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Dal carbone alle rinnovabili:
la necessità di un nuovo paradigma
energetico
Brindisi, 16 dicembre 2014
Massimiliano Varriale
Consulente energetico WWF Ricerche e Progetti
Proviamo a inquadrare la questione:
le dimensioni del problema
energetico - ambientale
"UN PIANETA IN AFFANNO"
Acqua, Cibo, Energia.
La Terra mostra
gli inequivocabili segni di un’insostenibile
impronta umana.
Cosa dice la comunità scientifica:
il “Millennium Ecosystem Assessment”
Vivere al di sopra dei nostri mezzi…
Patrimonio naturale e benessere umano
sono a rischio!
- Il numero delle specie presenti sul pianeta è in declino.
L’intervento umano ha causato un incremento del tasso di
estinzione delle specie fino a 1.000 volte superiore al naturale
tasso di estinzione.
- Dal 1960 al 2000 la domanda per i servizi degli ecosistemi si
è accresciuta significativamente perché la popolazione umana è
passata dai 3 a oltre 6 miliardi e l’economia globale è
incrementata di sei volte.
1. popolazione umana
•Oggi, secondo il Population Reference Bureau
(http://www.prb.org/), abbiamo già superato i 7,2 miliardi.
• demografi delle Nazioni Unite  9,6 miliardi nel 2050  11
miliardi nel 2100
2. popolazione urbana
• 2008: la popolazione urbana ha sorpassato, per la prima volta
nella nostra storia, quella rurale (da 732 milioni di abitanti nel 1950
a 3,15 miliardi nel 2005). Nel 2014 la popolazione che vive in aree
urbane ha superato i 3.8 miliardi .
Tutto ciò a fronte di una continua crescita di:
Tutto ciò a fronte di una continua crescita di:
3. prodotto lordo globale (a fronte di grandi disuguaglianze nel PIL pro
capite)
• 1990 di 38 miliardi di dollari
• 2006 di 65 miliardi di dollari
Andare oltre il PIL
il PIL è un indicatore economico mal impiegato e totalmente
inadeguato a rappresentare il reale livello di benessere di un
Paese. Da anni è in atto un importante sforzo a livello
internazionale nel valutare i nuovi indicatori di benessere, di
performance economica, di progresso sociale e di sostenibilità.
Tutto ciò a fronte di una continua crescita di:
4. flussi di materia (biomassa, minerali, metalli e combustibili fossili)
• estrazione globale di risorse dagli ecosistemi
• 1980: 40 miliardi di tonnellate
• 2008: circa 60 miliardi di tonnellate (pari al peso di più di
41.000 edifici delle dimensioni dell’Empire State Building di
NY, ossia oltre 112 grattacieli ogni giorno!!!)
Oltre a questi 60 miliardi di tonnellate annue, impiegate nelle attività umane,
altri 40 miliardi di tonnellate di materiali sono estratti e rimossi dalla superficie
del suolo ma non sono direttamente usati nei processi produttivi. Quindi,
annualmente, le nostre società mobilitano 100 miliardi di tonnellate di risorse
naturali e materie prime.
Tutto ciò a fronte di una continua crescita di:
5. livelli di consumo
1,7-2,2 miliardi di persone stile di vita “consumistico”
A fronte di questa crescita del consumismo sussiste una consistente porzione
della popolazione mondiale che vive in condizioni di totale indigenza: oltre 2,8
miliardi di persone combattono per la sopravvivenza quotidiana avendo meno
dell’equivalente di 2 dollari al giorno, mentre, circa 1 miliardo di persone sono
ancora malnutrite e soffrono la fame.
Crescere
non è sempre un bene…
La Terra ha dimensioni fisiche e risorse
“finite”: NON PUO’ SOSTENERE UNA
CRESCITA ILLIMITATA
della popolazione, dei consumi, dell’inquinamento
P x A x T = Impact
Population
Affluence (Consumption)
Technology
Nel 2014 il WWF ha
presentato il suo biennale
bilancio sullo stato di salute
del pianeta denunziando,
tra le altre cose, il ritmo
impressionate con cui si
stanno degradando gli
ecosistemi naturali, un
ritmo senza precedenti
nella storia della specie
umana.
Attualmente, la nostra impronta ecologica globale supera la
capacità rigenerativa del Pianeta di oltre il 50%...
Il carbonio oggi pesa per il 53% dell’impronta totale!
L’indice del Pianeta Vivente mostra un declino del 52% dal 1970 al
2010. In altre parole, il numero di vertebrati nel mondo in media si
è dimezzato negli ultimi 40 anni.
Se la nostra domanda di risorse sul Pianeta continuerà a crescere
alla stessa velocità, entro il 2050, avremo bisogno dell’equivalente
di “3 Pianeti” per mantenere i nostri attuali stili di vita.
Se tutti gli abitanti della Terra avessero lo stesso tenore
di vita del cittadino medio europeo già oggi l’umanità
avrebbe bisogno di 2,6 pianti per sostenersi.
Ma abbiamo un solo Pianeta.
La sua capacità di
sostenere un’immensa diversità di specie, fra
cui quella umana, è grande, ma comunque limitata.
Un modo diverso per descrivere
la piramide della sostenibilità.
Anthropogenic Perturbation of the Global Carbon Cycle
Perturbation of the global carbon cycle caused by anthropogenic activities,
averaged globally for the decade 2004–2013 (GtCO2/yr)
Data: CDIAC/NOAA-ESRL/GCP
Concentrazione dei
gas serra dall’anno
1000 al 2000.
Le emissioni di carbonio, dovute all’utilizzo di combustibili fossili, sono passate dai
circa 2 miliardi di tonnellate annue nel 1955 a 7,9 miliardi del 2005, pari ad oltre 28,9
miliardi ti tonnellate di CO2
Nel 2013 le emissioni di carbonio hanno raggiunto 9,9 miliardi di
tonnellate, circa 36 miliardi di tonnellate di CO2.
Nel 2014 la concentrazione di CO2 ha superato 397 ppm,
oltre il 43% in più del livello preindustriale.
L’attuale concentrazione di CO2 è la più alta degli ultimi 800.000 anni
e probabilmente degli ultimi 2 milioni di anni!
Dal 1880 al 2012 le temperature medie planetarie sono
aumentate di 0,85° C e se non si cambierà rotta potrebbero
arrivare a crescere tra i 2,6 e i 4,8°C entro la fine del secolo.
Il livello dei mari potrebbe arrivare ad alzarsi fino a 0,82
metri.
Il Climate and Energy Outlook
2014 del prestigioso
Massachussets Institute of
Technology fotografa
l’inadeguatezza delle politiche
finora messe in campo
contrastare il riscaldamento
globale.
E arriva a sostenere che se i
negoziati della COP 21 di Parigi
(nel 2015) non otterranno
risultati veramente adeguati si
andrà verso il disastro climatico:
entro il 2100 le temperature
planetarie potranno crescere dai
3,3 °C ai 5,6 °C. Altro che
obiettivo 2 °C
COSA FARE?
• MITIGAZIONE
Entro il 2020 ridurre le
emissioni di Anidride
Carbonica (CO2) del 25-40
e entro il 2050 di oltre
80%.
