitata
Non è economica
Non è sicura
Non ha mai risolto il problema della gestione delle scorie
Non facilita la transizione a un differente modello energetico
Non semplifica il processo di disarmo e pacificazione
58. Occorre puntare su vere soluzioni al
problema energetico e climatico:
risparmio, efficienza e fonti
rinnovabili
59. Cosa fare seriamente:
Il risparmio innanzi tutto!
Ma per risparmiare energia occorre conoscerla …
L’energia è in tutte le cose che ci circondano e che usiamo
quotidianamente, l’energia è consumata in tutte le nostre attività, il
più delle volte senza neanche rendercene conto.
E anche quando sappiamo che stiamo consumando energia,
raramente ne conosciamo le sue caratteristiche quali - quantitative e
le implicazioni ambientali e socio-sanitarie …
60. Ad esempio sapevate che per mandare avanti la Rete (ossia il Web)
era stato stimato si generasse il 2% delle emissioni globali o che,
secondo un studio di Ademe (Agence de l’environnement et de la
maitrise de l’energie), per inviare una semplice mail mediamente si
emettono circa 19 g di CO2 ?
Oppure che in Europa gli standby delle apparecchiature elettriche -
elettroniche rappresenta circa il 6% della domanda complessiva di
elettricità, pari alla metà dell’intero consumo per l’illuminazione ?
61. E ancora che per costruire un’automobile di media cilindrata si
consumano circa 20.000 kWh di energia, prevalentemente di origine
fossili o nucleare ?
E che prima che la nuova auto abbia percorso 1 solo km avrà già
emesso circa 9 tonnellate di CO2 . . .
E quanti sanno che per produrre una tonnellata di carta occorrono
circa 0,8 tep e per una tonnellata di plastica ci possono volere anche
3 tep ?
63. Cosa fare seriamente:
L’efficienza energetica
Le nostre abitazioni
Costruire (o ricostruire) e ristrutturare in modo efficiente.
Una abitazione realizzata senza standard di efficienza energetica
consuma anche oltre 150 kWh per metro quadro all’anno, una
realizzata secondo i più avanzati criteri di efficienza ha consumi
intorno ai 15 kWh m2 anno. Una “casa passiva” non consuma
niente.
64.
65. Tipo di superficie (parete, tetto, ecc.) U
W/m2 K
Tradizionale (senza coibentazione) 1,0 – 1,3
Coibentata con isolamento esterno a cappotto 0,1 – 0,4
Trasmittanza superfici opache esterne
Trasmittanza superfici vetrate
Tipo di vetro U
W/m2 K
Semplice 5,8
Isolante doppio vetro tradizionale 2,5 - 3,0
Isolante con deposito basso-emissivo 1,6
Isolante con deposito basso-emissivo e gas 0,9 - 1,2
68. Il PROBLEMA DELL’OVER CAPACITY ITALIANA
In termini di potenza installata, nel 2013 la potenza efficiente netta di
generazione ha raggiunto i 124.750 MW.
La punta massima di domanda del 2013 si è registrata il 26 luglio alle ore 12,
quando il carico toccò quota 53.942 MW, -0,3% rispetto alla punta del 2012
(54.113 MW) e inferiore al record assoluto di 56.822 MW raggiunto il 12
dicembre 2007.
69. Cosa fare seriamente:
La Risorsa Efficienza
Nel rapporto ANPA “La Risorsa Efficienza” elaborato da Florentin Krause, Direttore
dell’International Project for Sustainable Energy Paths (IPSEP, California, “La Risorsa
Efficienza” ANPA, doc 11/1999) si rilevava che con un completo spostamento di tutti gli
investimenti per gli usi finali di apparecchiature, stabilimenti ed edifici verso le tecnologie
più efficienti attualmente disponibili sul mercato, il nostro Paese avrebbe potuto
risparmiare il 46% della domanda di elettricità prevista in un periodo di 15-20 anni.
Ciò equivaleva ad una “risorsa di efficienza sul lato della domanda” (demand side resource)
di 153 TWh.
73. Solare termico
Dalla tabella si vede come circa 1/3 di tutta l’energia consumata serve a riscaldare
l’acqua a bassa temperatura, un compito che potrebbe essere assolto, per il 60%
ricorrendo ai collettori solari.
Si risparmierebbero 30 Mtep!
USI FINALI INDUSTRIA
COMMERCIO E
SERVIZI
USI
DOMESTICI
AGRICOLTURA TRASPORTI
TOT
USI FINALI
ALTA
TEMPERATURA
52,4 % 17,4 %
MEDIA
TEMPERATURA
11,8 % 3,7 % 6.9 % 6,0 %
BASSA
TEMPERATURA
8,5 % 65,8 % 85,0 % 23,1 % 30,8 %
ELETTRICITÀ 25,3 % 30,5 % 8,1 % 11,5 % 1,7 % 13,8 %
CARBURANTI 2 % 65,4 % 98,3 % 32,0 %
% SETTORE
SUL TOTALE
33,2 % 8,2 % 26,0 % 2,6 % 30,0 % 100
74. L’energia solare è la fonte energetica più abbondante di cui
disponiamo: in meno di un’ora la Terra riceve dal Sole una
quantità di energia pari all’intero consumo mondiale di un
anno.