• ADATTAMENTO
• Garantire e aumentare
resistenza e resilienza degli
ecosistemi naturali
• Prevenire (in modo
sostenibile) gli impatti sulle
attività, sulla salute e sulle
vite umane.
ENERGIA:
Qualche numero
Da “Population and Environment: A Journal of Interdisciplinary Studies”, Volume 16, Numero 4, Marzo
1995, pp. 301-19, 1995 Human Sciences Press, Inc.
Energia disponibile pro-capite 1860-2000
(mondo)
Sempre secondo i dati della
IEA, nel 2012 la produzione
idroelettrica ammontava a
3.756 miliardi di kWh (3.756
TWh) contro i 2.461 del
nucleare.
Quindi assai meno del 2% di
tutta l’energia (primaria)
usata.
I combustibili fossili:
il grande problema...
- Cambiamento climatico
- Esaurimento delle risorse
Picchi di
produzione di
petrolio e gas
•Aumento del prezzo
•Crisi economica
•Instabilità politica
•Guerre per ottenerlo
Petrolio “facile” Petrolio “difficile”
Anni del picco
Pessimisti: 2005-2010
Ottimisti: 2035-2040
Proseguendo con un aumento annuo del 2% nel consumo di
energia, prima del 2050 avremo esaurito tutte le risorse
energetiche non rinnovabili (petrolio, gas, carbone e uranio)
Figura tratta dalla presentazione del Professor Vincenzo Balzani del Dipartimento di Chimica dell’Università di Bolgna
Il “picco” di Hubbert
Energy Watch Group - March 2007
Dimensione dei giacimenti petroliferi scoperti 1930-2000:
Un inesorabile declino!
Fonte:
C. Campbell,
ASPO
“…I PROBLEMI NON POSSONO ESSERE RISOLTI
DALLO STESSO ATTEGGIAMENTO MENTALE CHE
LI HA CREATI…”
Albert Einstein
Vere e finte soluzioni al
problema energetico e climatico
Sicuramente tra le finte soluzioni c’è
quella nucleare…
 Non serve a migliorare la sicurezza energetica
 Non è utile nella lotta ai cambiamenti climatici
 Non è una risorsa illimitata
 Non è economica
 Non è sicura
 Non ha mai risolto il problema della gestione delle scorie
 Non facilita la transizione a un differente modello energetico
 Non semplifica il processo di disarmo e pacificazione
Sources: IAEA-PRIS, MSC, 2014
Sources: IAEA-PRIS, MSC, 2014
Occorre puntare su vere soluzioni al
problema energetico e climatico:
risparmio, efficienza e fonti
rinnovabili
Cosa fare seriamente:
Il risparmio innanzi tutto!
Ma per risparmiare energia occorre conoscerla …
L’energia è in tutte le cose che ci circondano e che usiamo
quotidianamente, l’energia è consumata in tutte le nostre attività, il
più delle volte senza neanche rendercene conto.
E anche quando sappiamo che stiamo consumando energia,
raramente ne conosciamo le sue caratteristiche quali - quantitative e
le implicazioni ambientali e socio-sanitarie …
Ad esempio sapevate che per mandare avanti la Rete (ossia il Web)
era stato stimato si generasse il 2% delle emissioni globali o che,
secondo un studio di Ademe (Agence de l’environnement et de la
maitrise de l’energie), per inviare una semplice mail mediamente si
emettono circa 19 g di CO2 ?
Oppure che in Europa gli standby delle apparecchiature elettriche -
elettroniche rappresenta circa il 6% della domanda complessiva di
elettricità, pari alla metà dell’intero consumo per l’illuminazione ?
E ancora che per costruire un’automobile di media cilindrata si
consumano circa 20.000 kWh di energia, prevalentemente di origine
fossili o nucleare ?
E che prima che la nuova auto abbia percorso 1 solo km avrà già
emesso circa 9 tonnellate di CO2 . . .
E quanti sanno che per produrre una tonnellata di carta occorrono
circa 0,8 tep e per una tonnellata di plastica ci possono volere anche
3 tep ?
Cosa fare seriamente:
L’efficienza energetica
Eliminare le molte inefficienze del sistema energetico (italiano)
Cosa fare seriamente:
L’efficienza energetica
Le nostre abitazioni
Costruire (o ricostruire) e ristrutturare in modo efficiente.
Una abitazione realizzata senza standard di efficienza energetica
consuma anche oltre 150 kWh per metro quadro all’anno, una
realizzata secondo i più avanzati criteri di efficienza ha consumi
intorno ai 15 kWh m2 anno. Una “casa passiva” non consuma
niente.
Tipo di superficie (parete, tetto, ecc.) U
W/m2 K
Tradizionale (senza coibentazione) 1,0 – 1,3
Coibentata con isolamento esterno a cappotto 0,1 – 0,4
Trasmittanza superfici opache esterne
Trasmittanza superfici vetrate
Tipo di vetro U
W/m2 K
Semplice 5,8
Isolante doppio vetro tradizionale 2,5 - 3,0
Isolante con deposito basso-emissivo 1,6
Isolante con deposito basso-emissivo e gas 0,9 - 1,2
Italia
Italia
Il PROBLEMA DELL’OVER CAPACITY ITALIANA
In termini di potenza installata, nel 2013 la potenza efficiente netta di
generazione ha raggiunto i 124.750 MW.
La punta massima di domanda del 2013 si è registrata il 26 luglio alle ore 12,
quando il carico toccò quota 53.942 MW, -0,3% rispetto alla punta del 2012
(54.113 MW) e inferiore al record assoluto di 56.822 MW raggiunto il 12
dicembre 2007.
Cosa fare seriamente:
La Risorsa Efficienza
Nel rapporto ANPA “La Risorsa Efficienza” elaborato da Florentin Krause, Direttore
dell’International Project for Sustainable Energy Paths (IPSEP, California, “La Risorsa
Efficienza” ANPA, doc 11/1999) si rilevava che con un completo spostamento di tutti gli
investimenti per gli usi finali di apparecchiature, stabilimenti ed edifici verso le tecnologie
più efficienti attualmente disponibili sul mercato, il nostro Paese avrebbe potuto
risparmiare il 46% della domanda di elettricità prevista in un periodo di 15-20 anni.
Ciò equivaleva ad una “risorsa di efficienza sul lato della domanda” (demand side resource)
di 153 TWh.
Cosa fare seriamente:
Co-generazione e tri-generazione
I piccoli impianti
che non sprecano il calore prodotto
Efficienze superiori all’80%
Cosa fare seriamente:
Le fonti rinnovabili
Solare termico
Dalla tabella si vede come circa 1/3 di tutta l’energia consumata serve a riscaldare
l’acqua a bassa temperatura, un compito che potrebbe essere assolto, per il 60%
ricorrendo ai collettori solari.
Si risparmierebbero 30 Mtep!
USI FINALI INDUSTRIA
COMMERCIO E
SERVIZI
USI
DOMESTICI
AGRICOLTURA TRASPORTI
TOT
USI FINALI
ALTA
TEMPERATURA
52,4 % 17,4 %
MEDIA
TEMPERATURA
11,8 % 3,7 % 6.9 % 6,0 %
BASSA
TEMPERATURA
8,5 % 65,8 % 85,0 % 23,1 % 30,8 %
ELETTRICITÀ 25,3 % 30,5 % 8,1 % 11,5 % 1,7 % 13,8 %
CARBURANTI 2 % 65,4 % 98,3 % 32,0 %
% SETTORE
SUL TOTALE
33,2 % 8,2 % 26,0 % 2,6 % 30,0 % 100
L’energia solare è la fonte energetica più abbondante di cui
disponiamo: in meno di un’ora la Terra riceve dal Sole una
quantità di energia pari all’intero consumo mondiale di un
anno.