Ogni metro quadro di superficie terrestre riceve in un anno
mediamente 2.059 kWh.
Tutto il fabbisogno di energia elettrica dell’Italia potrebbe
essere ricavato da una superficie dai 2.500 ai 5.000 kmq, dallo
0,8 all’1,6% del territorio nazionale.
75. energia prodotta in
un anno da un modulo
fotovoltaico di 1 kWp
Basterebbe coprire di
pannelli fotovoltaici lo
0.8% del territorio
per soddisfare tutti i
consumi nazionali di
elettricità.
In Italia centro meri-
dionale il fotovoltaico è
già competitivo con le
centrali turbogas usate
per coprire i picchi di
consumo.
Potenziale fotovoltaico
in Italia
78. Le biomasse
Le biomasse dovrebbero essere soprattutto usate per la
produzione combinata di calore ed elettricità (co-tri-
generazione) in moderni impianti di piccole dimensioni, tarati
sulle reali disponibilità della risorsa in loco, secondo un concetto
di filiera corta: la movimentazione eccessiva delle biomasse non solo
ne aumenta i costi ma soprattutto rende negativi i loro bilanci
energetici e ambientali. Altrettanto positivo può essere l’impiego delle
biomasse in moderne caldaie per riscaldamento.
79. Tipo di pianta Produttività
annuale
materia
vegetale secca
(t/ha)
Resa in energia
termica lorda1
(GJ/ha)
Resa
energetica
netta2
(GJ/ha)
Resa netta in
energia olio-
equivalente3
(tep/ha)
Pioppo 1520 251335 241325 5.87.8
Eucalipto 1520 251335 241325 5.87.8
Robinia 1015 167251 157241 3.77.8
Salice 1525 251419 241409 5.89.8
Canna comune 1525 251419 241409 5.89.8
Bosco ceduo 67 100117 95112 2.32.7
Fonte dei dati: (8.6, ITABIA-EC 1995), (8.7, Laurent et al. 1994a), (8.8, Demeyer et al 1981a), (8.9, W.Palz et al. 1980)
1Si è considerato un potere calorifico inferiore della biomassa pari in media a 4000 kcal/kg
2Si è considerata una spesa energetica annuale di 10 GJ/ha (5 GJ/ha per il bosco ceduo)
3Si è usata l’equivalenza 1 tep = 41.868 GJ
80. Tipo di pianta Resa energetica
lorda
(GJ/ha)
Resa energetica
netta1
(GJ/ha)
Fattore guadagno
energetico
EY = O/I
Amilacee:
Orzo
Avena
Grano tenero
Segala
Mais
Etanolo:
2046
1824
2243
1735
4988
Etanolo:
026
04
223
015
2968
1.02.3
0.91.2
1.12.1
0.81.7
2.44.4
Oleaginose:
Soia
Colza
Girasole
Lino da olio
MTBE:
928
1965
1553
1332
MTBE:
06
043
031
010
0.41.3
0.92.9
0.72.4
0.61.4
Saccarifere:
Barbabietola da
zucchero
Topinambur
Sorgo zucch.
Etanolo:
7186
5776
99148
Etanolo:
5169
3756
79128
3.54.4
2.83.8
4.97.4
Fattore di guadagno energetico per le diverse colture
81. P. Frankl – L’impatto del bio. Biocombustibili.Analisi de ciclo di vita e sostenibilità su larga scala.
QualenergiaAnno V – N.3 MAGGIO-GIUGNO 2007
82. P. Frankl – L’impatto del bio. Biocombustibili.Analisi de ciclo di vita e sostenibilità su larga scala.
QualenergiaAnno V – N.3 MAGGIO-GIUGNO 2007
93. Un indicatore del livello di insostenibilità del
sistema alimentare contemporaneo è
1910 (società pre-industriali) IS 1
1970 IS 9
Oggi IS >100
Es.: Insalata import in UK in aereo da USA: IS 127
Asparagi importati dal Cile: IS 97
Carote importate dal Sud Africa IS 66
(Church, 2005)
stessoalimentodell'energeticoApporto
alimentounpreparareperconsumataEnergia
IS
94.
95. Qualsiasi alimento noi consumiamo, comprese frutta e verdura,
implica costi ambientali occulti: trasporti, refrigerazione e
combustibili, oltre che emissioni di metano vegetali e animali,
contribuiscono alla produzione di gas serra.