Ogni metro quadro di superficie terrestre riceve in un anno
mediamente 2.059 kWh.
Tutto il fabbisogno di energia elettrica dell’Italia potrebbe
essere ricavato da una superficie dai 2.500 ai 5.000 kmq, dallo
0,8 all’1,6% del territorio nazionale.
energia prodotta in
un anno da un modulo
fotovoltaico di 1 kWp
Basterebbe coprire di
pannelli fotovoltaici lo
0.8% del territorio
per soddisfare tutti i
consumi nazionali di
elettricità.
In Italia centro meri-
dionale il fotovoltaico è
già competitivo con le
centrali turbogas usate
per coprire i picchi di
consumo.
Potenziale fotovoltaico
in Italia
Eolico
Le biomasse
Le biomasse dovrebbero essere soprattutto usate per la
produzione combinata di calore ed elettricità (co-tri-
generazione) in moderni impianti di piccole dimensioni, tarati
sulle reali disponibilità della risorsa in loco, secondo un concetto
di filiera corta: la movimentazione eccessiva delle biomasse non solo
ne aumenta i costi ma soprattutto rende negativi i loro bilanci
energetici e ambientali. Altrettanto positivo può essere l’impiego delle
biomasse in moderne caldaie per riscaldamento.
Tipo di pianta Produttività
annuale
materia
vegetale secca
(t/ha)
Resa in energia
termica lorda1
(GJ/ha)
Resa
energetica
netta2
(GJ/ha)
Resa netta in
energia olio-
equivalente3
(tep/ha)
Pioppo 1520 251335 241325 5.87.8
Eucalipto 1520 251335 241325 5.87.8
Robinia 1015 167251 157241 3.77.8
Salice 1525 251419 241409 5.89.8
Canna comune 1525 251419 241409 5.89.8
Bosco ceduo 67 100117 95112 2.32.7
Fonte dei dati: (8.6, ITABIA-EC 1995), (8.7, Laurent et al. 1994a), (8.8, Demeyer et al 1981a), (8.9, W.Palz et al. 1980)
1Si è considerato un potere calorifico inferiore della biomassa pari in media a 4000 kcal/kg
2Si è considerata una spesa energetica annuale di 10 GJ/ha (5 GJ/ha per il bosco ceduo)
3Si è usata l’equivalenza 1 tep = 41.868 GJ
Tipo di pianta Resa energetica
lorda
(GJ/ha)
Resa energetica
netta1
(GJ/ha)
Fattore guadagno
energetico
EY = O/I
Amilacee:
Orzo
Avena
Grano tenero
Segala
Mais
Etanolo:
2046
1824
2243
1735
4988
Etanolo:
026
04
223
015
2968
1.02.3
0.91.2
1.12.1
0.81.7
2.44.4
Oleaginose:
Soia
Colza
Girasole
Lino da olio
MTBE:
928
1965
1553
1332
MTBE:
06
043
031
010
0.41.3
0.92.9
0.72.4
0.61.4
Saccarifere:
Barbabietola da
zucchero
Topinambur
Sorgo zucch.
Etanolo:
7186
5776
99148
Etanolo:
5169
3756
79128
3.54.4
2.83.8
4.97.4
Fattore di guadagno energetico per le diverse colture
P. Frankl – L’impatto del bio. Biocombustibili.Analisi de ciclo di vita e sostenibilità su larga scala.
QualenergiaAnno V – N.3 MAGGIO-GIUGNO 2007
P. Frankl – L’impatto del bio. Biocombustibili.Analisi de ciclo di vita e sostenibilità su larga scala.
QualenergiaAnno V – N.3 MAGGIO-GIUGNO 2007
Energia,
consumi alimentari
ed effetto serra
Un indicatore del livello di insostenibilità del
sistema alimentare contemporaneo è
1910 (società pre-industriali) IS  1
1970 IS  9
Oggi IS >100
Es.: Insalata import in UK in aereo da USA: IS 127
Asparagi importati dal Cile: IS  97
Carote importate dal Sud Africa IS  66
(Church, 2005)
stessoalimentodell'energeticoApporto
alimentounpreparareperconsumataEnergia
IS 
Qualsiasi alimento noi consumiamo, comprese frutta e verdura,
implica costi ambientali occulti: trasporti, refrigerazione e
combustibili, oltre che emissioni di metano vegetali e animali,
contribuiscono alla produzione di gas serra.
Ad esempio per ogni kg di frutta prodotta in Cile che
troviamo sui banchi dei nostri supermercati vengono emessi
circa 16 kg di CO2, soprattutto a causa dei trasporti.
patate
Totale Fertilizzant
e
Produzione
piantine
Risc.
serra
elettricità N2O
diretta
GWP kg
CO2 eqv.
3,46 0,038 0,046 3,13 0,22 0,031
% 100 1.1 1,3 90,9 6,4 0,9
Pomodori in serra
Totale Fertilizzante
N
Fertlizzante
P
Diesel N2O
diretta
GWP kg
CO2 eqv.
0,049 0,0198 0,005 0,004 0,018
% 100 40 10 8 36,7
Pomodori in campo produzione industriale
I costi e l'inquinamento dei prodotti a lunga distanza
PRODOTTO
PROVENIENZA km (*)
Consumo petrolio
in kg
EMISSIONE CO2 in
kg (**)
Kiwi Nuova Zelanda 18.000 7,9 24,7
Meloni Brasile 11.000 5 15
Ciliegie/ mele Cile 13.000 5,8 18,3
Uva / prugne Sud Africa 8.000 4,35 13,2
Pesche/Limoni Argentina 12.00 5,4 16,2
Fagiolini Egitto 2.100 1 3,4
Peperoni Spagna 1.500 0,85 2,7
Dati: Coldiretti
(*) La distanza è calcolata dalla capitale dello Stato esportatore, fino a Roma
(**) per l'emissione di CO2 è stato considerato il viaggio aereo tra le capitali, per il peso di un chilogrammo di prodotto
EMISSIONS BY TRANSPORT IN AGRICULTURE
Ma questo è poca cosa se confrontato con le emissioni
associate all’allevamento e consumo di carne, soprattutto
quella bovina.
La produzione di 250 grammi di carne bovina determina il
rilascio in atmosfera una quantità di gas serra pari a quella
emessa da un’automobile che pesa 1.500 kg e che viaggia
per circa 15 km…
Secondo un importante rapporto della FAO (2006) il livelli
attuali di produzione di carne sono responsabili di una
percentuale compresa tra 14 e 22% dei circa 36 miliardi di
tonnellate di CO2 equivalente generate ogni anno.
________________________________________________
-Produzione energetica 21%
- Produzione zootecnica 18%
- Trasporti 14%
- Recupero combustibili fossili 12%
- Agricoltura 12%
- Residenziale 10%
- Manifatturiero 7%
- Uso del suolo 4%
- Smaltimento e trattamento rifiuti 3%
http://www.fao.org/
Consumo di cibo pro-capite Taiwan, 1940-92
Period Riso Grano
Patata
dolce Carne Pesce Frutta
(kilograms per capita per year)
1940-44 109 0 91 11 10 27
1949-51 133 7 66 13 12 16
1959-61 137 22 62 16 23 20
1969-71 136 25 24 25 33 43
1979-81 105 24 4 40 38 72
1989-91 68 29 2 62 45 108
1992 64 29 2 66 42 100
Source: Taiwan, Council for Agricultural Planning and Development, various years
Impatto ambientale della produzione zootecnica di
maiali, bovini e polli da agricoltura convenzionale,
riferito ai cancelli della fattoria (www.lcafood.dk).
Impatto ambientale della produzione agricola
convenzionale o biologica di 1 kg di alcuni prodotti vegetali
(www.lcafood.dk).
Bilancio complessivo delle emissioni del comparto
agro-alimentare italiano
Settore Mt CO2 eq
Produzione agricola[1],[2] 47,1
Fermentazione enterica 11,6
Letame e reflui[3] 6,86
Trasporti 19,84
Trasformazione industriale[4] 5,487
Packaging 13,1
TOTALE 103,987
[1] Con il termine emissioni della produzione agricola si intendono tutte le emissioni di gas serra in seguito alle
lavorazioni, irrigazione, concimazioni etc. fino al confine dell’azienda (Farm gate)
[2] Escluse foraggere
[3] Dato elaborato da NIR (ISPRA, 2009)
[4] Dato elaborato da NIR (ISPRA, 2009)
ISMEA 2009, Rapporto AGRICARBON
“Il valore totale delle emissioni è pari a circa 104 Mt CO2 eq,
ovvero il 19% delle emissioni di gas serra su scala nazionale.”
“Per quanto riguarda le emissioni del consumatore si può
quindi stimare che il cittadino italiano per le sue necessità
agro-alimentari è gravato da un consumo pari a 1778 Kg
CO2eq/ anno.”
“Il contributo del settore agro-alimentare italiano alle emissioni di gas serra”: sintesi
Simona Castaldi, Marcello Fidaleo, Mauro Moresi, Riccardo Valentini
Mangiare può diventare un gesto ecologico.
Ecco alcuni suggerimenti per una spesa con minore impronta:
Acquista prodotti locali
Mangia prodotti “di stagione”
Diminuisci i consumi di carne
Evita di acquistare pesce che proviene dall’altra parte del mondo,
fuori taglia e appartenente a specie sovrasfruttate
Non acquistare prodotti con troppi imballaggi
Privilegia i prodotti biologici
Il problema rifiuti
o
Il rifiuto del problema?
Un altro modo per sprecare
energia e materia …
I rifiuti non sono un male inevitabile ma
rappresentano un difetto del nostro
sistema economico e produttivo.
Costituiscono un indice di inefficienza
delle società umane.
Giaci-
menti
fossili
econosfera
TMR TMO
TMR = Total Material Requirement, sono i materiali richiesti dal sistema
(inclusi ossigeno, acqua e CO2)
TMO = Total Material Output, sono i materiali scaricati nell’ambiente come
scarti (inclusi ossigeno, acqua e CO2)
biodegradazione
biosfera
risorse rifiuti
I rifiuti urbani nel 2013 sono stati 29.594.665 di
tonnellate (*).
Simbolicamente tale volume equivarrebbe a un grattacielo con base
delle dimensioni di un campo di calcio standard e altezza pari a
quella Monte Bianco (4.810,9 m)!
In Italia
(*) ISPRA – Rapporto Rifiuti Urbani 2014
Produzione di rifiuti di imballaggio
anno 2013:
11.298.000 tonnellate.
Buste di plastica
In Italia ogni anno si consumano quasi 24
miliardi di buste di plastica, quasi 400 a
testa… Un poco invidiabile primato a livello
europeo.
milioni di anni
incenerimento
plastica
molecole
disperse
CO2
discarica
Energia per la
produzione
dei materiali
Energia per la
realizzazione
dell’oggetto
Potere
calorifico
incenerimento
Energia utile
Potere
calorifico
combustibile
Ogni kg di plastica richiede mediamente 58,6 MJ/kg (circa
14.000 kcal/kg) di energia per essere prodotto e quando noi
lo andiamo a bruciare in un inceneritore con recupero
energetico recuperiamo solo una parte dell’energia in esso
contenuta: in pratica, ammettendo (ottimisticamente) un
rendimento elettrico del 25%, considerato un potere
calorifico inferiore (pci) medio delle plastiche di circa 33
MJ/kg, si recupereranno soltanto meno di 8,2 MJ/kg (<
2.000 kcal/kg) dei 58,6 originariamente spesi . . .
Tramite il riciclaggio, finalizzato al recupero di materia,
sarebbe invece possibile un vantaggio energetico 5 volte
superiore rispetto all’incenerimento: nelle operazioni di
riciclaggio si consumano solo 8,4MJ/kg e, quindi, si
recuperano (risparmiano) circa 50,2 MJ/kg.
 ogni tonnellata di alluminio riciclato consente una riduzione di 11,9 t CO2 eq
 ogni tonnellata di acciaio riciclato consente una riduzione di 1,4 t CO2 eq
 ogni tonnellata di vetro riciclata consente una riduzione di 0,4 t CO2 eq
 ogni tonnellata di plastica HDPE riciclata consente una riduzione di 1,3 t CO2 eq
 ogni tonnellata di plastica PET riciclata consente una riduzione di 1,78 t CO2 eq
 ogni tonnellata di plastica PVC riciclata consente una riduzione di 1,74 t CO2 eq
 ogni tonnellata di carta riciclata consente una riduzione 1,2 t CO2 eq
 ogni tonnellata di cartone riciclata consente una riduzione di 0,97 t CO2 eq
 ogni tonnellata di legno (pannelli MDF) riciclata consente una riduzione di 0,64 t CO2 eq
 ogni tonnellata di tessili (lana) riciclata consente una riduzione di 1,75 t CO2 eq
ogni tonnellata di pneumatici riciclata consente una riduzione di 1,7 t CO2 eq
I presenti dati sono i valori medi tratti dal volume: “Il riciclo ecoefficiente” a cura di Duccio Bianchi/Ambiente Italia
Duccio Bianchi, Ambiente Italia srl – Riciclo ecoefficiente
Il problema rifiuti non è impiantistico ma gestionale!
Non si tratta di cercare nuove tecnologie
“miracolose”…
Occorre non perdere di vista cosa ci insegna la fisica
sulla conservazione della materia e dell’energia . . .
La problematica dei rifiuti deve essere
prioritariamente affrontata in un’ottica di
prevenzione, attraverso politiche e azioni volte alla
loro riduzione. Posto, quindi, che “il miglior rifiuto
è quello che non si produce”, occorre far sì che il
rifiuto stesso (di cui non è ancora possibile evitarne
la produzione) torni a essere una risorsa
riutilizzabile attraverso il riciclaggio e il recupero
di materia.