96. Ad esempio per ogni kg di frutta prodotta in Cile che
troviamo sui banchi dei nostri supermercati vengono emessi
circa 16 kg di CO2, soprattutto a causa dei trasporti.
98. Totale Fertilizzant
e
Produzione
piantine
Risc.
serra
elettricità N2O
diretta
GWP kg
CO2 eqv.
3,46 0,038 0,046 3,13 0,22 0,031
% 100 1.1 1,3 90,9 6,4 0,9
Pomodori in serra
Totale Fertilizzante
N
Fertlizzante
P
Diesel N2O
diretta
GWP kg
CO2 eqv.
0,049 0,0198 0,005 0,004 0,018
% 100 40 10 8 36,7
Pomodori in campo produzione industriale
99. I costi e l'inquinamento dei prodotti a lunga distanza
PRODOTTO
PROVENIENZA km (*)
Consumo petrolio
in kg
EMISSIONE CO2 in
kg (**)
Kiwi Nuova Zelanda 18.000 7,9 24,7
Meloni Brasile 11.000 5 15
Ciliegie/ mele Cile 13.000 5,8 18,3
Uva / prugne Sud Africa 8.000 4,35 13,2
Pesche/Limoni Argentina 12.00 5,4 16,2
Fagiolini Egitto 2.100 1 3,4
Peperoni Spagna 1.500 0,85 2,7
Dati: Coldiretti
(*) La distanza è calcolata dalla capitale dello Stato esportatore, fino a Roma
(**) per l'emissione di CO2 è stato considerato il viaggio aereo tra le capitali, per il peso di un chilogrammo di prodotto
EMISSIONS BY TRANSPORT IN AGRICULTURE
100. Ma questo è poca cosa se confrontato con le emissioni
associate all’allevamento e consumo di carne, soprattutto
quella bovina.
La produzione di 250 grammi di carne bovina determina il
rilascio in atmosfera una quantità di gas serra pari a quella
emessa da un’automobile che pesa 1.500 kg e che viaggia
per circa 15 km…
101. Secondo un importante rapporto della FAO (2006) il livelli
attuali di produzione di carne sono responsabili di una
percentuale compresa tra 14 e 22% dei circa 36 miliardi di
tonnellate di CO2 equivalente generate ogni anno.
________________________________________________
-Produzione energetica 21%
- Produzione zootecnica 18%
- Trasporti 14%
- Recupero combustibili fossili 12%
- Agricoltura 12%
- Residenziale 10%
- Manifatturiero 7%
- Uso del suolo 4%
- Smaltimento e trattamento rifiuti 3%
http://www.fao.org/
102.
103.
104.
105. Consumo di cibo pro-capite Taiwan, 1940-92
Period Riso Grano
Patata
dolce Carne Pesce Frutta
(kilograms per capita per year)
1940-44 109 0 91 11 10 27
1949-51 133 7 66 13 12 16
1959-61 137 22 62 16 23 20
1969-71 136 25 24 25 33 43
1979-81 105 24 4 40 38 72
1989-91 68 29 2 62 45 108
1992 64 29 2 66 42 100
Source: Taiwan, Council for Agricultural Planning and Development, various years
106. Impatto ambientale della produzione zootecnica di
maiali, bovini e polli da agricoltura convenzionale,
riferito ai cancelli della fattoria (www.lcafood.dk).
107. Impatto ambientale della produzione agricola
convenzionale o biologica di 1 kg di alcuni prodotti vegetali
(www.lcafood.dk).
108. Bilancio complessivo delle emissioni del comparto
agro-alimentare italiano
Settore Mt CO2 eq
Produzione agricola[1],[2] 47,1
Fermentazione enterica 11,6
Letame e reflui[3] 6,86
Trasporti 19,84
Trasformazione industriale[4] 5,487
Packaging 13,1
TOTALE 103,987
[1] Con il termine emissioni della produzione agricola si intendono tutte le emissioni di gas serra in seguito alle
lavorazioni, irrigazione, concimazioni etc. fino al confine dell’azienda (Farm gate)
[2] Escluse foraggere
[3] Dato elaborato da NIR (ISPRA, 2009)
[4] Dato elaborato da NIR (ISPRA, 2009)
ISMEA 2009, Rapporto AGRICARBON
109. “Il valore totale delle emissioni è pari a circa 104 Mt CO2 eq,
ovvero il 19% delle emissioni di gas serra su scala nazionale.”
“Per quanto riguarda le emissioni del consumatore si può
quindi stimare che il cittadino italiano per le sue necessità
agro-alimentari è gravato da un consumo pari a 1778 Kg
CO2eq/ anno.”
“Il contributo del settore agro-alimentare italiano alle emissioni di gas serra”: sintesi
Simona Castaldi, Marcello Fidaleo, Mauro Moresi, Riccardo Valentini
110.