Le 4R del WWF (Ridurre, Riutilizzare,
Riparare, Riciclare) e quindi il fare rotta
verso una società a RIFIUTI ZERO,
costituiscono mete imprescindibili anche per
ridurre i consumi di energia, oltre che di
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Dal carbone alle rinnovabili: la necessità di un nuovo paradigma energetico (Massimiliano Varriale – WWF Ricerche e Progetti)

  • 1. Dal carbone alle rinnovabili: la necessità di un nuovo paradigma energetico Brindisi, 16 dicembre 2014 Massimiliano Varriale Consulente energetico WWF Ricerche e Progetti
  • 2. Proviamo a inquadrare la questione: le dimensioni del problema energetico - ambientale
  • 3. "UN PIANETA IN AFFANNO" Acqua, Cibo, Energia. La Terra mostra gli inequivocabili segni di un’insostenibile impronta umana.
  • 4. Cosa dice la comunità scientifica: il “Millennium Ecosystem Assessment” Vivere al di sopra dei nostri mezzi… Patrimonio naturale e benessere umano sono a rischio!
  • 5. - Il numero delle specie presenti sul pianeta è in declino. L’intervento umano ha causato un incremento del tasso di estinzione delle specie fino a 1.000 volte superiore al naturale tasso di estinzione. - Dal 1960 al 2000 la domanda per i servizi degli ecosistemi si è accresciuta significativamente perché la popolazione umana è passata dai 3 a oltre 6 miliardi e l’economia globale è incrementata di sei volte.
  • 6. 1. popolazione umana •Oggi, secondo il Population Reference Bureau (http://www.prb.org/), abbiamo già superato i 7,2 miliardi. • demografi delle Nazioni Unite  9,6 miliardi nel 2050  11 miliardi nel 2100 2. popolazione urbana • 2008: la popolazione urbana ha sorpassato, per la prima volta nella nostra storia, quella rurale (da 732 milioni di abitanti nel 1950 a 3,15 miliardi nel 2005). Nel 2014 la popolazione che vive in aree urbane ha superato i 3.8 miliardi . Tutto ciò a fronte di una continua crescita di:
  • 7. Tutto ciò a fronte di una continua crescita di: 3. prodotto lordo globale (a fronte di grandi disuguaglianze nel PIL pro capite) • 1990 di 38 miliardi di dollari • 2006 di 65 miliardi di dollari Andare oltre il PIL il PIL è un indicatore economico mal impiegato e totalmente inadeguato a rappresentare il reale livello di benessere di un Paese. Da anni è in atto un importante sforzo a livello internazionale nel valutare i nuovi indicatori di benessere, di performance economica, di progresso sociale e di sostenibilità.
  • 8. Tutto ciò a fronte di una continua crescita di: 4. flussi di materia (biomassa, minerali, metalli e combustibili fossili) • estrazione globale di risorse dagli ecosistemi • 1980: 40 miliardi di tonnellate • 2008: circa 60 miliardi di tonnellate (pari al peso di più di 41.000 edifici delle dimensioni dell’Empire State Building di NY, ossia oltre 112 grattacieli ogni giorno!!!) Oltre a questi 60 miliardi di tonnellate annue, impiegate nelle attività umane, altri 40 miliardi di tonnellate di materiali sono estratti e rimossi dalla superficie del suolo ma non sono direttamente usati nei processi produttivi. Quindi, annualmente, le nostre società mobilitano 100 miliardi di tonnellate di risorse naturali e materie prime.
  • 9. Tutto ciò a fronte di una continua crescita di: 5. livelli di consumo 1,7-2,2 miliardi di persone stile di vita “consumistico” A fronte di questa crescita del consumismo sussiste una consistente porzione della popolazione mondiale che vive in condizioni di totale indigenza: oltre 2,8 miliardi di persone combattono per la sopravvivenza quotidiana avendo meno dell’equivalente di 2 dollari al giorno, mentre, circa 1 miliardo di persone sono ancora malnutrite e soffrono la fame.
  • 10.
  • 11. Crescere non è sempre un bene… La Terra ha dimensioni fisiche e risorse “finite”: NON PUO’ SOSTENERE UNA CRESCITA ILLIMITATA della popolazione, dei consumi, dell’inquinamento
  • 12.
  • 13. P x A x T = Impact Population Affluence (Consumption) Technology
  • 14. Nel 2014 il WWF ha presentato il suo biennale bilancio sullo stato di salute del pianeta denunziando, tra le altre cose, il ritmo impressionate con cui si stanno degradando gli ecosistemi naturali, un ritmo senza precedenti nella storia della specie umana.
  • 15. Attualmente, la nostra impronta ecologica globale supera la capacità rigenerativa del Pianeta di oltre il 50%...
  • 16.
  • 17. Il carbonio oggi pesa per il 53% dell’impronta totale!
  • 18. L’indice del Pianeta Vivente mostra un declino del 52% dal 1970 al 2010. In altre parole, il numero di vertebrati nel mondo in media si è dimezzato negli ultimi 40 anni.
  • 19. Se la nostra domanda di risorse sul Pianeta continuerà a crescere alla stessa velocità, entro il 2050, avremo bisogno dell’equivalente di “3 Pianeti” per mantenere i nostri attuali stili di vita.
  • 20. Se tutti gli abitanti della Terra avessero lo stesso tenore di vita del cittadino medio europeo già oggi l’umanità avrebbe bisogno di 2,6 pianti per sostenersi.
  • 21. Ma abbiamo un solo Pianeta. La sua capacità di sostenere un’immensa diversità di specie, fra cui quella umana, è grande, ma comunque limitata.
  • 22. Un modo diverso per descrivere la piramide della sostenibilità.
  • 23. Anthropogenic Perturbation of the Global Carbon Cycle Perturbation of the global carbon cycle caused by anthropogenic activities, averaged globally for the decade 2004–2013 (GtCO2/yr) Data: CDIAC/NOAA-ESRL/GCP
  • 24. Concentrazione dei gas serra dall’anno 1000 al 2000.
  • 25. Le emissioni di carbonio, dovute all’utilizzo di combustibili fossili, sono passate dai circa 2 miliardi di tonnellate annue nel 1955 a 7,9 miliardi del 2005, pari ad oltre 28,9 miliardi ti tonnellate di CO2
  • 26. Nel 2013 le emissioni di carbonio hanno raggiunto 9,9 miliardi di tonnellate, circa 36 miliardi di tonnellate di CO2.
  • 27. Nel 2014 la concentrazione di CO2 ha superato 397 ppm, oltre il 43% in più del livello preindustriale. L’attuale concentrazione di CO2 è la più alta degli ultimi 800.000 anni e probabilmente degli ultimi 2 milioni di anni!
  • 28.
  • 29.
  • 30.
  • 31. Dal 1880 al 2012 le temperature medie planetarie sono aumentate di 0,85° C e se non si cambierà rotta potrebbero arrivare a crescere tra i 2,6 e i 4,8°C entro la fine del secolo. Il livello dei mari potrebbe arrivare ad alzarsi fino a 0,82 metri.
  • 32. Il Climate and Energy Outlook 2014 del prestigioso Massachussets Institute of Technology fotografa l’inadeguatezza delle politiche finora messe in campo contrastare il riscaldamento globale. E arriva a sostenere che se i negoziati della COP 21 di Parigi (nel 2015) non otterranno risultati veramente adeguati si andrà verso il disastro climatico: entro il 2100 le temperature planetarie potranno crescere dai 3,3 °C ai 5,6 °C. Altro che obiettivo 2 °C
  • 33. COSA FARE? • MITIGAZIONE Entro il 2020 ridurre le emissioni di Anidride Carbonica (CO2) del 25-40 e entro il 2050 di oltre 80%. • ADATTAMENTO • Garantire e aumentare resistenza e resilienza degli ecosistemi naturali • Prevenire (in modo sostenibile) gli impatti sulle attività, sulla salute e sulle vite umane.
  • 35.
  • 36. Da “Population and Environment: A Journal of Interdisciplinary Studies”, Volume 16, Numero 4, Marzo 1995, pp. 301-19, 1995 Human Sciences Press, Inc. Energia disponibile pro-capite 1860-2000 (mondo)
  • 37.
  • 38.
  • 39. Sempre secondo i dati della IEA, nel 2012 la produzione idroelettrica ammontava a 3.756 miliardi di kWh (3.756 TWh) contro i 2.461 del nucleare. Quindi assai meno del 2% di tutta l’energia (primaria) usata.
  • 40. I combustibili fossili: il grande problema... - Cambiamento climatico - Esaurimento delle risorse
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  • 42.
  • 43. Picchi di produzione di petrolio e gas •Aumento del prezzo •Crisi economica •Instabilità politica •Guerre per ottenerlo Petrolio “facile” Petrolio “difficile” Anni del picco Pessimisti: 2005-2010 Ottimisti: 2035-2040 Proseguendo con un aumento annuo del 2% nel consumo di energia, prima del 2050 avremo esaurito tutte le risorse energetiche non rinnovabili (petrolio, gas, carbone e uranio) Figura tratta dalla presentazione del Professor Vincenzo Balzani del Dipartimento di Chimica dell’Università di Bolgna
  • 44. Il “picco” di Hubbert
  • 45. Energy Watch Group - March 2007
  • 46. Dimensione dei giacimenti petroliferi scoperti 1930-2000: Un inesorabile declino! Fonte: C. Campbell, ASPO
  • 47. “…I PROBLEMI NON POSSONO ESSERE RISOLTI DALLO STESSO ATTEGGIAMENTO MENTALE CHE LI HA CREATI…” Albert Einstein
  • 48. Vere e finte soluzioni al problema energetico e climatico
  • 49. Sicuramente tra le finte soluzioni c’è quella nucleare…  Non serve a migliorare la sicurezza energetica  Non è utile nella lotta ai cambiamenti climatici  Non è una risorsa illimitata  Non è economica  Non è sicura  Non ha mai risolto il problema della gestione delle scorie  Non facilita la transizione a un differente modello energetico  Non semplifica il processo di disarmo e pacificazione
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  • 58. Occorre puntare su vere soluzioni al problema energetico e climatico: risparmio, efficienza e fonti rinnovabili
  • 59. Cosa fare seriamente: Il risparmio innanzi tutto! Ma per risparmiare energia occorre conoscerla … L’energia è in tutte le cose che ci circondano e che usiamo quotidianamente, l’energia è consumata in tutte le nostre attività, il più delle volte senza neanche rendercene conto. E anche quando sappiamo che stiamo consumando energia, raramente ne conosciamo le sue caratteristiche quali - quantitative e le implicazioni ambientali e socio-sanitarie …
  • 60. Ad esempio sapevate che per mandare avanti la Rete (ossia il Web) era stato stimato si generasse il 2% delle emissioni globali o che, secondo un studio di Ademe (Agence de l’environnement et de la maitrise de l’energie), per inviare una semplice mail mediamente si emettono circa 19 g di CO2 ? Oppure che in Europa gli standby delle apparecchiature elettriche - elettroniche rappresenta circa il 6% della domanda complessiva di elettricità, pari alla metà dell’intero consumo per l’illuminazione ?
  • 61. E ancora che per costruire un’automobile di media cilindrata si consumano circa 20.000 kWh di energia, prevalentemente di origine fossili o nucleare ? E che prima che la nuova auto abbia percorso 1 solo km avrà già emesso circa 9 tonnellate di CO2 . . . E quanti sanno che per produrre una tonnellata di carta occorrono circa 0,8 tep e per una tonnellata di plastica ci possono volere anche 3 tep ?
  • 62. Cosa fare seriamente: L’efficienza energetica Eliminare le molte inefficienze del sistema energetico (italiano)
  • 63. Cosa fare seriamente: L’efficienza energetica Le nostre abitazioni Costruire (o ricostruire) e ristrutturare in modo efficiente. Una abitazione realizzata senza standard di efficienza energetica consuma anche oltre 150 kWh per metro quadro all’anno, una realizzata secondo i più avanzati criteri di efficienza ha consumi intorno ai 15 kWh m2 anno. Una “casa passiva” non consuma niente.
  • 64.
  • 65. Tipo di superficie (parete, tetto, ecc.) U W/m2 K Tradizionale (senza coibentazione) 1,0 – 1,3 Coibentata con isolamento esterno a cappotto 0,1 – 0,4 Trasmittanza superfici opache esterne Trasmittanza superfici vetrate Tipo di vetro U W/m2 K Semplice 5,8 Isolante doppio vetro tradizionale 2,5 - 3,0 Isolante con deposito basso-emissivo 1,6 Isolante con deposito basso-emissivo e gas 0,9 - 1,2
  • 68. Il PROBLEMA DELL’OVER CAPACITY ITALIANA In termini di potenza installata, nel 2013 la potenza efficiente netta di generazione ha raggiunto i 124.750 MW. La punta massima di domanda del 2013 si è registrata il 26 luglio alle ore 12, quando il carico toccò quota 53.942 MW, -0,3% rispetto alla punta del 2012 (54.113 MW) e inferiore al record assoluto di 56.822 MW raggiunto il 12 dicembre 2007.
  • 69. Cosa fare seriamente: La Risorsa Efficienza Nel rapporto ANPA “La Risorsa Efficienza” elaborato da Florentin Krause, Direttore dell’International Project for Sustainable Energy Paths (IPSEP, California, “La Risorsa Efficienza” ANPA, doc 11/1999) si rilevava che con un completo spostamento di tutti gli investimenti per gli usi finali di apparecchiature, stabilimenti ed edifici verso le tecnologie più efficienti attualmente disponibili sul mercato, il nostro Paese avrebbe potuto risparmiare il 46% della domanda di elettricità prevista in un periodo di 15-20 anni. Ciò equivaleva ad una “risorsa di efficienza sul lato della domanda” (demand side resource) di 153 TWh.
  • 70. Cosa fare seriamente: Co-generazione e tri-generazione I piccoli impianti che non sprecano il calore prodotto Efficienze superiori all’80%
  • 71.