111. Mangiare può diventare un gesto ecologico.
Ecco alcuni suggerimenti per una spesa con minore impronta:
Acquista prodotti locali
Mangia prodotti “di stagione”
Diminuisci i consumi di carne
Evita di acquistare pesce che proviene dall’altra parte del mondo,
fuori taglia e appartenente a specie sovrasfruttate
Non acquistare prodotti con troppi imballaggi
Privilegia i prodotti biologici
114. I rifiuti non sono un male inevitabile ma
rappresentano un difetto del nostro
sistema economico e produttivo.
Costituiscono un indice di inefficienza
delle società umane.
115. Giaci-
menti
fossili
econosfera
TMR TMO
TMR = Total Material Requirement, sono i materiali richiesti dal sistema
(inclusi ossigeno, acqua e CO2)
TMO = Total Material Output, sono i materiali scaricati nell’ambiente come
scarti (inclusi ossigeno, acqua e CO2)
biodegradazione
biosfera
117. I rifiuti urbani nel 2013 sono stati 29.594.665 di
tonnellate (*).
Simbolicamente tale volume equivarrebbe a un grattacielo con base
delle dimensioni di un campo di calcio standard e altezza pari a
quella Monte Bianco (4.810,9 m)!
In Italia
(*) ISPRA – Rapporto Rifiuti Urbani 2014
119. Buste di plastica
In Italia ogni anno si consumano quasi 24
miliardi di buste di plastica, quasi 400 a
testa… Un poco invidiabile primato a livello
europeo.
122. Energia per la
produzione
dei materiali
Energia per la
realizzazione
dell’oggetto
Potere
calorifico
incenerimento
Energia utile
Potere
calorifico
combustibile
123.
124. Ogni kg di plastica richiede mediamente 58,6 MJ/kg (circa
14.000 kcal/kg) di energia per essere prodotto e quando noi
lo andiamo a bruciare in un inceneritore con recupero
energetico recuperiamo solo una parte dell’energia in esso
contenuta: in pratica, ammettendo (ottimisticamente) un
rendimento elettrico del 25%, considerato un potere
calorifico inferiore (pci) medio delle plastiche di circa 33
MJ/kg, si recupereranno soltanto meno di 8,2 MJ/kg (<
2.000 kcal/kg) dei 58,6 originariamente spesi . . .
125. Tramite il riciclaggio, finalizzato al recupero di materia,
sarebbe invece possibile un vantaggio energetico 5 volte
superiore rispetto all’incenerimento: nelle operazioni di
riciclaggio si consumano solo 8,4MJ/kg e, quindi, si
recuperano (risparmiano) circa 50,2 MJ/kg.
126. ogni tonnellata di alluminio riciclato consente una riduzione di 11,9 t CO2 eq
ogni tonnellata di acciaio riciclato consente una riduzione di 1,4 t CO2 eq
ogni tonnellata di vetro riciclata consente una riduzione di 0,4 t CO2 eq
ogni tonnellata di plastica HDPE riciclata consente una riduzione di 1,3 t CO2 eq
ogni tonnellata di plastica PET riciclata consente una riduzione di 1,78 t CO2 eq
ogni tonnellata di plastica PVC riciclata consente una riduzione di 1,74 t CO2 eq
ogni tonnellata di carta riciclata consente una riduzione 1,2 t CO2 eq
ogni tonnellata di cartone riciclata consente una riduzione di 0,97 t CO2 eq
ogni tonnellata di legno (pannelli MDF) riciclata consente una riduzione di 0,64 t CO2 eq
ogni tonnellata di tessili (lana) riciclata consente una riduzione di 1,75 t CO2 eq
ogni tonnellata di pneumatici riciclata consente una riduzione di 1,7 t CO2 eq
I presenti dati sono i valori medi tratti dal volume: “Il riciclo ecoefficiente” a cura di Duccio Bianchi/Ambiente Italia
128. Il problema rifiuti non è impiantistico ma gestionale!
Non si tratta di cercare nuove tecnologie
“miracolose”…
Occorre non perdere di vista cosa ci insegna la fisica
sulla conservazione della materia e dell’energia . . .
129. La problematica dei rifiuti deve essere
prioritariamente affrontata in un’ottica di
prevenzione, attraverso politiche e azioni volte alla
loro riduzione. Posto, quindi, che “il miglior rifiuto
è quello che non si produce”, occorre far sì che il
rifiuto stesso (di cui non è ancora possibile evitarne
la produzione) torni a essere una risorsa
riutilizzabile attraverso il riciclaggio e il recupero
di materia.
130. Le 4R del WWF (Ridurre, Riutilizzare,
Riparare, Riciclare) e quindi il fare rotta
verso una società a RIFIUTI ZERO,
costituiscono mete imprescindibili anche per
ridurre i consumi di energia, oltre che di
materia.