  • 72. Cosa fare seriamente: Le fonti rinnovabili
  • 73. Solare termico Dalla tabella si vede come circa 1/3 di tutta l’energia consumata serve a riscaldare l’acqua a bassa temperatura, un compito che potrebbe essere assolto, per il 60% ricorrendo ai collettori solari. Si risparmierebbero 30 Mtep! USI FINALI INDUSTRIA COMMERCIO E SERVIZI USI DOMESTICI AGRICOLTURA TRASPORTI TOT USI FINALI ALTA TEMPERATURA 52,4 % 17,4 % MEDIA TEMPERATURA 11,8 % 3,7 % 6.9 % 6,0 % BASSA TEMPERATURA 8,5 % 65,8 % 85,0 % 23,1 % 30,8 % ELETTRICITÀ 25,3 % 30,5 % 8,1 % 11,5 % 1,7 % 13,8 % CARBURANTI 2 % 65,4 % 98,3 % 32,0 % % SETTORE SUL TOTALE 33,2 % 8,2 % 26,0 % 2,6 % 30,0 % 100
  • 74. L’energia solare è la fonte energetica più abbondante di cui disponiamo: in meno di un’ora la Terra riceve dal Sole una quantità di energia pari all’intero consumo mondiale di un anno. Ogni metro quadro di superficie terrestre riceve in un anno mediamente 2.059 kWh. Tutto il fabbisogno di energia elettrica dell’Italia potrebbe essere ricavato da una superficie dai 2.500 ai 5.000 kmq, dallo 0,8 all’1,6% del territorio nazionale.
  • 75. energia prodotta in un anno da un modulo fotovoltaico di 1 kWp Basterebbe coprire di pannelli fotovoltaici lo 0.8% del territorio per soddisfare tutti i consumi nazionali di elettricità. In Italia centro meri- dionale il fotovoltaico è già competitivo con le centrali turbogas usate per coprire i picchi di consumo. Potenziale fotovoltaico in Italia
  • 77.
  • 78. Le biomasse Le biomasse dovrebbero essere soprattutto usate per la produzione combinata di calore ed elettricità (co-tri- generazione) in moderni impianti di piccole dimensioni, tarati sulle reali disponibilità della risorsa in loco, secondo un concetto di filiera corta: la movimentazione eccessiva delle biomasse non solo ne aumenta i costi ma soprattutto rende negativi i loro bilanci energetici e ambientali. Altrettanto positivo può essere l’impiego delle biomasse in moderne caldaie per riscaldamento.
  • 79. Tipo di pianta Produttività annuale materia vegetale secca (t/ha) Resa in energia termica lorda1 (GJ/ha) Resa energetica netta2 (GJ/ha) Resa netta in energia olio- equivalente3 (tep/ha) Pioppo 1520 251335 241325 5.87.8 Eucalipto 1520 251335 241325 5.87.8 Robinia 1015 167251 157241 3.77.8 Salice 1525 251419 241409 5.89.8 Canna comune 1525 251419 241409 5.89.8 Bosco ceduo 67 100117 95112 2.32.7 Fonte dei dati: (8.6, ITABIA-EC 1995), (8.7, Laurent et al. 1994a), (8.8, Demeyer et al 1981a), (8.9, W.Palz et al. 1980) 1Si è considerato un potere calorifico inferiore della biomassa pari in media a 4000 kcal/kg 2Si è considerata una spesa energetica annuale di 10 GJ/ha (5 GJ/ha per il bosco ceduo) 3Si è usata l’equivalenza 1 tep = 41.868 GJ
  • 80. Tipo di pianta Resa energetica lorda (GJ/ha) Resa energetica netta1 (GJ/ha) Fattore guadagno energetico EY = O/I Amilacee: Orzo Avena Grano tenero Segala Mais Etanolo: 2046 1824 2243 1735 4988 Etanolo: 026 04 223 015 2968 1.02.3 0.91.2 1.12.1 0.81.7 2.44.4 Oleaginose: Soia Colza Girasole Lino da olio MTBE: 928 1965 1553 1332 MTBE: 06 043 031 010 0.41.3 0.92.9 0.72.4 0.61.4 Saccarifere: Barbabietola da zucchero Topinambur Sorgo zucch. Etanolo: 7186 5776 99148 Etanolo: 5169 3756 79128 3.54.4 2.83.8 4.97.4 Fattore di guadagno energetico per le diverse colture
  • 81. P. Frankl – L’impatto del bio. Biocombustibili.Analisi de ciclo di vita e sostenibilità su larga scala. QualenergiaAnno V – N.3 MAGGIO-GIUGNO 2007
  • 82. P. Frankl – L’impatto del bio. Biocombustibili.Analisi de ciclo di vita e sostenibilità su larga scala. QualenergiaAnno V – N.3 MAGGIO-GIUGNO 2007
  • 83.
  • 84.
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  • 93. Un indicatore del livello di insostenibilità del sistema alimentare contemporaneo è 1910 (società pre-industriali) IS  1 1970 IS  9 Oggi IS >100 Es.: Insalata import in UK in aereo da USA: IS 127 Asparagi importati dal Cile: IS  97 Carote importate dal Sud Africa IS  66 (Church, 2005) stessoalimentodell'energeticoApporto alimentounpreparareperconsumataEnergia IS 
  • 94.
  • 95. Qualsiasi alimento noi consumiamo, comprese frutta e verdura, implica costi ambientali occulti: trasporti, refrigerazione e combustibili, oltre che emissioni di metano vegetali e animali, contribuiscono alla produzione di gas serra.
  • 96. Ad esempio per ogni kg di frutta prodotta in Cile che troviamo sui banchi dei nostri supermercati vengono emessi circa 16 kg di CO2, soprattutto a causa dei trasporti.
  • 98. Totale Fertilizzant e Produzione piantine Risc. serra elettricità N2O diretta GWP kg CO2 eqv. 3,46 0,038 0,046 3,13 0,22 0,031 % 100 1.1 1,3 90,9 6,4 0,9 Pomodori in serra Totale Fertilizzante N Fertlizzante P Diesel N2O diretta GWP kg CO2 eqv. 0,049 0,0198 0,005 0,004 0,018 % 100 40 10 8 36,7 Pomodori in campo produzione industriale
  • 99. I costi e l'inquinamento dei prodotti a lunga distanza PRODOTTO PROVENIENZA km (*) Consumo petrolio in kg EMISSIONE CO2 in kg (**) Kiwi Nuova Zelanda 18.000 7,9 24,7 Meloni Brasile 11.000 5 15 Ciliegie/ mele Cile 13.000 5,8 18,3 Uva / prugne Sud Africa 8.000 4,35 13,2 Pesche/Limoni Argentina 12.00 5,4 16,2 Fagiolini Egitto 2.100 1 3,4 Peperoni Spagna 1.500 0,85 2,7 Dati: Coldiretti (*) La distanza è calcolata dalla capitale dello Stato esportatore, fino a Roma (**) per l'emissione di CO2 è stato considerato il viaggio aereo tra le capitali, per il peso di un chilogrammo di prodotto EMISSIONS BY TRANSPORT IN AGRICULTURE
  • 100. Ma questo è poca cosa se confrontato con le emissioni associate all’allevamento e consumo di carne, soprattutto quella bovina. La produzione di 250 grammi di carne bovina determina il rilascio in atmosfera una quantità di gas serra pari a quella emessa da un’automobile che pesa 1.500 kg e che viaggia per circa 15 km…
  • 101. Secondo un importante rapporto della FAO (2006) il livelli attuali di produzione di carne sono responsabili di una percentuale compresa tra 14 e 22% dei circa 36 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente generate ogni anno. ________________________________________________ -Produzione energetica 21% - Produzione zootecnica 18% - Trasporti 14% - Recupero combustibili fossili 12% - Agricoltura 12% - Residenziale 10% - Manifatturiero 7% - Uso del suolo 4% - Smaltimento e trattamento rifiuti 3% http://www.fao.org/
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  • 103.
  • 104.
  • 105. Consumo di cibo pro-capite Taiwan, 1940-92 Period Riso Grano Patata dolce Carne Pesce Frutta (kilograms per capita per year) 1940-44 109 0 91 11 10 27 1949-51 133 7 66 13 12 16 1959-61 137 22 62 16 23 20 1969-71 136 25 24 25 33 43 1979-81 105 24 4 40 38 72 1989-91 68 29 2 62 45 108 1992 64 29 2 66 42 100 Source: Taiwan, Council for Agricultural Planning and Development, various years
  • 106. Impatto ambientale della produzione zootecnica di maiali, bovini e polli da agricoltura convenzionale, riferito ai cancelli della fattoria (www.lcafood.dk).
  • 107. Impatto ambientale della produzione agricola convenzionale o biologica di 1 kg di alcuni prodotti vegetali (www.lcafood.dk).
  • 108. Bilancio complessivo delle emissioni del comparto agro-alimentare italiano Settore Mt CO2 eq Produzione agricola[1],[2] 47,1 Fermentazione enterica 11,6 Letame e reflui[3] 6,86 Trasporti 19,84 Trasformazione industriale[4] 5,487 Packaging 13,1 TOTALE 103,987 [1] Con il termine emissioni della produzione agricola si intendono tutte le emissioni di gas serra in seguito alle lavorazioni, irrigazione, concimazioni etc. fino al confine dell’azienda (Farm gate) [2] Escluse foraggere [3] Dato elaborato da NIR (ISPRA, 2009) [4] Dato elaborato da NIR (ISPRA, 2009) ISMEA 2009, Rapporto AGRICARBON
  • 109. “Il valore totale delle emissioni è pari a circa 104 Mt CO2 eq, ovvero il 19% delle emissioni di gas serra su scala nazionale.” “Per quanto riguarda le emissioni del consumatore si può quindi stimare che il cittadino italiano per le sue necessità agro-alimentari è gravato da un consumo pari a 1778 Kg CO2eq/ anno.” “Il contributo del settore agro-alimentare italiano alle emissioni di gas serra”: sintesi Simona Castaldi, Marcello Fidaleo, Mauro Moresi, Riccardo Valentini
  • 110.
  • 111. Mangiare può diventare un gesto ecologico. Ecco alcuni suggerimenti per una spesa con minore impronta: Acquista prodotti locali Mangia prodotti “di stagione” Diminuisci i consumi di carne Evita di acquistare pesce che proviene dall’altra parte del mondo, fuori taglia e appartenente a specie sovrasfruttate Non acquistare prodotti con troppi imballaggi Privilegia i prodotti biologici
  • 112. Il problema rifiuti o Il rifiuto del problema?
  • 113. Un altro modo per sprecare energia e materia …
  • 114. I rifiuti non sono un male inevitabile ma rappresentano un difetto del nostro sistema economico e produttivo. Costituiscono un indice di inefficienza delle società umane.
  • 115. Giaci- menti fossili econosfera TMR TMO TMR = Total Material Requirement, sono i materiali richiesti dal sistema (inclusi ossigeno, acqua e CO2) TMO = Total Material Output, sono i materiali scaricati nell’ambiente come scarti (inclusi ossigeno, acqua e CO2) biodegradazione biosfera
  • 117. I rifiuti urbani nel 2013 sono stati 29.594.665 di tonnellate (*). Simbolicamente tale volume equivarrebbe a un grattacielo con base delle dimensioni di un campo di calcio standard e altezza pari a quella Monte Bianco (4.810,9 m)! In Italia (*) ISPRA – Rapporto Rifiuti Urbani 2014
  • 118. Produzione di rifiuti di imballaggio anno 2013: 11.298.000 tonnellate.
  • 119. Buste di plastica In Italia ogni anno si consumano quasi 24 miliardi di buste di plastica, quasi 400 a testa… Un poco invidiabile primato a livello europeo.
  • 120.
  • 122. Energia per la produzione dei materiali Energia per la realizzazione dell’oggetto Potere calorifico incenerimento Energia utile Potere calorifico combustibile
  • 123.
  • 124. Ogni kg di plastica richiede mediamente 58,6 MJ/kg (circa 14.000 kcal/kg) di energia per essere prodotto e quando noi lo andiamo a bruciare in un inceneritore con recupero energetico recuperiamo solo una parte dell’energia in esso contenuta: in pratica, ammettendo (ottimisticamente) un rendimento elettrico del 25%, considerato un potere calorifico inferiore (pci) medio delle plastiche di circa 33 MJ/kg, si recupereranno soltanto meno di 8,2 MJ/kg (< 2.000 kcal/kg) dei 58,6 originariamente spesi . . .
  • 125. Tramite il riciclaggio, finalizzato al recupero di materia, sarebbe invece possibile un vantaggio energetico 5 volte superiore rispetto all’incenerimento: nelle operazioni di riciclaggio si consumano solo 8,4MJ/kg e, quindi, si recuperano (risparmiano) circa 50,2 MJ/kg.
  • 126.  ogni tonnellata di alluminio riciclato consente una riduzione di 11,9 t CO2 eq  ogni tonnellata di acciaio riciclato consente una riduzione di 1,4 t CO2 eq  ogni tonnellata di vetro riciclata consente una riduzione di 0,4 t CO2 eq  ogni tonnellata di plastica HDPE riciclata consente una riduzione di 1,3 t CO2 eq  ogni tonnellata di plastica PET riciclata consente una riduzione di 1,78 t CO2 eq  ogni tonnellata di plastica PVC riciclata consente una riduzione di 1,74 t CO2 eq  ogni tonnellata di carta riciclata consente una riduzione 1,2 t CO2 eq  ogni tonnellata di cartone riciclata consente una riduzione di 0,97 t CO2 eq  ogni tonnellata di legno (pannelli MDF) riciclata consente una riduzione di 0,64 t CO2 eq  ogni tonnellata di tessili (lana) riciclata consente una riduzione di 1,75 t CO2 eq ogni tonnellata di pneumatici riciclata consente una riduzione di 1,7 t CO2 eq I presenti dati sono i valori medi tratti dal volume: “Il riciclo ecoefficiente” a cura di Duccio Bianchi/Ambiente Italia
  • 127. Duccio Bianchi, Ambiente Italia srl – Riciclo ecoefficiente
  • 128. Il problema rifiuti non è impiantistico ma gestionale! Non si tratta di cercare nuove tecnologie “miracolose”… Occorre non perdere di vista cosa ci insegna la fisica sulla conservazione della materia e dell’energia . . .
  • 129. La problematica dei rifiuti deve essere prioritariamente affrontata in un’ottica di prevenzione, attraverso politiche e azioni volte alla loro riduzione. Posto, quindi, che “il miglior rifiuto è quello che non si produce”, occorre far sì che il rifiuto stesso (di cui non è ancora possibile evitarne la produzione) torni a essere una risorsa riutilizzabile attraverso il riciclaggio e il recupero di materia.
  • 130. Le 4R del WWF (Ridurre, Riutilizzare, Riparare, Riciclare) e quindi il fare rotta verso una società a RIFIUTI ZERO, costituiscono mete imprescindibili anche per ridurre i consumi di energia, oltre che di materia.